capitolo²³
E io che pensavo che la scuola fosse già inquietante di suo alla luce del sole. Di notte a quanto pare questo aspetto si triplica.
I corridoi bui e le aule vuote sembrano pronte ad accogliere degli studenti fantasma. L'atmosfera cupa e tetra mi fa correre un brivido lungo la schiena, e il messaggio mandatomi da Scott non fa che rendermi ancora più inquieta. Ho un brutto presentimento. Sono talmente agitata che mi sembra di vedere la sagoma scura di un lupo gigante alla fine del corridoio, ma deve essere un'illusione ottica in quanto, un battito di palpebre dopo, è già sparita.
<<Scott?>> chiamo, ma l'unica cosa a rispondere è il silenzio.
Continuo a camminare per un po', fino a raggiungere la palestra.
Mi tremano leggermente le mani quando finalmente mi decido a tirare fuori dalla tasca il mio telefono. Faccio il numero di Scott, pronta a dirgliene quattro. Peccato che senta la sua suoneria proprio dietro di me.
Mi giro di scatto, e non ho neanche il tempo di registrare chi sia il mio aggressore, che subito un fortissimo dolore mi si accende sul fianco, facendomi cadere in ginocchio.
Urlo, portandomi le mani verso il punto colpito, e spalanco gli occhi notando che si tratta di un enorme graffio.
Il dolore è più insistente di quanto mi aspettassi. Brucia in una maniera indescrivibile, così tanto, che il mio corpo sembra quasi andare in standby, pronto a svenire. E la grande quantità di Letharia Vulpina che mi circola nelle vene non aiuta di certo.
Ma mi rifiuto di perdere conoscenza un'altra volta. L'ho fatto fin troppo oggi, e non intendo ripetere l'esperienza. Lichene velenoso o meno.
Mi decido ad alzare lo sguardo ma, di nuovo, una forte fitta, stavolta alla schiena, mi costringe a ricadere sulle ginocchia. Sembra che centinaia di pugnali mi stiano colpendo ripetutamente, ed ogni fitta che sento fa salire la scala del dolore di una tacca. È insistente, forte. Non sono sicura di poter resistere ancora per molt-
STUMP!
Un nuovo grido lascia le mie labbra quando sento qualcosa prendermi dalle caviglie, facendomi sbattere con la fronte sul parquet della palestra. Mi giro verso il mio aggressore, e il respiro mi si spezza quando, dietro quelle zanne affilate e quegli occhi dorati, riconosco il mio amico.
<<Scott!>> urlo.
Percepisco i suoi artigli lacerare la pelle delle mie gambe, e mi ci vuole tutta la mia forza di volontà per non scoppiare a piangere come una bambina. Ma invece di fare questo, stringo i denti, mentre sento i miei occhi pizzicare. Ora posso vederli chiaramente riflessi in quelli di Scott. Giallo e arancione. Oro e rame. Lupo e volpe. Predatore e preda. Forse. Ma non oggi!
Usando tutte le mie forze tiro un calcio in faccia al licantropo, che, letteralmente, ulula di dolore, portandosi le mani alla testa.
Sebbene un po' a fatica mi alzo, sfilando subito dalla mia manica il kunai.
La tenue luce presente nella stanza si riflette sulla superficie liscia dell'arma, creando un riflesso arcobaleno sul muro. Apro la bocca, pronta a cantare una dolce melodia, ma tutto ciò che ne esce è un suono roco. Totalmente nel panico, provo di nuovo, ottenendo però lo stesso identico risultato.
E riesco ad evitare l'artigliata di Scott per un soffio.
Il mio amico è di nuovo in piedi, le braccia tese al suo fianco, pronte per attaccare. Gli artigli affilati sono leggermente trasparenti alla luce fioca emanata dalla luna, e questo non fa altro che accentuarli ulteriormente.
<<Scott sono io!>> esclamo, e la mia voce è ancora roca. <<Noemi! La tua migliore amica!>>.
Lui ruggisce, scattando verso di me, le zanne scoperte.
Impreco tra i denti, mentre schivo l'ennesimo tentativo di Scott di sfregiarmi la faccia. In compenso, roteando il braccio, lo colpisco con la lama del kunai, provocandogli un leggero graffio sulla guancia sinistra.
<<Scott, ti prego! Non voglio farti del male!>>.
Prova a tirarmi un calcio alle gambe, ma lo evito saltando in aria appena in tempo, riatterrando sul pavimento in perfetto equilibrio. Gli tiro una gomitata in faccia, sbilanciandolo e poi colpendolo sulla nuca con il dorso della mia mano. Il lupo mannaro cade a terra, svenuto.
Chiudo gli occhi, quando il silenzio si impadronisce di nuovo della scuola. A romperlo è solo il mio respiro affannato e roco, così diverso dalla mia solita voce morbida e vellutata. Ho come la sensazione che dovrò passare i prossimi giorni in disintossicazione dalla Letharia Vulpina.
Rivolgo uno sguardo a Scott, steso sul pavimento, debole ed incosciente. Debole e vulnerabile.
E tutto ad un tratto, i miei pensieri cambiano completamente.
Digrigno i denti, quando sento una parte di me dirmi di finirlo. Di farlo a pezzi con il kunai, di sentirne il sangue scorrermi sulle mani. Di vederlo supplicare. Di vedere finalmente un lupo supplicare una volpe. Il mio istinto mi dice che non dovrebbe importarmi della sorte di una creatura del genere. I lupi sono i nemici naturali della mia razza, e da secoli ci danno la caccia senza scrupoli. E poi, quando ci trovano, ci uccidono. Così, senza un perché. Per loro siamo inferiori, deboli, i predatori di seconda classe. Perché risparmiarlo, quando lui non avrebbe fatto lo stesso con me? Per la prima volta potrei essere in cima alla catena alimentare. Potrei essere la prima volpe a battere un lupo. Potrei dimostrare ai miei simili che abbiamo una chance, che possiamo effettivamente sopraffare la forza di un licantropo.
Le mie dita si stringono attorno al pugnale, e sento un lato della mia bocca inclinarsi all'insù. Una parte di me è più che intrigata dall'idea.
Ma poi la sento scomparire ancora più in fretta di come è arrivata.
Barcollo leggermente quando un'ondata di quello che io chiamo buonsenso, mi travolge, facendomi tornare alla realtà.
Scuoto la testa. No, non è proprio il momento per fare pensieri del genere. Questo non è un lupo qualsiasi, è il mio migliore amico! Non lo farò fuori solo per via di una stupida ed insensata rivalità.
Prendo un respiro profondo, concentrandomi insistentemente sul pensiero che mi dice che sotto quella creatura che mi ha quasi ucciso, c'è il mio migliore amico. Quello stesso amico che mi conosce da quando eravamo bambini. Quella stessa persona che mi è stata vicino per anni e anni, e che ha reso la mia infanzia il periodo più bello della mia vita.
Sono sicura di essere ritornata in me, quando sento rimbombare sui muri della palestra le sirene della polizia.
•☽︎✫☾︎•
Si può sapere per quale cavolo di ragione la giornata non è ancora finita?...
Sono distrutta. Totalmente ed irreparabilmente distrutta. Tutto quello che gira nella mia testa in questo momento è l'immagine sfocata del mio letto. Oddio... quelle coperte soffici...
<<Ehi, mi stai ascoltando?>>.
Ritorno alla realtà quando vedo davanti al mio naso la mano dell'agente che mi sta interrogando. Sbatto le palpebre, cercando di mandare via la stanchezza che in questo momento attanaglia ogni cellula del mio corpo.
<<Mmh...>> annuisco in risposta.
<<Bene. Stavo dicendo...>>.
<<MOON!>>. <<EMY!>>.
Due voci familiari mi fanno spostare lo sguardo, e giuro che se ne avessi la forza, adesso starei correndo verso di loro a braccia aperte. Sapete, tipo quei film sentimentali dove dopo una lunga corsa, i protagonisti si abbracciano di slancio, cadendo a terra. Peccato che solo il minimo movimento della mia testa faccia girare il mondo come una trottola...
Cavolo. Secondo voi è normale che giri in questo modo?
<<Moon! Dio, Moon, non sai quanto ci hai fatto preoccupare!>> inizia Stiles, e la sua voce è così alta che devo portarmi due dita alla testa, per quanto mi fa male. <<Dove diavolo sei stata?! Cosa ci fai qui?! Che cosa hai fatto? Perché i tuoi vestiti sono sporchi? Non che io stia guardando i tuoi vestiti! O il tuo corpo. No, no, non sto guardando nient->>.
Accenno un sorriso, circondandolo subito in un, seppur debole, abbraccio.
<<Devi imparare a chiudere il becco, Stilinski. E ti prego fallo, perché ho un mal di testa atroce>> gli sussurro.
Lo sento ridacchiare, ma alla fine non replica.
Subito dopo di lui, faccio per abbracciare Scott. Ma non faccio neanche in tempo a sfiorarlo, che lui si tira subito indietro, come scottato dal mio tocco.
Alzo gli occhi al cielo: <<Scott->>.
<<Non sai quanto mi dispiace!>> esclama lui, agitato. <<Io... non so che mi è preso! Un minuto prima ero in me, e- e quello dopo il mio unico pensiero era di farti del male. Io->>.
<<Piano, piano, piano... cosa intendi con "fare del male"? Si può sapere cosa è successo prima?>> si intromette Stiles, incrociando le braccia al petto e assottigliando gli occhi, sospettoso.
Scott mi rivolge un'occhiata supplice, gli occhi spalancati in uno dei suoi sguardi da cane bastonato, a cui sa che non posso resistere. Infatti, sospiro rassegnata.
<<Prima... in palestra..., ecco... è successa una cosa>>.
Stiles, ancora con le braccia incrociate, fa viaggiare gli occhi da me a Scott: <<Cosa, cosa?>>
Il nostro amico lupo mannaro alza le sopracciglia, mentre la sua solita espressione da pesce lesso si fa strada sul suo volto: <<Cosa, cosa cosa?>>.
<<Intendo!>> esclamo io, rompendo questa stupida catena, e guardando Stiles. <<Che Scott non sapeva cosa stava facendo, e mi ha attaccato>>.
<<E con "attaccato">> fa le virgolette con le dita. <<Vuoi dire...>>.
<<Cosa credi voglia dire?! Che mi ha appiccicato ad un muro con la colla stick?>>.
Lui scuote la testa, facendo per ribattere, ma lo batto sul tempo: <<No, Stiles. Non so per quale motivo si è comportato così!>>. Il ragazzo richiude la bocca, annuendo.
<<Ma forse...>> mi giro verso Scott. <<Tu lo sai>>.
Il lupo mannaro sembra tentennare per un attimo, come spaventato dalle sue prossime parole. E ora non sono del tutto sicura di volerle sentire nemmeno io. Lo sguardo del mio amico è terrorizzato, ma dietro quelle calde iridi regna una profonda insicurezza: <<L'alpha...>>.
Io e Stiles ci scambiamo un'occhiata, entrambi con le braccia incrociate al petto.
<<L'alpha cosa? Che cosa ha fatto?>> chiede l'umano.
Scott esita una seconda volta: <<È stato l'alpha a farmi trasformare. Io... io non volevo! Lui ha... ha semplicemente ruggito, e tutt'un tratto non potevo fare altro che ascoltarlo>>. E il suo sguardo si illumina improvvisamente di una nuova consapevolezza: <<Lui, l'alpha, mi vuole nel suo branco! Ma io credo che prima... voglia che elimini il vecchio branco...>>.
La risposta mi arriva forte e chiara, e non posso fare altro che sospirare, stanca.
<<Che intendi?>> domanda Stiles. <<Quale vecchio branco?>>.
<<Allison>> risponde Scott. <<Lydia, Jackson... e voi>>.
Penso di non aver mai provato uno sconforto tale come adesso. Stanchezza, rabbia, tristezza, confusione, compassione per il mio amico. Tutto si mescola insieme facendomi andare fuori di testa. E purtroppo non in maniera positiva.
<<L'alpha non vuole ucciderci>> sussurro tra me e me, abbattuta.
Scott annuisce impercettibilmente, mentre sento Stiles sospirare accanto a me, ormai anche lui consapevole della situazione.
<<Vuole che lo faccia io>> conferma il beta. <<E non è la cosa peggiore>>.
Serro le palpebre, portandomi le mani alle tempie, iniziando a massaggiarle ancora. Non so se potrò resistere ancora per molto. Questa giornata è stata semplicemente... troppo.
<<E come- come fa a non essere la cosa peggiore, Scott?!>> esclama Stiles, agitando le mani in aria, e con un tono troppo alto per i miei gusti. La testa mi inizia a girare più insistentemente, mentre la vista mi si sfoca per un attimo.
<<Perché quando mi ha fatto trasformare...>> inizia Scott, urlando in risposta. Dio, ma a cosa serve gridare come dei pazzi? La testa mi sta per scoppiare.
<<Io... io volevo farlo>>.
Questo attira la mia attenzione ancora una volta.
<<Volevo uccidervi. Tutti voi. Per non parlare che l'ho quasi fatto con te, Noemi>>. I suoi occhi iniziano a riempirsi di lacrime. <<Ti ho quasi uccisa>>.
Rimango attonita per un secondo. Non ho mai visto Scott piangere. Non è proprio il tipo da fare qualcosa del genere. Non ha pianto quando suo padre se n'è andato, perché dovrebbe piangere per me? L'ho sempre visto come il ragazzo felice e spensierato, seppur impacciato e leggermente ignorante. Ma da quando è diventato un lupo, sembra come se insieme alle sue capacità fisiche, anche le sue emozioni siano diventate più forti.
<<Ma non l'hai fatto>> ribatto, ora seria. <<Lo volevi fare ma non l'hai fatto. E c'è una bella differenza tra il volere e il fare. Credimi, io lo so. Adesso hai dei nuovi istinti, Scott, e devi imparare a tenerli a bada. Pericolosi o no, adesso sono parte di te, e tutto quello che puoi fare è accettarli>>.
Mi avvicino a lui, mettendogli una mano sulla spalla: <<Non sarà facile. Fidati, nessuno meglio di me può compatirti su quest'aspetto. Anch'io sto... imparando. E non sono per niente brava>> ridacchio. <<Quindi...>>. Gli rivolgo una lunghissima occhiata, ma alla fine, dopo un'altra risatina soffocata, decido che la mia idea non è poi così male.
Gli porgo l'altra mano, guardandolo negli occhi. Un dolce, ed esausto, sorriso si fa strada sul mio volto.
<<Che ne dici se impariamo insieme?>>.
Lui fissa la mia mano ad occhi aperti, come se non credesse alle mie parole. E i minuti passano.
Sbuffo: <<McCall, vedi di muoverti. Mi inizia a fare male il braccio, e sono stanchissima. Prenderti a calci nel culo in palestra mi ha esaurito. Non vedo l'ora di andare a casa. Allora? Abbiamo un accordo?>>.
La sua mano entra subito in contatto con la mia, mentre ridacchia: <<D'accordo>>.
Sorrido, per poi guardare alle mie spalle e notare Stiles, che sta continuamente a spostare il peso da una gamba all'altra, fissando il pavimento.
Alzo gli occhi al cielo: <<Ehi Batman, questo vale anche per te!>>.
Il ragazzo solleva subito la testa, la bocca leggermente aperta.
<<Come credi che saremo in grado di imparare il controllo senza qualcuno come te che ci riporta alla realtà? La tua faccia è troppo bella per dimenticarla!>>.
Lui rivolge uno sguardo anche a Scott, come se pensasse ad uno stupido scherzo da parte nostra, ma lui non fa altro che rispondere con un luminosissimo sorriso.
Il ragazzo dagli occhi nocciola si avvicina titubante, senza staccare gli occhi dalle nostre mani intrecciate.
<<Quindi...>> inizia. <<Come dovrei fare a...>>.
<<Oh, chiudi quella meravigliosa bocca che ti ritrovi e metti la tua stupida mano sulle nostre>> alzo gli occhi al cielo, mostrando il sorriso più bello del mio repertorio. E per una volta è sincero.
Ma proprio mentre il ragazzo sta per posare la sua mano sulle nostre, si ferma, guardandomi e dicendo: <<Hai veramente descritto la mia bocca come "meravigliosa"?>>.
<<Non ti ripeterò una terza volta di chiudere il becco Stilinski>>.
<<Ok, ricevuto>>.
Dopo un ultimo attimo di esitazione, finalmente la sua mano sovrasta le nostre, abbracciandole in una stretta fortissima che in qualche modo riesce a farmi tirare un sospiro di sollievo.
E improvvisamente, una nuova, intensa, sensazione si fa strada nel mio corpo.
Sobbalzo leggermente quando la sento, e lo stesso fanno i miei amici. Ma non è fastidiosa, anzi. È come un nuovo calore che si diffonde in tutto il corpo. È confortante, soffice e dolce, ma allo stesso tempo potente e dura come l'acciaio. È come se dopo anni mi sentissi di nuovo parte di una famiglia. Quella bellissima consapevolezza di poter contare sulle persone che ti stanno accanto, qundo sai che vorresti sacrificare la tua vita per loro, e che loro sacrificherebbero la propria per te. Credo sia amore. Ma non del tipo romantico, non quello che ti fa provare le farfalle nello stomaco, questo è come un amore che provi per un familiare, per tuo fratello o tua sorella, solo portato ad un altro livello. Avete presente quando delle persone dicono di avere un legame così forte, e di conoscersi così bene, da poter sentire quello che gli altri stanno provando? Ecco. Io riesco effettivamente a sentire quello che stanno provando Scott e Stiles in questo momento. Ed è da togliere il fiato. Sento la confusione, la felicità e la paura di Scott. Sento l'ansia, la curiosità e l'euforia di Stiles. Ma è più complicato di così. È come se potessi vedere le loro emozioni letteralmente illuminare il loro corpo. È semplicemente inspiegabile. Mi fa sentire completa.
E mi porta anche a sorridere come una cretina. Sembra quasi che un peso mi sia stato levato dalle spalle, o almeno una piccola parte di esso.
Sono sicura che anche Scott e Stiles stiano provando queste sensazioni, in quanto le espressioni di pura gioia sui loro volti non possono che rispecchiare la mia.
Non sappiamo cosa sia appena successo, ma una cosa è certa: ci piace, e non ne discuteremo. Semplicemente sento sia troppo profondo per essere una cosa da niente. E non ho nulla da argomentare.
<<Giusto per la cronaca: se io sono Batman, e Scott è l'Incredibile Hulk, tu chi dovresti essere?>>.
Scoppio a ridere: <<E da quando Scott sarebbe l'Incredibile Hulk?>>.
Loro due si scambiano un'occhiata complice, per poi girarsi verso di me e rispondere in coro con un: <<Lunga storia>>.
Annuisco, quando un'improvvisa scarica di debolezza mi colpisce, facendomi girare la testa più insistemente. Soffoco un'altra risata, vedendo le espressioni preoccupate farsi strada sui volti dei miei amici. Evidentemente devono averla percepita.
<<Be' ho come la sensazione che avremo tempo per raccontarci tutto, compreso quello che è successo a me più tardi. Oh! E potreste per favore prendermi in braccio?>> chiedo.
Stiles aggrotta le sopracciglia: <<Perché dovremmo prenderti in braccio?>>.
<<Perché sto per svenire dalla stanchezza>>.
E la mia vista si fa nera.
Angolo autrice
Voi. Non. Avete. Idea. Di. Quanto. Mi. C'è. Voluto. Per. Scrivere. Questo. Diavolo. Di. Capitolo.
Aiuto, una delle cose più difficili che, a mio parere, abbia scritto fino ad ora, e diciamo che sono soddisfatta a metà.
Sono stanca morta. Guardate, non vi chiedo neanche di mettermi una stellina e un commento, perché alle mie dita è venuta l'artrosi a furia di scrivere e cancellare.
Goodnight bitches!!!
*cade a peso morto sul letto e inizia a russare dopo due secondi*
~Giada
Bạn đang đọc truyện trên: TruyenTop.Vip