15 motivi per cui odiare questa terribile stagione.
1. Amo troppo l'inverno.
La ragazza osservava disperata il ventilatore volendosi coprire con una maledetta coperta, ma no, era arrivata la stagione che odiava di più.
Ma come faceva la gente ad amarla? E invece odiavano l'inverno!
Il freddo che ti entrava nella pelle facendo attivare quella reazione a brivido che rizzava ogni piccolo pelo biondo del suo corpo.
Le gambe coperte da lunghi pantaloni semi bagnati dalle pozzanghere della tempesta del giorno prima.
I capelli fradici dalle gocce di rugiada sulle foglie cadenti degli alberi.
Camminare lungo il viale con la felpa che la riscaldava abbastanza per poter vedere, senza rischiare uno svenimento causato dal freddo, il suo respiro congelarsi in quell'aria ghiacciata che voleva attraverso il vento invernale.
Le sua scarpe, che cambiavano ogni giorno da un paio semplice agli stivali che indossava per non bagnarsi almeno i calzini, risuonavano con i suoi passi pesanti causati dal risveglio un poco traumatico di quella mattina.
Arrivare a scuola e stare fuori con le tue compagne che si lamentano di te solo in felpa, mentre sono disperata con il giacchetto.
Arrivi in classe e il tepore del termosifone si fa sentire mentre sorridi e ti togli i guanti per non fare morire le tue dita assiderate.
O quando torni a casa e ti siedi sul caldo divano insieme alla tua coperta di fiducia.
Ti prepari una cioccolata calda o un tè se quel pomeriggio non hai particolarmente voglia di qualcosa di dolce.
Mentre cerchi il tepore di qualcuno abbracciandolo o condividendo le coperte, guardandovi una serie TV Netflix rivista miliardi di volte, ma che continuate ad amare lo stesso.
E quando ti stendi nel letto sotto il tuo caldo piumone? Con il tuo largo pigiama di Hello Kitty o di Stitch.
Sì, la ragazza preferiva mille volte l'inverno a quella schifosa stagione che era l'estate.
2. I compiti estivi.
La ragazza sentì la maledetta sveglia che aveva impostato per le 9, sbadigliò stiracchiandosi.
Scese dalle scale mentre il pigiama ricadeva sulla sua pelle sudata e pallida.
I suoi capelli legati ormai da quattro giorni erano pieni di nodi che non aveva voglia di sistemare, tanto pensava di tagliarseli.
Osservò la stanza camminando lentamente verso lo sgabuzzino.
L'aprì guardando la calda tortura che era la sua aspirapolvere sorridendo malinconicamente.
La tirò fuori mentre sistemava le diverse stanze per non rompere qualcosa con la sua amata delicatezza di un elefante.
Passò l'apparecchio elettrico soffrendo il caldo alle gambe mentre pensava a cosa doveva fare dopo.
Stendere? Preparare il cibo? Piangere?
Ah no, vero, aveva gli undici esercizi che la sua professoressa gli aveva dato.
Fossero semplici poi, no, erano lunghissimi e abbastanza complicati.
Si era arresa su uno, pensando a fare gli altri 10 rimanenti e mentre pensava a come si doveva dividere la riscrittura dei tre quaderni.
Come odiava i compiti estivi, è vero che avevano 3 mesi di vacanza, ma gli sembrava sempre esagerato dargli così tanto...
3. Le giornate passate in casa.
Non era una novità per lei, ma ogni volta che arrivava l'estate e non usciva di casa, si chiedeva come ci finiva in quella situazione.
Aveva amici o amiche? Certo, ma erano veramente limitate con le possibilità.
Tipo una delle sue migliore amiche era sempre a giro, quindi come faceva a vederla quando aveva la casa al mare?
O il suo migliore amico d'infanzia che aveva un indole molto 'Rimango chiuso in casa al fresco, esco quando lo decido io'...Un po' come lei, anche se la ragazza ci provava.
Una dei tanti motivi per cui no riusciva a vedere nessuna, era la sua mancata organizzazione di cui ormai non si lamentava più.
Sapeva che non esisteva e se ne faceva una ragione.
Per questo passava giornate chiusa in casa a fare cose che gli piacevano come leggere o guardare serie TV all'infinito.
Era diventata un'abitudine che aveva iniziato ad apprezzare.
4. Le poche ore di sonno.
Perché?
Come ci riusciva a dormire due ore ed essere così energica?
CON DUE ORE DI SONNO!
Ormai non dormiva molto durante l'estate, sfruttava la notte per fare le cose che non faceva durante il giorno perché troppo calde.
Ma andare a letto tipo alle 4:30 e svegliarsi alle 6:45 forse non era la cosa migliore da fare...
È vero che c'erano state volte in cui era riuscita a farsi le sue amate 8 ore di sonno, ma erano super rare.
Quindi si è arresa all'evidente fatto che doveva avere delle bellissime odiose borse nere sotto gli occhi rendendola un panda!
Un panda...Forse l'animale che odiava di più al mondo...
Anzi, forse era meglio che ora andasse a letto e non continuasse a leggere il suo libro.
Veramente, dovrebbe farlo se vuole riavere la sua routine di sonno entro l'inizio del nuovo anno scolastico.
5. Il compleanno.
Lei odiava il suo compleanno.
Non capiva cosa c'era da festeggiare in quel giorno.
O meglio, un tempo le piaceva, amava festeggiarlo e ricevere gli auguri...Ma dopo poco è diventato brutto.
Un giorno come gli altri si ripeteva, non c'è nulla di speciale nel diventare più grandi, soltanto molto più nervosismo accumulato in un anno.
Le persone che credeva amiche (Specificando che c'erano esemplari perdonati per questa cosa), si dimenticavano di quel giorno, di farle gli auguri.
E poi era di una sfortuna infinita in quella giornata...
Passò tre/quattro anni di fila a subirsi una sfiga dopo l'altra.
Quando la figura di merda, quando per due anni la febbre, quando la scoperta che una persona che dovrebbe essere sua amica, ma che alla fine hanno un rapporto di solo conoscenza, è nata il suo stesso giorno.
La peggiore fu l'anno della terza media in cui ebbe: febbre, ciclo, mancamenti e quasi svenimenti.
Quindi sicuramente non poteva dire che lo odiava profondamente, ma non poteva neanche affermare che lo apprezzasse realmente.
6. Giornate noiose a pensare.
Seriamente, cosa doveva fare oltre libri, scrittura, anime e serie TV?
È vero che ogni tanto andava a fare la dogsitter e raramente riusciva a incontrare le sue amiche.
Però non le bastava, si annoiava a morte nel resto del tempo.
Per questo o dormiva o pensava a cosa fare agitandosi inutilmente.
Quella maledetta iperattività...
In momenti in cui soffriva di noia o di ansia, iniziava a camminare avanti e indietro in un circolo vizioso che durava anche ore.
Ecco perché odiava pensare durante l'estate.
Anzi, odiava pensare in generale in qualsiasi momento...
Si agitava a prescindere se la noia arrivava a sorprenderla, però d'estate era più comune che succedesse.
7. Temporali estivi.
Forse questo potrebbe essere un motivo per amarla, almeno per chi ama la pioggia e l'inverno.
Ma in verità è uno dei tantissimi motivi per cui l'estate può essere odiata.
Sentire quella speranza di un po' di fresco esserti portata via dall'afa che arriva dopo.
Sentire il suono della pioggia che cadeva sul tetto e sulle finestre era rilassante, rendeva l'aria così tranquilla da creare un effetto soporifero.
E poi arriva la fine della tempesta e tu odi quando succede.
Ti accorgi di star sudando nuovamente in casa tua mentre rimpiangi i dieci minuti di pioggia.
Non respiri se esci, l'umidità con il caldo ti tolgono il respiro, ti lamenti nuovamente di tutto quello.
Tutti gli insulti e le lamentele avvenute in quel mese non servono a nulla quando arriva un temporale estivo, perché sai che ne tirerai di nuovi.
Povera l'anima che ti dovrà subire quando avverrà.
8. Il non riuscire a prendere sonno.
La ragazza è alla disperata ricerca di una posizione comoda del divano per addormentarsi.
Non ci riesce.
Cavolo, odia veramente tanto l'estate e la sua maledetta insonnia che si fondono insieme.
Sono passati circa due mesi e mezzo da quando è finita la scuola, lei si divertiva a rimanere sveglia fino all'una e poi peggiorava sempre di più.
Dall'una, alle due, poi alle tre e così via finché il sonno sembrava una cosa che non poteva avere.
Ma la colpa non era solo sua, il caldo c'entrava, il letto che la faceva sudare c'entrava.
Era così disperata da mettersi a dormire sul divano che era fresco, ma scomodo...
Ma non ci riesce lo stesso.
Non prende sonno e quindi si agita, sale l'ansia e per non farsi venire un attacco di panico inizia a camminare.
Cammina e cammina per la stanza buia mentre la finestra è aperta e il suo cane la guarda con compassione perché sa cosa significa non riuscire a dormire.
Passa mezz'ora e non sa che fare.
Prova a rimettersi sul divano in una posizione consona per dormire.
Passano dieci minuti ed è di nuovo a camminare per la stanza.
Non riesce a perdere le sua batterie.
Maledetta la sua ansia e agitazione!
Doveva dormire il pomeriggio per recuperare il sonno! E non sapeva come non era riuscita ancora a svegliare qualcuno con la sua camminata infinita...
9. Situazione nel letto.
Ecco, ritornando al suo problema di sonno in quel maledetto letto.
Lei amava coprirsi, anche solo con un lenzuolo, ma non poteva con quel caldo.
Lo soffriva troppo.
Così tanto che rischiava irritazioni cutanee causate dal sudore che le appiccicava il tessuto alla pelle pallida.
Sembrava che ci faceva un bagno ogni volta che si svegliava coperta nel suo letto, ormai abituata si alzava e andava a cercare il ventilatore fregandosene dei futuri dolori articolari.
Ogni notte era lì, ferma finalmente comoda ed eccolo il calore infernale, quindi si rigira all'infinito per un po' di fresco.
E quando era disperata da dormire senza cuscino per abbracciarlo? Ha scoperto che era fresco e che ci stava benissimo.
Però la mattina si svegliava sempre bagnata e si metteva quasi a piangere dalla disperazione.
Non poteva continuare così!
10. Gli infiniti insetti.
La ragazza amava la natura, ma non gli insetti.
La fobia era iniziata da piccola quando aveva avuto un incubo veramente strano.
Un ragno gigante che mangia suo fratello.
Da lì ha iniziato a schifarsi di quegli insetti, dopo una vespe piccola la punta e un ape ha fatto lo stesso con il fratello.
Da lì ha iniziato a odiare anche esse.
Veniva mangiata dalle zanzare ogni secondo che era fuori, piangeva perché si doveva grattare ogni secondo.
Quando si ritrovava le falene in casa d'estate? O la cimice che la tormentava in camera e dalla frustrazione è scappata nel suo salotto dormendo poco?
Odiava anche loro.
Odiava l'estate per quello, anche per quello: gli infiniti insetti, in particolare zanzare e vespe.
11. Il mare.
Preferiva mille volte l'ombra della montagna che lo schifo del mare.
Non capiva come la gente lo amasse.
Moltissime spiagge erano sporche, c'era un casino di gente, il sole di cuoceva vivo.
L'acqua era pieno o di sabbia o di alghe o c'erano le onde alte 7 metri che ti affogavano.
In alcune pure le meduse di cui aveva il terrore anche se sapeva fossero innocenti.
Per non parlare dei sassolini in cui ti rifacevi una nuova forma per la pianta dei piedi.
O della sabbia che ti entrava fino alle vene in qualche modo strano irritando le zone intime.
O le alghe che si legavano in 25 giri intorno al braccio per crearti tagli sotto le ascelle per non farti più usare le braccia per due settimane.
O l'insolazione che ti beccavi per cui spellavi 24 ore per 7 giorni che durava 3 giorni di puro inferno.
C'era un motivo per cui amare il mare? Non lo sapeva proprio.
12. Sole.
Ecco, lei non poteva uscire durante il giorno.
Non quando rischiava ventotto mancamenti, sette colpi di calore e cinque svenimenti.
La causa? Il sole!
Quella palla di fuoco che era più vicina alla terra a rompere i coglioni!
Quando era fuori commentava -Fatemi entrare in un negozio- da quanto non sopportava i raggi solari che battevano su di lei.
Sentire quel formicolio di futura bruciatura alla spalla e il terrore che senti quando la vista si schiarisce o scurisce.
Ti metti a correre per cercare riparo: all'ombra di un albero, dentro un supermercato, nella tua amata casa più calda del previsto.
E poi crollavi sul divano esausta perché il sole aveva prosciugato le tue energie.
Pensavi e ripensavi non capendo come la gente amasse starci sotto a prendersi l'abbronzatura.
13. Sudare.
La cosa che odiava di più: sudare.
Non era comprensibile per lei vedere persone così a loro agio nel proprio sudore.
La ragazza si disperava alla minima goccia!
Non faceva sport per quello, indossava cose leggere per non morire fradicia di quello.
Non usciva per sudare il meno possibile e cercava la zona più fresca in casa sua!
Quindi, dopo tre mesi di sudore, l'unica cosa che desiderava era che smettesse di sudare.
Al massimo, ci voleva affogare dentro esso, almeno sarebbe finito tutto.
Sentire i suoi vestiti appiccicati a causa del sudore non era bello, si sentiva sporca e si lamentava per ogni cosa.
La rendeva più nervosa.
14. Il traffico.
Per non parlare del traffico stradale causato dalle ferie.
Non era sopportabile!
Ore e ore di fila sotto il sole stanca perché aveva dormito tre ore.
Per andare dove poi? Al mare!
Piangeva lacrime amare quando avveniva la giornata che odiava di più.
Subirsi ore di traffico al sole, sotto 45° gradi, mentre piangeva irritata con il sudore nel suo corpo che causava irritazione cutanee dietro il ginocchio, nel frattempo voleva solo dormire due ore anche con la musica del fratello a tutto volume, così continuava ad andare lentamente alla casa che tanto desiderava dopo essersi subita una giornata al mare.
15. La gente
Sentire le persone che dicevano che l'estate era la cosa migliore del mondo, non le sopportava.
Il nervosismo che le trasmettevano lo mostrava facilmente, odiava già quella stagione e non serviva qualcuno che gliela ricordasse in modo positivo.
Quindi, trovare gente a giro quando usciva non era piacevole, soprattutto se la fermavano per spiegarle quanto fosse bella l'estate.
Le avrebbe mandate a fanculo molto velocemente e se ne sarebbe andata orgogliosa di aver difeso le sue motivazioni valide per odiare l'estate.
In un'altra persona che le diceva quanto fosse bella, non l'avrebbe sicuramente tollerata un minuto di più.
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