9. Ti immaginavo diversa
| Fumiko's POV |
Alla fine, oggi pomeriggio ho fatto tutto di corsa e ho trovato giusto un piccolo buco di tempo per passare a casa a cambiarmi.
Ho dato una mano a Emi, mentre lei perdeva il suo tempo a comandare a bacchetta Shota e lui, a urlarle contro.
Me la sono svignata giusto in tempo per evitarmi un sonoro mal di testa!
Sono qui che torturo un lembo della gonna del mio vestitino scuro, preda di un'ansia cieca, rigida come uno stoccafisso, l'espressione seria, cercando di ripetere mentalmente il discorso che tra poco dovrò affrontare.
Sento un fischio eloquente. «Ma che carine che siamo Fumiko-chan!» esclama ad alta voce Keigo, facendo voltare verso di me alcuni colleghi.
«Taci idiota!», gli ringhio contro.
Lui mi fa un sorriso e mi fa una leggera carezza sul braccio, ma io mi scanso subito, come se mi avesse scottata. «Tu sai almeno cos'è la discrezione, Keigo?»
Si sistema i capelli biondi e mi fa un occhiolino. «Le cose vanno dette come stanno! E tu, credimi, stasera stai particolarmente bene... - mi punta un dito sul viso – Ti sei truccata meglio del solito...vero?»
Alzo gli occhi al cielo e gli do ragione. «Questa cosa mi consola. Credevo di aver fatto un disastro... - gli porgo le mani – Vedi...sto tremando!»
Keigo cerca in tutti i modi di tranquillizzarmi, ma non capisce che, più fa così, più la mia ansia peggiora.
Ad un tratto, davanti ai nostri occhi vedo spuntare un bicchiere, colmo di liquido colorato. «Rilassati!», mi fa Yzashi Yamada, sfoderando un sorriso dei suoi.
«E a me?», chiede Takami, beccandosi solo un'occhiata di gelido rimprovero.
«Tu non hai bisogno di rilassarti. tu dovresti Smetterla di arrivare strafatto alle cene!»
Li osservo battibeccare, mentre Keigo si difende, sostenendo che lui è lucidissimo.
Alzo un sopracciglio e mi defilo, sorseggiando il mio cocktail fresco.
Vorrei avvicinarmi a Mina e a Momo, che stanno parlando con Uraraka e Asui dell'ufficio sinistri, ma sono troppo prese dalla loro conversazione e io non voglio finire in mezzo a conversazioni banali riguardanti scarpe, trucchi o sedute dal parrucchiere. No, grazie.
Raggiungo il guardaroba e frugo nella mia borsa, prendendone i fogli di appunti e rileggendoli per la millesima volta: voglio fare bella figura, anche se il Supremo mi ha detto di fare "spettacolo".
Con il bicchiere in una mano e i fogli nell'altra, torno nella sala e mi avvicino al computer.
Kaminari e Kyoka sono intenti a sistemare i cavi e il proiettore. «Posso controllare la mia presentazione per favore?»
Si voltano entrambi e mi guardano come se fossi un'aliena: «Assolutamente no! Non è ancora pronto nulla! Appena sistemiamo l'impianto audio puoi fare una prova»
Sono spiazzata dalla risolutezza di questa ragazza! Annuisco e mi defilo, fino al tavolo del finger food.
Trovo una sedia in un angolo e mi siedo, sorseggiando ancora il mio cocktail e ripassando tutto ciò che devo dire.
«Ecco dov'eri!»
Posso urlare? Vi prego...oh Kami! Datemi tregua!
«Dimmi Keigo...» e lo vedo porgermi un bicchierino di ceramica.
«Prendi questo...distende i nervi meglio di quella brodaglia!»
Annuso il bicchierino: sakè. «Ma sei impazzito? Sono a stomaco vuoto!»
Lo vedo sporgersi, afferrare con le mani due gyoza e porgermeli. Ehw!
«Allora mangia!»
Con una certa riluttanza obbedisco e poi bevo d'un fiato il sakè tiepido, facendo una smorfia di disgusto. «Se qualcosa va storto sarà colpa t-»
«NAKATANI!»
Quella voce mi fa rabbrividire. Mi sporgo oltre Keigo, osservando il viscidume in persona avvicinarsi a noi.
Rifilo i bicchieri a Keigo e mi pulisco in fretta le dita sulla tovaglia accanto a me, prima di alzarmi in fretta dalla sedia.
Sorriso falso d'ordinanza in 3-2-
«Tomura-kun! Come stai?»
«Fumiko-chan! Sei pronta per la presentazione?»
Pure lui ci mancava! «Certo!»
Keigo è ancora rivolto verso di me e non da segno di volersi spostare. Io continuo ad osservare il direttore delle vendite da oltre la sua spalla. Faccio una smorfia: «Scusami Tomura, ma stavamo finendo un discorso...delicato...dammi un momento e sono da te, ok?»
L'uomo dai capelli azzurri, raccolti in un immancabile chignon, mi rassicura e ci saluta.
Io guardo il mio interlocutore: «Che cazzo ti è preso, Takami?», sibilo.
I suoi occhi gialli si assottigliano e mi fissano: «Non dare troppa confidenza a quello là»
«Mi stai facendo la paternale per caso?»
«No. Non vorrei che scambiasse la tua cortesia per tutt'altro!» e le sue parole mi gelano il sangue nelle vene.
«Quest'anno ci sono stati parecchi cambiamenti, dei turnover, per così dire...»
Il vocione di Toshinori-sensei rimbomba nella sala, mentre pronuncia il discorso di rito da un palco allestito in fretta.
Io non lo sto ad ascoltare: sono agitata e l'alcol che ho ingerito prima di questo momento mi sta solo facendo sentire tremendamente caldo. Ho le mani gelide: succede sempre così quando sono in ansia. È come se il mio corpo raccogliesse il sangue da tutti i vasi periferici e lo concentrasse al centro del petto, dove il cuore batte come un forsennato.
Dal posto accanto al mio vedo alzarsi Todoroki-sensei, che raggiunge il Supremo sul palco.
Chiamano i figli accanto al loro e li presentano. I due ragazzi si inchinano davanti alla platea. Parte un applauso e io sento Tomura, seduto dietro di me; scandire un "arriva più tardi", il tono di voce appena più alto dell'applauso.
«E adesso, come anticipato. Vorremmo che le novità di quest'anno vengano presentate dalla dottoressa Nakatani, responsabile della produzione e coordinatrice dei prodotti marchiati OFA!»
Certo che Toshinori sa proprio come mettere a proprio agio le persone...
Faccio un profondo respiro e mi avvicino al computer, aprendo la presentazione.
I due capi sono seduti vicini e mi fissano: Toshinori mi fa un sorriso e fa un cenno con la mano, quasi ad incalzarmi.
Mi schiarisco la voce. Sorrido.
«Come ha già anticipato la Direzione, sono qui stasera per presentare alcuni prodotti in fase di commercializzazione. Ne vedremo brevemente le caratteristiche e potrete toccare con mano, in assoluta anteprima, alcuni dei nuovi prototipi in fase di sperimentazione...Kaminari? Puoi abbassare le luci per favore?»
| Touya's POV |
Per un momento ho temuto di aver sbagliato locale.
La stanza è in penombra e qualcuno sta ancora presentando. C'è brusio nella sala, qualcuno fa domande.
Accosto la porta con delicatezza e vedo Shigaraki chiamarmi con un cenno della mano.
Gli faccio un gesto, per fargli capire che non ha posti accanto a lui in cui possa andarmi a sedere.
Mi tolgo la giacca in pelle e la butto malamente sul bancone del bar. Ordino al barista una birra, cercando di essere discreto.
Una giornataccia. Degna conclusione di una settimana di merda.
Mi chiedo ancora perché ho voluto dar retta a mio padre.
«Tsk! Quel vecchio rinc-»
«Sssh!»
Quel sibilo accanto a me mi fa alzare dal bacone e guardare verso l'energumeno che sta al mio fianco.
Credo che se potesse farmi esplodere con lo sguardo, in questo momento sarei cenere!
Questo tizio deve essere uno del magazzino...
Porto il bicchiere alla bocca e sorseggio il liquido fresco, cercando di capire che stanno guardando tutti.
Sullo schermo è proiettato un nuovo device, una sorta di consolle portatile con schermo estensibile. Mai visto prima d'ora.
La figura vestita di nero gesticola un po' troppo e-
«Ma 'sta vocina io...»
«Sssh!», mi fa di nuovo il tizio biondo accanto a me. Sillabo uno "scusa" e alzo il bicchiere nella sua direzione, come a voler brindare ad una pace di cortesia.
Mi sto pentendo ogni secondo che passa di essere venuto qui.
Ho fame: voglio mangiare e andare a letto. Il lavoro non fa proprio per me.
Sento un applauso partire dalle prime file: Tomura si alza per raggiungere il palco e la ragazza scende con cautela il gradino, inchinandosi poi verso mio padre e Toshinori, per poi venire verso di me.
Il vestitino svolazza leggermente e i tacchi picchiano leggermente sul pavimento.
Sembra quasi una bambolina.
Sorride, come se fosse scampata a morte certa, sollevando indici e medi in segno di vittoria. Quanto casino per niente!
«Bravissima!», sento dire, poco più in là, sottovoce, da un tizio biondo con gli occhialetti.
«Sei stata veramente chiara! Brava davvero!» e vedo Jin sporgersi con la testa all'indietro, congratulandosi con lei.
Quindi la conosce?
Tomura sta parlando di statistiche e mi giro verso il bancone e «...prendo un'altra birra!»
Osservo il tizio biondo al mio fianco: stavolta non mi dice nulla per il mio tono di voce. Scrollo le spalle. Strano...
Continuano a ciarlare, a lodarla per nulla.
Che ci vuole a fare una presentazione del cazzo?
«...brava a spiegare signorina Nakatani!»
Frena! Frena!...Quella ragazzina è la stronza della produzione? No dai...non può essere!
La vedo sfilare di fronte a me, sparendo poi nell'angolo guardaroba.
Come fa una ragazzina del genere essere una cagacazzi di tale portata?
Perfino Tomura mi ha detto di averci a che fare il meno possibile...
Rispunta fuori come un folletto, con il pacchetto di sigarette tra le mani e la sua gonnellina svolazzante.
E sembra per davvero una bambolina...una iena travestita da bambolina!
Butto giù l'ultimo sorso di birra e abbandono il bicchiere mezzo pieno sul bancone.
Paga papà, no?
Lancio una rapida occhiata a Tomura: ha quel tono soporifero che mi da' sui nervi ogni santa volta. Avrei di gran lunga preferito fare affiancamento con Jin...
Infilo la giacca in pelle e prendo dalle tasche tabacco e cartine. Una spallata alla porta e sono fuori dal locale.
Adesso mi diverto io, piccola stronza...
| Fumiko's POV |
La porta cigola e vedo uscire un ragazzo magro e non molto alto, dai capelli neri come la notte.
Mi si affianca, tenendo abilmente tra le dita il pacchetto di tabacco mentre si gira una sigaretta. «Buonasera», lo saluto per pura cortesia, perché non ho nemmeno idea di chi sia, non l'ho mai visto prima!
Espiro il fumo e lo osservo, scettica.
Lui alza lo sguardo e mi osserva di rimando, leccando la cartina con la punta della lingua.
I suoi occhi sono chiari e affilati, freddi come il ghiaccio.
E ho la sensazione di averli già visti da qualche parte...
Si accende la sigaretta, la tiene tra pollice e indice e non la smette di fissarmi.
Ha le dita affusolate, le mani forse un po' troppo grandi...
«Nakatani-san eh?» e fa una mezza risatina, mentre mi espira il fumo praticamente in faccia.
Faccio un passo di lato, per evitare che lo rifaccia di nuovo. «Sì?»
«Dalla voce ti immaginavo diversa...» ed ora io sento quel timbro grattato e basso.
Mi sento osservata: è come se mi sentissi giudicata anche per ogni singolo respiro che faccio.
«Todoroki-san, suppongo...» e alzo un sopracciglio, sostenendo il suo sguardo.
«Esattamente»
Ma che cos'hanno i Todoroki di sbagliato?
«Beh...a dirla tutta...anch'io io la immaginavo diversamente. Mi aspettavo fosse molto più simile a suo padre, vista la voce...»
«E lei più vecchia...»
Mamma mia che stronzo! Posso dargli fuoco con la sigaretta?
Fa un sorrisino e torna a fumare normalmente.
La porta cigola di nuovo: Keigo, il mio salvatore!
«Cipollina sei qu-Ah! Ciao Touya!»
«Cipollina? Preferivo il "pasticcino" di stamattina...Ma voi due vi conoscete?»
Il moro guarda prima Keigo e poi me. «Purtroppo sì»
«Come purtroppo! Dai! Non vuoi raccontare a Fumiko-chan quanto facevi dannare le professoresse alle medie?»
Tododroki rotea gli occhi e guarda prima me e poi il biondo. «No, grazie. E non credo che la signorina Nakatani abbia voglia di sentire le stronzate che spari»
«Oh, invece io mi diverto sempre molto con Keigo-kun...vero?» e sorrido al mio collega, cercando un appoggio.
Lui mi si avvicina e mi prende per un polso, facendomi passare davanti al moro.
«Certo! E tu stasera ti divertirai un mondo, visto che sei stata così brava con la presentazione... - mi pizzica le guance – cipollina agitatina!» e io muoio d'imbarazzo.
Credevo di aver trovato una spalla, un amico. Invece mi ha tradito nel modo peggiore possibile. «Kei...mollami...ma che ti sei fumato?»
Touya, spenta la sua sigaretta, ci fa un mezzo inchino, che sembra più una presa in giro. «Io, a questo punto, rientro...cipollini! Ci si vede!»
Mi scollo le mani di Keigo dalla faccia. «Ma si può sapere che ti prende? Adesso penserà che sono una povera cretina...e magari anche che stiamo assieme!»
Lui, con la mano sulla maniglia, mi fissa e sbatte quei suoi occhioni gialli: «Beh? Che ci sarebbe di male?»
«Oh Kami! Ma mi prendi in giro? Sai che il regolamento aziendale non prevede queste cose e po...Ehw! Dai! No!» e un moto di disgusto mi pervade.
«Ripeto: che ci sarebbe di male? Guardami! Sono o non sono un bel bocconcino?»
Alzo occhi e mani al cielo, precedendolo all'interno, dandomi una manata in faccia. «Sei proprio un caso perso Keigo...»
...e di sicuro ti sei pure fatto di qualcosa di illegale.

Image credit: kiminee @ tumblr
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