Al tuo fianco

Ship: TatsuGodo
Personaggi: Tatsuishi Kazushi, Godo Yoshito
Anime: My happy marriage

<<Fermo!>> esclamò Godo, cercando di indietreggiare il più possibile sul suo letto d'ospedale; azione vana, visto che si ritrovò subito con le spalle ancorate al cuscino.
<<Avanti, non fare il difficile. Apri un po' la bocca, altrimenti ti sbrodolerai tutto.>> commentò Tatsuishi.
Aveva nella mano destra un cucchiaio, mentre nella sinistra teneva una scodella, contenente della zuppa.

<<Vuoi farmi strozzare, per caso?>> Yoshito sospirò, mentre il fucsia si sedeva meglio sul suo letto.
<<Non hai voglia di mangiare?>> domandò Kazushi, riponendo il cucchiaio nella scodella, che poggiò su un comodino lì vicino, prima di tornare ad accomodarsi sul materasso, spazzandosi con una mano il suo kimono dai motivi pavoneggianti.
<<Stavo pensando...>> mormorò il moro, facendo alzare un sopracciglio all'altro.

Il maggiore dei Tatsuishi avrebbe voluto rispondergli con un "perché? Tu pensi?", ma si trattenne, notando lo sguardo serio del ragazzo che aveva davanti a sé.

<<Secondo te, abbiamo fatto bene a dire a Miyo-san che Jinnouchi era una delle candidate per sposare il Capitano?>> domandò Godo.
<<Alcune cose è meglio se vengono dette senza troppi giri di parole. Nascondere certi argomenti è sbagliato.>> il fucsia gli lanciò uno sguardo eloquente, che l'altro non recepì.

<<Hai ragione...poi, Miyo-san è la donna che ha cambiato tanto il Capitano, di sicuro non si farà abbattere da questa notizia.>> ci pensò su il moro, facendo sbuffare l'uomo davanti a sé.
Veramente, non aveva capito che quella era una frecciatina?

<<Ah! Quali sono gli argomenti che intendevi prima? Quelli che non andrebbero nascosti.>> si informò Yoshito, quasi come se si fosse reso conto solo in quel momento del commento dell'altro.
<<In una coppia, non bisognerebbe tacere le relazioni passate, anche se sono state obbligate e non si è provato amore per quella persona. E, se invece non si è una coppia, ma si prova dei sentimenti per una persona, bisognerebbe esplicitarli.>> spiegò Kazushi, guardandolo negli occhi.

<<Wow, non pensavo fossi così esperto in amore. Non ti ho mai visto avere una relazione, anche se provieni da una famiglia abbastanza importante.>> Godo accennò un sorriso, chiaramente sorpreso da quella spiegazione.
<<Infatti faccio parte della seconda categoria...>> borbottò Tatsuishi, sospirando lievemente.
L'altro alzò un sopracciglio, non comprendendo pienamente le sue parole.

<<Provi dei sentimenti per una persona?>> il moro lo guardò; non sapeva neanche perché stesse provando una strana fitta al petto.
<<Ma non gliel'ho mai detto...>> sussurrò il fucsia.
<<E perchè? Non penso che una donna possa resisterti...insomma, sei bello e importante...>> mormorò Yoshito, distogliendo lo sguardo.
<<Lo credi veramente?>> Kazushi sgranò gli occhi, sorpreso.
<<Non te l'ho mai detto, perchè non volevo far accrescere il tuo ego...ma lo penso seriamente.>> l'altro affermò a bassa voce.

Tatsuishi lo fissò in silenzio per qualche minuto, che parvero ad entrambi delle ore intere, prima di avvicinarsi di più al ragazzo.
Gli prese le mani, bendate per le ferite, tra le sue, accarezzando la poca parte di pelle esposta.

<<Cosa fai?>> balbettò Godo, alzando lo sguardo, facendo incontrare i suoi occhi verde oliva con quelli rosa-lavanda dell'altro.
<<Io ormai sono il capo della mia famiglia...ma già prima sapevo che non avrei mai potuto dichiararmi alla persona che amo. Dovrei trovarmi una donna da sposare, per mandare avanti il casato, ma non voglio nessuno al mio fianco, tranne...>> il fucsia si bloccò di colpo, lanciandogli un'occhiata, anche questa volta molto eloquente.

Il moro spalancò gli occhi, perdendosi nello sguardo colmo d'amore dell'uomo di fronte a sé.
Aveva capito e il suo cuore non smetteva di battere all'impazzata.
Se fosse successo qualche giorno prima, avrebbe temuto di stare per avere un infarto, ma in quel momento era perfettamente conscio dei suoi sentimenti.

<<Sono io?>> sussurrò Yoshito.
<<Secondo te? Da quando sei qui in ospedale, non me ne sono mai andato, passo tutto il tempo con te. Anzi, è già strano che tu non te ne sia accorto prima...non si notava che ci stavo provando con te mentre parlavamo?>> commentò Kazushi, accennando un sorriso divertito.

Godo ci ripensò, ricordando quei momenti a cui l'altro aveva accennato.
Come aveva fatto a non rendersene conto prima?
Il capofamiglia dei Tatsuishi gli parlava sempre in tono mellifluo, era tutto così tanto palese!

Il moro arrossì e si buttò tra le braccia del fucsia, poggiando la testa sulla sua spalla, per nascondere l'imbarazzo.
Viste le ferite del ragazzo, Kazushi lo strinse piano a sé, senza fargli male, cercando di essere il più delicato possibile.

<<Non ci credo...ti piaccio veramente io? Tra tutti, proprio io?>> mormorò Yoshito, la voce attutita sul petto dell'altro.
<<Non ci credo neanch'io, ma è così. Mi piace sia stuzzicarti che prendermi cura di te. Mi basta che sia tu.>> Tatsuishi gli accarezzò lentamente la schiena.
Il moro annuì, comprendendo quelle parole, per poi scostarsi lentamente da lui, per poter tornare a guardarlo negli occhi.

<<Anche tu mi piaci. Cioè...ti amo.>> quasi balbettò Godo, sospirando per la sua stessa impacciataggine.
<<Ne sono felice.>> il fucsia sorrise dolcemente, per poi far subito combaciare le loro labbra in un tenero bacio, che l'altro non esitò a ricambiare, dopo la sorpresa iniziale.

Yoshito gli poggiò delicatamente le mani bendate sulle spalle, mentre Kazushi lo spingeva lentamente sdraiato sul letto, posizionandosi sopra di lui, senza far staccare le loro labbra.
Sapeva delle ferite del moro, quindi non voleva farlo sforzare a farlo rimanere seduto, preferendo fargli appoggiare con delicatezza la schiena sul materasso.

Gli accarezzò le guance, mentre metteva fine al bacio, per poter tornare a guardarlo negli occhi.
Godo, sotto di lui, arrossì leggermente, ma non vi era imbarazzo nel suo sguardo, solo un amore e una dolcezza nuovi, mai visti prima.

<<Come faccio a resisterti, se mi guardi così?>> chiese Tatsuishi, piegandosi di nuovo verso di lui.
<<Hey, guarda che sono ferito.>> gli ricordò il moro, che quasi squittì quando sentì l'altro baciargli lentamente e dolcemente il collo.
<<Lo so.>> sussurrò il fucsia sulla sua pelle, facendolo rabbrividire.

Yoshito fece per aggiungere altro, ma si bloccò, quando sentì la porta della stanza aprirsi.
Kazushi si ritrasse, reggendosi con le braccia ai lati della sua testa, mentre guardava chi era appena entrato.

<<Oh, dottore Unan.>> affermò, mettendosi velocemente seduto sul letto, dove prima stava imboccando il suo compagno.
<<Tatsuishi...ti sembra il caso di infastidire così un malato in ospedale?>> commentò stancamente il dottore, non riferendosi però al fatto che due uomini non avrebbero neanche dovuto trovarsi in una situazione simile.
Tatsuishi accennò un sorriso innocente, mentre Godo arrossiva, sospirando imbarazzato.

<<Volevo vedere se Godo stesse bene ma, a quanto pare, sta divinamente...>> Unan non aggiunse altro, chiudendo la porta per uscire dalla stanza.
<<Cos'è appena successo?>> mormorò il moro, un po' stordito dalla cosa.
<<Ci ha scoperti, ops.>> ridacchiò Kazushi, guadagnandosi un'occhiataccia.

<<Almeno non ha fatto commenti strani...>> Yoshito tirò un sospiro di sollievo.
<<Anche se ci avesse detto qualcosa, io non l'avrei ascoltato. Te l'ho detto, voglio solo stare con te.>> replicò, con tono dolce, il fucsia, sorridendogli.
Godo annuì, tornando un po' vicino a lui.

Tatsuishi lo notò, lasciandogli un bacio sulla fronte.
<<Non fare più cose così sconsiderate qui...>> commentò il moro, sussultando sorpreso per il gesto, ma lo lasciò fare.
<<Come desideri, tesoro.>> rispose in tono giocoso l'altro.

Yoshito gli circondò il collo con le braccia, trattenendo un piccolo gemito di dolore per le ferite che bruciavano.
<<Ti amo.>> sussurrò, guardandolo negli occhi.
Kazushi non rispose, baciandogli le labbra.

Ogni tanto le parole contavano più dei fatti e lui lo sapeva fin troppo bene.
Preferiva dimostrargli il suo amore rimanendo al suo fianco, come aveva sempre fatto.
Perché non l'avrebbe mai lasciato da solo a soffrire, mai e poi mai. 

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