Influenza
Ship: HaruDai
Personaggi: Kambe Daisuke, Kato Haru (+ Kambe Suzue)
Anime: Fugou Keiji:Balance:Unlimited
Haru uscí dall'ufficio di polizia sospirando.
Era stata una giornata stancante, ma era anche felice che da lì a poco sarebbe stato a casa, così si sarebbe finalmente riposato un po'.
<<Voglio andare a letto.>> sussurrò.
Il lavoro lo stava veramente sfinendo.
Si avvicinò alla sua auto, ma, mentre prendeva le chiavi, sentì il telefono squillare.
Estrasse il cellulare dalla tasca dei pantaloni e lo osservò sorpreso.
Perché Kambe lo stava chiamando?!
"Forse è meglio se non rispondo." pensò ma scosse la testa.
L'altro gli avrebbe continuato a rompere le scatole, ne era certo.
Il castano si lasciò scappare un sospiro prima di prendere la chiamata.
<<Pronto?>> disse.
<<Ti pago quanto vuoi…>> iniziò a dire la voce di Kambe dall'altro lato del telefono, ma venne fermato da un colpo di tosse.
<<Eh? Prima dimmi cosa succede e dopo parliamo di soldi, va bene?>> affermò Haru.
<<Sto male.>> spiegò in fretta Daisuke.
<<Ma non c'è Suzue-san con te?>> domandò Kato.
<<È via.>> rispose il corvino tossendo ancora.
Haru alzò gli occhi al cielo.
No, certo, non poteva mica starsene tranquillo per una sera.
<<Vengo da te.>> disse sospirando e l'altro annuì.
Mezz'ora dopo, il castano era arrivato a casa del minore.
Mentre si dirigeva lì, era riuscito a passare in farmacia per procurarsi qualche medicina per la tosse e per la febbre.
Kambe lo osservò in silenzio.
Era sdraiato nel suo letto e non aveva per niente una bella cera.
<<Per questo oggi non sei venuto a lavoro?>> chiese Haru alludendo all'influenza che l'altro si era beccato.
Daisuke annuì, aveva la gola troppo infiammata, non riusciva a parlare a lungo.
<<Proprio quando non c'è Suzue-san, eh?>> commentò a voce bassa il castano.
Gli poggiò un pezzo di stoffa imbevuto d'acqua sulla fronte.
Non sapeva bene cosa fare, insomma, era un poliziotto, mica un medico!
<<Ti rimborserò di quattro volte quello che hai speso per i medicinali.>> disse, tra un colpo di tosse e l'altro, il corvino.
<<Prima pensa a guarire, poi ti preoccuperai dei soldi che mi devi.>> ribatté Kato.
Kambe annuì lievemente e accennò un sorriso.
Haru, anche se cercava di non darlo a vedere, sembrava preoccupato ed era felice per quello.
-
<<Mi cucini del riso? Ne ho tanta voglia.>> affermò Daisuke.
Da ieri sera il castano era a casa sua, anche se iniziava a stare un po' meglio.
Kato aveva, per sua fortuna, dormito un po' sul divano in soggiorno, ma non si era riposato del tutto.
<<Mi hai preso per la tua infermiera personale, per caso?>> disse Haru guardando male il minore.
<<Non sarebbe male vederti vestito da infermiera.>> commentò Kambe.
Si mise seduto sul letto e osservò l'altro.
Il più alto arrossí di colpo e lo fulminò con lo sguardo.
<<Voi ricconi siete completamente fuori di testa.>> affermò.
<<Sei tu che me le servi su un piatto d'argento.>> ribatté Daisuke.
<<Di platino, mi sa.>> disse il maggiore sospirando.
<<E va bene, ti preparo del riso.>> aggiunse poco dopo, non riusciva a resistere agli occhi dell'altro.
Si recò in cucina e iniziò a preparare il pranzo a base di riso per entrambi.
Quando ebbe finito, poggiò le due ciotole piene su un vassoio e le portò in camera del minore insieme alle posate.
<<Non sporcare il letto che altrimenti devo cambiarle io le lenzuola.>> lo ammoní il corvino mentre gli porgeva il riso.
Kambe annuí e iniziò a mangiare in silenzio.
Finito il pasto, poggiò la ciotola sul comodino e osservò il castano che stava ancora mangiando.
<<Stavo pensando…>> iniziò a dire.
Haru spostò il suo sguardo sulla figura del minore.
<<Anche vestito da cameriera staresti bene.>> concluse il corvino.
Kato lo guardò e tossí, del riso gli era andato di traverso.
<<Non riesco a capire se sei un cretino o se il tuo cervello si è danneggiato per l'influenza.>> borbottò Haru dopo aver bevuto un po' d'acqua per calmare la tosse.
<<Sono il cretino di cui sei innamorato e per cui sei corso in fretta e furia qui perché eri preoccupato.>> disse Daisuke.
Il castano arrossí e abbassò lo sguardo.
Quel ragazzo aveva ragione, maledizione a lui.
Il minore si alzò, barcollando leggermente, e gli si avvicinò.
Gli fece alzare il viso poggiando due dita sotto il suo mento e lo guardò negli occhi.
<<Quanto vuoi per un bacio?>> chiese.
Il maggiore alzò gli occhi al cielo.
<<Ti ho già detto che non ho bisogno di soldi, puoi baciarmi quante volte vuoi.>> disse Kato.
Kambe si piegò un po' e baciò l'altro sulle labbra.
Haru ricambiò subito, non riusciva a resistere a quel ragazzo.
-
<<Sono tornata!>> esclamò Suzue entrando nella stanza di Daisuke.
Il corvino osservò la ragazza e, poi, spostò lo sguardo sul castano che era sdraiato nel letto vicino a lui.
Il maggiore si lasciò scappare un urletto e si nascose sotto le coperte in imbarazzo e con il viso completamente rosso.
<<Ben tornata.>> disse Kambe, accennò un sorriso verso la mora.
Successivamente, passò una mano tra i capelli del ragazzo.
L'influenza, grazie alla presenza di Haru, gli era completamente andata via.
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