Tregua

Ship: SamaIchi
Personaggi: Aohitsugi Samatoki, Yamada Ichiro (+ Yamada Jiro, Yamada Saburo)
Anime: Hypnosis Mic:Division Rap Battle

Ichiro era comodamente seduto sul divano.
I suoi due fratelli, invece, lo osservavano in silenzio.
Era il compleanno del maggiore e stavano aspettando il momento giusto per dargli il loro regalo.

Jiro fece un passo in avanti, verso il divano, ma, proprio mentre stava per aprire bocca, qualcuno suonò al campanello.

Ichiro si girò a guardare gli altri due.
<<Vado io!>> scattò subito Saburo, iniziando a correre verso la porta.
<<No, faccio io!>> esclamò il fratello di mezzo, seguendo l'altro a grandi passi.
Il più grande tra i tre alzò gli occhi al cielo divertito, facevano sempre così quei due.

Alla fine, Jiro e Saburo arrivarono davanti alla porta nello stesso momento e, visto che quello sembrava un pareggio, iniziarono a fare a gara a chi avrebbe aperto per primo la porta.
Il più alto poggiò la mano sul pomello, ma l'altro fu veloce quanto lui e si ritrovarono ad aprire la porta in contemporanea.

Si lanciarono uno sguardo di sfida e, poi, portarono la loro attenzione sulla persona che aveva suonato al campanello.

<<Tu?!>> esclamarono in coro i due Yamada, osservando il ragazzo dai capelli grigi di fronte a loro.

Samatoki schioccò la lingua infastidito, non si aspettava che sarebbero andati ad aprirgli i due ragazzini.

<<Cosa ci fai qui?>> domandò Saburo guardando male il maggiore.
<<Non si nota?>> chiese in risposta il grigio, facendo un cenno della testa al mazzo di fiori che aveva nella mano destra.
I due mori si scambiarono uno sguardo, c'era qualcosa che non andava.

<<Jiro, Saburo, qualcosa non va?>> disse Ichiro avvicinandosi alla porta.
Spostò la sua attenzione dai suoi fratelli al nuovo venuto e, quando i suoi occhi incontrarono quelli di Samatoki, si immobilizzò di colpo, la bocca leggermente aperta per la sorpresa, incapace di dire qualsiasi cosa.

<<Tranquillo, Ichi-nii, ce ne occupiamo noi.>> affermò Saburo.
<<Lo mandiamo via subito.>> intervenne Jiro.

<<Sentite un po', non possiamo fare una tregua per oggi?>> domandò Samatoki, stava veramente iniziando a scocciarsi.
<<Ma se sei tu quello che ce l'ha a morte con il nostro fratellone?!>> esclamò il secondo degli Yamada.
<<Sbaglio o è il compleanno del vostro fratellone? Sono venuto solo per questo.>> affermò il grigio sospirando.

Ichiro osservò la scena in silenzio.
Non se lo aspettava, non pensava neanche che Samatoki si ricordasse il giorno del suo compleanno.
Per di più, quel ragazzo lo odiava, che ci faceva lì a casa sua con un mazzo di fiori in mano?

<<Fatelo entrare.>> si ritrovò a sussurrare, le labbra che tremavano leggermente.
<<Ma, Ichi-nii…>> cercò di lamentarsi Saburo, ma si zittì quando lo yakuza spostò lui e Jiro dalla porta, entrando in casa.

<<La tregua vale solo per oggi.>> disse Ichiro quando entrò in soggiorno, seguito dal ragazzo più grande.
<<Lo so.>> rispose Samatoki.

I due ragazzi più piccoli, invece, guardarono il loro fratellone in silenzio.
Perché l'aveva fatto entrare in casa loro?
Ok, era il suo compleanno, ma il grigio ce l'aveva veramente a morte con lui e pure Ichiro non lo sopportava.

<<Jiro, Saburo, andate a farvi un giro, per favore.>> il maggiore degli Yamada si voltò verso di loro.
Non avrebbe voluto cacciarli, ma aveva bisogno di stare da solo con il grigio, altrimenti i buoni propositi di quest'ultimo sarebbero saltati per aria, e lui lo sapeva bene.

Senza replicare, i due ragazzi annuirono, abbassando lo sguardo.
Presero i loro telefoni e si avviarono verso la porta d'ingresso.
<<Se hai bisogno di aiuto, chiamaci. Non andremo molto lontano.>> disse Saburo.
<<Grazie.>> sussurrò il primo degli Yamada, mentre gli altri due uscivano di casa, chiudendosi la porta alle spalle.

<<Questi sono per te.>> affermò Samatoki, porgendo il mazzo di fiori ad Ichiro, dopo che quest'ultimo ebbe riportato la sua attenzione su di lui.
<<Delle rose rosse? Seriamente?>> chiese il moro, prendendo in mano i fiori.
<<Un grazie sarebbe ben accetto, eh.>> commentò il maggiore.

<<Mi odi e io non ti sopporto, perché dovrei ringraziarti? Anzi, perché sei venuto qui?>> domandò il più basso.
<<Oggi è il tuo compleanno.>> disse il grigio.
<<Questo lo so molto bene. E ti chiedo perché sei qui proprio per questo motivo. Se odi una persona, non vai da lei per festeggiare il suo compleanno.>> cercò di spiegarsi meglio il minore.

Samatoki rimase in silenzio ad osservarlo.
Non sapeva cosa dirgli ed era ben conscio di quello.
Eppure, non ne capiva neanche lui il motivo, ma, quando si era svegliato quella mattina, il suo primo pensiero era corso ad Ichiro.
Non sapeva perché, ma, dopo essere uscito di casa, si era diretto da un fioraio per prendere un mazzo di rose all'altro.

<<Non lo so, ok? So solo che volevo proporti una tregua per oggi e augurarti un buon compleanno.>> affermò il grigio.
Ichiro fece per aprire bocca, ma non disse nulla, o meglio, non sapeva cosa dire.

Il maggiore lo osservò e un piccolo sorriso amaro si fece spazio sul suo volto.
Diamine se gli era mancato, anche se continuava ad odiarlo.

<<Due anni fa era tutto più semplice.>> sussurrò.
Il corvino, però, lo sentí lo stesso e fece un passo verso di lui, come se volesse invitarlo a continuare.

<<Due anni fa andavamo perfettamente d'accordo, tu mi ammiravi e io ti vedevo come un fratello minore…o meglio, come qualcosa in più.>> disse il più alto.
Il minore sentì i suoi occhi inumidirsi, ma non ci diede molto peso.

<<Poi è successo quello che è successo, le nostre strade si sono separate e abbiamo iniziato a provare odio reciproco. Però, quando stamattina mi sono alzato, ho subito pensato a te e a quando mi chiamavi "Samatoki-San".>> aggiunse poco dopo.

<<Mi manca quel periodo.>> si lasciò sfuggire Ichiro.
Samatoki spalancò leggermente gli occhi, era sorpreso da quella rivelazione.

<<Almeno per oggi, possiamo tornare a quei tempi?>> chiese, con una lieve speranza, il maggiore.
Il moro si mordicchiò il labbro inferiore.

Poteva veramente mettere da parte il suo odio nei confronti del grigio, odio che si portava avanti da due anni, per una sola giornata?

<<Se ti dicessi di sì, dopo oggi, tu continueresti ad odiarmi?>> domandò.
<<Se devo essere sincero, non lo so. Io ti odio, ma l'odio può anche diventare altro, no? Del resto, ci conosciamo da due anni.>> rispose lo yakuza.

Ichiro poggiò il mazzo di rose, che aveva tenuto tra le mani per tutto quel tempo, sul divano.
Successivamente, si avvicinò all'altro e si fermò solo quando si ritrovò a qualche centimetro dal suo corpo.

<<Samatoki-San, quella che provavo per te non era soltanto ammirazione.>> disse, le guance leggermente arrossate per l'imbarazzo.
Samatoki sorrise sentendo quelle parole e il tono che aveva usato, era veramente troppo tenero in quel momento.

Poggiò le mani sui fianchi del più basso e lo attirò verso di sé.
<<E cos'è quella cosa che provavi per me, allora?>> domandò ad un millimetro dalle labbra di Ichiro.
Lui arrossì violentemente, ma, prendendo coraggio, fece incontrare le sue labbra con quelle dell'altro.

<<Provavo questo per te.>> sussurrò sulle labbra del grigio.
Quest'ultimo lo baciò di nuovo e il corvino si ritrovò a circondargli il collo con le braccia.

<<Buon compleanno, Ichiro.>> sussurrò poi.
Il minore sorrise, prima di aggrapparsi di più a lui, per poterlo baciare meglio.

-

<<Dici che i tuoi fratelli sono rientrati?>> domandò Samatoki.
Osservò il volto rilassato dell'altro, che aveva la testa poggiata sul suo petto nudo.
<<Credo di sì, ma avranno fatto piano per non interromperci.>> mugugnò il corvino.

Il grigio annuì e guardò l'ora che segnava il suo cellulare.
Era mezzanotte passata, quindi ormai non era più il compleanno di Ichiro, che, però, non era consapevole di quel piccolo dettaglio.

Il maggiore sorrise e si piegò a baciare a stampo il più basso.

Il minore si girò verso di lui e lo baciò.
Samatoki si ritrovò a ricambiare e gli poggiò le mani sui fianchi.
Poi, quando il bacio volse al termine, lo yakuza tirò un po' più su le lenzuola, coprendo meglio il corpo dell'altro.

<<Dovresti coprirti, altrimenti rischi di prendere freddo.>> disse.
<<Parla quello che mi ha spogliato.>> affermò Ichiro.
I due si guardarono e scoppiarono a ridere, mentre Samatoki accarezzò con una mano la guancia destra dell'altro, guardandolo dolcemente.

Lo odiava ancora e, per di più, la tregua del giorno precedente era terminata, ma sapeva anche molto bene che, dietro a tutto quell'odio, si nascondeva un sentimento più forte.

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