CAPITOLO II.
Niko si guardò intorno nella stanza della festa, cercando di capire se stesse andando tutto bene.
Gagamaru era tornato in cucina con alcune richieste da parte dei nobili, il che significava che almeno c'era comunicazione, e stava continuando anche la musica di Igarashi.
La maggior parte dei nobili, per fortuna, sembrava soddisfatta...
Con la coda dell'occhio, vide Bachira muoversi un maniera un po' troppo entusiasta e sbarró gli occhi: non voleva mica...
Il ragazzo, continuando a sorridere, si diresse verso la zona da cui stava arrivando Isagi; afferrò un vassoio e praticamente si lanciò di fronte a lui.
- Vuole favorire, marchese Isagi?- chiese, lasciando il ragazzo leggermente sorpreso.
- Sí... Grazie- mormorò, allungando la mano per prendere uno degli stuzzichini e portandoselo alle labbra, continuando a fissare il ragazzo di fronte a lui - è da prima che mi fissi... Ci siamo già visti, per caso?-.
- Vedo che ti ricordi!- rise Meguru - Sono Meguru Bachira... Quando eri bambino sei venuto con i tuoi genitori a una festa a casa mia! Volevo giocare con te visto che abbiamo la stessa età, ma i miei genitori me l'hanno impedito- si lamentò.
Isagi sbarrò gli occhi: adesso ricordava... Quel ragazzo era un duca, l'aveva visto di sfuggita qualche volta. Ma sapeva che era stato diseredato...
- Giusto- mormorò - mi dispiace molto per quello che ti è successo...-.
- Mh?! Non preoccuparti, almeno adesso posso fare tutto quello che voglio! Ti va di andare a esplorare questo luogo?!- chiese Meguru con un sorriso.
Aveva osservato quel ragazzo, e gli sembrava che, per quanto cercasse di mantenere un'aria emozionata, comunque si stesse decisamente annoiando e non avesse bene idea di come parlare con gli altri presenti. In fondo, se stava accrescendo la sua posizione sposandosi con Kira non doveva essere troppo abituato a girare luoghi simili da solo.
Isagi sbarrò gli occhi.
- Ecco, apprezzo molto la richiesta ma... Non è ancora arrivato il signor Ego e mi sembra scortese guardare in giro in casa di persone che non conosco...- mormorò, osservando il ragazzo; anche se stava continuando a sorridere, si vedeva dal suo sguardo che era un po' triste - ma magari lo facciamo in un altro momento-.
Gli occhi di Bachira si illuminarono nuovamente.
- Molto volentieri! Allora ti vengo a cercare dopo!- gli fece un piccolo occhiolino prima di allontanarsi.
- Tsk, che sfacciato- Shohei affiancò Isagi, uno sguardo leggermente disgustato in volto - uno schiavo come lui non dovrebbe mettersi a parlare a un nobile in questo modo-. Isagi si voltò e lo guardò male.
- Guarda che un tempo era un duca. E in ogni caso, non è uno schiavo- gli fece notare.
- E tu vali quanto lui se la pensi così: i servitori esistono per noi, e quel ragazzo è ancora peggio di quanto pensassi se è diventato uno schiavo dopo essere stato un duca-. Isagi sbarrò gli occhi: capiva la differenza di classi sociali ma... Come faceva a parlare così di una persona?!
Prima che potesse rispondere, vide Baro voltarsi verso uno dei camerieri.
- Oi, schiavo-. Naruhaya si voltò, leggermente confuso, e quando vide che stava parlando con lui gli si avvicinò.
- Mi dica- gli disse.
- Vai a prendermi qualcos'altro di dolce da mangiare- ordinò il nobile; non avevano neanche il giusto rifornimento... Da non credere.
- Subito- il ragazzo fece un piccolo inchino, prima di voltarsi e allontanarsi verso la cucina.
- Gagamaru, abbiamo altri dolci?- chiese, e il cuoco si voltò verso di lui.
- Sí, sono su quel tavolo... Tutto bene?- gli chiese, notando che il ragazzo sembrava leggermente stizzito.
- Sí, solo che il marchese Baro è... Irritante- borbottò il ragazzo, andando a prendere i dolci. Un attimo dopo, senti una mano accarezzargli appena i capelli.
- Tu stai facendo un ottimo lavoro, non preoccuparti- affermò Gin - sto facendo in modo che dopo possiamo avere del cibo anche per noi, per cui resisti-. Naruhaya rimase per un attimo sorpreso, poi fece un piccolo sorriso.
- Lo farò!- affermò, tornando in sala; Baro si era allontanato da Isagi, che però lo stava ancora guardando piuttosto male: non sopportava proprio le persone come lui...
- Lascialo perdere, certa gente non si rende conto che a volte va troppo oltre-. Il ragazzo si voltò.
- Tu sei il marchese Kuon, giusto?- chiese. Il castano gli rivolse un piccolo sorriso.
- Esatto. Sono felice di vedere che c'è qualcuno disposto a fare un po' di conversazione... Qui sono tutti molto presi con loro stessi- commentò.
- Noto- mormorò Yoichi, guardandosi intorno; anche i nobili che stavano parlando tra loro si erano riuniti a gruppetti... A parte Chigiri, che ancora stava cercando di evitare gli altri, e Shidou, che invece si stava guardando intorno, continuando a sorridere.
- Mi mette i brividi...- mormorò Imamura.
- Anche a me- affermò Okuhito - ma non possiamo farci molto-.
- Tsk, se non fosse un nobile lo avrei già picchiato- sbuffò Jingo.
- Invece di minacciare la gente di picchiarla, porta altro da bere: Nagi ha sete-. Il ragazzo si voltò di scatto; non si era accorto che Reo si fosse avvicinato...
- Ma certo- borbottò, prima di allontanarsi.
- Sicuro che sia Nagi il servo tra voi?- commentò Tsurugi, affiancandolo.
- Nagi è mio amico, non un mio servo- affermò Reo, voltandosi verso il ragazzo, che stava sbadigliando leggermente - hai sonno?-.
- Questa festa è noiosa- borbottó Nagi, posando la testa sulla sua spalla. Reo ignorò il battito che il suo cuore aveva saltato e si limitò a rispondere.
- Lo sai che non possiamo rifiutarci di partecipare... Andremo via appena sarà possibile- dichiarò.
Zantetsu li fissò per un attimo, sbattendo le palpebre, più che confuso.
- Che vuoi?- gli chiese Reo, voltandosi verso di lui. Il ragazzo scrollò le spalle.
- Non pensavo che un damerino come te fosse amico del suo servo... Ti ricordo che fino a qualche anno fa mi insultavi solo perché sono un marchese, hai un'aria di superiorità verso tutti tranne lui- dichiarò. Reo alzò un sopracciglio.
- Io e Nagi siamo cresciuti insieme, è una questione diversa; ed è anche la mia guardia, quindi ti consiglio di non rompere- affermò. Considerare Nagi un servo... Ma figuriamoci!
Era l'unico amico che avesse mai avuto, l'unico che lo capisse e che potesse farlo divertire in una vita così noiosa; non avrebbe rinunciato a lui così facilmente.
- Certo che sono un quadretto molto particolare- commentò Yo, osservandoli: c'era gente veramente strana lì...
- Parla quello che si è portato dietro il suo ragazzo- ribattè Tabito, con aria di sfida - non ti sentivi sicuro altrimenti?-. Hiori lo guardò male.
- Siamo fidanzati, è normale che dobbiamo presenziare insieme- affermò.
- Fidati, l'avrei evitato volentieri- sospirò Ranze - ma non siamo noi a decidere-. Karasu li fissò per un attimo: loro...? Plurale...?
- Andiamo! Non siate così severi!- rise Eita, circondando le spalle di Karasu con un braccio - Siamo a una festa, dovremmo scioglierci un po'!-.
- Tu forse sei un po' troppo sciolto- borbottó Yo.
- Solo perché nessuno di voi pare felice di essere qui... Ci sono addirittura tre conti, dovremmo cercare di fare conoscenza!-.
- Loro non mi sembrano molto propensi a fare conoscenza- fece notare Ranze. Gli altri tre ragazzi si voltarono verso Rin, Aryu e Tokimotsu.
- Oh, quindi usi prodotti speciali per avere i capelli così! Capito, Rin?!- disse Aoshi. Il ragazzo non rispose nemmeno, ancora impegnato a guardarsi intorno: pensava che lui sarebbe stato lì, eppure non c'era...
Al contrario, c'era una persona che pareva parecchio fastidiosa: Shidou lo stava guardando fin troppo sin da quando era entrato e non voleva sapere il perché.
- Esatto! I miei capelli sono pura bellezza ed eleganza- dichiarò Aryu, scostandosi i capelli con un colpo secco - dovreste provare quel metodo anche voi, li rende splendidi!-.
- I miei sono un po' corti, non so se funzionerà... Forse dovresti andare a dirlo a lui- affermò Aoshi, indicando con un cenno del capo Chigiri, che si era accomodato su uno dei divani della sala.
- Volevo farlo, ma continua a evitarmi... Andrò a parlarci tra poco- affermò Aryu.
Chigiri lo sentí e si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo: cosa doveva fare per avere un po' di pace...?! Senza contare che si prendeva già abbastanza cura della sua pelle, non gli servivano certo i consigli di quel conte!
Con la coda dell'occhio, vide un vassoio comparire di fianco a lui e si voltò, trovandosi di fronte un servitore dai capelli arancioni che, come da etichetta, stava tenendo il capo chino, evitando di guardarlo negli occhi mentre lo serviva.
Chigiri lo fissò per un attimo: lo aveva notato già quando era entrato, ma quel ragazzo...
- Non sei un servitore, vero?- chiese, allungando la mano per prendere del cibo.
- No, marchese Chigiri- rispose Rensuke - sono una guardia itinerante, sono stato chiamato qui dal signor Ego solo per questo evento-.
- Una guardia, eh?- mormorò Hyoma - Quindi un guerriero... Questo spiega i muscoli-. Kunigami si azzardò ad alzare appena lo sguardo, e notò che il ragazzo lo stava squadrando.
- Perché non ti siedi qui e mi racconti un po' com'è essere un guerriero?- chiese Hyoma, osservandolo. Quel ragazzo non era niente male... Probabilmente in fondo era solo una delle solite guardie, ma almeno era piacevole da osservare. E da immaginare.
- Ne è sicuro?- chiese Rensuke, leggermente sorpreso - Sono solo un umile servitore-.
Chigiri alzò gli occhi al cielo.
- Quindi dovresti fare quello che ti dico, no?- commentò, indicando il punto di fianco a lui sul divano - In ogni caso, non ci sono così tante persone da dover correre in giro, puoi prenderti una pausa dal tuo lavoro-.
- Come desidera- Rensuke fece un piccolo inchino e posò il vassoio sul tavolino di fronte a Chigiri, prima di andarsi a sedere al suo fianco; non era la prima volta che stava così vicino a un nobile, ma per qualche motivo era più nervoso del solito. Tra l'altro, quel ragazzo aveva un profumo davvero buono...
Sentì un po' di sguardi posarsi su di loro e lanciò un'occhiata intorno a sé: in effetti, non era una scena che si vedeva tutti i giorni.
- Immagino avrai sentito tante voci su di me- commentò Hyoma - un nobile che sembra una principessa e a ogni festa viene visto con un accompagnatore diverso. Non voglio neanche sapere cosa si immaginano le persone-. Kunigami si voltò a guardarlo: il ragazzo stava osservando il bicchiere che aveva in mano, ignorando completamente gli sguardi degli altri.
- Se posso permettermi... Sulla sua bellezza hanno ragione- affermò. Chigiri si voltò verso di lui e lo fissò per un attimo. Il ragazzo sostenne il suo sguardo: qualcosa gli diceva che Chigiri non l'aveva chiamato solo per sentire qualche storia.
- Ho sentito le voci su di lei, probabilmente anche più rozze di quanto immagina-. Chigiri trattenne una risatina: dovevano essere arrivate ovunque, in fondo era stato visto parlare con molte persone a quelle feste. Se solo almeno qualcuna di quelle voci fosse stata vera...
- Ma non mi importa delle voci, sono solo un umile cavaliere: e in quanto tale, se lei vuole la mia compagnia sarò più che lieto di donargliela- affermò.
Chigiri lo fissò per un attimo: quel ragazzo aveva qualcosa di molto interessante. Lo trattava con il rispetto che meritava per essere un nobile, ma allo stesso tempo la sicurezza nel suo sguardo non era nulla di un semplice servo.
- Allora... Raccontami un po' delle tue avventure e di com'è essere un guerriero- gli ordinò Hyoma.
- Come desidera- rispose Rensuke, ma prima che potesse iniziare a raccontare avvertí una voce interrompere qualsiasi discorso.
- Scusate ma... Qualcuno sa il caro conte Ego quando si presenterá?- rise Ryusei - Ormai è passata una certa ora, mi pare strano che non si sia ancora mostrato-. Niko lanciò un'occhiata all'orologio a pendolo presente nella stanza: in effetti, era l'una di notte passata... Tra il fatto che la festa non era iniziata presto e la fatica che avevano fatto per farla effettivamente cominciare, non se n'era quasi accorto.
- Vado a controllare l'ingresso, forse il signor Ego sta arrivando... Vi prego di continuare pure con la festa- Ikki fece un piccolo inchino.
- Ti accompagno- dichiarò Jingo, raggiungendo il ragazzo e uscendo insieme a lui dal salone principale.
Igarashi continuò a suonare, ma si sentiva decisamente inquieto: aveva la sensazione che qualcosa non andasse... E a giudicare dal fatto che nessuno degli altri stava riprendendo a parlare o a festeggiare, non era l'unico ad avere quella sensazione.
Rimasero tutti in silenzio, lasciando che quell'impressione si depositasse in ogni angolo della stanza, fin quando non sentirono la voce di Raichi.
- Che scherzo sarebbe questo?!-.
Leggermente confusi, i ragazzi si scambiarono uno sguardo e uscirono dalla stanza, dirigendosi all'ingresso, dove trovarono Niko con in mano un biglietto.
- Che succede?- chiese Yoichi, palesando la confusione di tutti quanti.
- Chiedete a lui- sbuffò Jingo, indicando Niko.
- Guarda che ne so quanto te- ribattè Ikki - non avevo idea dell'esistenza di questo foglio fino a poco fa-.
- Potete continuare dopo la discussione e riferirci cosa dice?- li interruppe Yo.
- E da quando uno schiavo sa leggere?- borbottò Shohei.
- Quando sei il capo della servitù sai fare molte cose- rise Meguru, guadagnandosi un'occhiataccia dal moro.
Rin si fece avanti, ignorando i battibecchi dei due, e allungò la mano verso Niko, che gli passò il foglio.
- È una lettera- affermò, prima di iniziare a leggere:
Gentili signori,
Sono il conte Ego. Mi dispiace non poter essere lí di persona, ma sono certo che riuscirò a incontrare alcuni di voi a breve.
Sono sicuro che abbiate notato che questo banchetto ha delle qualità peculiari rispetto ai soliti che avete tenuto nelle vostre case o a cui avete partecipato.
Oltre a un numero ristretto di invitati, non sono presenti dame né adulti, ma solo un gruppo di giovani da me selezionato.
Quello che voglio condurre con voi è un esperimento sociale: nobili o servi? Chi sopravvive di più in una situazione di emergenza? Decideranno di collaborare o di ostacolarsi a vicenda?
Sono domande che mi hanno sempre afflitto, e starà a voi trovare la risposta.
Il castello ha cibo a sufficienza per un paio di giorni, ma non preoccupatevi: il giardino è fornito di tutto il necessario per il vostro sostentamento, se sarete in grado di attingervi, e lo stesso vale per ogni altra cosa fondamentale alla vostra sopravvivenza.
I vostri genitori sono stati informati che avreste passato un periodo formativo nella mia tenuta, per cui non preoccupatevi che qualcuno venga a cercarvi: pensate solo a sopravvivere. Sempre che ci riusciate.
Attendo il risultato del vostro esperimento
Conte Ego.
Per un attimo calò il silenzio più totale.
- Stiamo scherzando vero...?- mormorò Yoichi, avvertendo l'ansia crescere dentro di lui. Al suo fianco, Shidou scoppiò a ridere.
- Questo è pazzo!-.
Mentre tutti iniziavano a riprendersi dalla sorpresa, Kunigami si voltò, afferrò una delle fiaccole dell'entrata e velocemente uscì dal castello, dirigendosi verso il cancello della tenuta.
Che diamine di situazione era?! Imprigionare nobili e servi in un castello sconosciuto in mezzo al nulla per vedere chi sarebbe riuscito a sopravvivere... Che scherzo era quello?!
Raggiunse il cancello e lo fissò per un attimo: era chiuso. Si avvicinò e provò a spingerlo, ma era decisamente resistente...
- Immagino che non ci sia modo di aprirlo-. Si voltò e vide Chigiri andargli incontro, una fiaccola in mano. Anche nel buio della notte, continuava a risultare delicato e leggero... E nonostante la situazione, pareva decisamente calmo.
- Dovremo forzarlo un bel po' per buttarlo giù, non garantisco che riusciremo entro un giorno... Senza contare che non so se ci siano animali feroci. Il muro è molto alto, dubito ci raggiungeranno, ma uscire dal cancello sarebbe entrare nel loro territorio: dobbiamo cercare di capire se siano presenti e quali siano, così potremo uscire- affermò Rensuke, cercando di illuminare il più lontano possibile: sapeva che c'era una foresta non molto avanti, ma essendoci passato di giorno e su una carrozza non aveva potuto tenere conto dei particolari.
- Oppure... Possiamo dire di avere visto dei lupi e altri animali, e che uscire sarebbe troppo pericoloso- affermò Hyoma, affiancandolo. Il ragazzo si voltò verso di lui, leggermente confuso.
- Tu... Vuoi rimanere bloccato qui dentro?- mormorò. Chigiri scrollò le spalle.
- Non fraintendermi, prendere parte all'esperimento di un folle e rischiare di morire in questo luogo non era nei miei piani. Ma impiegheremo comunque qualche giorno a organizzarci e decidere cosa fare; prima che la situazione diventi drastica... Rimanere qui mi sembra una prospettiva migliore di tornare a casa- affermò.
Kunigami lo fissò per un attimo: che vita doveva avere per pensare una cosa simile...?
- Posso ricompensarti se vuoi, per il tuo silenzio- Hyoma si voltò verso di lui e si avvicinò appena al ragazzo. Non sapeva quanto sarebbero stati lì, ma quella poteva essere la sua unica occasione per riuscire ad avere finalmente un po' di libertà: non l'avrebbe sprecata.
- Posso darti ciò che desideri. Sia fuori da qui... Che mentre saremo qui- dichiarò, avvicinandosi appena a lui mentre lo fissava negli occhi; si portò una mano sulla veste che indossava, scostando appena la parte superiore e lasciando intravedere al più alto un lembo della sua pelle - che ne dici? Questo rende la prospettiva di mentire più... Allettante?-.
- Marchese Chigiri, la fermo subito: non voglio... Che usi il suo corpo per comprarmi per una cosa simile- affermò Rensuke. Era confuso, non riusciva a capire: quella situazione era folle di base, ma il comportamento di quel ragazzo lo mandava totalmente in confusione... Cos'avrebbe dovuto fare?!
- Kunigami-. Il ragazzo si voltò di scatto; Chigiri sbuffò appena e si coprì nuovamente mentre vedevano Niko andare verso di loro.
- Gli altri hanno ispezionato il piano di sopra: hanno trovato alcune coperte e pochi vestiti... Ma parecchi materiali per fabbricare indumenti più caldi. Alcuni si sono avventurati nel giardino e pare siano presente un orto, alberi, e persino un fiumiciattolo... Voi avete scoperto qualcosa?-.
Kunigami esitò per un attimo. Pareva che davvero quella fosse una situazione di emergenza: in quel caso dovevano andarsene da lì il prima possibile, ma era anche vero che gettarsi fuori dal cancello senza sapere cosa li aspettasse era una follia.
Avvertì lo sguardo di Chigiri addosso a sé, ma evitò di guardare il ragazzo.
- Il cancello è bloccato, ci vorranno almeno tre giorni per buttarlo giù ma... Temo ci serva da protezione contro degli animali feroci che ho visto nella foresta qui vicino. Se vogliamo uscire, dovremo prima organizzarci molto bene ed essere pronti a rischiare le nostre vite- affermò.
Chigiri trattenne un lieve sorriso mentre Niko squadrava il ragazzo, per poi annuire.
- Torniamo dentro, marchese Chigiri- disse, voltandosi verso il ragazzo - il conte Itoshi ha deciso di prendere in mano la situazione. Stiamo per decidere cosa fare-.
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