CAPITOLO IV.

Gagamaru lanciò un'occhiata al nobile dietro di sé, che si stava guardando intorno per la cucina.

Non pensava lo avrebbe seguito davvero, in fondo si era svegliato piuttosto presto; invece...

- Signor Kuon, preferisce accomodarsi in sala da pranzo?- chiese - Non appena scenderà qualcun altro gli chiederò aiuto per preparare il tavolo, quindi se vuole può iniziare a prendere posto-.

Kuon stava per rispondere, quando la porta della cucina si aprì.

- Buongiorno, marchese Kuon- disse Asahi, inchinandosi appena. Il ragazzo si voltò.

- Buongiorno. Penso andrò ad attendere in sala da pranzo- affermò, uscendo dalla stanza.

- Wow... Non pensavo si sarebbe svegliato così presto. Il marchese Baro mi ha detto di andare giù a fare le mie cose da schiavo, ma lui è rimasto in camera e ha detto di chiamarlo per la colazione- commentò Asahi, dirigendosi verso Gagamaru.

- Ieri sera gli ho detto che sarei sceso prima per la colazione ed è voluto venire con me. Come ti senti?- gli chiese Gin - Il marchese Baro non sembra una persona semplice con cui avere a che fare-.

- Non lo è- rise Asahi - ma almeno non mi considera troppo se non per gli ordini. Dev'essere bello essere un nobile-.

- Mhhn non saprei, anche loro hanno vari problemi- affermò Gin - io sono soddisfatto della mia posizione-.

- Tu sei un cuoco piuttosto rinomato- gli fece notare Asahi.

- Vero, ma non mi interessa essere un nobile: non avrei più tutta questa libertà-. Asahi lo fissò per un attimo: anche quello era vero...

- Buongiorno a tutti!- la porta della cucina si aprì e i due si voltarono mentre Bachira andava verso di loro - Tra quanto è pronta la pappa?!-.

- Non molto... Puoi iniziare ad apparecchiare?- gli chiese Gin.

- Ma certo!-.

- Tra un attimo vado a chiamare i nobili allora- affermò Asahi - è arrivato qualcun altro?- chiese a Bachira.

- Solo Isagi-.

Isagi si sentiva leggermente nervoso a essere in sala da pranzo da solo con Kuon, in fondo non avevano mai parlato da soli... Però entrambi erano abbastanza nuovi nella nobiltà, quindi forse poteva andarci d'accordo.

- Sei anche tu una persona mattiniera?- chiese.

- Abbastanza, non mi piace essere improduttivo... Soprattutto in una situazione simile. Ammetto di essere curioso di esplorare questo luogo- affermò Wataru con un piccolo sorriso.

- Anche io! Spero davvero che gli altri arrivino presto... Per quanto la situazione sia preoccupante, alla fine dobbiamo cercare di muoverci in fretta- affermò Yoichi.

- Non penso che il vostro desiderio si avvererà tanto presto- dichiarò Hyoma, entrando in stanza. I due nobili si voltarono e videro che stava arrivando un po' di gente.

- Come mai?- chiese Yoichi, confuso.

- Il servetto di Reo ha la sua dose di sonno giornaliera, e state pur certi che quei due non si alzeranno prima che lo ritengano necessario- affermò Tsurugi - quindi temo ci toccherà aspettare ancora un bel po'...-.

Reo in realtà si stava svegliando in quel momento; stava pian piano riprendendo coscienza del suo corpo. E per qualche motivo, sentiva caldo: molto più caldo del solito.

Aprì appena gli occhi e abbassò appena la testa, notando un paio di braccia strette attorno alla sua vita.

Si voltò di scatto, ma fu una pessima idea, perché trovò il volto di Nagi decisamente troppo vicino al suo. Il ragazzo stava ancora dormendo tranquillamente, la bocca leggermente aperta e un'espressione serena in volto.

Reo deglutì appena: quando erano piccoli e dormivano insieme capitava a volte che si trovassero ad abbracciarsi di notte, ma ormai avevano una certa età, e lui aveva anche una certa... Consapevolezza.

Soprattutto visto ciò che in quel momento stava non troppo delicatamente premendo contro le sue natiche, e di cui probabilmente Nagi non si era reso conto.

Reo fece un respiro profondo: si prendeva cura di quel ragazzo da anni, in modo che lui rimanesse al suo fianco; e nel prendersi cura, c'era anche aiutarlo a occuparsi di quel piccolo problema che Nagi aveva praticamente ogni mattina, e che per lui era solo un fastidio, sembrava non rendersi minimamente conto di cosa potesse significare.

Però, sentirlo su di sé senza neanche avere avuto il tempo di prepararsi mentalmente... Era decisamente un'altra cosa.

Vide Nagi iniziare ad agitarsi leggermente e un lieve verso uscire dalle sue labbra, proprio come un bambino che si sta svegliando.

- Reo...- si lamentò, avvertendo quel solito fastidio che provava ogni mattina, e che solo quel ragazzo riusciva a mandare via.

- Sono qui, non preoccuparti- rispose Reo, voltandosi verso di lui - ci penso io. Poi andiamo a farci un bagno veloce e scendiamo a mangiare, va bene?-. Nagi annuì e Reo fece scivolare la mano sotto ai vestiti del ragazzo.

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Sfiorò la sua pelle e il corpo di Nagi ebbe un lieve sussulto: la mano di Reo era calda come sempre; era piacevole...

Reo, cercando di continuare a osservare il volto del ragazzo e non scendere decisamente più in basso, prese in mano la sua erezione, iniziando a muoverla.

Essendo un nobile, aveva ricevuto educazione completa già da giovane, e non appena raggiunta la pubertá aveva ricevuto anche l'educazione sessuale; Nagi invece da quel punto di vista si comportava ancora come un bambino... Anche se le sue reazioni, in ogni caso...

Iniziò a muovere più velocemente la mano e vide il volto del ragazzo iniziare a contrarsi dal piacere ed slemettere gemiti sommessi; si morse il labbro inferiore, avvertendo anche il suo corpo iniziare a reagire. Ma non poteva mostrarlo a Nagi... Lui non sapeva nulla, ed era meglio che rimanesse all'oscuro.

Iniziò a muovere ancora più forte la mano e Nagi avvertì delle scariche di piacere attraversare tutto il suo corpo e raggrupparsi nel suo stomaco, scivolando sempre più in basso, fin quando non sentì quella sensazione arrivare al massimo prima di lasciare il suo corpo.

Reo avvertì lo sperma del ragazzo sulla sua mano e diminuì i movimenti mentre il corpo di Nagi si rilassava.

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- Grazie- borbottó Nagi, stringendolo leggermente di più. Reo sbarró gli occhi: non era decisamente il momento giusto...

- Figurati- mormorò - meglio che andiamo a lavarci... Immagino che avremo tanto di cui discutere con gli altri-. Nagi annuì e lo lasciò andare; Reo si alzò e fece per dirigersi verso il bagno, ma la voce del ragazzo lo bloccò.

- Hai lo stesso problema?- mormorò Nagi, osservandolo; gli era sembrato che il ragazzo avesse...

- No, non preoccuparti; vieni a cambiarti, tra poco ti verrà fame- Reo praticamente si fiondò in bagno e fece un respiro profondo. Doveva calmarsi... E di sicuro, doveva trovare un modo perché Nagi non lo vedesse nel tempo in cui erano lì.

Poteva farcela.

Si lavò velocemente le mani e tornò in camera; vide che Nagi si era seduto sul letto, così andò verso di lui per aiutarlo ad alzarsi. Se lo caricò sulle spalle: anche se il ragazzo era più grosso di lui era abituato a farlo, per cui non fu un problema portarlo in bagno. Tornò indietro a prendere i loro vestiti, e una ventina di minuti dopo riuscirono a scendere in sala da pranzo, arrivando ovviamente dopo tutti gli altri, che si erano già seduti e stavano aspettando di mangiare.

- Finalmente siete arrivati- commentò Tsurugi - che stavate facendo?-.

- Dormendo, naturalmente- ribatté Reo, lanciando un'occhiata alla tavola - come mai è rimasto solo un posto libero?-.

- Ho detto io quanti posti preparare. I servitori non mangiano con i nobili- affermò Rin. Reo assottigliò lo sguardo.

- Ti sarai anche improvvisato il nostro capo, ma non sei tu a comandare qui. A casa tua fai quello che vuoi: a casa mia, Nagi mangia al mio fianco- affermò.

- Qui non siamo a casa tua, che mi sembra essere l'unico posto che infrange l'etichetta comune- Rin si alzò, fissandolo negli occhi - serve serietà per affrontare la situazione, non intendo lasciare che un ragazzino incapace di stare senza il suo servi si metta a decidere per sé-.

- Reo, a me non importa, basta mangiare- affermò Nagi, sbadigliando leggermente; non gli piacevano quelle discussioni inutili.

- Guarda che se ti trovi a mangiare di là avrai meno cibo- gli fece notare Reo, e il ragazzo sbarrò gli occhi. Reo tornò a guardare Rin.

- È vero, non è casa mia; ma visto che non è neanche casa tua, direi di metterlo ai voti. Chi pensa che, vista la situazione anormale, i servitori dovrebbero mangiare con noi?- chiese Reo, alzando la mano.

Rin lo fissò, senza dire nulla: mettersi contro a una votare di gruppo sarebbe stato pericoloso, doveva puntare sull'orgoglio degli altri nobili.

- Anche io penso che non dovremmo rimaher separati in una situazione simile... Se non ci aiuteremo a vicenda non sopravviveremo- dichiarò Yoichi.

- Sono d'accordo, in fondo ci sono tante cose che noi non possiamo fare da soli, e non conoscendo la situazione è pericoloso dividersi- dichiarò Wataru.

- Tsk, io non mi mischierò con gli schiavi- sbuffò Shohei.

- Anche io preferirei non dover condividere ciò che mi spetta con loro- dichiarò Jyubei, e anche Tokimotsu annuì.

- Non ho capito come mai fare così tanto baccano... I nobili sono nobili, gli schiavi sono schiavi... Ma siamo qui tutti insieme- dichiarò Taurugi.

- Esatto! Dovremmo cercare tutti di calmarci e pensare prima alla situazione, no?- commentò Eita con un sorriso.

- Concordo, non è prudente dividerci; tra quelli che chiamate schiavi c'è la gente a cui avete chiesto di farvi da guardia la notte e potrebbe farvi saltare la testa- dichiarò Tabito.

- A mio parere, dovremmo prima capire cosa c'è da fare e poi decidere i ruoli- affermò Yo.

- Sono d'accordo, in una situazione simile...- mormorò Ranze.

- Perché non facciamo semplicemente portare qui un altro tavolo per i servitori, e prenderemo decisioni ufficiali una volta conclusa questa colazione?- propose Chigiri, cercando di non mostrare quanto lo stessero irritando tutte quelle chiacchiere.

- Che cosa pensi di fare, Conte?- rise Ryusei - Provare a mantenere l'ordine normale non è servito a nulla... Che cosa farai adesso?! Riuscirai a gestire la situazione meglio di come avrebbe fatto il tuo fratellino?-.

Rin gli lanciò un'occhiataccia, prima di tornare a guardare Reo. Avrebbe dovuto ripristinare tutto con calma... Per il momento, meglio non scatenare rivolte.

- Niko, portate un altro tavolo da pranzo- ordinò - il marchese Reon potrà sedersi lì, a fianco dei servitori-.

- Oh, allora io prendo il posto libero di fianco a Isagi!- Meguru quasi saltellò a sedersi di fianco al ragazzo, che ne rimase leggermente sorpreso, ma annuì e basta: in fondo, sarebbe dovuto essere suo compagno di stanza per un po'... E gli dispiaceva davvero per come tutti guardavano quel ragazzo, non voleva lasciarlo solo.

Non tutti ne furono entusiasti, ma data la discussione appena avuta nessuno disse nulla: mentre alcuni portavano dentro un altro tavolo, Gagamaru e Naruhaya iniziarono a distribuire la colazione a tutti, per poi sedersi a mangiare a loro volta.

Ci fu molto silenzio durante il pasto, tranne ogni tanto Bachira che provava a interagire con gli altri, ma anche Isagi si sentiva un po' a disagio e rispondeva poco; o Otoya, che ogni tanto tentava di parlare con Karasu, Hiori e Kurona, ma anche loro erano poco collaborativi.

Persino il tavolo dei servitori era silenzioso, tutti un po' straniti dalla situazione. Raichi stava trattenendo un sorriso soddisfatto, in fondo era uno di quelli che più di tutti non intendeva lasciarsi comandare in una situazione simile, ma vista anche la presenza di Reo al loro tavolo non disse nulla.

Kunigami, approfittando di essere in una posizione da cui riusciva a vedere il tavolo dei nobili, stava continuando a lanciare delle occhiate a Chigiri. Il ragazzo non aveva più tirato fuori la questione del loro rapporto, ma aveva passato circa due ore ad ascoltarlo mentre parlava delle sue avventure.

Aveva osservato i suoi occhi illuminarsi, l'attenzione con cui seguiva le sue parole, il modo in cui pareva immaginarsi perfettamente quello che lui raccontava; faceva domande, chiedeva descrizioni, era talmente preso da quelle storie che Kunigami aveva dovuto ricordargli più volte che la giornata successiva sarebbe stata impegnativa e forse era meglio andare a dormire.

Però gli era anche dispiaciuto: in confronto a quando erano in camera a parlare tra di loro, adesso Chigiri aveva un'aria molto più spenta... Si chiedeva quanti di quei nobili che decantavano tanto la sua bellezza lo avessero effettivamente visto nel momento in cui risplendeva di più.

- Oi, che è successo tra te e la signorina?- gli chiese Jingo sottovoce - Continui a fissarlo come se non avessi altro motivo per vivere. Avete scopato?-.

- Raichi!- Rensuke lo fulminò con lo sguardo - È un nobile, e anche abbastanza grande da andare presto in sposo a qualcuno. Sarebbe totalmente inappropriato-. Il ragazzo alzò un sopracciglio.

- Siamo chiusi in un castello dove nessuno verrà a cercarci e non sapremo neanche se ne usciremo vivi. Direi che è il momento adatto per fregarcene e fare cose inappropriate; anche perché, ti faccio notare che quel ragazzo viene visto come una principessa anche dai nobili, non puoi escludere che qualcun altro provi ad avvicinarsi a lui. Dovresti approfittarne- dichiarò.

Kunigami avrebbe voluto ribattere, ma la prima parte del discorso di quel ragazzo... Era terribilmente simile a quella che gli aveva rivolto anche Chigiri.

Nonostante ciò che stava cercando di fare credere Rin, in quel momento la divisione tra nobili e non nobili non era così netta: non sapevano quanto sarebbero rimasti in quel luogo e cosa sarebbe successo, nessuno li avrebbe biasimati se si fossero lasciati andare.

E aveva ragione: Chigiri era famoso sia tra i servitori che tra i nobili, e contando che lui lo aveva rifiutato...

Tornò a guardare il ragazzo. Avrebbe cercato di affidarsi a qualcun altro?! Avrebbe provato ad allontanarsi da lui?! Si sarebbe potuto mettere nei guai, oppure...

Vide uno sguardo su di sè e si voltò appena: perché Shidou lo stava fissando?

- Se abbiamo finito tutti quanti di mangiare- la voce di Rin interruppe i suoi pensieri e tutti quanti si voltarono verso di lui - direi che è il momento di parlare della situazione. Niko, fai un riassunto di ciò che abbiamo scoperto-.

Il ragazzo annuì e si alzò.

- Apparentemente, siamo bloccati in questo luogo: il muro è molto alto, e anche attraversandolo o buttando giù il cancello ci sono parecchi animali feroci che potrebbero bloccare il nostro cammino. Per il momento, la soluzione più sicura è rimanere qui dentro e capire se abbiamo un modo per andarcene in tranquillità. Non abbiamo nulla per comunicare con l'esterno, ma c'è il necessario per sopravvivere; il signor Ego non ha mentito, nella tenuta ci sono animali che producono latte e altre risorse, un fiume dove penso ci siano anche dei pesci, il necessario per fabbricare vestiti pesanti... È come se fosse un paese autosufficiente. Possiamo riuscire a sopravvivere mentre cerchiamo un modo per andarcene- dichiarò - ho ideato una lista di quelle che dovrebbero essere le priorità-.

- Continua- gli ordinò Rin. Il ragazzo annuì.

- Innanzitutto, penso sia necessario dividerci i compiti. Sarà importante che qualcuno si occupi del rifornimento di cibo, altri dell'acqua, ma anche che qualcuno inizi a pensare alla fabbricazione di nuovi vestiti e che qualcuno ispezioni la tenuta per cercare di capire se ci sono altri luoghi da cui potremmo uscire. Inoltre, penso che sia necessario che chi di noi sa usare la spada continui ad allenarsi in caso diventi necessario uscire- affermò.

- Qualcuno di voi ha un ruolo che...-.

- Perché non facciamo un torneo?- rise Ryusei, interrompendo le parole di Rin - Per vedere chi sono i più bravi con la spada, ovviamente! Come facciamo ad assegnare i ruoli altrimenti?-.

- Non penso sia il caso di perderci in queste futilità- affermò Rin.

- Oh, però sarebbe bello sapere a che livello siamo!- esclamò Meguru. Rin serrò appena le labbra.

- Nel pomeriggio, daremo delle dimostrazioni. Ma intanto, penso che a occuparsi dell'esplorazione delle zone esterne e della sicurezza della tenuta debbano essere Kunigami e Raichi, visto che sono due guerrieri-. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo: aveva senso, però...

Kunigami lanciò uno sguardo a Chigiri, ma il ragazzo non disse nulla.

- Chi di voi sa cucire?- chiese Rin.

- Me ne occupo io: preferisco lasciare i lavori più sporchi agli altri servi- dichiarò Jyubei, voltandosi verso Chigiri - vuole favorire, marchese?-.

- Qualcuno di voi è per caso esperto di medicina?- ribattè lui. Per un attimo calò il silenzio.

- Immaginavo. Avrò bisogno di una mano per raccogliere erbe e riuscire a classificare quelle presenti in zona, anche per evitare che qualcuno di voi venga avvelenato... Ovviamente per sbaglio- dichiarò.

- Ti aiutiamo noi: avevo iniziato gli studi tempo fa, anche se li ho interrotti... E sono immune al veleno, così come Nagi- dichiarò Reo.

- Allora noi ci occupiamo di esplorare il castello!- esclamò Meguru, afferrando il braccio di Yoichi e tirandolo appena verso di sé, un sorriso in volto - Siamo tra i più versatili, no?! Mezzi nobili e mezzi no! Potremmo vedere cosa che voi purosangue non vedreste mai!-.

Isagi sbarrò gli occhi: sapeva che probabilmente quel ragazzo non aveva cattive intenzioni, ma continuare a sfidare Rin in quel modo...

- Per me vale lo stesso- mormorò Wataru - almeno per i primi tempi sarebbe meglio avere un occhio in più, no?-.

- Va bene- rispose Rin - Gagamaru, tu ti occuperai del cibo. Voglio una squadra che si occupi del rifornimento e dell'acqua, e un'altra per le pulizie-.

- Alle pulizie ci possiamo pensare io e Igarashi; io sono un po' piccolino per occuparmi delle provviste, e lui è abituato a pulire- affermò Yudai con un piccolo sorriso.

- Solo perché vengo da una famiglia religiosa...?- borbottò Gurimu.

- Va bene- rispose Rin; almeno si stavano più o meno equilibrando...

- Allora, forse io e Okuhuto dovremmo occuparci del traporto cibo- affermò Asahi.

- E chi si occuperà degli animali?- ribattè Rin.

- Karasu penso si troverebbe bene- affermò Yo. Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo.

- Per il mio nome o perché possediamo molte fattorie?!-.

- La seconda, ovviamente-.

- Ci pensiamo noi quattro ad animali e acqua! Io so anche pescare- affermò Eita con un sorriso, indicando lui, Karasu, Hiori e Kurona.

- Se per voi non è un disturbo... Quando finite di lavorare, riferite a Niko: lui terrà i conti delle scoperte e dei passi avanti- dichiarò Rin, voltandosi verso Aryu - vale anche per te-.

- Mi rifiuto di fare tutto il lavoro da solo- borbottò lui.

- Ti aiuto io! Sono bravo con i lavori manuali!- affermò Aoshi.

- Vi aspettate davvero che ci mettiamo ad aiutare a cucire o simili?- sbuffò Shohei - Noi non siamo degli schiavi!-.

- Ti conviene portare rispetto per gli schiavi, perché potrebbero salvarti la vita- ringhiò Jingo.

- Non pensare che a qualcuno di noi faccia piacere mettersi a fare questo genere di lavori- li interruppe Yo - ma è inutile mettersi a discutere: sono lavori che vanno fatti, e di sicuro i servitori qui presenti non avranno il tempo di fare tutto in modo da mantenere tutti noi senza problemi. Dovrebbero averti insegnato a gestire le situazioni difficili, marchese Baro: se non contribuisci, non mangi- dichiarò.

Baro fece per ribattere, ma venne interrotto da Rin.

- Marchese Baro, marchese Zantetsu, marchese Shidou, voi vi occuperete di procurare la legna necessaria alla cucina... E se dovremo passare l'inverno qui- affermò. Quelle in fondo erano le ultime giornate di primavera, se non fossero usciti presto...

- Vuoi veramente affidarci un lavoro così misero?!- esclamò Shohei.

- Pensi davvero che quando il conte Ego ha chiamato così pochi servitori muscolosi, e specializzati in altro, non sapesse che saremmo stati costretti a lavorare anche noi?- ribattè Rin - Le due guardie vi daranno una mano nelle pause dalle esplorazioni, e anche chi si occupa del castello dovrà aiutare quando non avrà da fare. Tutti dovranno lavorare-.

- Marchese, la sua famiglia viene come la mia da antichi lavoratori, sono certo che sappia bene come fare crollare un albero- dichiarò Tsurugi.

- Sarà divertente!- rise Ryusei.

Baro si guardò intorno: com'era possibile che tanti nobili accettassero di buon grado di lavorare come schiavi?! Erano patetici...

Tornò a guardare Rin.

- E sentiamo, tu cosa farai?-.

- Allenerò- dichiarò lui - è importante che tutti conosciamo almeno le basi del combattimento, in caso ci sia necessità di uscire o qualcuno provi ad attaccarci. Vi allenerò a turni, li decideremo anche in base alle vostre mansioni- fece passare lo sguardo su tutte le persone di fronte a lui - potete pensare ciò che volete di me, non mi importa. Ma farò uscire tutti quanti da questo posto. Vivi-.

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