CAPITOLO V.

Le spade dei due ragazzi si incrociarono con forza e per un attimo rimasero immobili, cercando di capire se sarebbero riusciti a spingere l'altro a cedere.

Ma visto che avevano una forza molto simile, si allontanarono appena; Kunigami tentò un nuovo affondo, che Raichi schivò per provare nuovamente a colpirlo, ma il ragazzo riuscì a schivarlo.

- Bene, basta così- ordinò Rin, avvicinandosi ai due ragazzi - mi sembrate avere il giusto livello per il vostro lavoro. C'è qualcuno che non ha mai tenuto in mano una spada?- chiese, voltandosi verso gli altri.

Chigiri, Gagamaru, Naruhaya, Kuon, Igarashi e Aryu alzarono la mano.

- Bene. Fatevi insegnare le basi da loro due, io mi occupo di valutare il livello degli altri- ordinò il ragazzo - mettetevi a coppie e fatemi vedere come combattete-. Dopo la colazione, avevano passato il tempo fino all'ora di pranzo a organizzarsi ognuno nel proprio lavoro. Avrebbero iniziato il giorno dopo, adesso Rin voleva riuscire a capire quali fossero le forze a loro disposizione.

- Mi sembri un capo delle guardie, più che un nobile- rise Ryusei, avvicinandosi a lui con un sorriso - non è che era il tuo ruolo, visto che il tuo fratellino è il vero conte?-. Rin serrò le labbra.

- Se vuoi scoprire quali sono le mie abilità, te lo mostro più che volentieri- affermò, puntandogli contro la spada.

- Spero che non finiscano per ammazzarsi...- sospirò Ranze, voltandosi verso Hiori - che facciamo? Svolgiamo il nostro solito allenamento?-.

- Se lo fate già di solito, non sarebbe molto più utile cambiare?!- Eita comparve alle spalle dei due ragazzi e gli circondò le spalle con le braccia - Voglio combattere io contro Kurona! O meglio, sono certo che Karasu sia super curioso di combattere contro Hiori!- rise.

- Tu hai un pessimo modo di agire... Non puoi continuare a prendere queste decisioni da solo- borbottò Tabito.

Hiori lanciò un'occhiata a Kurona, che scrollò le spalle.

- Va bene- rispose, avvicinandosi a Karasu e mettendosi in posizione - vediamo cosa sai fare-. Il ragazzo fece un piccolo ghigno.

- Sarà un vero piacere- si lanciò verso di lui. I due ragazzi iniziarono a combattere tra di loro; Karasu era fisicamente più forte, ma l'agilità di Hiori gli stava permettendo di evitare di rimanere vittima di quella forza.

- Però, sei migliorato molto dall'ultima volta che ci siamo scontrati- commentò Tabito.

- Naturale, mi sono allenato molto con Kurona- ribattè Yo - già mio padre non è d'accordo, se poi avessimo dei problemi ne approfitterebbe per ucciderlo-.

- E tu non puoi permetterlo perché siete amici da tempo, quindi lo vuoi proteggere anche a costo di sposarlo, no?- commentò Tabito. Hiori lo fissò per un attimo, leggermente sorpreso.

- Non penso che molti di noi avranno l'occasione di trovare un grande amore, sarai costretto anche tu a sposare qualcuno che sceglieranno i tuoi genitori. Preferisco farlo con un amico che con uno sconosciuto- dichiarò Yo - anche perché, io e Kurona ci stiamo già accordando su come gestirla-. Non potevano fare molto sulla parte pubblica, ma in privato erano decisi a rimanere amici e lasciare uno all'altro la giusta libertà.

Glielo aveva detto proprio Kurona la sera prima: non gli sarebbe importato se avesse avuto un amante, loro erano amici in fondo, avrebbero cercato di aiutarsi in quella situazione.

Karasu lo fissò per un attimo: pareva che quel ragazzo avesse la situazione sotto controllo più di quanto pensasse...

- Sembra sia tutto sotto controllo; iniziamo anche noi?- chiese Eita con un sorriso.

- Come mai questa mossa improvvisa?- gli chiese Ranze, mettendosi in posizione.

- Voglio solo che quei due passino un po' di tempo insieme, in fondo usciti da qui torneranno ad avere poche possibilità- rise Eita.

Kurona lanciò uno sguardo ai due: in effetti, un tempo erano parecchio uniti... E lui non aveva certo problemi se Hiori si avvicinava ad altre persone, se lo meritava in fondo.

- Pensiamo all'allenamento- rispose semplicemente.

- Volentieri!- rise Eita. Vicino a loro, Baro aveva già iniziato a combattere da un po': quasi senza chiedere, aveva trascinato Tokimotsu ad allenarsi con lui, deciso a mostrare quanto valesse contro un nobile.

Non aveva calcolato che, nonostante la sua aria decisamente spaventata e fuori luogo, quel ragazzo era pur sempre un conte... Lo stava mettendo più in difficoltà di quanto avesse pensato.

- Il mio futuro amico spaccalegna sembra in difficoltà- commentò Tsurugi, fissando il ragazzo.

- È molto forte, ma in fondo il conte Tokimotsu ha avuto un'istruzione diversa... Anche lei è molto bravo con la spada, marchese Zantetsu- commentò Ikki.

- I miei genitori hanno sempre dichiarato che una formazione fisica per me sarebbe stata molto preferibile a una mentale- affermò il nobile con una certa fierezza, lasciando il ragazzo per un attimo confuso: certo che quel ragazzo era davvero particolare...

Si guardò appena intorno: per fortuna, Iemon e Imamura sembravano starsela cavando bene. Chi invece non aveva ancora iniziato erano Bachira e Isagi.

- Sono super curioso di vedere come te la cavi con la spada!- rise Meguru.

- Ecco...- mormorò Yoichi, leggermente imbarazzato; aveva ricevuto una formazione per prepararsi anche in caso fosse diventato un guerriero e non fosse riuscito a entrare nella nobiltà.

Un nobile era normale sapesse combattere per il proprio onore, ma non certo come un guerriero...

- Sono super curioso di vedere come se la cava una persona come me!- esclamò Meguru con un sorriso, lanciandosi verso di lui. Isagi sbarrò gli occhi e arretrò velocemente per parare il colpo: Bachira... Non aveva per nulla lo stile che gli avevano insegnato appartenere ai nobili.

- Uh, bella parata!- esclamò il ragazzo con un sorriso, prima di caricare nuovamente. Isagi lo parò e tentò un affondo, ma Bachira lo schivò senza problemi.

- Andiamo, puoi fare meglio di così!- rise, andando nuovamente contro di lui.

- Non dovremmo combattere in questo modo- affermò Yoichi, lanciando un'occhiata intorno a lui: un bel po' di persone di erano già fermate a guardarli... Doveva stare attento.

- Perché no?- le loro spade si incrociarono e Meguru si avvicinò di più a lui, continuando a sorridere - Siamo rinchiusi in un castello dove potrebbe non trovarci mai nessuno, gli unici nobili intorno a te si stanno già dando alla pazza gioia. Perché non lo fai anche tu?- sussurrò - Io posso darti una mano. Fare semplicemente il nobile non è mai stato per te-. Isagi serrò appena le labbra.

Sapeva che era vero, però...

- Vuoi davvero... Essere un nobile come tutti gli altri?- sussurrò Meguru. Isagi lo fissò per un attimo. No, lui aveva sempre odiato quel tipo di nobili: non aveva mai voluto diventare... Come loro.

- Così tu sei il marchese Isagi, vero? Piacere di conoscerti: io sono il conte Kira... Ma puoi chiamarmi semplicemente Ryosuke-. Isagi fissò il ragazzo di fronte a lui: aveva un sorriso gentile, anche i suoi occhi erano dolci, non sembrava per nulla come i nobili spocchiosi che aveva incontrato nella sua vita...

- Ecco, io... So che dovremo sposarci ma... Non mi piace l'idea che sia mio padre a decidere tutto della mia vita. Non voglio continuare a gestire tutto quanto come dice lui: volevo solo che lo sapessi- mormorò Yoichi. Era nervoso, sapeva che dicendo la cosa sbagliata avrebbe mandato tutto all'aria e i suoi genitori avrebbero potuto mandarlo via per sempre ma... Non intendeva passare la vita a fare qualcosa che non desiderava.

Kira lo fissò per un attimo, leggermente sorpreso, prima di sorridere nuovamente.

- I tempi stanno cambiando, Isagi, anche la nostra unione lo conferma. Perché non mi dici... Quali sono le tue idee per cambiare tutto quanto?-.

Isagi serrò le labbra: adesso era ancora costretto a fare ciò che gli ordinavano i suoi genitori, ma aveva già parlato con Kira del fatto che avrebbero gestito la situazione in modo diverso.

Quel luogo, pieno di ragazzi che avrebbero dovuto affrontare una situazione mai vista prima... Forse, sarebbero potuto essere parte di quel cambiamento.

Si spinse in avanti, in modo da allontanare Bachira e fiondarsi contro di lui. Gli occhi del castano si illuminarono: finalmente... Finalmente qualcuno che sarebbe potuto riuscire a comprenderlo!

Le spade dei due ragazzi che si incontravano attirarono l'attenzione di quasi tutti, che bloccarono il loro allenamenti per voltarsi verso di loro e osservarli.

- Però... Che modo strano di combattere...- mormorò Reo, osservandoli. Era sempre stato piuttosto bravo in combattimento, di recente lui e Nagi si erano anche iscritti a vari duelli di coppia e avevano sempre vinto, quando combattevano insieme nessuno poteva batterli.

Ma non avevano mai visto usare dai nobili uno stile così particolare...

- Sono bravi- mormorò Nagi. Reo si voltò verso di lui: li stava osservando con parecchio interesse, ed era raro che lui provasse interesse per qualcosa o qualcuno...

- Già- sussurrò - vorresti... Combattere così?-. Nagi per un attimo non rispose. Non aveva mai combattuto se non al fianco di Reo; quando doveva farlo da solo si annoiava, però quando lo facevano insieme diventava piuttosto divertente.

Però, loro sembravano divertirsi...

- Non dimenticatevi che c'è qualcun altro di piuttosto forte che sta combattendo- rise Eita, voltandosi.

Rin e Shidou, ignorando lo spettacolo dato da Yoichi e Bachira, stavano ancora combattendo tra di loro, totalmente catturati da quella sfida.

Rin avvertiva la rabbia ribollire denti di sé: quel ragazzo gli dava davvero fastidio, soprattutto il modo in cui cercava di mettere in discussione le sue decisione e continuava a nominare suo fratello...

Stava cercando di metterci tutto sé stesso: aveva una tecnica di spada pulita, ne era più che consapevole, in pochi riuscivano a eguagliarlo.

Eppure, Shidou non ne sembrava minimamente impressionato: continuava a parare e schivare i suoi colpi, per poi attaccarlo a sua volta con forza.

Quel ragazzo era parecchio bravo, ma era anche fin troppo noioso... Non era per nulla divertente combattere contro di lui, era così prevedibile...

- Mi sto annoiando- sbuffò. Rin serrò le labbra e si fermò.

- Hai intenzione di continuare a metterci i bastoni tra le ruote?- ringhiò, fissandolo - Ti avviso, se proverai qualche tiro mancino...-.

- Tiro mancino?! Per chi mi avete preso?- rise Ryusei, alzando appena le braccia al cielo - Guarda che io... Voglio solo divertirmi- sussurrò, facendosi passare la lingua sulle labbra.

- Fai in modo che il tuo divertimento non metta nei guai nessuno di noi- Rin si voltò e notò che si erano tutti fermati a fissarlo - che aspettate?! Continuate ad allenarvi, abbiamo solo oggi per capire come organizzarci-.

I ragazzi si voltarono e ripresero ad allenarsi.

- Se non hai nulla da fare, vedi di andare ad allenarti- ordinò Rin, dirigendosi poi verso gli altri per dargli una mano. Shidou scoppiò a ridere: sarebbe stato davvero divertente...

- Pare che di lì si stiano divertendo parecchio- mormorò Gin; c'era parecchio fermento... Si erano spostati più lontani, quindi non riusciva a sentire bene cosa stessero dicendo, ma pareva che si stessero divertendo.

- Io un po' meno...- si lamentò Asahi. Gagamaru si voltò verso di lui: sembrava stare facendo fatica a tenere in mano la spada...

- È pesante per te?- gli chiese, raggiungendolo; si sistemò di fianco a lui e afferrò l'arma: era più leggera della sua, sarebbe dovuta andare bene per lui...

- Mi fa un po' male al polso- ammise Asahi, voltandosi verso di lui.

- Perché la stai tenendo con troppa paura... Devi metterci un pochino più di forza. Ti dò una mano io, la posizione di base l'ho capita- affermò Gin.

- Grazie mille!- disse Asahi con un sorriso.

- Figurati- mormorò il maggiore, osservandolo: quel ragazzo aveva qualcosa di davvero tenero, o forse era solo per via della differenza fisica tra di loro...

- Un giorno ti ringrazierò per tutto questo- rise Asahi - siamo qui da poco tempo ma mi stai aiutando davvero molto!-. Aveva incontrato molte persone nella sua vita, ma nessuna che si fosse mostrata tranquilla e gentile quanto Gagamaru... Per fortuna che c'era lui in zona, altrimenti non sarebbe riuscito a essere così tranquillo.

- Figurati- rispose il ragazzo, leggermente sorpreso, continuando a fissarlo.

- Allora? Come faccio a tenerla senza farmi male?- chiese Asahi, voltandosi verso Gagamaru.

- Bè, se ho capito bene, si fa così...- Gin tornò a guardare la spada e Naruhaya lo fissò per un attimo, per poi sorridere: sí, quel ragazzo davvero gentile.

- Sei gentile a mostrarmi come fare- commento Wataru.

- È un piacere per me, marchese Kuon... Essendo un religioso non sono abituato a questo tipo di armi, ma so più o meno come difendermi, quindi spero di esserle utile!- esclamò Gurimu, decisamente nervoso.

Gli avevano a malapena mostrato come tenere bene la spada prima di affidargli il marchese... Ma in fondo, c'erano altri due nobili con loro, era normale che si occupassero principalmente di loro due.

- Ha capito, conte Aryu?- chiese Jingo, decisamente spazientito: odiava il fatto di stare insegnando a quel nobile da strapazzo, che continuava tra l'altro a colpirlo con i suoi capelli...

- In realtà, non ho ancora capito come mai una bellezza come me dovrebbe mettersi a maneggiare un'arma tanto... Rozza- affermò Jyubei. Raichi serrò appena il pugno.

- Io... Penso che l'arte della spada possa essere molto elegante, nobile Aryu- affermò - Insomma, la insegnano anche ai nobili per un motivo... Un buon nobile deve anche essere un buon condottiero. Sta a lei trasformarla in un'arte elegante, giusto?-.

Aryu lo fissò per un attimo: in effetti, era un discorso più che sensato...

- Ha un senso. Ma avrei bisogno prima di vedere la sua nobiltà, per poterla veramente sfruttare- affermò, mentre la sua attenzione veniva catturata da un movimento: a poca distanza da loro, Chigiri aveva appena tentato un affondo.

Kunigami lo osservò, cercando di rimanere semplicemente il più obiettivo possibile: era lì per insegnare a quel ragazzo, non per altro.

Ma com'era possibile che anche mentre impugnava la spada risultasse così elegante? Senza contare che di solito le persone quando provavano per la prima volta azioni simili non riuscivano a farle così bene, ma erano molto più goffi e decisamente meno eleganti.

- Come sono andato?- chiese Hyoma, voltandosi verso di lui.

- Molto bene- confermò Rensuke, avvicinandosi a lui - non sembra affatto la prima volta che utilizza una spada, marchese Chigiri-.

- Ho maneggiato altre armi prima d'ora- affermò il ragazzo, passandogli nuovamente l'arma - la spada, secondo i miei genitori, non si addiceva alla mia figura, ma mi hanno insegnato molto bene come utilizzare un coltello e i veleni-. Kunigami aggrottò la fronte.

- Ti hanno proprio istruito per ogni evenienza- mormorò; non una spada in modo che non sembrasse forte... Ma dotato di ogni arma possibile perché potesse ammazzare ogni suo nemico.

- Naturalmente: il mio aspetto porta non poche persone ad avvicinarsi a me. I miei genitori mi hanno insegnato a distinguere le persone che devo lasciare avvicinare... E quelle che invece possono fare sparire senza troppi complimenti- dichiarò Hyoma, scostando appena la veste per mostrargli il pugnale che aveva al fianco.

Kunigami lo fissò per un attimo.

- Che devi, lasciare avvicinare?- mormorò.

- Naturalmente. Sono il secondogenito, in fondo: mia sorella sarà colei a cui tutti guarderanno, il suo matrimonio ci porterà prestigio, e almeno finché mio padre sarà ancora in vita io sarò solo il secondogenito che può fare avvicinare alla mia famiglia. Te l'ho già detto o sbaglio? Io mi sposerò, ma ci saranno molte persone che cercheranno comunque di avere i miei favori e si avvicineranno a me... E che se sarà una buona cosa, dovrò accontentare per mantenere il prestigio della nostra famiglia- dichiarò Hyoma.

Conosceva il suo futuro da tempo, in fondo era sempre stato così.

- Non hai nessuno a proteggerti? Qualcuno di cui ti fidi, una guardia personale come Nagi, che possa darti una mano a...-.

- Kunigami, forse non ti è chiara una cosa- lo interruppe il ragazzo - non c'è nessuno che io conosca che non aspetti il permesso di mio padre per fare quello che dice di desiderare tanto. Non ci sarà assolutamente nessuno che andrà contro a quel permesso. E non ci sarà assolutamente nessun modo per me di sottrarmene, finché rimarrò in questo mondo. Non cercare soluzioni, non ne esistono: è semplicemente il futuro che devo affrintare, mi sembrava lo avessi capito-.

Kunigami serrò le labbra: sì, lo aveva capito ma... Lo trovava comunque incomprensibile. Non solo obbligare una persona a fare qualcosa di simile, ma anche che quel ragazzo che sembrava così tanto forte, che non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno, che praticamente dal primo momento lo aveva convinto a stare dalla sua parte quasi senza rendersene conto... Un giorno, sarebbe stato totalmente vittima di persone a cui non importava di lui, che vedevano solo l'esterno di quel ragazzo, che veramente non avevano idea di quanto potesse diventare luminoso e ancora più bello se si sentiva davvero sé stesso.

Un futuro simile... Non era quello che avrebbe dovuto attendere Chigiri, per nessun motivo al mondo. Nè per la sua posizione, né per la sua bellezza. Lui... Meritava di fare ciò che desiderava.

Aprì la bocca per chiamarlo, ma con la coda dell'occhio vide qualcuno affiancarlo.

- Non penso sia il caso di urlarlo in mezzo a tutti-. Si voltò, leggermente sorpreso di trovarsi di fronte Reo.

- Duca Reo... Come...- mormorò; aveva capito cosa stava per dire?

Reo scrollò le spalle.

- Ho conosciuto Chigiri anni fa, anche se in rare occasioni. E riconosco certi sguardi. Ma anche se siamo tutti qui, ti consiglio di fare attenzione- lanciò uno sguardo al resto del gruppo, in particolare a Shidou - non tutti apprezzeranno le tue libertà-.

Kunigami tornò a guardare Chigiri. Non gli importava, era abituato a non essere libero: ma forse, per quel ragazzo... Sarebbe potuta andare in modo diverso.

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