CAPITOLO VI.

Raichi si guardò intorno: gli sembrava che fosse tutto tranquillo... Quasi gli dispiaceva, avrebbe preferito rimanere lì che tornare in stanza, ma aveva anche paura che se avesse lasciato solo Shidou troppo a lungo quel ragazzo sarebbe andato a combinare danni.

Sospirò e, anche se con parecchio dispiacere, si diresse verso l'interno per tornare in camera sua.

- Sta tornando dentro! Via libera!- esclamò Meguru, afferrando la mano del ragazzo dietro di lui e iniziando a correre verso l'esterno.

- Asp... Bachira! Come mai mi hai trascinato qui fuori?!- esclamò Yoichi, seguendolo.

- Ma come perché?- rise il ragazzo, voltandosi verso di lui con un sorriso - Voglio esplorare un po' questo luogo!-. Yoichi lo aveva seguito praticamente senza pensarci, però adesso si sentiva un po' nervoso.

- Domani dovremo andare in giro per il castello- gli fece notare.

- Lo so, ma non per il giardino! E di notte è più divertente! Sentì Isagi- Meguru si voltò verso di lui e lo fissò negli occhi - tu hai bisogno di rilassarti. Hai bisogno di poterti liberare un po' di tutti i pensieri che ti affliggono! Seguimi, vedrai che riuscirò a farti divertire! Il tempo che passeremo qui sarà fantastico!- esclamò con un sorriso.

Yoichi lo fissò per un attimo. Avrebbe dovuto andarci piano, la situazione era seria e lui era il primo a voler riuscire a fare qualcosa per aiutare ma... Era anche vero che quel giorno, quando aveva combattuto contro Bachira, si era sentito molto più libero e sé stesso.

Bachira sembrava volerlo spingere verso qualcosa di nuovo, ma forse era anche il ragazzo stesso ad averne in bisogno; in fondo, Isagi non aveva idea di come fosse la sua vita, ma non doveva essere stata semplice... Finché avesse continuato a svolgere il suo ruolo normalmente, poteva permettersi dei momenti di svago, no?

- Va bene- si arrese - andiamo a esplorare un po' fuori-. Gli occhi di Bachira si illuminarono e strinse più forte la sua mano, per poi correre verso l'esterno.

- Pare che quei due non intendano fare i bravi- commentò Tsurugi, guardando fuori dalla finestra.

- Piuttosto, perché tu sei nella nostra stanza?- borbottò Reo.

- Il mago sta purificando la mia- affermò il ragazzo.

- Non è un mago, Deficenetsu- sbadiglio Nagi - e io voglio dormire-.

- Mettiti pure a dormire, tra un attimo lo mando via- affermò Reo. Nagi annuì e, senza farselo ripeterò due volte, si sdraiò a letto e chiuse gli occhi.

- Wow, allora ogni tanto si comporta come il tuo servo- commentò Tsurugi.

- Nagi non è il mio servo- ribattè Reo, continuando a osservare Nagi: per fortuna si era addormentato tranquillamente...

- In teoria sí-.

- In pratica no-.

- E allora cos'è?-. Reo non rispose. Sapeva bene che il mondo avrebbe sempre visto lui e Nagi come un nobile e il suo servitore; e sapeva che tutti i sentimenti che provava per il ragazzo... Non avrebbe mai potuto esprimerli, a Nagi non importavano cose simili in fondo, avrebbe solo rischiato di allontanarlo o che il ragazzo si annoiasse.

Lui era semplicemente la persona che voleva al suo fianco in ogni momento: non poteva permettersi che fosse di più... Ma non avrebbe lasciato che diventasse di meno, per nessun motivo al mondo.

- Per quale motivo devo subirmi io quello scemo?- si lamentò Gurimu.

- Almeno non ti è capitato quel duca pazzo che ha sfidato il conte Rin- rise Yudai.

- In fondo, dobbiamo passarci solo la notte- fece notare Okuhito - e a proposito, come mai siamo tutti in camera tua, Igarashi?-.

- Bè, Zantetsu non c'è e... I tre conti stanno facendo una riunione, no?-.

Niko osservò i tre conti di fronte a lui. Quando Rin gli aveva detto di andare a chiamare Aryu e Tokimotsu, non pensava che lo avrebbero lasciato assistere a una riunione tra i nobili più importanti... Ma Rin gli aveva detto di rimanere, per cui era in piedi davanti alla porta e stava continuando a osservarli.

- Allora? Come mai ci hai fatto chiamare? Io ho bisogno del mio sonno di bellezza- affermò Jyubei.

- Io non ho molto da fare, ma sono curioso!- dichiarò Aoshi.

- La farò molto breve: voi due siete quelli che più di tutti mi sembrano interessati a mantenere una certa linearità nella vita che condurremo qui. Molti degli altri nobili penso siano stati scelti proprio perché hanno delle caratteristiche... Particolari. Tra chi è amico dei servi e chi viene da famiglie che fino a poco fa non erano nobili, molti non si rendono conto che mettersi a cambiare le regole adesso potrebbe essere un enorme problema. Dobbiamo cercare di farlo capire anche a loro- affermò Rin.

Aveva bisogno del loro aiuto, per mantenere la posizione che stava cercando di ottenere e gestire il tutto.

- Io sono d'accordo- dichiarò Jyubei - non mi va giù dovermi sporcare le mani con lavori poco nobili-.

- Ecco... Va bene! Ci sono anche io!- esclamò Aoshi.

- Molto bene. Allora, direi che dobbiamo iniziare a pensare a come occuparci della questione senza che se ne accorgano: altrimenti, non usciremo mai vivi da qui- affermò Rin.

- Che cos'hai in mente?- gli chiese Jyubei.

- Ecco, pensavo che...-.

- Interessante- sussurrò Ryusei, fuori dalla stanza, un lieve sorriso in volto. Così, quei ragazzi volevano fare un po' di casino, eh? Sarebbe stato divertente... Anche se Rin continuava a essere più noioso di quanto avrebbe creduto.

Si allontanò lungo il corridoio: non voleva sapere quale piano avrebbero attuato, sarebbe stato più divertente così.

Con la coda dell'occhio, vide qualcun altro camminare lungo i corridoi.

- Ma che strano... Chissà come mai il marchese Kuon sta andando a trovare il marchese Baro...- sussurrò.

Kuon fece un respiro profondo e bussò alla stanza di fronte a lui.

- Che diamine c'è?!- sbuffò Shohei, andando ad aprire e fissando l'uomo che aveva davanti.

- Buongiorno, marchese Baro; mi dispiace disturbarla... Il suo servitore non c'è?- gli chiese Wataru, guardandosi intorno.

- No- sbuffò Shohei - che vuoi?-.

- Volevo solo parlare con lei, marchese Baro... Mi sembra che abbia idee molto diverse da tutti gli altri su come dovrebbero andare le cose qui, e mi piacerebbe sapere cosa ne pensa. Io sono nuovo, per cui vorrei imparare da qualcuno di più esperto- dichiarò Wataru.

Baro lo fissò per un attimo. Quel marchesino era uno schiavo come tanti altri ma... Almeno, sembrava riconoscere la sua intelligenza.

- E va bene; vieni dentro- disse, spostandosi per farlo entrare. Kuon trattenne un sorriso: aveva funzionato...

- Dove si trova il suo servo?- gli chiese.

- A occuparsi della cucina-.

- Questa cucina sta diventando il mio posto preferito... Sicuro che non ti disturbo?- chiese Asahi con un sorriso.

- No, tranquillo; anzi, mi fa piacere che tu non sia costretto a rimanere in camera del conte Baro- affermò Gin.

- Non ti piace proprio, eh?- rise Asahi - Come mai? Perché ci chiama schiavi?-.

- A quello sono abituato... Sono solo preoccupato di quello che potrebbe obbligarti a fare in una situazione simile- mormorò Gin; quel ragazzo sembrava così tenero e carino... Sembrava saper fare bene il suo lavoro, quindi probabilmente era abituato a cavarsela, ma quella era una situazione totalmente diversa.

Naruhaya lo fissò per un attimo, sorpreso, poi fece un piccolo sorriso.

- Sei l'unico a preoccupartene, sai?- mormorò - Ho sempre vissuto in territori molto vicini a quelli dei nobili. Mia madre era una servitrice e mi ha detto che visto che sono così carino, se avessi fatto tutto ciò che mi dicono loro avrei avuto una vita decente. Per questo mi ha insegnato a essere sempre gentile ed educato- rise.

Gagamaru lo fissò per un attimo.

- Bè, i miei genitori si sono sempre pentiti che non sia nato come te ma... Visto che ho trovato un lavoro grazie al quale non devo quasi mai incontrare le persone, sono riuscito a trovare il mio posto. Tu hai un posto simile?- gli chiese.

Naruhaya scosse la testa.

- Non ancora. Però magari... Qui riuscirò a trovare qualcosa per vivere in pace!- dichiarò con un piccolo sorriso. Forse era vero: forse anche senza essere un nobile... Sarebbe potuto essere felice.

- Siete felici che siamo qui?!- chiese Eita con un sorriso.

- Intendi del fatto che ci avete appena occupato la stanza?- borbottò Ranze.

- Stavamo per andare a dormire... Come mai siete venuti qui?- chiese Yo, voltandosi verso Karasu, mentre si accomodavano sulle poltrone presenti nella stanza.

- Questo qui voleva fare una specie di pigiama party- borbottò Tabito, indicando Otoya - o meglio, penso voglia trovarsi degli alleati prima che inizi ufficialmente la nostra vita in questo posto-.

- Alleati?- chiese Yo, confuso, voltandosi verso Otoya - Vista la tua energia, pensavo puntassi a farteli tutti amici-.

- Mi piacerebbe, ma non penso che tutti quanti se ne staranno buoni a farsi dare ordini da Rin- rise lui - a dire la verità, non piace neanche a me l'idea che sia lui il principale a decidere. Ma finché ci dà ascolto quando non siamo d'accordo, è meglio qualcuno che sappia prendere le redini in caso di emergenza, piuttosto che discutere in momenti cruciali-.

- Sono d'accordo- mormorò Ranze - quindi siete qui per sapere cosa ne pensiamo?-.

- Per conoscere le vostre idee e progetti- confermò Eita - e per fare passare a questi due un po' di tempo insieme- indicò Karasu e Hiori.

- Oi, piantala- sbuffò Tabito, mentre Hiori gli lanciava un'occhiata confusa.

- Eravate grandi amici un tempo! Dopo il matrimonio sarà più difficile, dovete approfittarne!- esclamò Eita.

Hiori lanciò uno sguardo a Karasu, che si stava ostinando a non guardarlo, consapevole che avrebbe fatto trasparire troppo di ciò che pensava di quella storia.

In effetti, un tempo erano molto più uniti; quel ragazzo lo stuzzicava spesso, ma era divertente, e aveva sempre sentito una certa intesa tra di loro.

Forse era davvero una delle ultime occasioni che avevano per riuscire a passare del tempo insieme...

- Va bene- sospirò - diamo il via a questa sottospecie di pigiama party-.

Otoya fece un piccolo sorriso; pareva che per fortuna le cose si stessero muovendo bene, e da quello che aveva potuto osservare forse non solo tra di loro...

Kunigami fece un respiro profondo e alzò la mano, bussando lentamente alla porta davanti a lui.

- Chi è?-.

- Marchese Chigiri, sono Kunigami- affermò il ragazzo - ho concluso il mio giro di ronda, volevo avvisarla che sono tornato-.

- Entra pure-. Kunigami prese un altro respiro profondo e aprì la porta del bagno.

La sua attenzione venne subito catturata dalla figura di Chigiri; il ragazzo era sdraiato nella vasca, totalmente nudo, i capelli raccolti di lato in modo che non si bagnassero.

- Il bagno che le ho preparato era adeguato?- gli chiese Rensuke, chiudendo la porta alle sue spalle.

- Sí, me lo sto proprio... Godendo- Hyoma si voltò verso di lui - sei venuto per qualche motivo preciso? Sai che non è a me che devi riferire le scoperte che fai sull'esterno-.

- Non sono qui per questo- affermò Rensuke - ma per offrirmi a lei-. Chigiri alzò un sopracciglio, nascondendo la sua sorpresa: stava dicendo...

- Che cosa intendi?- gli chiese. Senza più esitare, Kunigami iniziò a spogliarsi, tenendo lo sguardo fisso sul ragazzo.

Chigiri lo osservò con un certo interesse. Aveva avuto ragione, quel ragazzo aveva un corpo veramente muscoloso... Si vedeva che era un guerriero, aveva un fisico scolpito, ma non era esagerato come certe montagne di muscoli che aveva visto in giro.

La sua pelle era leggermente abbronzata, e in alcuni punti c'erano cicatrici che catturarono la sua attenzione: era proprio il corpo di un vero guerriero... Un corpo che rappresentava un mondo totalmente diverso dal suo, che rappresentava un mondo crudo, duro, in grado di procurargli delle emozioni che rimanendo nel suo castello non avrebbe mai potuto incontrare.

- So di essere solo un umile servitore e di non avere alcun diritto a intrommetermi nella sua vita. Però, marchese Chigiri, penso che lei abbia il diritto di compiere le scelte che desidera: finché avrò il permesso di stare al suo fianco... Mi conceda di fare tutto il possibile per servirla al massimo- Rensuke si inginocchiò, tenendo un ginocchio a terra e l'altro sollevato, un braccio sopra esso e il capo chino - qualsiasi cosa voglia che faccia, non deve fare altro che ordinarmelo. E se questo mio corpo rozzo e sporcato dalla fatica può aiutarla a soddisfare i suoi desideri, allora non esiterò a offrirglielo-.

Chigiri lo fissò per un attimo, leggermente sorpreso. Quel ragazzo... Pareva aver finalmente capito i suoi discorsi, pareva aver compreso che in quel momento non gli importava nulla del suo status o del suo futuro, voleva solo fare ciò che desiderava.

Lentamente, si alzò; lanciò uno sguardo all'asciugamano, ma decise di non prenderlo e uscì dalla vasca totalmente nudo.

- Alzati- ordinò. Kunigami si alzò, cercando di non guardare quanto quelle goccioline d'acqua stessero rendendo ancora più lucida la pelle del ragazzo di fronte a lui.

- Hai fatto un discorso molto convincente, sai? Un corpo rozzo e temprato dalla fatica...- posò una mano sui suoi pettorali e l'altra più in basso, sul suo bassoventre - è esattamente ciò che voglio-. Avere una cosa simile dentro di lui... Di sicuro, gli avrebbe fatto dimenticare molte cose del mondo esterno.

Kunigami deglutì leggermente: era così vicino...

- Le darò ciò che desidera- affermò.

- Bene. Allora ascolta attentamente ciò che desidero- Hyoma gli posò le mani sulle spalle, mettendosi leggermente in punta di piedi e fissandolo negli occhi - non voglio baci, non voglio gentilezza, non voglio riguardi. Prenditi semplicemente tutto quello che desideri nella maniera più libera possibile-.

Kunigami sapeva che avrebbe dovuto fare molte domande: come mai non volesse baci, quanto fosse sicuro di non volerci andare piano, se davvero voleva farlo con lui...

Ma quelle domande vennero spinte in un attimo in un angolo della sua mente: lo sguardo di quel ragazzo... Era troppo pieno di lussuria per pensare ad altro. Voleva solo lui.

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Si chinò in avanti e Chigiri trattenne per un attimo il respiro. Un attimo dopo, avvertì le labbra di Kunigami posarsi nell'incavo tra la sua spalla e il suo collo.

Chiuse gli occhi. Aveva le labbra leggermente ruvide, ma erano calde... Anzi, tutto il suo corpo era caldo. Forse perché era ancora bagnato, ma lo stava avvertendo molto più di quanto avesse pensato.

Aprì la bocca per dirgli che era un po' troppo delicato, quando sentì i denti di Kunigami affondare nella sua pelle. Un gemito uscì dalle sue labbra e si aggrappò appena al ragazzo: faceva leggermente male ma... Ere decisamente bello.

Sentì le forti mani di Kunigami afferrargli i fianchi e sollevarlo, dirigendosi velocemente verso la camera da letto; pensava lo avrebbe sistemato sul letto, invece si trovò a poggiare la schiena contro la finestra.

Il suo corpo ebbe un brivido per via del freddo, ma in un attimo se ne dimenticò: le labbra di Kunigami avevano iniziato a scendere lungo il suo corpo, decisamente più voraci rispetto a prima.

Le sentì soffermarsi sui suoi capezzoli; Kunigami prese quello destro tra i denti, iniziando a mordicchiarlo leggermente, e Chigiri gemette nuovamente: quell'impeto, quel desiderio che gli stava venendo trasmesso da quel ragazzo... Sí, era ciò che voleva, quello e molto di più.

Allungò la mano, afferrando i capelli del ragazzo e affondandovi dentro la mano, spingendo la sua testa più in basso. Le labbra di Kunigami scivolarono velocemente lungo il suo corpo, ma quando Chigiri stava già iniziando ad avvertirle attorno alla sua erezione sentì il ragazzo afferrargli il polso.

Abbassò lo sguardo e vide Kunigami puntare gli occhi su di lui: occhi animaleschi, occhi che sembravano volerlo divorare da un momento all'altro.

- La prego di non provare a prendere il comando, conte Chigiri; non mi obblighi a usare delle corde, le tenga per quando si sarà abituato a questo- sussurrò Rensuke, spingendo in alto il bacino.

Chigiri trattenne per un attimo il fiato nell'avvertire l'erezione del ragazzo premere contro la sua entrata: era ancora più grossa di quanto gli sembrasse poco prima... Ah, lo voleva...

- Allora mi sa che ti conviene muoverti, o potrei pensare di andare a chiedere a qualcuno che non avrebbe paura a legarmi e fare tutto ciò che desidera di me- affermò, uno sguardo di sfida in volto: voleva sapere fin dove si sarebbe spinto quel ragazzo.

- Come se potessi permetterle di uscire da questa stanza- Rensuke gli strinse appena di più il polso, obbligandolo a lasciare la presa sui suoi capelli, e lo fece tornare con i piedi per terra, facendolo voltare con il petto premuto contro la finestra - si è affidato a me, marchese Chigiri, adesso non pensi che la lascerò andare facilmente. Mi ha dato il permesso, quindi intendo prendermi tutto il suo corpo-. Chigiri sentì una mano del ragazzo iniziare a percorrere il suo corpo, scendendo ad afferrare la sua erezione, mentre con l'altra mano saliva al suo collo e lo stringeva leggermente.

- Allora... Mi lascia fare? O devo richiuderla in questa stanza per sempre?- sussurrò Rensuke, vicino al suo orecchio.

Chigiri avvertì il suo corpo venire scosso da un brivido di piacere; così tante persone avevano provato a scherzare con lui su quello, eppure adesso gli faceva un effetto totalmente diverso...

Prima che potesse rispondere, sentì le labbra di Kunigami iniziare a percorrere la sua schiena, scendendo verso il basso.

Il ragazzo gli afferrò le natiche; avrebbe voluto poter avere più tempo e fare molto di più, ma qualcosa gli diceva che lo avrebbero avuto in futuro... Adesso, doveva solo dargli ciò che desiderava.

Chigiri quasi urlò di piacere nel sentire la lingua del ragazzo spingersi con forza dentro di lui, lasciandolo per un attimo senza fiato. Caldo, sentiva caldo... Il suo corpo era bollente, la sua mente era totalmente presa a seguire le sensazioni del suo corpo, sensazioni che i gesti decisi di Kunigami gli stavano facendo provare sempre più forti.

Kunigami allargò appena le sue natiche, spingendo di più la lingua all'interno del corpo del ragazzo: non voleva fargli male, ma iniziava ad avvertire decisamente anche lui una certa fretta. Il corpo di quel ragazzo era come una droga, aveva una pelle troppo delicata e perfetta per non pensare di volerla preservare... Ma se era quel ragazzo stesso a chiedergli di segnarlo, non poteva certo negarglielo.

Quando pensò che fosse abbastanza, si mise nuovamente in piedi e spostò le mani sui fianchi del nobile, spingendo appena la sua erezione verso le natiche del ragazzo, a cui sfuggí un altro gemito.

Ormai Chigiri si sentiva semplicemente in attesa: voleva quello che stava per accadere, nient'altro.

- Mi perdoni se non la guarderò in volto, marchese Chigiri; ma se lo facessi mi verrebbe voglia di appropriarmi delle sue labbra, e mi ha già comunicato che sarebbe sconveniente- affermò Rensuke. Chigiri si voltò appena verso di lui e lo fissò negli occhi.

Quello sguardo... Lo desiderava, Kunigami lo desiderava con tutto sé stesso; anche se non abbastanza da denigrare il suo spirito.

- Posso baciare solo qualcuno di cui mi fido profondamente, è una cosa che ho deciso quando ho capito quale sarebbe stato il mio destino- spinse appena il corpo contro il suo - fai in modo che un giorno possa accadere. Fammi sentire quanto lo desideri-.

Kunigami non se lo fece ripetere due volte: si allineò alla sua entrata e si spinse con forza dentro di lui; Chigiri gettò la testa all'indietro mentre un forte gemito usciva dalle sue labbra.

Era così... Era una sensazione strana, nuova, stava catturando tutto il suo corpo e lo stava facendo tremare, trasportandolo in una dimensione dove poteva essere solo una persona invasa dal piacere che faceva ciò che desiderava.

- La prego di guardare davanti a lei, marchese Chigiri- Rensuke afferrò le sue guance e lo fece voltare verso la finestra - guardi tutto quello che le posso donare-.

Chigiri fissò per un attimo la finestra, le mura della tenuta, e poi... Una distesa sconfinata, libera da qualsiasi prigione, che pareva riuscire ad arrivare in luoghi che lui non avrebbe neanche mai potuto immaginare.

La libertà. Una libertà che forse poteva finalmente assaggiare.

Kunigami gli lasciò il volto; posò entrambe le mani sui suoi fianchi e tornò con le labbra sul suo corpo mentre iniziava a spingersi con forza dentro di lui.

Chigiri abbandonò totalmente il suo corpo tra le braccia del ragazzo; lasciò che Kunigami lo stringesse, che arrivasse sempre più a fondo dentro di lui, che si prendesse ogni centimetro di ciò che aveva custodito gelosamente fino a quel momento, per poterlo donare alla sua libertà.

E Kunigami non esitò ad acconsentire a quel suo desiderio, continuando a segnare la sua pelle mentre si spingeva dentro di lui, lasciandosi accogliere dal suo calore.

Sentì il corpo del ragazzo iniziare a tremare appena e un urlo di piacere uscì dalle labbra di Chigiri mentre iniziava a venire; Kunigami fece per fermarsi, ma il ragazzo voltò verso di lui, comunicandogli chiaramente che voleva andasse avanti.

Kunigami strinse più forte i suoi fianchi e diede un altro paio di spinte, prima di iniziare a venire a sua volta dentro il ragazzo, che chiuse gli occhi per godersi meglio quella sensazione: ormai, era stato totalmente sporcato da lui... Ed era una sensazione magnifica.

Kunigami uscì da dentro di lui e lo prese in braccio, dirigendosi verso il bagno.

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Si stava già chiedendo se fosse il caso di cambiare l'acqua della vasca, ma Chigiri gli fece cenno di entrare.

- Dobbiamo solo pulirci e andare a letto tanto, anche se è un po' fredda non sarà un problema- affermò.

- Come desideri- rispose Kunigami, entrando nella vasca da bagno. Chigiri si strinse appena a lui: l'acqua era fredda, ma il suo corpo era ancora così caldo...

- Come ti senti?- gli chiese. Chigiri per un attimo non rispose; poi alzò lo sguardo verso di lui e fece un piccolo sorriso.

- Penso proprio... Che userò il tuo corpo ancora per molto tempo-.

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