CAPITOLO XII.
- Sei arrivato all'improvviso in un posto che dovrebbe essere inespugnabile. Non ti sei presentato, hai dato spiegazioni e ci hai chiamati all'improvviso nelle segrete, interrompendo tutti i nostri lavori, solo per accusarci che tra di noi c'è un traditore e per farci liberare Shidou?!-.
- Io sono ancora in catene- ridacchiò Ryusei, che se si trovava nella sala dove si era svolto il banchetto insieme a tutti gli altri. Reo lo ignorò e continuò a parlare.
- E tutto questo dopo averci osservati per le prime ore della mattina e averci sentiti parlare tra di noi?! Pensi davvero che ci sarà qualcuno disposto a seguirti, dopo tutto questo?!- sbuffò; era vero che aveva odiato il modo in cui Rin aveva preso il comando, ma quel ragazzo stava decisamente esagerando. Era una follia totale.
- Il fatto che mi siano bastate poche ore per comprendere che non sareste riusciti a sopravvivere fino a fine estate dovrebbe farvi capire che avete bisogno di molto più aiuto per farcela- dichiarò Sae - non serve a nulla fare così pochi turni di lavoro, bisogna intensificare la produzione e mettere al sicuro le risorse per l'inverno. Bisogna inoltre decidere delle priorità-.
- Di che priorità parli?- sbuffò Rin.
- Metti caso che qualcuno di noi si ammali. E non intendo una semplice febbre, ma qualcosa di più grave che non sappiamo cosa sia; certo, alcuni di voi conoscono le proprietà delle erbe, e magari il bonzo sa le basi della medicina ma... Pensate davvero di essere in grado di gestire una cosa simile? Basta un attimo e potremmo venire tutti colpiti da un'epidemia. Siete pronti a rischiare la vita di tutti quanti per una persona?- commentò Sae - Immagino che non ci abbiate pensato, ma dovete decidere cose simili prima, in modo che chiunque sappia a cosa va incontro-.
- Questa è una follia. Siamo arrivati qui che eravamo più che sani, e stiamo tenendo tutto pulito; non c'è motivo di pensare che scoppierà un'epidemia, soprattutto se veramente ci tireranno fuori entro un mese- sbuffò Tabito.
- È proprio per questo motivo che non riuscirete a sopravvivere. Se non calcolate tutto questo, sarete morti molto prima dell'arrivo dei soccorsi. Il conte Ego voleva cercare di imprigionare qui delle persone come esperimento sociale, chi vi assicura che non abbia messo delle trappole in giro? Guardate gli animali... Chi dice che in realtà uno di esso non sia malato? Se per caso dovessero iniziare a morire e le risorse iniziassero a mancare, a chi dareste la precedenza? Sapete tutti molto bene di non essere uniti come volete pensare, e se dovesse esserci un'emergenza di sicuro non riuscirete a prendere la decisione più giusta- dichiarò Sae.
- Mi sembra più che chiaro che cosa accadrebbe in quei casi- affermò Shohei, facendo voltare gli altri verso di lui - se qualcuno di noi sarà talmente idiota da ammalarsi, dovrà riuscire a cavarsela da solo; e se qualcuno non è d'accordo e vuole aiutarlo, può fare la sua stessa fine senza troppe difficoltà. Se dovesse esserci poco cibo, non ci sono dubbi sul fatto che saranno i nobili più importanti e che hanno contribuito di più a questo luogo a usufruirne per primi. È la legge del più forte, solo lui può sopravvivere: gli schiavi non ne hanno alcun diritto. E per me, tu che sei appena arrivato in questo luogo non sei altro che uno schiavo-.
- Stai dicendo che dovremmo morire tutti quanti per voi?- ringhiò Jingo - Guarda che stiamo lavorando come dei muli per aiutarvi, io e Kunigami dopo i nostri turni siamo anche passati ad aiutare tutti voi! Se pensi che ci lasceremo morire solo perché siete dei nobili, hai proprio sbagliato a capire!- si voltò verso Sae - E se pensi che ti daremo retta solo perché stai facendo fento il figo o sei una delle persone che più potrebbero ambire al trono del te, ti sbagli di grosso. Su una cosa questo gorilla ha ragione: sei appena arrivato, non puoi permetterti di insultarci e darci ordine come se niente fosse. Se pensi che ti lasceremo rimanere qui a comandarci a bacchetta, ti sbagli di grosso!-.
Sae lo fissò per un attimo: quei ragazzi erano proprio degli idioti... Ma lui era abituato ad avere a che fare con idioti simili.
- Bene, allora vi dimostrerò che ho ragione. Volete parlare della legge del più forte, no?- estrasse la spada. Subito, Raichi e Kunigami fecero lo stesso, pronti a difendersi in caso di attacco; il primo si sistemò leggermente davanti a Chigiri mentre anche gli altri arretravano.
Reo vide Nagi fare un passo davanti a lui e gli lanciò un'occhiata: sperava non ci fosse bisogno di combattere, aveva sentito che Sae Itoshi era molto abile con la spada.
- Allora, sfiderò il più forte tra di voi- dichiarò Sae.
- Pensi davvero di potermi battere solo perché sono più piccolo di te?- commentò Rin, facendo un passo in avanti - Non mi lascerò battere così facilmente. Non sono più il bambino di una volta-.
E dire che un tempo aveva ammirato tanto suo fratello per la sua sicurezza e le sue abilità; ma adesso... Si stava trovando totalmente contro a quello che in passato aveva desiderato con tutto sé stesso.
- Non parlavo di te- Sae si voltò verso Shidou - non siete riusciti a domarlo, giusto? Allora lo farò io-.
Shidou scoppiò a ridere.
- Tu sì che sei interessante! Non vedo l'ora di sfidarti!-.
- Scordatelo: ha commesso dei crimini e ha cercato di creare discordia; non lo lascerò libero- affermò Rin.
- Mi stai dicendo che anche se adesso lo liberassimo per una sfida contro di me, dopo non sareste in grado voi, tutti armati, contro un ragazzo disarmato appena nutrito per giorni, di rimettergli le manette?-.
Rin serrò le labbra: naturalmente ne sarebbero stati in grado, ma l'ultima cosa che voleva era che Sae mostrasse a tutti che era più forte di lui.
- Secondo me dobbiamo provare- Yoichi fece un passo avanti; Rin gli lanciò un'occhiataccia.
- Che diamine stai dicendo?! La politica di mio fratello va esattamente contro a quello che stai cercando di fare- sbuffò.
- Non sto suggerendo di lasciarglielo fare perché lui abbia il controllo. Ma ormai è qui, non possiamo certo buttarlo fuori: se riuscissimo ad avere il suo aiuto e anche a riportare il duca Shidou dalla nostra parte, sarebbe più semplice anche vestire tutti gli impegni. Inoltre...- si voltò verso Sae - non ci hai ancora parlato bene della storia della spia, e immagino che non lo farai fin quando non saremo disposti ad ascoltarti-.
Sae lo fissò per un attimo, poi spostò lo sguardo su Rin.
- È incredibile che un ragazzino appena diventato un nobile sia più intelligente di te- affermò.
- Prova a ripeterlo- ringhiò Rin.
- Invece di continuare a parlare, facciamo questa prova- Jyubei affiancò Rin e gli mise una mano sulla spalla - chiunque dei due sarà sconfitto, per noi sarà un vantaggio in ogni caso: e quei due ragazzi non sono abbastanza belli da convincere tutti quanti a seguirli. Non corriamo rischi-.
Rin serrò appena le labbra: arrivati a quel punto, poteva solo fare così...
Si voltò verso Raichi.
- Toglili le manette solo una volta fuori- disse, prima di voltarsi verso Sae - combatterete in un cerchio di spade. Chiunque di voi due provi ad attaccare qualcuno di noi, la pagherà cara. Igarashi, vai a prendere la spada di Shidou- ordinò, prima di iniziare a camminare.
- Vedo che qualche decisione intelligente la riesci ancora a compiere- dichiarò Sae, seguendolo.
- Un, mi potrò finalmente divertire!- rise Ryusei, seguendolo a sua volta.
Gli altri si scambiarono uno sguardo, ma non avevano molta scelta se non mettessi a camminare a loro volta.
- È una situazione del tutto inaspettata...- mormorò Yo.
- Hai idea di cosa fare per parlare con loro? Visto che si è aggiunta un'altra fazione, sarà ancora più difficile metterci d'accordo- dichiarò Ranze.
- Lo so... Ma purtroppo, questa è anche una situazione di equilibrio politico, e non posso fare a meno di pensare che sia l'ultima occasione che abbiamo per cercare di fare qualcosa-.
- Che cosa vorreste fare?-. I due ragazzi si voltarono e videro che Chigiri gli si era avvicinato; anche Reo pareva piuttosto incuriosito dalla conversazione.
- Lo scoprirete comunque tra non molto- dichiarò Tabito - ormai è tardi per parlarne. Ma di sicuro, non staremo qui ad aspettare che la famiglia Itoshi prenda il potere. E voi?-.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo: non risposero, ma era più che chiaro che non l'avrebbero lasciato accadere.
Arrivarono tutti quanti in cortile, e come detto da Rin i ragazzi si disposero in cerchio, lasciando abbastanza spazio per Sae e Shidou che dovevano combattere, in modo da riuscire a bloccarli in caso fosse successo qualcosa.
Jingo si avvicinò a Shidou per togliergli le manette, mentre Igarashi gli passava la spada; Jingo tenne la sua puntata contro l'avversario fin quando entrambi non si furono riuniti al cerchio.
Shidou mosse appena il collo e le braccia, leggermente dolenti per via della prigionia, prima di sorridere.
- Molto bene... Questa sì che sarà una sfida interessante!- esclamò, lanciandosi verso il ragazzo.
- Altro che avere meno forze per la prigionia...- mormorò Rensuke; quel ragazzo stava combattendo come una furia e con il sorriso in volto, esattamente come aveva fatto tempo prima contro di lui...
Eppure, nonostante questo, Sae Itoshi stava tranquillamente riuscendo a tenergli testa; parava i suoi colpi e contrattaccava in modo talmente veloce che un paio di volte riuscì a strappare leggermente i vestiti di Shidou.
- Tutto qui quello che sai fare?- commentò - O ti stai solo trattenendo per non ammazzarmi?-. Shidou scoppiò a ridere.
- Tu sei troppo interessante! Non voglio certo ucciderti!- rise - Altrimenti, ti attaccherei con ancora più forza!-.
- E pensi che riusciresti a battermi?- commentò Sae. Quel ragazzo aveva decisamente una forza fuori dal comune, e capiva come mai avessero fatto fatica a combatterlo: Shidou non aveva paura di morire, combatteva per puro divertimento, non si faceva alcuno scrupolo.
Gente come quella intorno a lui non aveva possibilità di riuscire a fermarlo... Ma lui poteva riuscirci.
- Naturalmente! Non ho mai perso uno scontro, quando potevo attaccare l'avversario- rise Ryusei - perché?! Pensi che, in quel caso, saresti riuscito a battermi?-.
- Penso che...- Sae scattò in avanti; Shidou lo vide a malapena arrivare, ma sentì bene il colpo alla gamba che gli fece perdere l'equilibrio, facendolo finire a terra con la spada del ragazzo puntata alla gola - in ogni caso, io posso riuscire a batterti-.
Shidou lo fissò per un attimo, prima di scoppiare a ridere.
- Sei davvero uno spasso sai?! Mi sono appena innamorato di te!- rise.
- Succede a molti- Sae si voltò verso gli altri - adesso che lui è sistemato, occupiamoci delle cose importanti-.
- Raichi, rimettigli le manette- disse Jyubei, notando che Rin era troppo impegnato a trattenere la rabbia verso il fratello per parlare.
- Tranquilli, non servirà- Ryusei si sedette per terra, un lieve sorriso in volto - da adesso in poi seguirò solo le regole di questo bel culetto qui. Voi piuttosto, non dovreste iniziare a preoccuparvi del traditore?-.
- Conte Sae Itoshi, le dispiacerebbe spiegarci che cose sta succedendo e come mai sta accusando qualcuno di noi di essere un traditore?- chiese Ikki; era piuttosto preoccupato dalla questione, anche perché sapeva bene che rischiavano di prendersela anche con lui, in caso fosse stato uno dei servitori.
- Il conte Ego ha deciso di fare un esperimento sociale piuttosto ben congegnato: ha trovato il momento perfetto per attirarvi qui, il giusto modo per tranquillizzare le vostre famiglie, vi ha dato il necessario per non morire subito ma anche messi alla prova. Pensate davvero che una persona così si sarebbe accontentata di tornare dopo qualche mese per semplicemente capire se siete vivi o morti! Vorrà sapere come vi siete comportati, se avete collaborato, come vi siete organizzati, quando tempo ci avete messo... E magari anche chi di voi si è lasciato andare a certi comportamenti e chi è rimasto fedele al suo stato. È impensabile che non abbia fatto infiltrare qualcuno che gli comunichi quello che succede- dichiarò Sae.
- Quindi stai basando tutto ciò sulla tua non conoscenza di quell'uomo?- sbuffò Rin.
- Questo e il fatto che mentre venivo qui ho visto un piccione viaggiatore allontanarsi dalla villa; sono arrivato di notte, probabilmente hanno deciso di comunicare a quell'ora apposta per non farsi scoprire. I lupi non mi hanno attaccato fin quando non sono arrivato a vedere il castello, per cui può anche darsi che lui sia più vicino di quanto pensiamo e ci stia tenendo d'occhio- dichiarò Sae - di sicuro, si sta tenendo in contatto con qualcuno. Avete idea di chi potrebbe essere?-. Per un attimo calò il silenzio.
- Alcuni di noi si sono trovati in stanza con persone che non avevano mai incontrato prima; a meno che ci siano due spie, tenderei a escludere chi è con qualcuno che conosceva già- affermò Ikki.
- Quindi le coppie rimanenti sarebbero... Il marchese Chigiri e Kunigami, il marchese Baro e Naruhaya, tu e mio fratello, il marchese Kuon e Gagamaru, il marchese Zantetsu e Igarashi, il conte Aryu e Imamura, il conte Tokimotsu e Okihito. Di queste coppie, qualcuno di voi per caso ha notato assenze strane da parte del suo partner?- chiese Sae.
- Devi averci studiati a fondo se escludi me e Isagi- rise Meguru.
- So che da piccoli avete avuto dei contatti, e visto il comportamento del marchese Isagi dubito che ti denuncerebbe senza delle prove- dichiarò Sae.
- Bachira non ha fatto nulla, è sempre in camera con me- dichiarò Yoichi.
- Questo lo dici tu, ma sappiamo tutti come vi comportate- affermò Shohei - e a proposito, penso che le persone più indicate a fare una cosa simile siano un nobile e il suo servitore che si vantano tanto del loro legame e che non si lasciano separare neanche per un pasto-.
- Stai per caso cercando di dare la colpa a me e Nagi?- Reo lo fulminò con lo sguardo - Guarda che non siamo gli unici in coppia con qualcuno che conosciamo da tanto, o con cui abbiamo una buona intesa-.
- No, ma dubito che il marchese Hiori abbia motivo per volersene stare qui insieme al suo fidanzatino, visto che hanno tutta la vita davanti- ribattè Shohei - quindi o si tratta di qualcuno come Raichi che ha libero accesso e possibilità di andare in giro per tutto il castello anche di notte senza destare sospetti...-.
- Oi! Ti ricordo che io dormo meno di tutti voi proprio per questo, e all'inizio ero anche in stanza con quello psicopatico!- ringhiò Jingo.
-... oppure qualche nobile ha tentato di fare qualche scherzo. È molto probabile che a farlo siano persone che hanno un forte legame- continuò il ragazzo, ignorando la protesta di Raichi.
- Adesso stai decisamente esagerando!- ringhiò Reo, dirigendosi verso di lui - È vero che sono molto unito a Nagi, ma pensi che rischierei la vita di entrambi stando in questo luogo dove non può mangiare quello che vuole ed è costretto a sopportare tutte queste persone?-.
- Come difesa mi sembra un po' debole, soprattutto visto che non è la prima volta che ti sprechi tanto per il tuo servo-.
- Ti piace tanto pensare che la gente sia tua schiava, ma non riesci a concepire che qualcuno con più potere di te possa avere idee diverse dalle tue, eh?- commentò Reo. Baro assottigliò lo sguardo.
- Chi è che avrebbe più potere di me?- ringhiò. Reo fece un piccolo sorriso.
- Fai tanto il gradasso, ma io sono un duca proveniente da una famiglia che si trova nella nobiltà da tempo, mentre tu un semplice marchese che fino a un paio di generazioni fa spaccava legna per i nobili, compresa la mia famiglia. Chi mi assicura che in realtà tu non sia solo uno schiavo che sta cercando di...-.
- Non osare andare oltre!-. Reo sbarrò gli occhi mentre vedeva il pugno di Baro dirigersi verso di lui; si sentì tirare indietro e vide Nagi pararsi di fronte a lui e afferrare il polso del ragazzo, in modo da bloccarlo.
- Reo è il mio partner, io non sono il suo servo. E nessuno di noi due è tuo schiavo- affermò, fissandolo negli occhi - non mi importa chi sei, non ti lascerò toccare Reo neanche con un dito-.
Reo trattenne un piccolo sorriso: di solito era lui a prendersi cura di Nagi, ma quando aveva bisogno... Sapeva di poter contare sempre su quel ragazzo.
- Cerchiamo di calmarci tutti: nessuno ha mai visto Nagi o Reo uscire di notte. Per quanto io e Kunigami possiamo fare casino, non rimaniamo certo svegli tutta la notte, e io ho il sonno leggero, mi sarei accorto se si fossero mossi- dichiarò Hyoma - non ha senso pensare che qualcuno sia sgattaiolato fuori dalla stanza e nessuno se ne sia accorto, abbiamo le camere troppe vicine-.
- Anche questo è vero... Ma allora, come facciamo a sapere chi è stato?- mormorò Aoshi.
Per un attimo, nessuno rispose.
- Chi è solito girare per il castello di notte, oltre alla guardia Raichi?- chiese Sae.
- Io spesso rimango giù più tardi o scendo prima per il cibo- dichiarò Gin.
- Ma di solito vado sempre con lui, visto che il marchese Baro si incontra con il marchese Kuon, e non ho mai visto segni che fosse uscito!- dichiarò Asahi; non voleva che pensassero che proprio lui fosse il colpevole, era certo che fosse l'ultimo a pensare di poter fare una cosa simile... Era una persona troppo gentile.
- Tsk, non farlo sembrare strano: viene solo per pochi minuti, poi torna in camera sua- sbuffò Shohei.
- Quindi... Nessuno può accertare dove siano le vostre due posizioni in quel tempo- mormorò Sae. Baro si voltò di scatto verso di lui: adesso iniziava a incazzarsi davvero...
- Stai dicendo che sarei stato io?- ringhiò Shohei.
- Sta dicendo che potrebbe essere stato un nobile la cui famiglia ha disperatamente cercato di entrare nella nobiltà per anni, che non ha molti appoggi fuori da qui e a cui farebbe comodo avere un nobile che la aiuti a prosperare; un nobile che come compito ha girato molto per il castello, che era libero di girare anche di notte e che Raichi mi ha detto di aver visto mentre cercava di andare verso una zona del bosco dove pensavamo esserci solo una vecchia rimessa. Giusto, Sae?- chiese Rin, voltandosi verso il ragazzo.
- Esatto. Pensi di corrispondere a questa descrizione, marchese Kuon?- commentò Sae, voltandosi verso il ragazzo, che sbarrò gli occhi.
- Cosa?! Ma io... Io non lo farei mai!-.
- In effetti, mi è sempre sembrato che si guardasse in giro un po' troppo, e al contrario di Isagi e Bachira passa molto meno tempo ad aiutare gli altri, quando finisce i suoi giri- commentò Hyoma.
- Tsk, quella volta che ti ho beccato... Cosa stavi facendo?- chiese Jingo, fissandolo.
- Ecco... Io...- Wataru si guardò intorno; era chiaro che nessuno di loro avrebbe preso le sue difese...
Spostò lo sguardo su Baro, leggermente speranzoso, ma il nobile lo stava guardando come se fosse pronto a ucciderlo: non sarebbe mai stato dalla sua parte.
Si voltò di scatto per iniziare a correre, ma in un attimo si trovò la strada sbarrata da Kunigami, che aveva la spada sguainata.
- Sa bene di essere più debole di me in combattimento, marchese Kuon: la prego di non obbligarmi a ferirla- affermò.
Kuon serrò le labbra: ormai... Non poteva più fare nulla.
- Il conte Ego non sarà contento se non avrà mie notizie; non vi conviene cercare di bloccarmi- affermò.
- Vedremo se gli importerà davvero; Raichi, ammanettalo, c'è una cella vuota che lo aspetta- affermò Rin.
- Aspettate- Yo fece un passo avanti e Karasu si voltò verso di lui; voleva farlo adesso...?
- Sono d'accordo con il fatto che bisogna punire Kuon per il suo tradimento, e anche cercare di ottenere più informazioni possibili. Ma è anche vero che non possiamo continuare a comportarci come stavamo facendo adesso: per ora è tutto stabile, ma in caso accadesse qualcosa non riusciremmo a reagire in tempo, con tutti i dissapori che ci sono tra di noi- affermò Yo.
- Intendi per caso provare a prendere tu il comando?- sbuffò Rin; ormai pensavano di poter fare quello che volevano...
- No, sono ancora un ragazzino e sarei sicuramente inadatto. Ma penso che a fine giornata, dovremmo incontrarci tutti per fare un bilancio di ciò che accade, e non lasciarlo nelle mani di poche persone. Ognuno di noi dovrebbe essere responsabile di qualcosa per cui darà ordini in caso di necessità, ma per il resto dovremmo tutti essere consapevoli di tutto. Ci sono cose che i sevitori sanno fare meglio dei nobili, e altre per cui noi abbiamo più conoscenze: che si tratti di una situazione in cui dovremo stare ancora per poco o meno, è meglio che siamo il più pronti possibili a tutto. Aggiornarci giornalmente ed essere tutti d'accordo sulle persone a cui affidare certe cose in caso di necessità: dobbiamo essere sinceri su chi ha le maggiori possibilità e pensare a quello. Inoltre, penso che invece di imprigionare il marchese Kuon, dovremmo sfruttare i suoi messaggi segreti per cercare di capire se il conte Ego è davvero qui vicino e se abbiamo altri modi per uscire da qui, in attesa della squadra del conte Itoshi- Yo si bloccò per un attimo: sperava di aver detto tutto, non gli sembrava che ci fosse altro...
Alzò nuovamente lo sguardo su tutte le persone davanti a lui. Ora dipendeva tutto da loro.
- Chi di voi la pensa come me?-.
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