CAPITOLO XV.

- Cercate di fare in fretta!- urlò Ranze, osservando Iemon, Imamura e Igarashi che stavano cercando di portare dentro gli animali.

- Abbiamo finito di sistemare la stanza- affermò Hyoma, affiancandolo - fortuna che questo castello è abbastanza pieno di stanze che non abbiamo utilizzato-. Kurona si voltò verso di lui.

- Sei sicuro che portare gli animali dentro al castello non aumenterà i rischi che ci prendiamo qualcosa?- gli chiese.

- Ho fatto preparare una delle stanze lontane da dove teniamo il cibo; finché si avvicinerà solo gente abituata a stare a contatto con loro, dovremmo essere al sicuro- affermò Hyoma.

O almeno sperava... La stalla degli animali era troppo debole per riuscire a tenerli al sicuro da una tempesta simile, anzi non era escluso che avrebbero dovuto ricostruirla, il che sarebbe stato un problema per l'inverno.

Non potevano rischiare epidemie, ma non potevano neanche rischiare di perdere una simile fonte di cibo... l'unica soluzione era metterli al sicuro nel castello.

- Ho appena parlato con i due responsabili degli animali-. I due si voltarono mentre Otoya andava verso di loro.

- Dimmi che non vogliono dormire giù per tenerli d'occhio- sospirò Ranze.

- Wow, leggi nel pensiero!- rise Eita - Hanno fatto notare che anche se li abbiamo messi divisi, saranno spaventati per la tempesta e per l'ambiente nuovo, rischiano di fare danni se li lasciamo da soli-.

- Vado a parlare con gli altri per vedere cosa ne pensano, voi aspettate l'arrivo dei nuovi animali- sospirò Hyoma, voltandosi per allontanarsi.

Per un attimo calò il silenzio.

- Pensi sia saggio dormire da soli durante una tempesta?- chiese Eita. Kurona per un attimo non rispose e alzò appena lo sguardo verso il cielo: per adesso c'era solo un forte vento, ma tra poco di sicuro sarebbe peggiorato tutto... Fortuna che Bachira li aveva avvisati in tempo.

- Parli di loro due? Perché penso staranno piuttosto vicini- commentò Ranze. Hiori non gli aveva detto cosa fosse successo nella stalla, ma era piuttosto chiaro dal rossore delle sue labbra.

- Anche di noi-. Kurona rimase in silenzio per qualche secondo, prima di voltarsi verso il ragazzo al suo fianco.

- Stai suggerendo di dormire insieme?- commentò.

- Non dormiremo molto comunque, visto il temporale... Almeno quando staremo riposando potremo farlo con tranquillità, no?- fece notare Eita.

Kurona lo fissò per un attimo: non era male come idea, in effetti, non sarebbe stato sicuro dormire da solo con la tempesta... E poi la compagnia di quel ragazzo non era male.

- Va bene- rispose, e il ragazzo gli rivolse un sorriso. Doveva decisamente ringraziare Karasu...

Hiori lanciò un'occhiata a Karasu, che stava finendo di sistemare una specie di barriera momentanea tra i vari animali, in modo che non si facessero del male a vicenda.

Non avevano avuto molto tempo per parlare, dopo quello che era successo tra loro... E in realtà non c'era molto da dire: aveva accettato la sua proposta, lo sapeva bene, e sapeva anche che nessuno dei due si sarebbe tirato indietro. Ma dopo... Cosa sarebbe successo?

- Sono così bello da continuare a fissarmi?- commentò Tabito, voltandosi verso di lui - Guarda che sei tu la regina delle nevi, mica io-.

- Dovresti smettere di chiamarmi così- borbottó Yo - pensi che riusciremo a gestire gli animali tutta la notte?-.

- Lo spero- mormorò Tabito; non sarebbe stato per nulla semplice, ma sperava che non ci fossero troppi casini...

- Sicuro di voler dormire qui anche tu? Dovresti riposare- gli fece notare.

- Non sono delicato come pensi- affermò Yo, dirigendosi verso di lui - ci daremo il cambio. In ogni caso avremo il tempo per portare giù solo un letto, quindi dovremo comunque dormire a turno-.

- Pensavo mi proponessi di dormire con te- commentò Tabito. Hiori lo fissò per un attimo, prima di distogliere lo sguardo.

- Basta che non mi tocchi fino all'ultima sera, come mi hai promesso- mormorò.

- Se lo facessi, sarebbe peggio anche per me-. Prima che Hiori potesse rispondere, Imamura entrò nella stanza.

- Stanno arrivando Igarashi e Okuhito con le capre!- dichiarò. I due ragazzi annuirono e si diressero verso l'ingresso per dare loro una mano; sperava che riuscissero a farli sopravvivere tutti quanti...

- Capisco. Se è per la sopravvivenza degli animali, penso che non ci sia molta altra scelta- affermò Sae - tu hai dei medicinali per riuscire a curarli in caso accadesse qualcosa?-.

- Parla dei due marchesi o degli animali?-.

- Entrambi-.

- Per i marchesi, finché si ammalano per la tempesta dovrei riuscire ad avere tutto il necessario a farli guarire. Se dovessero prendere qualche malattia dagli animali... Per alcune li posso curare, ma non mi sono mai occupato propriamente di queste malattie quindi sarebbe più difficile. In ogni caso, una volta che la situazione sarà a posto è meglio che io li visiti, prima che tornino insieme agli altri- dichiarò Hyoma.

Sae lo fissò per un attimo. Rischiare due nobili per tenere gli animali al sicuro... Poteva non essere una cattiva idea, soprattutto visto che quei due ragazzi erano abituati a stare insieme agli animali, il rischio che si ammalassero era basso.

- Se anche gli altri sono d'accordo, comunica pure loro che possono farlo senza problemi- disse.

- Va bene- rispose Hyoma, voltandosi per uscire dalla stanza.

- Da quando giri senza il tuo cane da guardia?-. Chigiri si fermò a pochi passi dalla porta e si voltò, fissando Shidou, che era seduto in un angolo della stanza, non molto distante da Sae.

- Da quando tu hai cambiato obiettivo e sai cosa rischi se ti avvicini di nuovo a me. Inoltre, al momento ha cose ben più urgenti da fare-.

- La ringrazio per i legni, macese Baro- disse Rensuke, afferrando l'ennesima scorta che gli era stata portata: sperava che poi riuscissero ad asciugare in tempo, ma almeno le finestre e le porte delle stanze principali andavano bloccate, altrimenti rischiava di entrare la tempesta.

Si stava occupando di metà del castello seguendo gli ordini di Sae, lasciando l'altra metà a Raichi, e con sua sorpresa era stato Baro a portargli il necessario.

- Uno schiavo non saprebbe mai distinguere il legno giusto da utilizzare in queste situazioni, avreste rischiato di sprecare tutto questo per nulla- dichiarò Shohei.

Kunigami gli lanciò un'occhiata: pareva che fosse il suo modo per dirgli che intendeva fare del suo meglio per aiutare... Qualcosa di recente lo aveva cambiato.

- Scusi se mi permetto, marchese Baro, ma come mai ha rinunciato al suo schiavo personale?- gli chiese Rensuke.

Naruhaya e Gagamaru non avevano detto nulla, ma quel cambio aveva incuriosito un bel po' di persone...

Baro gli lanciò un'occhiataccia.

- Non mi importa di avere uno schiavo; volevo starmene in camera da solo. In ogni caso presto ce ne andremo tutti quanti, non ha senso abituare qualche schiavo alle mie necessità se tanto poi non lo rivedrò: lui seguirà quel ragazzo, per cui non avevo più motivo di tenerlo con me- dichiarò.

- Quindi all'inizio... Pensava di tenerlo con lui?- chiese Rensuke. Baro rimase per un attimo in silenzio: non ci aveva mai effettivamente pensato, però...

- Ovvio che no. Ma finché era uno schiavo che si concentrava su di me poteva andare tutto bene, visto che adesso ha altro a cui pensare non ha più senso- dichiarò Shohei. Almeno, però, aveva trovato qualcosa che non gli facesse più compiere gesti così disperati.

- Sa, marchese Baro- mormorò Rensuke - ci sono tanti bastati qui dentro ma... In fondo, lei è uno dei migliori-. Prima di poter ricevere qualche insulto o trovarsi con la gola tagliata, Kunigami si voltò per dirigersi verso la camera successiva.

Non gli era andata così male come compagnia, anche se sperava di poter tornare presto a dare una mano a Chigiri... Probabilmente ci sarebbe riuscito, se anche Raichi stava facendo bene il suo lavoro.

Raichi lanciò uno sguardo al nobile che lo stava seguendo.

- Perché continua a guardarsi intorno, marchese Zantetsu?- commentò; non aveva mai capito se quel nobile fosse un genio o un idiota...

- Perché ti serve un esperto di legna, ovviamente- affermò Tsurugi - mi è stato affidato questo compito e lo porterò a termine. Allora? Quante stanze mancano?-.

Raichi lanciò un'occhiata alle stanza nel corridoio davanti a lui.

- Non molte... Almeno di quelle principali, poi dobbiamo chiedere se ce ne sono altre da fare-. Quelli erano lavori decisamente più adatti a lui: era più bravo a gestire quelle catastrofi che dei nobili che non riuscivano a fare nulla, se non lamentarsi di tutto. Anche se ultimamente stava andando meglio...

- Vedo che sei molto bravo nel tuo lavoro- commentò il nobile.

- Naturale- borbottó lui - mi sembra strano che lei non sia con il duca Mikage però, mi era sembrato che foste molto uniti-. Zantetsu per un attimo non rispose.

- Con lui non è così semplice- mormorò - sarebbe disposto a metterci tutti nei guai... Se questo significasse che può salvare Nagi-.

- Reo, sicuro che non dobbiamo fare altro per aiutare?- chiese Nagi, stiracchiandosi leggermente: avevano portato giù il letto per Hiori e Karasu e aiutato a trasportare alcune cose, ma adesso Reo stava volendo tornare in stanza.

- Non voglio che rischi di ammalarti- rispose Reo - meglio che ci mettiamo sotto le coperte. Andrò a chiedere a Gagamaru a che punto sono con il cibo, così riusciremo a cenare senza troppi problemi e...-.

- Reo- Nagi allungò la mano e gli afferrò il polso. Il ragazzo si voltò verso di lui, leggermente sorpreso.

- Dimmi-.

- Torniamo giù. Non servirà a niente quello che abbiamo fatto se domattina sarà tutto distrutto- affermò. Reo serrò appena le labbra.

- Andrò ad aiutare io, tu...-.

- Io verrò con te. Non ci separeremo- dichiarò il ragazzo.

- Ma...-.

- Il tuo servitore ha ragione: qui serve ancora una mano-. I tre si voltarono e videro Rin, Aryu e Tokimotsu andare verso di loro.

- A fare cosa?- chiese Reo, osservandoli.

- Aryu e Tokimotsu si sono già occupati di prendere tutti gli abiti e le stoffe necessarie e metterle al sicuro, ma mentre finiscono di controllare quelle presenti negli altri luoghi serve qualcuno che aiuti a controllare la cucina. Gagamaru e Naruhaya sono fuori a cercare di proteggere i campi prima che inizi a piovere- affermò Rin - se non volete andare fuori ad aiutarli, andate a controllare la cucina-.

Prima che Reo potesse ribattere, Nagi gli afferrò la mano e lo trascinò via lungo il corridoio.

- Andiamo in cucina. Al massimo così possiamo mangiare qualcosa lì, no?- gli fece notare. Reo lo fissò per un attimo: pareva che quel ragazzo fosse deciso ad aiutare, il che era piuttosto strano per lui, però...

Serrò appena le labbra: doveva essere al suo fianco. Anche se sperava che Gagamaru e Naruhaya rientrassero presto.

- Sta iniziando a piovere- mormorò Gin, avvertendo le prime gocce iniziare a colpirlo; e a giudicare da quanto vento ci fosse e il poco tempo in cui era arrivato, quella pioggia lieve sarebbe durata molto poco...

- Dici che possiamo fare altro per cercare di proteggere il raccolto?- mormorò Asahi, preoccupato: se lo avessero perso...

- Abbiamo raccolto tutto quello che potevamo, e abbiamo creato abbastanza canali perché i campi non si allaghino totalmente... Possiamo solo sperare che non ci siano danni troppo permanenti, ma per qualche giorno dovremmo riuscire a mangiare tranquillamente- mormorò Gin. O almeno, sperava che andasse tutto in quel modo...

Naruhaya gli lanciò un'occhiata e, notando quanto fosse preoccupato, si avvicinò a lui.

- Stai facendo il possibile, e la tempesta non è certo causa tua- affermò, allungando la mano e afferrando la sua - rientriamo, prima di rischiare di ammalarci, va bene?-.

Gagamaru annuì, anche se non era molto convinto, e i due rientrarono nel castello. Stava per dirigersi in cucina, quando Naruhaya lo bloccò nuovamente.

- Dobbiamo prima asciugarci, altrimenti rischiamo di ammalarci... So che hai fretta di andare in cucina, ma dobbiamo prima pensare alla nostra salute. Non devi preoccuparti per il cibo: se ne stanno prendendo cura Niko e Kuon-.

- Marchese Kuon, quante ceste le mancano da dividere?- chiese Ikki, mentre stipava una parte del cibo che erano riusciti a portare in casa al suo posto.

- Non ne ho idea- borbottó Wataru - non è mica così semplice riuscire a dividere tutto quanto-. Eppure lo sapeva bene che era essenziale, lo aveva imparato quando ancora non era un nobile.

Serrò appena le labbra: aveva pensato che l'accordo con il conte Ego sarebbe servito a non fargli più vivere alcuna situazione simile, invece era finito ancora peggio di un tempo. Se solo non l'avessero scoperto...

- Possiamo dare una mano?-. Si voltò, sorpreso di vedere Reo e Nagi comparire sulla soglia.

- Sarebbe molto utile, grazie mille: ci sono ancora un po' di ceste da dividere e da sistemare in luoghi dove l'acqua non dovrebbe arrivare- dichiarò Ikki.

I due ragazzi annuirono ed entrarono nella stanza, dirigendosi verso le ceste; ignorarono la presenza di Kuon e afferrarono due ceste a testa, andando a sedersi al tavolo per iniziare a lavorare.

- Ragazzi-. I due alzarono lo sguardo e videro Isagi comparire sulla soglia della porta.

- Dicci- rispose Nagi; il moro aveva un'espressione piuttosto preoccupata in volto.

- Avete visto Bachira, per caso? Abbiamo finito di controllare il castello e sono andato a riferire a Rin che per adesso non ci sono danni o grandi aperture, ma mentre andavo ho perso di vista Bachira-. Era un po' preoccupato: in quel periodo non si era praticamente staccato da lui, mentre adesso era sparito non appena lui aveva raggiunto Rin...

Gli era sembrato felice che quella volta avessero ascoltato senza problemi la sua predizione, ma forse c'era qualcosa che gli sfuggiva che lo aveva fatto stare male.

- No, non lo abbiamo visto- rispose Reo. Isagi serrò appena le labbra: dove poteva essere andato, in un momento simile...?

- Isagi!-. Il ragazzo si voltò e vide Chigiri andare velocemente verso di lui; molto velocemente, più di quanto lo avesse mai visto muoversi in quel periodo.

- Che succede?- gli chiese, allarmato.

- Bachira. Kunigami lo ha appena visto uscire in giardino, ma ormai la pioggia sta iniziando a scendere piuttosto forte, è pericoloso stare fuori... Hai idea di cosa stia facendo?-. Isagi sbarrò gli occhi: era uscito con un tempo simile?!

Invece di rispondere, superò velocemente Chigiri per dirigersi verso la porta.

- Aspetta!- gli urlò il ragazzo, ma Isagi non lo ascoltò: doveva riuscire a raggiungere Bachira a qualsiasi costo.

Bachira stava tranquillamente camminando per la foresta a lato della casa, guardandosi intorno con un sorriso.

- Era da tempo che non vedevo un temporale simile- sussurrò. La pioggia scendeva talmente forte che riusciva a malapena a vedere gli alberi intorno a lui, ma quelle fronde verdi erano decisamente una bella vista...

- Certo, visti i tuoni che sto sentendo, tra poco potrebbe tranquillamente cadere un fulmine e colpire uno di questi alberi- rise; in quel caso sarebbe potuto morire ma... In fondo, era uscito consapevole del rischio.

Alzò appena lo sguardo e fece un sorriso nel vedere la capanna che stava cercando: quel magazzino non era già molto resistente di suo, di sicuro non sarebbe potuto sopravvivere a qualcosa di simile.

- Trovato!- ridacchiò, dirigendosi verso la porta. Si sentì afferrare per il polso e si voltò di scatto.

- Finalmente ti ho trovato!-. Bachira sbatté un paio di volte le palpebre, leggermente sorpreso.

- Isagi...? Che ci fai qui?! Potresti ammalarti!- esclamò Meguru, posandogli le mani sulle spalle - Per favore, torna indietro!-.

- Posso dirti lo stesso; perché sei venuto qui fuori da solo?! È pericoloso, potresti essere colpito da un momento all'altro!-.

Bachira per un attimo rimase in silenzio.

- È vero, le possibilità sono alte- mormorò - soprattutto visto che siamo vicini a questo luogo. Ma se il piccione viaggiatore non dovesse trovare nulla di quello a cui era abituato, potremmo perdere il nostro unico metodo di comunicazione con l'esterno: voglio solo entrare lì dentro a prendere la gabbietta dove lo teneva Kuon di solito-.

- E se un fulmine dovesse colpire il capanno?! Non è sicuro!- esclamò Yoichi.

- I demoni mi proteggeranno, non preoccuparti- rise Meguru - tu cosa vuoi fare?-.

Isagi sbarrò gli occhi.

- Vuoi che venga anche io?!-.

- Già che sei qui- ridacchiò Meguru - mi sei venuto a cercare, no?-. Isagi annuì e vide il ragazzo sorridere.

- Mi ha reso felice- sussurrò. Si era preoccupato per lui, era andato a cercarlo... Andava tutto bene.

- Bachira...- mormorò il moro; cosa poteva dirgli? Doveva portarlo dentro, altrimenti...

- Io so che non morirò- affermò Meguru - devo solo entrare, prendere l'oggetto e uscire. Non ti piace il brivido, Isagi?- fece un sorriso e iniziò ad arretrare - Non ti piacerebbe... Viverlo con me?-.

Prima che Isagi potesse rispondere, lo vide sparire nella pioggia.

- Bachira!- provò a chiamarlo, ma non ottenne alcuna risposta. Serrò le labbra: probabilmente, era davvero entrato nel magazzino...

Si guardò intorno: nessun altro avrebbe rischiato la sua vita per andarli a cercare, sarebbero potuti morire lì.

Eppure, perché le parole di Bachira che rimbombavano nella sua mente... Gli stavano facendo provare un tale brivido?

Fece un respiro profondo e riprese a camminare: si fidava di Bachira, sentiva che sarebbe andato tutto bene. E se qualcosa doveva andare storto... Preferiva vivere quel brivido al suo fianco.

Allungò la mano e afferrò la maniglia, aprendo la porta di fronte a lui.

Si guardò intorno: dentro era piuttosto buio, non entrava luce quindi era difficile vedere...

- Bachira?- chiamò. Sentì una mano posarsi sul suo petto e si trovò con la schiena contro la parete. Il volto di Bachira comparve di fronte a lui: era ancora leggermente buio, ma almeno sapeva che era lì.

- Mi hai seguito- sussurró Meguru, stringendo appena a sé la gabbietta che aveva trovato.

- Sí- confermò Yoichi. Poteva avvertire il respiro di Bachira sfiorargli la pelle, le labbra del ragazzo a pochi centimetri dalle sue, e i loro corpi erano praticamente appiccati. I vestiti erano bagnati, per cui riusciva a sentire perfettamente il lieve calore emanato dalla sua pelle.

- Come mai?- sussurrò Meguru.

- Perché mi fido di te. E volevo seguirti- rispose Yoichi - ti seguirò sempre, in qualsiasi luogo deciderai di andare... Io ti raggiungerò-.

Bachira fece un piccolo sorriso: quel ragazzo era davvero incredibile...

- Allora farò lo stesso- sussurrò, staccandosi appena da lui; voleva dirigersi verso la porta, ma si sentì afferrare per il polso e un attimo dopo le labbra di Isagi erano sulle sue e il braccio del ragazzo attorno alla sua vita.

Chiuse gli occhi e senza esitaizone ricambiò il bacio; le labbra di Yoichi erano dolci ma allo stesso tempo accattivanti, qualcosa che sembrava comprenderlo pienamente e riuscire a donargli ciò che desiderava.

Yoichi lo strinse leggermente di più a sé. Sapeva bene che stava facendo qualcosa da cui non sarebbe riuscito a tornare indietro: ma quell'emozione che solo quel ragazzo riusciva a fargli provare... Non aveva intenzione di rinunciarvici.

- Odio interrompere il momento ma... Temo che tra non molto arriverà un fulmine- ridacchiò Meguru - dovremmo andare-. Isagi annuì e si staccò da lui; gli afferrò la mano e uscì velocemente dalla capanna.

Iniziarono a correre, tenendosi per mano, entrambi sorridendo, i corpi pieni di adrenalina mentre sentivano la tempesta infuriare attorno a loro.

Un fulmine cadde sul capanno alle loro spalle e i due ragazzi non poterono fare a meno di guardarsi e scoppiare a ridere.

Isagi tornò a guardare di fronte a sé; di sicuro con quel ragazzo... Poteva vivere avventure che sarebbero state impossibili con chiunque altro.

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