CAPITOLO XVII.
La tempesta per fortuna si placò dopo la prima notte; la pioggia continuò a scendere lentamente per un giorno, prima di fare tornare un lieve sole di inizio inverno che pian piano stava cercando di asciugare il paesaggio intorno a lui.
- Il sole è troppo freddo per pensare che riuscirà a riparare danni simili in poco tempo- affermò Sae, osservando fuori dalla finestra.
- Non sappiamo neanche quali siano i danni; non puoi pensare di proporre di diminuire le razioni senza sapere cosa sia successo- sbuffò Rin. Odiava quel modo di fare di suo fratello, si comportava come se fosse a conoscenza di tutto quanto...
Ma anche se diminuire le razioni fosse stata una buona idea, lui sapeva bene che le persone di quel luogo non ne sarebbero state entusiaste: Sae non conosceva quel castello, lui ci aveva passato molto più tempo e sapeva bene che provare a convincerli ad abbandonarsi era inutile. O si sarebbero messi tutti contro una stessa persona, come con Shidou, oppure sarebbe stato impossibile convincerli a non mettersi praticamente a combattere fra di loro.
- È meglio prepararsi al peggio. La mia squadra impiegherà ancora più di due settimane ad arrivare, non possiamo pensare di riuscire a gestire i danni in così poco tempo- affermò Sae.
- Come fai a essere così tanto sicuro di quando arriveranno? Per caso hai un modo per contattarli?!- sbuffò Rin.
- Certo che no, o avrei potuto fare molto di più. Ma è il tempo che gli ho ordinato io di aspettare: ne hanno bisogno per organizzarsi in modo da riuscire a raggirare Ego, e avevo previsto che almeno per un paio di giorni il tempo non sarebbe stato dei migliori. È meglio impiegarci un pochino in più, piuttosto che rischiare che arrivino e non riescano a portarci via- dichiarò Sae. Sarebbe stato un problema se qualcosa fosse andato storto, non sarebbero riusciti a fare ciò che avevano previsto... E non avrebbero avuto un'altra occasione. A meno che il conte Ego avesse intenzione di liberarli a un certo punto, quello era l'unico modo che avevano per riuscire ad andarsene.
- Arrenditi fratello minore, tuo fratello è decisamente più bravo di te a organizzare queste cose- rise Ryusei, seduto su una poltrona della stanza.
Rin lo guardò male.
- Perché te lo stai portando in giro come un cane?- sbuffò, tornando a guardare Sae.
- Mi è comodo come guardia e fa tutto quello che gli dico- rispose semplicemente Sae - tu hai qualcuno di simile?-.
- Naturalmente no, perché sei stato tu il primo ad abbandonarmi perché facevo troppo affidamento sugli altri- ribattè Rin - ma adesso vieni qui e te ne vai in giro con un ragazzo pericoloso fidandoti a lasciarlo avvicinare a te? Non dirmi che avete scopato davvero!-.
- Non ancora, ma se vuoi ti chiamo ad assistere- rise Ryusei.
- Shidou- lo riprese Sae, prima di tornare a guardare il fratello - solo nel momento in cui sei abbastanza forte per cavartela da solo puoi trovarti degli alleati che stiamo sotto il tuo comando-. Prima che Rin potesse rispondere, sentirono bussare alla porta.
- Avanti- disse Sae, e Rin lo guardò male.
La porta si aprì ed entrò Niko, che fece un inchino, prima di tirarsi su per iniziare a parlare.
- Il campo all'esterno è quasi completamente distrutto, ma una volta che la terra sarà meno allagata Gin ha detto che potrà tornare a coltivare senza troppi problemi... Dovrebbero bastare un paio di giorni e inizieremo ad avere di nuovo qualcosa. Per fortuna, quello che avevamo raccolto è sopravvissuto senza problemi. Per quanto riguarda gli animali, un paio di capre sono dovute essere abbattute perché hanno rischiato di ucciderete le loro compagne, ma a parte quello non ci sono state perdite grazie al controllo del marchesi Hiori e Karasu. Il castello ha subito qualche danno, ma nulla di irreparabile, e tranne il capanno andato distrutto dovremmo riuscire a riparare tutto quanto. Dovremo ricostruire anche la stalla, visto che la maggior parte non è più in piedi, in modo da poter fare tornare gli animali. In generali, i danni potevano essere molto peggiori- dichiarò Ikki. E per fortuna, aveva una grandissima ansia di quello che sarebbe potuto succedere se non fosse andata così...
- Molto bene- affermò Sae.
- Gli altri sono già al lavoro?- chiese Rin.
- Quasi tutti... Purtroppo il marchese Kurona non si sente tanto bene, per cui Chigiri lo sta visitando-.
- Non mi sembra tu abbia nulla di particolare- mormorò Hyoma; la pelle del ragazzo era a posto, non aveva niente di strano a parte essere un po' caldo e avere gli occhi leggermente lucidi...
- Hai preso freddo?- gli chiese.
- Diciamo che sono abituato ad altre temperature- rispose Ranze - ma comunque non ho preso troppo freddo in generale... Forse è successo quando sono sceso ad aiutare Hiori e Karasu con gli animali-. Chigiri annuì.
- Ti dò qualcosa per farti riposare; rimani per un po' qui, così riuscirai a dormire bene. Abbiamo abbastanza coperte, quindi usale pure per rimanere al caldo: potresti subire un po' di sbalzi di temperatura, ma l'importante è che rimani al caldo. Ti verrò a trovare ogni tanto a controllare come stai; c'è una campanella di fianco al letto, suonala se hai bisogno. Tra poco ti faccio portare qualcosa di caldo- affermò Hyoma.
- Ti ringrazio- mormorò Ranze, alzandosi per dirigersi verso il letto che il ragazzo gli aveva indicato. Non gli piaceva per nulla come cosa, non gli piaceva l'idea di doversene stare a letto a fare nulla... Ma sapeva bene che uscendo avrebbe messo in pericolo i suoi amici, e non poteva permetterselo.
Lanciò un'occhiata alla porta. Almeno, Hiori avrebbe potuto concentrarsi un po' su sé stesso; ma gli dispiaceva abbandonare Otoya...
- Tutto bene?- gli chiese Hyoma, notando che si era bloccato.
- Sí- mormorò Ranze, sdraiandosi sotto le coperte - puoi fare sapere a Otoya che non è stata colpa sua?-. Chigiri lo fissò per un attimo.
- Certo- rispose, prima di voltarsi per uscire dalla stanza.
Fuori trovò Hiori, Karasu e Otoya; oltre a Kunigami, che lo stava aspettando leggermente più lontano.
- Come sta?- gli chiese il primo, preoccupato, avvicinandosi leggermente a lui.
- Ha solo preso freddo, dovrebbe stare bene con un po' di riposo... Per sicurezza però, preferisco fare entrare solo la persona che gli porterà del cibo, non voglio rischiare che qualcun altro di voi si ammali- dichiarò Hyoma - al momento sta riposando, è tutto ciò che gli serve-.
- Capisco- mormorò Yo; almeno non era grave, però... Kurona era al suo fianco da tanto tempo, gli dispiaceva non poter fare lo stesso in un momento simile: immaginava come si stesse sentendo, e anche se era il primo a volere che riposasse sapeva anche che il ragazzo avrebbe voluto poter continuare a stare al loro fianco e aiutarli.
Karasu gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla.
- Sta riposando, è inutile che stiamo qui, lo direbbe anche lui: torniamo al lavoro, passeremo a vedere come sta più tardi. Hai bisogno di distrarti- affermò; stare lì fuori a preoccuparsi era inutile, doveva cercare di portarlo via e farlo distrarre.
- Va bene- mormorò Yo, voltandosi verso Otoya - tu vieni con noi?- gli chiese.
Il ragazzo non rispose, ancora immobile a fissare la porta della stanza di fronte a loro, un'espressione leggermente angosciata in volto.
- Otoya?- lo chiamò Tabito. Chigiri si avvicinò al ragazzo.
- Kurona mi ha detto di rassicurarti sul fatto che non è colpa tua: in stanza stava bene, ha preso freddo quando è andato in giro per il castello- dichiarò.
Otoya si voltò verso di lui e gli rivolse un piccolo sorriso.
- Sei un ragazzo parecchio sicuro di te, eh?- commentò, avvicinandosi leggermente a lui - Vuoi che ti insegni come conquistare le persone?-.
- Eccolo che rincomincia...- sospirò Tabito, lanciando un'occhiata a Kunigami, che aveva già una mano sulla spada.
- Questa è la mossa del "ringraziamo il bel medico con una stretta sexy!"- esclamò Eita, cingendogli leggermente la vita con un braccio e tirandolo appena verso di sé con un piccolo sorriso. Kunigami fece per andare velocemente verso di lui, ma Chigiri alzò una mano per fermarlo e fissò il ragazzo di fronte a lui.
- Adesso mi fai la domanda che mi vuoi davvero fare, o continui a fare l'idiota?- commentò. Otoya lo fissò per un attimo: per quanto lui e Kurona potessero sembrare simili... Come aveva immaginato, non stava provando minimamente la stessa sensazione.
Si staccò da lui.
- Quanto sei sicuro che guarirà?- mormorò.
- Non sono un medico specializzato. Quello che so, è che se fosse qualcosa di grave e contagioso si sarebbe già espanso; se è qualcosa di grave che riguarda solo lui... In ogni caso, non so quanti medici sarebbero riusciti a fare qualcosa. Gli è venuto all'improvviso per via della tempesta, quindi se non gli dovesse passare... Significa che ha innescato qualcosa che non so come fermare, e possiamo solo sperare che sopravviva fino a quando incontreremo un medico più esperto. Ma dai casi che ho visto fin'ora, dubito che sia qualcosa di così grave: stai tranquillo e concentrati sul tuo lavoro- rispose Hyoma.
Non poteva averne la certezza, ma avrebbe fatto guarire quel ragazzo a ogni costo.
- Va bene- mormorò Eita, voltandosi - scusami per prima. Digli che lo aspetto per un po' di compagnia- disse, prima di iniziare a camminare lungo il corridoio.
Con sua sorpresa, Hiori lo affiancò.
- Ti sei preso una cotta per il mio futuro marito, per caso?- gli chiese, osservandolo: non l'aveva mai visto così serio in tutti quegli anni...
Otoya fece un piccolo sorriso.
- È una persona più interessante di quanto credessi- mormorò - ha qualcosa che ti cattura. Ma come hai detto, è il tuo futuro marito-.
- Kurona è stato il primo a dirmi che non gli sarebbe importato se avessi voluto anche qualcun altro al mio fianco; so che lo ha detto principalmente per me, ma vale lo stesso anche per lui. Per cui fammelo sapere, se ogni tanto vuoi venire a trovarci- disse Yo, prima di accelerare il passo per allontanarsi.
- Stai per farmi un discorso anche tu?- commentò Eita, lanciando un'occhiata a Karasu - Il tuo non fidanzatino ha detto che posso andare quando voglio, ma immagino che non ti abbia detto lo stesso-.
- Per noi sarebbe più complicato- mormorò Tabito - lui è il futuro erede della sua famiglia; anche se si uniranno, Kurona andrà a vivere da Hiori e sarà lui il principale detentore del potere. Molti vedranno Kurona come una moglie che deve solo ritenersi molto più fortunata delle altre, e non avranno problemi se lo vedranno ogni tanto a passeggiare con qualche nobile per il giardino, soprattutto se il nobile è lì per affari. Ma avranno decisamente problemi se il principale marchese della casa desse la precedenza alle visite di un altro marchese e passassero ore insieme, anche quando magari dovrebbe avere altri ospiti-.
- Quindi a te andrebbe bene se io potessi vederlo quando voglio, ma tu non potessi stare con Hiori?- commentò Eita.
- Di sicuro Kurona avrà molto più tempo libero, anche Hiori sarebbe felice... Devi solo convincere il diretto interessato- dichiarò il ragazzo - e smetterla di provarci con gli altri. O penso che Kurona potrebbe ucciderti prima di Kunigami...-.
- Sicuro che vuoi che lasci perdere?- chiese Rensuke, lanciando un'occhiata al corridoio dove si erano allontanati i tre ragazzi.
- Otoya non è come Shidou, lascia pure stare: lo ha fatto con metà delle persone presenti qui, non aveva brutte intenzioni. Piuttosto, cerca di non stare troppo in quest'area, non vorrei che ti ammalassi anche tu- dichiarò Hyoma.
- D'accordo... Tu stai bene?- gli chiese Rensuke, allungando la mano e posandola sulla sua fronte.
- Sí, non preoccuparti- mormorò Hyoma - ho preso le dovute precauzioni. Se vuoi torna pure al lavoro, io ho un paio di cose da fare qui-. Kunigami serrò appena le labbra: non gli piaceva il pensiero di lasciarlo solo, ma sapeva anche lui che era meglio andare e poi tornare a controllare come stesse.
- Va bene. Tu chiamami se qualcosa non va o non ti senti tranquillo, va bene?- sussurrò Rensuke, allungando la mano e scostandogli una ciocca di capelli da davanti al volto. Chigiri trattenne un piccolo sorriso.
- Non preoccuparti, io starò bene, e sono sicuro che nessuno verrà a rompermi le scatole. Hanno di meglio a cui pensare-.
- Ci pensi tu a distribuire i nuovi vestiti?- chiese Jyubei, passando il tutto a Naruhaya - Pensavo che ormai fossi ufficialmente l'aiuto-cuoco-.
- Sí, ma gli altri sono fuori a ricostruire le stalle, per cui dò una mano- affermò Asahi - ha bisogno d'altro, conte Aryu?-.
- No, vai pure- rispose lui.
- Agli ordini!- esclamò Asahi, voltandosi per allontanarsi. Aryu lo fissò per un attimo: tutti i servitori di quel luogo parevano abituarsi molto in fretta al loro compito... Gli sembrava che molte cose stessero cambiando, e ancora non avrebbe saputo dire se fosse un cambiamento o positivo o se li attendesse qualcosa di ancora peggiore.
Chiuse la porta alle sue spalle per tornare a concentrarsi sul suo lavoro; Naruhaya si voltò appena e fece un sorriso: alla fine non era così male parlare con i nobili...
- Vedi di non farle cadere a terra; piccolino come sei rischi di fare casino-. Si voltò, sorpreso di vedere Baro andargli incontro.
- Buongiorno, marchese Baro... Non si preoccupi, ho tutto quanto! Come mai è in giro?- gli chiese il ragazzo con un sorriso.
- Sono in pausa- affermò il nobile.
- Oh, spero che si goda la sua pausa! Vado a finire di distribuire queste!- esclamò Asahi, superandolo e allontanandosi.
Baro lo osservò per un attimo. Rimaneva carino e gentile, ma non aveva più tracce di quell'ambizione che aveva visto nei suoi occhi quando gli stava vicino.
Pareva che stare insieme a quel cuoco gli avesse dato ciò che desiderava.
- Hey Gagamaru! Ho saputo da Naruhaya che te lo porterai a casa, finita questa storia!- esclamò Yudai con un sorriso, entrando in cucina. Il ragazzo annuì.
- Desiderava un posto dove stare, e non voglio lasciarlo solo- affermò, continuando a cucinare - sei riuscito a portare il cibo al marchese Kurona?-.
- Stava riposando, gliel'ho lasciato vicino... Adesso vado ad aiutare fuori- affermò con un piccolo sorriso - tu continua a preparare da mangiare, quelli che stanno lavorando fuori avranno bisogno di parecchio cibo per riprendersi!-.
- Se non mangio qualcosa entro dieci minuti svengo...- si lamentò Gurimu.
- Pensavo che i bonzi fossero abituati a mangiare poco- commentò Iemon; anche se in effetti stavano lavorando ininterrottamente da almeno due ore...
- Avete un'idea davvero strana di noi...- borbottò Gurimu - e comunque abbiamo pur sempre bisogno di mangiare!-.
- E io ho bisogno che stiate zitti- sbuffò Wataru - qui stiamo lavorando tutti, non siete gli unici affamati!-. Si stava trovando a lavorare nonostante fosse un nobile e nonostante non avesse neanche il fisico per farlo... Questo dimostrava che ormai nessuno di loro lo considerava più come se fosse un nobile.
- Tu non puoi dire assolutamente nulla- sbuffò Jingo - anche io dovrei essere in giro ma lavoro, quindi vedi di non lamentarti!-.
- Costruire con le proprie mani è disfacente, dovremmo continuare a farlo anche se poco si dice a un nobile- affermò Tsurugi, sistemandosi meglio gli occhiali.
- Penso che lei intendesse soddisfacente e addice...- borbottò Jingo - e comunque, il capo qui è un altro, continueremo a lavorare finché non ci verrà detto di smettere-.
- E quando ci verrà detto?- sbuffò Wataru, voltandosi verso Tokimotsu, che in quel momento aveva il comando, anche se non ne era esattamente entusiasta.
- Quando sarà pronto da mangiare- dichiarò Aoshi - è meglio riparare le stalle il prima possibile. Facciamole più solide di prima!-.
Gli altri annuirono e tornarono a lavorare; non vedevano l'ora di avere la loro pausa...
- Odio avere la pausa diminuita...- borbottò Reo.
- Però almeno possiamo riposare un po', ci stiamo muovendo da questa mattina- commentò Nagi, sbadigliando leggermente; e vista la temperatura, non potevano neanche stare troppo fuori...
Sentirono un rumore, come di spade che si incrociavano, e si scambiarono uno sguardo: qualcuno stava combattendo nel castello...?
Accelerarono il passo, dirigendosi verso la stanza da cui sentivano provenire il rumore, entrambi con una mano sulla spada.
Reo aprì la porta: di fronte a loro c'era una stanza piuttosto grande, dove non si trovava quasi nulla se non un paio di armature, e all'interno c'erano Isagi e Bachira che si stavano allenando nel combattimento, un enorme sorriso sul volto di entrambi, talmente concentrati da non accorgersi della loro presenza.
- Ma dai, erano solo i due pazzi- mormorò Reo. Lanciarsi fuori sotto la pioggia in quel modo... Lui lo avrebbe decisamente fatto per Nagi, ma non aveva mai pensato che ci sarebbe potuto essere qualcun altro disposto a una tale follia.
Nagi non rispose e continuò a osservarli. Quei due ragazzi... Sembravano divertirsi davvero parecchio. Sorridevano mentre combattevano, si lasciavano andare, si vedeva quanto tenessero a quello scontro, a poter combattere insieme.
I loro movimenti avevano qualcosa di spettacolare, qualcosa che faceva sembrare che qualsiasi cosa sarebbe successa... Loro due sarebbero stati insieme e felici. E avrebbero vinto.
Strinse appena di più l'elsa della spada. Anche lui voleva quello: anche lui... Voleva semplicemente poter stare con Reo.
Vide Bachira disarmare Isagi; con un sorriso, si avvicinò a lui.
- Ti sei distratto?- chiese Meguru, rifoderando la spada e posandogli le mani sulle spalle - Sono per caso troppo bello per riuscire a concentrarti?-.
- Di sicuro mi esce difficile farlo su qualcosa che non sia tu- mormorò Yoichi, posandogli le mani sui fianchi - Ma dovremmo migliorare in combattimento, mica pensare a fare sesso-.
- Perché no? Migliorano i muscoli e la resistenza- rise Meguru. Isagi scosse la testa, divertito, e si chinò per unire le loro labbra.
- Non voglio vedere che cosa succederà dopo... Andiamo- disse Reo, voltandosi per allontanarsi.
- Io rimango- affermò Nagi. Reo si voltò verso di lui, confuso.
- Pensavo volessi riposarti- gli fece notare.
- Voglio allenarmi con loro- dichiarò Nagi. Voleva capire... Come provare quelle sensazioni.
Reo lo fissò per un attimo: voleva fare uno sforzo... E tra l'altro con altre persone?
- Allora...-.
- Tu vai pure, non penso sia il caso che ci alleniamo insieme: se continuiamo a farlo, non riusciremo mai a migliorare davvero. Posso cavarmela da solo- affermò Nagi, entrando nella stanza e chiudendo la porta alle sue spalle.
Il rumore attirò l'attenzione di Isagi e Bachira, che si voltarono verso di lui.
- Mi alleno con voi- affermò Nagi, avvicinandosi ai due.
- Eh? Certo... Come mai?- gli chiese Yoichi, confuso.
- Guarda che lui ormai è già impegnato- rise Meguru.
- Voglio poter combattere in quel modo anch'io. Insegnatemi come fate- disse Nagi; voleva anche lui... Potersi sempre divertire in quel modo. E vincere.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo.
- Per me va bene!- dichiarò Meguru, staccandosi da Isagi - Ma tu... Hai qualcosa per cui combattere?-.
- Eh?-.
- Se non trovi un motivo speciale, non puoi certo combattere come si deve!- dichiarò Meguru. Nagi per un attimo non rispose: un motivo speciale... Che motivo aveva lui, per continuare a combattere?
Reo intanto stava provando ad ascoltare quello che si stavano dicendo, ma la porta era troppo spessa, e sentiva il suo cuore battere troppo forte: Nagi lo aveva respinto, lo aveva allontanato, aveva detto che poteva cavarsela senza di lui... Non era mai successo prima, erano sempre stati insieme!
Si allontanò di un paio di passi dalla porta, cercando di ricacciare indietro le lacrime. Da quando erano arrivati lì, Nagi aveva iniziato a cambiare: sembrava più invogliato a parlare con gli altri, ad agire, guardava le persone intorno a loro con curiosità... Non gli stava più vicino come un tempo, pareva non comprenderlo più.
Che cosa stava succedendo?! Era quello che sarebbe successo loro?! Lui sarebbe stato costretto a vivere una vita che non voleva... Senza Nagi al suo fianco?!
Aveva sentito tutti dire che quel posto cambiava le persone, ma non pensava avrebbe mai cambiato anche loro.
Senza Nagi lui... Non poteva essere assolutamente nulla.
Bạn đang đọc truyện trên: TruyenTop.Vip