CAPITOLO XXIV.
- Sarà una delle ultime volte che apparecchieremo questa tavola! Fa un po' strano- rise Yudai, mentre sistemava i piatti sul tavolo.
- Ti capisco... Anche se prima o poi ce ne saremmo dovuti andare- sospirò Okuhito.
- In realtà, ce la siamo cavata così bene che inizio a pensare che avremmo superato senza problemi l'inverno. Certo, senza alcuna ansia di gente che ci manda bestie feroci nel castello per ucciderci tutti- rise Yudai.
- Forse sì- mormorò Okuhito; in effetti, se l'erano cavata alla grande...
Si voltò verso Igarashi.
- Dí pure a Gagamaru che siamo pronti-.
- Devo per forza entrare io? Ho paura di cosa stiano facendo...- borbottó Gurimu.
- In cucina...?-.
- Gagamaru ha mostrato interesse solo per la cucina e per Naruhaya, non mi stupirei se avesse unito le cose- ribattè il ragazzo.
- Per essere un bonzo sei davvero un pervertito- rise Asahi, aprendo la porta della cucina - guarda che non abbiamo fatto nulla di simile!-.
- Dubitare è lecito- borbottó Gurimu - mio padre dice sempre che quelli che sembrano più innocenti sono i peggiori!-.
- Guarda che non abbiamo ancora fatto nulla...-.
- Ah no?- chiese Yudai, anche lui leggermente sorpreso.
- Voglio aspettare che arriviamo in un posto nostro- affermò Gin, comparendo dietro Naruhaya - lí avremo tutto il tempo e lo spazio che ci servono-.
- È più romantico di quanto pensiate- rise Asahi - e io non vedo l'ora, quindi sistemiamo questa cucina e... Oh, buongiorno, conte Itoshi-. I due ragazzi si voltarono e videro Rin sulla soglia della porta della sala da pranzo.
- Buongiorno- rispose lui, prima di spostare lo sguardo su Gagamaru - come siamo messi con il cibo? È ancora tutto a posto?- gli chiese.
Il ragazzo annuì.
- Sí, più che a posto, conte Itoshi; non si preoccupi, siamo più che pronti-. Il ragazzo annuì.
- Allora, attenderò la colazione- si voltò e uscì dalla stanza, iniziando a camminare lungo i corridoi.
Sapeva che era presto, ma non riusciva a rimanere a letto a fare nulla... Quella sera avrebbero cercato di uscire da quel luogo, e se qualcosa fosse andato storto loro sarebbero potuti morire.
Non era decisamente una situazione rilassante, non capiva come gli Alfie facessero a stare tranquilli, soprattutto visto che sapevano bene che ad alcuni di loro avrebbe fatto comodo rimanere lì ancora per un po'...
- Pare che tu non sia più molto convinto del tuo piano-. Si voltò di scatto: Sae stava andando verso di lui...
- È l'unico modo per andarcene da qui- dichiarò - quindi non vedo perché non dovrei esserlo-.
Sae lo squadrò per un attimo: insicuro... Era troppo insicuro.
- Hai sempre perso, quando facevamo giochi di strategia- affermò. Rin si irrigidì appena.
- Noi giocavamo insieme, e non prendevamo-.
- Per questo non hai mai imparato a giocare da solo-. Rin serrò le labbra.
- Questa volta, ti dimostrerò che la mia strategia salverà tutti quanti- affermò, voltandosi per allontanarsi.
Sae lo fissò ancora per un attimo, mentre avvertiva Shidou raggiungerlo.
- Andata bene la chiacchierata con il fratellino?- rise.
- Rin non si rende ancora conto della sua debolezza- dichiarò Sae - ma sarà costretto a farlo presto. Qualcosa andrà di sicuro in un modo che non ha previsto, e lui dovrà ammettere di avere sbagliato. Chissà se allora le persone che ha cercato di contattare... Vorranno rimanere al suo fianco-.
- Rimani sempre di fianco a me, d'accordo?- disse Yoichi mentre si rivestivano - Non ti allontanare troppo, e cerca di stare lontano da gente come Shidou. Inoltre...-.
- Isagi- rise Meguru, affiancandolo - non preoccuparti, posso uccidere tranquillamente chi voglio in un istante! Non mi farò cogliere alla sprovvista e ti rimarrò vicino vicino!- esclamò, gettandogli le braccia al collo.
Isagi fece un respiro profondo, cercando di calmarsi.
- Hai ragione. Scusami, è che sono nervoso... Non vorrei dover finire in una situazione simile- mormorò.
Bachira lo strinse leggermente di più.
- Ma dopo staremo insieme, no?- sussurrò. Il ragazzo annuì.
- Si: non preoccuparti, non ci faremo separare. Iniziamo ad andare a colazione? Non voglio fare troppo tardi- propose.
- Va bene!- esclamò il ragazzo; non vedeva l'ora di un po' di cibo in compagnia!
- Ho una fame incredibile- sospirò Tabito, mentre usciva dalla stanza insieme a Hiori; fuori lì aspettavano Kurona e Otoya.
- Avete utilizzato così tante energie ieri notte?- rise Eita, e il ragazzo lo guardò male.
- Diciamo che dovremo riposarci un po' pomeriggio. Ma meglio andare a mangiare, dopo voglio riuscire a controllare un'ultima volta gli animali- affermò Yo.
- Non c'è il rischio che le bestie li attacchino?- chiese Ranze.
- Per questo li chiuderemo in una delle stanze... Non saranno totalmente al sicuro, ma speriamo che riescano a reggere abbastanza, anche se non abbiamo idea di quali progetti abbia il conte Ego per questo luogo- spiegò Yo.
- Che progetti volete che abbia?-. I quattro si voltarono e videro Baro andare loro incontro.
- Visto che sa bene che la nostra intenzione sarà parlare a tutti di ciò che ha fatto e farsi cacciare, o utilizzerà questo luogo come suo rifugio, o cancellerà ogni traccia, oppure lo abbandonerà a sé stesso e se ne andrà. In ogni caso, dubito che qualsiasi cosa abbiamo fatto qui durerà a lungo-.
I quattro ragazzi non risposero. Lo sapevano bene, da un po' ormai; però... Era anche frustrante pensare che sarebbe stato tutto cancellato in quel modo.
Baro li superò e i ragazzi si scambiarono uno sguardo, decidendo a loro volta che era il caso di scendere per la colazione; almeno loro... Se ne sarebbero ricordati.
- Ricordati che dovrai mettere le manette durante la nostra fuga- affermò Jingo, uscendo dalla stanza.
- Volete cercare di farmi ammazzare?- sbuffò Wataru, guardandolo male - E se le bestie mi attaccassero?-.
- Ci saranno un po' di persone intorno a te. Saremo in un tunnel, quindi è difficile che ti raggiungano facilmente... Senza contare che se usciremo dalla foresta e non arriveranno gli amici di Sae, saremo morti comunque- dichiarò Jingo.
- Questo mi rassicura proprio- borbottò Wataru; ma almeno, se Ego lo avesse visto in quello stato avrebbe pensato che lo avessero catturato. Forse aveva ancora una possibilità.
- Cercheremo di proteggere tutti quanti; in ogni caso le chiavi le avrò io, ti libererò in caso di necessità-. I due si voltarono e videro Niko andare verso di loro, seguito da Aryu e Tokimotsu.
- Almeno qualcuno conosce il significato della vita- borbottó Wataru.
- Una vita ha importanza solo se rappresenta la bellezza- affermò Jyubei, scostandosi una ciocca di capelli da davanti al volto - dove sono gli altri? Visto che Rin ha mandato il servitore a chiamarci, immagino che tra poco sarà pronto da mangiare-.
- Mi ha chiesto esplicitamente di condurvi al piano di sotto, ma anche gli altri dovrebbero arrivare tra non molto- affermò Ikki. Zantetsu gli aveva detto che ci avrebbe pensato lui a svegliare Nagi e Reo; quanto a Chigiri e Kunigami... Nessuno ci teneva particolarmente a entrare nella loro stanza in quel momento.
Kunigami osservò per un attimo la stanza intorno a lui.
- È stata un'avventura più che folle... Questa stanza di sicuro mi mancherà- mormorò.
- E io che pensavo fossi intenzionato a non lasciarmi uscire-.
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Kunigami si voltò verso il ragazzo sdraiato sul suo letto.
Chigiri era totalmente nudo, poteva vedere ogni punto del suo corpo lievemente arrossato da tutte le notti che avevano passato insieme, i segni di quello che avevano fatto, e anche la lieve impazienza con cui il ragazzo muoveva il corpo... Azione più difficile del previsto, visto che le sue mani erano state ammanettate alla testa del letto.
- Infatti- sussurrò, allungando la mano e facendola scorrere sul suo ventre. Chigiri chiuse gli occhi: i suoi gesti erano più delicati del solito, eppure il suo corpo stava praticamente tremando dal piacere...
Si era svegliato già in quello stato, e per quanto sapesse che Kunigami avrebbe preso sul serio quello che gli aveva detto non si aspettava una situazione così eccitante..
- Perché dovrei lasciarti andare, quando posso tenerti qui con me?- la mano di Rensuke scivolò verso il suo fianco e lo strinse appena - Perché dovrei lasciarti tra le mani di tutti quei nobili... Quando posso essere io a prendermi cura di te, in ogni modo possibile?-.
Chigiri avvertì un nuovo fremito attraversare il suo corpo; in fondo, era quello che avrebbe voluto desiderare... E che sapeva di non poter volere in nessun modo.
- Io sono un nobile; perché dovrei voler rimanere qui con te?- ribattè, fissandolo negli occhi.
- Trova un nobile che potrebbe trattarti come faccio io- Rensuke si chinò verso di lui - dimmi che quello che ti faccio non ti piace o non è abbastanza, e allora ti lascerò andare; ma se non avrai nulla da ridire, ti farò mio per sempre- sussurrò.
Prima che Chigiri potesse rispondere, Kunigami si chinò in avanti e iniziò a baciare l'incavo tra il suo collo e la sua spalla, prima di scendere delicatamente lungo il suo corpo.
Chigiri chiuse gli occhi, godendosi tutte quelle scariche che stavano attraversando il suo corpo; quel loro gioco, che in realtà racchiudeva quello che desideravano davvero, lo stava facendo sentire in maniera diversa dalle altre volte: avrebbe desiderato davvero rimanere lì con lui, avvertiva l'ansia al pensiero che potesse essere l'ultima volta... Ma i gesti delicati di Kunigami stavano facendo scivolare via ogni pensiero, permettendogli di concentrarsi solo su quello che stavano facendo.
Kunigami, nell'avvertire il suo corpo rilassarsi, capì che poteva iniziare ad andarci un pochino più pesante; affondò leggermente i denti nel fianco del ragazzo, iniziando a succhiare la sua pelle con forza, e Chigiri non poté fare a meno di gemere: era una sensazione bellissima, ormai pensava di essersi abituato a quel trattamento ma ogni volta Kunigami riusciva a sorprenderlo sempre di più.
Si sentì afferrare con forza per i fianchi e avvertì la lingua del ragazzo spingersi dentro di lui; gettò la testa all'indietro, gemendo con forza.
- Non ancora...- gemette; non voleva ancora che finisse, non voleva allontanarsi da lui...
Kunigami continuò a spingere la lingua dentro di lui, in modo da lubrificarlo al meglio; non intendeva per alcun motivo fargli del male... E ancora meno, farla finita subito.
Si tirò su e Chigiri fece un piccolo sospiro di sollievo: per fortuna, non sembrava intenzionato a farlo... Non subito almeno.
- Non temere, non intendo certo farla finire così presto- sussurrò Rensuke, allungando le mani e slegando la corda che teneva le manette attorno ai polsi del ragazzo legate alla testata del letto.
Chigiri lo fissò, incuriosito, e soprattutto il suo sguardo scivolò sull'erezione del ragazzo: ogni volta che vedeva quanto fosse grossa, gli veniva una voglia incredibile di averla dentro di sé... Ma era l'ultima volta, se la sarebbe goduta al meglio.
Visto che era leggermente più libero, si chinò in avanti e avvolse le labbra intorno alla cappella di Kunigami, che chiuse gli occhi; cazzo, quella bocca era divina... Come faceva ogni volta a risultare così lascivo e sensuale?!
Chigiri si spinse più avanti e alzò lo sguardo su di lui, come per fargli capire che non doveva osare fermarsi per nessun motivo.
- Marchese Chigiri...- sussurrò Rensuke, allungando la mano e posandola sulla nuca del ragazzo, per poi spingerlo leggermente più in basso - ti piace, vero? Il fatto di essere un nobile ma poterti lasciare andare a qualcosa di così lascivo con un semplice guerriero... Ti fa sentire come se avessi il mondo ai tuoi piedi, vero?-.
Di sicuro, aveva lui ai suoi piedi; ma sapeva anche che era ciò che Chigiri cercava, e il gemito del ragazzo glielo confermò.
Kunigami gli afferrò il braccio, cercando di non fare troppo forte per evitare di fargli male, e lo tirò su.
- Pensavi davvero di farmi ammorbidire con questo servizio?- sussurrò, fissandolo negli occhi.
Chigiri fece un piccolo sorriso.
- Pensavo che ti piacesse ricevere questi servizi dalle labbra di un nobile- commentò - non dirmi che hai cambiato gusti-.
- Certo che no... Ma non vedo perché dovrei accontentarmi delle labbra- Rensuke allungò le mani, afferrandogli i fianchi e facendolo voltare. Chigiri posò le mani contro il muro, un piccolo sorriso in volto: quanto adorava stuzzicarlo... In fondo, sapeva bene che cosa lo aspettava adesso.
Avvertì il corpo di Kunigami avvicinarsi al suo, ma con sua sorpresa l'erezione del ragazzo invece di penetrarlo scivolò tra le sue cosce, strappandogli un altro gemito; non aveva mai provato quella sensazione, lo stava stuzzicando come per fargli capire che tra poco sarebbe successo, ma era ancora lontano da quel momento...
- Ti terrò qui con me- sussurró Rensuke, avvicinandosi al suo orecchio; sapeva bene di non poterlo fare fisicamente, però... - ti farò impazzire talmente tanto per quello che abbiamo, che anche una volta fuori da qui non riuscirei a farti sfiorare da nessuno senza pensare a tutto questo-.
Chigiri chiuse gli occhi e si spinse leggermente all'indietro, appoggiandosi al suo corpo; dì sicuro, qualsiasi persona avesse visto da quel momento in avanti, non avrebbe potuto fare a meno di paragonarla a lui.
- Non ci riuscirei mai- sussurrò, strusciandosi appena contro di lui - come faccio a trovare un altro guerriero dal corpo tanto muscoloso, in grado di stringermi con così tanta forza e di farmi provare sensazioni simili? Non penso ci sarà mai nessuno in grado di trattarmi come fai tu-.
- Perché so come ti piace essere trattato- Rensuke gli afferrò il mento, facendogli alzare appena lo sguardo verso di lui e fissandolo negli occhi - so che desideri che le persone riconoscano la tua forza. Vuoi che non ti trattino come un debole, ma che capiscano chi sei davvero e siano in grado di vederti come tale. Ami essere coccolato e un po' viziato, ti piace sentirti voluto, ma allo stesso tempo non vuoi essere visto come qualcuno di diverso dagli altri e vorresti semplicemente vivere secondo i tuoi desideri. Tu sei forte, ma per nascondere questa tua forza le persone intorno a noi ti hanno obbligato a fingerti molto più fragile di quanto sei in realtà. Se volessi, potresti conquistare il mondo, esattamente come hai fatto con me. È per questo che qualsiasi cosa ti serva, in qualsiasi momento mi chiamerai, io correrò al tuo fianco: che ti serva un amico con cui parlare, un guerriero che ti protegga, o un semplice servo che ti rapisca e ti porti in un mondo solo tuo... Io ti raggiungerò, e sarò quello che desideri-.
Chigiri lo fissò per un attimo. Sapeva bene che in quel finto gioco erano stati sinceri fin dall'inizio, e sapeva anche bene che Kunigami aveva chiara la situazione dal primo giorno.
Eppure, davanti a quelle parole così sincere, davanti a quello che leggeva negli occhi del ragazzo... Come poteva anche solo pensare di non volere tutto quello?
Quasi senza rendersene conto, si tirò leggermente su e posò le labbra su quelle di Kunigami.
Il ragazzo per un attimo rimase immobile, preso alla sprovvista da quel gesto: fino a quel momento il ragazzo gli aveva detto che non lo avrebbe baciato, invece...
Chiuse gli occhi e allungò le braccia, stringendolo leggermente a sé; Chigiri lo lasciò fare: ormai il danno era fatto... Tanto valeva goderselo fino alla fine.
Kunigami lo fece voltare, stringendolo a sé mentre approfondiva il loro bacio. Le lingue dei due ragazzi si incontrarono delicatamente nella bocca di Chigiri, che nonostante la fatica per le manette alzò le braccia e cinse il collo di Kunigami, tirandolo di più verso di sé.
Kunigami gli posò le mani sui fianchi e delicatamente lo fece sdraiare sotto di lui, senza smettere di baciarlo; Chigiri lo strinse con forza, cingendogli i fianchi con le gambe e spingendosi leggermente contro di lui, in modo da fargli capire quello che desiderava: voleva solo stare con lui.
Kunigami non esitò a scivolare dentro il corpo di Chigiri, che lo accolse senza alcuna esitaizone, desideroso di sentirlo dentro di sé in ogni modo possibile, e soprattutto di non lasciarlo più andare.
Kunigami iniziò a spingersi dentro di lui; le spinte del ragazzo erano talmente profonde da scuotere il corpo di Chigiri, ma anche lente in modo che le loro labbra non fossero costrette a staccarsi.
Continuarono a rimanere unite, facendo solo brevi pause per riprendere fiato, prima di tornare a cercarsi con avidità mentre i loro corpi iniziavano a muoversi sempre più velocemente.
I loro respiri erano ormai diventati una cosa sola, le loro labbra non accennavano a staccarsi neanche per pochi secondi; i due ragazzi non avevano idea di cosa stesse accadendo intorno a loro, gli importava solo di essere lì insieme.
Chigiri si trovò a venire quasi senza rendersene conto, lasciando che tutte le sue emozioni si riversassero fuori dal suo corpo.
Serrò con forza le natiche e quasi spinse Kunigami a venire dentro di lui, con un basso gemito che si riversò dentro i loro corpi.
Lentamente, Kunigami uscì da dentro di lui, ma non cambiarono posizione.
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Le loro labbra rimasero unite e i due ragazzi continuarono a stringersi tra di loro, ignorando il fatto che presto tutto quello sarebbe dovuto finire: di sicuro per loro, quei sentimenti che avevano iniziato a provare in quel loro non se ne sarebbe andati altrettanto facilmente.
- Non te ne andrai mai facilmente, eh?- borbottò Rei mentre usciva dalla sua stanza, seguito da Nagi.
- Non vedo perché dovrei scendere senza di voi, visto che vi stavo aspettando per andare a colazione- dichiarò Tsurugi.
- Perché noi volevamo scopare- borbottò Nagi - abbiamo cambiato routine mattutina, ora siamo in due, impieghiamo più tempo-. Zantetsu aggrottò la fronte.
- Perché fate voi le pulizie?- gli chiese.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo e si trattennero dallo scoppiare in una fragorosa risata: quel ragazzo era davvero un idiota...
- Dai, andiamo a fare colazione- disse Reo, caricandosi Nagi sulle spalle e iniziando a camminare.
Quello sarebbe stato uno dei loro ultimi momenti in quel luogo: dopodiché... Sarebbero dovuti tornare alle loro vite.
E nessuno di loro aveva idea di cosa sarebbe accaduto da quel momento in poi.
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