CAPITOLO XXVI.

Per fortuna, non sembravano esserci altri animali nella foresta; Chigiri, Bachira e Reo condussero gli altri verso le carrozze, che guidate da Hiori e Kurona stavano andando verso di loro.

Erano un po', visto che dovevano essere piccole per via della conformazione stradale.

Sulla prima, che stava guidando per tornare indietro, c'era Aiko, al fianco del quale era salito Sae; aveva provato a convincere Shidou a mettersi dietro, ma il ragazzo era deciso a non lasciarlo con la persona a cui aveva scritto per chiedere aiuto.

- Abbiamo sistemato tutto quanto. Poco prima di partire, abbiamo spedito delle lettere ai nobili per dirgli che i loro figli sono in realtà stati rapiti e che li avremmo portati in un punto specifico la mattina per liberarli. Quelli che non hanno una casa rimarranno con noi, in modo che possano risultare disponibili in caso di bisogno- affermò Oliver.

- Bene- rispose Sae.

- Come vi siete conosciuti?- chiese Ryusei con un sorriso, osservandoli.

- I nostri genitori sono in affari. Ti sei trovato il ragazzo?- commentò Oliver.

- Diciamo una guardia, per ora. Il tuo di ragazzo come sta?-.

- È sull'ultima carrozza, un po' scocciato per la levataccia- rise Oliver - ma sta bene. Il tuo fratellino, invece?-. Sae lanciò uno sguardo alle sue spalle.

- Starà bene- affermò. Dentro alla carrozza c'erano Rin, Aryu, Tokimotsu e Niko, tutti quanti in silenzio.

Dopo qualche minuto, Aryu parlò.

- Mi sembra che il tuo piano sia andato bene- commentò.

- Solo perché Isagi mi ha dato manforte- sbuffò Rin - odio dover avere bisogno degli altri. Devo diventare molto più forte di così-.

- Abbiamo sconfitto un orso e dei lupi- gli fece notare Aoshi.

- Non basta-.

Niko lanciò loro un'occhiata, prima di osservare fuori dal finestrino: iniziava a spuntare il sole... Erano rimasti nella foresta più di quanto pensasse.

Serrò appena le labbra. Anche una volta usciti da lì, non sarebbe stato per nulla semplice riuscire a spiegare cosa fosse successo: ma avevano vissuto quell'esperienza sulla loro pelle. Sarebbero riusciti a farcela?

Lo sperava davvero. E sperava anche che sulle altre carrozze stessero bene.

- Sicuro di stare bene? Qui ti hanno graffiato- mormorò Hyoma, mentre disinfettava leggermente le ferite di Kunigami.

- Non sono profonde, non preoccuparti- mormorò il ragazzo; era molto più preoccupato per il fatto che tra poco si sarebbero dovuti separare, che per quelle ferite.

Chigiri alzò lo sguardo su di lui e lo fissò negli occhi, prima di posare la testa contro la sua spalla; adesso che l'adrenalina era andata, si sentiva piuttosto stanco...

- Riposati un po'- sussurrò Rensuke, circondandogli le spalle con un braccio e tirandolo appena verso di sé, lasciandogli un bacio tra i capelli.

- Che carini!- esclamò Meguru con un sorriso, prima di voltarsi verso Isagi - Allora, com'è andato lo scontro con l'orso?-.

- Diciamo che ce la siamo cavata, in qualche modo...- sospirò lui - senza Igarashi... Probabilmente non so bene cosa sarebbe successo-.

- Quando vuoi!- sentì urlare dal ragazzo, che si trovava seduto sul sedile anteriore insieme a Gen Fukaku, uno dei collaboratori di Aiko.

Isagi e Bachira si scambiarono uno sguardo e risero appena, poi anche Bachira si appoggiò al ragazzo e chiuse gli occhi. Isagi lo strinse leggermente a sé; sapeva che avrebbe dovuto riposarsi anche lui, ma era troppo nervoso... Ormai erano quasi arrivati.

E allora, non aveva idea di cosa sarebbe potuto succedere.

- Secondo voi cosa succederà quando arriveremo?- mormorò Yo, osservando fuori dal finestrino.

- Non ne ho idea- rispose Tabito - penso che torneremo tutti a casa. Finita questa questione, capiremo come organizzarci-.

- Sapete che non potrete scendere dalla carrozza così, vero?- rise Eita, osservandoli; Hiori era letteralmente in braccio a Karasu...

- Perché, noi?- borbottò Ranze, osservando il braccio del ragazzo intorno alla sua vita.

- Non si vede da fuori- rise Eita - e poi, stiamo solo facendo spazio a loro due!- indicò con un cenno del capo Raichi, addormentato di fianco a loro.

Di fianco a Hiori e Karasu invece si trovava Kuon, che non aveva ancora detto nulla da tutto il viaggio.

- Oi. Sei stato coraggioso a salvare Isagi- affermò Tabito. Kuon gli lanciò un'occhiata.

- Morti voi, sarei morto anche io- mormorò, tornando a guardare fuori.

- O magari ti senti in colpa per avere provato a tradirci, soprattutto adesso che hai scoperto che Ego ti avrebbe fatto fuori comunque- commentò Yo.

Kuon serrò le labbra.

- Solo un idiota in una situazione simile non penserebbe alla sua vita- mormorò.

- Bè, alla fine l'importante è che sia andato tutto bene- rise Eita - anche se siamo finiti con un conducente molto chiacchierone...-.

- ... così, abbiamo iniziato a cercare Sae! Per fortuna lui è super intelligente e ci aveva già fatto capire più o meno dove sarebbe stato, per cui non è stato molto difficile, e quando abbiamo visto quel piccione viaggiatore abbiamo capito che doveva essere per forza suo! E vi abbiamo trovati- affermò Teppei con un sorriso.

Iemon e Imamura si scambiarono uno sguardo: Teppei Neru parlava veramente tanto... Ma almeno era simpatico.

E sembrava più tranquillo di Shuto Sendo, che guidava l'ultima carrozza.

- Naturalmente, chi è che si è dovuto trovare a guidare una delle carrozze invece di andare a cercare Ego?- borbottò Shuto - Tutto perché Oliver voleva tenermi vicino a lui... Gliela farò pagare, niente sesso per una settimana!- sbuffò.

- Grazie ancora per averci salvati- gli disse Gin, che teneva tra le braccia Naruhaya, addormentato.

- Figuratevi! Quando volete! Il tuo piccoletto sta bene?-. Gagamaru osservò il ragazzo e annuì: per fortuna era sano e salvo...

- Non pensavo di vederti salvare uno schiavo- commentò Tsurugi, fissando Baro, seduto di fianco a lui.

- Tsk, non mi va di avere debiti con uno schiavo- sbuffò lui - li ho saldati adesso-.

Zantetsu aggrottò la fronte.

- Che debito avevi?- gli chiese. Baro non rispose e si voltò a guardare fuori dal finestrino: dubitava che si potesse fare comprendere a una persona come fosse cambiata la sua visione del mondo in quel poco tempo.

Molti di quei ragazzi erano decisamente inferiori a lui, e continuava a essere circondato da schiavi; ma alcuni di loro... Non erano per niente male.

Zantetsu capí che non avrebbe detto altro e si voltò verso Reo e Nagi, seduti di fronte a lui, anzi Nagi era praticamente sdraiato con la testa sulle gambe di Reo.

Reo gli stava accarezzando distrattamente i capelli mentre osservava fuori dal finestrino: stavano uscendo dalla foresta, ma sapeva che ci voleva ancora un po' per raggiungere le loro proprietà.

- Riposati un po'-. Reo abbassò lo sguardo verso Nagi.

- Sono troppo nervoso- mormorò.

- Perché dovresti esserlo? Noi tanto... Rimarremo insieme, no?- commentò Nagi.

Reo lo fissò ancora per un attimo, poi fece un piccolo sorriso.

- Sì, hai ragione- mormorò, mentre Nagi si tirava su; gli fece passare un braccio attorno alle spalle e lo tirò verso di sé, facendogli posare la testa contro la sua spalla.

- Riposati- sussurrò. Reo gli rivolse un piccolo sorriso, prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi quasi subito al sonno.

Alla fine, pian piano tutti i ragazzi si addormentarono; in fondo, avevano passato la notte svegli a combattere contro degli animali, e anche se non avevano ferite gravi comunque molti di loro avevano riportato vari graffi o si erano fatti male, per cui la stanchezza decisamente non mancava.

Riuscirono a dormire per circa un'ora, e mentre il sole si alzava completamente nel cielo Aiku e i suoi iniziarono a svegliarli.

Sae osservò davanti a sé, dove si trovava una radura, che doveva essere più o meno a metà tra i possedimenti dei duca lì presenti, dov'erano riunite alcune persone.

- Ho chiesto di non fare diffondere troppo la notizia, per cui alla fine... Penso proprio che i vostri genitori siano venuti di persona, sia quelli preoccupati che quelli decisi ad assicurarsi che non abbiate fatto casini- dichiarò Oliver.

Sae annuì: in effetti, c'erano quasi tutti... Compresi i loro genitori.

Aiku fece cenno alle altre carrozze di fermarsi leggermente indietro; se fossero arrivati troppi insieme avrebbero fatto casino, era meglio evitare... E dare agli altri ancora un po' di tempo per separarsi.

La carrozza si fermò, sotto gli sguardi di tutti. Aiku andò ad aprire, lasciando scendere gli occupanti.

- Bè ragazzi, ci vediamo presto- affermò Jyubei, salutandoli con un cenno della mano, prima di dirigersi dai suoi genitori.

- Jyubei! Che è accaduto? Stai bene?- gli chiese sua madre, preoccupata, facendogli passare la mano tra i capelli.

- Non è stata un'esperienza per niente bella, mamma- dichiarò il ragazzo - ma non ho lasciato che la cosa mi fermasse. Vi racconterò tutto dopo aver fatto un riposino di bellezza-.

- Il solito- commentò Aoshi, mentre si allontanava verso la sua famiglia.

- Aiku, assicurati che tutti vadano a casa e porta con te chi non ne ha una; Shidou, tu vieni con me- ordinò Sae, scendendo dalla carrozza insieme al ragazzo.

Rin fece lo stesso, facendo cenno a Niko di seguirli, e si diressero insieme verso i loro genitori.

- Il duca Aiku è venuto di persona a parlarci- affermò loro padre, fissando i due ragazzi; lanciò un'occhiata a Rin, prima di tornare a guardare Sae - sei stato molto scaltro, figlio mio: complimenti, sono certo che anche il re sarà fiero di te-.

- Vi ringrazio, padre- disse Sae. Rin serrò appena le labbra: naturalmente, tutti i meriti sarebbero andati a lui...

- Rin, sei stato bravo a resistere fino all'arrivo di tuo fratello- Rin sentì la mano della madre posarsi sulla sua spalla.

- Io non...-.

- Chi sono questi due ragazzi?- lo interruppe il padre, fissando Shidou e Niko.

- Lui un tempo era il conte Shidou, ma da oggi è la mia guardia del corpo personale- affermò Sae.

- Per servirla- ridacchiò Ryusei; sarebbe stato più che un piacere.

- Lui è Ikki Niko, era stato chiamato per coordinare i servitori: ha tenuto traccia di tutti i nostri movimenti, per cui ci sarà utile nel raccontare l'accaduto- dichiarò Rin. Niko fece un inchino.

- È un piacere incontrarvi, conte e contessa Itoshi- disse.

- Mi sembra un'ottima idea; venite, ci racconterete durante il viaggio- affermò l'uomo. I ragazzi annuirono e lo seguirono verso la loro carrozza, mentre la seconda carrozza si fermava nella radura.

Igarashi scese per andare ad aprire la carrozza.

Chigiri fece un sorriso profondo e si alzò, voltandosi appena verso Kunigami.

- Rimarrò in attesa di ordini- dichiarò Rensuke. Chigiri annuì; sapeva bene che la sua espressione calma era tutto il contrario di quanto provasse nel suo cuore... Ma non era una buona idea lasciarsi prendere da altro in quel momento.

- Ti verrò a prendere- disse solamente, prima di scendere dalla carrozza. Non sapeva come, non sapeva quando, ma un giorno avrebbe fatto in modo di essere ancora al suo fianco.

Si diresse verso i suoi genitori; suo padre aveva come sempre un'espressione seria in volto, sua madre invece sembrava felice di vederlo.

Prima che potesse raggiungerli, sua sorella gli andò velocemente incontro e lo strinse in un abbraccio.

- Fratellino! Per fortuna stai bene... Non posso credere a quello che è successo! Dovrai raccontarmi tutto! Sei ferito?!- esclamò.

- No, sto bene; ho avuto... Qualcuno che mi ha protetto. Ma ne parleremo meglio a casa- rispose Hyoma.

Non era il caso di fare uscire adesso Kunigami allo scoperto, prima era meglio capire cosa dovessero fare.

Sua madre gli posò la mano sulla schiena e lo spinse leggermente in avanti, facendolo dirigere verso la loro carrozza.

Chigiri lanciò un'occhiata alle sue spalle, e vide che anche Isagi stava scendendo dalla carrozza.

Prima che il ragazzo potesse voltasi verso Bachira per portarlo con sé, vide qualcuno andargli incontro.

- Yoichi! Per fortuna stai bene!- Ryosuke lo strinse in un abbraccio, lasciandolo leggermente spiazzato.

- Sì, sto bene- mormorò.

- Mi dispiace davvero tanto, se fossi venuto forse avrei potuto fare qualcosa...- il ragazzo si staccò da lui e gli prese le mani tra le sue - cos'è successo?! Forse è meglio che andiamo a casa e me lo racconti...-.

- Lo farò volentieri, però prima...- Yoichi lanciò un'occhiata alle sue spalle. Kira si chinò verso il suo orecchio.

- Ne parliamo dopo, fidati di me- sussurró. Isagi deglutì appena: gli sembrava che il ragazzo fosse piuttosto serio... E sembrava anche sapere più di quanto avrebbe dovuto.

Si voltò verso Bachira, che gli rivolse un piccolo sorriso.

- Ti aspetto- gli disse. Qualcosa nello sguardo del ragazzo di fianco a Isagi gli diceva... Che poteva stare tranquillo; e soprattutto, lo sguardo di Isagi gli comunicava che avrebbe preferito mille volte andare con lui che seguire Kira, e questo per adesso gli bastava.

Isagi serrò appena le labbra e annuì.

- Andiamo- Ryosuke lo prese a braccetto e si allontanò dalla carrozza. Igarashi chiuse la portiera e tornò a sedersi davanti.

- Fate partire- disse Rensuke, prima di tornare a osservare Bachira - stai bene?-.

Il ragazzo fece un piccolo sorriso.

- Verrà a prendermi- sussurrò - di sicuro, ho più certezze di te-. Kunigami alzò gli occhi al cielo.

- Andrò da lui non appena potrò. Ma adesso, è il momento di mettere fine a questa storia-.

La terza carrozza intanto si era appena fermata nella radura; Iemon e Imamura scesero per aprire le portiere ai ragazzi sopra essa.

- Vedi di fare il bravo- disse Jingo a Kuon, mentre il marchese scendeva dalla carrozza. Gli lanciò un'occhiataccia, ma non disse nulla mentre si allontanava.

Vide sua madre andargli incontro con aria severa e serrò le labbra: sapeva che aveva fallito... Non l'avrebbe lasciato facilmente in pace.

Infatti, la donna si voltò e il ragazzo la seguì, senza dire altro.

- Un po' mi dispiace- commentò Eita, scendendo dalla carrozza e trattenendosi dal porgere una mano a Kurona, cosa che invece fece Hiori.

- A lui penseremo dopo; ora torniamo a casa. Vi invierò una lettera appena avrò parlato con i miei genitori- dichiarò Tabito.

- Anche io. Poi ci organizziamo per il nostro incontro- dichiarò Yo.

- Vi farò sapere anch'io! Spero di vedere presto casa vostra- rise Eita.

- Pensa prima a stabilirti e... Fateci sapere cosa vi dicono i vostri genitori- disse Ranze, osservando i due ragazzi, che annuirono.

- Andiamo?- gli chiese Yo. Kurona annuì e i due si allontanarono dove si trovavano le loro due madri.

- Potrà ancora andare bene, no?- commentò Eita. Karasu per un attimo non rispose.

- Facciamo un passo alla volta. E... Grazie- gli disse, prima di allontanarsi, lasciandolo per un attimo sorpreso. Otoya fece un piccolo sorriso.

- Dovrei ringraziarti anche io- sussurrò, prima di allontanarsi a sua volta.

- Possiamo andare- affermò Yudai; la loro carezza ripartí mentre l'ultima entrava nella radura.

- Apro io- affermò Gin, scendendo dalla carrozza per andare ad aprirla.

- Bè, è stato un piacere conoscervi meglio- dichiarò Tsurugi, alzandosi e fissando Nagi e Reo - ci scriverò presto-.

- Nah, evita- ribattè Nagi - dal vivo sei più divertente-.

- Ti inviteremo a trovarci- affermò Reo, lasciandolo più che sorpreso.

- Tsk, non vi voglio più sentire- borbottò Shohei, scendendo dalla carrozza. Invece di allontanarsi, si portò davanti a essa, dove Naruhaya stava parlando con Sendou.

Nel sentirsi osservato, si voltò verso Baro, che lo fissò per un attimo.

- Non sei male, per essere uno schiavo; vedi di essere un bravo schiavo per il tuo cuoco- gli disse, prima di voltarsi per allontanarsi.

Naruhaya lo fissò per un attimo, sorpreso, prima di fare un piccolo sorriso: era decisamente cambiato...

- Ma che discorso era?- borbottó Sendou, facendolo ridere.

- Uno particolare- rise Asahi, mentre con la coda dell'occhio osservava anche Zantetsu scendere dalla carrozza e allontanarsi, lasciando Nagi e Reo da soli.

- Ricordi quello che ci siamo detti?- chiese Reo.

- Sí, non preoccuparti- sospirò Nagi - ma non mi piace non poter fare ciò che voglio-.

- Neanche a me- mormorò Reo - ma se riusciremo a sopportare, potremo tornare a fare ciò che vogliamo molto presto-. Nagi sbuffò appena, ma annuì e scese dalla carrozza.

Reo fece un respiro profondo e lo seguì; si portò davanti al ragazzo e si diresse verso i suoi genitori, che avevano le espressioni di due persone che avrebbero solo voluto diseredarlo per aver perso tanto tempo a fare qualcosa di inutile.

- Buongiorno padre, buongiorno madre- disse Reo, fermandosi di fronte a loro, mentre Nagi faceva un lieve inchino.

- A casa ci racconterai come mai ci siamo dovuti scomodare a venire fino a qui. Forza, andiamo- disse l'uomo, voltandosi.

Reo si sforzò di non avere reazioni mentre lo seguivano: presto... Sarebbero tornati a fare ciò che desideravano.

Aiku aspettò che tutti fossero andati via, prima di voltarsi verso gli altri.

- I nostri compagni sono andati a cercare il conte Ego, a quest'ora dovrebbero averlo già portato alla polizia; voi adesso verrete a stare per un po' da noi, Sae ci dirà nei prossimi giorni cosa fare- dichiarò.

- Esattamente... Dove vivete voi?- chiese Rensuke. Aiku fece un piccolo sorriso.

- Le persone che vedrete a casa nostra sono tutte state selezionate personalmente da Sae Itoshi; ci ha donato uno dei castelli nelle sue proprietà dove possiamo svolgere i nostri affari. Come vedete, ragioniamo in modo un po' diverso dagli altri, altrimenti non vi avremmo mai trovati... Lavoriamo per cercare di rendere Sae Itoshi il nuovo re e cambiare un paio di cose in questo luogo- affermò Oliver, mentre faceva ripartire la carrozza - adesso preparatevi: una volta che arriveremo potrete riposarvi un po', ma dopo... Vi attende ancora un po' di fatica-.

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