CAPITOLO II.

- Sei sicuro di aver capito quale sia il senso di questa serata...?- commentò Kenma, squadrando l'amico - Non dico di metterti elegante, però...-.

Il ragazzo indossava una normale maglietta e dei jeans, come quelli che metteva tutti i giorni per andare a lezione.

Avevano decisamente due stili contrari, visto che Kenma aveva indosso dei pantaloni aderenti e un crop top che sotto alcune luci risultava praticamente trasparente.

- Sto andando a cenare con degli universitari, non al gran galá... è già tanto che sto venendo- borbottó Keiji.

Aveva sperato fino all'ultimo che Kenma si tirasse indietro, ma dal suo comportamento era chiaro che avesse voglia di non tornare a casa quella notte.

- Bè, almeno stai venendo... Anche se con questo spirito non andrai molto lontano- borbottó Kenma, iniziando a camminare. Akashi lo seguì.

- Non voglio andare da nessuna parte. E se devo conoscere qualcuno, non sarà una persona che si lascerà fermare dal fatto che mi sono vestito tranquillo per un incontro con compagni di università- ribattè Keiji - piuttosto, ti dovrò aspettare per tornare a casa stasera?-.

Kenma fece un piccolo sorriso.

- Con un po' di fortuna, no- dichiarò - ti scriverò se avrò bisogno che vieni a recuperarmi nei bagni, ma stasera intendo trovare qualcuno di decente-.

Aveva fatto un bel po' di incontri interessanti in locali simili, e sapeva bene che o finiva a casa di qualcuno e passava una notte spettacolare... O si trovava a fare qualche insoddisfacente sveltina in bagno che lo avrebbe fatto tornare a ubriacare, e nel secondo caso avrebbe avuto bisogno che Akashi andasse a prenderlo se non voleva passare la serata in quel bagno.

Però, aveva decisamente bisogno di scaricarsi: stava finalmente iniziando a fare il lavoro dei suoi sogni, ma essendo ancora in tirocinio era dura, e anche se i turni al bar lo aiutavano un po' a staccare comunque il sesso era decisamente una distrazione migliore.

- Va bene- rispose Keiji, che già sapeva si sarebbe trovato a bere da solo in mezzo a persone sconosciute che non avevano alcun interesse a parlare con lui.

- E tu...-.

- Vedrò se troverò qualcuno con cui parlare, ma non ti aspettare troppo- lo interruppe Keiji.

- È un inizio- borbottò Kenma - com'è andata l'altra sera la diretta del tuo Bj?-.

Akashi si sentì arrossire appena e distolse lo sguardo.

- Bene. La tua?- mormorò. Kenma fece un piccolo sorriso.

- Molto bene- dichiarò; quel ragazzo sapeva usare certi strumenti in una maniera che lo mandava fuori di testa...

Arrivarono in poco tempo al locale e Kenma entrò senza dare tempo ad Akashi di cambiare idea e andarsene; il moro lo seguì all'interno e si guardò intorno.

Il locale era piuttosto grande, non sapeva se fosse più assordante la musica o il chiacchiericcio di tutte le persone all'interno.

Una risata catturò la sua attenzione e Akashi si voltò di scatto: era Bokuto, seduto al centro di uno dei tavoli, che stava parlando con alcuni del suo gruppo di amici.

Praticamente tutti quelli che potevano sentirlo erano in silenzio, sembravano pendere dalle sue labbra...

- Wow, chi è quel figo?- commentò Kenma.

- Bokuto Koutaro... È il presidente del consiglio studentesco- mormorò Keiji, osservandolo.

Kenma gli lanciò un'occhiata e fece un sorrisetto furbo.

- Allora... Perché non andiamo al suo tavolo?-.

Prima di rendersene conto, Akashi si trovò seduto allo stesso tavolo di Bokuto; troppo lontano per poterci intrattenere qualsiasi conversazione, ma riusciva perfettamente a sentire la sua risata... Ed era circondato da parecchie persone.

Si trovò davanti del cibo e da bere quasi senza rendersene conto e sospirò: ormai era lì, tanto valeva che se la godesse...

Iniziò a mangiare e bevve anche qualche sorso del drink; avevano scritto che avrebbero dato i soldi nei giorni successivi, ma sperava che non fosse una cifra esagerata, visto quanto cibo e alcool si trovavano sul tavolo in quel momento.

Ed erano pure buoni...

Lanciò un'occhiata a Kenma, che però stava conversando con i loro vicini di tavolo.

Sapeva bene che all'amico interessava solo capire se ci fosse qualcuno di disponibile in giro, non aveva altri motivi per fare conoscenza; Kenma cercava principalmente gente più piccola di lui con l'aria tenera... E un fisico da urlo.

La maggior parte delle volte gli andava bene, in fondo lui di solito metteva subito in chiaro se volesse solo scopare per una notte o se ci fosse la possibilità di rivedersi; ma purtroppo, di solito quando provava a optare per la seconda non andava molto bene...

- Sai, dovresti provare a comunicare anche tu- commentò Kenma.

- Lo sai che non mi piace- borbottò Keiji - sono qui solo perché tu hai insistito-.

Kenma alzò gli occhi al cielo.

- Se fai così non andrai da nessuna parte...-.

Con la coda dell'occhio, Akashi vide qualcuno avvicinarsi a loro.

- Hey; tu non sei di questa scuola, vero?-. Kenma si voltò e lo squadrò per un attimo: faccia tenera, alto, fisico che non pareva per nulla male...

- No, sono un infiltrato- affermò, voltandosi di più verso di lui - tu invece?-.

- Io sí, sono al primo anno...-.

Akashi lanciò un'occhiata all'amico; come immaginava, i suoi occhi si erano illuminati... Quel ragazzo aveva decisamente una buona parte dei requisiti adatti.

- ... mi sembrava di non averti mai visto in giro. Visto che ti sei infiltrato qui, mi permetti di offrirti qualcosa da bere?-.

- Certo- Kenma si alzò e si voltò verso Akashi - ti faccio sapere dopo. Tu cerca di socializzare- gli disse.

- Stai attento- rispose semplicemente Keiji, mentre il ragazzo si allontanava.

Akashi sospirò e si guardò intorno: i ragazzi che fino a poco prima stavano parlando con Kenma lo stavano totalmente ignorando, e anche nel resto del tavolo erano tutti quanti a gruppetti...

Senza che se ne accorgesse, anche Bokuto si era alzato per andare a parlare con altra gente; non che lo avrebbe calcolato in ogni caso ma... Per qualche motivo, la cosa lo faceva sentire ancora più solo.

Si trovò a fissare il nulla davanti a sé mentre beveva qualche altro sorso dal suo bicchiere. O secondo bicchiere... Non ne aveva idea, non era molto concentrato in quel momento.

Si guardò intorno, in modo da cercare di capire se Kenma stesse bene, e lo trovò seduto al bancone del bar, intento a parlare con il ragazzo di prima.

- Scusami, non sono abituato a offrire da bere ai ragazzi nei locali... Di solito sono piuttosto timido, ma non sapevo se mai sarei riuscito a rivederti- dichiarò il ragazzo.

Kenma si era già scordato il suo nome, ma gli piaceva la sua aria innocente... Nonostante il suo sguardo che gli vagava addosso gli facesse capire che i suoi pensieri non erano altrettanto puri, e probabilmente non era neanche la prima volta che faceva qualcosa di simile.

- Hai fatto più che bene; certe occasioni capitano poche volte nella vita. Non sempre riesci a incontrare persone con gusti così... Particolari- affermò Kenma, osservandolo.

Dal sorriso comparso sul suo volto, aveva capito a cosa si riferisse.

- Hai più che ragione- il ragazzo allungò la mano, sfiorandogli la gamba - quando incontri persone simili... Dovresti legarle per impedire che ti scappino, no?- commentò.

Kenma fece un sorriso: pareva che sarebbe stata una serata divertente...

Akashi scosse appena la testa e distolse lo sguardo: il suo amico se la stava decisamente cavando.

Fece vagare lo sguardo, cercando qualcos'altro su cui concentrarsi per passare il tempo, e la sua attenzione venne catturata da Bokuto, che si trovava vicino all'ingresso.

Stava parlando con un ragazzo alto circa quanto lui, con i capelli neri tirati su in una specie di cresta, che pareva avere la sua età... E con cui sembrava andare molto d'accordo, visto che si stavano abbracciando.

Akashi distolse leggermente lo sguardo: era normale che una persona simile avesse tanti amici... E magari, anche qualcosa di più, non doveva stupirsene.

Con la coda dell'occhio, li vide uscire dal locale. Che stessero tornando a casa insieme? Aveva sempre visto Bokuto circondato da molte persone e sentito parecchie ragazzi del suo corso parlare delle sue conquiste femminili, ma non era detto che non attirasse anche ragazzi.

Anzi, lui era l'esempio vivente del fatto che fosse attraente anche per il sesso maschile. Anche se di sicuro non lo avrebbe mai guardato.

Sospirò e si portò nuovamente il bicchiere alle labbra: forse, in fondo, andarsene non era una così pessima idea; tra una cosa e l'altra si era fatta una certa ora...

Si voltò verso Kenma, e vide che il ragazzo con cui stava parlando gli aveva appena porto un altro drink.

Sospirò e tirò fuori il telefono per mandargli un messaggio.

Io pensavo di andare... Tu
cosa fai?

Alzò nuovamente lo sguardo su Kenma: l'ultima cosa che voleva era andare a interromperli, ma voleva ancora meno mollare Kenma lì da solo in caso avesse bisogno di aiuto.

Per fortuna, il biondo aveva una suoneria personalizzata solo per Akashi, per cui non appena sentì il telefono suonare fece cenno al ragazzo di aspettare un attimo e tirò fuori il cellulare.

Sospirò appena nel vedere il messaggio, prima di rispondere.

A casa con lui

Ti chiamo domani, vedi di
arrivare sano e salvo

- Scusami, il mio amico mi chiedeva se voglio andare ma... Ho qui qualcosa di più interessante da fare- dichiarò, ritirando il telefono e afferrando il nuovo drink, portandoselo alle labbra.

Forse stava esagerando a bere, iniziava a sentire un sapore strano in bocca...

- Sí, sono d'accordo- affermò il ragazzo, afferrandogli la mano e tirandolo leggermente verso di sé, facendogliela posare sul rialzo dei suoi pantaloni.

Kenma si sforzò di continuare a sorridere, sperando che non fosse tutto lì ciò che aveva da offrire; altrimenti, avrebbe dovuto dimenticarsi della grande serata che gli era stata offerta.

In ogni caso, il giorno dopo avrebbe avuto qualcosa di interessante da raccontare ad Akashi...

Il moro intanto si era alzato, e si era reso conto di aver bevuto più di quanto avesse pensato; e dire che di solito sgridava sempre Kenma perché beveva molto più di quanto potesse reggere.

Impiegò un attimo a recuperare l'equilibrio, prima di dirigersi, leggermente barcollante, verso l'uscita del locale.

Avvertiva la testa pulsargli con forza e la sua vista era leggermente sfocata, ma in qualche modo riuscì comunque ad aprire la porta.

L'aria fredda della notte gli sferzò con forza il viso, facendolo rimanere senza fiato per un secondo: forse si era vestito troppo leggero, ma non aveva pensato di uscire da lì così tardi.

Poggiò la mano contro il muro, iniziando a camminare per dirigersi verso casa sua. Per superare la struttura e andare nella direzione giusta, doveva passare verso il retro...

Mentre si dirigeva verso quel punto, avvertì un forte odore di sigaretta e due voci.

- Quindi hai deciso di cambiare Sub?-.

- Sì, non mi soddisfava più... Ed era diventato fin troppo appiccicoso; sono di nuovo a caccia!-.

Akashi continuò a camminare; c'erano tante persone che uscivano per fumare, di sicuro se ne sarebbero fregati se avessero visto passare un ragazzo ubriaco. Non poteva certo fermarsi lì solo per non disturbare: era meglio che li superasse in fretta.

- Quello non è uno dei tuoi?-. Sentì un sospiro.

- Mi sa di sì... Torna pure dentro, ci sentiamo poi-.

- Buona serata!-.

Akashi sentí una risata: sembrava... La risata di Bokuto.

Un attimo dopo, avvertì una mano posarsi sulla sua spalla.

- Hey, stai bene?-.

Akashi alzò lo sguardo e sbarró gli occhi; quello... Era Bokuto. Era davanti a lui, gli stava rivolgendo un sorriso dolce; e lo stava toccando, la sua mano gli stava davvero toccando la spalla.

- Io... Sí, ho solo bevuto troppo- mormorò.

Bokuto lo fissò per un attimo: non sembrava per nulla in forma...

- Ti chiami... Aghashi, giusto?- gli chiese.

- Akashi- mormorò Keiji.

- Akashi, vero... Mi ricordavo di te dalla tua immagine profilo- affermò Koutaro con un sorriso.

Akashi sbarrò gli occhi e arrossì appena: si ricordava di lui... Per qualche motivo, la cosa gli fece decisamente piacere.

- Sei qui da solo? Dov'è il tuo amico?- gli chiese Koutaro.

- Andrà a scopare da uno- mormorò Keiji.

Bokuto scoppiò a ridere.

- Ti fai meno problemi di quanto sembri, eh?-. Akashi sbarrò gli occhi: lo aveva detto davvero?!

- Scusami! Devo essere più ubriaco di quanto pensassi...- mormorò.

- Non preoccuparti, è normale! Dove abiti?- gli chiese Koutaro.

- Non molto distante da qui- mormorò Keiji.

- Mhh, a quest'ora non ci sono mezzi di trasporto, e anche pochi taxi... Se ti fidi di me, ti accompagno io; non me la sento di lasciarti andare da solo in questo stato- dichiarò Koutaro.

- Non serve, davvero!- esclamò Keiji - Non voglio disturbarti...-.

- Stavo comunque per andare tra non molto- affermò Koutaro - e non abiti tanto distante, no?-. Akashi esitò per un attimo: no, era abbastanza vicino, e non voleva offenderlo continuando a rifiutare... Anche perché, iniziava a sembrargli sempre di più una pessima idea provare a camminare fino a casa.

- Ti ringrazio- mormorò. Bokuto sorrise.

- Andiamo!- con sorpresa di Akashi, gli fece passare un braccio attorno alla vita e si diresse verso il parcheggio.

Bokuto lanciò un'occhiata ad Akashi: era un ragazzo davvero carino, ma era anche parecchio ubriaco e piuttosto innocente... Pareva che avrebbe dovuto inventare il racconto per la sera dopo, non era decisamente il momento giusto per pensarci.

Arrivó al parcheggio e aiutò Akashi a salire in macchina e allacciarsi la cintura, prima di andare a sedersi nel posto del guidatore.

Akashi si guardò intorno: non se ne intendeva molto di macchine, ma gli sembrava costosa... E aveva lo stesso profumo di Bokuto, un profumo piuttosto dolce ma con un pizzico quasi di piccante che non avrebbe saputo definire.

- Partiamo!- esclamò Koutaro, mettendo in moto - Metti l'indirizzo sul navigatore, così se vuoi ti puoi riposare-.

- Grazie mille- mormorò Keiji, allungando la mano verso lo schermo dell'auto, in modo da impostare il navigatore.

Bokuto partí; Akashi sapeva bene che avrebbe dovuto cercare di riprendersi, eppure non poté fare a meno di voltarsi e osservarlo.

Bokuto sembrava rilassato, guidava canticchiando le canzoni che passavano alla radio.

Aveva la pelle che sembrava perfetta, non c'era segno di imperfezione; e i muscoli che intravedeva sotto la camicia del ragazzo...

Serrò appena le gambe, cercando di tornare in sé stesso. Era una pessima idea continuare a osservarlo, rischiava di fare qualche cazzata e non ci teneva proprio.

Bokuto gli lanciò un'occhiata e fece una piccola risata.

- Sono così bello?- commentò.

Akashi arrossì e distolse lo sguardo. Bokuto si morse appena il labbro inferiore: era parecchio tenero...

- Arrivati!- dichiarò Koutaro, fermando l'auto e scendendo. Akashi impiegò qualche secondo a slacciarsi, lasciando a Bokuto il tempo di raggiungere la sua portiera e aprirla.

- Grazie- mormorò Keiji, alzandosi e uscendo dall'auto; si trovò a barcollare nuovamente e sospirò appena: aveva decisamente esagerato...

- A che piano sei?- gli chiese Koutaro.

- Quinto- mormorò Keiji.

- Ti accompagno su-. Questa volta, Akashi non provò neanche a dire di no e annuì appena; Bokuto chiuse l'auto e si diresse verso l'entrata.

- Dove hai le chiavi?- chiese Koutaro.

- In tasca- mormorò Keiji; la testa gli girava davvero tanto...

Avvertì la mano di Bokuto posarsi sul suo fianco e scivolare in basso, sfiorandogli la natica con un dito prima di insinuarsi nella tasca davanti dei suoi pantaloni.

Akashi trattenne il respiro: aveva le mani davvero grandi e calde... E sembrava che si stesse muovendo più lentamente del dovuto.

Gli venne all'improvviso un dubbio: non è che aveva voluto accompagnarlo per un altro motivo? No, figuriamoci se avrebbe sprecato l'occasione per uno come lui.

Però, un po' di persone approfittavano di chi era ubriaco... Anche se quel ragazzo gli sembrava troppo gentile e puro per fare una cosa simile.

Ma non era lui il primo a dire che non bisognava fidarsi delle apparenze?

Sentì Bokuto tirarlo appena e si rese conto che aveva aperto la porta.

Entrarono e si diressero verso l'ascensore, che per fortuna arrivò subito.

Non appena iniziò a muoversi però, Akashi iniziò ad avvertire un'orribile sensazione alla gola e si portò una mano alla bocca.

- Ti viene da vomitare?- gli chiese Koutaro, preoccupato. Akashi annuì: doveva cercare di resistere...

- Ok, qual'è la chiave di casa tua?-. A fatica, Akashi gli indicò la chiave per entrare in casa.

- Appartamento 54?-. Akashi annuì nuovamente.

- Ok, reggiti forte-. Appena le porte dell'ascensore si aprirono, Akashi si sentì sollevare; sbarrò gli occhi mentre Bokuto si dirigeva velocemente verso la porta di casa sua.

La aprì con una velocitá incredibile ed entrò nell'appartamento, guardandosi intorno.

Akashi gli indicò velocemente la porta della sua camera da letto e Bokuto si fiondò verso essa; impiegò un attimo a capire dove fosse il bagno e Akashi riuscì a trovarsi inginocchiato davanti al water in tempo per rimettere tutto ciò che aveva bevuto e mangiato quella sera.

- Come ti senti?- gli chiese Koutaro, carezzandogli la schiena. Akashi aspettò qualche secondo per rispondere.

- Meglio- mormorò.

- Sciacquati un attimo- Koutaro lo aiutò ad alzarsi e lo portò verso il lavandino, aiutandolo a sciacquarsi il volto.

- Scusami, non pensavo di aver bevuto così tanto- mormorò Keiji.

- Non preoccuparti, alcuni drink li fanno davvero carichi... E a volte ci sono degli idioti che ci mettono dentro qualcosa di troppo, quindi non è colpa tua- affermò Koutaro.

Il pensiero di Akashi corse a Kenma: sperava che stesse bene...

- Grazie ancora per...- si voltò verso Bokuto e sbarrò gli occhi - scusami! Non pensavo di averti sporcato... Mi dispiace tanto!-.

- Non preoccuparti, non hai certo fatto apposta- rise Koutaro.

- Ecco... Fatti pure una doccia qui, io ti presto qualche mio vestito!- esclamò Keiji, uscendo velocemente dal bagno e dirigendosi verso l'armadio: che imbarazzo... Era stato davvero un idiota... Non avrebbe ascoltato le idee di Kenma mai più.

Prese dei vestiti e lanciò un'occhiata alla porta del bagno, notando che però Bokuto l'aveva chiusa e aveva già fatto partire l'acqua.

Andò ad appoggiare i vestiti sulla scrivania e si guardò intorno: per fortuna la sua camera era a posto o sarebbe stato ancora più imbarazzato.

Si sentiva decisamente stanco, così andò a sdraiarsi sul suo letto, sperando di riprendersi il necessario per salutare e ringraziare Bokuto in modo decente.

Si trovò a chiudere gli occhi senza neanche rendersene conto, decisamente stanco da quella settimana e ancora di più da quella serata.

Bokuto intanto si diede una lavata veloce, prendendo anche un catino per sistemarci la sua povera camicia.

- Sembra che questo ragazzo sia parecchio ordinato- commentò; aveva trovato tutto il necessario come se fosse a casa sua...

Si asciugò velocemente e indossò nuovamente i suoi pantaloni, che per fortuna non si erano sporcati.

Lanciò un'occhiata allo specchio: bè, almeno quella doccia gli aveva evitato di doversi levare tutto il gel dai capelli a casa... Erano scesi da soli.

Tornò in stanza e fece un piccolo sorriso nel vedere che Akashi si era addormentato: aveva un'aria così tenera... Peccato per com'era andata la serata, altrimenti...

Gli venne all'improvviso in mente quale fosse lo stato del ragazzo poco prima e afferrò il telefono, effettuando una chiamata e portandoselo all'orecchio.

- Dimmi Bro- rispose una voce maschile dall'altra parte del telefono.

- Bro ascolta, il ragazzo che ho portato a casa... Forse regge solo poco, ma potrebbero avergli messo qualcosa nel bicchiere. Puoi tenere d'occhio il suo amico? È un biondino che pare si diverta a cercare gente da scopare. Con il tuo fiuto lo troverai in un attimo, aveva addosso un crop top e deve aver bevuto un po'-.

- Sempre le cose importanti nelle descrizioni, eh?- rise il ragazzo dell'altra parte - Va bene, tu vedi di non fare cazzate-.

- Sfiduciato- rise Koutaro.

Mentre parlava, non si accorse che la sua voce aveva iniziato a ridestare Akashi, che aprì gli occhi.

Trattenne per un attimo il fiato mentre fissava il ragazzo in piedi nella sua stanza.

Poteva ignorare il fatto che i suoi capelli avessero lo stesso colore; poteva ignorare quanto fossero simili le loro mani, e quanto le sensazioni che provava nel vederlo fossero molto simili a quelle che provava durante le live.

Ma quel fisico scultoreo, quei capelli pettinati in maniera così sbarazzina, il modo in cui si muoveva, e quel sorriso che aveva in volto...

- Bj Owl- sussurrò. Bokuto si voltò di scatto verso di lui.

Akashi arrossì appena e si tirò su.

- Tu... Sei Bj Owl, vero?-.

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