CAPITOLO VI.

Akashi strinse con forza il sostegno del pullman, cercando di calmare il battito accelerato del suo cuore.

Lanciò un'occhiata all'orario; erano passate da poco le 19:15... Forse si era mosso fin troppo presto, ma visti i problemi che potevano esserci con i mezzi di trasporto aveva preferito non rischiare.

Lanciò un'occhiata ai suoi vestiti; si sentiva decisamente troppo elegante, anche un paio di persone intorno a lui lo avevano guardato piuttosto stranite.

Che avesse esagerato? Ma non era mai stato in un posto simile... La prossima volta avrebbe cercato di capire meglio come fosse il caso di vestirsi.

Scese dopo non molto e si guardò intorno, cercando di orientarsi; non andava in quella zona da un po', aveva smesso quando non aveva più dovuto accompagnare Kenma, per cui per sicurezza decise di mettere il navigatore.

Camminò piuttosto piano, cercando di calmarsi: aveva provato a non farsi alcuna aspettativa, visto che non aveva idea di cosa sarebbe potuto succedere... Ma ovviamente, la sua testa era pienissima di domande che stava cercando di ignorare con tutto sé stesso.

Fece un respiro profondo e alzò lo sguardo. L'albergo era dall'altra parte della strada... Era piuttosto grande, e sembrava anche lui molto elegante.

Si sentiva leggermente a disagio a essere davanti a un luogo così elegante, però...

Visto che era presto, decise di rimanere fuori ancora qualche minuto; ma c'erano fin troppe persone che lo stavano fissando, e iniziava a sentirsi decisamente fuori luogo.

Alla fine, nonostante mancasse ancora circa un quarto d'ora all'orario dell'appuntamento, decise di avvicinarsi alla porta, dove si trovava un usciere che lo fissò per un attimo.

- Ehm... Buongiorno. Ho un... Appuntamento, un... Amico mi ha chiesto di incontrarci qui- affermò.

L'uomo lo squadrò per un attimo, prima di titare fuori il cellulare.

- Nome?- gli chiese.

- Akashi... Akashi Keiji- rispose. La guardia scrollò per un attimo quello che sembrava un elenco di nomi, prima di annuire e ritirare il telefono.

Si voltò e aprì la porta; subito, uno dei dipendenti dell'hotel si diresse verso di loro.

- È l'ospite- affermò l'usciere - accompagnalo-. L'uomo annuì e si voltò verso Akashi.

- Venite pure- fece un piccolo inchino e si voltò, iniziando a camminare.

- La ringrazio...- Keiji si voltò verso l'usciere - grazie mille- gli disse, prima di seguire l'uomo nella struttura.

Si sentiva a disagio, lo stavano trattando praticamente come se fosse un re... E quel luogo era talmente decorato di oro e di porpora da sembrare quasi un palazzo.

Si guardò leggermente intorno. Davanti a lui c'era un bancone di legno tirato a lucido, e di fianco anche un cartello con alcune indicazioni; segnava che il ristorante era a destra, eppure il cameriere lo stava conducendo a sinistra... Verso le camere.

Anzi, più principalmente verso l'ascensore.

Si affrettò a salire e le porte si chiusero poco dopo davanti a lui.

- Ecco... Bokuto-san mi aveva detto che mi avrebbe offerto la cena- mormorò - pensavo mi aspettasse al ristorante-.

- Il nostro albergo effettua anche servizio in camera, ed è stato richiesto dal signor Bokuto- rispose l'uomo.

- Capisco. Bokuto è... Un ospite fisso?- chiese Keiji. Sapeva che non sarebbe dovuto essere così tanto curioso, ma gli sarebbe davvero piaciuto sapere se Bokuto facesse spesso cose simili.

Magari era lì che portava i suoi amanti...

- Sí, viene spesso insieme al signorino- rispose l'uomo.

Il signorino? Chi poteva essere?! Che Bokuto avesse... Un'amante fisso?

No, sarebbe stato strano, visto quello che avevano fatto. Anche se al suo amante fossero andate bene le sue dirette, dubitava che fosse d'accordo con il fatto che si facesse altre persone... O magari tutte le storie che raccontava erano accadute con lui.

Forse, il suo amante non sapeva nemmeno del suo lavoro; o magari avevamo un rapporto aperto, o poliamoroso.

O forse...

A interrompere il flusso di pensieri di Akashi ci pensò il tintinnio che precedette l'apertura delle porte dell'ascensore.

Akashi si guardò intorno: erano arrivati a uno degli ultimi piani... Che da quello che sapeva, era uno di quelli con le camere più eleganti.

Il suo accompagnatore uscì dall'ascensore e Akashi fece lo stesso; lo vide dirigersi verso una delle porte e fermarsi di fronte a essa, per poi bussare.

- Bokuto-sama, è arrivato il suo ospite- affermò. Sama? Doveva essere veramente molto conosciuto e apprezzato...

- Oh, arrivo subito!- si sentirono alcuni rumori provenire dall'interno, prima che la porta si aprisse.

Akashi rimase leggermente sollevato nel vedere che si trattava davvero di Bokuto: per un attimo aveva temuto di aver sbagliato tutto...

Invece il ragazzo era lì davanti a lui, un sorriso nervoso in volto, i capelli pettinati in basso come durante le registrazioni di Owl.

Akashi constatò che anche lui era vestito piuttosto elegante, per cui per fortuna non aveva esagerato.

Bokuto si voltò verso di lui e gli rivolse un sorriso.

- Akashi, ciao! Vieni pure!- gli disse, prima di voltarsi verso il cameriere - Invieremo l'ordine tra poco!-.

- Va bene signore, le porteremo il tutto quanto prima- affermò il cameriere, inchinandosi, prima di superare Akashi e allontanarsi lungo il corridoio.

- Akashi? Non vieni?-. Akashi si rese conto solo al richiamo di Bokuto di essere ancora immobile nel corridoio.

- Sì... Scusami- mormorò, raggiungendolo. Bokuto si spostò di lato e Akashi, con una lieve ansia, entrò nella stanza.

Si guardò intorno. Non sembrava una camera da letto, visto che non molto distante da lui si trovava un tavolo già apparecchiato, con anche una candela al centro; dopo alcuni gradini si trovava una porta a doppio battente, e un'altra porta più piccola si trovava a destra della stanza.

- Tanto sfarzo, vero?- rise Koutaro - Colpisce parecchio-.

- Già... Vieni spesso qui?- gli chiese Keiji.

- Non esattamente... Ci accompagno il mio migliore amico, fa affari con un po' di persone importanti. Quel ragazzo è incredibile... Ha la mia età ma ha già avviato una sua società!- rise Koutaro.

Akashi sentí il suo corpo rilassarsi leggermente; quindi era il suo migliore amico, e non il suo ragazzo... Per qualche motivo, la cosa lo fece sentire meglio.

- Fa il Bj anche lui, sai?!- gli disse Koutaro, dirigendosi verso il tavolo - Ma quel pervertito ha iniziato per divertimento, ed è un amante del BDSM!- rise.

BDSM? Non è che...

- Bokuto-san, non vorrei essere scortese ma... Non è che il suo amico è Bj Neko?- mormorò.

Con sorpresa di Akashi, un broncio di dipinse subito sulle labbra di Bokuto.

- Sono molto offeso Aghashi! Dicevi di essere un mio fan ma conosci anche quella gentaglia?- commentò.

- È Akashi- lo corresse Keiji, anche se il maggiore in alcuni momenti pareva ricordarlo molto bene - comunque no, non ho mai visto video di Bj al di fuori di te, Bokuto-san. Il mio amico che mi ha fatto conoscere il tuo profilo è un suo fan- spiegò.

- Oh, quindi non hai visto i suoi video!- Koutaro tornò a sorridere - Meno male, ne sono davvero felice!-.

Un amico, eh? Che fosse...

- Ecco... Come mai lo hai definito gentaglia? Pensavo che foste amici- commentò Keiji. Di solito non era così ficcanaso, ma quel ragazzo lo stava incuriosendo parecchio...

- Oh, lo siamo! Ma nel lavoro da Bj siamo agli antipodi- rise Koutaro - io non riuscirei mai a usare tutti quegli oggetti! Ma lui si diverte così-.

- Capisco- mormorò Keiji; in effetti, essendo il primo e il secondo in classifica era normale che fossero in competizione...

- Hai detto che lui lo fa solo per divertimento; e tu invece, Bokuto-san?- chiese Keiji.

- Per vari motivi- tagliò corto Koutaro - ma non è il momento di parlarne. Prego, accomodati pure e scegli quello che vuoi mangiare! Ho fatto cancellare i prezzi, per cui non farti problemi!- si diresse verso il tavolo e tirò indietro una delle due sedie, facendo cenno ad Akashi di accomodarsi.

- Grazie- mormorò lui, imbarazzato, andando a sedersi. Bokuto corse a sedersi di fronte a lui; era più nervoso di quanto stesse cercando di mostrare...

- Prego!- Koutaro gli porse il menù. Akashi lo afferrò e lo aprì; cercò di trattenersi dallo sabrrare gli occhi: quei cibi sembravano raffinati solo dal nome...

Prese la prima cosa che lo ispirò e la disse a Bokuto; il ragazzo si affrettò ad afferrare un tablet che si trovava sul tavolo e inviare gli ordini, prima di riappoggiarlo e rivolgere un sorriso ad Akashi.

- Mi sono fatto portare il loro miglior vino, consigliato direttamente dal mio Bro!- affermò Koutaro, allungando la mano; Akashi notò in quel momento la bottiglia di vino posata sul tavolo, immersa in un contenitore con del ghiaccio - Ne vuoi un po'? O hai paura di finire come l'altra volta?- rise. Akashi arrossì appena.

- No, dovrei riuscire a controllarmi- mormorò. Bokuto gli rivolse un sorriso e prese il suo bicchiere, per poi versarvi un po' di vino.

Akashi aspettò che il ragazzo fece lo stesso con il suo; Bokuto finì di versare, appoggiò la bottiglia e alzò il suo bicchiere.

- Bè... A questa cena- rise. Akashi annuì appena, senza sapere esattamente cosa dire, e fece scontrare i loro bicchieri.

Bevvero entrambi un sorso, facendo calare un silenzio leggermente imbarazzato nella stanza mentre riappoggiavano i bicchieri.

- Ecco, Bokuto-san...-.

- Togli pure il san!- rise Koutaro.

- Ecco... Bokuto. Come mai hai voluto incontrarmi?- gli chiese Keiji.

- Ne parliamo dopo cena, abbiamo tutto il tempo!- affermò Koutaro con un sorriso - Adesso pensa solo a rilassarti! Tu studi giornalismo, giusto?-. Akashi annuì.

- Mi piacerebbe diventare un giornalista e uno scrittore- rispose.

- Wow! Io non me la so proprio cavare in questo campo- rise Koutaro - hai già scritto qualcosa?! Se c'è un giornale con le tue opere lo vado subito a comprare!-.

- Ho scritto un paio di cose ma... Le ho tenute tutte per me- mormorò Keiji - non ho ancora inviato nulla, so di avere parecchio da migliorare prima di poter diventare un giornalista, per cui sto aspettando-.

- Oh... Però, se non invii nulla come sai dove devi migliorare?- gli chiese Koutaro, confuso - Insomma, prendi sempre il massimo agli esami, quindi dovresti essere a buon punto, no?!-.

Akashi aggrottò la fronte.

- Hai visto i miei risultati scolastici?-.

- Sono il presidente del consiglio studentesco, tengo d'occhio gli studenti peggiori e i migliori- rise Koutaro.

- Capisco- mormorò Keiji. Non è che non aveva capito nulla e si trovava lì per un motivo scolastico?

Magari Bokuto aveva bisogno di parlargli di qualcosa legato all'università, e visto quello che era successo aveva preferito farlo in maniera informale.

O forse doveva semplicemente smettere di farsi tutte quelle domande e aspettare la fine della cena.

Sentì bussare alla porta e Bokuto si alzò per andare ad aprire, trovandosi di fronte il cameriere con un carrello per il loro cibo.

- Grazie mille; faccio io!- dichiarò Koutaro.

- Va bene; ci faccia sapere se ha bisogno d'altro- rispose l'uomo, facendogli un piccolo inchino, per poi allontanarsi.

- In questo posto sembra di essere in una reggia- rise Koutaro, tornando verso Akashi.

- Abbastanza- mormorò il ragazzo, mentre Bokuto gli posava davanti il suo piatto.

- Grazie mille- mormorò Keiji. Bokuto gli rivolse un sorriso e prese anche il suo piatto, tornando a sedersi.

I due iniziarono a mangiare, e Akashi dovette ammettere che era decisamente buono...

- Ti piace?- gli chiese Koutaro.

- Molto- mormorò Keiji.

- Ne sono felice! Vuoi assaggiare anche un pezzo del mio?-. Prima che Akashi potesse rispondere, Bokuto gli stava già avvicinando la sua forchetta.

Per evitare di essere scortese, Akashi si sporse appena verso di lui e aprì la bocca, avvolgendola intorno alla forchetta.

Bokuto lo fissò per un attimo, cercando di non mostrare quale pensiero fosse comparso nella sua mente, e osservò il ragazzo mentre masticava lentamente e deglutiva.

- È molto buono. Vuoi assaggiare un pezzo del mio?- gli chiese Keiji.

- Certo!- Koutaro non esitò a infilare la sua forchetta nel piatto di Akashi, per poi portarselo alla bocca e fare un sorriso.

- Super buono!- dichiarò, prima di tornare a mangiare il suo piatto.

Akashi fece un piccolo sorriso; nonostante fosse ancora pieno di domande, iniziava a rilassarsi in sua compagnia.

- Tu come mai stai studiando economia, Bokuto?- gli chiese.

- I miei genitori gestiscono un'attività e... Bè, essendoci cresciuto sono piuttosto bravo negli affari, ma volevano comunque che studiassi prima di avere un ruolo fisso. Anche mio fratello ha fatto l'università, e con ottimi risultati, per cui non posso essere da meno!- dichiarò Koutaro con un sorriso, sperando che il ragazzo non notasse che la situazione era molto più complicata di come l'aveva spiegata.

- Capisco... Hai solo un fratello?- gli chiese Keiji.

- Un fratello e una sorella, ma lei ha deciso di dedicarsi a delle attività sue- affermò Koutaro - la vedo solo alle riunioni di famiglia. Tu sei figlio unico?-.

- Sì- rispose Keiji - anche se ho dei cugini più piccoli-.

- Allora sarai bravo a prenderti cura della gente!- rise Koutaro.

Akashi avrebbe voluto dirgli che quel collegamento non era proprio così diretto, ma in fondo era vero che era bravo a prendersi cura degli altri, almeno in certi ambiti, per cui non disse altro.

I due ragazzi continuarono a parlare di cose abbastanza superficiali per tutta la sera; Akashi riuscì a rilassarsi molto di più, e anche Bokuto era decisamente più tranquillo.

Forse quello che voleva proporgli poteva davvero funzionare...

- Mi sono permesso di prendere per entrambi il mio dolce preferito!- dichiarò Koutaro con un sorriso, mentre Akashi osservava la torta che aveva davanti: apparentemente era una normale torta al cioccolato con intorno della frutta...

- Lo assaggerò volentieri- affermò, prendendo la forchetta e infilzandola nel dolce.

Bokuto rimase a fissarlo, come in attesa del suo verdetto, per cui Akashi decise di concentrarsi molto su quella torta.

In effetti, all'interno non era al cioccolato, sembrava avere più degli strati di crema che non riusciva bene a identificare, però...

- È parecchio dolce, ma è buona- affermò.

- Vero?! Una volta ho mangiato quasi quattro fette e stavo morendo!- rise Koutaro - È molto pesante, ma la amo troppo per non mangiarla!- afferrò la sua forchetta e iniziò a mangiare a sua volta.

Rimasero per un attimo in silenzio. Bokuto sembrava aver realizzato all'improvviso che, essendo arrivati al dolce, tra poco non avrebbe più potuto rimandare la loro conversazione... Ma doveva cercare di stare calmo, fino a quel momento era andato tutto bene.

- Champagne?- chiese, mentre finivano la torta. Akashi sbarrò gli occhi.

- Non sarà un po'... Esagerato?- mormorò.

- Certo che no! Dopotutto, ti ho portato qui per parlarti di una cosa piuttosto importante- affermò Koutaro.

Akashi avvertì il suo cuore tornare a battere con forza.

- Sì, vero- mormorò, mentre Bokuto si alzava per andare ad aprire la bottiglia che aveva preparato.

- Giuro che non sto cercando di farti ubriacare, voglio solo che entrambi siamo più rilassati- rise Koutaro, versando un po' di champagne a entrambi.

- Lo immagino- mormorò Keiji - anche perché non penso tu abbia motivi di farmi ubriacare-. Bokuto fece un piccolo sorriso.

- Hai molta fiducia in me- rise - non sai neanche cosa voglio-.

- No, ma non penso avresti organizzato tutto questo per poi obbligarmi a fare qualcosa o organizzare situazioni strane- fece notare Keiji - e da quello che ho visto adesso non sei quel tipo di persona, quindi non ho motivo di essere preoccupato-.

Bokuto lo fissò per un attimo e fece un sorriso.

- Sei davvero particolare Akashi... Mi piace il tuo modo di pensare. È per questo che sento di poterti parlare in tutta tranquillità- affermò, posando il bicchiere sul tavolo.

Akashi fece lo stesso; a giudicare da quanto stava diventando seria la sua espressione, doveva essere arrivato il momento.

- Sono in attività da tre anni ormai, e come ben saprai non ho mai avuto problemi durante le dirette: ho avuto tante esperienze e ho anche molta fantasia, per cui tra racconti e immaginazione sono sempre stato più tranquillo. Durante l'ultima sessione però, ho avuto una certa fatica a trovare l'ispirazione... E anche quando poi ho provato fuori dalla live, ho fatto molte fatica- iniziò Koutaro.

Akashi aggrottò la fronte.

- Ti serve un consiglio medico?-. Il ragazzo sbarrò gli occhi.

- No, certo che no! Non ho alcun problema medico!- esclamò Koutaro - Il punto è un altro! Non riesco a venire se non penso a te!-.

Akashi si sentì diventare completamente rosso e Bokuto sbarrò gli occhi nel rendersi conto che lo aveva detto nel modo peggiore possibile.

- Cioè, io...- fece un respiro profondo - ripartiamo da capo. Ti avevo già notato in giro per la scuola, ma non sono uno di quei ragazzi che fa di tutto per andare a letto con chi vuole, per questo non ci ho provato. Però dopo quello che è successo, per qualche motivo continui a venirmi in mente tu in quei momenti. È probabile che sia perché sei l'unico con cui ho fatto qualcosa a sapere di entrambi i lati della mia vita, non ne ho idea, non sono molto bravo a capire la psicologia delle persone. Ma immagino che tu abbia notato che durante la mia ultima live... Bè, mi riferivo a te- affermò.

- Sì... Lo avevo immaginato- mormorò Keiji - ti riferivi a me... Anche in quella precedente?-. Bokuto arrossì lievemente.

- Sì, ma quella è una cosa che faccio spesso quando le persone che incontro in giro mi ispirano. Questa volta invece... Solo pensando a te sono riuscito a eccitarmi. Sarebbe un problema se non riuscissi più a fare le dirette come un tempo; so che ti chiedo molto e ti chiedo una cosa strana, soprattutto visto che ti ho detto io di comportarci come al solito, però... Mi piacerebbe avere altri momenti intimi con te-.

"Momenti intimi"... Lui sarebbe andato molto più diretto, ma visto che Akashi gli sembrava un ragazzo piuttosto serio aveva chiesto un paio di consigli al suo Bro su come parlarci.

- Momenti... Intimi?- mormorò Keiji, mentre il suo cuore riprendeva a battere a mille. Voleva davvero... Averli con lui?

- Non fraintendermi, voglio mettere subito in chiaro le cose: non sono in cerca di una relazione, e non voglio avere alcun rapporto fuori da quei momenti, è giusto che le nostre vite rimangano come sono. Ma almeno per il momento, mi piacerebbe poter ispirare a te i miei racconti e le mie storie. Come ti ho detto l'altra volta, non trovo giusto che tu abbia la tua prima volta con una persona che a malapena conosci, non voglio andare fino in fondo; ma finché non avrò superato questa fase, se...-.

- Accetterò- lo interruppe Keiji - ma solo se andremo fino in fondo-.

Bokuto lo fissò, sorpreso.

- Akashi...-.

- Ho capito il tuo discorso, non preoccuparti- dichiarò Keiji; aveva capito che era una cosa momentanea per dargli una mano, e aveva anche capito che, in qualche modo che faceva fatica a capire, Bokuto sembrava fisicamente attratto da lui.

E nonostante non aveva mai avuto troppe ambizioni da quel lato e non fondasse certo la sua vita sul fatto di essere attraente o meno... La cosa gli aveva fatto decisamente piacere.

E non voleva lasciarsela sfuggire in alcun modo.

- Non ho mai pensato molto all'amore, non è mai stato una mia priorità; ed è vero che la nostra non è quel tipo di storia, come hai detto anche tu. Ma penso che non mi pentirei mai di avere la mia prima volta con te: né con Bokuto Koutaro... Nè con Bj Owl- dichiarò Keiji.

Bokuto lo fissò, più che sorpreso.

Si era già lamentato con il suo migliore amico di quanto si sarebbe dovuto trattenere e del fatto che non vedeva l'ora, ma il modo in cui Akashi lo stava guardando in quel momento... Sembrava quasi più deciso di lui.

Fece un piccolo sorriso: se lo era davvero, perché si sarebbe dovuto tirare indietro?

- Allora, che ne dici...- si alzò e si diresse verso le due porte che conducevano alla vera e propria camera da letto; si voltò verso Akashi, un sorriso malizioso in volto - di fare subito una prova?-.

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