CAPITOLO XII.

- ... E quindi alla fine sono riuscito a fare guadagnare un bel po' di yen all'azienda-.

- Sei davvero in gamba: sapevo che affidare quella sezione a te sarebbe stato più che proficuo! E tu Koutaro? Come stanno andando gli studi?-.

Bokuto per un attimo non rispose e continuò a fissare il bicchiere che aveva in mano; si era distratto qualche discorso fa ormai, non gli andava per niente di continuare a sentire gli sproloqui di suo fratello che si vantava di tutto ciò che aveva fatto di buono... Ma il calcio che gli arrivò dritto sullo stinco gli fece alzare la testa di scatto.

Sua sorella, Masaki, gli lanciò un'occhiata, come per ricordargli di stare attento, e il ragazzo riportò l'attenzione su suo padre, forzando un sorriso.

- Scusatemi, mi ero un attimo distratto... Il mio percorso scolastico sta andando bene. Ho dei voti eccellenti, sono a capo del consiglio studentesco e ho già alcune aziende che mi hanno contattato per un futuro stage. Ma nulla che possa superare la nostra, per cui ho rifiutato- dichiarò. Tutte cose vere, bastava omettere la parte sul suo piccolo segreto e la sua vita sarebbe stata perfetta secondo i suoi genitori... O meglio, peretta se non avesse avuto un fratello.

- Sono davvero fiero di te Koutaro; stai proprio seguendo le mie orme!- Shuji allungò la mano, scompigliandogli i capelli un po' troppo forte per i gusti di Koutaro; ed era chiaro dallo sguardo di suo fratello che lo stesse guardando dall'alto in basso come sempre...

Era il primogenito in fondo: qualsiasi cosa Koutaro avesse fatto, o si trattava di allontanarsi dal suo modello perfetto o di ricalcare semplicemente i suoi passi.

Nulla di quello che avrebbe mai fatto sarebbe mai stato merito suo.

- Bene Koutaro, sono felice di sentirlo. A proposito Shuji, per la prossima campagna...-. I due tornarono a parlare di affari e Koutaro tornò a distrarsi; sua sorella ogni tanto gli lanciava qualche occhiata, ma non poté dire nulla, era già "fortunata" a essere stata invitata a quella cena di famiglia. Anche sua madre non li stava degnando di uno sguardo, era concentrato solo sul suo figlio perfetto...

Quando poterono finalmente congedarsi, Koutaro si trattenne dal rilasciare un sospiro di sollievo: una sola cena in compagnia dei suoi genitori e gli sembrava di impazzire... Fortuna che era un evento che accadeva se andava bene una volta al mese; era evidente che anche i suoi genitori non ci tenessero a vedere lui e sua sorella più del previsto.

- Perché ti fai ancora tanto influenzare dal loro giudizio? Hai detto tu che all'università sta andando tutto bene e che ti stanno anche offrendo vari lavori- fece notare Masaki.

- Sì, ma mi sto impegnando tanto per lavorare all'azienda- le fece notare Koutaro.

- Altra cosa che non capisco... Se stessi in azienda dovresti lavorare con Shuji, e tu odi come ti tratta nostro fratello- gli fece notare - perché non fai come me? I nostri genitori ci riservano lo stesso trattamento nonostante io sia andata via per lavorare nella moda mentre tu stai facendo esattamente ciò che ti hanno chiesto-.

- Tu sei andata a lavorare per un altro settore; io non posso rimanere nello stesso e andare in un'altra azienda. Hai idea di quanti casini potrebbero crearsi?- sbuffò Koutaro.

- A grandi linee. Ma so anche che tu ne saresti più felice- Masaki si fermò di fronte alla sua auto e si voltò verso il ragazzo - seguire quello che voglio fare è stata la scelta migliore della mia vita. Tu vuoi veramente passare il tempo a cercare di dimostrare a nostro fratello che sei migliore di lui?-.

Koutaro serrò appena le labbra. Sapeva che il discorso di sua sorella aveva senso... Ma lui doveva dimostrarlo: di essere migliore di suo fratello, di valere più di lui, di non essere uno scarto solo perché era nato dopo.

Era sempre stato il migliore, ovunque andasse, spesso neanche aveva dovuto sforzarsi per esserlo, anzi le persone venivano attratte da lui senza che facesse troppo sforzo.

Ma non per la sua famiglia: lì era sempre stato il secondo, lasciato indietro da suo fratello. E non solo i suoi genitori: anche quando le persone che avevano intorno, i compagni di scuola, i familiari, i professori... Tutti quelli che conoscevano sia lui che suo fratello non facevano altro che ripetergli quanto Shuji fosse incredibile, intelligente, carismatico... Ed era qualcosa di davvero irritante. Avrebbe mostrato a tutti il suo valore, indipendentemente da suo fratello.

- Masaki ha ragione; forse dovresti semplicemente cercare la tua strada-.

I due si voltarono di scatto e videro Shuji raggiungerli, un sorriso in volto.

- Stai facendo molto Kou, per uno come te che ha sempre odiato impegnarsi è veramente notevole- dichiarò, fermandosi di fronte a loro.

Koutaro strinse appena i pugni.

- Tu non ne sai nulla del mio impegno- affermò.

- No, ma so che non basterà: non riesci a essere al giusto livello Kou, lo sai bene che ti stuferai molto presto. In fondo ti sei sempre stancato di tutto... Anche delle persone- dichiarò il maggiore.

Koutaro si irrigidì di colpo. Lui ancora pensava che... Fosse per quello che...

- Non hai idea di cosa stai parlando- sussurrò. Suo fratello non aveva idea del fatto che lui non c'entrava nulla: semplicemente come al solito, davanti a suo fratello... Non valeva assolutamente nulla.

- E non puoi incolparmi per una persona che hai comunque deciso di tenere lontana dalla tua vita- affermò.

- Certo che è colpa tua. Prima di incontrarti, lui era perfettamente normale; non hai ancora quelle tendenze, vero?-.

Bokuto serrò i pugni: avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, ma se lo avesse fatto in quel momento i suoi genitori probabilmente lo avrebbero diseredato...

D'un tratto, sentì il rumore di un'auto che si avvicinava e si fermava dietro di loro.

Si voltò, confuso, e osservò l'auto nera alle sue spalle. Un sorriso comparve sul suo volto quando vide chi ne stava uscendo: vestito in giacca e cravatta, aria sicura ed elegante... Nessuno avrebbe mai detto che era un deficiente come lui, ma Koutaro lo conosceva molto bene e sapeva quanto la sua apparenza potesse ingannare.

- Buonasera a tutti- disse, avvicinandosi con un sorriso.

- Tu chi saresti?- chiese Shuji, leggermente irritato da quell'interruzione.

- Mi chiamo Kuroo Tetsuro. Gestisco un'azienda sportiva- Tetsuro allungò la mano, porgendogli il suo biglietto da visita - e sono il migliore amico di Koutaro. Sono venuto a prenderlo, in modo che non rischi di tornare a casa troppo tardi-.

Koutaro fece un piccolo sorriso: quell'idiota...

Vide suo fratello leggere con attenzione il biglietto, prima di alzare lo sguardo su Kuroo.

- Conosco questa azienda... Ma non facciamo ancora affari, ho saputo che siete abbastanza nuovi- affermò.

- Esatto, esistiamo da poco, ma immagino tu sappia che siamo già piuttosto in gamba... E non preoccuparti, non intendo fare affari con persone che non sanno rispettare la loro famiglia. Quando Kou avrà finalmente il posto che gli spetta potremmo anche diventare soci, ma fino ad allora... Spero che non ci troveremo a essere nemici. Andiamo Bo- Tetsuro circondò le spalle dell'amico con un braccio.

Koutaro salutò sua sorella con un cenno della mano e un sorriso, prima di voltarsi e allontanarsi insieme all'amico.

Salirono entrambi in macchina, e prima che potessero partire Koutaro lanciò un'ultima occhiata a suo fratello.

Scoppiò a ridere.

- Hai vito che faccia ha fatto?!- esclamò, divertito - Non l'ho mai visto così shockato in vita sua! Era totalmente sconvolto! Immagino non abbia mai pensato al fatto che io potessi avere un amico molto ricco e influente che tiene più a me che ai soldi... Cavolo, dovevo fare una foto!-.

- Felice di esserti stato utile- rise Tetsuro - immaginavo che non saresti uscito molto bene da questa cena. Tuo fratello ha tirato in ballo lui, eh?- commentò.

Bokuto non disse nulla e Kuroo capì che aveva ragione. Sospirò.

- Quello che è successo non è colpa tua, ne sei stato solo una vittima- dichiarò - non devi pensare di aver fatto qualcosa di male-.

- Lo so. Ho solo sbagliato a fidarmi- mormorò Koutaro, voltandosi a guardare fuori dal finestrino.

- Bo, non sono tutti così, lo sai- mormorò Tetsuro - non ti fideresti di me, se pensassi che tutti quanti potrebbero tradirti-.

- Tu sei il mio migliore amico anche da prima che accadesse, è una questione diversa- borbottó Koutaro - e non tirare in mezzo Akashi-.

- Chi ha parlato di Akashi?-. Bokuto gli lanciò un'occhiataccia e Kuroo assunse un'espressione angelica.

- Guarda che so che volevi andare a parare lì. So bene che Akashi non è il tipo di persona che vuole fregare qualcuno apposta e che sta con me solo perché sono popolare, ricco, super bello...-.

- E soprattutto, molto modesto-.

- Ho tutte le qualità possibili. Però, non significa comunque che Akashi un giorno non troverà qualcuno con cui vorrà davvero stare- continuò Koutaro.

- E non puoi essere tu perché... Scopate, ha accettato la tua altra vita, è gentile con te, si trova bene in tua compagnia e ha mentito pure al suo migliore amico per riuscire a mantenere il tuo segreto?- commentò Tetsuro.

- Puoi non complicare le cose?!- sbuffò Koutaro - So bene che sulla carta è il ragazzo perfetto. Ma io... Non ce la faccio, non posso fidarmi di lui da quel punto di vista. Se dovessi provare a uscirci insieme... Non riuscirei più a essere me stesso e comportarmi in questo modo: renderei la sua vita un inferno e sarei sempre in ansia e più che protettivo. Non posso farlo-.

Kuroo gli lanciò un'occhiata.

- È già iniziata, vero?- commentò - Hai già iniziato a rischiare di comportarti così-. Bokuto serrò le labbra.

- Mi fa sentire in modo strano. Ma davvero, adesso l'ultima cosa di cui ho bisogno è mettermi a pensare a una relazione: devo occuparmi prima del mio futuro- dichiarò.

Kuroo lo fissò per un attimo, poi sospirò.

- Stai pensando di chiudere con lui?- gli chiese.

- Dopo un discorso simile, sarebbe la cosa giusta da fare, vero?- mormorò Koutaro.

- Ma tu non lo vuoi fare- dichiarò Tetsuro. Bokuto sospirò leggermente.

- No, non lo voglio fare. Mi rilassa stare con lui, mi sento tranquillo, e non devo neanche avere ansia di non riuscire a inventarmi qualche storia per le mie live nel caso non abbia tempo per delle novità. Io... Non penso che riuscirei facilmente ad allontanarmi da lui, di sicuro non in questo momento- mormorò - però...-.

- Kou, hai già chiarito a quel ragazzo quale sia la situazione, e tra l'altro anche lui si trova bene con te ed è d'accordo con quello che state facendo, o mi sbaglio?- fece notare Tetsuro.

- È vero- mormorò Koutaro - ma già quando ho pensato che potesse avere scelto di andare da qualcun altro sono andato totalmente fuori di testa-.

- E lui ti ha assicurato che non accadrà perché è d'accordo con te, e vuole rimanerci finché ti servirà, no?- fece notare Tetsuro.

Bokuto per un attimo non disse altro.

- Sto già facendo troppo- mormorò - ma penso che se smettessi adesso sarebbe peggio. Devo solo tornare a come facevo prima: Akashi sará mio compagno di letto finché io non sarò più tranquillo e potrò tornare tranquillamente al mio lavoro, finché non avrò più bisogno del suo aiuto... O finché lui non deciderà che desidera altro-.

Kuroo lo fissò per un attimo, ma decise che non era il caso di dire altro: Bokuto stava già vivendo un momento difficile, non poteva continuare a mettergli pressione addosso, altrimenti sarebbe solo stato peggio.

- Vuoi sentire una cosa divertente?- gli chiese.

- Sempre- rispose Koutaro.

- Kenma... È riuscito a camminare dopo che lo abbiamo fatto. Nel senso che si è alzato, si è vestito ed è andato via tranquillamente. Per due volte-.

Bokuto fissò per un attimo l'amico, prima di scoppiare a ridere.

- Sei serio?! Non ci credo... Le sue perversioni ti hanno letteralmente messo in ginocchio! Non era mai successo prima, un tempo li stendevi tutti quanti!- rise.

- Non ridere così! Kenma ha molta più esperienza di quanto pensassi... E devo ammettere che un pochino e avvilente come cosa- borbottò Tetsuro - voglio andarci piano, non voglio rischiare di esagerare ma... Quel ragazzo mi fa venire voglia di andarci decisamente più forte-.

- Allora perché non lo fai?- borbottò Koutaro - Non ti fai mai troppi problemi, no?-.

- Non sono mica te- dichiarò Tetsuro - io di solito ci vado piano, soprattutto le prime volte-.

- Non mi hai insegnato tu che la forza dipende dalle persone?- commentò Koutaro - O te ne sei per caso dimenticato?-.

Kuroo lo guardò male.

- Odio quando usi quello che ti dico contro di me- borbottó. Bokuto scoppiò a ridere.

- Lo sai che sono molto intelligente! Allora? Ci andrai più forte?-. Kuroo sospirò leggermente.

- Ci devo pensare- mormorò; sembrava che fosse davvero la soluzione giusta... Ma non voleva rischiare di andarci troppo pesante e perdere il controllo.

Certo, le Safe Word esistevano anche per quello, ma non sapeva se Kenma fosse il tipo di persona che non si rendeva conto dei propri limiti o che avrebbe sopportato troppo per riuscire a farlo felice: per il momento, doveva ancora essere cauto.

Ma di sicuro, qualcosa avrebbe fatto: quel ragazzo era davvero interessante, e non l'avrebbe lasciato andare facilmente.

Kenma in quel momento era appena tornato a casa; la sua seconda serata da Kuroo era andata circa come la prima, e non sapeva se sentirsi soddisfatto o meno.

Insomma, di per sé il sesso con Kuroo era fantastico, e si vedeva che era decisamente un esperto; inoltre, lo faceva impazzire il fatto che non si togliesse mai i vestiti e che continuasse ad avere quell'aria così tranquilla e serena...

Però, dopo il sesso si sentiva quasi insoddisfatto; insomma, era decisamente molto meglio di quasi tutte le persone con cui lo aveva fatto, però... Sentiva che avrebbe potuto avere molto di più, e questo lo irritava abbastanza.

Sperava che Kuroo tirasse presto fuori le sue nuove armi, altrimenti non sarebbe stato così tanto divertente...

Vide il suo telefono vibrare e lo afferrò velocemente, quasi sperando che si trattasse di Kuroo che lo invitava a tornare indietro; invece, era un messaggio di Sakashima che gli chiedeva se gli andasse di uscire il giorno dopo.

Lo fissò per un attimo, prima di sospirare e rispondere affermativamente.

Ormai si vedevano abbastanza spesso, e le cose continuavano ad andare bene tra di loro; però... Per qualche motivo, non si sentiva in colpa per quello che stava accadendo con Kuroo.

Forse era egoistico, pensare che se fosse andata male con uno dei due avrebbe potuto avere l'altro; ma sapeva dalle sue esperienze che era meglio essere egoisti a volte, se si voleva venire feriti di meno, piuttosto che affidarsi totalmente a una persona. Specialmente se quella persona si mostrava così gentile...

Scosse la testa: non aveva motivo di dubitare di uno di quei due ragazzi, non ancora almeno: non gli avevano fatto nulla, per il momento.

Avrebbe continuato a vivere quella situazione per un po', e poi avrebbe deciso che cosa fare; magari, per quando sarebbe arrivato il momento avrebbe chiesto aiuto ad Akashi... Anzi, magari lo avrebbe chiamato anche in quel momento, in modo da vedere come stesse.

Da quando il suo amico si era fatto un amante e aveva iniziato a scopare, lo vedeva molto più deciso e rilassato; glielo aveva detto che lo avrebbe fatto stare bene...

Anche se era un po' preoccupato dal fatto che non sapeva chi fosse: Akashi era nuovo in quel campo, e anche se pareva stare bene comunque non si poteva mai sapere che genere di persone si potevano incontrare. Per fortuna che il suo amico di solito era piuttosto cauto.

E poi non poteva parlare proprio lui, visto il suo nuovo contratto con Kuroo di cui non gli aveva parlato; era certo che Akashi lo avrebbe guardato male per quello, visto quanto si preoccupava delle sue relazioni.

Ma probabilmente, Bj Neko era una scelta decisamente migliore di molti deficienti che aveva incontrato in giro; e anche con Sakashima per il momento stava andando bene.

Kuroo non gli stava lasciando alcun segno, per cui non avrebbe avuto problemi nel trovarsi delle scuse, almeno per il momento: più avanti avrebbe capito come fare, ma non sarebbe stato difficile.

Afferrò il telefono e fece partire la chiamata verso Akashi, che rispose dopo qualche squillo.

- Pronto- disse, leggermente sorpreso dalla chiamata dell'amico; di solito non era così volenteroso di parlare con le persone, a meno che accadesse qualcosa.

- Non avere quel tono preoccupato, sto bene- affermò Kenma, sedendosi sul suo letto - volevo sapere solo come andasse con il tuo amante segreto. Ti tratta bene?-.

Akashi per un attimo non rispose: era parecchio strano...

- Sì, circa- mormorò - ultimamente è un pochino strano ma... So che ha problemi con la sua famiglia, quindi probabilmente è per quello-.

- Se ti tradisce dimmelo che lo uccido- affermò Kenma. Akashi fece un piccolo sorriso.

- Non preoccuparti: te l'ho detto, non stiamo ufficialmente insieme, per cui non avrebbe motivo per non dirmi se ha incontrato qualcuno altro. Però mi ha specificato di recente che non vuole relazioni- affermò. E poi, in ogni caso, l'accordo tra di loro era un altro...

- Oh. Ti sei andato a cacciare con una persona particolare, eh?- mormorò Kenma - Sicuro di farcela con uno che non vuole relazioni?-.

- Kenma, non la voglio neanche io, lo sai- gli fece notare Keiji - Voglio concentrarmi sul mio futuro lavoro, e anche lui, quindi è tutto più che normale. E a te? Come procede?-.

- Bene- mormorò Kenma - tutto regolare, per adesso non ho nulla di particolare da dirti-.

Akashi alzò un sopracciglio; era diventato improvvisamente molto loquace...

- Meglio così- dichiarò - il lavoro come procede?-.

- Se tutto va bene, per fine anno avrò un lavoro fisso con i miei amati videogiochi... Tu come sei messo? Per quanto dovrò lasciarti da solo al bar?-.

Akashi lanciò un'occhiata al computer che aveva di fronte.

- Diciamo che sto cercando di riprendere le mie scritture; sono... Inspirato, ultimamente- dichiarò Keiji.

- Merito del sesso- affermò Kenma, facendogli alzare gli occhi al cielo.

Prima che potesse rispondergli però, entrambi ricevettero un messaggio e si distrassero per un attimo dalla chiamata, in modo da osservare le righe scritte dai due mittenti che, senza che i due ragazzi lo sapessero, in quel momento erano insieme, e gli avevano chiesto praticamente la stessa cosa.

- Lo vedrò tra un paio di sere- affermò Keiji con un piccolo sorriso.

- Che coincidenza... Anche io sarò impegnato quella sera- sussurrò Kenma, in tono basso.

Akashi lo sentì, ma evitò di rispondere, visto che sapeva come mai l'amico non avrebbe detto che impegno aveva.

Però, un sorriso comparve sul suo volto: qualcosa gli diceva che quei due ragazzi sarebbero rimasti nella loro vita ancora a lungo...

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