𝔸𝕝𝕥𝕖𝕣𝕟𝕒𝕥𝕚𝕧𝕖 𝕖𝕟𝕕𝕚𝕟𝕘: 𝕘𝕠𝕠𝕕 𝕖𝕟𝕕𝕚𝕟𝕘.

ATTENZIONE: ULTIMO CAPITOLO.

In quel momento si trovavano ancora in una scena che si svolgeva nel bel mezzo della storia.
Erano lí, in piedi, e sembravano in attesa di qualcosa: l'ipnotizzatore, la bambina, il compositore e la danzatrice con la spada erano gli unici presenti in quel momento.

L'ipnotizzatore stava parlando.
«Ed è cosí che l'ho convinto a...»
Smise di parlare sentendo dei passi lenti, e si girò: entrò in scena l'illusionista, il quale si avvicinò a loro a testa bassa.

Sorrise.
«Ah, eccoti, Taro. Stavamo proprio parlando di te in questo momento.»
Gli altri presenti rimasero a guardare, in silenzio.

«Senti, sono stati recentemente trovati tre cadaveri. Tu ne sai qualcosa?»
Senza proferire parola, l'altro appena arrivato, tirò fuori dalla tasca un coltello sporco di sangue, mostrandolo agli altri.
«... Lo prendo per un sí. Beh, ottimo allora. Ma volevo farti una domanda...»

«... Avevo detto che bastava che tu uccidessi anche solo una persona da quella lista. Quindi perchè hai deciso di ucciderne tre? Non che non sia contento di questo, anzi.»
«Ecco... Avevi detto che my sweet and precious youngest brother sarebbe stato al sicuro se avessi ucciso una di quelle quattro persone. Solo che avevo paura che per te non sarebbe stato lo stesso abbastanza solo una persona, cosí ne ho uccise tre.» ammise l'illusionista a bassa voce.
Aggiunse subito dopo:
«Avrei ucciso anche il quarto, ma purtroppo non ho avuto l'occasione di incontrarlo.»

«Ah, ora capisco.» rispose l'ipnotizzatore tranquillamente.
«Ora manterrai la tua promessa, vero?»
«Sí, sí.»
«Beh, sarà meglio per te.» ribattè l'altro con tono serio.

Il piú basso fece qualche passo in avanti.
«Ma dimmi... Se per caso non riuscissi a mantenere la promessa... Tu che faresti?»
«Ho avuto my sweet and precious youngest brother con me soltanto per 18 anni. Ma se gli succedesse qualcosa, ucciderei tutti in questa stanza, e poi me stesso.»

Nel mentre che parlavano, l'ipnotizzatore continuava a fare pochi passi in avanti, lentamente.
«Suvvia, ora non dire queste cos-»
Non riuscí a finire la frase perchè cadde dal palco su cui si trovava insieme agli altri e si sfracellò a terra.

Gli altri interruppero la loro recita a quell'avvenuto: Ann scoppiò a ridere, Daretaro spalancò gli occhi con aria allibita, Henry scese dal palco per aiutare Rui, mentre Aiko sospirò mentre aveva le braccia incrociate.
«Ahia- è la terza volta che succede mentre provo questa parte-»
«Stop! Stoooop!» esclamò una ragazza seduta lí davanti, e che aveva tra le mani un megafono e un ciak cinematografico.

Ma come siamo arrivati fino a questa parte?
Partiamo dal principio.
Un gruppo di 23 ragazzi, ognuno dotato di Ultimate differenti, ognuno proveniente da posti diversi del mondo, erano stati tutti contattati da una ragazza, che voleva che loro la aiutassero per un film che voleva girare.
Tutti accettarono, ed uno ad uno erano stati condotti nel posto in cui c'erano le riprese per quel film, accompagnati da quella ragazza e da sua sorella che guidò per portarli lí: esse si presentarono come Ann e Chloè.
Inoltre Ann disse che oltre a loro era riuscita a farsi aiutare anche da una bambina, la quale anch'essa avrebbe recitato sotto lo stesso nome di "Ann".

Ma com'era fatta la Ann adulta che aveva organizzato tutto ciò per loro?
Lasciate che ve lo mostri.

Poco tempo dopo quell'incidente durante le prove, Liv stava vagando in giro per il posto, sorridendo, e alla ricerca di persone da intervistare per il suo programma radiofonico.
Giunse cosí dietro al palco, dove alcuni si stavano preparando per riprovare quella parte, mentre altri se n'erano andati un attimo essendosi presi una pausa.

Si era messa a fare delle domande a Rui.
«Tu cosa ne pensi del lavoro che abbiamo fatto fin'ora?»
«Beh, penso che siate stati tutti bravi. Anche se non sei comparsa per molto tempo, anche tu hai fatto un buon lavoro.» rispose lui con tono calmo, sorridendo.

«Grazie! Tu invece, che cosa ne pensi del tuo ruolo?»
Il ragazzo alzò con una mano il proprio copione, guardandolo.
«Penso che il personaggio che devo interpretare è un idiota.» rispose con tranquillitá.
Tornò poi a sorridere.
«Almeno peró, quando non sto recitando, sono una brava persona!»

Tornò a guardare il copione.
«Però mi chiedo chi è che ha scritto questo copione.»
«Ann lo ha scritto. Ma io ho corretto le bozze per assicurarmi che non ci fossero errori.» rispose Elaine, avvicinandosi.

La ragazza che si era appena avvicinata mostrò un libro che aveva in mano, sorridendo fieramente.
«Le ho anche chiesto il permesso per scrivere un libro ispirato al film, e ha accettato. Chissá, potrebbe diventare un bestseller.»
Hanae si avvicinò a lei.
«E io potrei occuparmi delle illustrazioni.» aggiunse lei, anch'essa sorridendo.

. . .

Intanto, nel corridoio di quel posto, altre due persone si erano incontrate e stavano parlando.
«Penso che voi tutti siate bravissimi, davvero...» disse Ai, con tono gentile.
«Beh, ti ringrazio! Ma anche io penso che tu sia stata molto brava!» rispose la bambina che interpretava Ann, sorridendo.
«Se lo pensi davvero, allora ne sono felice.» rispose l'altra, ricambiando il sorriso.

Subito dopo assunse un'aria leggermente preoccupata.
«Solo che... ci sono delle scene un po' violente nel corso del film. Non rischiano mica di spaventare una bambina come te, vero?»
«No no, assolutamente, non mi spaventano. Anzi, mi divertono.»
«Buono a sapersi, credo...»

«Comunque, tu che fai quando non reciti?» domandò la bambina, incuriosita.
«Ecco... Anche se non sono brava in molte cose, cerco di aiutare gli altri in qualche modo. Per esempio, poco tempo fa ho provato a mantenere questo posto pulito per gli altri che sono qui.» spiegó la ragazza romantica, indicando il pavimento su cui era stato passato da poco uno straccio.

«Ah, questa è una cosa molto gentile.»
«Tu invece? Cosa fai nel tempo libero?»
«Oh, beh, tante cose! Mi piace parlare con gli altri qui... Andare in giro con gli altri qui... Starmene un attimo da sola per riflettere su modi per dominare il mondo intero...»

La vera Ann, che stava osservando la scena da lontano, ascoltando le parole della bambina, si dovette asciugare una lacrima, commossa.
«È proprio uguale a me quando ero bambina...» commentó sorridendo.

Prima che Ai potesse rispondere, si sentí un urlo da un'altra stanza.
Incuriosita, la bambina subito si girò e si mise a correre in direzione della stanza, volendo capire che era successo.
«no aSPETTA FERMA HO APPENA PULITO IL PAVIMENTO FERMA È ANCORA BAGNATO FERMA-»

La piú piccola non la ascoltò, cosí scivolò.
In quello stesso momento Hayden stava passeggiando lí vicino sorridendo tranquillamente, fino a che la bambina non andò a sbattere contro di lei, facendo sfracellare a terra entrambe.

Ai si avvicinò subito a loro, piú preoccupata di prima.
«State bene?!»
«Sí, benissimo!» rispose la bambina sorridendo e alzando il pollice della mano, seduta a terra senza neanche un graffio.
«Uhhh... Di solito io non salvo la vita alle persone, faccio il contrario-» ammise Hayden, anch'essa seduta a terra.
«Ma non fa niente, tanto avevo intenzione di prendermi finalmente una pausa dal mio lavoro!» aggiunse subito dopo, sorridendo.

Intanto, dalla stanza da cui proveniva l'urlo uscí Cassidy, che sembrava essere impaurito.
«Oh? Che succede?» domandò Xiùlán che passava di lí.
«I... I-In questo posto c'è anche una cucina, e-e credo di aver visto un fantasma lí...!» rispose la suora, indicando con la propria mano che tremava la stanza da cui se n'era andato.

Gli occhi dell'esorcista brillarono per l'emozione, e sorrise mentre sembrava molto entusiasta.
«Pensi davvero che ci sia?!»
«S-sí, l'ho visto!»
«Allora lascia che ci pensi io!» ribattè il ragazzo piú alto, che iniziò a incamminarsi verso la cucina, seguito dall'altro.

Appena varcarono la soglia della stanza, poterono notarono una strana figura davanti ai fornelli.
Essa era completamente bianca.
«E-eccolo!»
«Non è qui che dovresti stare, essere soprannaturale!»

«Eh?»
La figura si girò a guardare i due, e sembrava perplesso.
«Ma non sono un essere soprannaturale, sono Natsuki. Mi è caduta della farina addosso...»

«... Ah.»
I due non sembravano aspettarselo, e Cassidy capí di aver frainteso scambiando l'altro per un fantasma.
«... Ma come hai fatto a farti cadere della farina addosso?» domandò Xiùlán dopo una breve pausa di silenzio, continuando a sorridere anche se era visibilmente confuso.

«Ecco, dopo aver finito la mia parte me ne sono andato qui in cucina perchè sto preparando delle cose. Ho intenzione di fare abbastanza dolci per offrirli a tutti qui.» spiegò lo chef, sorridendo.
«Ah, capisco! Allora non vedo l'ora che sia tutto pronto! Ti ringraziamo!» rispose l'esorcista.
«Che Dio ti benedica!» aggiunse la suora, anch'egli sorridendo.
«Eheh, grazie!» rispose Natsuki, ridacchiando felice.

. . .

Intanto, c'erano anche alcune persone che stavano parlando fuori da quel posto.
Per esempio, c'era Jun seduto su una panchina, intento ad ammirare l'ambiente intorno a lui mentre sorseggiava del tè.
Nel mentre, Aiko passeggiava lí vicino, con la sua solita espressione fredda e seria.

«Ma sei proprio tu! Aiko!» la chiamò una voce da lontano.
Lei si girò, e vide che a lei si stava avvicinando un ragazzo che non aveva mai visto prima d'ora.
Capí peró che era uno dei suoi tanti fan.

«Aiko! Io ti amo! Sposami!»
Sentendolo, l'artista di shamisen rischiò di strozzarsi con il tè.
«Non so chi tu sia, ma ti vorrei chiedere per favore di lasciarmi in pace. Preferirei non dover usare la mia spada.» gli disse Aiko poi con tono calmo, anche se ciò che aveva detto era una vera e propria minaccia.

«Sí ti prego, uccidimi, Aiko!» continuò il tizio tendendo le braccia aperte verso di lei.
Ora la ragazza sembrava essere disgustata dall'individuo.
«Aiko, dimmi, che succede?» intervenne Jun, che all'improvviso si era alzato dalla panchina e si era avvicinato, venendo in soccorso dell'altra.

«Niente. Va tutto bene.» rispose Aiko.
«Eh? E questo chi è?!» chiese lo sconosciuto.
Jun sorrise con aria innocente.
«Che stai facendo qui? Io ti stavo aspettando. Non ti sarai mica dimenticata del nostro appuntamento?»
«Del nostro cosa?»
«Del vostro cosa?»

La danzatrice con la spada guardò l'altro con aria leggermente confusa, mentre quest'ultimo continuava a sorridere innocentemente.
Poi la ragazza decise di stare al gioco.
Quindi sorrise.
«Ah sí, certo, noi abbiamo un appuntamento. Hai completamente ragione.»
«Ah, vedo che non te ne eri dimenticata. Meno male. Quindi dovremmo andare.»
«Ma come?! Aspetta, Aiko!»
Ma i due si erano giá allontanati dal tizio.

. . .

Altre persone erano lí fuori.
Altre due persone erano sedute su un'altra panchina, non molto lontano da lí.

«Sai, sono molte felice di essere qui con te.» disse Rie, sorridendo.
«Anche io, però... vorrei anche chiederti una cosa.» le rispose Dareshiro.
«Dimmi pure.»
«... Perchè ci sono anche quei due?» domandó, indicando Taro e Rui seduti proprio accanto a loro.
«Heylá, buongiorno, buonasera!» salutó Rui sorridendo, mentre Taro piangeva mentre aveva in mano il copione.

La ragazza smise di sorridere.
«... Rui? Non dovevi finire una parte con altre persone?»
«Sí, ma ho deciso di prendermi una pausa per andare a salutare la mia sorellina!»
Taro si gettò tra le braccia del fratello.
«My sweet and precious youngest brother, aiutami!»
«Che vuoi?» gli rispose l'altro guardandolo male.

Il gemello mostró la mano con cui reggeva il copione.
«La prossima parte in cui dobbiamo recitare è troppo triste, non ce la posso fare! In questa scena ti sto per lasciare da solo, capisci?»
«Ma è solo una scena di un film. E poi è davvero cosí triste?»
«Sí, assolutamente!»
«Mi sembra strano. Fa vedere.»

Quando Shiro ebbe finito di leggere il copione per quella parte, anche lui era in lacrime, mentre Rie gli dava delle pacche sulla spalla come in un tentativo di consolarlo.
«... Okay, avevi ragione. È davvero triste. E io come dovrei fare a recitare qui.»
«Beh, so che tecnicamente in questa scena devi piangere, quindi penso che va giá benissimo cosí.» rispose tranquillamente Rui.

«Però non ho ancora letto tutto. Secondo me non può essere talmente triste da far piangere... Dammi qua.» aggiunse l'ipnotizzatore, per poi prendere il copione dalle mani dell'illusionista.

Pochi minuti dopo, anche Rui stava piangendo.
«Questo... Questo Rui è crudele. Ma non si sente un minimo in colpa? Ma proprio a me dovevano dare il ruolo di quello infame?»
Intanto la ragazza non sapeva piú che fare con tre persone in lacrime, quindi non disse nulla.

. . .

C'erano anche Henry e Candace che stavano parlando.
«Quindi? Alla fine hai visto come stava Rui dopo essere caduto dal palco?»
«Fortunatamente stava bene, sentiva solo un po' di male alla schiena. Solo che si fa spesso male durante le prove...»

«Candace! Henry!» li chiamó Mari, avvicinandosi a loro.
«Ciao, Mari. Hai bisogno di qualcosa?» le domandò Henry, accennando un sorriso.
«Sí, ho bisogno di chiedervi un consiglio su una cosa!»
«Dicci pure.»

La stilista, prima di aggiungere altro, prese un profondo respiro.
«... C'è una persona... che mi piace. Secondo voi dovrei dirglielo?» confessò poi.
«Sí, secondo me dovresti dirglielo. Spero che vada tutto bene, anzi sono sicuro che andrà tutto bene.»

«Il problema è che... ammetto... che non so se riuscirò a dirlo.»
«Invece io sono sicura che ce la puoi fare. Quindi appena incontrerai questa persona, non esitare a dirglielo. Okay?» le disse Candace, anch'essa sorridendo.
Mari rimase qualche secondo in silenzio.
Poi assunse un'aria piú decisa.
«... Okay. Grazie.»
«Ma di nulla!»
«Buona fortuna, Mari.»

Dopodichè, la ragazza si allontanò dai due.
Nel mentre che si allontanava, sentí all'improvviso un rumore dietro di lei, e spalancó gli occhi sentendo poi una voce alle sue spalle.
«Hey, hey!»
Erin era scesa dal suo skateboard, fermandosi dietro all'altra, per poi salutarla.

Mari si girò lentamente verso l'altra.
«... Ma ciao, Erin-»
«Dove stavi andando, Mari?»
«... Ecco...»
La stilista divenne piú seria.
«Vedi, c'è una persona che mi piace. E avevo intenzione di andare a dirglielo.»
«Davvero? Allora dovresti assolutamente andare a dirglielo!» rispose la skater, con aria sorpresa.
Poi il suo sorriso si allargò.
«Ti sfido a dirglielo!»

Aggiunse subito dopo:
«Allora? Accetti la sfida?»
«... Ok.»

Un attimo dopo, la stilista mise le mani sulle spalle della skater, guardandola negli occhi.
«Tu mi piaci!»
Quest'ultima rispose prontamente, alzando il pollice della mano:
«Sí, proprio cosí glielo devi dire!»

Tutta la sicurezza di Mari sparí dopo quella risposta.
«... A chi-?» domandò.
«Alla persona che ti piace, no?»
«Ma gliel'ho giá detto.»
«Davvero?? E che ti ha detto?!»
«..........»
«Che c'è?»

La stilista non era sicura su come rispondere.
Quindi rimase per un attimo in silenzio.
«... Mi ha detto "Sí, proprio cosí glielo devi dire".»
«Che risposta strana!»
«Giá.»

«Ah, e comunque anche tu mi piaci!»
«... Eh-?»
Mari sgranò gli occhi, mentre Erin continuava a sorridere tranquillamente.

All'improvviso, sentirono entrambe una voce lí vicino, subito dopo videro Ann che se ne andava in giro mentre brandiva un megafono.
«Attenzione! Tutti gli attori sono pregati di entrare, in modo che possiamo riunirci per una cosa importante!»

. . .

Non molto tempo dopo, c'erano alcune persone che non avevano ancora sentito l'annuncio di Ann.

Edward era seduto su una panchina.
Dopo un po' che era lí, Arefiy si avvicinò.
«Hey, Edward, c'è qualcuno che ti cerca.» gli disse con tono calmo, indicando poi la bambina che interpretava Ann, che era uscita da poco dall'edificio e ora era appiccicata alla gamba del collezionatore a 'mo di koala.

Edward sorrise vedendo i due.
«Ah, ciao, tesori!» li salutò con tono allegro.
«Perchè mi cercavate?»
Un attimo dopo la bambina era vicino a lui, e gli picchiettava ripetutamente un dito sulla spalla, sorridendo e chiedendo:
«Hey, mi dai i soldi? Hey, mi dai i soldi? Hey, mi dai i soldi?»

A quella richiesta, il prestigiatore continuava a sorridere, ma quando parlò si potè notare dal suo tono di voce che sembrava essere leggermente irritato.
«A proposito di soldi, stellina, te ne dovevo dare alcuni solo mentre recitavamo, ma non me li hai ancora ridati. Che cosa avresti intenzione di comprarci?»
«Voglio comprare il gelato!» rispose con aria tranquilla lei.

«E quanti gelati vorresti comprare per cui ti servono tutti i miei soldi, scusa?»
«Ovviamente non voglio comprarlo solo per me, è anche per tutti i miei amici che ho in questo posto!»

«A proposito, hey, mi portate a comprare il gelato? Hey, mi portate a comprare il gelato? Hey, mi portate a comprare il gelato?»
Cominciò a chiedere ad entrambi, spostandosi prima vicino ad un ragazzo e subito dopo all'altro.
«Edward, da quando siamo diventati dei babysitter-?»
«Non lo so, bellezza.»

«Hey.» salutò Ren, avvicinandosi ai tre.
Appena si fermò davanti a quel gruppo, sorrise.
«Ho sentito tutto. Se volete, posso andare io a comprarlo.» disse con tono gentile.

Gli occhi della bambina brillarono per l'emozione.
«Davvero?»
«Certo, perchè no? Stavo proprio pensando di andare a prendere del gelato per me, quindi potrei approfittarne per prenderlo anche a voi.»
Tese una mano in avanti.
«Basta che tu mi dia i tuoi soldi.»

La bambina rimase ferma a fissarlo con il suo solito sorriso.
Il ragazzo rimase fermo in attesa di ricevere i soldi.
La bambina rimase ferma a fissarlo con il suo solito sorriso.
Il ragazzo rimase fermo in attesa di ricevere i soldi.
La bambina rimase ancora ferma a fissarlo con il suo solito sorriso.
Il ragazzo rimase ancora fermo in attesa di ricevere i soldi.

Dopo un po' che rimase ad aspettare, il sorriso benevolo di Ren sparí, dando spazio ad un'espressione infastidita.
«Quindi mi vuoi dare i soldi o no?»
«Mi posso fidare?»
«Sí.»
«Giuri di prendermi il gelato?»
«Sí, ora dammi i tuoi soldi.»

«Okay, va bene! Grazie per avermi aiutata!» disse quindi la bambina, tirando fuori i suoi soldi che in realtá non erano suoi, e porgendoli al ragazzo.
«Ti ringrazio io per avermi permesso di aiutarti!» rispose lui tornando a sorridere con aria innocente.
Poi si allontanò con i soldi.

«rAGAZZI!»
Esclamò Reiko facendo la sua comparsa all'improvviso, e avvicinando di corsa ad Arefiy e Edward.
«Hey, Reiko.» la salutò il collezionatore sorridendo.
«Che piacere vederti, dolcezza!» la salutò anche il prestigiatore, anch'egli sorridendo.

«Sapete dov'è Kaoru
«Purtroppo non mi risulta di averlo ancora incontrato.» rispose Edward.
Arefiy invece iniziò a guardarsi intorno: ad un certo punto, vide lí vicino l'orologiaio che passeggiava.
«Ah, eccolo. Hey, Kaoru.» lo salutò.

Sentendosi chiamato, il ragazzo si girò verso di lei.
«He-hey...» li salutò.
Subito dopo decise di avvicinarsi ai quattro, dato che anche la bambina era ancora lí e stava osservando la scena in silenzio con aria incuriosita.

«Kaoru! Ho bisogno di parlarti!» gli disse Reiko, con aria seria.
«Uh? Di cosa...?» domandò Kaoru.
La ragazza si giró verso gli altri due ragazzi e la bambina.
«Prima però preferirei che loro se ne vadano.»
«Ma come?»
«Ma tesoro, io ero solo seduto sulla panchina a farmi gli affari miei, perchè me ne devo andare-»
«Ehhhhh preferirei che ve ne andiate.»
«Ma perchè ci stai sfrattando dalla panchina-»
«vIA.»

Fu cosí che i tre vennero cacciati.
Ma dopo essersi allontanati solo un po', si nascosero tutti e tre dietro ad un palo per capire che stava per succedere.
Erano uno dietro l'altro, e la bambina era dietro ai due, e data l'immensa differenza di altezza che c'era tra lei e loro due, non vedeva niente.

«Che volevi dirmi, Reiko...?» domandò Kaoru a bassa voce e con tono gentile.
Reiko rimase in silenzio per un attimo.
Prese un profondo respiro.
Poi fece per iniziare a dire:
«K-»
«Attenzione! Tutti gli attori sono pregati di entrare, in modo che possiamo riunirci per una cosa importante!»

Ann passò di lí con ancora in mano il suo megafono.
L'artista di palloncini si girò lentamente a guardare la persona che la aveva interrotta, fissandola.
Nel mentre che la fissava, fece un piccolo sorriso.
Un piccolo sorriso che però non ispirava molta fiducia.

La ragazza si accorse che qualcuno la stava fissando, e si fermó.
«Mh? Che succede?»
Sorrise.
«Ops, forse ho interrotto qualcosa. C'era qualcosa che volevi dire?» domandò.
«Sí volevo dirti che c'hai rotto i [redacted], c'hai. rOTTO. I. [REDACTED], ANN [REDACTED]
Cominciò a dire lei alzando sempre di piú la voce nel mentre che parlava.
«Ma Reiko, calmati--» provó a dirle Kaoru, mentre Ann rise divertita.

«Mi dispiace, ma qualunque cosa ho interrotto, la farai dopo. Dobbiamo fare tutti una cosa importante. Tornate tutti dentro!»

. . .

Non molto tempo dopo, tutti si erano riuniti in una stanza.
Che cosa dovevano fare?
Semplice: una foto ricordo tutti insieme.

Davanti a loro c'era Ann che reggeva una macchina fotografica.
«Tutti gli attori vengano qui, scatterò io la foto!»
«Sorella!» si potè sentire da fuori la finestra la voce di Chloè, che scese dalla propria macchina e entrò di corsa nell'edificio.
«Ero bloccata nel traffico, aspettami!»

Pochi istanti dopo, la sorella della ragazza era giunta nella stanza e si era subito messa accanto a tutti gli altri.
«Adesso mostratemi tutti un bel sorriso!» disse la ragazza che doveva scattare la foto.

La foto venne scattata appena tutti sorrisero all'obiettivo.

Anche quelli che in nessuna scena della storia erano stati visti sorridere, stavano sorridendo.

Anche quelli che solitamente erano troppo timidi per sfoggiare il loro migliore sorriso, ora stavano sorridendo.

ALTERNATIVE ENDING: GOOD ENDING.

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