𝔼𝕝𝕖𝕧𝕒𝕥𝕠𝕣 𝕥𝕣𝕠𝕦𝕓𝕝𝕖.

BUONGIORNO :D
Sono qui per informarvi che, alla fine di questo capitolo, ci sarà...
La prima morte :DDD
E vorrei dirvi che apprezzo un sacco tutti i vostri oc, e mi dispiace farli morire quq
Ed è per questo che troverò un modo per continuare a farli apparire anche dopo la loro morte.
Ma vedrete nei prossimi capitoli.

Molte persone se ne erano andate dalla stanza in cui Ann aveva dato il suo annuncio.
Liv fu l'ultima a rimanere lí, ma si sbrigò a lasciare la stanza non volendo rimanere da sola.

Mentre si aggirava nei corridoi alla ricerca di qualcuno con cui parlare, vide una ragazza con cui ancora non aveva parlato: Elaine era in piedi con la schiena poggiata ad un muro, con lo sguardo basso, mentre aveva i suoi occhiali in mano.
La conduttrice radiofonica riuscí a vedere che la scrittrice si stava asciugando le lacrime.

«Hey! Tutto bene?» le chiese lei avvicinandosi, preoccupata.
L'altra ragazza alzò la testa, mostrando ora uno sguardo meno triste e piú determinato, dopodichè si rimise gli occhiali.
«Sí, sto bene, grazie.» rispose, con tono serio.

«Sei sicura? Puoi dirmi se c'è qualcosa che non va!» insistette.
«No, non c'è bisogno che mi aiuti: ognuno dovrebbe saper risolvere i propri problemi da solo.» spiegó la ragazza con gli occhiali, fredda.

«Va bene, ma se avrai mai bisogno di aiuto, dimmelo!» disse la conduttrice radiofonica, sorridendo.
«Comunque, tu... Come ti senti? Dopo quell'annuncio... Sei preoccupata?» domandò la scrittrice.
L'altra abbassò lo sguardo, con aria triste.
«Sí, sono preoccupata... Non voglio che nessuno venga ucciso.»

«Ma tu... non hai paura a stare con qualcun altro in questo posto? Voglio dire, non ci conosciamo, e siamo anche appena stati messi in una situazione in cui siamo uno contro l'altro. Ti senti davvero al sicuro a parlare con uno sconosciuto? Non hai paura di quello che ti potrebbe fare?» disse la ragazza con gli occhiali.
«Ovviamente no, io voglio fidarmi di tutti qui! E voglio essere amica di tutti!» ribattè l'altra.
«... Capisco.» disse la ragazza piú grande, senza aggiungere altro.

Da un'altra parte, altre due persone stavano parlando della situazione.
In quel posto, tra le varie stanze, c'era anche una cucina molto colorata, e lí Jun e Aiko stavano prendendo un tè insieme.

«Come ti ho già detto, in questo momento non mi va di uccidere qualcuno, quindi non penso seguiró il consiglio di quella bambina. Poi hai visto che lei ci ha imposto a rimanere in questo posto, cosa che non penso farò. Stavo pensando, per esempio, di aprire la porta principale a colpi di shamisen sperando che cosí non si rompa, oppure di calarmi giú da una finestra usando la mia scarpa come corda, che ne dici?» spiegó con tono calmo il ragazzo.
«... Non so quanto possano funzionare questi metodi.» rispose in tutta onestà la ragazza con un'espressione seria sul viso, e tenendo in mano la propria tazza di tè.

«Ci dovró riflettere. Tu, invece, cosa ne pensi di questa situazione?»
Aiko sospiró, con aria stanca.
«Penso che sono costretta a partecipare in una guerra per la sopravvivenza.»
«Non è detto. Magari nessuno deciderá di uccidere qualcuno, giusto per non obbedire a quel che ci ha ordinato la bambina.»
«Non lo possiamo sapere. Intanto spererò che non succeda nulla di brutto...»
«Già, lo spero anche io.»

La ragazza spostò lo sguardo altrove.
«Sarebbe bello se in questo posto ci fosse... un gatto. O piú gatti. Ci giocherei un po' per calmarmi un po'.»
«Oh? Anche a te piace accarezzare i gattini?»
«Sí, perchè?»
Il ragazzo abbassò lo sguardo, sorridendo lievemente.
«Ah, capisco: anche tu sei una donna di cultura.»

Intanto, Shiro era in un'altra stanza, senza suo fratello Taro.
Era in una specie di salotto molto colorato, seduto su una poltrona anch'essa molto colorata, con davanti un tavolino colorato.

All'improvviso, un'altra persona si avvicinó dietro di lui, e gli mise una mano sulla spalla.
«Mi scusi... lei chi è?» domandó Rie, non riuscendo a capire chi era la persona che aveva davanti.
Il ragazzo si girò verso di lei, poi sorrise.
«Salve. Io sono-»
«Ah, no, aspetta. Ho già sentito questa voce. Lei è uno di quei due gemelli che c'erano tra gli altri invitati, vero?» domandò la ragazza.

«Sí, esatto. Io sono Dareshiro Teleportation, quella palla al piede del mio gemello invece è Daretaro, ma ci potete chiamare semplicemente Taro e Shiro. Siamo entrambi Ultimate Illusionist, piacere.» spiegò.
«Io invece mi chiamo Rie... Kokonose Rie... Piacere. Avete conosciuto anche mio fratello Rui, per caso?»
«Uhhh... È per caso quel tizio strambo che sembrava divertito dall'annuncio?»
«Sí.»
«Ah ecco.»

«Sí, è un po' strambo, ma io lo ammiro molto. Lui mi ha aiutata molte volte.» spiegó la ragazza facendo un lieve sorriso, riferendosi al fratello.
«Beh, potrei dire io la stessa cosa sul mio menhera-nii: gli voglio bene, ma spesso diventa insopportabile. Quindi ti capisco.» ammise il ragazzo.

«E comunque, lei che ne pensa di quell'annuncio-?» chiese poi Rie.
«Penso solo che sia solo uno scherzo di pessimo gusto, o almeno, lo spero.» rispose Shiro.
«Lo spero anche i-»
La ragazza fu interrotta da un urlo che si sentí poco lontano da lí.
«Oh.»

. . .

Reiko stava ancora vagando in giro con la sua valigia e con quella di Kaoru, quando all'improvviso anche lei sentí l'urlo.
«Uh? Che succede?!» disse guardandosi intorno, confusa.
Vide dal corridoio qualcuno che se ne andava di corsa da un posto in particolare, e sembrava stesse scappando da qualcosa.
Quella persona era...
Cassidy?

«Mhhhhhhh... Meglio andare a controllare!» disse la ragazza sospettosa, diringendosi nel luogo da cui se ne stava andando la suora.

Alla fine del corridoio, c'era un'ascensore.
Era aperto, e davanti ad esso c'era Kaoru girato di spalle.
«Kaoru! Tutto bene?!»
Sentendosi chiamato, il ragazzo si girò: a quel punto l'artista di palloncini potè vedere come l'espressione sulla faccia dell'orologiaio era a dir poco traumatizzata.

Lei si avvicinò.
«Che c'è? Hai paura a prendere l'ascensore?» domandò.
Senza dire niente e sempre con la stessa espressione, l'altro fece cenno di no, per poi spostarsi leggermente, dando modo alla ragazza di vedere cosa c'era nell'ascensore, ovvero un cadavere.

In quel momento quasi tutti in quel posto erano accorsi all'urlo, e ora erano tutti nel posto in cui era situato il cadavere.

Hayden Roberts era nell'ascensore a terra, a faccia in giú, e sotto alla sua testa era presente una pozza di sangue.

Qualcuno urló alla vista del cadavere, qualcuno iniziò anche a piangere, qualcun altro rimase in silenzio con aria sconvolta, qualcun altro ancora sembrava arrabbiato, mentre qualcun altro sembrava tranquillissimo.

Fu a quel punto che davanti a loro rifece la sua comparsa Ann.
«Ci rincontriamo di già! Quanto tempo è passato? Poche ore, credo? Comunque, non vi siete fatti attendere, avete visto?» disse sorridendo, con un tono di voce tranquillo.
Subito dopo il suo tono di voce si fece piú sinistro.
«"È solo uno scherzo"... Avete visto?»

«Comunque, ora vi consiglierei di investigare, perchè presto faremo un gioco tutti insieme per trovare l'assassino. Detto questo, bye-bye!» disse, per poi svanire subito dopo.

SOPRAVVISSUTI: 22.

BUONGIORNO :D
Quindi questo è stato il capitolo del primo omicidio.
Ripeto che mi dispiace far morire i vostri oc, ma dopotutto questa è una storia ispirata a danganronpa quindi qualcuno deve per forza rimanerci secco.
Non ci sono indizi in questo omicidio, ma se avete anche solo una piccola teoria (può anche essere una cosa poco seria), me la potreste dire nei commenti in modo che la possa far dire ai vostri oc :D
Detto questo, spero che il capitolo vi piaccia :DD

Bạn đang đọc truyện trên: TruyenTop.Vip