𝔽𝕣𝕖𝕖 𝕥𝕚𝕞𝕖!
«Sono sempre io. Quell* che stava parlando all'inizio del primo capitolo.»
Vicino a quella persona apparve lentamente la figura di Ann.
«Siamo qui perchè dobbiamo avere un'altra conversazione importante.»
«Proprio cosí. Fidata aiutante, avrai già visto quello che è recentemente successo, giusto?»
«Sí... Credevo che qualcuno avesse giá ceduto e avesse commesso un omicidio, e invece è stato solo un incidente.» rispose la bambina.
«Ecco, riguardo quello... Se ti dicessi... Che non è stato proprio un incidente?»
Lei rimase qualche istante in silenzio.
«... Uh? In che senso?»
La persona sorrise.
«Diciamo che... Potrei aver manomesso l'ascensore in modo che iniziasse a funzionare come non doveva, ecco.»
«Ah, capito. Quindi sei stat* tu.»
«Esattamente.»
La bambina sorrise.
«Sai che ora che lo sa... Quella persona... Probabilmente ti odia, vero?»
«Uh? A quale persona ti riferisci?»
«Mi riferisco alla persona che in questo momento sta leggendo questo capitolo attraverso uno schermo.»
«Ah, ecco. Sí, probabilmente è cosí.»
«Coooomunque... Siamo solo agli inizi. E ora che dobbiamo continuare, penso che chiederò l'aiuto di un* dei miei quattro scagnozzi.»
Schioccò le dita, e subito dopo chiamò un nome ad alta voce.
Prima che l'aiutante che aveva chiamato potesse arrivare, la persona si sbrigò a coprirsi la faccia con una maschera.
Una terza persona giunse nella stanza, avvicinandosi di corsa ai due.
«Ha bisogno di qualcosa, capo?»
«Sí, avrei bisogno che tu mi faccia un favore, se non ti dispiace.»
«Faró qualsiasi cosa mi chieda.» disse *l* nuov* arrivat*, con tono determinato.
«Qualsiasi cosa, davvero?»
«Davvero davvero.»
«Bene allora.»
Quella persona si avvicinò all'altr*, per poi mostrargli una lista.
«Vedi i nomi di queste quattro persone? Ecco, vorrei che tu uccidessi almeno uno di loro. Puoi anche farne fuori piú di uno se vuoi, decidi tu, basta che siano SOLO persone appartenenti a questa lista. Va bene?»
La determinazione dell'altra persona sparí sentendo quella parole, lasciando posto ad un'espressione di puro terrore.
«... Va bene?»
«Sí, va bene. Deciderò tra un po'.» rispose l*i, cercando di non far tremare la voce.
«Perfetto allora, buona fortuna con il tuo compito! Puoi andare!»
L'aiutante si dileguó in fretta, allontanandosi di corsa da quei due.
. . .
Poco tempo dopo, sembrava stesse regnando la pace in quel posto.
Alcune persone sembravano essersi giá riprese dalla morte di una degli invitati, e nel loro tempo libero sembrava che qualcuno fosse anche riuscito a trovare qualche svago in quel posto.
Per esempio, c'era Xiúlàn che stava cercando invano di convincere Ann a farsi esorcizzare da lui.
«Ti posso assicurare che è un'ottima idea! Voi presenze malefiche non dovreste essere qui sulla Terra in mezzo agli altri viventi, ed è per questo che è necessario eliminarti!» spiegó l'esorcista, sorridendo.
«No.»
«Mhhhhh...»
Il ragazzo sembrava stesse riflettendo.
«... Almeno... ti andrebbe di parlarmi della tua vita passata? Cosí potrei capire meglio cosa dovrei fare per la tua situazione!» suggerí poi.
«Oh, sí, certo! Vivevo con i miei genitori e mia sorella piú piccola, ci siamo trasferiti in molti paesi ed è per questo che conosco abbastanza bene molte lingue, comunque la mia ultima destinazione è stata qui in Giappone.»
«... Tutto qui, davvero-?»
«Davvero davvero.»
«Eeeeee che cosa è successo quando sei morta?» aggiunse, incuriosito.
«Mi ero dimenticata di dirlo. Avevo detto che questo posto prima che chiudesse era una ludoteca, no? Io ero qui per festeggiare il compleanno della mia sorellina. Mi ero accorta che aveva dimenticato il suo peluche in un angolino.» quando lo disse, indicó il peluche che aveva tra le mani.
«L'ho preso e ho iniziato a correre in un corridoio di questo posto nel tentativo di cercarla per ridarglielo, ma non mi ero accorta di essere andata in una parte in cui gli addetti di quel posto avevano appena pulito a terra, quindi sono scivolata sul pavimento bagnato e sono caduta.»
L'esorcista continuava a sorridere, ma aveva anche spalancato gli occhi a quella scoperta.
«... Sei... Caduta?»
«Sí.» a quel punto, nel tono di voce del fantasma si poteva percepire il pentimento per aver rivelato il modo in cui era morta.
«E sei morta... Cosí?» chiese il ragazzo, tentando disperatamente di non mettersi a ridere.
«... Sí.»
«Davvero?»
«Davvero davvero.»
Xiúlàn riuscí a trattenersi dal ridere, e assunse un tono di voce determinato.
«Bene allora. Ora che so della tua vita passata, ho bisogno di porti una domanda. Hai rimorsi della vita che hai lasciato?»
«Sí, assolutamente. Non sono mai riuscita a ridare a mia sorella il suo peluche.» spiegó Ann sorridendo, ma con tono triste.
«Perfetto allora. Io ti libererò dai tuoi rimorsi, in modo che tu possa non rimanere piú bloccata sulla Terra, e passare all'aldilà.»
Tese una mano verso di lei.
«Lascia che prenda quel peluche, in modo che quando uscirò da questo posto, potrò trovare tua sorella e ridarglielo!»
«No.»
Quella risposta distrusse in un secondo tutti i piani dell'esorcista.
«Questo peluche ormai è un ricordo della mia vita passata, l'unico, quindi ho deciso che me lo terrò.» spiegò.
«Okay, ma ora dov'è?» domandó l'esorcista, confuso.
«Mh? Cosa?»
«Il peluche, dov'è?» disse, guardandosi intorno.
Ann abbassò lentamente lo sguardo verso le proprie mani, notando che tra di esse non c'era piú il peluche.
Ciò fu uno shock per la bambina.
Il suo perenne sorriso sparí in quel momento, dando spazio ad un'espressione che la faceva sembrare totalmente nel panico.
«iL PELUCHE!» urlò, per poi iniziare a guardarsi intorno velocemente.
«Sí, ma mantieni la calma, spirito! Se seminerai il panico, mi ritroverò costretto a esorcizzarti!» la avvertí il ragazzo.
Fu in quel momento che Ann notó un'altra persona lí vicino: Arefiy, che prima stava conversando tranquillamente con Reiko e Candace, e ora se ne stava andando fischiettando innocentemente.
Notò anche che aveva tra le mani il peluche.
Un attimo dopo la bambina era corsa da lui, tendendo in avanti le braccia.
«Ridammi il peluche!» esclamó, mentre sembrava ancora essere nel panico.
«Eh? Aspetta, c'è una ragiona valida per cui l'ho preso- è che vorrei provare ad uscire da qui, cosí che quando potrò restituirò questo peluche alla sua legittima proprietaria, capisci?» provó a giustificarsi lui.
«No, ridammelo!» insistette lei, agitando le braccia.
«... Non lasceresti almeno che io lo prenda solo in prestito-?»
«Ho detto di no!»
Alla conversazione pacifica e tranquilla si unirono le due ragazza con cui stava parlando prima il collezionatore.
«Bambina volante! Ti potrei regalare un palloncini a forma del tuo peluche, che ne dici?» disse Reiko, sorridendo.
«Ma io voglio il mio vero peluche!»
«Arefiy, ridaglielo e basta.» disse invece Candace, con tono serio e guardando male il ragazzo.
«Ma- ma io- ... e va bene, questa volta lo restituirò-» disse Arefiy, che sembrava esserci rimasto male, per poi porgere il peluche alla bambina.
Subito lei se lo riprese, e tornó con la sua solita espressione sorridente.
«Vi ringrazio per avermi aiutata. Ora ho di nuovo il mio peluche.»
«Di nulla. È che ho visto che eri un po' in difficoltà, quindi volevo aiutarti.» disse Candace, sorridendo leggermente.
«Che gentili che siete voi!» esclamó la bambina ridendo felice, mentre stringeva tra le braccia il peluche.
«Ehhhh... Comunque... Chiedo scusa...?» provó a scusarsi il collezionatore sorridendo, anche se con tono incerto.
«Riguardo invece te...» iniziò a dire la bambina, assumendo uno sguardo serio.
Il ragazzo provó ad indietreggiare leeeentamente, ma la bambina gli mise una mano sulla spalla, guardandolo dritto negli occhi.
«TU... STAI LONTANO DALLA MIA ROBA, O TI STACCO UNA GAMBA E TE LA BUTTO NEL CESSO. HAI CAPITO?»
Le due ragazze rimasero a dir poco sconvolte a vedere com'era diventata Ann in quel momento, mentre invece il ragazzo annuí semplicemente, fin troppo traumatizzato per poter rispondere.
«... Aspetta.»
Il fantasma si calmò all'improvviso, e tirò fuori dal nulla un libro, che aprí ad una pagina a caso e iniziò a leggere ad alta voce.
«"Regola numero uno: non sei autorizzata a ferire e/o uccidere gli invitati.".»
Tornò a sorridere.
«Avete presente quello che ho detto pochi istanti fa? Ecco, per ragioni legali era una battuta.»
. . .
In un'altra stanza, c'era Mari, stesa un divano, intenta a dormire tranquillamente.
Acconto a lei c'era Erin seduta per terra, che continuava a chiamare la stilista.
«Hey, Mari, hey, Mari, hey, Mari, hey, Mari-»
Notò che la ragazza non sembrava svegliarsi, perciò una smorfia di disappunto apparve sul viso della skater.
Decise di spostarsi un attimo in un'altra stanza.
Pochi minuti dopo, tornò con un secchio d'acqua fredda, che versò addosso alla ragazza.
«cOSA-» esclamò quest'ultima, svegliandosi all'improvviso.
«Mari, finalmente sei sveglia!» disse Erin sorridendo.
«Perchè mi cercavi, Erin-?» chiese la stilista, mettendosi seduta.
«Ho scoperto un posto che prima qui non c'era, hai voglia di andare a vederlo con me?»
«Va bene!» rispose Mari.
«Perfetto! È anche un'occasione per fare jogging!»
La skater iniziò a correre fuori dalla stanza.
«FACCIAMO UNA SFIDA A CHI ARRIVA PRIMA!» urló da fuori la stanza.
«Ma aspettami!» disse l'altra, alzandosi e seguendola.
Mentre le due si dirigevano verso la stanza aggiunta da poco, videro che c'era un'altra nuova stanza, e aveva la porta aperta, quindi poterono vedere cosa c'era: sembrava essere un laboratorio d'arte, dove erano presenti un sacco di materiali per fare disegni, dipinti e statue.
Videro anche che c'erano giá tre persone al suo interno, ovvero Kaoru, Rui e Cassidy.
L'ipnotizzatore parlava con aria allegra ai due, mentre l'orologiaio e la suora rimanevano in silenzio e non sembravano essere molto felici.
Chissà di che stavano parlando...
Accanto a quella stanza, trovarono una porta, che Erin subito raggiunse e aprí: vide che all'interno di essa c'era quel che sembrava essere un parco giochi all'aperto, circondato da un'alta recinzione.
«Ma allora in questo posto possiamo anche stare un po' all'aperto!» disse Mari, sorridendo.
«È fantastico!» esclamò Erin, allegra.
«E poi, quando sono arrivata in questo posto, c'era un tempo davvero brutto... E invece oggi sembra che non rischiamo che arrivi la pioggia, quindi è perfetto per stare un po' qui!» commentó la stilista.
All'improvviso, sentí che qualcosa sfioró il suo viso.
Poi sentí che qualcosa sfiorò la sua mano: la guardò bene, e vide che era caduta una goccia d'acqua.
Poi ne caddero altre, e presto iniziò a piovere a ridotto.
Le due ragazze rimasero qualche secondo ferme sotto alla pioggia, con delle espressioni di pura delusione sulle loro facce.
«... Come non detto.» disse poi la stilista.
BUONGIORNOH :D
Sí, ho pubblicato due capitoli di questa storia nello stesso giorno perchè non sono riuscita a placare la mia voglia di scrivere per oggi.
Spero che ció non sia un problema per alcune persone.
Se potessi in realtà scriverei tutta la storia in un giorno, ma purtroppo non è possibile.
Comunque, spero che questo capitolo vi piaccia :D
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