𝕆𝕦𝕣 𝕝𝕒𝕤𝕥 𝕞𝕠𝕞𝕖𝕟𝕥𝕤 𝕥𝕠𝕘𝕖𝕥𝕙𝕖𝕣.
Quella persona stava di nuovo aspettando l'arrivo di Ann.
L'unica differenza era che stavolta sembrava a dir poco arrabbiat*: aveva il broncio sul viso, e le braccia incrociate.
Dopo un po' di tempo che rimase cosí, giunsero nella stanza Henry, *l* quart* aiutante e Ann.
Vedendo i tre arrivare, si calmò per un attimo.
«Oh, ciao, voi tre.» li salutò tranquillamente.
Quando i tre si avvicinarono a l*i, notò che Henry ora aveva una mano fasciata.
«Ah, Henry, che è successo alla tua mano?» domandó incuriosit*.
«È stata Hanae...»
«Capisco. Quindi... la situazione è sfuggita di mano.»
Dopodichè quella persona si mise a ridere alla sua stessa battuta, mentre gli altri rimasero a fissarl* senza dire niente.
«Comunque...»
Subito dopo tornó arrabbiat*.
«Mi sono proprio stancat*.»
Dopodichè tirò fuori una lista.
«Voi sapete che davo una lista con i nomi di quattro persone da suggerire ad ogni assassino, no?»
I tre annuirono.
«Avevo preso di mira un* ragazz*. Volevo crepasse giá all'inizio. Eppure a nessuno degli assassini è passato per la mente di farl* fuori!» si lamentò.
«Quindi cos'hai intenzione di fare...?» chiese Henry.
«Mettete*l* una bomba nelle gomme della bicicletta, no?» suggerí Ann.
«Dobbiamo ucciderl* noi...?» domandò l'altr*, che sembrava essere stanc*.
Quella persona si mise una mano nella tasca.
«Eh, no. Ora mi sono proprio rott* il [redacted].»
Gli altri tre rimasero a guardarl* mentre frugava nella sua tasca.
Dopodichè, da essa tirò fuori una pistola.
Il compositore spalancò gli occhi vedendo quell* ragazz* tirare fuori quell'oggetto dalla sua tasca, all'altr* ragazz* sembrava non importare, mentre la bambina continuava a sorridere.
«Sappiatelo: se non volete farlo voi, allora lo faccio io.» annunció quella persona.
«Mi toglierò la soddisfazione di eliminare quell*, e chiunque altro proverá ad ostacolarmi.»
Disse per poi allontanarsi.
Quando fu vicin* alla porta della stanza, si rigirò verso i tre.
«Un'ultima cosa!» esclamò puntando un dito contro di loro.
«Sappiate un'altra cosa: da oggi in poi, se scoprirete che qualcuno sta conspirando contro di me, me lo dovrete dire. Non lasceró che accada.»
Detto ció, uscí dalla stanza.
Mentre se ne andava, per sbaglio lasciò cadere a terra dei fogli che aveva in tasca.
I due rimasero qualche secondo fermi a fissare quei fogli.
«Allora? Che aspetti?» chiese l'altr* guardando Henry e incrociando le braccia.
Quest'ultimo si avvicinò ai fogli, e li raccolse.
«... Allora... iniziamo ad investigare...»
*l* ragazz*, appena se ne fu andat* dai suoi due aiutanti, si tolse la maschera che aveva al viso, e che metteva ogni volta che doveva parlare con i suoi aiutanti, in modo che non l* riconoscessero.
Ann l* seguí, uscendo dalla stanza passando attraverso il muro.
«Hey, aspetta, non vuoi sapere com'è andata oggi?»
«Ah, sí, giusto. Dimmi.»
«Allora, ho incontrato Hanae. Non sembrava essere molto felice dopo quello che è successo. Ah, e poi mi ha mandata a dirti una cosa da parte sua.»
«Che cosa?»
«Ha detto che vuole te ne vai a [redacted].»
*l* ragazz* smise di camminare, e si giró di scatto verso la bambina, guardandola scandalizzat*.
«Da quando dici le parolacce tu?!»
«Ma non l'ho detto, l'ha detto lei.»
«Comunque, poi ho incontrato Jun. Sembrava essere molto tranquillo. Mi ha chiesto se volevo sentirlo suonare lo shamisen, e ho accettato. Solo che poi...»
FLASHBACK.
«Okay, ho finito. Adesso pagami.»
«Ma quella è la mia battuta. E poi perchè devo pagarti.»
«È necessaria la mancia dopo lo spettacolo.»
FINE FLASHBACK.
«Capisco. Beh, ora che mi hai detto quello che dovevi dirmi, devo andare.» disse l*i tornando a camminare.
«Stai andando a prepararti per l'omicidio che hai pianificato?» domandó la bambina.
«Sí.»
*l* ragazz* sorrise.
«Ricordatelo: eliminerò quell* ragazz* e chiunque altro mi vorrà ostacolare nei miei piani.»
La bambina rimase cosí lí ferma, da sola.
Poi girò lentamente lo sguardo verso i lettori di questo capitolo.
«Si aprono le scommesse. Riuscirà nel suo intento? Chi è quella persona che *l* sta cosí antipatic*? Chi morirá, e chi no?»
. . .
Era passato ormai un giorno dall'ultimo omicidio avvenuto.
Rie, in quel momento, stava per tornarsene nella sua stanza: prima peró che potesse aprire la porta, una voce che lei conosceva bene la chiamò.
«Rie! Hey!»
Poi sentí dei passi, e capí che Rui si era avvicinato a lei.
«Ciao, Rui.»
«Dove sei stata? Con chi sei stata? Per quanto tempo? Cosa hai fatto? Perchè?» cominció a chiederle lui, con tono leggermente preoccupato.
La ragazze fece per rispondere, ma il fratello aggiunse sorridendo:
«Anzi, no, non me lo dire: lo so già!»
«Aspetta, come fai a saperlo...?»
«Oh, beh... Diciamo che ho incontrato due ragazze che stavano parlando e...»
FLASHBACK.
Mari e Candace stavano di nuovo parlando tra di loro in corridoio.
«Allora? Come sta Henry?» chiese Mari, preoccupata.
«Nella sua camera non c'era. No, anzi, non c'è da nessuna parte.» rispose l'altra, seria.
«Ma non puó essere sparito nel nulla...!»
«Infatti. Sono preoccupata per lui...»
La stilista spostò lo sguardo altrove.
«Io... non so quali sono le ragioni per cui lo ha fatto. Ma... sembrava essere DAVVERO dispiaciuto.»
«Ho notato. È per questo che vorrei provare a parlargli... Magari potrei provare ad aiutarlo.»
«Voglio provarci anche io! È ancora mio amico, e non voglio negargli il mio aiuto in un momento del genere.»
«Heeeeeey!» le salutò Rui, avvicinandosi.
«Oh... Ciao, Rui.» ricambiò il saluto Mari.
«Ho bisogno del vostro aiuto!»
«Va bene. Perchè hai bisogno del nostro aiuto?» domandò Candace.
«Sapete dov'è mia sorella?»
«Rie...? L'ho vista poco fa, in cucina.» rispose l'artista di arti marziali ibride.
«Con chi? Che stava facendo? Perchè?» continuò a chiedere l'ipnotizzatore.
«Perchè ti interessa cosí tanto saperlo...?» domandò la stilista, inclinando leggermente la testa ad un lato.
«Vi pagherò se me lo dite.» rispose lui, tirando fuori una banconota palesemente finta.
Candace lo guardò leggermente confusa, mentre Mari lo guardò leggermente male.
«... Grazie, ma non ne ho bisogno, non sono a corto di soldi. Penso che questo metodo funziona solo con Ann.»
«Suvvia, per favore, ditemi quel che sapete su mia sorella!»
Il ragazzo assunse un'aria dispiaciuta.
«Lo chiedo perchè è da un paio di giorni che va sempre a cercare gli altri, e mi da sempre meno attenzioni... Anche se sono il suo fratellone... Vorrei solo sapere che cos'è che le fa passare sempre meno tempo con me.»
Mari continuava ad avere una faccia che sembrava dire "I am done with your bullshit.", mentre Candace semplicemente sospirò.
«Va bene, ti dirò quel che ho visto.»
FINE FLASHBACK.
Raccontando di questa sua esperienza, però, Rui non disse della parte in cui diceva quelle cose dispiaciuto.
«Quindi lei è stata talmente gentile da dirmelo. Eri con Shiro, giusto?»
«Sí, ma perchè lo vuoi sapere, Rui?»
Il ragazzo sorrise, ma aveva ancora una leggera tristezza negli occhi, e il suo tono di voce sembrava ancora preoccupato.
«Ma dovresti stare piú attenta quando sei insieme ad altre persone! Non sai mai che intenzioni potrebbero avere!»
«Ma lui è cosí gentile e calmo, e...»
«Hai detto la stessa cosa su Henry, e hai visto che è successo.»
«Shiro però non ha fatto niente! Prima stavamo solo parlando... Di quella persona di cui ha parlato Ann, e dei suoi aiutanti. Lui crede che magari Taro, Henry, e chiunque altro lo ha aiutato è stato costretto da lui, o lei.»
«Sí, okay, interessante, ma devi comunque stare attenta quando sei con gli altri.» rispose l'altro.
Le mise poi una mano sulla spalla.
«Sai che lo dico per il tuo bene! Dopo quello che è successo con Henry... Penso tu lo abbia capito. Non dovresti fidarti di tutti.»
Avrebbe voluto aggiungere "Dovresti fidarti solo di me", ma non lo disse.
«Io però vorrei lo stesso provare a fidarmi degli altri... Perchè non mi piace pensare che tra di loro qualcun altro nasconde qualcosa.» spiegò la sorella, triste.
«Mi dispiace. Cerchiamo di non pensarci piú per ora. Vuoi venire a fare una camminata?» le chiese gentilmente il fratello.
«Va bene.»
. . .
In quello stesso momento, tre persone stavano cercando di distrarsi per un attimo da tutto quello che era successo facendo una cosa insieme.
Reiko, Edward e Arefiy stavano giocando ad Uno.
Reiko sorrideva mentre aveva una sola carta in mano, Edward aveva circa 15 carte in mano, e anche Arefiy aveva una sola carta in mano ma solo perchè aveva nascosto tutte le altre che aveva in tasca.
«Questo gioco comincia ad annoiarmi, parliamo di qualcosa!» disse ad un certo punto il prestigiatore.
«Dunque, di cosa possiamo parlare?» domandò il collezionatore.
«L'unico argomento che mi viene in mente è quello che è successo ieri, ma... non credo di avere molta voglia di parlarne.» rispose l'artista di palloncini, diventando seria per un attimo.
«Beh, allora posso provare io a suggerirvi una cosa di cui parlare.»
Gli altri due annuirono.
Il ragazzo sorrise.
«Era da un po' che volevo chiedervi... Come va la vostra vita amorosa?»
«È inesistente!» risposero gli altri due in coro, con una faccia molto simile a questa ":D".
«Anche la mia!» rispose Edward, con la stessa faccia.
«Anche se... Come voi sapete bene, ci provo spesso con gli altri. In questo periodo ci ho provato in particolare con... mhhhhh...»
Cominciò a contare sulle dita della sua mano le persone con cui ci aveva provato.
«Aiko, Mari, Rie e Candace. E sono stato respinto da tutte loro.»
Dopodichè si avvicinò a Reiko, mettendole un braccio sulla spalla, e guardandola sempre con lo stesso sorriso.
«Reiko, tesoro, magari la mia volta buona sarà con te!»
«Mhhhhhhhhhh no.»
A quella scena, nessuno dei due disse piú nulla, mentre Arefiy si mise a ridere, divertito.
Dopo una breve pausa di silenzio, Edward decise di fare un'altra domanda ai suoi due amici.
«Almeno c'è qualcuno che vi piace?»
«Non te lo dirò!» rispose l'artista di palloncini, sorridendo.
«Mhhhhh, non ne sono sicuro, perchè non ci ho mai pensato. Preferisco pensare alla mia collezione.» spiegò invece il collezionatore.
«Un momento, Reiko, ma allora c'è davvero qualcuno che ti piace!» disse Edward con tono sorpreso, mentre aveva ancora un sorrisetto sul viso.
«Andiaaaaamo, diccelo!» aggiunse poi, riavvicinandosi alla ragazza.
«Sono curioso anche io di saperlo, diccelo, Reiko!» disse anche Arefiy, sorridendo.
«No!» rispose Reiko, continuando a sorridere innocentemente.
«Ma almeno ci stai provando con quella persona, proprio come faccio io?»
«Non proprio come fai tu, ma sí, a modo mio ci sto provando!»
«Quindi in che modo-?»
«Facendo scherzi a quella persona! Ne ho già uno pronto che troverà quando tornerà nella sua camera!» rispose fieramente lei.
«Ah, capisco! Quindi vuoi provarci con quella persona facendola ridere con degli scherzi! È un ottimo modo!» commentò il prestigiatore.
«Esatto! Ne ho in mente taaaanti! La prossima volta potrei andare da quella persona mentre dorme, e scarabocchiargli la faccia con disegni di rane arrabbiate fatti con un pennarello indelebile!»
«Uhhhhh... Non so se questi tipi di scherzi possono far ridere proprio tutti.» disse il collezionatore, incerto.
«Io però ancora voglio sapere una cosa, Reiko! Suvvia, diccelo! Chi è che ti piace?»
Il sorriso della ragazza si allargò.
«Sai, Edward... Potrei chiederti la stessa cosa.»
Disse per poi mostrare una carta che aveva in mano, ovvero una Uno Reverse Card.
«Invece chi è che piace A TE?»
Il ragazzo fece per dire qualcosa, ma Reiko continuò:
«Anzi, no! Io lo so gi-»
Prima che potesse dire altro, il prestigiatore le aveva messo una mano sulla bocca.
Arefiy rimase a guardare la scena, continuando a sorridere anche se non capiva che stava succedendo.
Edward decise di cambiare argomento prima di togliere la mano dalla bocca dell'amica.
«Mi sono appena ricordato di un'altra cosa che volevo raccontarvi! Sapete... Io credo di sapere qualcosa anche delle situazioni amorose degli altri!»
«Davvero? Dicci allora!» disse Reiko, che sembrava essersi dimenticata di quello che era successo un minuto prima.
«Mh, sí, racconta.» aggiunse Arefiy, continuando a sorridere tranquillamente.
«Per esempio... Ho sentito quello che Henry dice spesso su Candace. Ne parla sempre cosí bene, suggerisce sempre lei ogni volta che c'è qualcuno che cerca una persona a cui chiedere consigli... Sembra quasi la ammiri molto!» iniziò a dire con lo stesso sorrisetto sul viso.
«E sembra quasi sia la stessa cosa per lei! Ho sentito anche lei parlare molto bene di lui, e quando abbiamo scoperto quella cosa ieri, sembrava esserci rimasta molto male. Ma prima mi è sembrato di sentirla dire che vuole provare ad aiutarlo!»
Gli altri due rimasero ad ascoltare il gossip, interessati.
«Poi avevo notato altre cose con un'altra persona, quindi ho provato a fare un paio di domande in privato a Rie...»
FLASHBACK.
«Dimmi, fiorellino, ti piace qualcuno?»
«Penso di no.»
«Ma c'è una persona a cui sei molto vicina in questo posto, oltre a tuo fratello?»
«Sí, penso di sí, credo Shiro.»
«Parlate spesso?»
«Sí.»
«Andate molto d'accordo?»
«Certo.»
«E quando è successa quella cosa a suo fratello tu eri molto preoccupata per lui, e volevi andare a trovarlo ancora prima che te lo consigliasse Reiko, giusto?»
«Sí.»
«E per caso vorresti che lui fosse piú di un semplice tuo amico, eh? Non è cosí? Vero?»
«Certo: mi piacerebbe fosse... il mio migliore amico.»
«Ah.»
FINE FLASHBACK.
«Poi... Ho provato a chiedere la stessa cosa a Kaoru, Mari, e Aiko, che però sembravano non voler affrontare l'argomento. Quando l'ho chiesto a quelle due, sembravano essere tristi.»
«Infine... Ho provato a chiederlo anche a Rui. Ma sembra che quel tizio non abbia nè una persona che gli piace, nè alcun amico.»
«Beh, ho visto che non va molto d'accordo con gli altri. A volte mi fa strano pensare che lui e Rie siano davvero fratelli, perchè non si somigliano molto-» ammise Reiko.
«Ho notato che sembra che non lo voglia nessuno-» commentò Arefiy.
. . .
Intanto, in quel momento, mentre tre ragazzi erano intenti a fare gossip sugli altri, Shiro stava per andarsene nella sua camera.
Si stava incamminando nel corridoio, ma si fermò notando una cosa: Kaoru era fermo immobile davanti alla porta aperta della sua camera, e sembrava stesse fissando ciò che c'era al suo interno.
«Hey, Kaoru. Che stai facendo?» provò a chiedergli, avvicinandosi sorridendo.
Fu quando era abbastanza vicino all'orologiaio che potè notare che la faccia di quest'ultimo sembrava a dir poco sconvolta.
«... È successo qualcosa?» gli domandò leggermente perplesso.
«Cosa. Cos'è questo e qual è il motivo dietro questo.» rispose l'orologiaio, indicando ciò che c'era nella propria camera: essa era stata riempita con tanti palloncini.
BUONGIORNO :D
Questo capitolo si è rivelato essere piú lungo di quanto avevo previsto, ma non fa niente.
Siete pronti per l'ultimo omicidio?
No?
... Nemmeno io.
Davvero.
Ma comunque, spero che questo capitolo vi piaccia :D
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