CAPITOLO IV.

- Molto bene: ci siamo tutti?!- chiese Makoto, osservando i ragazzi di fronte a lui: non erano tanti e gli pareva ci fossero tutti, ma non voleva rischiare di perderne qualcuno proprio alla prima uscita.

- Dalla prossima settimana decideremo chi saranno i Prefetti per ogni casa, ma intanto cercate di ricordare chi sono i vostri compagni- si raccomandò Yusuke.

Shimada e Takinoue erano stati incaricati di portare i ragazzi a Hogsmeade, visto che a quanto parevq i professori più anziani avevano tutta l'intenzione di lasciare fare i lavori faticosi ai più giovani; quella giornata sarebbe stata davvero impegnativa...

- Noi Corvonero ci siamo tutti- dichiarò Koushi.

- Anche i Grifondoro- confermò Daichi.

- I Tassorosso sono presenti- affermò Kaname.

- Anche i Serpeverde, naturalmente- dichiarò Toru.

- Molto bene- Makoto agitò la bacchetta e ognuno dei ragazzi si trovò in mano una cartina - vi abbiamo evidenziato i luoghi dove dovrete prendere il necessario: libri, pentolone, bacchetta per quelli del primo anno... Naturalmente, potrete anche visitare Hogsmeade, abbiamo a disposizione tutta la giornata apposta, ma cercate di prendere tutto il necessario oggi, non ci saranno altre visite scolastiche per un po'- si raccomandò.

- Adesso, unitevi in un gruppo compatto: useremo una passaporta per andare, quindi cercate di non rimanere indietro. Appoggiatevi gli uni agli altri. Yamaguchi, visto che sei in prima fila, appoggia una mano sulla spalla di Shimada, così farai da collegamento con gli altri- ordinò Yusuke, mentre si spostava alle spalle del gruppo per controllare che nessuno di loro si perdesse nel frattempo.

- Eh?! Va bene...- mormoró il ragazzo, leggermente imbarazzato; fortuna che Shimada pareva tranquillo, per cui riuscí senza troppi problemi ad allungare la mano e posarla sulla sua spalla.

- Ci siamo tutti?!- chiese Makoto.

- Sì- risposero i ragazzi.

- Bene- Shimada tirò fuori il libro con cui avevano creato la passaporta, che sarebbe dovuta comparire... In quel momento.

I ragazzi si sentirono vorticare leggermente; alcuni di loro erano abituati a quelle situazioni, mentre per altri era la prima volta.

Yamaguchi allungò la mano libera, afferrando il braccio di Tsukishima per cercare un modo in cui tenersi; il ragazzo gli lanciò un'occhiata, ma lo lasciò fare.

Akashi afferrò invece Bokuto, sapendo che il ragazzo si emozionava sempre in quei momenti e rischiava di combinare qualche guaio; Kuroo tirò leggermente Kenma a sé, consapevole che il minore non era proprio un amante di quei metodi di trasporto magico.

Anche Kunimi si poggiò a Kindaichi, in modo da frenare un po' il giramento di testa. Gli altri sembravano essere a posto, ma l'attenzione di Yaku venne catturata da qualcosa: Lev, che vista la sua altezza era parecchio visibile, trovandosi all'esterno del gruppo stava rischiando di perdersi...

Allungò la mano, afferrando il polso del ragazzo.

- Vedi di non perderti- sbuffò, tirandolo leggermente verso di sé; il minore gli rivolse un sorriso.

- Grazie mille Yaku-san!- esclamò, e il biondo alzò gli occhi al cielo.

Per fortuna il viaggio durò poco e in un attimo i ragazzi si trovarono a Hogsmeade.

- Molto bene: io e Takinoue saremmo ai "Tre manici di scopa", se avete bisogno di noi- dichiarò Makoto.

- Buona fortuna nei vostri acquisti- disse loro Yusuke, prima di seguire il moro.

- Speravo che dessero sempre a Ukai il compito- sospirò il biondo - odio dover curare dei ragazzini, fanno sempre danni...-.

- Non dicevi che non vedevi l'ora di venire qui?- fece notare Makoto.

- Per un appuntamento con te, non per loro- borbottó Yusuke, facendolo ridere leggermente.

- Possiamo avere un piccolo appuntamento anche così no?- fece notare; il biondo sorrise e allungò la mano, prendendo la sua.

- Di sicuro, non mi lascerò scappare l'occasione- affermò.

- Non dobbiamo perdere l'occasione: voglio andare a Mielandia!- dichiarò Yu, sorridendo.

- Ragazzi, dovreste pensare prima alle cose da comprare- fece notare Koushi.

- Uffa, volevo andare anche io a Mielandia...- si lamentó Shoyo.

- Odio fare compere per la scuola- borbottó Ryunosuke.

- Dei veri idioti- sospirò Kei, e Yamaguchi rise leggermente; però, anche se erano degli idioti, il biondo stava rimanendo nella loro zona... In fondo, sarebbero stati la loro squadra, era normale.

- Perché non dedichiamo la mattina a fare compere e il pomeriggio a divertirci?- propose Asahi.

- Vi accompagnamo noi in tutti i posti, così non impiegherete troppo a prendere il necessario e avremo più tempo- affermò Chikara.

Gli occhi dei tre ragazzi si illuminarono.

- Evviva!- esclamarono.

- Sarà un casino stare attenti che non facciano danni- sospirò Daichi.

- Ma almeno siamo in un po' a controllarli no?- fece notare Koushi.

- Già, almeno quello... Ok ragazzi, direi di portare prima quelli del primo anno a prendere le bacchette, visto che poi il resto del materiale è simile per tutti. Andiamo da Ollivander- disse il moro, alzando appena la voce.

- Non vedo l'ora!- esclamò Ryunosuke.

- Andiamo!- Yu posò le mani sulle spalle di Asahi, spiccando un piccolo salto per atterrare sulla sua schiena - forza Asahi-san, andiamo a prendere la bacchetta per Shoyo!-.

- Non vedo l'ora di avere la mia bacchetta!- esclamò il minore, saltellando leggermente: finalmente, avrebbe potuto averla anche lui... Una bacchetta tutta sua! Non vedeva l'ora...

- Guarda che non sarà certo la bacchetta a renderti più bravo- borbottó Tobio - devi esserlo di tuo-.

Hinata gli lanciò un'occhiataccia.

- Guarda che io sarò il migliore di tutti! Soprattutto nel Quidditch! Sarò un Cacciatore incredibile!- dichiaró con convinzione.

- Certo, se lo dici tu... Prima vediamo se riesci a prendere la Pluffa- ribattè il moro.

- Ma se non mi hai mai visto giocare!-.

- Inutile che ci provi, il Re del campo giocava sui campi d'allenamento in una delle squadre di preparazione migliori, non accetterà mica che un suo coetaneo possa essere al suo livello- affermò Kei, passando di fianco ai due con Yamaguchi.

- Ti ho già detto di non chiamarmi così!- ringhiò Tobio.

- Per tua sfortuna, non ascolto i re come te- dichiarò il biondo, scrollando appena le spalle.

- Ragazzi, cercate di non litgare- lì riprese Chikara.

- Ascoltatelo, Chikara e Daichi fanno paura se si arrabbiano- sussurró Ryunosuke, lanciando un'occhiata anche al maggiore, che per adesso stava ignorando i loro battibecchi perché impegnato a decidere un itinerario insieme a Suga.

- Non è colpa mia se il re è parecchio suscettibile- affermò Kei.

- Io ti...-.

- Oh guardate, pare che non siamo gli unici ad avere avuto l'idea di guardare prima le bacchette- commentò Asahi, osservando davanti a loro: fuori da Ollivander, si trovavano Oikawa, Iwaizumi, Matsukawa e Hanamaki.

- Ciao, Oikawa- salutò Daichi, avvicinandosi al gruppo.

- Ma guarda, ci sono qui un po' di corvetti! Venite a prendere le bacchette per i vostri pulcini?- chiese il castano con un sorriso - ricordate che durante il Quidditch non potrete usarle, dovrete giocare con le vostre abilità! Formerete la vecchia squadra no?- commentò.

- Esatto- rispose Koushi, con un finto sorriso gentile in volto: anche quel ragazzo era parecchio bravo a fare irritare le persone...

- Spero che cambiare allenatore vi aiuti, o una volta battuto Ushijima non ci resteranno avversari- commentò Toru.

- Certo che ti piace essere irritante eh?- borbottó Hajime.

- Iwa-chan! Io dico solo la verità!- esclamò il castano, offeso - oh, a proposito! Prendetevi cura di Tobio-chan, va bene? È un po' tosto, ma vorrei batterlo mentre è al massimo delle sue forze, per cui mi serve intero-.

- Non mi farò battere, Oikawa-san- affermò Tobio; non sarebbe stato così semplice per lui.

- Non preoccuparti Oikawa, la nostra squadra ce la metterà tutta- affermò Koushi.

- E vi batteremo!- dichiarò Yu.

- Tra l'altro, non avete perso un paio di giocatori?- Ryunosuke si guardò intorno, alla ricerca di un ragazzo che lo irritava particolarmente in quella squadra, anche più di Oikawa.

- Yahaba è un po' sensibile alle passeporte- affermò Hajime - Kyotani e Watari lo hanno portato a bere qualcosa mentre noi recuperiamo le bacchette di Kindaichi e Kunimi-.

- Tsk, non ho ancora capito perché siamo dovuti venire in questo bar; bastava sederti un attimo e ti passava- borbottó Kentaro.

- Guarda che potevi non venire se dovevi fare così, bastava Watari- sbuffò Shigeru; quel ragazzo sapeva essere davvero insopportabile...

- Tsk- rispose semplicemente Kyotani; in fondo, Yahaba si prendeva sempre cura di lui quando stava male, almeno qualche volta glielo doveva...

Gli lanciò un'occhiata: sembrava così tranquillo e calmo in quel momento, eppure sapeva bene che era meglio non farlo arrabbiare... Scatenava una forza incredibile in quei casi, che in fondo non gli dispiaceva.

Tranne quando la usava contro di lui, lì non era piacevole.

Yahaba notò che il ragazzo lo stava fissando e si voltò verso di lui, ma prima che potesse dire qualcosa Watari tornò da loro con il cibo che avevano preso.

- Ti senti meglio?- chiese, sedendosi di fianco a Yahaba; Kyotani lo guardò male, ma non disse nulla: gli dava un po' fastidio che fossero così vicini...

- Si, grazie: possiamo finire velocemente e tornare dagli altri, non dovrebbero impiegare molto- dichiarò lui con un sorriso.

- Va bene- rispose Shinji.

- Muovetevi- borbottó Kentaro, infastidito: sperava che quella giornata finisse presto...

- Voglio tornare a casa- sbuffò Suguro.

- Eh?! Ma siamo appena arrivati!- esclamò Yuji, leggermente confuso.

- Si ma guarda!- il moro indicò poco davanti a lui; Kyoko aveva deciso di farsi un giro con le ragazze, e Yachi era andata con lei, visto che avrebbe avuto l'occasione di conoscere le altre due ragazze della struttura, per cui in quel momento le quattro erano insieme.

- Embè?! Non sei felice di vederle tutte insieme?!- commentò Yuji.

- Io veramente avrei voluto passare del tempo con Mika- borbottó Suguro.

- Mhhh...- il biondo si portò una mano al mento, leggermente pensieroso - bè, anche io sarei voluto stare con Hana-chan, però... In fondo, sono felice se si fa delle nuove amiche ed è contenta con loro! Per cui posso lasciare correre ogni tanto!- dichiarò con un sorriso.

Daisho lo fissò per un attimo, poi tornò a guardare le ragazze: in effetti... Mika sembrava felice di avere delle amiche... Almeno di quello, doveva essere contento anche lui.

- Mi sento un po' osservata...- mormorò Hana, cercando di non guardare alle sue spalle.

- Scusatemi, il mio ragazzo è parecchio protettivo- sospirò Mika.

- Non preoccuparti, anche Terushima mi gira sempre intorno, ma speravo che stesse un pochino con i suoi nuovi amici...-.

- Però non si stanno intromettendo no?- fece notare Kyoko - significa che comunque ci tengono che passiate del tempo tranquille. A me non dà fastidio-.

Era abituata a persone ben più invasive... Come i membri della Karasuno, per cui per lei non era un problema.

- Ah, ecco... Neanche a me!- balbettò Hitoka; era già nervosa di suo, di sicuro non sarebbe stata la presenza di un paio di persone in più a cambiare le cose...

- Sei molto nervosa, Hitoka-chan- commentò Kyoko.

- Ah, ecco... Non mi capita molto di poter parlare con altre persone...- mormorò la bionda, imbarazzata, prima di sbarrare gli occhi: perché l'aveva detto? Adesso sicuramente sarebbe sembrata loro un'idiota...

- Non preoccuparti, noi parliamo volentieri con te- affermò Hana con un sorriso - siamo anche compagne di stanza, non vedo l'ora di conoscerti meglio!-.

- Esatto! Siamo poche ragazze, dobbiamo essere solidali- dichiarò Mika.

- Per qualsiasi cosa avrai bisogno, non esitare a chiedere a noi- disse Kyoko con un sorriso.

Yachi rimase per un attimo sorpresa: erano tre ragazze, tra l'altro molto belle, tutte del terzo anno, eppure la stavano accogliendo senza problemi nel loro gruppo... Erano davvero incredibili, soprattutto Kyoko la stava trattando con riguardo nonostante fossero pure in case diverse...

- Grazie mille- disse con un piccolo sorriso: ce l'avrebbe messa tutta per mostrare il suo valore e ringraziarle di quell'opportunitá.

- Questa si che è una grande opportunità- sussurró Atsumu, guardandosi intorno: non c'era ancora nessuno degli altri nel Ghirigoro... Poteva agire indisturbato.

- Inizi già a fare casino?- chiese Osamu.

- Esatto: mi controllate che Kita e Aran non mi vedano mentre vado a... Cercare dei libri?- il biondo gli rivolse un sorriso, prima di allontanarsi.

- Certo che tuo fratello non sa proprio tenersi lontano dai guai- commentò Rintarou.

- Già... Ma almeno renderà la cosa più divertente- ribattè Osamu, scrollando le spalle.

Suna gli lanciò un'occhiata: in fondo, sapeva bene che quel ragazzo era emozionato da poche cose... Cibo, magia e i piani di suo fratello.

E anche lui si divertiva un pochino, per cui non era poi un grande problema: se avevano la meglio, tanto di guadagnato; se invece qualcosa andava storto, poteva tranquillamente prendersela con Atsumu senza problemi, e non gli dispiaceva affatto.

E poi, Osamu era l'unico che riuscisse a comprendere le sue emozioni anche quando non mostrava molte espressioni, e lui voleva seguire il fratello, per cui...

Lanciò un'occhiata a Kita e Aran, che stavano controllando i libri da prendere per i ragazzi del terzo anno: se si trattava solo di tenerli d'occhio, non era un grande problema; bastava che Atsumu non facesse troppo casino...

Il biondo stava camminando per le scaffalature del piano superiore: la maggior parte di quel negozio era aperto a chiunque, ma in teoria...

Alzò lo sguardo: riusciva a percepire un incantesimo... Pareva che la "Sezione proibita" della biblioteca di Hogwarts non fosse l'unica a nascondere libri interessanti.

Fece per avvicinarsi, ma si sentì bloccare da una voce.

- I libri per gli studenti del secondo anno sono al piano inferiore-. Si voltò: davanti a lui c'era un ragazzo riccio, dai capelli mori, una mascherina indosso, che lo fissava con aria leggermente infastidita.

Aveva addosso una divisa da mago, ma nonostante dovesse avere circa la sua età, era certo che non fosse uno dei ragazzi di Hogwarts... Non si sarebbe dimenticato facilmente uno sguardo simile.

- Volevo fare un giro, visto che non so quando potrò tornare qui; magari puoi farmi tu da guida?- chiese, con un sorriso sfrontato in volto.

Il moro lo fissò per un attimo.

- Cosa stai cercando?- gli chiese.

- Qualcosa sulla... Magia oscura. Immagino non sia paurosa come ci descrivono ed ero curioso di leggere qualche libro legale a riguardo- affermò il biondo.

- Si trova dall'altra parte- dichiarò il moro.

Atsumu lo fissò per un attimo: era certo che non sarebbe sfuggito al suo sguardo... Per il momento, era meglio allontanarsi.

- Ti ringrazio per il consiglio; mi accompagni?- gli chiese.

- No-.

- Come preferisci- rise il biondo - ci vediamo presto allora- affermò, prima di allontanarsi; la sua ricerca era stata interrotta ma... Aveva trovato qualcos'altro di decisamente interessante.

- Cosa diamine starà facendo Atsumu?- mormorò Aran, lanciando uno sguardo al piano di sopra.

- Finché non fa casino, lascialo sfogarsi un po': quando inizieranno le lezioni, capirà che è più dura di quanto crede e si darà una regola- affermò Shinsuke.

Aran lo fissò per un attimo: avrebbe voluto avere la sua stessa sicurezza riguardo a quegli argomenti... Kita sembrava sempre freddo e impassibile, ma lui sapeva bene che in realtà era un ragazzo che teneva parecchio a ciò che faceva; era sempre stato considerato una persona più che normale, ma non si era mai arreso, e adesso stava avendo la possibilità di mostrare quanto valesse: non sapeva quanto avrebbe potuto aiutarlo, ma lo avrebbe fatto più che volentieri.

In fondo, Kita era uno di quelli che più di tutti meritava di stare lì, e lui lo sapeva bene.

- Bene, ho trovato tutto- affermò Shinsuke - diamo una mano anche agli altri?-.

Aran annuì, prima di seguirlo verso la cassa per pagare ciò che avevano preso.

- Avete preso tutto?- chiese Kaname, voltandosi verso gli altri tre ragazzi; Aone e Koganegawa annuirono, mentre Futakuchi sbadigliò leggermente.

- Non ho ancora capito perché non potevano darci loro tutto il necessario- affermò - è una palla dover venire fino a qui-.

- Andiamo senpai, questo posto potrebbe essere super divertente! Io non vedo l'ora di vederne molto di più!- esclamò Kanji con un sorriso.

- Certo che sei proprio molto emozionato eh?- commentò Kanji - bè, dovevo aspettarmelo, in fondo lo è anche Aone...-.

- Eh?! Davvero?!- esclamò il minore, voltandosi verso Aone. Lui annuì.

- Bè, è normale esserlo, no Aone?- disse Kenji, e il più alto annuì.

- Non lo sembra minimamente...- mormorò Kanji, ancora sorpreso: quel ragazzo pareva davvero impassibile...

- Ti abituerai a comprenderlo, non preoccuparti- affermò Kenji - allora? Andiamo a prendere la bacchetta al nostro kohai?-.

Gli occhi di Kokanegawa si illuminarono.

- Evviva! Non vedo l'ora!- esclamò - quando avrò la mia bacchetta, potrò fare tantissime cose!-.

- Vedi di stare buono, non potrai mica metterti a lanciare icantesimi a caso- borbottò Kenji.

- Come hai fatto tu appena avuta la tua bacchetta?- commentò Kaname, guardandolo male.

- Ma io sono un talento unico- affermò il minore con un sorriso.

- Nel fare irritare gli altri di sicuro- borbottó il moro.

- Hey!-. Aone posò una mano sulla spalla di Futakuchi, che sospirò.

- Muoviamoci, che tra poco ad Aone verrà fame- dichiarò, voltandosi per uscire dal Paiolo Magico.

- Evviva! Andiamo a prendere la mia bacchetta!- esclamò Kanji, seguendolo.

- Certo che Futakuchi fa tanto il duro ma... È un bravo ragazzo in fondo- sospirò Kaname; era stato un piantagrane da quando era entrato in squadra, però in fondo... Aveva sempre fatto del suo meglio in campo.

- Sì- mormorò Takanobu, lasciando leggermente sorpreso il maggiore, che alzò lo sguardo su di lui, trovandolo però intento a fissare il castano mentre si allontanava.

In fondo, Futakuchi era stato suo amico dal primo giorno di scuola: nonostante lui praticamente non parlasse, quel ragazzo non l'aveva allontanato come avevano fatto tutti gli altri, anzi, aveva trovato un suo modo per capirlo e alla fine era diventato il suo tramite con il mondo intorno a lui.

Ad Aone non piaceva sprecare parole inutili, c'erano poche cose che gli interessavano ed era ciò a cui pensava: ma per quel ragazzo... Non gli sarebbe dispiaciuto usare qualche parola in più.

- Tendou sta parlando tanto come al solito eh?- mormorò Tachi, osservando il ragazzo, che stava quasi saltellando per strada mentre indicava a Goshiki tutto ciò che trovava interessante. Ovvero parecchie cose.

- Già- mormorò Reon, lanciando un'occhiata a Ushijima, che di fianco ai due ragazzi sembrava quasi stargli facendo da guardia del corpo.

Sapeva che quella era una città tranquilla, ma non voleva rischiare che Tendou facesse qualche brutto incontro o si intristisse: avrebbe già dovuto tenere d'occhio la situazione durante le lezioni e nella loro casa, non gli andava di doverlo fare anche in giro.

- In quel bar ci dobbiamo assolutamente andare! Vero, Wakatoshi-kun?!- esclamò Satori, voltandosi verso il ragazzo con un sorriso.

- Se lo vuoi provare- rispose semplicemente lui; non gli cambiava molto, per cui non era un problema lasciare decidere al ragazzo.

- Evviva! Andiamo Goshiki!- esclamò Satori.

- Va bene!- rispose il ragazzo, leggermente emozionato di essere così vicino al suo Senpai, seguendolo verso il bar.

- Come al solito, Tendou si basa totalmente sul suo istinto e ignora tutte le altre cose che abbiamo da fare- sospirò Eita.

- È Tendou- mormorò Kenjiro. Semi gli lanciò un'occhiata.

- Mi sembri in allerta- commentò.

- Qui è pieno di maghi, e i nostri compagni a Hogwarts... Alcuni sono potenti, e anche bravi nel quidditch. Non possiamo abbassare la guardia- dichiarò il minore.

Semi lo fissò per un attimo: quel ragazzo aveva preso proprio sul serio il ruolo di aiutarlo...

Allungò la mano, posandogliela sulla schiena e lasciando sorpreso il minore.

- Non hai mica tutto il peso addosso: sei stato selezionato anche tu, sii un po' felice e goditela finché puoi- disse.

Shirabu lo fissò per un attimo: quel ragazzo avrebbe potuto odiarlo per tanti motivi, invece era parecchio gentile...

Annuì: avrebbe cercato... di godersi anche lui quell'opportunitá.

- Andiamo Yaku-san, dammi l'opportunità di ringraziarti per avermi aiutato!- esclamò Lev, continuando a camminare di fianco al ragazzo.

- Non serve, ti ho già detto che l'avrei fatto con chiunque- sbuffò il maggiore.

- Si ma mi hai aiutato comunque! Sei stato super gentile!- esclamò Lev; il ragazzo arrossì appena.

- Bè...- mormorò.

- E poi, per essere così basso sei stato molto bravo ad accorgertene! Pensavo facessi fatica a vedere-.

In un attimo, la dolcezza che Yaku aveva pensato di poter provare si trasformò in rabbia.

- E questo che diamine c'entra?!- gli tirò una pedata sul culo - io ti ammazzo!-.

- Ahia! Sei violento Yaku-san!-.

- Mi sa che Lev non ha minimamente capito come comportarsi con Yaku- rise Tetsuro.

- Quel ragazzo fa troppo casino- borbottò Kenma.

- Almeno Yamamoto sta tenendo buoni gli altri due... O meglio, loro stanno tenendo impegnato lui- il moro osservò Inuoka e Shibayama, che camminavano tenendosi per mano e ascoltando i racconti di Yamamoto.

- Almeno questo- borbottó Kenma - tra l'altro, mi sembra strano che Bokuto non stia facendo casino...- lanciò un'occhiata al ragazzo, che si stava guardando intorno con aria estasiata.

Akashi stava dovendo tenerlo per un braccio per rischiare di non perderlo.

- Gli ho detto di controllare i posti in cui vuole andare dopo aver recuperato i materiali, così almeno per ora sta un po' calmo- affermò il ragazzo - fortuna che lui e Kuroo hanno gli stessi, almeno non devo assicurarmi che abbia tutta la lista-.

- Sei proprio un babysitter- commentò Kenma.

- Gattino, ti ricordo che anche tu hai il babysitter- fece notare Tetsuro, divertito.

- Io so come occuparmi di me stesso, semplicemente tu vuoi farmi fare più attività del necessario- borbottò il minore.

- Mangiare è necessario-.

- Dipende dalla quantità... E poi, ho un brutto presentimento- si sentiva come se sapesse che sarebbe accaduto qualcosa... E non gli piaceva come sensazione.

- È normale, non ti piacciono i posti nuovi; ma questa è la un'ottima scuola, e avrai la possibilità di allenarti nelle tue magie. Dalle una possibilità, no?-.

Kenma sospirò, poi annuì. In fondo, era con i suoi amici, e soprattutto con Kuroo... Forse, stare lì non sarebbe stato così male.

Ma aveva ancora una brutta sensazione.

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