CAPITOLO VII.
- Così siamo la prima coppia interamente del secondo anno! Che bello!- esclamò Ryunosuke con un sorriso, mentre attraversavano la barriera.
- Già... Cerca di rimanere concentrato- mormorò Chikara, leggermente nervoso: sentiva addosso un peso veramente assurdo...
- Si, scusami: cosa facciamo?-.
- Lo stai chiedendo a me?- chiese il moro, confuso, voltandosi verso di lui.
- Si: tu sei molto più bravo di me a valutare le situazioni... Ordina e io eseguo! La potenza mi manca meno- ridacchiò Ryunosuke.
- Dovresti cercare di imparare anche tu, non è detto che sarai sempre...- Chikara fece per avanzare, ma sentì qualcosa avvolgersi intorno alla sua gamba e cadde in avanti.
Tanaka lo sostenne e abbassò lo sguardo, notando il ramo che si stava avvolgendo intorno alla gamba del moro.
Tirò fuori velocemente la bacchetta.
- È tranello del diavolo vero?- sussurró, ed Ennoshita annuì.
- Lumos- Ryunosuke puntò la bacchetta contro la pianta: visto che era poca, non impiegò molto a liberare il moro.
- Tutto bene?- gli chiese.
- Si- Chikara alzò appena lo sguardo, sperando che il ragazzo non udisse il battito accelerato del suo cuore; Tanaka gli rivolse un sorriso e lo lasciò andare.
- Grazie. Proseguiamo- mormorò Chikara, riprendendo a camminare.
Si guardò intorno: c'erano segni del passaggio di Acromantule...
- La luce potrebbe averle attratte, stiamo attenti- mormorò, e Tanaka annui.
Il suo sguardo venne catturato da alcune Acromantule, che si stavano lentamente avvicinando a loro.
- Penso sia tardi per stare attenti- mormorò.
Ennoshita strinse più forte la sua bacchetta: doveva essere pronto in caso...
- Ti raggiungo tra un attimo!-. Il moro si sentì afferrare per le spalle e spingere leggermente in avanti, e un attimo dopo si trovò di fronte a Ikkei Ukai.
Sbarró gli occhi e si voltò verso il passaggio.
- Tanaka do...- non fece in tempo a finire la frase che il ragazzo comparve con un sorriso in volto.
- Ma che ti è saltato in mente!- esclamò Chikara - poteva essere pericoloso!-.
- Ne ho vista una caricare e temevo saresti andato in panico, così ho preferito pensarci io; non preoccuparti, avevo calcolato tutto- dichiarò Ryunosuke con un sorriso.
- È bello che conosciate i vostri punti deboli, ma in situazioni di maggior pericolo cerca di pensarci di più prima di fare l'eroe- disse Ikkei.
- Farò del mio meglio!- dichiarò Ryunosuke con un sorriso, e l'uomo annuì.
- Potete andare- affermò - lo specchio è alle mie spalle.
- Grazie mille- mormorò Chikara.
- Grazie!- esclamò Ryunosuke, prima di dirigersi con il moro verso la stanza.
- Ti ho fatto tanto preoccupare?- chiese, voltandosi verso di lui.
- Decisamente- sospirò il moro - ma almeno stai bene...-.
- Non mi lascio battere così facilmente- rise Ryunosuke, alzando lo sguardo sullo specchio.
- Matrimonio con Kyoko?- gli chiese Chikara, notando che il ragazzo si era bloccato.
- No- mormorò - ho smesso di pensarlo possibile un po' di tempo fa-. Nell'immagine vedeva sé stesso, insieme ai suoi amici; aveva smesso di essere insicuro come molti non sapevano che fosse e... C'era una persona specifica al suo fianco.
Si voltò verso Ennoshita, ma il ragazzo era impegnato a osservarsi mentre insegnava ad alcuni ragazzi a scuola, e a quanto pare aveva una fede al dito... E sapeva bene a chi sperava appartenesse.
Non fecero in tempo a dire nulla che sentirono una voce fuori dalla stanza.
- Ma sei completamente rincretinito?!-.
- Tora?- mormorò Ryunosuke, uscendo velocemente dalla stanza; Ennoshita lo seguì, e fuori videro Yamamoto che sembrava pronto a uccidere Miya Atsumu.
- In effetti, fare esplodere un pezzo di foresta è stato un po' eccessivo- commentò Ikkei, fissandolo: non aveva esitato a lanciare quell'incantesimo...
- Così abbiamo evitato sia il Tranello del Diavolo che le Acromantule no? Dovresti ringraziarmi- affermò il biondo con un sorriso.
- Tsk, ringraziarti?! Se non mi fossi protetto in tempo mi avresti fatto esplodere!-.
- Testavo i tuoi riflessi-.
- Adesso testo io i tuoi riflessi!-.
- Tora- Ryunosuke raggiunse velocemente l'amico e gli mise una mano sulla spalla - andiamo, non ne vale la pena-.
Atsumu continuò a sorridere mentre il ragazzo portava via Yamamoto, in modo da calmarlo.
- Io aspetto qui mio fratello e Suna- affermò.
- Non vuoi usare lo specchio?- gli chiese Ikkei.
- Non serve, so già che diventerò il migliore- affermò Atsumu, voltandosi.
Ukai lo fissò per un attimo, prima di tornare anche lui a concentrarsi sulla prova: quel ragazzo aveva qualcosa che non andava...
E a quanto pareva, non era l'unico.
Vide Osamu e Suna uscire dalla barriera, con delle espressioni neutre come se avessero appena fatto una passeggiata.
- Non vi sembra eccessivo uccidere un branco di Acromantule? Senza contare che dovreste stare attenti a maneggiare il Distillato della Morte Vivente- commentò Ikkei.
- Era la via più semplice e meno noiosa- dichiarò Osamu, superandolo insieme al moro.
- Andate davvero a quello specchio?- commentò Atsumu.
- Noi non siamo privi di cuore come te- affermò Rintarou.
- Cattivi! Dovreste dirlo alle vostre facce- sbuffò Atsumu, mentre i due sprarivano dietro la stanza.
- Sai già cosa vedrai?- chiese Rintarou.
- Cibo- dichiarò Osamu, mentre quell'immagine compariva nello specchio di fronte a lui - purtroppo c'è Atsumu vivo sullo sfondo... Devo volergli più bene di quanto pensassi-.
- Io non ci sono?- commentò Rintarou, quasi per scherzo.
- Si, ricoperto di cibo- affermò Osamu; il moro non disse altro e guardò a sua volta nello specchio.
Anche lui vedeva Osamu... In una situazione ben diversa.
- Tutto ok?- gli chiese il ragazzo di fianco a lui.
- Andiamo- rispose semplicemente il moro, e il ragazzo annuì.
Uscirono dalla stanza mentre Kinnoshita e Narita arrivavano dal portale.
- Bentornati; noto che siete andati un po' in panico- commentò Ikkei.
- Non mi aspettavo di essere afferrato all'improvviso- ammise Hisashi, leggermente imbarazzato; era andato subito in panico...
- Già... E io non mi aspettavo tutti quei ragni...- mormorò Kazuhito.
- Bè, vi siete aiutati a vicenda, questo è importante. Andate pure- disse Ikkei.
I due annuirono e si diressero verso la stanza alle spalle dell'uomo.
- Penso avremo più o meno entrambi lo stesso desiderio- mormorò il moro.
- Già- sussurró il biondo: in fondo entrambi sarebbero voluti diventare molto più coraggiosi e forti, e riuscire ad aiutare davvero la loro squadra senza più alcuna esitazione.
Ma avevano ancora tanta strada da fare... E ovviamente, l'avrebbero percorsa insieme, aiutandosi l'un l'altro.
- Grazie dell'aiuto- disse Kenji, osservando le Acromantule scappare via: un Incantesimo Assordante davvero ben fatto... Era fiero di averlo insegnato ad Aone, con il suo silenzio andava d'accordo.
Il ragazzo se lo caricò sulla spalla.
- Andiamo, non mi ha fatto male, mi ha a malapena sfiorato- rise Kanji, ma Aone non volle sentire ragioni e lo condusse fuori dalla barriera.
- Siete una coppia affiatata eh?- commentò Ikkei.
- Aone non perde mai la calma ed è sempre pronto a difendere, quindi è semplice concentrarsi sul resto- affermò il castano, tornando con i piedi per terra.
- Ho notato. Non mi serve vedere altro, andate pure- disse l'uomo.
- Perfetto! Andiamo- disse Kenji, dirigendosi verso la stanza alle spalle dell'uomo - bè, questo specchio è decisamente grande- commentò.
Aone annuì e vi si avvicinò.
- Vedi qualcosa di emozionante?- chiese il castano, osservandosi: pareva che alla fine essere bravo a stuzzicare lo avesse portato a fare successo... E che quel ragazzone fosse ancora lì ad aiutarlo.
- Sei riuscito a creare la tua ditta di costruzioni?-.
Aone fissò per un attimo l'immagine.
- Si, grazie a te- affermò, prima di voltarsi per allontanarsi.
Il castano rimase un attimo sorpreso, poi sorrise.
- Sempre pronto per darti una mano- dichiarò, seguendolo.
- Serve una mano?- chiese Kentaro, lanciando uno sguardo a Yahaba, che chinato in avanti stava facendo arretrare pian piano il Tranello del Diavolo.
- No- rispose il biondo. Kyotani annuì e continuò a osservarlo: sembrava starsela davvero cavando... Meglio così.
Si voltò per guardarsi intorno, ma si sentì afferrare il braccio.
- Ma che cazzo- sbuffò, voltandosi e puntando la bacchetta contro il Tranello del Diavolo - Incendio!-.
- Aspetta, così attirerai le Acromantule!- esclamò Shigeru.
- Tsk, ora che mi sono liberato posso ucciderle- affermò Kentaro.
Yahaba sospirò.
- Dovresti prorpio imparare a pensare prima di agire... Andiamo- gli afferrò la mano e iniziò a camminare, la bacchetta puntata.
- Che fai?!- sbuffò Kentaro.
- Cerco di fare in modo che non ti vengano altre idee folli- Shigeru puntò la bacchetta davanti a loro, dove si stavano radunando alcune acromantule.
- E vuoi andarci contro?!-.
- Aragna Exumai- pronunciò Shigeru, ignorandolo e riuscendo a liberare il passaggio.
- Non pensavo conoscessi questo incantesimo-.
- Ho immaginato potesse servirci- affermò Shigeru, mentre superavano la barriera.
Kyotani lo fissò: e dire che di solito era sempre così serio e tranquillo...
- Non è facile mantenere la calma quando il tuo compagno si comporta così eh?- commentò Ikkei; Yahaba alzò lo sguardo su di lui.
- Già- borbottó.
- Io mi comporto benissimo- dichiarò Kentaro.
- Un po' impulsivo però- commentò Ikkei - cerca di ragionare di più-.
- Tsk, per quello c'è lui- borbottó il ragazzo, superandolo.
- Lo scusi... Non è molto educato- mormorò Shigeru.
- Ho visto di peggio- affermò Ikkei; Yahaba fece un cenno del capo come saluto e seguì velocemente Kyotani.
- Certo che potresti essere più gentile!- gli fece notare.
- Tsk, non ne ho motivo- ribattè il ragazzo, aprendo la porta e dirigendosi verso lo specchio.
Pensava già di vedersi come miglior giocatore di Quidditch del mondo, invece a quanto pare... Intorno a lui c'erano i suoi amici, stava giocando tranquillamente, e si stava divertendo. Aveva vicino...
Si voltò verso Yahaba, che era rimasto completamente bloccato: era un po' che non pensava a cosa volesse fare, non era più uno dei giocatori principali della squadra e non desiderava una carriera a scuola, però...
Non si aspettava di trovarsi in una casetta, con Kyotani che lo abbracciava da dietro, e ne sembrava così felice...
Arretrò, rischiando di inciampare, e sentì un paio di braccio circondargli la vita; per un attimo, le due immagini si sovrapposero.
- Tutto bene?- sussurró Kentaro, fin troppo vicino al suo orecchio.
Yahaba si voltò e lo fissò per un attimo: non poteva essere...
Lo spinse via e si diresse verso la porta, lasciando il ragazzo piuttosto confuso; si era comportato così male...?
Decise di chiederglielo dopo e uscì dalla stanza, mentre anche Taichi e Reon uscivano dal portale.
- Dove vai?- chiese Kentaro, tornando a guardare Yahaba.
- Non seguirmi, torna da Iwaizumi- ribattè il ragazzo, uscendo dal palazzo.
- Pare che ci siano un po' di problemi eh?- commentò Ikkei; ma in fondo, quell'esercizio serviva anche per farli uscire... E risolverli diventando più forti.
Vide anche Moniwa e Watari uscire e si avvicinò per i consigli: a parte Atsumu e Yamamoto, pareva che non ci fossero stati troppi problemi anche tra chi non si conosceva...
Bè, mancavano ancora un po' di coppie, e quelle formate da secondo e terzo anno erano un po': avrebbe visto poi come sarebbe andata.
- Va tutto bene Asahi-san?- chiese Yu con un sorriso.
- Perché me lo chiedi?! Sei tu quello bloccato nel Tranello del Diavolo!- esclamò il maggiore, cercando di non farsi prendere dal panico; ma al minore si vedeva appena il volto... Avrebbe dovuto stare più attento...
- Non fa male- rise Yu - ma non riesco a prendere la bacchetta, puoi darmi una mano?-.
- Non ti attaccherà vero?- mormorò Asahi, allungando la bacchetta.
- Certo che no! E Lumos è innocuo per i maghi, puoi stare tranquillo!-.
Asahi serrò le labbra: non poteva esserlo con lui in quella situazione ma... Doveva fare qualcosa.
Fece un respiro profondo.
- Lumos- mormorò. Vide la pianta iniziare lentamente a ritrarsi; Nishinoya riuscì a muovere appena la mano e afferrò la sua bacchetta, cercando di rimanere calmo.
Asahi non l'aveva visto... Sarebbe andato in panico: doveva agire lui.
Non appena ebbe la mano libera, alzò la bacchetta e la puntò alle spalle del ragazzo.
- Aragna Exumai!-. Asahi si voltò di scatto, in tempo per vedere il ragno venire sbalzato via.
Sbarró gli occhi.
- Non lo avevo visto...- mormorò, voltandosi verso il minore, che si stava liberando degli ultimi cenni del Tranello del Diavolo.
- Meglio, saresti andato in panico- rise Yu - andiamo?-.
Asahi serrò appena le labbra: gli capitava sempre, in qualche modo si faceva salvare ogni volta da quel ragazzo...
Gli si avvicinò e lo sollevò, facendolo sedere sulle sue spalle.
- Coprimi le spalle: io ci libero la strada- affermò, osservando le Acromantule che si stavano accumulando sul sentiero.
Il minore sorrise.
- Agli ordini!- esclamò, voltandosi per controllare la situazione alle loro spalle.
- Protego- Asahi avvolse entrambi con l'incantesimo e tenne la bacchetta puntata, in modo da intervenire in caso di necessità, fin quando non riuscirono a superare la barriera.
- Evviva! Ce l'abbiamo fatta!- esclamò Yu, stringendo leggermente il maggiore.
- Hai parecchia energia, eh piccoletto?- commentò Ikkei, divertito - complimenti. Tu, ragazzo, hai molta forza ma poca sicurezza: sei bravo, cerca di rimanere più calmo-.
- Ci proverò- mormorò Asahi.
- Andate pure- disse l'uomo.
- Grazie mille!- esclamò Yu - andiamo Asahi-san!-. Il ragazzo annuì e, tenendo il minore sulla schiena, iniziò a camminare verso l'altra stanza.
Lo lasciò giù mentre si avvicinavano allo specchio, e Nishinoya non esitò a guardarvici dentro.
Sorrise: stava viaggiando per il mondo, era davvero divertente... Un po' di gente lo riconosceva anche per il Quidditch! E c'era Asahi al suo fianco... Non avrebbe potuto desiderare viaggio migliore.
Spostò lo sguardo su Asahi, che stava ancora fissando lo specchio; lì... Stava riuscendo a proteggere Nishinoya, era abbastanza forte da mostrare il suo valore e renderlo felice.
Serrò appena i pugni.
- Anche oggi... Sei stato tu ad aiutarmi di più- affermò.
- Ma che dici? Ci aiutiamo a vicenda no?- commentò Yu.
- Dovrebbe essere così, ma tu mi aiuti sempre più di quanto io riesca a fare con te- Asahi si voltò verso di lui - un giorno, riuscirò a cambiare tutto questo-.
Nishinoya lo fissò per un attimo, poi sorrise.
- Sono proprio curioso di vederti all'opera!- dichiarò con un sorriso; non vedeva l'ora... Che quel ragazzo acquisisse più fiducia in sé stesso.
- Sei piuttosto fiducioso, per essere in un luogo sconosciuto- commentò Kenjiro, osservando il ragazzo che, la schiena contro la sua, stava analizzando la situazione.
- Non avrebbe senso farmi prendere dal panico: anche se è una situazione sconosciuta, non è nulla che non possiamo affrontare, possiamo solo imparare- affermò Eita.
Shirabu serrò appena le labbra.
- È per questo che non mi hai odiato quando ti ho rubato il posto di Cacciatore?- chiese.
Semi per un attimo non rispose.
- Odiarti perché sei più bravo di me non avrebbe avuto alcun senso- affermò.
- Tsk, odio che sei sempre così tanto gentile... Aragna Exumai!- Kenjiro colpì un paio di Acrumantule che si stavano avvicinando.
- Cosa dovrei fare, urlarti contro?- commentò il maggiore.
- Mi avrebbe fatto sentire meglio, si: così sembri solo falso-.
Il maggiore si voltò di scatto verso di lui, ma il ragazzo non lo stava più guardando.
- Ho liberato la strada: teniamo d'occhio il Tranello del Diavolo e andiamo- ordinò Kenjiro, iniziando a camminare.
Semi lo seguì, e i due riuscirono ad arrivare fuori dal portale.
- Molto bene, avete gestito la situazione in un bel modo: si vede che siete abituati a lavorare in squadra- affermò Ikkei.
- La ringrazio- risposero i due ragazzi.
- Andate pure-. I due annuirono e si diressero verso la stanza alle spalle dell'uomo.
- È questo che pensi di me?!- chiese Eita.
- È quello che mostri: sei sempre gentile e... Quasi senza emozioni- affermò il minore, voltandosi a guardarlo.
- Cos'avrei dovuto fare? Urlarti contro?! Sei più bravo di me, e voglio il meglio per la squadra, per cui era molto meglio cercare di aiutarti che provare a sabotarti- sbuffò Eita.
Shirabu serrò le labbra.
- Sei troppo gentile- affermò - dovresti essere più egoista o non riuscirai mai a ottenere ciò che vuoi-.
Semi lo fissò per un attimo.
- Vuoi che sia egoista?! E va bene- gli si avvicinò; il minore non fece in tempo a chiedergli nulla che il ragazzo lo afferrò per la tunica e lo tirò verso di sé, unendo le loro labbra.
Shirabu sbarró gli occhi, ma non potè dire niente perché il ragazzo lo lasciò e si voltò per uscire dalla stanza; non aveva bisogno di guardare lo specchio, aveva fatto esattamente ciò che avrebbe visto.
Il minore, ancora leggermente incredulo, si voltò verso lo specchio; vide Ushijima che gli faceva i complimenti, lui che portava la squadra alla vittoria insieme ai suoi compagni... E Semi. Già lo sapeva, ma quel ragazzo era veramente lì.
Si voltò e velocemente uscì anche lui dalla stanza.
- Però, questa si che è interessante- sussurró Ikkei con un piccolo sorriso: non pensava esistesse qualcuno in grado di farlo... Eppure, in quel momento, dalla barriera davanti a lui stavano comparendo due gufi, che pian piano riacquisirono forma umana.
- Avevi ragione Aghashi! In questo modo siamo riusciti a evitare tutti i pericoli!- esclamò Koutaro con un sorriso, voltandosi verso il minore.
- Ho pensato sarebbe stata una buona tecnica- affermò il moro.
- Ottima direi... Non pensavo foste Animagus- commentò Ikkei.
- Bokuto-san voleva provare, così ho studiato l'incantesimo, anche se mi ci è voluto un po' per insegnarglielo, visto che continuava a distrarsi- affermò Keiji.
- Non ho molta pazienza- rise Koutaro.
- Bè, per questa prova non ho molto da dire: andate pure- disse Ikkei.
- La ringrazio- rispose Keiji.
- Andiamo allo specchio magico Aghashi!- esclamò Koutaro, afferrando la mano del ragazzo e trascinandolo nell'altra stanza.
- Non hai idea di cosa vedrai?- chiese Keiji, mentre si fermavano di fronte allo specchio.
- Te lo dico subito!- esclamò il maggiore con un sorriso - sono diventato un grande giocatore di Quidditch! Sai che ci sei anche tu Aghashi?!- esclamò Koutaro, osservando la sua immagine abbracciare quella del minore - sei tanto felice per me! E mi stai intervistando!-.
Akashi lo fissò per un attimo, sorpreso. Ricordava ancora che Bokuto era rimasto shockato quando gli aveva detto che non voleva diventare un professionista ma fare il giornalista, aveva detto che avrebbe voluto giocare per sempre con lui, però... Desiderava davvero che realizzasse il suo sogno.
- Tu invece cosa vedi?!- chiese Koutaro, voltandosi verso di lui.
Akashi tornò a guardare lo specchio.
- Sono un giornalista. Anche qui... Ti sto intervistando, Bokuto-san: sei un giocatore famoso- mormorò; un giocatore famoso... Che lo stava baciando.
- Oh, ma che bello! Andiamo ad aspettare il mio Bro e Kenma?!-. Akashi annuì e si voltò, uscendo dalla stanza con il maggiore.
- Non preoccuparti Hana-chan! Ti prego io!- affermò Yuji, la bacchetta puntata, guardandosi intorno.
- Pensa a proteggere te stesso- sussurró Hana, puntando la bacchetta contro il Tranello del Diavolo che si stava avvicinando al ragazzo.
- Ops- rise il minore.
- Cerca di concentrarti- lo riprese Hana.
- È difficile quando ho te così vicina!- dichiarò Yuji; la ragazza arrossì appena.
- Non fare l'idiota- borbottó.
- Non faccio l'idiota!- il ragazzo le circondò la vita con un braccio, tirandola appena verso di sé - Protego- lanciò l'incantesimo mentre iniziavano ad avanzare.
- Ma se ti comporti sempre così- borbottó lei.
- Perché mi piaci, Hana-chan- affermò Yuji, sorridendo.
- Lo dici spesso- mormorò Hana, mentre superavano la barriera.
- Bè, hai usato una tecnica di seduzione particolare, ragazzo- commentò Ikkei, divertito.
- Vero?!- rise Yuji, mentre Hana arrossiva e si staccava da lui.
- Si, ma cerca di non farti uccidere per questo. Tu, ragazza, hai una buona tecnica: aumenta un po' di sicurezza e sarai sulla buona strada-.
- La ringrazio- mormorò Hana.
- Andate pure-. I due annuirono e lo superarono.
- Io non guarderò nello specchio- affermò Yuji.
- Come mai?- gli chiese la ragazza.
- Bè, perché finché non ti avrò conquistata non voglio realizzare alcun altro desiderio, Hana-chan- dichiarò lui con un sorriso.
Misaki lo fissò per un attimo: aveva sempre il sorriso in volto, eppure adesso pareva parecchio serio...
- Come preferisci- mormorò Hana, dirigendosi verso la stanza e avvicinandosi allo specchio.
Aveva un po' d'ansia, ma si tranquillizzò nel vedere che il suo desiderio era quello che aveva immaginato: diventare una manager migliore, e capire come aiutare le persone a divertirsi anche rimanendo sulla buona strada.
Non si aspettava che però vicino a lei... Ci fosse Terushima.
- Forse è perché sto passando tanto tempo con lui- mormorò, voltandosi per uscire dalla stanza; doveva concentrarsi sullo studio, in fondo non sapeva neanche quanto serio fosse il ragazzo...
Uscì dalla stanza e raggiunse Terushima, che le sorrise e la seguì verso l'uscita.
- Bene, manca solo una coppia prima che tocchi a quelli del terzo- affermò Ikkei, osservando la coppia che stava entrando nella barriera.
- Odio le foreste, sono buie e piene di insetti- borbottó Kenma.
- Dai, non dovremo rimanerci molto- affermò Tetsuro guardandosi intorno; o almeno sperava...
- A meno che diventiamo la cena di quelle Acromantule- borbottó il minore - anche se la vedo impossibile-.
Prima che Kuroo potesse chiedergli come mai, vide un ramo di un Tranello del Diavolo avvicinarsi; puntò la bacchetta, usando silenziosamente Lumos, e la pianta si allontanò.
- Hai un piano?- chiese.
- Limitati a un po' di rumore se si avvicinano- rispose Kenma, iniziando a camminare. Kuroo aggrottò le sopracciglia, leggermente sorpreso da tutta quella calma, ma lo seguì: Kenma in fondo era uno stratega molto migliore di lui, si fidava delle sue decisioni.
Vide delle Acromantule avvicinarsi, anche piuttosto velocemente.
- Muffliato- pronunciò, prima di lanciare l'incantesimo assordante.
Per qualche motivo gli parevano parecchie agguerrite, ma Kenma procedeva spedito e il maggiore si trovò fuori dal bosco quasi senza rendersene conto.
- Però...- mormoró; era di nuovo rimasto vittima di una delle tecniche del minore senza rendersene conto.
- Siete abituati a lavorare in coppia vero?- commentò Ikkei, e i due annuirono.
- Si vede. Avete parecchia sicurezza- spostò lo sguardo su Kenma.
- So come muovermi- rispose semplicemente lui - Kuroo, tu volevi vedere lo specchio?-.
- Certo: tu non sei curioso?- commentò il maggiore.
- No- mormorò Kenma, iniziando a camminare, seguito dal moro.
Ukai li fissò per un attimo: sembrava essersi accorto...
Scosse la testa e si voltò, per concentrarsi sulle prove rimanenti.
- Come mai non sei curioso?- chiese Testsuro, aprendo la porta dell'altra stanza.
- Perché dovrei? So già cosa voglio fare: videogiochi e riposare- rispose il ragazzo, scrollando le spalle - non mi importa se sono considerati cose da Babbani-.
Kuroo sorrise.
- Bè, io un'occhiata la dò: ma in ogni caso, sappi che ti sosterrò con le tue cose da babbani- dichiarò, dirigendosi verso lo specchio.
E infatti, eccolo lì, Kenma che anche in quel mondo era riuscito a fare valere le sue idee e le sue passioni; e lo vedeva mentre giocava al suo fianco, per divertimento, mentre lui guardava una partita di Quidditch e si segnava ciò che gli sarebbe servito per il suo lavoro.
Fece un sorriso: un futuro più che perfetto.
- Andiamo?- chiese Kenma; non voleva trovarsi a chiedergli cosa vedesse... Aveva paura della risposta.
- Certo- Tetsuro si voltò - come mai così interessato?- gli chiese.
- Voglio capire... Se qualcuno altro se ne sia accorto-.
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