CAPITOLO XIV.
- Ed eccoci di nuovo qui- commentò Yusuke, osservando la città di Hogsmeade di fronte a lui - perché finiamo sempre noi ad accompagnarli?-.
- Perché i più anziani non hanno voglia e Ukai e Takaeda fanno già abbastanza?- fece notare Makoto - andiamo, non sarà così male, ormai sanno come muoversi, anche l'altra volta non hanno causato problemi-.
- Già- mormorò Yusuke, prima di voltarsi verso i ragazzi alle sue spalle - siamo già stati qui, per cui sapete come comportarvi. Non avete acquisti urgenti, ma cercate comunque di non andare troppo lontano, dobbiamo essere tutti qui prima di cena per tornare a Hogwarts. Io e Shimada siamo nello stesso bar della scorsa volta, se avete bisogno-.
- Va bene- risposero i ragazzi in coro.
- Potete andare- dichiaró Makoto, e in un attimo tutti iniziarono ad allontanarsi.
- Che velocità- rise il biondo.
- Dovevamo aspettarcelo- commentò Makoto - andiamo a bere della Burrobirra?-.
- Più che volentieri-.
- Quanto vorrei assaggiare della Burrobirra! Oggi che non abbiamo niente da fare sarebbe l'ideale!- esclamò Yu.
- Anche se siamo maggiorenni siamo qui con la scuola, non penso ce lo lasceranno fare- fece notare Asahi.
- Già- sbuffò il ragazzo.
- Vuoi che ti porti a Mielandia?- propose il maggiore, e il volto di Nishinoya si illuminò.
- Mielandia!- esclamò, fermandosi appena per poter saltare sulle spalle di Asahi, che lo afferrò prontamente, ormai abituato a quei gesti, e iniziò a camminare verso quella direzione.
- Io giuro che se non glielo dice lo meno- sospirò Daichi, voltandosi verso Suga per capire cosa ne pensasse, ma il ragazzo aveva gli occhi troppo luminosi per ascoltarlo.
- Vuoi andare a Mielandia vero?- chiese.
- Non vedo l'ora!- esclamò Koushi, voltandosi verso di lui con un sorriso - speravo di riuscire ad andarci!-. Daichi scosse la testa, divertito.
- Avresti potuto dirlo la scorsa volta, avremmo potuto trovare un momento per andare- dichiarò.
- Con tutti quelli che avevamo da curare, non ne saremmo più usciti- rise Koushi - questa volta invece siamo soli noi-.
- So che Tanaka è con Ennoshita e gli altri ma... Quelli del primo anno?-.
- Pare che Hinata stia stringendo amicizia con Kenma-.
- Kenma-san! Vi va di venire a fare un giro con noi?!- esclamò Shoyo, avvicinandosi a Kenma, Kuroo, Akashi e Bokuto.
- Mh? Dove volevate andare?- chiese il ragazzo.
- A fare un giro!-. Bokuto scoppiò a ridere.
- Mi piace la tua decisione! Vieni anche tu musone?- chiese Koutaro, voltandosi verso Kagayama.
- Mi ha trascinato lui- sbuffò Tobio, e Kenma provò per un attimo empatia per lui.
- Bè, direi che possiamo andare dove ci ispira allora. Chiamiamo anche i vostri compagni di squadra?- commentò Tetsuro, indicando con un cenno del capo Tsukishima e Yamaguchi, che si trovavano poco più avanti.
Prima che Kageyama potesse rispondere che preferiva morire, Bokuto era già entrato in azione.
- Tsukki!- urlò, correndo verso il ragazzo; Akashi si affrettò a seguirlo, sperando che non facesse danni.
Tsukishima si voltò e alzò gli occhi al cielo.
- Cosa vuoi?- chiese.
- Vieni a fare un giro con noi!-.
- No-.
Uh sorriso furbo comparve sul volto di Bokuto.
- Il tuo fidanzatino è un mio kohai, posso obbligarlo!- dichiarò; Yamaguchi arrossì di colpo mentre Tsukishima si pietrificava sul posto.
- Bokuto-san, non stanno insieme- gli fece notare Keiji, prima di voltarsi verso i due ragazzi - scusatelo, è molto emozionato... Vi dispiace venire con noi anche solo un paio d'ore? Così sarà felice-.
- Esatto! Sarò felice! Se vi va potete anche dirmi come mai non state insieme... È un grande peccato, siete così carini! E Yamaguchi è sempre felice di poter venire da te!- esclamò Koutaro.
- Se venite Bokuto-san non farà più riferimento a questa faccenda. Vero?- chiese Keiji, voltandosi verso il ragazzo.
- Uff... Va bene-.
I due più piccoli si scambiarono uno sguardo, senza sapere bene cosa dire dopo quella raffica di domande.
- Solo un'oretta, e poi non ci parlate per il resto della giornata- affermò Kei: era il modo migliore per liberarsene...
- Evviva!- esclamò Koutaro.
- Vi ringrazio- disse Keiji, mentre raggiungevano il resto del gruppo per iniziare a camminare.
- Bro- Koutaro si avvicinò a Kuroo e si chinò per dirgli qualcosa all'orecchio; sul volto del moro comparve un ghigno.
- Tsukki- affiancò il ragazzo e gli mise un braccio attorno alle spalle - il mio Bro mi ha detto che qui c'è qualche cotta inespressa- commentò, e Yamaguchi arrossì nuovamente.
- Sarà inespressa la tua vita tra poco-.
- Uh, quale cotta?!- esclamò Shoyo, raggiungendoli, mentre Akashi cercava di calmare Bokuto e Kuroo prima che morissero per mano del biondo... O che morisse Yamaguchi.
- Non li invidio per niente- mormoró Kenma.
- Ma a Tsukishima sta bene- borbottò Tobio; gli stava proprio antipatico...
Kenma lo fissò per un attimo.
- Sei molto amico di Shoyo?- gli chiese.
- Amici non direi proprio, è lui che mi trascina ovunque- borbottò Tobio; il fatto che avesse iniziato a seguirlo più che volentieri era un altro discorso...
- Capisco- rispose Kenma, lanciando un'occhiata al gruppo alle sue spalle, che stava ancora facendo casino. Meno male che non c'era gente come Yamamoto e Lev, altrimenti sarebbe stato peggio...
- Yamamoto-senpai, come mai sei così triste?- chiese So.
- Mi sento single- si lamentó lui - voi due state insieme, Kenma e Kuroo sono sempre uno con l'altro... E adesso loro!- esclamò, indicando Yaku e Lev.
- Noi cosa? Mica stiamo insieme- sbuffò Yaku.
- Ma ormai sei praticamente sempre con lui! Lo fai allenare, poi lo aiuti con ciò che impara durante le lezioni... È come se steste insieme!-.
- Non dirlo neanche per scherzo!-.
- Non ti piacerebbe stare con me, Yaku-san?- chiese Lev con un sorriso.
- Con uno che non sa neanche rimanere in equilibrio mentre prende la Pluffa?- borbottò il maggiore. Gli occhi di Lev si illuminarono.
- Quindi quando imparerò a stare in equilibrio vorrai stare con me?!- esclamò. Yaku sbarrò gli occhi.
- Non è ciò che...-.
- Yamamoto-senpai! Insegnami a essere un asso come te, così faccio colpo su Yaku-san!- esclamò Lev, correndo dal ragazzo.
- Bè, di sicuro ragazzo, ti ci vuole molto fegato! Non è una cosa che si impara in pochi giorni- affermò Taketora, assumendo un'aria di superiorità - ma dato che hai riconosciuto la mia bravura, potrei pensare di aiutarti...-.
- Che gruppo di montati- borbottò Yaku; si era ritrovato a essere trascinato via senza neanche rendersene conto... Aveva pensato che almeno non avrebbe dovuto subirsi Bokuto, ma anche l'accoppiata Lev-Yamamoto era micidiale... Sperava di riuscire a riunirsi presto agli altri...
- Secondo me, anche gli altri passeranno a Mielandia... Ma prima volevo vedere L'emporio degli scherzi di Zonko! Grazie mille per avermi accompagnato!- esclamò Ryunosuke con un sorriso.
- Ultimamente stai andando molto bene alle lezioni, ho pensato di poterlo sopportare per stavolta- sospirò Chikara, sapendo già che il ragazzo avrebbe combinato qualche pasticcio.
- È grazie al tuo aiuto!- dichiarò Ryunosuke con un sorriso - mi stai aiutando davvero tanto con lo studio! Così riesco a non rimanere indietro!-. Certo, non era di sicuro diventato uno studioso, ma aveva il livello minimo per non rischiare di avere problemi... E poi, gli piaceva passare del tempo con il moro, ed Ennoshita se lo vedeva impegnarsi non lo sgridava ed era paziente, per cui si trovava bene.
Kinnoshita e Narita si scambiarono uno sguardo e arretrarono appena, in modo da lasciare i due più da soli.
- Visto che hai tanta voglia di impegnarti, ti aiuto volentieri- affermò Chikara; in fondo Tanaka, nonostante il suo lato idiota, si impegnava sempre tanto in cui a cui teneva...
- Grazie mille! Oh, siamo arrivati!- esclamò Ryunosuke, emozionato.
- Non farai casini vero?- chiese Chikara.
- Farò super il bravo!- esclamò il ragazzo.
- Allora entriamo- sospirò il moro: sperava di non pentirsene...
- Mi sono già pentito di averli lasciati andare da soli- sospirò Aran, lanciando uno sguardo alle sue spalle.
- Sono solo al Ghirigoro, non penso causeranno molti danni. Tu sicuro di volermi accompagnare a prendere le cose che mi servono?- gli chiese Shinsuke, e il ragazzo annuì.
- Certo, più che volentieri; ma perché vuoi prendere già delle cose nuove? Quelle che avevi comprato si sono rovinate?- chiese.
- No, ma preferisco averne di scorta- rispose Shinsuke. In realtà un po' era preoccupato di cosa volesse fare Atsumu, ma per il momento gli sembrava tranquillo, e sapeva che ci teneva al torneo, quindi avrebbe fatto il bravo.
- Sei sempre molto previdente eh?- commentò Aran; in un certo senso, sembrava che Kita vivesse in un mondo totalmente diverso dal suo ma... Era qualcosa che lo affascinava.
- Preferisco comprarli prima che rischiare, soprattutto visto che non so quando torneremo qui- dichiaró Shinsuke - dopo gli esami, pensavo anche di andare dal professore per farmi spiegare Riddikukus, in modo da potermi preparare durante l'estate-.
- Sarebbe una buona idea in effetti- confermò Aran. Lo fissò per un attimo: quel ragazzo sembrava sempre tranquillo, sembrava spesso un mistero... Chissà se...
- Hai già idea... Di quale possa essere la tua paura?- gli chiese. Kita per un attimo non rispose.
- Non precisamente. E tu?-.
- No- mormorò Aran - ma potrebbe benissimo essere vedere i gemelli diventare immortali...-.
Kita rise leggermente e il moro lo fissò per un attimo: era bello vederlo esprimersi in quel modo, soprattutto visto che lo faceva così raramente...
- Speriamo allora... Che facciano i bravi- commentò Shinsuke.
- Fate i bravi mentre sono di sopra, va bene? Non voglio certo che veniate arrestati per atti osceni in luogo pubblico- commentò Atsumu, osservando con un sorriso i due ragazzi di fronte a lui.
- Perché non pensi alle cazzate che devi fare tu?- borbottò Rintarou - E vedi di muoverti, non ho voglia di stare in questo negozio tutto il giorno-.
- Non preoccupatevi, farò in fretta: voi tenete d'occhio la situazione di sotto- rispose il biondo.
- Devo avvisarti se vedo il tuo moretto?- commentò Osamu.
- Mi faresti un grande favore- dichiarò Atsumu, prima di dirigersi verso le scale.
- Ma che vuole fare?- mormorò Rintarou.
Osamu non rispose: lo stava lasciando fare perché era curioso anche lui, ma iniziava a capire cos'avesse in mente e non sapeva sé esserne ammirato o spaventato...
- Teniamo d'occhio il negozio- rispose semplicemente; per il momento, gli avrebbe dato fiducia.
Atsumu si diresse a passo spedito verso la sezione dalla quale era stato allontanato la volta precedente, quando sentì una voce bloccarlo.
- Mi sembrava di averti già detto che non puoi stare qui-. Sorrise e si voltò.
- Chi ti dice che non sia tornato per vedere te?-. Sakusa lo fissò per un attimo.
- Cosa cerchi di così importante da voler tornare continuamente in questo luogo?- gli chiese.
- Ti interessa ciò che faccio?-.
- Sono il figlio dell'uomo che controllo che le regole di questo mondo vengano rispettate, devo sapere se sta accadendo qualcosa di sospetto-.
- Quindi... Fai sempre ciò che ti dice papino?- Atsumu si avvicinò a lui - Non hai mai fatto nulla che vada contro le regole?-.
- Tipo pietrificare uno studente e lanciarlo giù da questa balaustra? Potrei farlo se ti avvicini di un altro passo, odio il contatto umano- sbuffò Kyoomi.
- Va bene, per adesso mi fermo qui. Ma non ti va di vedere qualcosa di emozionante, Omi?-. Il moro alzò un sopracciglio.
- Non darmi soprannomi a caso-.
- Non intendo fare nulla di pericoloso, voglio solo divertirmi un po'. Non ti andrebbe di darmi una mano?- continuò Atsumu.
- A infrangere le regole?-.
- Non si tratta di un'infrazione delle regole. Devo solo controllare una cosa su un libro che si trova lì dentro, poi me ne andrò: fidati, ne vedrai delle belle- dichiarò.
Sakusa lo fissò per un attimo. Sapeva che consentirglielo era una pessima idea, però... Iniziava a essere veramente incuriosito da quel ragazzo, e a chiedersi cosa volesse fare.
- Ti dò tre minuti- affermò, e il sorriso di Atsumu si allargò.
- Non te ne pentirai- dichiarò, prima di voltarsi e sparire tra gli scaffali.
Sakura sospirò e lanciò uno sguardo in basso: pareva che nessuno avesse notato la cosa... In fondo, solo i due ragazzi entrati con Atsumu potevano avere idea di cosa stesse accadendo.
Quel giorno in realtà suo padre non gli aveva chiesto alcun sopralluogo, ma sapendo che gli studenti di Hogwarts sarebbero tornati lì... Aveva avuto il sentire che avrebbe riscontrato il biondo in quella zona.
In realtà avrebbe dovuto fermarlo, eppure...
- Grazie mille: non preoccuparti, non lo saprà nessuno-. Sakusa alzò lo sguardo, e vide che il biondo era tornato.
- Se farai qualche casino, ti ucciderò: e non toccarmi mentre te ne vai- dichiarò il moro.
- Ricevuto! Verrai a Hogwarts per la partita di Quidditch?- chiese Atsumu. Il moro lo fissò per un attimo.
- Vattene- disse.
- Ci vediamo lì- lo salutò Atsumu, prima di allontanarsi e tornare da Osamu e Suna.
- Finito?- gli chiede il gemello.
- Si, ora possiamo andare- affermò il ragazzo.
- Finalmente- borbottó Rintarou, uscendo dal negozio, seguito dai due gemelli. Atsumu lanciò uno sguardo alle sue spalle, e trovò Sakusa a fissarlo. Sorrise: era certo che lo avrebbe rivisto presto...
- Ho già visto questa scena- borbottó Suguro - perché mi ritrovo sempre in giro con te?-.
- Perché le nostre ragazze sono amiche!- dichiarò Yuji con un sorriso.
- Misaki non è la tua ragazza. E poi avrei voluto passeggiare un po' con Mika- il moro lanciò uno sguardo alla ragazza, seduta con Kyoko, Yachi e Misaki al tavolo della sala da tè di Madama Piediburro.
- Questo posto è davvero carino- commentò Hana con un sorriso.
- Sono d'accordo: hai fatto bene a suggerirlo- disse Kyoko, voltandosi verso Yachi.
- Vi ringrazio... Me lo ricordavo dalla leggenda, speravo di riusciti a venire con le mie amiche- mormorò la bionda, leggermente imbarazzata; aveva avuto qualche dubbio, ma alla fine aveva fatto bene a proporglielo...
- Hai fatto più che bene- affermò Mika.
- Sono felice che tu stia iniziando ad aprirti con noi, Hitoka-chan- dichiarò Kyoko con un sorriso.
La bionda arrossì appena.
- Sono io che vi ringrazio- mormorò; anche se era la più piccola, la stavano facendo sentire proprio a casa... Soprattutto Kyoko, le chiedeva sempre come stesse e si assicurava che non si sentisse mai a disagio. Era davvero una brava ragazza...
- Che ne dite di fare un giro di souvenir dopo, visto che poi torniamo a casa per l'estate?- propose Hana.
- Ottima idea!- rispose Mika con un sorriso - non vedo l'ora di fare un po' di shopping!-.
- Ho voglia di fare compere!- esclamò Satori con un sorriso, guardandosi intorno; c'erano un po' di negozi in giro...
- C'è un posto preciso dove vorresti andare?- gli chiese Wakatoshi.
- A mangiare tanto cibo!- esclamò il ragazzo.
- Quello non lo puoi portare come souvenir- fece notare il più alto.
- Mhhhh... Allora deciderò poi con calma!- dichiarò, continuando a sorridere - Semisemi, tu cosa mi consigli?- si voltò verso il ragazzo, che camminava a poca distanza da loro, mano nella mano con Shirabu.
- Dipende a quante persone vuoi fare un regalo, se sono tante prendi cose piccole- rispose il ragazzo.
- Potemmo portare qualcosa ai membri della squadra rimasti a casa! Per il resto non mi viene in mente nessuno- rise Satori.
- La tua famiglia?- chiese Kenjiro. Semi gli sgifnse appena la mano e Shirabu lo guardò con aria confusa.
- Puoi dirglielo Semisemi- rise Satori - i miei sono Babbani, non sono molto d'accordo con la mia presenza qui-.
- Oh... Mi spiace, non lo sapevo- rispose il ragazzo; sapeva che lo prendevano spesso in giro, ma quando era arrivato lui l'amicizia di Ushijima con il ragazzo aveva già zittitto molte persone, per cui non aveva idea se ci fosse qualche motivo particolare per tutto quello.
- Non è un problema!- rispose Satori, continuando a sorridere; non che gli facesse meglio parlarne ma... Gli incontri con il professor Ukai lo stavano aiutando a esercitarsi.
- Piuttosto, come va tra voi due? Tutto bene?!- chiese, facendo arrossire appena i due ragazzi.
- Si- rispose Eita - ma cerca di evitare troppe domande, Ken si imbarazza ancora-.
- Io non mi imbarazzo- borbottó il minore - è solo che non sono abituato-.
- E quindi ti imbarazzi-.
- Perché non sono abituato-.
- Ti imbarazzi comunque-.
- Solo perché mi devo abituare!-.
- È bello vedere che non hanno perso il loro rapporto- rise Satori.
- Già. Mi sembra si trovino bene- affermò Wakatoshi.
- Molto! A te non piacerebbe avere un rapporto simile con qualcuno?- chiese Satori con un sorriso.
- Non penso di essere adatto a cose simili- rispose Wakatoshi - per me sarebbe difficile-.
- Diffiicile non significa impossibile!- dichiarò Satori.
- Già- Wakatoshi si voltò verso di lui e gli rivolse un piccolo sorriso - me lo hai mostrato varie volte da quando ci conosciamo-.
Tendou rimase per un attimo sorpreso, e decise che era meglio cambiare discorso prima di rischiare di tradirsi.
- A proposito... Dici che anche il nostro Goshiki ha una piccola tresca?- si guardò alle spalle. Dietro di loro Reon e Taichi parlavano tranquillamente, e poco dietro c'era Goshiki... Con Koganegawa.
- Ancora non ho capito perché mi hai seguito- sbuffò il moro.
- Mh? Volevo passare un po' di tempo con te! Visto che possiamo farlo solo nel castello, sarà una buona occasione!- esclamò Kanji.
- Guarda che stai disturbando la mia squadra!- esclamò Tsutomu, che ancora non riusciva a capire come mai quel ragazzo si fosse fissato così tanto con lui... E perché facesse così fatica ad allontanarsene.
Si stava abituando fin troppo ad averlo sempre intorno, alla sua spensieratezza e ai suoi sorrisi... E la cosa lo spaventava, la sua principale intenzione era riuscire ad aiutare la sua squadra e diventare più forte, essere il nuovo asso della Shiratorizawa, nient'altro.
- Oh, noi siamo solo felici se ti fai nuovi amici! Può rimanere tranquillamente!- urlò Satori.
- Grazie mille!- disse Kanji con un sorriso - sono felice di poter stare un po' con te!-. Quel ragazzo faceva tanto il duro e il superiore, ma in fondo era molto tenero!
Goshiki si voltò, leggermente rosso.
- La tua squadra non ti starà cercando?-.
- Oh no, sono in giro tranquillamente!-.
- Spero che Koganegawa non stia creando problemi... Aggregarsi in quel modo alla Shiratorizawa...- mormorò Kaname, leggermente preoccupato.
- Andiamo Senpai, con tutti i guai che ti ho procurato io volontariamente sei preoccupato per un po' di allegria giovanile?- commentò Kenji - sono certo che non ci sia nulla da temere-.
- In effetti...- mormorò Kaname.
- Anche Aone pensa che andrà tutto bene, vero?- disse Kenji, voltandosi verso Aone, che annuì.
- Lo spero proprio...-.
- Concentrati sul fatto che ti potrai riposare un po' per oggi- disse Kenji - tra poco ci saranno gli esami, e poi...- un ghigno comparve sul suo volto - inizierà il torneo-.
- Il torneo è alle porte: dobbiamo essere pronti- affermò Toru con un sorriso, osservando i ragazzi di fronte a sé.
- Si, ma perché ci hai portato a parlarne al Pub Testa di Porco?- borbottò Takahiro.
- Oh andiamo Makki, questo luogo è ideale per creare strategie segrete!- dichiarò Toru con un sorriso - Vero Iwa-chan?-.
- Io volevo solo mangiare qualcosa- borbottò il ragazzo - e poi, non abbiamo già pronte tutte le strategie necessarie?-.
- Si, ma queste gite aiutano sempre a rafforzare la forza di una squadra. Kindaichi, Kunimi, vi state trovando bene con noi?- Toru si voltò verso i due ragazzi.
- Molto: non vediamo l'ora di giocare- dichiarò Yutaro.
- Bene! Conto su di voi- affermò Toru con un sorriso, prima di tornare a voltarsi verso Hanamaki e Matsukawa.
- Mi sembra molto emozionato- mormorò Akira; Kindaichi annuì.
- Tu ti senti pronto?- gli chiese.
- Si- rispose il più basso - so cosa devo fare. Tu piuttosto, starai in campo più di me, ma cerca di non strafare-.
- Non temere, ho parecchie energie- affermò Yutaro con un piccolo sorriso - a proposito, sicuro di voler mangiare qui? Non ami molto questi posti-.
- Visto che siamo qui con la squadra, non potevo non prendere nulla- mormorò Akira, e il più alto annuì.
- Al massimo ti dò un po' delle mie patatine o ti prendo qualcosa in giro- affermò.
- In giro posso prendermelo da solo, ma grazie- rispose Akira, mentre con la coda dell'occhio notava Watari, Yahaba e Kyotani tornare verso di loro, portandogli le ordinazioni.
- Perché siamo dovuti andare noi a prenderle?- ringhiò Kentaro, posando un vassoio davanti a Iwaizumi e l'altro al suo posto.
- Volevi fare scomodare i tuoi senpai? E Kindaichi e Kunimi non sarebbero riusciti in due a portare tutto- affermò Toru con un sorriso, mentre Yahaba posava i piatti davanti ai due minori e Watari agli altri tre Senpai.
- Tsk, vado a prendere il resto- sbuffò il ragazzo, allontanandosi.
- Wow, è andato di sua volontà... Pensavo volesse uccidere Shittikawa- commentò Hajime.
- Hey!-.
- Da quando lui e Yahaba escono insieme si è calmato- dichiarò Shinji con un sorriso, e Yahaba arrossì appena.
- Ottimo lavoro, Yaha... Ahia, Iwa-chan!- sbuffò Toru, voltandosi a guardare male il ragazzo.
- Stavi di sicuro per dire qualcosa per cui sarebbe sembrato che vuoi sfruttare la cosa, ti fermo prima- borbottó il moro.
- Congratulazioni- disse Yutaro.
- Ti ringrazio- rispose Shigeru, mentre Kyotani tornava al tavolo con i piatti mancanti, per poi sedersi di fianco a Yahaba.
- Bè, direi di fare un brindisi in onore dell'Aoba Josahi- affermò Toru.
- Non dovremmo farlo dopo aver vinto?- fece notare Issei.
- Perché, hai qualche dubbio sul fatto che vinceremo?- Toru sorrise - Questa volta, batteremo anche Ushiwaka. Ci prenderemo quella coppa ragazzi- affermò, guardando i suoi compagni - con voi, so che possiamo farcela-.
Quella volta, non si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione.
Gli altri annuirono: quando Oikawa entrava in modalità capitano, anche loro si sentivano molto più forti... E decisi a vincere.
- Mangiamo ora- disse Toru - e godiamoci questa giornata di tranquillità. Tra poco in fondo... Avremo gli esami-.
Bạn đang đọc truyện trên: TruyenTop.Vip