CAPITOLO XLIX.
- Non fingere di dormire, so che sei sveglio- affermò Kyoomi, sedendosi di fianco al letto dell'infermeria su cui era sdraiato Atsumu, che sorrise e aprì gli occhi.
- Pensavo fosse un altro interrogatorio, sono un po' stanco di subirli- affermò.
- La prossima volta non fallire i tuoi piani- borbottò il moro - come ti senti?-.
- Meglio-.
- Intendi rifare una cosa simile?-. Il biondo per un attimo non rispose.
- Per l'anno prossimo troverò qualcosa di più tranquillo. Sarai qui a scoprire cosa?-. Sakusa lo fissò per un attimo.
- Sí- mormorò. Atsumu sorrise e si tirò su; lentamente, si avvicinò al ragazzo.
- Quindi, ora che ti ho fatto divertire... Posso avvicinarmi di più?- sussurró.
- Suppongo di sì- mormorò il moro. Atsumu si chinò di più e posò le labbra sulle sue.
Sakusa chiuse gli occhi: in fondo, si stava divertendo...
- Non sarà divertente venire qui senza di te l'anno prossimo- affermò Kenjiro, osservando la torre di astronomia.
- Wow, non pensavo avresti tirato fuori qualcosa di romantico- commentò Eita.
- Non è qualcosa di romantico- borbottò il minore - ti sto incolpando perché mi lascerai qui da solo-. Semi rise leggermente.
- Non preoccuparti, quando saremo di nuovo insieme andremo parecchio a vedere le stelle. L'anno prossimo non so se avrai tempo per farlo, visto che tutti i ragazzi più piccoli conteranno su di te- fece notare Eita.
- Non me lo ricordare- sospirò il ragazzo - piuttosto, tu vedi di continuare a tenere d'occhio Ushijima-san e Tendou-san... In due non ne combinano uno-. Semi rise leggermente.
- Lo farò- dichiarò - tu goditi anche l'ultimo anno, va bene?-. Il minore annuì e strinse più forte la sua mano: in fondo... Alla fine, quell'anno se l'era goduto parecchio.
- Quest'anno non è stato poi così tanto male, no?- commentò Tadashi, seduto in biblioteca insieme a Tsukishima; di solito non avrebbero potuto parlare a voce alta, ma visto che c'erano solo loro...
- Una volta che abbiamo trovato un modo per stare tranquilli- mormorò Kei, facendo ridere l'amico.
- In fondo ti sei divertito anche tu, no?-. Tsukishima non rispose: stare con certe persone era stato un inferno ma... Alla fine, aveva imparato tanto, e si era appassionato davvero al Quidditch. Certo, questo avrebbe significato trovarsi degli esaltati fuori casa in ogni periodo di riposo ma... Non era così male, in fondo.
E poi, lì...
- Diciamo che grazie a te è diventato tutto più sopportabile- affermò, e lo sguardo di Yamaguchi si illuminò.
- Sono davvero felice di aver potuto fare qualcosa per te!- esclamò. Tsukishima alzò gli occhi al cielo.
- Dovresti smetterla di dire così Yamaguchi, fai per me molto più di quanto credi, dovresti smetterla di sottovalutarti- affermò.
- Scusami Tsukki, sto imparando a farlo- ridacchiò Tadashi.
- Lo so- sussurrò il biondo. Yamaguchi stava davvero imparando ad avere più fiducia in sé stesso... E stava diventando una persona sempre migliore.
Allungò la mano, intrecciandola con quella del biondo.
- Sei stato gentile a rivelare a Suga e Daichi dove fosse la Stanza delle necessitá- affermò.
- Noi abbiamo altri due anni da passare qui, loro no, e con ciò che hanno fatto per noi... È giusto che se la godano un po'-.
- Così questa è la Stanza delle necessitá, eh?- commentò Koushi, guardandosi intorno con un piccolo sorriso - Strano, a me sembra la collinetta vicino a scuola sulla quale ci siamo incontrati...-.
- Questo è quello che succede quando lasci che sia io a decidere il posto- borbottò Daichi, facendolo ridere.
- Mi sembra un posto bellissimo- sussurró Koushi, e il moro non poté fare a meno di guardarlo con un piccolo sorriso in volto: amava il modo in cui i suoi occhi si illuminavano quando aveva davanti qualcosa di così semplice e bello... Come lui.
- Come mai non mi hai detto niente? Quando ti ho detto che volevo aspettare la fine della scuola- Koushi si voltò verso di lui - insomma, se fosse stato qualcun altro... Avresti rischiato parecchio- fece notare.
- È vero, però avevi ragione: avevamo entrambi altri compiti da portare a termine, non era il momento. Quei ragazzi adesso sono molto più in gamba, non gli serve più una guida costante, per cui possiamo rilassarci anche noi e fare le cose per bene- Daichi gli si avvicinò e allungò una mano, accarezzandogli dolcemente il volto - adesso, possiamo dedicarci a noi. Anche se saremo fuori da qui, potremo comunque aiutarci a vicenda e... Godercela al massimo-.
Sugawara sorrise.
- Ne sono sicuro- sussurró, allacciando le braccia intorno al collo del ragazzo e posando le labbra sulle sue. Poche volte in vita sua aveva conosciuto una persona che lo capisse così tanto, che anche quando avevano idee diverse lo ascoltasse così, riuscisse a capire ciò di cui avesse bisogno e che desiderassero davvero. E non intendeva lasciarselo scappare per nessun motivo al mondo.
Daichi posò delicatamente le mani sui suoi fianchi, tirandolo appena verso di sé.
- Che ne dici- sussurró Koushi contro le sue labbra - lasciamo un ultimo ricordo a questo posto?-.
- Mhh... Dici che il Predetto può permettersi di fare certe cose?- commentò Daichi.
- Bè dipende, se ho beccato uno studente fuori dal suo dormitorio... Però dovrei essere io a punirlo-.
- Ma io stavo solo studiando... Sicuro di non voler rimanere a studiare con me? O preferisci tornare nella tua stanza?-.
Suga si chinò verso il suo orecchio.
- Perché non mi convinci tu?- sussurró.
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Le mani di Daichi scattarono sulle natiche del ragazzo mentre posava le labbra sul suo collo, iniziando a percorrerlo con dei piccoli baci veloci, come per non lasciare al ragazzo il tempo di abituarsi e continuare a farlo percorrere da quei piccoli brividi che stavano iniziando a scuotere il corpo di Sugawara.
Il ragazzo si strinse leggermente a lui, gemendo appena: le labbra di quel ragazzo gli sembravano perfette a contatto con la sua pelle, si sentiva così bene... E iniziava a sentirsi anche parecchio accaldato.
Cercando di riacquisire un minimo di lucidità, allungò le mani e le posò sui pantaloni del ragazzo, iniziando a slacciarglieli lentamente.
Daichi gli mordicchiò appena il collo, stringendogli leggermente più forte i fianchi: sapeva bene che Suga non era tranquillo e innocente come sembrava, lo aveva capito in quegli anni, però... Non pensava sarebbe andato dritto al punto in quel modo.
Sentì i suoi pantaloni venire abbassati del tutto e le mani del ragazzo sfiorare il rialzo dei suoi boxer.
- Koushi, stai giocando con il fuoco- mormorò.
- Mi piace questo calore- sussurró il ragazzo, insinuando appena la mano sotto la maglietta del ragazzo e sfiorando i suoi addominali.
Daichi strinse con più forza le sue natiche, tirandolo verso di lui e facendo scontrare con forza i loro bacini; Suga emise un piccolo gemito mentre le mani di Daichi scivolavano dentro i suoi pantaloni, superando anche la barriera dei boxer.
- Vuoi provarne ancora di più?- sussurró, mentre gli stringeva appena le natiche, muovendogliele leggermente: Suga tornò a stringersi alle sue spalle, gemendo con più forza, le gambe che tremavano appena.
- Sí...- portò le mani alla mantella del ragazzo per slacciarglieliela - voglio sentirlo tutto...-. Daichi iniziò ad abbassargli delicatamente i pantaloni, facendoli scivolare lungo le gambe del ragazzo insieme ai boxer.
- Quanto pensi di riuscire a sostenerne?- sussurró, sfiorando con le dita di una mano la sua cappella, mentre con l'altra carezzava appena la sua entrata.
Sugawara chiuse per un attimo gli occhi, godendosi quella lieve ed eccitante carezza che stava portando brividi di piacere in tutto il suo corpo.
Riaprì gli occhi, puntandoli su Daichi, mentre si portava le mani anche sulla sua mantella.
La slacciò, lasciandola cadere a terra, e lentamente si sfilò anche il resto dei vestiti.
- Perché non testi tu i miei limiti?- sussurró.
Daichi non se lo fece ripetere due volte; afferrò le gambe del ragazzo, che si aggrappò a lui mentre lentamente lo faceva sdraiare per terra, usando le loro mantelle perché Sugawara non rischiasse di sporcarsi o di farsi male.
Velocemente, si liberò anche lui degli ultimi vestiti rimasti; Sugawara fece parecchia attenzione ai suoi movimenti, soprattutto quando il ragazzo si tolse i boxer, liberando totalmente la sua erezione.
Si morse appena il labbro inferiore, avvertendo il suo corpo fremere leggermente: il suo corpo era decisamente ben messo... Lo stava facendo diventare sempre più impaziente.
- Pare che ti piaccia ciò che vedi- commentò Daichi con un piccolo sorriso.
- Parecchio- Koushi si tirò leggermente su, mettendosi a quattro zampe e avvicinandosi al ragazzo - posso dimostrarti quanto?-. Daichi deglutì appena: non pensava fosse possibile vedere uno sguardo tanto languido negli occhi di quel ragazzo, ma come sempre Suga riusciva a superare ogni sua aspettativa.
- Certo che devi; non penserai certo di potertene tornare in stanza senza prima avermi ringraziato per il mio aiuto nello studio, no?- affermò, posando una mano sulla testa del ragazzo.
Suga sorrise e si chinò, avvolgendo le labbra intorno alla cappella del ragazzo, e scivolò leggermente in avanti.
Daichi si morse il labbro inferiore: era una sensazione ancora migliore di quanto avesse immaginato... La bocca calda di Suga attorno alla sua erezione, il modo delicato in cui il ragazzo muoveva la testa per procurargli più piacere, lo sguardo carico di desiderio con cui lo stava fissando... Era così... Magico, non trovava altra parola per ogni sentimento che quel ragazzo gli faceva provare.
- Così, bravo... Ringraziamo a dovere...- sussurró, mentre spingeva la testa del ragazzo leggermente più avanti; Sugawara non se lo lasciò ripetere due volte e aprì di più la bocca, accogliendo il più possibile l'erezione del ragazzo dentro di lui, usando leggermente la lingua per procurargli ancora più piacere.
Daichi gemette, in tono basso, così tanto che Suga si sentì scuotere da un altro brivido: voleva sentirlo gemere più vicino a lui, voleva sentire la sua voce piena di piacere mentre gli faceva molto più di quello... Lo desiderava con tutto sé stesso.
- Così può bastare- sussurró Daichi; non voleva venire in quel modo, voleva aspettare quel ragazzo.
Sugawara si tirò leggermente indietro e alzò lo sguardo su di lui.
- Non mi dica che basta come punizione- sussurró, facendosi passare la lingua sulle labbra - non mi dirai che per avere di più dovrò fare qualcosa di ancora peggiore... Forse dovrei davvero andare a chiedere a un altro prefetto...-.
In un attimo, Sugawara si trovò sdraiato, le gambe sollevate con il dito di Daichi che stimolava leggermente l'esterno della sua apertura.
Il ragazzo si chinò in avanti, avvicinando le labbra al suo orecchio.
- Non hai capito. Non ti lascerò uscire da qui finché non ti sarai dimenticato anche dell'esistenza degli altri Prefetti, e di chiunque altro ci sia fuori da questa stanza... Ti ricorderai solo di me- sussurró.
Suga chiuse gli occhi, ansimando con forza: il solo pensiero lo stava facendo impazzire.
- Ma non voglio farlo con il dolore, per cui da bravo, aprì nuovamente la bocca-. Suga riapri gli occhi e lasciò che le dita del moro scivolassero tra le sue labbra.
Iniziò a farvi passare in mezzo la lingua, in modo da lubrificarle al meglio, continuando a fissare negli occhi Daichi, che intanto stava continuando a stimolare la sua entrata.
Il volto di Suga stava diventando sempre più rosso, così come il suo corpo si faceva sempre più caldo: voleva quel ragazzo, ne sentiva il bisogno... E sapeva che anche Daichi non avrebbe ancora retto a lungo, lo vedeva dallo sguardo animalesco che aveva mentre lo guardava, dal fatto che sembrava stare facendo parecchia fatica a trattenersi, probabilmente ci stava riuscendo solo per evitare di fargli male.
Quando le sentì abbastanza bagnate, Daichi sfilò le dita dalla bocca del ragazzo e le spostò vicino alla sua entrata.
Ve ne fece scivolare dentro una e osservò le reazioni di Suga: non sembrava stesse provando dolore, anzi, al contrario; il ragazzo gemette, gettando leggermente all'indietro la testa, lasciando che quella sensazione strana ed eccitante lo invadesse completamente, che il ragazzo iniziasse a esplorare zone di lui mai toccate da nessuno prima.
Daichi si morse il labbro inferiore: mentre faceva quelle espressioni, Sugawara risultava ancora più sexy. Era veramente bellissimo...
Fece scivolare dentro di lui un secondo dito e Suga iniziò a dimenare appena il bacino, sempre più desideroso, sempre più impaziente di avere tutto ciò che Daichi avrebbe potuto offrirgli.
- Ancora poco- Daichi posò la mano libera sul suo bassoventre, premendo leggermente per tenerlo fermo e fargli avvertire ancora meglio il movimento delle sue dita dentro di lui - poi, avrai tutto ciò che desideri-.
Suga gemette in risposta, mentre anche il terzo dito di Daichi si faceva largo dentro di lui, iniziando a sforbiciare appena per allargarlo e prepararlo al meglio.
Daichi si morse appena il labbro inferiore: il solo vederlo così lo stava facendo impazzire...
- Ti fa male?- sussurró, e Sugawara scosse la testa.
- Mi fa impazzire- gemette, e il maggiore arrossì appena.
- Dimmi se qualcosa non va, d'accordo?- disse; Suga annuì e il ragazzo sfilò le dita da dentro di lui, facendolo gemere per il disappunto di quel gesto.
Daichi si sistemò tra le sue gambe, alzandogli appena il bacino e avvicinandosi alla sua entrata. Puntò lo sguardo in quello del ragazzo, prima di iniziare a spingersi dentro di lui.
Suga inarcò appena la schiena, gemendo con più forza, il fiato ormai corto: se già le dita di Daichi lo stavano facendo impazzire, averlo dentro di lui... Mentre si spingeva in quel modo al suo interno, mentre riempiva ogni spazio libero del suo corpo, occupandolo con un piacere sempre crescente... Era una maglia indescrivibile.
Daichi continuò a muoversi delicatamente, godendosi ogni centimetro della sua erezione che spariva tra le cosce calde e accoglienti di quel ragazzo, che gli stava lasciando prendere il possesso di qualcosa di così prezioso come il suo corpo, che gli stava dando il permesso di vivere con lui un momento così magico che il moro non avrebbe desiderato vivere con nessuno altro.
Suga, nel notare quanto sembrasse in estasi, fece un piccolo sorriso.
- Pare che ti stia piacendo parecchio- sussurró, muovendo appena il bacino e facendo sfuggire un gemito al moro.
- Non parlare come se per te non fosse così- Daichi gli alzò di più il bacino e avvicinò il volto al suo - altrimenti, dovrò punirti ancora di più- si spinse con più forza dentro di lui, penetrandolo completamente e facendogli sfuggire un urlo di piacere.
Sugawara si aggrappò a lui, il fiato corto, tutto il corpo ormai in fiamme e sempre più pieno di desiderio.
Daichi lo tenne stretto a sé mentre iniziava a muoversi dentro di lui, dapprima con un ritmo lento, e quando notò che il ragazzo stava iniziando ad abituarsi sempre più veloce, come per non dargli la possibilità di riprendere fiato e continuare a sommergerlo con quel piacere crescente che ormai occupava la mente di entrambi.
Continuarono a rimanere stretti uno all'altro mentre la velocità delle spinte di Daichi aumentava; i loro respiri iniziarono a mischiarsi mentre le loro labbra si sfioravano appena, senza unirsi per lasciare i due ragazzi liberi di gemere, mentre i loro corpi si scontravano a una velocità sempre maggiore.
Solo verso la fine Daichi non riuscì più a resistere e uní le labbra a quelle di Sugawara, il cui urlo di piacere si espanse in tutto il corpo del moro mentre il ragazzo iniziava a venire, stringendosi con forza a lui. Continuò a muovere il bacino, senza lasciarlo, e portando anche Daichi a riversarsi al suo interno.
Senza staccare le labbra dalle sue, Daichi uscì da dentro il ragazzo e si sdraiò al suo fianco.
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Lasciò le sue labbra solo per osservarlo e assicurarsi che stesse bene; e a giudicare dall'enorme sorriso che Sugawara aveva in volto, stava più che bene.
Daichi allungò la mano, accarezzandogli appena la guancia.
- Come fai a rendere ogni cosa così bella?- sussurró.
- Magia- rise Koushi, accococlandosi contro di lui.
- Già- sussurró Daichi, stringendolo con forza - tu sì... Che sei la vera magia-.
- La magia è molto più complessa di quanto si pensi, vero?-. Ukai, che stava osservando i ragazzi ancora in giardino rientrare nel castello, si voltò verso suo nonno, che lo stava raggiungendo in corridoio.
- Nonno, che ci fai qui? Pensavo dovessimo trovarci tutti nella sala principale per salutare i ragazzi- fece notare.
- Neanche tu sei ancora lì- dichiarò Ikkei mentre lo affiancava - allora? Quest'anno è stato così male?- chiese. Il ragazzo per un attimo non rispose.
All'inizio, era stato parecchio spaventato dal fatto che volessero dividerli in casate, tenerli separati e farli confrontare tra di loro ma... Pareva che i ragazzi avessero superato quella sfida, e che fossero riusciti a creare dei legami che andassero ben oltre tutto quello.
Alla fine, tranne per l'incidente di Atsumu, che comunque pareva aver compreso i suoi errori, tutti loro avevano avuto la possibilità di crescere, di imparare, di conoscere nuovi incantesimi e stringere nuovi legami.
- No- mormorò Keishin - anche se non ero molto convinto, alla fine... Non è stato per niente male-.
L'uomo sorrise.
- Visto? È vero, anche noi adulti possiamo migliorare in molte cose... Però, come primo anno, non è andata per niente male- dichiaró - il preside Whasijio forse ti può sembrare un po' freddo, e decisamente punta fin troppo sulla forza, ma ci siamo qui anche noi. Vedrai che questo castello funzionerà alla grande-.
- Ne sono sicuro- affermò Keishin con un piccolo sorriso; grazie a quei ragazzi... Sarebbe decisamente andato tutto alla grande.
- Andiamo?- gli chiese Ikkei. Ukai annuì ed entrambi si allontanarono del corridoio, dirigendosi verso la sala da pranzo.
Lì erano già riuniti tutti i professori, pronti per salutare i ragazzi che stavano per lasciare il castello.
Era stato il primo anno di tutti, per cui era necessario fare un bel saluto... Anche perché alcuni non sarebbero tornati l'anno dopo, quindi era giusto salutare tutti i ragazzi insieme.
- È tutto pronto?- chiese Keishin, mentre si sistemava di fianco a Takaeda.
- Sì, Shimada e Takinoue sono andati ad avvisare i ragazzi. Hanno tutti finito in mattinata di preparare i bagagli, per cui è già tutto a posto-.
- Bene- Keishin lanciò un'occhiata al preside; anche se non era stato d'accordo con molte sue mosse, alla fine forse si era preoccupato troppo... Quei ragazzi erano in gamba, e tutto aveva funzionato alla grande.
- Ukai, fai tu il discorso finale- ordinò l'uomo. Il ragazzo annuì, ormai ben sapendo che sarebbe dovuta toccare a lui.
Sentirono alcuni rumori e poco dopo le porte si aprirono mentre gli alunni della scuola venivano condotti nel salone principale. Era passato solo un anno, ma sembravano tutti decisamente migliorati da quando erano arrivati lì... Sembravano, soprattutto, cresciuti.
Con loro c'era anche Sakusa, con la scusa di tenere d'occhio Atsumu per conto del padre, ma in fondo aveva aiutato anche lui quindi in ogni caso non sarebbe stato un problema.
Lasciarono che tutti i ragazzi si sistemassero ai loro tavoli, poi Ukai si spostò davanti al seggio centrale.
- Benvenuti a tutti all'ultima riunione di questo anno accademico. Come ben sapete, abbiamo deciso di aprire Hogwarts come un'Accademia per aiutare i giovani maghi che desiderano entrare nel mondo della magia a integrarsi, per darvi la possibilità di conoscere tutto il necessario sul mondo della magia e gli incantesimi che vi potranno servire nel vostro futuro. Ci sono stati molti alti e bassi, sono il primo ad ammettere che anche i professori e l'organizzazione della scuola hanno molto da migliorare ma... Voi siete tutti ragazzi grandi, in gamba, intelligenti, e avete i vostri talenti, che nonostante tutto ciò che è accaduto siete riusciti a fare sbocciare al meglio. Avete intessuto rapporti e relazioni importanti, non vi siete fermati alle persone già intorno a voi e siete riusciti ad andare oltre, anche oltre a quelle che potevano sembrare restrizioni come quelle delle case, e per questo io sono davvero fiero di voi.
- Alcuni di voi torneranno qui l'anno prossimo, e spero che affronteranno il nuovo anno con lo stesso sorriso e la stessa voglia di imparare... E che ci aiuterete ad accogliere al meglio i nuovi maghi che entreranno nella nostra scuola, in modo che possano trovare l'ambiente migliore possibile. Per tutti quelli che non torneranno, non possiamo fare altro che farvi gli auguri: per il vostro futuro, per la strada che sceglierete di intraprendere e per i sogni che vorrete realizzare. Avete tutti le carte in regola per fare qualsiasi cosa desideriate: avanzate sempre a testa alta senza lasciarvi spaventare, e vedrete che arriverete dove desiderate davvero. Complimenti a tutti voi per essere arrivati fino a qui: direi che vi meritate un grandissimo applauso- Keishin iniziò ad applaudire, imitato da tutti gli altri professori.
Anche i ragazzi iniziarono ad applaudire ai loro compagni, tutti con il sorriso in volto.
- Il professor Ukai e il profesor Takaeda vi scorteranno fuori- il preside Whasijio affiancò il ragazzo - complimenti a tutti per aver superato l'anno-.
Tutti i ragazzi si alzarono mentre Ukai scendeva dalla zona professori, seguito da Takaeda, e i due si dirigevano verso le porte.
I ragazzi si sistemarono dietro di loro e i due uscirono dalla stanza per scortarli fuori dal castello; proprio come quando, un anno prima, li avevano fatti entrare per la prima volta in quella scuola.
E proprio come allora, i ragazzi salirono sulle carrozze, per poi venire condotti verso l'Hogwarts Express.
A differenza dell'anno prima, adesso tutti loro erano più consapevoli della loro forza, di chi fossero, e di cosa desiderassero davvero fare.
E soprattutto, sapevano di avere vicino persone su cui poter sempre contare: con quella consapevolezza, erano certi che sarebbero riusciti ad affrontare qualsiasi sfida il mondo gli avesse messo di fronte.
In fondo, rispetto a un anno prima, erano tutti molto più forti... E di sicuro, nessuno di loro era più solo.
🏐🏐🏐
Sono stata più gentile di quanto dovessi con Atsumu... La prossima storia dove compare rimedierò ahahah
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