CAPITOLO XXI.

- Fa davvero un caldo assurdo- sospirò Koushi, posandosi allo schienale della panchina del parco.

- Forse era meglio rimanere a casa, viste le temperature- mormorò Daichi.

- A me non dispiace questa uscita... Potremmo utilizzare qualche incantesimo per rinfrescarci e prenderci un gelato, che ne pensi?- propose Koushi. Daichi sorrise.

- Non sarebbe per niente una cattiva idea-. Con la scusa che ormai Asahi era chiuso in casa con Noya e anche gli altri loro amici avevano molti impegni emozionanti, Daichi aveva proposto a Suga un'uscita solo loro due, ed era contento che il ragazzo avesse accettato.

- Cosa ne pensi di Noya e Asahi? Finalmente ci sono riusciti eh?- commentò Koushi, mentre si alzavano per andare a prendersi un gelato.

- Ancora un po' che aspettavano...- borbottó Daichi.

- Che bello dev'essere godersi l'estate con qualcuno che si ama e potersi rilassare un po'!- esclamò Koushi; in realtà, lo stava facendo anche lui, solo che l'altra persona non ne era consapevole...

- Non fare quello sguardo- borbottò Daichi.

- Quale?- chiese il ragazzo, confuso.

- Quello da "a me non accadrà mai"-. Suga arrossì appena.

- Io... Non penso che non accadrà mai- mormorò - c'è qualcuno con cui mi interesserebbe farlo ma... So che è una persona molto concentrata su ciò che ha davanti, e inoltre al momento abbiamo entrambi molto da fare con dei kohai-.

- Quindi non ti dichiarai mai?- chiesa Daichi, cercando di rimanere neutrale; non era stupito che a Suga piacesse qualcuno, era sempre stato un ragazzo romantico... Ma non poteva fare a meno di chiedersi chi fosse, visto ciò che aveva detto.

E doveva ammetterlo, aveva sentito una lieve stretta al cuore a quelle parole, ma non poteva farci nulla, lo sapeva bene.

- Pensavo di farlo a fine anno- rispose il ragazzo - quando saremo liberi dagli impegni. Così se andrà bene potremo intraprendere una vera relazione, altrimenti... Non sarà costretto a continuare a vedermi-.

Daichi gli posò una mano sulla spalla e il ragazzo si voltò verso di lui.

- Solo un idiota si sentirebbe dispiaciuto perché ti deve vedere- affermò, e il ragazzo arrossì appena.

- Vedrai che andrà bene- dichiarò Daichi; forse anche lui... Avrebbe dovuto farlo. A fine anno avrebbe detto a Sugawara ciò che provava: così, se quel ragazzo avrebbe voluto sarebbe stato sempre al suo fianco; altrimenti... Avrebbe dovuto imparare a lasciarlo andare.

- Lasciare andare Koganegawa a quell'appartamento è stato geniale, le foto che mi ha mandato mi permetteranno di ricattare lui e quel ragazzo a vita- rise Kenji, seduto sul pavimento della sua camera.

Aone si sporse appena per guardare le immagini: in effetti, erano divertenti...

Alzò lo sguardo su Futakuchi: non gli sembrava divertito come al solito.

Gli picchiettò il dito sulla spalla e il castano si voltò verso di lui.

- Sí, sto bene, perché?-. Aone lo fissò per un attimo.

- Ti sembro silenzioso eh? Lo so... Pensavo al torneo di Quidditch. Insomma, è vero che noi giochiamo solo per divertirci e nessuno vuole diventare un giocatore ufficiale, ma è un po' mortificante sapere di essere i più deboli lì dentro-.

Aone scosse la testa.

- Bè si, lo siamo-. Il ragazzo lo fissò per un attimo.

- Apprezzo che tu non ti voglia arrendere, ovviamente continueremo a dare il massimo, ma mi sembra chiaro- commentò Kenji.

Aone serrò le labbra.

- Tu sei bravo- affermò, lasciandolo per un attimo sorpreso.

- Bè... Devi crederci davvero, se hai addirittura parlato- sussurró, poi fece un sorriso - visto che ci tieni così tanto, direi che non possiamo proprio arrenderci eh?-.

Aone annuì: non si sarebbe arreso per nessun motivo.

- Mi arrendo, sei troppo bravo- sospirò Aran, osservando il suo re venire mangiato per l'ennesima volta da uno dei giocatori di Kita.

- Io gioco a shoji da tanto tempo- gli fece notare Shinsuke con un piccolo sorriso - anzi, ti ringrazio per starmi facendo compagnia-.

- Lo faccio volentieri, lo sai- affermò Aran - anche perché, non voglio che passi l'estate sui libri, come so che faresti se io non fossi qui-.

- Voglio cercare di non rimanere indietro- affermò Shinsuke - altra partita?-. Il moro annuì.

- Non hai mai studiato l'Incanto Patrono?- chiese, mentre i pezzi si risistemavano sul tavolo da gioco.

- So la teoria, ma io sono una persona piuttosto normale- affermò Shinsuke - non ho momenti di felicità degni di nota che potrei usare. Magari un giorno arriveranno, ma per il momento mi limiterò a studiare altri incantesimi-.

Aran lo fissò per un attimo: se solo quel ragazzo avesse capito quanto fosse proprio quello a renderlo speciale...

Strinse appena i pugni: non sapeva come, ma in qualche modo... Glielo avrebbe fatto capire; lui meritava di essere felice.

- Sei felice di essere riuscito a lanciare quell'incantesimo?- chiese So, mentre metteva i piatti in tavola e si sedeva con Shibayama.

Il moro annuì, un piccolo sorriso in volto.

- Molto!- esclamò - in questo ambiente sono più tranquillo, per cui riesco anche a lanciarli con più calma-.

- Spero che tu possa riuscire a sentirti tranquillo anche a scuola prima o poi: i tuoi incantesimi sono veramente ottimi, soprattutto quelli di difesa!- dichiarò So.

- È per via del tuo aiuto- mormorò Yuki, leggermente imbarazzato.

- Bè, tu mi aiuti con la teoria e io ti aiuto con la pratica- rise So - direi che funziona perfettamente, no?-.

Shibayama annuì: era davvero felice di aver conosciuto Inuoka; con lui aveva trovato quell'equilibrio... E adesso, poteva riuscire a diventare più forte.

- Come fai a diventare più forte ai videogiochi ogni giorno che passa?- borbottò Tetsuro, mentre osservava la scritta "Game Over" sulla sua parte di schermo.

- Sono un talento- rispose semplicemente Kenma.

- Ti mancava giocare, eh?- Tetsuro si voltò verso il minore, seduto sul letto alle sue spalle, che annuì.

- A scuola c'è poco tempo- mormorò.

- Vero, siamo sempre presi da qualcosa, e arriviamo a fine giornata stanchi- mormorò Tetsuro - bè, magari quando avrai attuato la tua rivoluzione avremo l'occasione di avere i videogiochi anche nelle scuole e nei posti di lavoro!-.

Gli occhi di Kenma si illuminarono appena.

- Sarebbe davvero una grande rivoluzione- mormorò. Sentì il suo telefono vibrare e lo afferrò.

- Chi è?- gli chiese Tetsuro, alzandosi.

- Shoyo: stanno organizzando una giornata al mare e vorrebbero sapere se ci andiamo pure noi- affermò Kenma.

- Con la Karasuno eh? Stai diventando parecchio amico di quel piccoletto- commentò Tetsuro, sedendosi di fianco a lui - dopo chiedo anche agli altri, ma tu per ora dí che dovremmo esserci-.

- Shoyo è un ragazzo particolare, mi incuriosisce- affermò Kenma, mentre rispondeva al messaggio.

- Si nota- affermò Tetsuro, facendogli passare un braccio attorno alla vita; si notava parecchio...

- Fa caldo- gli fece notare Kenma, sperando di non essere diventato troppo rosso: anche se, facendo così caldo, poteva dare la colpa a quello...

- Hinata sembra il tuo nuovo videogioco preferito: lo guardi sempre come se stessi cercando di comprendere come sia fatto- affermò Tetsuro, tirandolo leggermente più vicino a sé.

- Bè, sembra interessante- affermò Kenma - certo, Kageyama mi guarda male ogni volta che mi avvicino... Probabilmente quei due finiranno insieme-.

Kuroo lo fissò per un attimo: non pareva dispiacergli come cosa...

- È probabile in effetti, contando come sono diventati uniti in questi mesi, anche se il loro rapporto è strano- commentò, e Kenma annuì.

- Già... È interessante- ripetè.

- Basta che non abbandoni completamente i tuoi vecchi amici per risolvere il mistero- rise Tetsuro.

Kenma gli lanciò un'occhiata, trovandolo più serio di quanto il maggiore avesse provato a lasciare intendere.

- Non preoccuparti, mi piace anche tornare sui videogiochi vecchi- affermò, tornando poi a guardare il telefono.

- Questo mi rassicura- rise Tetsuro - a proposito, hai notizie di Akashi?-. Kenma scosse la testa.

- Mi ha scritto prima di uscire di casa... Era un po' nervoso- affermò - Bokuto?-.

- Stessa cosa, ho dovuto aiutarlo a capire che andava bene mettersi dei vestiti normali per farlo andare semplicemente a casa sua- borbottò Tetsuro - soprattutto perché ha usato la scusa dello studio-.

Kenma annuì.

- Speriamo chiariscano- disse - non mi piace quando queste situazioni rimangono in sospeso-. Kuroo lo fissò per un attimo, poi fece un piccolo sorriso: quel ragazzo era più sensibile di quanto volesse mostrare...

Bè, si era innamorato di lui per un motivo in fondo. Ma per loro era ancora presto, Kenma adesso era preso da ben altro: era raro che trovasse qualcosa che lo emozionasse in quel modo, non voleva essere lui a intromettersi.

Sperava che però, intanto, il suo migliore amico ce la facesse...

- Benvenuto Aghahsi!- esclamò Koutaro, aprendo la porta. Nonostante il suo sorriso , era chiaro che fosse parecchio nervoso... Cosa che non si poteva dire di Akashi, visto che il ragazzo aveva in volto la sua solita espressione. Dentro invece, era totalmente il contrario.

- Ti ringrazio- rispose, entrando in casa.

- Sono io che ti ringrazio!- esclamò Koutaro - In fondo sei qui per aiutarmi a studiare!-.

- Bè, lo faccio volentieri... Anzi, sono sorpreso che tu non mi abbia chiamato prima- commentò Keiji.

Di solito passava praticamente l'estate a fare da insegnante a quel ragazzo, invece quella volta si erano visti solo insieme a Kuroo e Kenma... Pareva quasi che il maggiore lo stesse evitando.

- Stavo provando a studiare da solo! Non voglio essere sempre un peso per te- affermò Koutaro con un sorriso.

Akashi alzò un sopracciglio.

- Non lo sei ma... Sono felice di sapere che stai cercando di impegnarti. Vuoi farmi vedere ciò che hai studiato?-.

- Si! Cioè in realtà...- Koutaro abbassò appena la testa - non ti ho chiamato per studiare-.

Akashi avvertì il suo cuore perdere un battito.

- E come mai?- chiese - Volevi fare un giro?-.

- No io... Volevo parlarti. Di ciò che è successo alla partita- affermò il maggiore. Akashi non rispose, cercando di calmare il battito del suo cuore: doveva rimanere razionale.

- Ti va di andare in camera mia? I miei non dovrebbero tornare presto, ma non si sa mai- affermò Koutaro. Akashi annuì e seguì il maggiore verso la sua camera.

C'era stato varie volte, ma adesso provava una certa ansia nel trovarsi lì... Doveva chiudere velocemente la questione.

- Bokuto-san, non penso tu debba preoccuparti di ciò che è successo alla partita: posso capire che fossi solo preso dal momento e che...-.

- Ma non è così Aghahsi!- esclamò il maggiore, interrompendoli - Non è mai stato così! Tu mi sei sempre piaciuto!-.

Akashi lo fissò per un attimo mentre cercava di metabolizzare le sue parole: lui... Piacere a Bokuto? Era davvero possibile...?

- È così tanto difficile da credere? L'ultima volta che ti ho visto così shockato è quando mi hai visto tirare per la prima volta- ridacchiò Koutaro.

- Bè, ecco... Sí, in effetti è un po' difficile da credere- mormorò Keiji - non... Me lo spiego, diciamo-.

In fondo, Bokuto era un grande giocatore, aveva un enorme potere magico, era amato da tutti e in grado di fare amicizia con chiunque; lui... Era solo un cercatore come tanti ,bravo perché studiava parecchio e faticava ad avere rapporti con le altre persone.

Come avrebbe potuto piacergli?

- Perché no?! Tu sei fantastico Aghashi!- esclamò il maggiore - Sei super intelligente, riesci sempre a spiegarmi tutto ciò che non capisco, sopporti il fatto che io spesso non riesco a concentrarmi e che mi devi rispiegare tutto venti volte, sai esattamente di cosa ho bisogno, sia sul campo che fuori, mentre giochiamo abbiamo un'intesa super whao! E poi sei bellissimo!-.

Il moro arrossì di colpo: era abituato agli sproloqui di Bokuto, ma quell'ultima frase...

- Bellissimo?- mormorò; non era qualcosa che si sentiva dire spesso...

- Ma certo! Hai degli occhi stupendi! E mi piacciono anche tanto i tuoi capelli, sono neri neri ma sembrano super morbidi!- dichiarò Koutaro con un sorriso - Mi piacciono tanto!-.

Akashi lo osservò: Bokuto non era capace di mentire in generale, figuriamoci su cose simili... Ma allora davvero lui...

- Se ancora non mi credi...- Koutaro si avvicinò a lui, fermandosi a pochi centimetri del ragazzo - lascia che te lo dimostri- sussurró.

Akashi deglutì appena.

- Come?- mormorò.

- Bè, sono decisamente più bravo con i gesti che con le parole- rise Koutaro, alzando la mano - posso?-.

Akashi non capí esattamente cosa volesse fare, ma annuì.

Bokuto posò delicatamente la mano sulla sua guancia, accarezzandola dolcemente; il minore chiuse per un attimo gli occhi, godendosi quella lieve e gentile carezza.

Le mani di Bokuto erano così grandi e confortevoli...

Lo sentí spostare delicatamente due dita sotto il suo mento e aprì gli occhi; Bokuto si chinò appena verso di lui, lentamente, come per lasciargli il tempo di cambiare idea.

Ma come avrebbe mai potuto farlo?

Akashi lasciò che le labbra si Bokuto si posassero sulle sue e chiuse gli occhi, ricambiando quel bacio gentile: aveva le labbra fresche e morbide, sembravano quasi avvolgenti, ed erano più delicate di quanto avesse pensato.

Bokuto ci stava andando decisamente piano, non voleva esagerare già dal loro primo bacio; ma adesso che finalmente stava assaggiando le labbra di quel ragazzo... Non ne avrebbe più potuto fare a meno.

Tornò con la mano sulla sua guancia e avvolse l'altro braccio attorno alla vita di Akashi, tirandolo leggermente verso di sé.

Akashi automaticamente gli cinse le braccia attorno al collo, avvicinandosi il più possibile e approfondendo appena il bacio.

Incoraggiato da quel gesto, Bokuto fece scivolare in avanti la lingua, facendola incontrare con quella del minore, che non esitò ad accoglierla tra le sue labbra.

Lasciò che Bokuto esplorasse la sua bocca, leggermente più irruento di prima, come il minore era abituato. Avvertiva il battito del suo cuore accelerare appena per l'emozione: stava veramente baciando Bokuto, aveva detto che gli piaceva, e adesso...

Adesso, sapeva bene che frenare quel ragazzo sarebbe stato praticamente impossibile: a meno che lui gliel'avesse detto esplicitamente, Bokuto gli avrebbe dimostrato tutto quanto fino in fondo.

E lui non voleva fermarlo.

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Sentì la mano di Bokuto insinuarsi delicatamente sotto la sua maglietta e lo lasciò fare; nonostante il caldo, dei piccoli brividi percorse la sua pelle quando Bokuto iniziò ad accarezzarla, tastandolo in vari punti come per esplorarlo, desideroso di imparare a memoria come fosse fatto quel corpo che desiderava da tanto tempo.

Notando le reazioni che stava avendo il minore, Bokuto si staccò da lui, ottenendo un piccolo broncio di disappunto che lo fece sorridere.

- Non preoccuparti, voglio solo metterci più comodi- lo prese per mano e si diresse verso il letto.

Delicatamente, fece sdraiare Akashi, prima di sfilarsi la maglietta e sdraiarsi sopra di lui, puntellandosi sui gomiti per essere certo di non schiacciarlo.

Lo fissò per un attimo, un sorriso in volto, prima di riprendere a baciarlo.

La sua mano tornò sotto la maglietta di Akashi, questa volta sollevandola leggermente; per quanto facesse caldo, il moro era certo che la maggior parte del calore in quel momento venisse dal corpo del ragazzo sopra di lui.

Da quel corpo muscoloso, con quegli addominali da paura, per non parlare dei pettorali, che in quel momento stava sfiorando il suo, ed era così vicino che...

Allungò le mani, posandole sul petto del ragazzo: era ancora meglio di quanto avesse pensato...

- Pare che io non sia l'unico voglioso- sussurró Koutaro, vicino al suo orecchio, e il corpo di Akashi venne scosso da un brivido: Bokuto riusciva a risvegliare la parte di lui che più desiderava lasciarsi andare... E non intendeva più nasconderla.

Aprì gli occhi e lo fissò.

- Perché ti sei fermato? Non avevi qualcosa da dimostrarmi?- commentò.

Bokuto rimase per un attimo sorpreso, poi sorrise.

- Sei fantastico Aghahsi!- si fiondò sulle sue labbra; questa volta il bacio fu molto più scomposto di quelli precedenti, Akashi si sentì quasi togliere il fiato per quell'attacco improvviso, soprattutto perché fu seguito da Bokuto che gli sfilò di colpo la maglietta.

Il maggiore si fiondò sul suo collo, accarezzandogli dolcemente la pelle con la lingua e succhiandola appena; un gemito uscì dalle labbra di Akashi, che iniziò ad avvertire i suoi pantaloni farsi sempre più stretti.

Spinse appena in alto il bacino, facendolo scontrare con quello di Bokuto, e un altro gemito gli sfuggí nel sentire che anche il ragazzo sembrava parecchio duro... Oltre che decisamente ben dotato.

- Mi piace un casino il tuo corpo- sussurró Koutaro, afferrandogli i fianchi e spingendolo appena contro il materasso, tenendolo bloccato - per cui lascia che te lo dimostri pian piano-.

Prima che Akashi potesse protestare, le labbra del maggiore iniziarono a scorrere lungo il suo corpo, partendo dai suoi capezzoli, con cui giocò per qualche secondo prima di scendere.

Akashi era muscoloso, non esageratamente ma si vedeva bene che era un atleta: Bokuto ricordava bene quante volte gli aveva lanciato occhiate di nascosto in spogliatoio, e adesso finalmente poteva averlo tutto per sé...

Continuò a scendere, strappando dalle labbra di Akashi continui ansimi e gemiti: era una sensazione incredibile, avvertiva il suo corpo farsi sempre più caldo, ma le labbra di Bokuto erano così fresche... Iniziò a venire scosso da continui brividi, invaso dal desiderio di vedere dove sarebbero arrivati, e si sentiva sempre più impaziente: in fondo, se davvero piaceva a quel ragazzo come aveva sempre desiderato, non aveva più alcun motivo per trattenersi.

- Aghashi- sussurró Koutaro, e il ragazzo alzò lo sguardo su di lui, trovandosi di fronte il suo sorriso.

- Sei sicuro...- Koutaro allungò la mano, facendogli scorrere il dito sul labbro inferiore, e Akashi si ritrovò per un attimo bloccato nei suoi occhi - di voler arrivare fino in fondo?- sussurró, mentre faceva scivolare un dito all'interno della bocca del ragazzo.

Come per confermare che lo era, Akashi aprì di più la bocca, permettendo al maggiore di inserire anche più di un dito al suo interno.

Iniziò a succhiarle appena, facendovi passare in mezzo la lingua, e continuando a fissare Bokuto negli occhi, pronto a fargli percepire tutta la sua decisione.

Un piccolo gemito uscì dalle labbra di Bokuto: non aveva previsto che anche con quel gesto Akashi sarebbe stato così eccitante...

Anche se leggermente a fatica, visto che aveva solo una mano a disposizione, iniziò a sfilarsi i pantaloni; Akashi, capendo bene quanto il ragazzo stesse diventando impaziente, chiuse gli occhi e gemette appena, aprendo di più la bocca per lubrificare ancora meglio le sue dita.

Un gemito di frustrazione uscì dalle labbra di Bokuto, che il più velocemente possibile liberò entrambi dai vestiti che gli erano rimasti addosso, prima di sfilare la mano dalla bocca di Akashi.

Il minore aprì di più le gambe mentre lanciava uno sguardo all'erezione di Bokuto: lui... L'avrebbe accolta dentro di sé... E non vedeva l'ora; vedere quanto fosse grande e dura non l'aveva spaventato, anzi, era anche più eccitato di prima.

Bokuto fece scivolare un dito verso di lui; il lieve bruciore fece sfuggire una smorfia ad Akashi, così il maggiore si chinò in avanti, deciso a fargli passare quel dolore.

Avvolse il membro del minore tra le labbra e Akashi gettò la testa all'indietro, stringendo con forza il lenzuolo, preso alla sprovvista da quel gesto improvviso.

Ansimò con forza: non sapeva se lo stesse facendo più impazzire la bocca di Bokuto attorno al suo membro, o il suo dito che si faceva largo dentro di lui, aprendo la sua apertura per prepararla a ben altro.

Bokuto, sentendolo rilassarsi, infilò anche un secondo dito e iniziò a sforbiciare leggermente, in modo da prepararlo il più possibile.

- Ah... Bokuto-san... Fallo...- gemette il minore; iniziava a sentire il bisogno fisico di averlo dentro di lui, non poteva più resistere...

Bokuto inserì anche un terzo dito, strappandogli un nuovo gemito, e si tirò su, fissando il ragazzo.

- Sei ancora più bello, ora che sei qui per me- sussurró; il modo in cui stava arrossendo era veramente eccitante, non sapeva come avrebbe fatto d'ora in avanti a vederlo affaticato dopo gli allenamenti e non pensare a quel momento...

Akashi alzò appena lo sguardo su di lui.

- Bokuto-san...- gemette nuovamente.

Bokuto sfilò le dita da dentro il ragazzo: non riusciva più a resistere, voleva farlo; e se lo voleva anche Akashi, non si sarebbe tirato indietro.

Afferrò le gambe del ragazzo, posizionandosele sulle spalle per essere più comodo, mentre afferrava il suo membro per allinearsi alla sua entrata.

Si chinò a lasciare un piccolo bacio sulle labbra ad Akashi, prima di iniziare a spingersi dentro di lui.

Il minore si aggrappò con forza alle sue spalle, trattenendo il respiro: era una sensazione nuova ma... Nonostante fosse qualcosa di sconosciuto, nonostante non riuscisse in alcun modo a controllare il piacere che si stava espandendo dentro di lui, sentiva di volersi lasciare andare ancora di più.

Con un colpo secco, Bokuto si spinse totalmente dentro al ragazzo, a cui sfuggì quasi un urlo di piacere; il maggiore si spostò nuovamente sul suo collo, iniziando a torturarlo appena con i denti mentre prendeva a spingersi dentro di lui.

Dopo il modo in cui Akashi l'aveva praticamente pregato, la sua eccitazione era ben maggiore di quanto avesse pensato e il ragazzo non riuscì a fare a meno di partire con un ritmo elevato, spinto anche dal modo in cui la carne calda di Akashi si stesse aprendo a lui, lasciandogli totalmente libero accesso al suo corpo.

- Di più- gemette Keiji.

Bokuto fece un piccolo sorriso; gli afferrò i fianchi e iniziò a spingersi con più forza dentro di lui.

Akashi si sentiva quasi febbricitante, avvertiva un'eccitazione e un desiderio che non aveva mai creduto possibili: di più... Ne voleva sempre di più.

Bokuto non esitò ad accontentarlo: iniziò a penetrarlo sempre più velocemente, sempre con più forza, mentre Akashi si stringeva a lui, lasciandosi andare a grida oscene che stavano facendo impazzire il maggiore.

I loro corpi si scontravano a una velocità sempre maggiore, i due ragazzi erano a corto di fiato ma intenzionati a non smettere, anzi, ad andare sempre oltre.

Akashi iniziò a seguire i movimenti del maggiore con il bacino: sentiva di essere vicino a venire, ma non voleva che finisse.

- Koutaro...- gemette. Sentire il suo nome detto in quel modo fece letteralmente impazzire il maggiore: iniziò a spingersi con una forza quasi animale dentro di lui, annebbiando totalmente la mente di Akashi, che si abbandonò completamente a quei desideri e lasciò che il maggiore prendesse possesso del suo corpo, fino a fargli riversare tutto il suo piacere fuori da lui.

- Koutaro!- gemette nuovamente, e con un lieve ringhio anche il maggiore si riversò dentro di lui.

Akashi chiuse gli occhi, sorridendo nel sentire quel liquido caldo invaderlo: sapere di averlo dentro di lui... Lo rendeva davvero felice.

Delicatamente, Bokuto uscì da dentro il ragazzo e si sdraiò di fianco a lui, avvolgendolo tra le sue braccia; Akashi lo lascio fare, in ogni caso troppo stanco per fare altro.

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- Adesso mi credi? Mi piaci da impazzire- sussurró Koutaro, fissandolo negli occhi con un piccolo sorriso in volto - e sei bellissimo, Keiji-.

Akashi lo fissò per un attimo.

- Si, ti credo- sussurró - e... Mi piaci davvero tanto anche tu-. Adesso che aveva addosso lo sguardo di Bokuto e tutti i suoi segni... Era certo di non potersi sentire più bello di così.

🏐🏐🏐

Bè, l'estate è proprio una bella stagione...

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