CAPITOLO XXIII.
- Bentornati a Hogwarts- disse Ittetsu con un sorriso, mentre i portoni si aprivano.
Osservò i ragazzi di fronte a lui: la maggior parte sembravano felici di essere tornati lì... Era un buon segno.
- La ringrazio- rispose qualcuno.
- Andate pure nella sala da pranzo, il preside vuole dirvi un paio di parole, prima che torniate nelle vostre stanze- li avvisò Keishin.
I ragazzi annuirono ed entrarono nella struttura. I membri della Karasuno si scambiarono uno sguardo: erano ormai abituati a vederlo solo in veste di Coach, non più come un serio professore... Creava quasi un contrasto divertente.
Si diressero tutti quanti verso la sala da pranzo, dove si erano già riuniti i professori.
- Buongiorno a tutti e bentornati- Tanji osservò i ragazzi nella stanza, prima di riprendere a parlare - immagino siate curiosi di sapere cosa sia accaduto il giorno del torneo. È stato pronunciato un incantesimo che ha animato le immagini dei Dissennatori presenti nei nostri manuali, ma non è nulla di cui preoccuparsi, il castello è stato controllato e dichiarato sicuro. Inoltre, visto che tutti i presenti si trovavano in campo al momento del fatto, è probabile che l'evocazione sia avvenuta da qualche parte vicino a Hogwarts e ci abbia raggiunti; si sta ancora cercando il colpevole, ma come ho detto la scuola è sicura.
- Tuttavia, per dare maggiore sicurezza agli studenti e ai genitori, abbiamo deciso di prendere alcune misure precauzionali che adesso vi elencherà il professor Ukai- dichiarò.
- Strano- borbottò Keishin a bassa voce, ma raggiunse comunque il seggio; si schiarí appena la voce e osservò i ragazzi.
- Innanzitutto, per ogni Casa verrà scelto un Prefetto tra i ragazzi del terzo anno che avrà il compito di controllare che a fine giornata siano tutti presenti nel dormitorio, e che ci siano al mattino quando vi svegliate. Vi ricordiamo che è vietato uscire dalla vostra Sala comune dopo il coprifuoco, per cui non dovrebbe essere una regola difficile da mantenere. I quattro scelti sono: per Grifondoro, Yaku Morosuke; per Corvonero, Koushi Sugawara; per Serpeverde, Hajime Iwaizumi; e per Tassorosso, Kaname Moniwa. Qualcuno ha qualcosa da ridire?- chiese Keishin.
I ragazzi rimasero in silenzio, cercando di elaborare l'informazione, per cui l'uomo continuò.
- Sempre per una questione di sicurezza, abbiamo deciso di insegnare la Smaterializzazione a tutti voi: ci saranno dei minuti tolti dalle varie lezioni dedicati apposta a questo- dichiarò Keishin - infine, anche gli studenti del primo e del secondo anno dovranno iniziare a esercitarsi con l'Incanto Patronum. Non sarà un oggetto d'esame, ma è sempre meglio cominciare prima. Qualcuno ha delle domande?-.
Anche quella volta, ci fu assoluto silenzio.
- Molto bene: vi faremo sapere a breve i nuovi orari; per adesso, potete andare- dichiaró Keishin.
In silenzio, i ragazzi si alzarono e si diressero fuori dalla stanza, ancora leggermente sorpresi da quelle novità.
- Bel colpo, Iwa-chan: si vede che non hanno scelto il più bello per il ruolo- commento Toru; il moro lo guardò male.
- Sarà una scocciatura, per cui vedi di comportarti bene- sbuffò.
In effetti però, ne era rimasto sorpreso: aveva pensato che per un ruolo simile sarebbero stati scelti Oikawa o Ushijima ma... Forse volevano uno un pochino più tranquillo e che non si facesse prendere così tanto da certe questioni.
- Complimenti Suga-san! Avrai un superpotere!- esclamò Ryunosuke.
- Adesso non esageriamo- mormorò il ragazzo, leggermente imbarazzato.
- Sii fiero di essere stato scelto, è un ruolo per persone responsabili- dichiarò Daichi.
- Oh, per questo hanno scelto me e non Kuroo?- commentò Yaku, lanciando un'occhiata al ragazzo, che lo guardò male.
- Con me non ci sarebbe stata storia, probabilmente volevano dare almeno lo opportunità alle persone di fare qualcosa- affermò.
- Certo, raccontatela prima di dormire...-.
- Lo farò, mentre tu sarai in giro a cercare le persone che ti sono sfuggite-. Kenma alzò gli occhi al cielo: già gli mancavano la sua cameretta e i suoi videogiochi...
- Che cosa super figa! Impareremo a smaterializzarci!- esclamò Shoyo.
- Certo, speraci... Con la tua concentrazione, impiegherai anni- borbottó Tobio.
- Almeno io so già lanciare l'Incanto Patronum!- ribattè Shoyo - E ti ricordo che devo aiutarti in questo!-.
- Mai detta una cosa simile!-.
- Ah no?!-.
- Certo che hanno parecchie energie- ridacchiò Satori. Ushijima annuì.
- Hai paura che riescano a impararlo prima di te?- chiese.
- Sei diventato un Molliccio ora?- rise Satori - E comunque no: ho fatto molti passi avanti, ce la posso fare- dichiaró.
Ushijima annuì.
- Ne sono sicuro- affermò.
- Ragazzi! Perché non festeggiamo il ritorno tutti insieme?!- esclamò Kanji con un sorriso, ottenendo per metà insulti e per metà risposte positive.
- Avevo dimenticato quanto fosse caotica l'aria di questo castello- sospirò Hitoka.
- Già...- mormorò Kyoko.
- Tsukki, tu ti senti bene?- chiese Tadashi, notando che il ragazzo era ancora in silenzio.
- Vieni un attimo- gli disse Kei, svoltando all'improvviso in un corridoio e separandosi dal gruppo; Yamaguchi si affrettò a seguirlo.
- Dove vuoi andare?- gli chiese.
- Ho controllato la planimetria dell'edificio- rispose il biondo. Yamaguchi impiegò un attimo a capire: quell'estate Tsukishima si era riletto alcuni dei libri della leggenda di Harry Potter, quindi forse...
- Hai trovato la stanza delle necessità?!- chiese, sorpreso.
- So dove si trova- Kei si fermò di fronte a quello che sembrava un normale corridoio - il problema sarà farla aprire- dichiarò.
Yamaguchi fissò per un attimo la parete.
- Provo io- affermò, iniziando a camminare. Fece tre volte avanti e indietro davanti al muro, cercando di concentrarsi solo su un pensiero, e quando concluse sentì la porta aprirsi dietro di lui.
Sorrise e si voltò verso Tsukishima.
- Bravo- gli disse lui, cercando di mostrare la sua soddisfazione, per poi entrare nella stanza, seguito dal ragazzo.
Si bloccò per un attimo, sorpreso.
- Perché sembra la mia camera?- chiese, confuso.
- Non saprei... Ho pensato in generale a un luogo in cui poter stare tranquilli e rilassarci- mormorò Tadashi - forse perché abbiamo avuto così tanti momenti tranquilli da te che mi è venuto spontaneo-.
- Bè, è stata una buona idea- affermò Kei, dirigendosi verso il falso letto. Fece un cenno a Yamaguchi, che sorrise e andò a sedersi di fianco a lui.
- Sai, se fossimo noi al terzo anno, probabilmente saresti tu il Prefetto di Corvonero- affermò Tadashi.
- Tsk, solo perché l'alternativa sarebbe Kageyama... Ma è una seccatura. E poi, tu saresti più adatto- dichiarò Kei.
- Io?! Non penso di essere abbastanza autoritario per farlo- mormorò Tadashi.
- Sai essere più sicuro di quanto sembri- dichiarò Kei.
- Non saprei... Insomma, anche il fatto che sono finito in Tassorosso mostra che non ho nulla che spicca...- mormorò il ragazzo.
- Solo un idiota darebbe peso a questo: io sarei potuto finire benissimo in Serpeverde e non mi sarebbe cambiato nulla- dichiarò Kei.
- Ma tu...-. Tsukishima si voltò a fissarlo.
- Non puoi dire che mi comporto come una persona decente, almeno con gli altri, non voglio neanche farlo- affermò - secondo te perché Oikawa non si è sentito male a essere finito in Serpeverde mentre il re era terrorizzato? Perché uno ha capito che la sua ambizione lo porterebbe ovunque, l'altro aveva solo paura del giudizio altrui. Sono cose che non contano, Tadashi; e il tuo non spiccare è solo momentaneo, e al momento è la tua forza per sorprendere gli altri, quindi non vederlo come negativo-.
Come per dichiarare che la conversazione era conclusa, Tsukishima indossò le cuffie e accese la musica.
Yamaguchi rimase per un attimo a fissarlo, preso alla sprovvista da quel discorso.
Si era sempre considerato una nullità, e di solito Tsukishima non faceva grandi discorsi per tirarlo su, anzi odiava i grandi discorsi ma... Quella volta, gli aveva detto delle cose che lo facevano sentire davvero bene.
Fece un sorriso: se glielo diceva quel ragazzo... Poteva crederci di più anche lui.
- Ci credi che le vacanze siano già finite?! Non ho voglia di rimettermi a studiare- si lamentó Yuji.
- Tu non hai mai voglia di studiare- sospirò Hana.
- Vero- ridacchiò il ragazzo - però se tu mi aiuti...-.
- Ti ricordi che l'anno prossimo io non sarò più qui vero?- la ragazza si voltò verso di lui - A quel punto come farai?-.
Il ragazzo mise un piccolo broncio.
- Non mi piace il pensiero di quando non ci sarai- mormorò.
- Però accadrà a un certo punto-.
- Però anche allora...- Yuji fece un sorriso - continuerò a poter contare su di te, vero?-.
Misaki lo fissò per un attimo: quel ragazzo decisamente non conosceva i suoi limiti... E lei finiva sempre per sorridere davanti a tutta quella gioia.
- Facciamo così- disse - io non mi sento sicura a lasciarti qui da solo, ma non posso stare con te solo per farti da Babysitter. Per cui, se in questi mesi mi dimostrerai che sai essere maturo e che vuoi impegnarti... Allora continueremo a vederci anche dopo che sarò uscita da qui. E se vorrai... Sarò la tua ragazza- l'ultima frase le uscì tutta d'un fiato, aveva leggermente ansia di dirlo, in fondo non sapeva veramente come avrebbe reagito quel ragazzo ma... Se era ciò che voleva, era meglio che lo scoprisse adesso.
Gli occhi di Terushima si illuminarono.
- Dici davvero?!- le si avvicinò e prese le mani della ragazza tra le sue - Allora ti dimostrerò che so impegnarmi tantissimo, Hana-chan! Farò tutto ciò che è in mio potere per conquistarti!-.
La ragazza arrossì di colpo, presa alla sprovvista da quella dichiarazione.
- Bè... Buona fortuna- mormorò, e il sorriso del ragazzo si allargò.
- Ce la metterò tutta!- esclamò - E ti conquisterò! Aspetta e vedrai!-.
- Quindi Tanaka è deciso a conquistarti eh?- commentò Hisashi.
- Bel colpo Chikara!- esclamò Yu.
- Grazie- rispose il ragazzo, leggermente imbarazzato.
- Perché bel colpo?- borbottó Asahi; Nishinoya rise e spiccò un piccolo salto per lasciargli un bacio sulla guancia.
- Sappiatelo, io di notte la camera non ve la lascio, voglio dormire- dichiarò Daichi.
- I miei amici ce la lasceranno volentieri!- esclamò Yu, facendo arrossire il castano.
- Comunque... Mi sembri pensieroso- commentò Koushi, tornando a guardare Ennoshita e riportando l'attenzione su di lui.
Avevano deciso di farsi un giretto prima di andare in stanza a rilassarsi, anche se non avevano idea di dove fossero finiti quelli del primo anno, le ragazze e Tanaka.
- È solo che... Non so, non vorrei rischiare di averlo offeso con ciò che ho detto. Non dubito di lui è solo che...- mormorò Chikara; aveva fatto bene a esprimere quel dubbio, ma non voleva che il ragazzo pensasse che non si fidava di lui o simili... Era solo qualcosa di molto difficile da credere...
- Conosci Ryu, quando è determinato e le cose si fanno dure, lui si impegna ancora di più- rise Yu - non preoccuparti, è più che pronto a dimostrarti quanto gli piaci!-.
- Sperando non faccia follie per riuscirci- mormoró Daichi - guardate...-.
I ragazzi si voltarono, e videro che in un punto del giardino poco distante da loro c'era Tanaka, che stava andando verso Kyoko e Yachi, comodamente sedute a parlare tra di loro.
- Kyoko-san, posso disturbarti un attimo?- chiese; la ragazza si voltò verso di lui, leggermente sorpresa, poi annuì.
- Ecco, io... Come sai, per mesi ho nutrito dei forti sentimenti verso di te, che ti ho sempre espresso in modo molto esplicito. Ma dal momento che mi hai detto chiaro e tondo che non ti interesso, ho deciso che non continuerò a tediarti con i miei sentimenti, e adesso intendo dedicarmi corpo e anima alla conquista di una persona di cui mi sono innamorato. Ti ringrazio per aver accettato il mio amore fino all'ultimo, spero che entrambi riusciremo a essere felici per la nostra strada- il ragazzo fece un piccolo inchino, prima di voltarsi per allontanarsi, lasciando le due ragazze piuttosto sorprese.
- È stato... Strano...- mormorò Hitoka.
- Già...- confermò la mora, ancora confusa da ciò che era appena successo. Poi fece un piccolo sorriso.
- Ma sono felice per lui- affermò.
- Come mai?- le chiese Hitoka.
- Bè, Tanaka sembra tanto forte, ma è un ragazzo più fragile di quanto si possa pensare. Io faccio molta fatica ad aprirmi con le persone, non so se fosse rimasto innamorato di me quanto tempo avrei impiegato anche solo a riuscire ad accettare la sua compagnia. Invece, se ha trovato qualcun altro... Vuol dire che avrà l'opportunità di veder presto ricambiati i suoi sentimenti, soprattutto se è chi penso io. Sono contenta per lui- dichiarò Kyoko; era un ragazzo particolare ma... Gli voleva bene.
Yachi fece un piccolo sorriso.
- È davvero un bel pensiero- affermò - e posso capirlo, anche io faccio molta fatica ad aprirmi... Anche se nessun ragazzo si è mai interessato a me, quindi non so bene come reagirei in una situazione simile-.
- Magari semplicemente non lo sapevi; in fondo sei una ragazza molto dolce, Hitoka-chan, non mi stupirei di sapere che che piaci a un po' di persone- commentò la maggiore con un sorriso.
Yachi si ritrovò ad arrossire.
- Non penso... Ma ti ringrazio per le tue parole- sussurró, leggermente imbarazzata - e anche se fai fatica ad aprirti, comunque se hai bisogno... Ecco, io sono qui, anche se non so bene quanto possa fare...-.
Non sapeva se dirlo fosse un azzardo ma... Ci teneva al rapporto che stava costruendo con quella ragazza e non voleva rischiare di rovinarlo.
- Ti ringrazio Hitoka, sei davvero dolce. E poi, per qualche motivo, in realtà parlare con te mi esce molto naturale- affermò Kyoko.
La minore sbarró gli occhi.
- Dici davvero?!- esclamò.
- Sí; sei una ragazza davvero gentile, e anche se sei timida comunque cerchi sempre di fare del tuo meglio e incoraggiare gli altri, per cui ho capito subito che sei una persona di cui posso fidarmi. Anche per il fatto che sei entrata in squadra senza esitare- dichiarò la mora.
- Per la squadra?- mormorò Hitoka, e Kyoko annuì.
- Anche se eravamo in un ambiente nuovo, e anche se la maggior parte di noi già si conoscevano, hai voluto comunque entrare nella squadra come manager e aiutarci... Contando quanto sei timida, è stato davvero coraggioso da parte tua- dichiarò.
Yachi arrossì e distolse appena lo sguardo.
- Ecco, in realtà... Ero molto indecisa se farlo o meno, temevo che non sarei riuscita a concentrarmi sia su quello che sulla nuova scuola, per cui ero in po' in dubbio. Però, visto che dall'inizio mi sei stata così vicina e sei stata così gentile con me... Ho pensato che sarei riuscita a farcela, anche perché avrei potuto contare sul tuo esempio. Non che pensassi di copiarti o contare solo su di te ovviamente! Però ecco...-.
Kyoko rise leggermente.
- Non preoccuparti, ho capito. Sei stata comunque molto coraggiosa- dichiarò, e la minore si rilassò leggermente.
- Continuiamo a fare del nostro meglio, va bene?- la mora allungò la mano, posandola su quella della minore, che per un attimo rimase totalmente presa alla sprovvista da quel gesto.
Poi sorrise: se aveva lei al suo fianco... Lo avrebbe sempre fatto a ogni costo.
- Si, mettiamocela tutta!- esclamò, e non sapeva neanche lei con quale coraggio strinse appena la mano della maggiore, che le rivolse un sorriso.
- A proposito- mormorò Hitoka - so che Tsukishima e Yamaguchi si erano allontanati da un po', ma chissà dove sono finiti Hinata e Kageyama...-.
- Andiamo Bakageyama, perché ti vergogni?- esclamò Shoyo, continuando a tirare il ragazzo per la manica.
- Non mi vergogno, ma non capisco perché dobbiamo farlo!- sbuffò lui. Hinata gli lanciò un'occhiataccia.
- Vuoi battere Oikawa si o no?-. Kageyama lo guardò male, poi sbuffò.
- E pensi davvero che loro possano aiutarci?- indicò con un cenno del capo il gruppetto di ragazzi seduto sotto un albero poco distante da loro.
Kenma stava giocando con la sua switch; Kuroo, con la scusa che quando il minore giocava si distraeva e rischiava di cadere anche da seduto, aveva fatto passare un braccio attorno alla sua vita mentre parlava con Bokuto e Akashi... Sempre che si riuscisse a parlare con due persone che si baciavano ogni cinque secondi, ma visto che si erano messi insieme da poco e non sarebbero potuti stare sempre vicini come avrebbero voluto, Akashi stava lasciando fare a Bokuto come voleva, sperando che ciò bastasse a tenerlo calmo.
Kuroo non poteva neanche contare sulla compagnia di Yaku, visto che il ragazzo stava camminando per il giardino con Lev che gli stava raccontando quella piccola parte delle vacanze che non avevano passato insieme.
- Perché no?!- chiese Shoyo, confuso - Sono super forti!-.
- Questo è vero- mormorò Tobio; quei ragazzi erano davvero forti... I due della Fukurodani erano riusciti a battere la Shiratorizawa, e anche se avevano visto meno giocare la Nekoma avevano notato le loro grandi capacità difensive e le abilità di Kenma.
Però...
- Sono nostri nemici- fece notare.
- Solo sul campo! Andiamo, proviamo a chiederglielo! Potremmo migliorare molto se ci allenassimo con qualcun altro no?!- esclamò Shoyo.
Kageyama lo fissò per un attimo, e gli tornò in mente la discussione che avevano avuto quando erano sugli scogli.
Serrò appena le labbra.
- Tu sí- affermò, e Hinata aggrottò le sopracciglia.
- Cosa intendi?- mormorò.
- Io... Non penso sarei in grado di allenarmi con altri, in questo stato faccio già fatica a farlo con voi. Ma tu... Dovresti farlo, visto che puoi ancora diventare molto più forte-.
Hinata lo fissò per un attimo: in fondo, al momento il problema principale di Kageyama era riuscire a integrarsi in squadra, era già molto forte... Probabilmente, allenarsi con altri lo avrebbe solo mandato in confusione, soprattutto contando quanto fosse poco capace di instaurare dei normali rapporti con le persone.
Lui invece, che aveva iniziato da poco a lavorare sulle basi e ancora non aveva trovato un suo stile, avrebbe potuto riuscire a fare qualcosa allenandosi con loro.
Annuì.
- Va bene, lo capisco. Mi accompagni comunque da loro?- chiese.
Kageyama annuì e il più basso sorrise, per poi dirigersi verso i ragazzi seduti sotto l'albero, seguito dal moro.
- Kenma-san!- esclamò, e i quattro ragazzi si voltarono verso di loro.
- Ciao Shoyo- disse il biondo.
- Ciao! Come va?!- esclamò il minore con un sorriso.
- Avrei preferito rimanere a casa con i miei videogiochi- borbottò Kenma, facendo ridere il ragazzo.
- Andiamo, qui hai i tuoi amici no?! E c'è Kuroo-san con te!- dichiarò Shoyo.
- Hey Hey Hey! E ci sono anch'io!- esclamò Koutaro.
- Con te c'è Akashi-san, Bokuto-san!- dichiarò Shoyo con un sorriso.
- Il piccoletto mi sta sempre più simpatico- rise Tetsuro, tirando appena il biondo verso di sé; Kenma cercò di non guardarlo, e continuare a fissare il minore: gli sembrava che ultimamente Kuroo stesse diventando fisicamente più appiccicoso...
Erano sempre stati molto uniti, ma di solito non era fisicamente così vicino, di sicuro non in pubblico. OcchiChissà come mai si comportava così...
- Avevate bisogno di qualcosa?- chiese Kenma.
- In realtà si! Ecco, solo io, Bakageyama mi ha accompagnato!- Shoyo uní le mani davanti a sé - Vi prego, potreste darmi una mano negli allenamenti?!- chiese, lasciando piuttosto sorpresi i ragazzi.
- Una mano ad allenarti?- chiese Kenma, sorpreso.
- Esatto!- esclamò Shoyo - ecco, io ho iniziato a giocare veramente da poco, per cui mi farebbe comodo vagliare un po' di stili per capire come comportarmi!-.
- Oh, questo piccoletto è intelligente! E si è rivolto alle persone giuste!- esclamò Koutaro - Io ci sto!-.
- Anche per me va bene, sarà divertente- dichiarò Tetsuro - ma dubito che Kenma farà allenamenti extra...-.
- Posso provare a darti qualche consiglio, ma non voglio allenarmi più del solito- borbottó il biondo.
- Grazie mille!- esclamò Shoyo, gli occhi che gli brillavano.
- Ne hai parlato con il tuo capitano? Non vorrei che pensasse che vogliamo rubargli un giocatore, direi che ci sono già abbastanza persone che ci hanno provato- Tetsuro lanciò uno sguardo a Kageyama, e notò che si era irrigidito leggermente.
Ci aveva fatto centro...
- Oh, in realtà è stato Suga-san a dirmi che per me sarebbe stata una buona idea se mi fossi allenato in vari stili!- dichiarò Shoyo.
- Se è così, allora poi andrò ad accordarmi con Daichi; Bro, che ne dici se tiriamo dentro anche il biondino scontroso?- chiese Tetsuro, voltandosi verso Bokuto.
- Oh, Tsukki! Sarebbe divertente!- esclamò Koutaro.
- Non credo che Tsukishima vada d'accordo con il divertimento- borbottó Shoyo.
- Oh, ma sarà divertente per noi- un piccolo ghigno comparve sul volto di Kuroo - fa troppo il serio, voglio vedere stuzzicandolo un po' cosa riesce a fare-.
Kenma gli lanciò un'occhiata: Kuroo di solito era piuttosto serio, quando non si trovava con i suoi amici era anche una persona che rimaneva parecchio distante e faticava a interagire con gli altri, ma si vedeva quando qualcosa gli piaceva... E pareva che cercare di infastidire Tsukishima non gli dispiacesse.
Abbassò di nuovo lo sguardo sulla sua console: chissà se...
- Grazie mille ancora! Andiamo subito a dirlo al capitano! Ci vediamo presto!- esclamò Shoyo, afferrando nuovamente Kageyama e trascinandolo via, questa volta alla ricerca di Daichi.
- Quei due diventano sempre più uniti- commentò Keiji.
- Chissà quanto impiegheranno a mettersi insieme- rise Tetsuro.
Si accorse che Bokuto e Akashi lo stavano guardando male e gli lanciò un'occhiataccia; per lui era una questione decisamente diversa...
Tornò a guardare Kenma, che aveva ripreso tranquillamente a giocare.
L'aveva tirato lui dentro il mondo del Quidditch, e alla fine aveva iniziato a piacergli, ma sapeva bene di avergli anche dato un bel peso, soprattutto per il suo ruolo... Poche cose lo emozionavano, e lui non voleva rischiare di togliergliene nessuna.
Lo strinse appena di più a sé e il minore lo lasciò fare; in fondo, erano sempre stati insieme: in ogni caso, anche se forse non nel modo in cui sperava, avrebbe fatto in modo che continuassero a farlo.
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