CAPITOLO XXIV.

- Buongiorno! Benvenuti alla vostra prima lezione di smaterializzazione!- esclamò Motoya con un sorriso, osservando i ragazzi di fronte a lui, che si stavano guardando con aria piuttosto confusa.

Sapevano che la scuola non poteva scegliere da sola di dare loro la licenza per la smaterializzazione, ma non pensavano certo di trovarsi di fronte Sakusa e suo cugino Komori alla loro prima lezione...

Ukai, che come sempre era stato incaricato suo malgrado di spiegare cosa stesse accadendo, si schiarí appena la voce, portando l'attenzione su di lui.

- Come sapete, la smeterializzazione è solo uno dei metodi esistenti per spostarsi, ma in caso di attacco potrebbe anche risultare il più efficiente, per questo il ministero ci ha dato la possibilità di insegnarla a tutti i nostri alunni. Sarà Sakusa a supervisionare il processo e l'insegnamento; so che ha la vostra stessa età, ma conosce già molto bene queste tecniche, per cui cercate di ascoltare. Naturalmente, se avete bisogno di consigli noi professori siamo sempre disponibili- dichiarò.

Neanche a lui piaceva l'idea di lasciare l'educazione dei ragazzi in mano a un altro ragazzo, ma dato che era stato il ministero stesso a dichiararlo non aveva potuto farci molto...

- Ma che piacevole sorpresa...- sussurró Atsumu, anche se il moro non lo aveva degnato di uno sguardo da quando era entrato: capiva che suo padre fosse impegnato, e che tutti i suoi colleghi avessero già parecchi lavori da svolgere, ma non è che doveva mandare sempre lui...

- Hai qualcosa da dire?- chiese Keishin, voltandosi verso il moro.

- Cerchiamo di non perdere tempo- Kiyoomi fece un passo in avanti - per riuscire a smaterializzarvi, dovete ricordare le tre D: destinazione, ovvero fissare la mente sulla destinazione desiderata. Determinazione: mettere a fuoco la determinazione di occupare lo spazio desiderato. Decisione: girare sul posto, cercando di entrare nel nulla, muovendosi con decisione. Se sbagliate anche solo di poco, finirete parecchio nei guai, e io non ho voglia di tirarvici fuori, per cui vedete di non farmi spazientire. Per iniziare, mettetevi a coppie, uno da una parte e uno dall'altra della stanza: io e Motoya supervisioneremo- ordinò.

Era stata messa loro a disposizione un'aula piuttosto grande, per cui i ragazzi non ebbero problemi a ubbidire; ormai erano abituati ad avere le stesse coppie da quel primo esercizio fatto tempo prima, per grande insoddisfazione di Yamamoto, che però di sicuro non voleva separare i suoi amici dei loro amati, per cui sbuffò appena ma si mise di fronte ad Atsumu.

- Molto bene: io e mio cugino vi faremo vedere come si fa, dopodiché a turno proverete a spostarvi dall'altra parte della stanza; badate bene di non farvi prendere dall'orgoglio, se non ve la sentite è inutile che vi troviate con la testa staccata, ditelo subito e vi cambieremo esercizio. Potreste sentire molta nausea, oltre che un grande giramento di testa, ma è tutto normale, per cui non spaventatevi e rimanete concentrati. Qualcuno ha domande?- chiese Kiyoomi.

Tutti rimasero in silenzio; non a molti andava bene la sua arroganza, ma visto che era ancora presente il professore nessuno disse nulla.

- Molto bene- Kiyoomi si portò al centro della stanza - adesso, vi farò vedere come si fa-. Chiuse gli occhi, dopodiché girò tre volte su sé stesso e sparì in un piccolo vortice, lasciando leggermente sorpreso chi non aveva mai visto qualcuno smaterializzarsi.

L'avevano fatto tutti insieme grazie a Shimada e Takinoue, ma vederlo dall'esterno e pensare di farlo da soli era un'altra cosa...

- Bene-. I ragazzi si voltarono, e videro che Sakusa stava rientrando dalla porta.

- Provate voi. Se qualcuno ha bisogno, chiami Motoya- ordinò.

- E se io volessi consigli da te?- commentò Atsumu.

- Chiedi a Motoya. Provate- ordinò il moro, senza guardarlo.

Ukai osservò i ragazzi: si vedeva che erano un po' indecisi, ma i più coraggiosi stavano già provando...

Fece un sorriso: quei ragazzi avevano un grandissimo talento non solo nel Quidditch... Erano veramente una generazione incredibile.

Sentì la porta aprirsi e lanciò uno sguardo alle sue spalle, mentre Takaeda entrava nella stanza.

- Come sta andando?- sussurró il moro, parlando a bassa voce per evitare di essere sentito.

- Pare che vogliano impegnarsi tutti- dichiarò lui, tornando a guardare i ragazzi - sei riuscito a trovare altri Mollicci?-.

- Qualcuno...- mormorò il moro - speriamo però che ne servano pochi, alcuni riescono a lanciare l'Incanto con molta più facilità, come ha fatto Hinata-.

- Già- mormorò Keishin, guardando il ragazzo appena nominato: di sicuro con quell'incantesimo se l'era cavata bene, ma non si poteva dire lo stesso della Smaterializzazione, stava girando così tanto su sé stesso che pareva una trottola... Bè, la concentrazione non era di sicuro il suo forte.

- Guarda, Oikawa ci è riuscito- mormorò Ittetsu, osservando il ragazzo comparire di fianco a Iwaizumi, dall'altra parte della stanza.

- Come ti senti?- gli chiese il moro, notando che il ragazzo pareva pallido.

- Un po' di nausea, ma decisamente soddisfatto- Toru si voltò, lanciando uno sguardo vittorioso agli altri, ottenendo in cambio qualche occhiataccia.

- Mi sa che dovevi provare prima di me, magari ce l'avresti fatta prima di lui- ridacchiò Satori, notando che Ushijima non aveva ceduto alla provocazione.

- Voglio che ci provi prima tu: so che puoi riuscirci- affermò Wakatoshi, e il ragazzo fece un sorriso, prima di tornare a concentrarsi: ce l'avrebbe fatta sicuramente.

- Continuate a provare; se riuscite a concentrarvi è più semplice, ma con lunghe distanze e posti più imprecisi diventare ovviamente più difficile, per cui non prendetela sottogamba anche se riuscite in fretta- ricordò Kiyoomi.

- Pare che non sarà un professore clemente eh?- commentò Ittetsu.

- Già... Tutti questi ragazzi hanno un grande potere, ma imparare a canalizzarlo è sempre difficile- mormoró Keishin; era certo però... Che loro potessero farcela.

A fine di quella prima lezione, anche Kyoko, Kita, Akashi, Kuroo, Yaku, Ushijima, Aone, Daichi e Suga avevano iniziato a muovere i primi passi.

Gli altri, chi per mancanza di concentrazione, chi per poca voglia di sopportare gli effetti collaterali, e chi per troppa paura, ancora stavano cercando di capire come fare, ma per essere solo la prima lezione se l'erano cavata bene.

Per non caricarli di troppo peso, i professori avevano deciso di alternare le giornate di Smaterializzazione con quelle in cui si sarebbero allenati con i Patronus, per cui i ragazzi furono liberi di dedicarsi a un'attività che tutti amavano: gli allenamenti di Quidditch.

- Quindi ti fidi a lasciarti allenare il piccoletto?- chiese Tetsuro un sorriso in volto.

Daichi lo guardò male: quel ragazzo lo irritava, ma era decisamente bravo...

- Anche il coach ha detto che gli farebbe bene provare varie cose; anzi, ci dispiace disturbare così i vostri allenamenti- dichiarò.

- Bè, se arriva verso la fine, Kenma sarà invogliato a fare un po' di più... Anche se poi rimarrà solo con noi. Sono curioso di sapere quali siano le sue abilità- affermò Tetsuro.

- Posso immaginarlo- mormorò Daichi; in effetti, quel ragazzo era pieno di sorprese...

- Mi hanno detto che vorreste allenare anche Tsukishima- commentò.

- Esatto. Quel ragazzo ha tecnica ed è molto sveglio, ma non mi sembra tenda a impegnarsi più del necessario- fece notare Tetsuro - magari lo risveglio un po'-.

- Bè, non sarebbe male...- mormorò Daichi.

Quell'estate, Tsukishima era andato agli allenamenti con loro senza fare storie ma... Non era sembrato particolarmente emozionato o motivato come gli altri; anche Yamaguchi aveva iniziato a impegnarsi molto di più, ma neanche questo non sembrava aver motivato particolarmente il biondo.

- Come mai ci tenete così tanto che diventiamo più forti?- chiese Daichi, voltandosi verso Kuroo.

- Perché sono una persona incredibilmente magnanima, no?- dichiarò Tetsuro con un sorriso.

Daichi lo guardò male.

- Ti conosco Kuroo- borbottò - non sei così tanto magnanimo; che hai in mente?-.

- Sfiduciato- borbottò Tetsuro, poi sospirò - voglio delle sfide che siano il più vere possibili. Questo potrebbe essere l'ultimo anno in cui potrò giocare, e anche Kenma... Inizia a divertirsi di più, quando è contro certe persone. Per cui voglio che queste sfide siano il più combattute possibile- affermò - potremmo anche fare delle partitelle di allenamento, se vi va-.

- Perché no? Di sicuro servirà anche a noi, su questo siamo dello stesso pensiero- dichiarò Daichi.

Quel ragazzo gli dava sempre un certo fastidio, ma non si poteva dire che il suo amore per il Quidditch non fosse reale.

- Bene, mi fa piacere; allora te li rubo, se avete finito- dichiarò Tetsuro.

- Certo. Hinata, Tsukishima, venite qui!- urlò Daichi, voltandosi verso i suoi compagni.

- Pare che i tuoi allenamenti speciali stiano per iniziare- commentò Tobio.

- Non vedo l'ora! Ci vediamo dopo!- esclamò Shoyo, prima di volare velocemente verso Daichi e Kuroo.

Kageyama lo fissò per un attimo: gli avrebbe fatto un po' strano allenarsi senza di lui ma... Aveva bisogno di abituarsi.

Al contrario di Hinata, Tsukishima era piuttosto confuso da quella chiamata.

- Ecco Tsukki, io pensavo di rimanere ad allenarmi un po', per cui se vuoi poi vengo a vedere come sta andando...- mormorò Tadashi, che immaginava quanto l'amico fosse poco entusiasta della cosa.

- Concentrati sul tuo allenamento- rispose il biondo, prima di dirigersi anche lui verso Kuroo e Daichi.

- Eccovi qui! Pronti per un grande allenamento?- chiese Tetsuro con un sorriso.

- Super pronto!- esclamò Shoyo.

- No- borbottó Kei - perché devo venire anche io?-.

- Per farti tirare fuori un po' di grinta!- dichiarò Tetsuro.

- Visto che tutti ci stiamo allenando in qualcosa, ho pensato che pofesse farti bene: naturalmente non sei obbligato, ma sarebbe una buona cosa per te- affermò Daichi.

Tsukishima lo fissò per un attimo: anche se non era obbligato, era chiaro che volessero che lo facesse... E non era una bella idea contraddire Daichi.

- Proverò, per questa volta- borbottó.

- Wow, Tsukishima che si impegna!- esclamò Shoyo, e il ragazzo lo guardò male.

- Bene: cercate di non rimanere in campo fino a tardi, vi voglio vedere a cena- si raccomandò Daichi, prima di tornare verso la sua squadra - da adesso, possiamo dedicarci agli allenamenti personali- affermò, e i ragazzi annuirono.

Asahi e Nishinoya, che volevano migliorare uno nella forza e l'altro esercitarsi ancora di più nella difesa, si spostarono vicino agli anelli; Daichi, Suga, Tanaka, Kinnoshita e Narita, che invece volevano provare delle nuove tecniche, si spostarono verso gli altri anelli per organizzarsi, aiutati da Kyoko.

Kageyama fece un respiro profondo e si diresse verso Yachi.

- Ecco... Potresti darmi una mano?- chiese, lasciando la ragazza leggermente confusa.

- Certo... Cos'avevi in mente?- gli chiese.

- Io...- Tobio si morse appena il labbro inferiore - ho bisogno di imparare a capire come comportarmi in varie situazioni. Potresti... Darmi una mano a... Creare varie situazioni e schemi in cui... Allenarmi a capire come agire al meglio per la squadra?-.

Aveva sempre pensato alla sua squadra solo per puntare alla vittoria, mai come ciò che poteva davvero fare per aiutarli: poi si era trovato davanti gente come Hinata che non aveva mai giocato; persone come Asahi che avevano bisogno di una spinta; Sugawara, che gli chiedeva di aiutare i loro compagni... Doveva darsi una calmata e cercare di pensare di più anche a loro, se voleva davvero vincere.

- Lo farò volentieri!- esclamò Hitoka con un sorriso; era molto felice che Kageyama stesse cercando di migliorare, ed era anche contenta che si fidasse di lei abbastanza da chiedere il suo aiuto: ce l'avrebbe messa tutta.

Yamaguchi, anche lui deciso a fare del suo meglio, si diresse verso Ukai.

- Coach...- mormorò, imbarazzato, e l'uomo si voltò verso di lui.

- Dimmi- rispose.

- Ecco io... Vorrei cercare di migliorare ancora in quella tecnica, ma non so bene come fare, mi alleno da tutta estate ma faccio un po' fatica- balbettò Tadashi, imbarazzato

Tutti gli altri stavano già cercando di migliorarsi, lui non poteva rimanere indietro: adesso che aveva l'opportunità di fare davvero giocare... Non se la sarebbe lasciata sfuggire.

Ukai lo fissò per un attimo, poi fece un piccolo sorriso: pareva che un po' di ragazzi stessero iniziando a tirarsi fuori... Era decisamente un bene.

- Io ero un Cercatore, per cui posso darti pochi consigli su questo ma... Dovresti provare a contattare Shimada. Ittetsu, potresti andare a chiamarlo?- chiese, voltandosi verso il moro.

- Certo- rispose lui con un sorriso, per poi allontanarsi verso la scuola.

- Il professor Shimada?- chiese Tadashi, confuso; un sorriso furbo comparve sul volto di Ukai.

- Era un ottimo Battitore, specializzato in quella tecnica. Saprà di sicuro darti ottimi consigli-.

Il ragazzo sorrise.

- La ringrazio molto!- esclamò; sperava che anche a Tsukishima stesse andando tutto bene...

- Tsukki! Hey Tsukki!- urlò Koutaro, volando incontro a Tsukishima, Hinata e Kuroo, che erano appena arrivati al campo che stava usando la Nekoma.

- Non chiamarmi così- borbottó il ragazzo.

- Hinata! Hey Hey Hey!- urlò Koutaro.

- Ciao Bokuto-san!- esclamò il minore, emozionato.

- Bro, quando ci sei tu c'è sempre un casino pazzesco- borbottò Testuro.

- Perché sono magnifico!-.

- Certo... Venite- disse Tetsuro, riprendendo a volare e dirigendosi verso Akashi, che si trovava davanti agli anelli insieme a Lev.

- Ciao!- esclamò il minore con un sorriso, mentre Akashi rivolgeva loro un cenno del capo.

- Sicuro che Yaku ti abbia dato il permesso? Pensavo ti stesse facendo allenare con i tiri- commentò Tetsuro, guardando Lev.

- Visto che sono qui con voi mi ha dato il permesso ed è rimasto ad allenarsi con Yamamoto-senpai e gli altri!- dichiarò il ragazzo con un sorriso.

- Bene, allora possiamo iniziare- Tetsuro si voltò verso Hinata e Tsukishima - preparatevi, sarà un allenamento molto divertente... Di sicuro, lo sarà per me-.

- Un allenamento congiunto, eh?- commentò Toru, un piccolo sorriso in volto, mentre osservava il resto della squadra fare gli ultimi passaggi prima di concludere l'allenamento - pare che la Karasuno stia cercando di puntare molto in alto...-.

Watari annuì.

- Li ho visti per caso mentre passavo, Hinata e Tsukishima sono con la Nekoma e la Fukurodani- affermò.

- Capisco. Bè, ciò renderà le cose ancora più interessanti- affermò Toru - torna pure in porta-.

Il ragazzo annuì e si diresse verso gli anelli.

- Chissà che genere di allenamento starà seguendo Tobio...- mormorò Toru; quel ragazzo continuava a mostrargli un talento incredibile... Ma non si sarebbe lasciato sopraffare.

- A cosa pensi?-. Si voltò e vide che Iwaizumi lo aveva affiancato.

- Alla mia magnificenza- affermò, continuando a sorridere. Il moro alzò gli occhi al cielo.

- Idiota... Forza, a cosa pensi davvero?-. Il sorriso svanì dal volto di Oikawa.

- Iwa-chan, mi devi aiutare a diventare più forte; soprattutto con il Patronus- affermò. Il moro aggrottò le sopracciglia.

- Cosa c'entra con il Quidditch?- chiese.

- Nulla, ma questa volta non lascerò che nessuno si metta tra noi e la vittoria- affermò il castano - tu sei con me da quando ero un bambino, hai fatto parte di tutti i miei momenti felici, per cui sicuramente con te vicino riuscirò a comprendere meglio come affrontare quell'incantesimo-.

Iwaizumi lo fissò per un attimo: probabilmente il castano lo aveva detto sovrappensiero, ma a volte non si rendeva davvero conto dei discorsi che faceva...

- È ovvio che ti aiuterò- sbuffò; in fondo... Lui era il primo a volerlo felice. Era stato testimone di tutto il suo dolore, di quanto fosse stato male per ogni sconfitta, per ogni volta in cui si era trovato davanti un muro insuperabile, in cui era stato completamente abbattuto.

Era l'unico ad averlo visto piangere disperato... Per poi vederlo rialzarsi ancora più forte e determinato di prima. Quel ragazzo si meritava di ottenere ciò che voleva, e lui lo avrebbe aiutato a ogni costo.

- Sapevo di poter contare su di te, Iwa-chan!- esclamò Toru con un sorriso; in fondo, quel ragazzo... Era una delle sue poche certezze.

Il moro annuì: avrebbe potuto farlo per sempre.

- Posso fare qualcosa?-.

- Posso lanciare alcuni incsntesimi su di te?-. Iwaizumi corrugò la fronte.

- Perché?-.

- Mi voglio esercitare... Devo tenere d'occhio una persona- affermò il castano, e Iwaizumi non impiegò molto a capire cosa volesse dire.

- Va bene- rispose - ma vedi di stare attento; io ovviamente verrò con te-.

Oikawa annuì: non avrebbe più lasciato che qualcuno gli mettessi i bastoni tra le ruote, per nessun motivo al mondo.

- Per quale motivo dovrei venire a vedere i tuoi allenamenti?- sbuffò Kiyoomi, guardando male il ragazzo di fronte a lui.

- Perché ti divertiresti no? Ti piace il Quidditch- affermò Atsumu, fissandolo con un piccolo sorriso.

- E allora? Mi basta guardare le partite, non mi serve venire anche agli allenamenti- dichiarò il moro.

- Potresti divertiti; può venire anche tuo cugino, se vuole-.

Sakusa assottigliò lo sguardo.

- Perché ci tieni così tanto?- chiese.

- Perché sei un ragazzo interessante- affermò Atsumu - abbastanza interessante da piacermi-.

Non solo aveva un'aria interessante, ma anche il suo comportamento gli piaceva parecchio, era divertente stuzzicarlo... E pure il modo in cui, nonostante sembrasse sempre distante, alla fine cedeva alle sue richieste.

- Non mi importa piacerti, mi importa che tu non faccia danni- dichiarò Kiyoomi, deciso a mantenere la sua posizione: non gliel'avrebbe data vinta facilmente.

- Venire a vedermi comporta tenermi d'occhio, no? E poi, vorrei vederti giocare- affermò il biondo.

- Giocare?-. Non giocava da un bel po', anche se ogni tanto ancora si allenava con Komori...

- Sembri appassionato come qualcuno che ha giocato. Non ti va di fare un paio di tiri?-. Il moro lo fissò per un attimo: in effetti, messa così...

- Vengo solo a tenerti d'occhio: ancora non mi fido di te- affermò, superandolo.

- Ti farò cambiare idea- dichiarò Atsumu, seguendolo; i due si diressero verso il campo, dove si trovavano gli altri dell'Inarizaki.

- Finalmente; dov'eri?- sbuffò Aran, quando li vide andare verso di loro.

- A recuperare un giocatore!- esclamò Atsumu.

- Ti ho detto che ti tengo semplicemente d'occhio- sbuffò Kyoomi.

- Arrenditi, quello non ascolta mai- borbottó Rintarou.

- Bene: non perdiamo altro tempo e iniziamo a riscaldarci. Sakusa, se volessi giocare, saresti il benvenuto- affermò Shinsuke.

- Per ora guardo- mormorò il moro; voleva vedere come se la cavassero...

- Va bene- rispose il maggiore, e Sakusa di allontanò appena dal campo.

Osamu invece si avvicinò al gemello.

- Ti interessa proprio quel ragazzo, eh?- commentò.

- È decisamente interessnte- confermò il biondo - e poi, anche se fa tanto il duro, inizia a cedere al mio fascino-.

- Guarda che sono io il più fascinoso-.

- Non è vero!- sbuffò Atsumu - E comunque, stai a vedere - fece un sorriso - lo conquisterò presto!-.

- Non preoccuparti, ti aiuterò io a conquistare il nostro Tsutomu!- esclamò Satori con un sorriso.

- Grazie mille!- esclamò Kanji.

- Ma anche no!- sbuffò Tsutomu - Perché dovresti, senpai?!-.

- Perché mi sembrate una coppia super carina!- dichiarò Satori con un sorriso.

- Ti conviene arrenderti, quando si mette in testa qualcosa non gli passa più- sospirò Eita.

- Piuttosto, come ci siamo trovati in questa situazione?- mormorò Kenjiro, lanciando uno sguardo agli altri tre giocatori della Dateko.

- Ecco, mi dispiace... Koganegawa ci teneva a vedere Goshiki giocare e non siamo riusciti a frenarlo...- mormorò Kaname, leggermente imbarazzato.

- Quel ragazzo è una peste- rise Kenji.

- Nessun problema, tanto stavamo facendo una pausa- affermò Wakatoshi; e poi, Tendou sembrava starsi divertendo... Potevano anche prendersi un attimo di riposo.

Anche se non potevano sottovalutare gli allenamenti: erano abituati a essere i più forti, ma la Fukurodani era riuscita a batterli, ed era certo che Oikawa stesse cercando di escogitare delle nuove strategie.

Anche se non era mai riuscito a batterlo, era sempre meglio fare attenzione alle sue idee... Il modo spericolato in cui aveva sconfitto l'Inarizaki lo confermava.

Sicuramente, stava architettando qualcos'altro...

Spostò lo sguardo su Tendou, che stava ancora parlando con Koganegawa, mentre Goshiki provava a fermarli dall'organizzare qualsiasi loro unione.

Quei due insieme non ci sarebbero dovuti stare per nessun motivo al mondo, ma in fondo... Era divertente.

- È proprio divertente passare questo tempo con voi, sapete?!- esclamò Yuji con un sorriso - Anche se non ho capito esattamente cosa stiamo facendo!-.

- Suguro voleva esplorare un po' i lati del castello che ancora non avevamo visto, e dato che noi non abbiamo gli allenamenti ho pensato che avremmo potuto accompagnarlo- dichiarò Mika.

- Io veramente avrei preferito andare da solo...- mormorò il moro.

- Hai qualche obiettivo particolare?- gli chiese Hana.

Il ragazzo non rispose, ma era chiaro che fosse un sì.

Aveva avuto ragione con quella brutta sensazione, quando ne aveva parlato a Kuroo tempo prima, e qualcosa gli diceva che ancora non era finita.

- Oh, guardate, i bagni delle ragazze al secondo piano!- esclamò Mika - Sono aperti, ma visto che siamo solo in quattro non penso che qualcuno gli abbia mai usati...-.

- Bè, contando cosa nascondessero nella leggenda, è normale...- mormorò Hana; non era una che si lasciava spaventare facilmente, però...

Daisho fissò la porta dei bagni: in effetti, erano un luogo misterioso...

Si avvicinò alla porta e posò una mano sulla maniglia.

- Vuoi provare a entrare?- chiese Mika.

- State indietro- mormorò il ragazzo; aveva un brutto presentimento...

Anche gli altri si fecero più seri; Terushima tirò fuori la bacchetta, tenendo le due ragazze leggermente dietro di lui, mentre osservava il moro aprire la porta.

- Fai attenzione- mormorò Mika.

Daisho osservò l'interno della stanza: sembrava totalmente normale...

- Non sembra esserci nulla- mormorò, facendo un passo all'interno; d'un tratto, avvertì un fortissimo capogiro e iniziò a sentirsi come se l'energia gli stesse venendo risucchiata dal corpo.

Barcollò leggermente e si sentì afferrare per un braccio e tirare indietro; Terushima chiuse la porta con un calcio mentre Mika si avvicinava velocemente a Daisho.

- Stai bene?- mormorò, preoccupata - Non hai una bella cera...-.

- Mi sento solo un po' stordita... Che è successo?- sussurrò il ragazzo.

- Non lo so, c'era qualcosa di strano, sembrava... Che ti stesse risucchiando- mormorò Hana, mentre Mika lo osservava.

- Non lo percepisco più al momento... Dovremmo andare ad avvisare i professori- affermò, voltandosi verso gli altri.

- Dovremmo portarlo in infermeria- mormorò Mika.

- Adesso mi sento meglio, non serve- rispose il ragazzo.

Mika serrò le labbra.

- Penso dovremmo portarti comunque: io... Faccio fatica a percepire la tua magia-.

Bạn đang đọc truyện trên: TruyenTop.Vip