CAPITOLO XXV.
La porta dell'infermeria si aprì e tutta la squadra della Nekoma vi entrò, dirigendosi verso l'unico letto occupato.
- Ma guarda un po', appena torniamo ti cacci subito nei guai?- commentò Tetsuro con aria divertita.
Daisho, seduto sul letto con Mika di fianco, si voltò a lanciargli un'occhiataccia.
- Che diamine ci fate qui?!- sbuffò.
- Kuroo era preoccupato- affermò Kenma, scrollando le spalle.
- Hey, non è vero! Figuriamoci se mi preoccupo per questo qui- sbuffò il maggiore.
- Certo, come fai a preoccuparti senza un cuore?- borbottó Suguro, e i due si guardarono male per un attimo.
- Sei venuto ad avvisare me e Kenma, poco prima della partita; prima che arrivassero dei finti Dissennatori. E adesso ti sei messo a indagare per conto tuo... Che sta succedendo?- gli chiese Tetsuro, fissandolo.
Lui e quel ragazzo non erano mai stati particolarmente amici, ma di sicuro sapeva che non era una cattiva persona e che doveva essere successo qualcosa, se si stava comportando in quel modo.
Daisho sospirò.
- Lo sai, non sono mai stato un tipo onesto, almeno in campo... So riconoscere la disonestà quando la vedo. C'è qualcosa che i professori non ci hanno detto; stavo cercando degli indizi su ciò che è accaduto al torneo. Visto che voi siete sempre presi dagli allenamenti, ho pensato che fosse il momento adatto ma... Non so cosa sia successo- ammise.
- È stato come se la sua magia fosse stata risucchiata via... Per fortuna ora si sta riprendendo, ma non aveva per niente una bella cera- mormorò Mika.
- Hai fatto preoccupare la tua ragazza, eh?- commentò Tetsuro, e il ragazzo lo guardò male.
- È tutta invidia perché io ho la ragazza e tu no. Comunque, i professori sono voluti andare a vedere se troveranno qualche indizio-.
- Dubito serva cercare a lungo: abbiamo già ispezionato questo luogo, quando abbiamo deciso di aprire il castello, e non hanno trovato niente- dichiaró la professoressa Ono, osservando la porta del bagno di fronte a loro.
- Quel ragazzo aveva una chiara carenza di magia, ed è successo all'improvviso dopo che è stato qui- fece notare Ittetsu; la donna scrollò le spalle.
- Probabilmente ha solo avuto un capogiro, deve essersi allenato troppo, o magari stava facendo qualcosa che non dovrebbe e si è inventato tutto. In ogni caso, preside Washijio, non penso sia il caso di farci prendere dal panico: abbiamo appena ricontrollato e non c'è nulla oltre questa porta- affermò, voltandosi verso il preside.
L'uomo per un attimo non rispose, poi annuì.
- Terremo d'occhio questo posto, ma è vero che i ragazzi sono imprevedibili: non facciamoci subito prendere dal panico- disse - forza, che ognuno torni alla sua mansione- ordinò, voltandosi per allontanarsi in direzione del suo ufficio.
La maggior parte dei professori lo imitò, lasciando poche persone nel corridoio di fronte alla porta.
- Io non penso che quel ragazzo stesse mentendo- dichiarò Keishin, voltandosi verso suo nonno, ancora in silenzio.
- Yasufumi, sei stato tu a controllarlo- Ikkei si voltò verso il compagno - cosa mi sai dire?-.
- Non ne sono sicuro: come hanno detto i suoi amici, è parso quasi che la sua magia stesse venendo risucchiata via ma... Non saprei dire a cosa fosse dovuto- affermò - ed è tornata troppo in fretta per riuscire a studiarne a fondo le cause. È vero, ci sono degli incantesimi che consumano parecchia energia, e quei ragazzi in fondo stanno sempre in giro da soli ma... Non mi sembrano tipi da lanciarsi in qualcosa di illegale o troppo pericoloso-.
Ukai annuì.
- È vero, anche se quel ragazzo non è il più onesto di tutti non penso proprio che sia stato lui la causa di quei Dissennatori, né che si sia messo in pericolo di sua volontà. Inoltre, i suoi amici sembravano davvero sconvolti... Teniamoli d'occhio, ma non penso che c'entrino qualcosa- affermò.
- Non dovremmo indagare un po' più a fondo?- fece notare Keishin.
- Lo faremo- affermò l'uomo - ma il preside vuole mantenere un basso profilo, quindi non esagerate con le domande. Vado a vedere se qualche libro può darmi degli indizi su cosa potrebbe essere- dichiarò, prima di allontanarsi, seguito da Nekomata.
- Tsk...- borbottò Keishin.
- Almeno questa volta non hanno completamente ignorato la cosa- mormorò Ittetsu.
- Ci mancherebbe altro, con ciò che è successo...- sospirò Makoto.
- Vuoi provare a entrare a dare un'altra occhiata?- chiese Yusuke.
Ukai fissò per un attimo la porta.
- Meglio di no... Abbiamo visto che non c'è niente, ma tornerò a tenere d'occhio questo posto- dichiarò, e gli altri tre annuirono.
- A proposito, gli altri due ragazzi?- chiese Makoto.
- Penso siano andati a mangiare qualcosa- affermò Ittetsu - per riprendersi-.
- Stai bene Hana-chan? Ti senti meglio?- chiese Yuji, osservando la ragazza di fianco a lui.
- Si, grazie- mormorò lei - sono un po' preoccupata però... I professori hanno detto che Daisho sta bene, ma quello che è successo...-.
- Lo so, e la cosa peggiore è che neanche sappiamo esattamente cosa sia. Però... Lui ora sta bene, e ci sono io a proteggerti- il biondo sorrise - non lascerò che ti accada niente, Hana-chan, puoi starne certa!-.
La ragazza fece un piccolo sorriso.
- Ti ringrazio, ne sono rassicurata- mormorò; in effetti, quel ragazzo era stato davvero rassicurante da avere al suo fianco...
- Hana-chan-. La ragazza si voltò e vide Kyoko e Yachi andare verso di lei, seguite dalla squadra della Karasuno, più Bokuto e Akashi.
- Ciao ragazze- disse con un piccolo sorriso.
- Come ti senti?- le chiese Hitoka, preoccupata.
- Io bene, sono solo rimasta un attimo sorpresa... Ma non mi è successo niente- affermò - siete passate da Mika?-.
- Prima, adesso c'è lì la Nekoma- affermò Kyoko - lei è ancora preoccupata per il suo ragazzo, ma sta bene-.
- Lo immagino- sussurró Hana.
- Terushima, ti posso parlare un attimo?- chiese Daichi.
- Certo!- esclamò il ragazzo con un sorriso, prima di voltarsi verso Hana - Ti lascio un attimo con le tue amiche!-.
La ragazza annuì e il biondo si alzò, dirigendosi con Daichi poco distante da loro.
- Ci hanno detto che hai chiuso tu la porta... Non hai sentito niente di strano?- chiese il moro; sapeva che quel ragazzo non era il più serio del mondo, ma in una situazione simile... Di sicuro non si sarebbe messo a fare scherzi.
Infatti, Terushima diventò subito serio.
- Non so proprio cosa fosse. Era come se ci fosse qualcuno ma... Sinceramente al momento ho pensato prima a portare via le ragazze e Daisho. Però i professori mi hanno detto che non c'era nulla- spiegò.
- Ho capito...- mormorò Daichi. Kuroo gli aveva parlato di ciò che aveva detto loro Daisho... E dopo l'attacco dei Dissennatori, per quanto finti, era ancora più in pensiero.
Lanciò uno sguardo a Suga, rimasto poco distante con il resto della squadra, che annuì.
- Domani, dopo le lezioni... Vieni alla torre dell'orologio. Vorremmo parlare con voi di una cosa- dichiarò.
Terushima rimase leggermente sorpreso da quella frase, ma annuì.
- Va bene! Posso portare Hana?!-.
- Se se la sente certo-. Il biondo annuì, poi i due tornarono verso il gruppo.
- Verrà- affermò Daichi a bassa voce, e Suga annuì: non sapevano esattamente cosa stesse accadendo, ma era chiaro che qualcosa fosse e sembrava che stessero tentando di tenerli all'oscuro.
Però loro non erano ingenui: avrebbero fatto qualcosa, almeno per proteggersi o per capire, soprattutto visto che uno di loro aveva rischiato di venire ferito.
Avevano deciso: non se ne sarebbero stati con le mani in mano.
Per quel giorno, decisero di lasciare che le acque si calmassero un pochino; Daisho si presentò a cena insieme a tutti gli altri, per cui i ragazzi andarono a dormire più tranquilli.
Il giorno dopo si diressero alle loro lezioni come sempre, per poi ti ritrovarsi per la lezione comune fatta apposta per imparare il Patronum.
Quella volta, c'erano i due Ukai come professori.
- Chi di voi sa già evocare un Patronus?- chiese Keishin, osservando i ragazzi.
Kuroo, Bokuto, Yaku e Hinata alzarono la mano.
- Bene, allora mi aiuterete a dare una mano ai vostri compagni. Con i ragazzi di terza, ci stavamo allenando prima a sconfiggere i Mollicci con Riddikulus, e poi passare al Patronus. Qualcuno di voi del primo e del secondo anno se la sente di provare subito, o preferite prima provare con Riddikulus?- chiese Keishin.
Nishinoya, Tanaka, Yamamoto, Terushima, Shirabu, Koganegawa, Goshiki, Futakuchi, Kyotani, Yahaba, Taichi Atsumu, Osamu e Suna alzarono la mano.
- Pare che ci siano un po' di ragazzi coraggiosi e sicuri di sé, eh?- commentò Ikkei con un sorriso.
- Già... Bene: voi rimanete qui con quelli del terzo anno, quelli che invece si sentono ancora insicuri vengano nel mio ufficio- disse Keishin.
- Non pensavo che il grande Kageyama Tobio fosse insicuro su qualcosa- commentò Kei.
- Taci, questo incantesimo non è proprio nelle mie corde- borbottó il moro; anche perché stava andando pure lui...
- Bakageyaka!- Shoyo corse verso il ragazzo, un sorriso in volto - Dopo ricordati che ti aiuterò io, per cui non ti abbattere!-.
- Come se mi servisse il tuo aiuto- borbottó Tobio; per una cosa simile però... Di sicuro quello di Hinata gli serviva.
- A dopo- mormorò, e il più basso fece un sorriso, prima di tornare verso i suoi amici.
- Aone tu sei sicuro di non voler provare?- chiese Kenji al ragazzo, che si voltò verso di lui e annuì.
- Ho capito, preferisci fare tutti i passaggi. Allora a dopo-. Il ragazzo annuì nuovamente e uscì dalla stanza con Kageyama, Tsukishima, Yamaguchi, Yachi, Kenma, Akashi, Inuoka, Shibayama, Kindaichi, Kunimi, Watari, Ennoshita, Kinnoshita e Narita.
- Bene: per quanto riguarda voi invece, conoscete già tutti la formula- affermò Ikkei, osservando i ragazzi di fronte a lui - mettetevi pure nel punto dell'aula che preferite. Ricordatevi che non è un problema se non riuscite subito, l'importante è rimanere su pensieri positivi e ricordi felici. Se preferite iniziare aiutandovi a vicenda, potete farlo senza problemi- dichiarò.
I ragazzi annuirono e si distanziarono leggermente, in modo da potersi allenare meglio.
- Voi date pure una mano chi ne ha bisogno- disse Ikkei, voltandosi verso i quattro che già sapevano usarlo.
- Va bene!- risposero loro, prima di dirigersi verso gli amici.
- Yaku-san! Vero che mi darai una mano?!- esclamò Lev con un sorriso, correndo verso il ragazzo, che alzò gli occhi sl cielo.
- Bè, la gioia di sicuro non ti manca... Probabilmente la cosa importante è che rimani concentrato- borbottó il maggiore - pensa a una cosa e prova a rimanere su quella, niente incantesimo-.
- Va bene! Oh, posso pensare alla prima volta in cui mi hai fatto i complimenti per aver fatto un punto!- esclamò Lev, prima di chiudere gli occhi.
Yaku lo fissò per un attimo, leggermente rosso: quell'idiota sapeva essere veramente tenero...
- Concentrati- gli rispose solamente, lanciandosi uno sguardo intorno per vedere come se la stessero cavando gli altri.
- Sei pronto Asahi-san?! Io non vedo l'ora!- esclamò Yu, saltellando leggermente.
- Forse dovresti provare prima tu- fece notare il maggiore - io... Sono ancora un po' insicuro...-.
- Ma prima voglio vedere riuscire te, così sarò ancora più felice!- dichiarò il minore con un sorriso.
Asahi arrossì appena, poi si fece più determinato.
- Bene, allora ci proverò- affermò, impugnando con più forza la bacchetta.
Un momento felice? In effetti, ne aveva avuti più di quanti ne avesse potuto pensare ma... Forse, c'era un momento in cui ricordava di aver provato per la prima volta una vera felicità.
Quando al suo secondo anno aveva fatto gli ultimi dieci punti che li avevano portati alla vittoria, e nel voltarsi si era trovato di fronte il sorriso di Noya ed era stato circondato dalla sua squadra esultante.
Di sicuro... Era stato uno dei momenti più felici.
- Expecto Patronum- pronunciò, muovendo appena la bacchetta, da cui uscì una flebile luce azzurra.
- C'eri quasi!- esclamò Yu - Ti manca solo un po' di sicurezza ora!-.
Asahi annuì, un piccolo sorriso in volto.
- Ce la farò di sicuro- affermò.
- Pare che Asahi ci sia vicino, eh?- commentò Daichi.
- Con una gioia vivente di fianco come Nishinoya, non poteva non trovare nulla- rise Koushi.
- Tu hai avuto qualche idea?- chiese Daichi, voltandosi verso di lui.
- Si ma... Penso mi ci vorrà un po' di più- mormorò, e il moro annuì.
- Fammi sapere se hai bisogno di una mano- disse.
- Certo! Ovviamente anche tu!- rispose Koushi.
- Lo farò; forza, torniamo a provare-. Sugawara annuì e i due tornarono a concentrarsi.
- Tutte queste coppie mi fanno sentire single- rise Ryunosuke - grazie per starmi dando una mano-.
- Figurati!- esclamò Shoyo con un sorriso - Vedrai che continuando a non arrenderti, prima o poi lo conquisterai!-.
- Lo spero proprio! A proposito, scusa se te lo chiedo ma... Tu e Kagayema uscite insieme?- chiese Ryunosuke.
- Mh? No, perché?- rispose il ragazzo, confuso.
- Bè, siete perennemente insieme e... Non so, ogni tanto sembra da come vi comportate... Non so, siete parecchio uniti- affermò il maggiore.
- È solo perché andiamo tanto d'accordo!- dichiarò Shoyo con un sorriso. Uscire con Kageyama? Non era un brutto ragazzo di sicuro, ma non ci aveva mai pensato fino a quel momento...
Però, in effetti passavano praticamente tutti il tempo possibile insieme, e nonostante i loro caratteri andavano anche d'accordo a modo loro; con quel ragazzo si divertiva molto, si trovava davvero bene. Non è che...
Scosse la testa: non era il momento di pensarci.
- Proviamo?- chiese, e il maggiore annuì, pronto a metterci tutto sé stesso.
- Prova prima tu Wakatoshi, o Oikawa ti batterà di nuovo- rise Satori.
- Preferisco prima guardare te- affermò il ragazzo.
- Sai che non ci riuscirò facilmente- mormorò Satori, guardandosi appena intorno: Semi e Shirabu si stavano dando una mano, come anche Koganegawa e Goshiki... Un po' tutti si trovavano a coppie in realtà.
Probabilmente ci sarebbero riusciti prima di lui.
Sentì un paio di mani posarsi sui suoi fianchi; Ushijima si chinò appena verso il suo orecchio.
- Concentrati. Te l'ho sempre detto, per me sei una persona fantastica: non importa cosa dicono gli altri o cosa fanno, pensa solo a te e ciò che vuoi fare tu- disse.
Tendou chiuse gli occhi, sentendosi leggermente più calmo: in fondo, in pochi lì erano già riusciti, e impiegarci di più non significava per forza che non ci sarebbe riuscito...
Doveva solo stare calmo: soprattutto ora, aveva molto motivi per essere felici, e non si sarebbe lasciato distrarre.
Si lasciò cullare per un attimo dalle braccia del ragazzo alle sue spalle, cercando di concentrarsi su quel momenti che aveva passato con lui, quanto Ushijima lo facesse sentire speciale, ben voluto... amato.
Se aveva lui al suo fianco... Poteva essere davvero felice.
Allungò il braccio e pronunciò l'incantesimo: ormai l'aveva fatto così tante volte che conosceva il movimento a memoria.
Quella volta però, senti come una nuova energia attraversare il suo corpo, e quando aprí gli occhi vide un'aquila azzurra uscire dalla sua bacchetta e librarsi davanti a lui.
Sbarró gli occhi: ci era riuscito, ci era riuscito davvero...
- Te l'avevo detto che ce l'avresti fatta- affermò Wakatoshi.
Tendou sorrise e si voltò, gettandogli le braccia al collo.
- Grazie mille- sussurró; il ragazzo fece un piccolo sorriso e lo strinse appena a sé: quel ragazzo era molto più forte di quanto credesse... Aveva solo bisogno di qualcuno che glielo ricordasse.
- Pare che un po' di persone si stiano avvicinando- commentò Aran.
- Si- affermò Shinsuke, lanciando uno sguardo a Osamu e Suna; nonostante i loro caratteri potessero fare pensare il contrario, aiutandosi a vicenda stavano riuscendo ad arrivare parecchio vicini.
Atsumu invece...
- Davvero, perché sei qui a rompermi le scatole?- sbuffò Atsumu, voltandosi verso Bokuto e guardandolo male.
- Per portarti un po' di gioia! Sei uno dei pochi da soli!- esclamò Koutaro.
- Non puoi andare da lui?- Atsumu indicò con un cenno del capo Yamamoto, che dopo aver parlato un po' con Terushima e Misaki si era spostato da Tanaka e Hinata.
- Nah, lui è con i suoi amici! Tu sei qui da solo!- rispose Koutaro.
Atsumu lo fissò per un attimo; non se ne sarebbe liberato facilmente, meglio ignorarlo...
Bokuto lanciò uno sguardo a Kuroo, che annuì; superò Futakuchi e Moniwa, e anche Yahaba e Kyotani, poi raggiunse Oikawa e Iwaizumi.
- Heylá! Qui come va?! Bisogno di una mano?!- chiese con un sorriso.
- Ho già Iwa-chan a darmi una mano, non preoccuparti; puoi andare a tenere d'occhio qualcun altro- affermò Toru con un sorriso.
- Come sei sospettoso- rise Tetsuro.
- Previdente. Il tuo amico come sta?- chiese Toru.
- Non è mio amico, ma sta bene. Volete qualche consiglio? Altrimenti vado a riprendere Yamamoto- affermò il moro.
- Vai pure-. Kuroo si voltò e si allontanò.
- Mi sembri preso da tutt'altro- borbottó Hajime - non vuoi fare un tentativo?-.
- Preferisco farlo quando siamo da soli- dichiarò Toru, voltandosi verso di lui - adesso stavo tenendo d'occhio la situazione-.
Iwaizumi lo fissò per un attimo: come sempre, si stava caricando più peso del necessario... Anche se comprendeva il suo bisogno di sapere, dato ciò che era accaduto.
- A proposito, chissà come se la stanno cavando gli altri di lá...- mormorò Toru.
Fuori dall'ufficio di Ukai si trovava il gruppetto che aveva deciso di provare la strada più lunga; il professore li stava facendo entrare uno alla volta, tranne quelli come Kindaichi e Kunimi o Inuoka e Shibayama che erano entrati insieme.
- Pensavo che Bokuto ti avrebbe impedito di andare via- commentò Kenma.
- Gliene ho parlato prima apposta; sono un po' troppo razionale per riuscire a compiere un incantesimo simile così tranquillamente, soprattutto in mezzo a tante persone- dichiarò Keiji - in compenso gli ho detto che proveremo quando saremo da soli-.
- Ho paura di quale metodo vorrà usare... Non so come fai a sopportarlo- commentò Kenma.
- Mi piace com'è fatto- dichiarò Keiji - piuttosto, tu e Kuroo...-.
- Ha sempre fatto così quando eravamo soli, non penso ci sia nulla di cui festeggiare- mormorò Kenma.
- Però è strano che abbia iniziato a farlo anche in pubblico- fece notare Keiji. Kenma per un attimo non rispose.
- Forse è solo un po' preoccupato per ciò che è successo. Non voglio farmi illusioni, non ha mai mostrato alcun interesse verso di me in fondo. E ultimamente... Non so, mi sembra molto contento quando... Usciamo con altra gente- mormorò.
- Di chi parli?-. Kenma lanciò uno sguardo alle spalle di Akashi, che si voltò, osservando Tsukishima, Yamaguchi e Yachi che parlavano tra di loro.
- Pensi che...- mormorò.
- Non lo so- tagliò corto il biondo - ma sarebbe l'ennesima prova... Che non nutre alcun interesse verso di me-.
Tsukishima sentì uno sguardo su di lui e alzò appena la testa, ma gli altri stavano parlando tranquillamente.
Tornò a osservare Yamaguchi, che stava chiacchierando con Yachi. Il ragazzo se ne accorse e si voltò verso di lui.
- Tutto bene?- gli chiese. Il biondo annuì.
- Vuoi che ti accompagni dentro?-. Yamaguchi sbarrò gli occhi: non se l'aspettava...
- Mi farebbe piacere...- mormorò - si vede così tanto che sono nervoso?-.
- Sì- rispose Kei - poi decidi tu se rimanere dentro o meno al mio turno. Per me è indifferente-. In realtà, non voleva pensare a cosa si sarebbe trovato davanti, e di sicuro... Avere lì Yamaguchi lo avrebbe aiutato.
- Certo che rimarrò!- esclamò Tadashi con un piccolo sorriso.
- È bello che siate così amici- affermò Hitoka, sorridendo - Kageyama invece è voluto entrare da solo, chissà come se la sta cavando...-.
- Sei pronto Kageyama?- chiese Keishin, posando la mano sulla maniglia dell'armadio.
Kageyama fece un respiro profondo, poi annuì.
Ukai apri l'armadio, e poco dopo il moro vide comparire di fronte a sé un'immagine di sé stesso... Da solo, completamente solo, poteva leggere tutta la solitudine nei suoi occhi.
Deglutì appena: era destinato a diventare quello...?
- Ricordati che non è reale: puoi sconfiggerlo- affermò Keishin, pronto a intervenire in caso di bisogno.
Kageyama annuì e puntò la bacchetta contro il Molliccio.
- Riddikulus- mormorò, cercando di pensare a qualcosa di divertente... E a venirgli in mente fu Hinata.
Un attimo dopo si vide molto più basso, sembrava un bambino arrabbiato che non sapeva bene cosa fare, e i suoi capelli erano più chiari... Quasi come se cercassero di assomigliare ai suoi.
- L'incantesimo era un po' debole, ma è normale non sapere bene come comportarsi- affermò Keishin.
Kageyama annuì distrattamente: gli era venuto da pensare a lui, come quando... Hinata gli aveva detto che lo avrebbe aiutato a lanciare il patronus, e lui si era reso conto che gli unici momenti felici che aveva avuto che non avevano portato a qualcosa di negativo erano stati con quel ragazzo.
Nello specchio delle Brame aveva visto qualcuno al suo fianco... E se fosse stato lui? Per qualche motivo, non gli riusciva così difficile da immaginare che potesse essere Hinata. Forse perché era stato l'unico in grado di rimanere effettivamente al suo fianco, l'unico a non lasciarsi spaventare dal suo comportamento, che anzi non esitava a sfidarlo e farsi valere anche davanti a lui e alla sua arroganza, che l'aveva accolto e fatto sentire, per la prima volta, come se avesse davvero qualcuno al suo fianco.
Deglutì appena: quel ragazzo si stava rivelando talmente essenziale per la sua felicità che la cosa quasi lo spaventava, forse anche per questo aveva avuto un po' paura nel vederlo andare verso nuovi orizzonti.
Non è che...
No, non era possibile che...
- Kageyama? Tutto bene?- chiese Keishin, notando che il ragazzo si era bloccato.
- Si... Mi scusi- mormorò Tobio, voltandosi per uscire velocemente dalla stanza.
Uscì in corridoio e si allontanò appena dal resto del gruppo, fermandosi solo dopo aver volato l'angolo.
Si poggiò con la schiena al muro, il respiro leggermente pesante: aveva bisogno di parlare con qualcuno, aveva bisogno di capire.
Perché l'unica cosa che riusciva a pensare in quel momento, era che in quei mesi passsti con Hinata... Avesse iniziato a innamorarsi di di lui.
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