CAPITOLO I.
Rindou sentí la sua sveglia suonare e si affrettò ad allungare la mano per spegnerla, sapendo bene che se l'avesse lasciata andare non sarebbe successo nulla di buono.
Sospirò e rimase ancora un attimo sdraiato, aprendo lentamente gli occhi per puntarli contro il soffitto.
Si sentiva stanco, ma era ben consapevole del fatto che rimanere a letto non avrebbe cambiato nulla: era stanco di non aver nulla da fare, di non avere alcun obiettivo, passare le sue giornate ad aspettare... Doveva decisamente trovare qualcosa da fare, o sarebbe impazzito presto.
Fortuna che quel giorno doveva uscire con Madarame, almeno si sarebbe potuto sfogare un pochino.
Si alzò dal letto, indossò gli occhiali e uscì dalla sua camera. Casa sua era piuttosto grande, nonostante ci vivessero solo in due; suo fratello si era preso la stanza più lontana dal resto della casa, per cui Rindou potè tranquillamente superare la porta che divideva le camere dalle altre stanze e dirigersi in cucina.
Quasi come un automa, ormai abituato a quei movimenti da anni, iniziò a preparare la colazione. Avrebbe voluto mettere almeno un po' di musica, ma ci teneva alla sua vita...
Mentre finiva di preparare, sentí la porta alle sue spalle aprirsi. Fece un respiro profondo, cercando di capire come quella mattina avrebbe dovuto fronteggiare la situazione, ma prima che potesse voltarsi sentí la fronte di suo fratello posarsi contro la sua spalla.
- Aspirina- borbottò Ran; Rindou si voltò verso di lui: aveva i capelli totalmente scompigliati e sapeva d'alcool...
- Hai di nuovo bevuto?- gli chiese, mentre si allungava verso il ripiano con i bicchieri per prenderne uno. Lo riempí d'acqua e aprì il primo cassetto davanti a lui, tirandone fuori un'aspirina e passando il tutto al fratello, che lo ringraziò con un verso e andò a sedersi a tavola.
Aveva la testa che gli scoppiava, non riusciva a pensare a nulla...
- Cerca di mangiare qualcosa prima- gli consigliò Rindou, posandogli davanti la sua colazione.
- Col cazzo, la testa mi sta esplodendo- sbuffò Ran, buttando giù il medicinale.
- Forse perché hai bevuto fino a mezzanotte e poi dormito fino alle undici... Non penso sia una stile di vita che ti fa molto bene- fece notare Rindou. Ran gli lanciò un'occhiataccia.
- Bevo, mangio e dormo, non ho altro da fare; è una vita perfetta- dichiarò - i lavori che facciamo per Izana ci pagano abbastanza da non doverci preoccupare di altro, quindi perché stressarci?-.
Rindou si morse appena l'interno della fuancia: suo fratello era sempre stato uno scansafatiche, amava mettersi in mostra ma faceva sempre il minimo indispensabile.
Però almeno un tempo ne sembrava felice: adesso, invece...
- Pomeriggio esci con Madarame, giusto?- gli chiese Ran. Il ragazzo annuì.
- Vuoi venire anche tu?- gli chiese, leggermente speranzoso; era un po' che non faceva un giro con suo fratello in fondo. Avevano smesso da quando...
- Nah, è una rottura, non voglio sentirlo parlare di quanto scopa tutto il tempo. Rimarrò a casa a guardare la televisione- affermò Ran. Rindou serrò appena le labbra.
- Potremmo andare solo noi due, un giorno- mormorò. Ran lo fissò, leggermente confuso.
- Ok Rin, vengo da una notte assurda e ho mal di testa, se devi dire qualcosa dillo chiaramente- sbuffò. Ultimamente suo fratello era strano... Vivevano nello stesso modo da anni, come mai proprio adesso si metteva a fare quei discorsi?!
- Nulla, non c'è nulla, volevo solo stare un pochino con te- Rindou si alzò - ma immagino che possiamo farlo anche a casa. Ti preparo qualcosa per il pranzo, così non rischi di digiunare solo perché non ci sono-.
Ran lo segui con lo sguardo: sí, suo fratello era decisamente strano... Non capiva proprio come mai si lamentasse in quel modo, non c'era nulla di diverso dal solito in quello che stavano facendo.
Lo osservò per tutto il tempo in cui Rindou rimase in stanza a cucinare, mentre finiva tranquillamente la sua colazione. Pareva molto pensieroso...
- Ho fatto, te lo lascio in forno; ci vediamo dopo- affermò Rindou, prima di uscire dalla stanza.
Ran lo fissò per un attimo. Erano sempre stati molto uniti, ma in effetti era un po' di tempo che Rindou non era più affettuoso come una volta.
Sospirò mentre si alzava: bè, in fondo erano cresciuti, era anche normale. Sapeva di non essere una delle persone migliori del mondo, ma suo fratello lo conosceva e gli era sempre andata bene così... Non aveva nulla di cui preoccuparsi.
Vide Rindou tornare in cucina, indosso una maglietta e dei jeans.
- Io vado- affermò, afferrando le chiavi della sua moto - chiamami se hai bisogno di qualcosa-. Ran annuì.
- Buon divertimento, cerca di essere indietro per cena-.
- Certo; a dopo- lo salutò il minore, prima di uscire di casa. Ran rimase per un attimo immobile, in silenzio, prima di alzarsi e andare verso il frigorifero.
Ne tirò fuori una bottiglia di birra e la stappò, prima di dirigersi in camera sua. Non aveva motivo di cambiare ciò che faceva: l'ultima volta che ci aveva provato non era andata bene, e gli aveva ricordato che quello era lo stile di vita che gli piaceva; no, era deciso a non cercare nulla di nuovo. Meglio continuare a vivere così.
Ma chissà se suo fratello...
Rindou stava scendendo dalla moto in quel momento; si doveva incontrare insieme a Madadame davanti al loro solito bar, ma decise di parcheggiare lì vicino, in modo da poter camminare un po'. Ne aveva bisogno, aveva bisogno di muoversi o sarebbe impazzito... Ormai sapeva di non poter contare sulla compagnia di suo fratello, e per quanto la cosa fosse frustrante per il momento non aveva modo di cambiarla.
Si infilò le chiavi della moto in tasca e iniziò a camminare, guardandosi leggermente attorno. Un tempo andava sempre in quella zona, lui e Ran uscivano almeno un paio di volte la settimana: si trovava al confine di Roppongi, quindi era ancora nella loro zona e non c'era pericolo che qualcuno li disturbasse, ma allo stesso tempo non essendo al centro avevano la possibilità di stare un po' tranquilli.
Lui e suo fratello erano stati da soli a lungo, ed era sempre andata bene così a entrambi; ma da quando era avvenuto quel fatto, Ran era diventato ancora peggio di prima, e sembrava non accorgersi nemmeno di quanto la cosa lo facesse stare male...
Serrò le labbra. Un tempo avevano tanti progetti, volevano fare un bel po' di cose insieme; erano i fratelli Haitani dopotutto, il solo pensiero di separarsi uno dall'altro era insopportabile, per cui qualsiasi cosa ci fosse da fare la decidevano insieme.
Rindou ricordava bene che una volta Ran aveva scherzato sul fatto che avrebbero dovuto aprire un locale insieme; aveva detto che lui sarebbe rimasto in ufficio a pensare ai conti e a riposarsi, e sarebbe stato il minore a doversi occupare di tutto il resto.
Rindou gli aveva dato dello stronzo, ma in realtà l'idea non gli dispiaceva per nulla: in quel modo, sarebbe potuto continuare a stare con suo fratello, avere un loro lavoro che li rendesse indipendenti dal resto del mondo, com'erano sempre stati.
Anche se erano passati anni da quel momento, quel piccolo sogno di avere il loro angolo di paradiso era cresciuto dentro Rindou, il quale più volte si era trovato a chiedersi se un giorno quel locale sarebbe nato davvero.
Ma pareva che Ran non avesse intenzione di fare più nulla...
Alzò appena lo sguardo e qualcosa catturò la sua attenzione. Di fianco a lui, c'era la serranda di un edificio piuttosto grosso, di colore azzurro, con un cartello VENDESI appeso sopra.
Lo fissò per un attimo: se non si sbagliava, un tempo quel luogo era un locale, doveva avere chiuso.
Un sorriso amaro comparve sul suo volto: sembrava quasi uno scherzo... O forse, doveva prenderlo come un sogno che era il momento di tornare a parlarne con Ran?
- Hey tu! Non ci pensare, eh!-. Rindou impiegò un attimo a capire che stavano parlando con lui e voltarsi.
Si trovò di fronte un ragazzo più basso di lui, con in testa una nube di capelli di uno strano colore misto tra rosa e arancione, e in volto un sorriso che in un certo senso sembrava mettere i brividi.
- Quel luogo ormai l'ho visto prima io!-. Rindou sbatté un paio di volte le palpebre.
- Guarda che stavo solo guardando, non è illegale- fece notare. Il ragazzo alzò un sopracciglio.
- Mh? Meglio così allora- affermò. Rindou lo fissò per un attimo: era un ragazzo piuttosto strano...
- Vuoi aprire un tuo locale?- gli chiese, tornando a guardare il luogo di fronte a sé.
- Forse, devo ancora decidere. La mia idea principale era un Host Club, ma è difficile da tirare su, quindi probabilmente ci inserirò anche altro, come un piccolo ristorante o un locale notturno- dichiarò il ragazzo - un amico mi sta dando una mano con i soldi, ma da solo è un po' difficile aprire un luogo mio-.
Rindou si voltò nuovamente a guardarlo. Quel ragazzo stava continuando a sorridere, ma il suo sguardo era decisamente serio: doveva tenerci davvero tanto ad aprire quel luogo...
- Anche a me piacerebbe aprire un locale- mormorò - i soldi non mi mancano-.
- Mh?- il ragazzo si voltò verso di lui, un'espressione leggermente confusa in volto - Ti stai proponendo di diventare mio socio in affari?-.
Nel sentire quella domanda, Rindou si rese conto di quanto fosse suonata ridicola la sua frase: quel ragazzo era uno sconosciuto che stava prendendo quell'idea molto sul serio... Lui si stava aggrappando a un sogno che aveva un tempo con suo fratello, e che probabilmente non sarebbe mai diventato realtà.
- Scusami, dimentica ciò che ho detto- mormorò, voltandosi - è meglio che vada. Ti auguro buona fortuna per il tuo locale, magari quando sarà aperto passerò un paio di volte- affermò, facendo per riprendere a camminare.
- Aspetta- lo fermò il ragazzo, osservandolo; qualcosa gli diceva che non scherzava affatto... E per qualche motivo, gli sembrava che quel ragazzo fosse molto particolare e interessante, c'era qualcosa in lui che quasi lo inteneriva. Forse perché la sua espressione da cucciolo abbandonato gli ricordava qualcuno...
Rindou si voltò verso di lui, leggermente confuso, e il ragazzo gli si avvicinò.
- Ti lascio il mio numero- affermo. Rindou sbatté un paio di volte le palpebre, sempre più confuso.
- Come mai?- gli chiese. Il ragazzo scrollò le spalle.
- In caso cambiassi idea- affermò, prima di allungare la mano. Rindou lo fissò ancora per un attimo: era una totale follia, però...
Tirò fuori il telefono, lo sbloccò e glielo porse; il ragazzo digitò velocemente il suo numero, prima di restituirglielo.
- Bene, devo tornare dal mio fratellino ora; chiamami in caso cambiassi idea!- esclamò, prima di salutarlo con un cenno della mano e allontanarsi.
Rindou rimase a fissarlo per un attimo, ancora confuso da quello che era successo, prima di abbassare lo sguardo sul suo telefono: quel ragazzo si era salvato come Smiley... Chissà come mai...
- Io ti stavo aspettando dall'altra parte della strada e tu ti metti a rimorchiare?-. Rindou si voltò di scatto e vide il suo amico Madarame andargli incontro.
- Mi dispiace molto averti fatto aspettare, ero arrivato in anticipo ma non avevo pensato di mettermi a conversare per strada- ritirò velocemente il telefono e chinò appena il capo in segno di saluto.
Nonostante lui e Madarame fossero amici da anni ormai, comunque Rindou era un ragazzo che rispettava molto le persone più grandi di lui, e l'anno in più che aveva Madarame lo aveva sempre spinto a trattarlo con un certo riguardo.
- Sai che non ti devi fare sti problemi, soprattutto con tutte le volte in cui sono arrivato in ritardo per una scopata in più- Shion si spostò di fianco a lui e gli posò una mano sul retro della nuca, scompigliandogli leggermente i capelli.
Rindou fece un piccolo sorriso e si tirò su: sapeva bene che Madarame era una persona diversa dalla maschera di menefreghismo e sadismo dietro cui si nascondeva, ma di base non era molto affettuoso... Da quando Ran si era allontanato dal gruppo però, aveva iniziato a compiere quei gesti d'affetto quasi fraterni nei suoi confronti, e non poteva fare a meno di essergliene grato.
Rindou era un Haitani, aveva spedito molte persone all'ospedale e passato il suo bel periodo al riformatorio; ma era anche un fratello minore, a volte più bisognoso di attenzioni di quanto si potesse pensare, soprattutto se si parlava di Ran. E questo ormai anche Madarame lo aveva capito.
- Però davvero, chi era quello?- gli chiese Shion, infilandosi le mani in tasca. Rindou scosse la testa.
- Non ne ho idea; mi ero fermato a osservare quel locale che ha chiuso e... Vuole acquistarlo lui. Abbiamo parlato un attimo e mi ha lasciato il suo numero, ha detto di chiamarlo in caso cambi idea e voglia dargli una mano ad aprirlo- raccontò.
A dirlo così, era una situazione ancora più strana...
- Davvero, Rindou?!- sbuffò Shion - Pensavo che volessi aprire un locale solo per stare con Ran, ancora sei fissato con questa storia?!-. Rindou si sentì arrossire appena.
- Io... Vorrei ancora poter fare qualcosa con mio fratello- mormorò - ma ormai, non ce la faccio più in generale a stare a casa senza fare nulla. Forse mi farebbe bene trovarmi un passatempo-. Madarame lo fissò per un attimo.
- Hai provato a parlare con tuo fratello?-. Una risata amara uscì dalle labbra del minore.
- Hai idea di cosa comporti parlare con Ran, vero? Devo ricordarti tutti i miei amici che ha massacrato per il semplice motivo che giravano per casa a "fare casino" quando lui all'una di pomeriggio stava ancora dormendo?- commentò.
- Tu sei suo fratello, con te è sempre stato diverso- gli fece notare Shion.
- Lo era prima- mormorò Rindou - lo sai che da quando c'è stato quell'avvenimento... È peggiorato parecchio, passiamo a malapena insieme i pasti, e la sera solo se lui va a vedersi un film in salotto e io lo raggiungo, ma la maggior parte del tempo sta in camera sua-. Madarame sbuffò leggermente.
- Non capisco proprio perché si sia ridotto così. Non gli è mai importato di questo genere di cose, e sapeva molto bene dall'inizio come sarebbe finita- gli fece notare.
- Però ci ha provato- mormorò Rindou - ci ha provato e non è servito a nulla. Probabilmente, non vorrà più provare a fare nulla di nuovo-.
Madarame lo fissò per un attimo, poi sospirò.
- Bè, tu lo conosci decisamente più di me. In ogni caso, ti consiglio di parlargli della proposta di quel ragazzo, magari si sveglia un po'; fino a quando non lo avrai fatto, non voglio più sentir parlare di tuo fratello- Shion gli fece passare un braccio attorno alle spalle - siamo qui per divertirci, non per pensare a cose tristi!-.
Rindou fece un piccolo sorriso.
- Hai ragione; grazie mille. Andiamo a mangiare?- gli propose.
- Finalmente! Ho una fame- sospirò Shion, iniziando a camminare.
Rindou lo segui, e una parte di lui non poté fare a meno di chiedersi se l'incontro con Smiley avrebbe davvero potuto aiutarlo; chissà cosa stava facendo in quel momento il ragazzo...
Smiley aprí in quel momento la porta di casa, un sorriso in volto.
- Sono tornato!- urlò, mentre un buonissimo profumo di ramen lo accoglieva all'ingresso. A seguirlo, ci fu un rumore di passi che precedette l'entrata nell'atrio all'ingresso di un ragazzo alto come lui, della sua stessa età, con i capelli molto simili ai suoi, solo che erano di colore azzurro.
- Bentornato, fratellone- gli disse.
- Ciao, Souya; noto che stai facendo altri esperimenti- rise Smiley, togliendosi le scarpe e raggiungendolo; allungò la mano, scompigliandogli appena i capelli.
Il suo fratellino era troppo tenero, soprattutto visto che aveva quell'espressione arrabbiata che contrastava totalmente con il suo carattere dolce... Gli faceva veniva voglia di abbracciarlo anche troppo forte.
- Sí, volevo cercare di capire quali nuovi gusti di ramen potevamo provare da mettere nel tuo futuro menù- dichiarò Angry.
- Tu non dovresti studiare? Pensavo che medicina fosse impegnativa- rise Smiley.
- Sai che la faccio per passione e per potervi aiutare ma... Voglio anche darti una mano con il locale- dichiarò Angry.
- Sei davvero super tenero!- esclamò Smiley, stringendolo in un abbraccio - Non preoccuparti fratellino, sono più che felice di ogni tuo aiuto. Ti dò una mano con il ramen! Lascio giù le cose che ho comprato- lo lasciò e lo superò per entrare in cucina.
- Ci hai impiegato più del solito; hai incontrato qualcuno lungo la strada?- gli chiese Angry, seguendolo.
- Sí, ma nessuno che conosciamo: ho trovato un ragazzo interessante davanti al locale- rispose Smiley, mentre lasciava giù le borse con tutte le cose che aveva comprato.
- Davvero? Voleva qualcosa in particolare?- gli chiese Angry, affiancandolo per dargli una mano a ritirare il tutto.
- No, stava solamente guardando ma... Mi sembrava piuttosto triste- mormorò Smiley; anzi, più che triste... - Aveva il tuo stesso sguardo quando sai che per un po' saremo pieni di impegni e non potremo stare insieme. Sembrava proprio un fratellino minore solo e preoccupato! Mi ha fatto tenerezza- rise.
Angry avvertì le sue guance diventare leggermente rosse: suo fratello un tempo lo prendeva sempre in giro, ma quando era così dolce nei suoi confronti lo faceva sempre sorridere...
- Gli ho detto di chiamarmi, in caso abbia voglia di darmi una mano al locale. Con i soldi che abbiamo messo da parte e l'aiuto di Koko e degli altri, se ci aggiungiamo anche una mano da parte sua possiamo di sicuro riuscire ad aprire il nostro locale prima di quanto pensiamo!- esclamò Smiley, continuando a sorridere: finalmente, avrebbero avuto il luogo che desideravano.
- Lo spero davvero tanto fratellone! E mi hai reso curioso di conoscere questo ragazzo- affermò Angry; di solito non era così semplice che a Smiley piacesse qualcuno, ma pareva che quel ragazzo lo avesse colpito.
- Come andrà quella storia... Dipende tutto da se mi chiamerà o no-.
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