IX

Il corridoio dell'ospedale era rumoroso, pieno di gente che borbottava, parlava ad alta voce e si disperava.

Yumichika era seduto su una sedia di plastica e stava rannicchiato su di sé.
Al suo fianco c'erano sedute Rangiku e Yachiru, che guardavano il modello addolorate.
Era passata un'ora da quando Ikkaku era stato portato in sala operatoria, ma non avevano ancora ricevuto sue notizie.

Renji, che era un grande amico del maestro di kendo, andava su e giù per il corridoio, venendo sgridato a ripetizione da Rukia, che lo stava guardando male.
Kenpachi continuava a sbuffare, mentre Gin e Hitsugaya erano seduti al fianco delle due ragazze, non sapendo cosa fare o dire.

Addirittura Hisagi e Kira, membri della nona e della terza, li avevano seguiti in ospedale.
Avevano fatto amicizia con Madarame di recente, una volta erano pure usciti a bere con lui e Ayasegawa, quindi si erano sentiti in dovere di rimanere vicini ai loro nuovi amici.

Quando videro la scritta "Operazione in corso" spegnersi, Yumichika si alzò dalla sedia, seguito da Rangiku.
La porta si aprí, rivelando Ishida Uryuu, medico e amico di Ichigo e gli altri.

<<È finita.>> disse Ishida, raggiungendo il modello.
Quest'ultimo si sentí crollare il mondo addosso, correndo in fretta e furia nella stanza.

Era finita?
Voleva dire che Ikkaku era morto per colpa sua, perché l'aveva protetto?

Si avvicinò al lettino e guardò l'uomo, che aveva entrambi gli occhi chiusi.

<<Non puoi lasciarmi... Stupido, dimmi qualcosa.>> mormorò con gli occhi lucidi.
<<Mamma mia, non immaginavo che potessi essere una lagna del genere.>> sentí borbottare e si stupí quando si rese conto che si trattava della voce di Ikkaku.
<<Sei vivo?>> sussurrò.
<<Certo che sì!>> esclamò la guardia del corpo, aprendo gli occhi e fissandolo.

<<Ma il dottore...aveva detto che era finita...>> singhiozzò Yumichika, voltandosi verso la porta della stanza, da cui stava entrando Uryuu proprio in quel momento.
<<Non so cosa tu abbia capito, ma io intendevo l'operazione. E non mi hai fatto neanche finire di parlare... Il colpo non aveva toccato nessun punto vitale, quindi era ovvio che si fosse salvato.>> commentò Ishida, sospirando piano.

<<Grazie...>> disse Ayasegawa, riferendosi al medico, mentre si sedeva sul bordo del letto, abbracciando Madarame.
<<Non c'è bisogno di ringraziarmi...>> borbottò Uryuu imbarazzato, mentre i tre sentivano dei passi avvicinarsi alla stanza.

<<Beh, hai fatto il tuo lavoro, quindi prenditi i tuoi ringraziamenti. Sei sempre il solito che si imbarazza troppo facilmente, Ishida.>> affermò Ichigo, entrando nella stanza con Orihime e Sado.
<<Kurosaki, hai già finito in centrale?>> domandò il dottore, mentre il modello e la sua guardia del corpo si voltavano a guardare i poliziotti.
<<Si. Avrebbe potuto prendersi una pena minore ma, visto che possedeva un'arma illegale e ha cercato di uccidere una persona sparandogli, se ne starà buono per un po' in prigione.>> rispose l'arancio.

Orihime, al suo fianco, sorrise caldamente, per poi notare gli sguardi dei due.
Indicavano chiaramente che avevano qualcosa in sospeso di cui parlare, quindi la ragazza trascinò via sia Ichigo, che Sado e Ishida, che si chiuse la porta alle sue spalle.

Un silenzio surreale piombò nella stanza, mentre il moro si staccava dalle braccia del più alto, per poterlo guardare per bene negli occhi.

<<Stupido! Sei stato veramente un idiota a rischiare la vita così!>> urlò Yumichika, su tutte le furie.
<<Non avrei mai permesso a quell'uomo di ferirti...anche a costo di perdere la mia vita.>> borbottò Ikkaku, alzando gli occhi al cielo, mentre usava il telecomando del letto per mettersi seduto senza provare dolore alla ferita al petto.

<<Ecco perché dico che sei uno stupido!>> esclamò il modello.
<<Sono uno stupido perché voglio proteggere la persona che amo?!>> sbuffò il maestro di kendo.
<<Anche...aspetta, cosa?!>> Ayasegawa si alzò di scatto dal letto, scioccato da quelle parole.

<<Senti, Yumichika, ora fai un bel respiro e mantieni la calma. Poi, ti siedi qui vicino a me e mi ascolti.>> lo pregò Madarame, esausto.
Il moro annuì lentamente, respirando e sedendosi di nuovo sul bordo del letto.

Sobbalzò appena, quando l'altro gli prese le mani nelle sue, ma ricambiò la stretta, accennando un dolce sorriso.

<<Così mi piaci di più.>> sussurrò Ikkaku.
<<Ma se hai detto che mi ami? Vuol dire che ti piaccio sempre.>> rispose Yumichika, sorridendo con sarcasmo.
<<In effetti, mi piaci sempre. E mi sarebbe dispiaciuto non dirtelo.>> disse il maestro di kendo.
Il modello lo guardò negli occhi.
<<Anche a me sarebbe dispiaciuto non dirti che ricambio.>> mormorò il più basso.

<<Sei serio?>> Madarame deglutí.
<<Secondo te? Prima della sfilata ti ho baciato. È stato il mio primo bacio perché, visto quanto sono bello, non mi sono mai innamorato di qualcuno. Ma tu sei diverso...>> Ayasegawa lo guardò con arroganza, ma anche con sincerità — era veramente il suo primo amore e il suo primo bacio.

Ikkaku lo guardò per un attimo sorpreso, processando le sue parole, per poi prendergli il viso tra le mani.

<<Sei troppo bello per me.>> commentò, osservando gli occhi ametista dell'altro.
<<Non c'entra nulla la bellezza. Io ti amo per quello che sei. Anche se sei un pelato con poca eleganza, ti prendi cura di me, mi proteggi, mi tratti come una persona, non come una bambolina di vetro. E tutto questo mi rende felice, mi fa battere il cuore e...mi fa capire che ti amo.>> Yumichika disse tutto d'un fiato.

Madarame sbatté le palpebre, per poi scoppiare a ridere.
Gemette piano, visto che aveva mosso troppo il petto con la ferita, mentre l'altro lo guardava male.

<<Perché ridi?>> Ayasegawa alzò un sopracciglio.
<<È una dichiarazione troppo strana, mi hai pure dato del pelato. Ma mi rende incredibilmente felice. Perché anch'io ti amo e non solo perché sei bello. Mi piace passare del tempo con te, proteggerti, sei una compagnia piacevole.>> ammise il maestro di kendo, con ancora le mani sulle guance dell'altro, mentre avvicinava il volto al suo.

<<Non mi sono mai dichiarato, accontentati.>> borbottò Yumichika.
<<E io non ho mai ricevuto una dichiarazione prima di questa.>> disse Ikkaku sinceramente.
Il corvino sorrise e si sporse verso di lui, poggiando le labbra su quelle del più alto, che ricambiò subito il gesto, dando inizio ad un tenero bacio.

<<Voglio stare con te...>> sussurrò il modello sulle labbra dell'altro, quando il bacio volse al termine.
<<Quindi vuoi diventare il mio ragazzo?>> domandò il maestro di kendo, mentre l'altro ragazzo annuiva.
<<E allora staremo insieme.>> disse a bassa voce Madarame, baciando nuovamente Ayasegawa, che si strinse a lui.

<<Scusate il disturbo ma...questa sarebbe la sala delle operazioni, dovremmo spostare Madarame...>> borbottò Ishida, facendo capolino dalla porta ma non guardando verso i due, che si stavano ancora baciando.
<<Oh, scusa.>> mormorarono in coro, staccandosi.

Yumichika si alzò dal letto, mentre due infermieri si avvicinavano per spostare in un'altra stanza Ikkaku.
Il modello uscì subito in corridoio, venendo bloccato da Rangiku.

<<Com'è andata?>> domandò la bionda, sorridendo affabile.
<<Stiamo insieme.>> rispose Ayasegawa, con gli occhi che brillavano.

Il suo primo amore lo ricambiava e ora stavano insieme.
Quella che doveva essere la sua guardia del corpo era diventata il suo primo ragazzo.
Non poteva non esserne felice, mentre osservava il suo amato sdraiato sul letto d'ospedale, che stava venendo spostato.

<<Eh già, lo amo tanto.>> sussurrò Yumichika, sorridendo con dolcezza.

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