VI
Erano ormai passati due mesi dalla notizia che avevano dato Rangiku e Yachiru a Yumichika, ma non avevano ancora ricevuto ulteriori aggiornamenti.
Il sospettato era introvabile, si erano perse completamente le tracce di lui.
Il modello, nel corso di quei due mesi, era diventato lievemente più taciturno.
Aveva paura, il terrore lo logorava ogni istante.
Eppure, non temeva per la sua incolumità, ma per quella della sua guardia del corpo.
Sapeva che poteva fidarsi di lui ma, al tempo stesso, era anche a conoscenza del fatto che l'altro l'avrebbe protetto ad ogni costo, fregandosene della sua vita.
Era proprio questa consapevolezza a terrorizzarlo maggiormente.
<<Yumichika.>> si sentì chiamare da una voce alle sue spalle.
Il moro, che fino a quel momento era rimasto ad osservare il paesaggio fuori dalla finestra del suo ufficio alla Soul Society, si voltò, accennando un debole, ma comunque luminoso, sorriso.
<<Ikkaku.>> disse lui di rimando, trovando veramente piacevole come quel nome scivolava con grazia e armonia sulla sua lingua.
<<Ho appena finito di parlare con Renji.>> affermò il più alto, fermandosi al fianco dell'altro e osservandolo.
Aveva lasciato il modello per qualche minuto da solo per parlare con il suo amico dai capelli rossi, visto che aveva delle novità da riferirgli.
<<Com'è andata?>> chiese Ayasegawa, ricambiando lo sguardo con i suoi occhi viola.
<<La polizia gli ha fatto avere questa.>> il maestro di kendo tirò fuori dalla tasca una foto, che porse al più basso.
Yumichika prese la foto tra le mani, lentamente, e la scrutò, spalancando gli occhi sorpreso.
Conosceva molto bene la persona che era raffigurata in quella foto.
Non avrebbe mai potuto dimenticare i lunghi capelli ricci e neri, tendenti al viola, il corpo muscoloso e quel viso che riteneva ancora a dir poco orribile.
Charlotte Chuhlhourne, quello era il nome dell'uomo che aveva umiliato ormai due anni prima, ad una sfilata pubblica.
<<Lo conosci?>> domandò Madarame, notando lo stupore dell'altro.
<<Come potrei dimenticare un essere così tanto brutto e osceno?>> commentò il moro, sospirando piano.
All'inizio, quando si era trovato per la prima volta quell'uomo davanti, aveva chiuso gli occhi, strizzandoli con forza, per non vedere tutta quella bruttezza, che era veramente troppa per i suoi poveri, ma bellissimi, occhi viola come l'ametista.
<<Beh, da quello che sembra, è lui il sospettato del tuo caso.>> affermò Ikkaku, allungando la mano per riprendere la foto, che poi avrebbe restituito a Renji, ben conscio che non avrebbe fatto vedere mai più quell'uomo al modello.
<<Mi odia, quindi ha senso.>> rispose il più basso, scrollando le spalle.
<<Perché ti odia?>> chiese il maestro di kendo, veramente incuriosito da quell'affermazione.
<<Circa due anni fa ero stato invitato ad una sfilata pubblica, in cui ci sarebbe stato un vincitore. Anche all'epoca, fu Matsumoto a procurarmi i vestiti. Charlotte era un altro dei partecipanti ed era convinto di poter vincere — probabilmente era cieco. Comunque, io vinsi con quasi la totalità dei voti, schiacciandolo completamente.>> spiegò il modello.
<<Hai fatto solo quello? L'hai solo schiacciato?>> la guardia del corpo corrugò la fronte.
<<Diciamo che pubblicamente ho affermato di essere decisamente più bello di lui, che era solo un ammasso di spazzatura orrendo...>> sussurrò Yumichika, facendo sorridere l'altro; sì, quelle parole erano proprio da lui.
<<Almeno ora la polizia ha una pista. E lui avrebbe un movente, anche se non troppo valido, per farti fuori.>> disse Ikkaku.
<<Ma lui non mi ucciderà, vero? Insomma, ci sei tu a proteggermi...>> mormorò il moro.
<<Esatto, ci sono io a proteggerti.>> annuì il più alto, passando delicatamente una mano tra i capelli dell'altro, che non si scostò minimamente, arrossendo appena.
Ayasegawa distolse lo sguardo quasi subito, dopo che la mano della sua guardia del corpo entrò a contatto con i suoi capelli.
Solitamente, non si sarebbe fatto toccare i suoi capelli da nessuno.
Ma era ben conscio che Madarame non era quel "nessuno", era qualcuno che ormai stava diventando sempre più importante per lui.
Il maestro di kendo fece un passo in avanti verso di lui, osservandolo in silenzio.
Il moro chiuse gli occhi per un attimo, riaprendoli subito dopo quando la mano dell'altro si spostò dai suoi capelli alla sua guancia destra.
I loro sguardi si incrociarono, facendo arrossire entrambi, mentre un piccolo brivido percorreva le spine dorsali dei due ragazzi.
Yumichika fece per dire qualcosa, voleva fargli sapere quello che provava, ma venne fermato di colpo.
La porta dello studio era stata aperta e da essa fece capolino Yachiru, che fece vagare lo sguardo nella stanza.
La rosa sorrise, quando vide Ikkaku con ancora la mano poggiata sulla guancia del modello, e il suo sorriso si allargò ancora di più quando i due ragazzi si allontanarono leggermente, con le guance rosse e gli sguardi colmi d'imbarazzo.
<<Ho interrotto qualcosa?>> chiese Kusajishi, sapendo perfettamente che aveva interrotto qualcosa.
<<No...>> mormorò Ayasegawa, pure le punte delle sue orecchie erano diventate rosse.
Madarame sbuffò sonoramente, ma non disse nulla, preferendo alzare gli occhi al cielo.
<<La polizia è qui per parlarvi.>> disse la manager, saltellando poi fuori dall'ufficio.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo, decidendo di comune accordo di parlare dopo di quello che stava per succedere tra loro ma che era stato fermato dalla ragazza.
-
<<Renji vi ha fatto vedere la foto del sospettato, vero?>> domandò Ichigo, seduto sul divanetto di fronte al modello e alla sua guardia del corpo.
<<Esatto. Conosco bene quel tizio e so che mi odia.>> rispose Yumichika, annuendo.
<<Bene, perché abbiamo ritrovato le sue tracce. Ma abbiamo paura che lui possa scappare di nuovo, quindi abbiamo un piano da proporvi.>> affermò Kurosaki, voltandosi poi verso Orihime, come sempre al suo fianco.
<<Pensiamo che voi della Soul Society dobbiate organizzare un set fotografico e far partecipare Ayasegawa-san.>> iniziò a spiegare la ragazza, ma venne fermata subito.
<<Non farò mettere in pericolo Yumichika.>> il tono di voce di Ikkaku era talmente tanto fermo e convinto che nessuno osò replicare per qualche istante.
<<Aspetta un attimo e falla parlare...>> lo riprese il moro, che venne ringraziato con uno sguardo dai due poliziotti.
<<Riteniamo che organizzare un set fotografico in un luogo pubblico, possa essere un'ottima esca per il sospettato. Ovviamente, non saranno presenti civili, ma poliziotti in borghese e i membri dell'agenzia Soul Society. In più, Ayasegawa-san non si troverà da solo a fare da modello.>> spiegò Inoue.
<<Ah sì? E chi farà da modello con lui?>> Madarame la guardò per un attimo male.
<<Tu.>> rispose semplicemente Ichigo.
E così, il silenzio calò nella stanza.
Bạn đang đọc truyện trên: TruyenTop.Vip