CAPITOLO VII.

MINATO'S POV.

Sospiro e chiudo la chiamata: almeno sono riuscita a sentirlo prima che andasse fuori di testa...

– Sei riuscita a parlare con Souta?- mi chiede Maemi, sedendosi di fianco a me sul divano. È una fortuna che l'abbia invitata in casa a bere qualcosa dopo la nostra uscita, anche se la mia idea non era proprio dover comunicare al mio migliore amico che il ragazzo di cui è innamorato è in ospedale... Spero non faccia niente di avventato...

– Si, mentre era in macchina; sta andando adesso da Kosuke- rispondo, voltandomi verso di lei: sembra parecchio in ansia... in effetti, anche se lei e Kosuke si sono lasciati, sono stati insieme a lungo, e Kosuke in fondo è un bravo ragazzo, l'abbiamo sempre saputo che la sua era tutta finzione.

Maemi mi ha raccontato che lui era il primo a non riuscire ad accorgersene, ma da quello che mi ha detto Souta, sta iniziando un pochino a comprenderlo. Probabilmente, è perché i sentimenti di Souta verso di lui sono sempre stati sinceri, così come il suo desiderio di aiutarlo e farlo stare bene: dev'essersi sentito molto rassicurato, per questo ora sta iniziando a cambiare.

– Non preoccuparti, l'ospedale ha detto che non è niente di grave; vedrai che ci penserà Souta a lui- affermo.

– Non si arrabbierà?- mi fa notare lei.

– Si ma... si prenderà comunque cura di lui- mormoro. In effetti, non ho idea di come Souta reagirà a tutto questo: vive divorato dai dubbi e dall'ansia, probabilmente si darà la colpa, ma in ogni caso so bene che si prenderà cura di Kosuke. È ciò che ha sempre voluto fare, in fondo: se lui gliel'avesse permesso, l'avrebbe già fatto da tempo.

– Meno male... Sono felice che abbia trovato qualcuno di simile al suo fianco- sussurra lei, un lieve sorriso in volto. La osservo: anche Maemi... si è sempre mostrata molto forte, forse anche più di quanto lo sia in realtà, o di quanto vorrebbe esserlo.

Serro le labbra: un tempo, non sono riuscita a fare niente per loro, ma adesso non lascerò più sola nessuna delle persone a cui tengo.

Allungo la mano e la appoggio sulla sua. Non importa se per lei questo gesto ha un significato diverso da quello che ha per me, voglio che sappia che io sono qui per lei.

– Kosuke starà bene: conosco Souta... e so che anche tu sei preoccupata. Ma sono ragazzi in gamba, vedrai che quando domattina li chiameremo ci diranno che stanno alla grande. Perché non ci rilassiamo un po' intanto?- le propongo. Lei mi fissa per un attimo, poi sorride.

– Si, ti preferisco decisamente così- ride, alzandosi – vado a prendere qualcosa da mangiare, tu scegli un film-.

– Va bene- rispondo, mentre lei sparisce nell'altra stanza. Mi porto una mano alla treccia e sorrido: alla fine è valsa la pena cercare di essere me stessa; non so dove ciò mi porterà ma... così, sono molto più felice.

– Souta, non ti arrendere: se gli dimostrai quanto valgono i tuoi sentimenti... potrai essere felice anche tu- sussurro.



SOUTA'S POV.

Tutto in quella stanza era bianco, proprio come in ogni altra stanza d'ospedale: le pareti, le tende, i letti... persino i macchinari erano bianchi. Era quasi un colore accecante e soffocante, soprattutto visto che in quella camera erano stati disposti parecchi letti, separati tra di loro da alcune tendine, anch'esse bianche. Per fortuna, in quel momento c'era un solo ospite.

Entro di corsa nella stanza d'ospedale; dentro trovo Kosuke, seduto su un lettino, con davanti un dottore, che si volta verso di me.

– Pare siano venuti a prenderti. Ma lei non è la signorina che abbiamo chiamato giusto?- chiede il dottore.

– No; ecco... Maemi Kaito non poteva venire e ha chiamato me. Sono il coinquilino di Kosuke- rispondo, lanciando uno sguardo al ragazzo, che tiene lo sguardo basso, quasi come se si sentisse colpevole.

– Capisco; lo porti pure a casa. Il signor Takahashi sta bene ma... forse è meglio che lo faccia riposare un po'- afferma il dottore.

– Lo farò- dichiaro, poi mi volto verso il ragazzo - Kosuke, andiamo?-. Mentre scende dal lettino, continua a tenere lo sguardo basso, così come mentre usciamo dall'ospedale e quando siamo in macchina.

Gli lancio un'occhiata, ma è meglio aspettare a parlarci quando sarò a casa.

– Maemi è segnata come contatto da chiamare da quando vivevamo insieme. Non vado in ospedale da un bel po' e non ci avevo pensato- mormora a un certo punto.

– Lo immaginavo- rispondo.

– Non significa che... provi qualcosa per lei. Ormai mi è passata-.

– Se provi a giustificarti sembra il contrario- gli faccio notare; anche perché, non è la mia preoccupazione principale al momento.

– È che... sei arrabbiato- sussurra. Noto in questo momento che sto stringendo il volante con talmente tanta forza che potrei staccarlo...

– Non sono certo arrabbiato con te: ce l'ho con quel bastardo che ha osato toccarti- ribatto, mentre cerco di allentare la presa.

– Maemi ti ha detto tutto eh?- commenta, in tono amaro.

– In realtà le ho attaccato in faccia dopo che mi ha detto che eri in ospedale... mentre ero in macchina Minato mi ha chiamato per spiegarmi- rispondo.

– Erano insieme eh?-. Sbarro gli occhi.

– Minato mi deve un paio di spiegazioni- affermo, e lui ride leggermente; almeno sembra stare un pochino meglio...

Fermo la macchina davanti casa e scendiamo, entrando in casa.

– Ti preparo qualcosa da bere- affermo, andando verso la cucina.

Metto su il bollitore per fare il tè. Come dovrei comportarmi adesso con lui? Io... non ho potuto fare niente. Gli avevo detto che l'avrei protetto, eppure non ero neanche lì. Posso davvero riuscire a proteggerlo?

Verso il tè in una tazza e torno in soggiorno, dove c'è Kosuke seduto sul divano. Gli porgo la tazza.

– Grazie- mormora lui. Mi siedo sul divano, leggermente a distanza da lui.

– Perché stai così lontano?- mormora.

– Hai appena rischiato di essere stuprato, non voglio spaventarti-.

– Non sei stato mica tu a stuprarmi-.

– Chi è stato?- chiedo. Lui serra le labbra.

– Il ragazzo che... mi accompagnava sempre al lavoro. Sono salito sulla sua macchina per tornare a casa e... ha iniziato a fare battute. All'inizio pensavo fosse solo ubriaco, ma poi ho iniziato ad agitarmi perché non stavamo partendo; lui ha provato a toccarmi e ha detto che ultimamente... è diventato palese che sono gay, o qualcosa di simile- mormora.

Serro le labbra. È colpa mia. Se anche non ci fosse una parte omosessuale in Kosuke, è indubbio che stare al mio fianco abbia cambiato qualcosa in lui, probabilmente è anche diventato più sensibile a certe cose a cui prima non pensava, e le persone che lo osservavano devono essersene sicuramente accorte. Come quel ragazzo. L'ho messo in pericolo... e non sono riuscito a proteggerlo.

– Mi dispiace... non avrei dovuto lasciarti solo- sussurro.

– Non importa... l'avevi già fatto- afferma, appoggiando la tazza sul tavolino. Mi volto di scatto verso di lui, che continua a fissare un punto imprecisato davanti a sé.

– Cosa intendi?- gli chiedo.

– Quando hai cambiato scuola. Tempo fa l'avevo detto scherzando ma... mi sono sentito davvero spaesato senza di te. Avrei desiderato che... non te ne andassi- mormora.

– Eri il mio unico motivo per rimanere. Ma non era giusto che continuassi a soffrire per stare vicino a qualcuno che a malapena mi guardava-.

– Lo so, hai fatto bene. Dico davvero: so che hai fatto bene ad andartene, se fossi rimasto avresti continuato a essere preso di mira e non sarebbe stato giusto. Però... andandotene mi hai lasciato solo. E neanche questo è giusto. Se pensi a te sei egoista, se non lo fai finisci per soffrire. Qual è... la scelta giusta da fare? Cosa bisogna fare?- inizia a piangere, le mani che gli tremano leggermente, mentre cerca di calmare il tremore del suo corpo.

Mi avvicino a lui e delicatamente lo abbraccio.

– Non ne ho idea. Penso che dipenda tutto... dalle conseguenze che ne derivano; ma non è qualcosa che puoi sapere prima. Tutto ciò che so è che ti ho lasciato perché non sapevo che tu volessi che rimanessi; ma se ora mi dici che hai bisogno di me, che vuoi che continui a proteggerti... non me ne andrò mai più- affermo.

– Se dico che voglio che tu rimanga... quali saranno le conseguenze?- mormora, stringendo appena la mia maglietta.

– Non accadrà niente che tu non voglia, te lo prometto- sussurro. Non gli farei mai del male.

– Come farai a sapere cosa voglio?-. Lo guardo negli occhi.

– Ti conosco. So quando sei davvero felice, quando menti, quando hai paura, quando hai fame, quando sei annoiato. So di te più di quanto immagini- dichiaro; in fondo, l'ho sempre osservato, e l'ho sempre capito come sono certo nessun altro potrebbe mai fare.

– E adesso... cosa voglio?-. Lo fisso per un attimo.

– Vuoi che ti baci- affermo, prima di chinarmi e baciarlo; lo stringo appena più forte quando lo sento rilassarsi tra le mie braccia mentre ricambia il bacio.

Te lo prometto: finchè mi vorrai con te, ti terrò al sicuro.



Quell'edificio immenso non poteva ospitare altro che gli studi televisivi: alto come un grattacielo, decisamente grande, circondato da un enorme parcheggio destinato a tutte le persone che lavoravano in quegli infiniti piani. Anche l'interno era immenso, a partire dalla reception che accoglieva lavoratori e ospiti dopo un lungo corridoio d'ingresso, dove si trovavano le indicazioni per raggiungere gli altri piani.

– Sei sicuro che vuoi che assista?- chiedo, voltandomi verso Kosuke, seduto in macchina di fianco a me.

– Mica posso affrontare da solo il mio primo programma! Non vorrai abbandonarmi no?- commenta. Faccio un piccolo sorriso.

– Certo che no- dichiaro. Lui si guarda intorno, poi si volta verso di me. Mi chino e lo bacio.

– Andrai alla grande- affermo, e lui sorride.

– Ne sono certo: andiamo- esce dall'auto e faccio lo stesso, seguendolo all'interno degli studi televisivi.

È da una settimana che lo accompagno io al lavoro: il suo collega è stato licenziato, per cui dovrebbe essere fuori pericolo. In caso contrario, ci penserò io.

– Ciao a tutti!- Kosuke va verso i suoi colleghi, mentre io mi fermo vicino all'entrata. Mentre gli spiegano cosa fare, vedo qualcuno affiancarmi.

– Alla fine sei venuta eh?- commento.

– Ero qui vicino. Come va?- mi chiede Minato.

– Dato che sei di fretta, perché non ti concentri sulla grande novità che non potevi aspettare a dirmi?- le chiedo, voltandomi verso di lei, che arrossisce leggermente.

– Io e Maemi... ci siamo baciate. So che ora sarai in panico perché ti sentirai obbligato a dirlo a Kosuke, ma non potevo proprio non dirtelo- afferma, cercando di trattenere la gioia nella sua voce. Sorrido.

– Sono super felice per voi- affermo, abbracciandola. Lei sorride.

– Grazie. Ora scappo, ti darò i dettagli più tardi; ci vediamo- mi saluta. Sorrido. Come al solito, è più in gamba di me. Ma anch'io non me la sto cavando male.

Mi volto nuovamente verso Kosuke, che mi sorride, prima di tornare a concentrarsi sul suo lavoro.

– Ok, proviamo a registrare: iniziamo tra tre, due, uno...-.

– Buongiorno a tutti! Sono Kosuke Takahashi, e oggi sono qui per parlavi delle nuove mode che stanno nascendo in ogni parte del mondo!-. Sorrido. Sono fiero di lui; sta riuscendo ad avverare il suo sogno. Sta diventando... sempre più forte. Sempre più sé stesso.

Osservo il tavolo del mio soggiorno, inginocchiati ai lati del quale ci siamo io e Kosuke: non ho mai visto così tanto cibo tutto insieme... ma in fondo, dobbiamo festeggiare al meglio.

– Ci credi? È andato tutto bene già alla prima registrazione! E mi hanno fatto tutti i complimenti!- esclama, emozionato. Sorrido.

– Sei stato davvero incredibile- affermo. Lui mi fissa per un attimo.

– Che succede? Mi sembri pensieroso. Centra con il motivo per cui prima c'era lì Danuja?- mi chiede. Esisto un attimo. Dovrei dirglielo? Mi ha detto che non prova più niente per lei, però...

– Lei e Maemi... si sono baciate- ammetto.

– Ah sì? Sono felice per loro. Maemi bacia bene, anche se non quanto te- afferma. Lo fisso per un attimo: sembra tranquillo, davvero tranquillo...

– Sicuro che... ti stia bene?- mormoro.

– Te l'ho detto, non provo più niente per lei; sono contento se saranno felici insieme- dichiara.

– E... provi qualcosa per qualcuno?- non riesco a fare a meno di chiedere. Lui porta lo sguardo su di me.

– Quel tuo collega ha detto che si vedeva che... non sei etero. Era vero? O è dovuto solo a me?- mormoro. Lui sospira.

– Non ne ho idea. Ma tu dovresti saperlo... sei più bravo di me a capirmi no?- commenta. Lo fisso per un attimo, poi mi alzo e lo raggiungo, fissandolo negli occhi.

Certe cose sono troppo insicuro per capirle. Però... voglio riuscirci davvero; voglio aiutarlo a capire. Forse così...

Mi chino e lo bacio: forse così... potremo capirci meglio entrambi.

🪶🪶🪶

Anche il settimo capitolo si è concluso! Kosuke ha vissuto una brutta esperienza, ma Souta è più che deciso a rimanergli vicino e aiutarlo a riprendersi... Cosa accadrà dopo quest'ultimo bacio, ora che Kosuke gli ha dato praticamente il via libera? Nel prossimo capitolo ci sarà qualcosa che un pò di voi stanno aspettando...

Intanto, anche Minato e Maemi si sono baciate; sembra che tutto si stia risolvendo per il meglio! Mancano pochi capitoli per arrivare alla conclusione di questa storia... ci sentiamo settimana prossima con l'ottavo! Se vi va, come sempre fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e della storia!

A presto!

~ Kyulia

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