Rosso
Di rosso hai tinto il bianco del mio nastro.
Da quando i nostri spiriti si sono incrociati, più volte il mio autocontrollo ho perduto tra le tue dita che lo hanno trattato come un semplice pezzo di stoffa.
Il sangue ribolle, a lungo ho trattenuto i miei veri sentimenti e me ne sono pentito.
Ormai è troppo tardi: il rosso vivo è una linea fine e fluttuante, ha messo radici nel mio animo crinandone la superficie perfetta.
Occhi grigio violacei e un sorriso sbarazzino.
Odore di fiori di loto e profumo acre e dolciastro di Sorriso dell'Imperatore sulle sue labbra che hanno pronunciato teorie tinte di ereticità coperte dal rosso della passione.
Irrispettoso delle regole, ti prendi gioco dell'autorità, segui il tuo istinto e ti diverti a prendermi in giro.
A piccoli passi ti sei fatto spazio nel mio cuore e lì sei rimasto, tra le pieghe delle parole non dette.
Rosso carminio come il tuo nastro fluttuante nel cielo al suono del tuo flauto.
Rosso slavato il colore della peonia lanciatami da te alla caccia al Monte della Fenice.
Già non eri più il ragazzo che aggiunse quel tocco a un mio ritratto come ultimo scherzo in un mese che da insopportabile per entrambi, divenne il periodo a cui torno più spesso con la memoria.
Lo stomaco si contorce al ricordo, scuoto la testa dicendomi: "È un peso inutile" ma perché ha messo radici nel mio animo la più misera sciocchezza legata a te?
Rosso carico le tue labbra, un invito a liberare il mio autocontrollo.
Una benda nera a coprire occhi a volte tinti dal rosso del risentimento; il tuo corpo steso contro un tronco d'albero.
Così indifeso e spensierato, non sei cambiato affatto sei sempre tu.
Senza freni mi sono avventato su di te baciandoti contro la tua volontà.
Non hai avuto bisogno di tirare via le estremità del mio nastro frontale con tutta la tua innocenza come ad una caccia tanti anni fà.
Rosso bollente sulle mie nocche escoriate.
Su alberi ho gettato il peso della mia vergogna.
Rosso brillante il tuo sorriso si staglia alla luce del tramonto, fiamma viva nella desolazione.
Rosso demoniaco, sangue e morte, potere incontrollato, richiama la distruzione nell'assedio alla Città senza Notte.
Macchie rosso nerastre su vesti bianche di un eterno lutto dell'anima: anche se mi scacci via io continuo a donarti la mia energia spirituale nella grotta dove ti ho portato per salvarti.
Trentatrè spade ho rivolto contro il mio clan per difenderti.
Trentatrè colpi di frusta della disciplina la mia punizione.
Lontano da me, il rosso dell'inferno riduceva a brandelli il tuo corpo.
Tra il rosso arancio delle fiamme e il rosso del sangue si è tinta la nostra storia.
Rosso purpureo legato a una piccola giada.
La nappa di ChengQing, il tuo flauto portatore di disgrazia, flagello intriso di essenza demoniaca, il simbolo di un'anima corrotta che osò sfidare i potenti coi quali aveva combattuto una guerra.
Quanto desidero averlo con me.
Rosso cremisi, un sole impresso a fuoco sulla pelle.
Cicatrice dai raggi ardenti vicino al cuore di chi impavido sfidò la furia di una donna crudele per salvare una ragazza innocente.
Anni dopo, sarà il marchio del tuo legame con chi non ebbe altra colpa se non di appartenere ai Wen.
Anni dopo, afferrerò un trofeo di guerra arroventato e lo premerò contro il mio petto nella follia del mio animo ebbro di vino e disperazione.
Cuore coraggioso nei momenti disperati.
Cuore angosciato in attimi di agonia.
Il tuo rosso sul mio corpo.
Sfidando il dolore, mi trascino ai Colli dei Sepolcri in cerca di un frammento di te.
Lo ritrovo nella cavità di una roccia, in un bambino dalle vesti bianche con ricami rossi di un sole.
Il tepore di una famiglia legata a giorni di un passato ancora recente giace nel piccolo preso tra le mie braccia e portato a Gusu.
Lo crescerò nel tuo ricordo.
Il rosso vivido del tuo sorriso: raggi di sole nelle mattine di inverno.
Rosso cangiante nelle notti, fuori dal Jingshi mi arriva un mormorio di te.
Voci ignare della verità come lo sono stato io, come lo sono ancora.
Strimpello una corda del gquin e la gola mi si stringe mozzandomi il fiato. Il peso della nostalgia e del senso di colpa opprime il petto.
Tu non rispondi alla mia richiesta.
Il mio cuore congelato nella brina del proprio lutto si smuove ritornando a pompare il caldo liquido rosso, scorre in ogni arteria del mio nucleo percependo la tua presenza nel giovane minuto davanti a me.
Sei davvero tu o la tua mancanza confonde i miei sensi?
Rosso fuoco illumina la notte nei boschi del Monte Dafan, un flauto intona una melodia conosciuta solo a me.
Il nodo nel petto si discioglie davanti alle maree.
Il rosso rubino di sangue e coltivazione demoniaca ti ha allontanato da me e da me ti ha riportato.
Per tredici anni ti ho aspettato, ora non ti lascerò sfuggire di nuovo.
Il male si dissipa, gli spettri vengono domati, riluce il rosso dei talismani al suono del tuo flauto.
Rosso piccante del peperoncino.
Insieme al riso glutinoso il tuo antidoto casalingo al miasma degli spiriti in una città di spettri.
La spezia sul tuo pasto, lo dividerò con te. Un sorso di liquore a risvegliare il rosso ardente della mia passione sopita.
Rosso cinabro, un segno col pennello su una frase di tre caratteri in una pagina a me cara del libro di "Virtù" ricopiato da te.
Lo conservo nella biblioteca del mio Jingshi insieme al giallo di libri proibiti. Ricordo dolceamaro dei tuoi inviti scanzonati e spudorati rifiutati nella mia gioventù.
Rossa la ferita inferta da chi scoperta la verità sulla tua anima ha pugnalato il tuo debole, nuovo corpo per ottenere vendetta per una colpa di cui non eri consapevole.
Non la posso liquidare dopo la scoperta della verità sul nucleo di Jiang Wanyin.
Rosso sangue a richiamare mille anime di un sole morente in una grotta dove si tiene il primo atto della messinscena crudele di Jin Guangyao.
Rosso laccato in un tempio corrotto.
Benedizione per il mio cuore le tue parole pronunciate in bilico tra la vita e la morte.
Rosso amore divino e carnale.
Ogni giorno per tutta l'eternitá il mio corpo si congiungerà a te nella coltivazione duale.
Fin oltre avrai creato un nucleo dorato forte in questo corpo dalle sembianze del te che mi rapì il cuore nella primavera di Gusu.
Rosso sanguigno di melagrana e acini di uva bagnati nel vino sulle tue labbra rosse come le nostre vesti ricamate con motivi di nuvole in oro per un cerimoniale di unione eterna.
Al terzo inchino già ebbro di te.
Cammino per le strade di Caiyi, un corvo vola via al mio passaggio.
Nell'aria si spande l'odore zuccherino dei Tonglu appena cotti, perle rosse luccicano al sole.
In groppa al tuo asino me li indichi col dito chiedendomeli in tono giococoso.
Il tuo infantile rosso.
Il rosso di una peonia colta dalle tue mani pronta a mantenere una promessa fatta in tempi spensierati e una melodia suonata insieme.
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