Chi è?
Fandom: HunterXHunter
Coppia: Shonen-ai, Killugon
Personaggi: Killua e Gon
Trama: Killua, il principe del regno, scappa dagli abusi della famiglia reale e uno sconosciuto lo aiuta, passano il tempo insieme mentre Gon tiene un segreto solo per sé.
Killua si chiede continuamente una cosa: chi è Gon?
Il ragazzo doveva correre il più velocemente possibile, per fortuna aveva sempre avuto una buona resistenza.
Dopo mezz'ora di corsa inciampò su una radice rotolando per almeno dieci metri.
Sbattendo la testa svenì.
Killua aprì leggermente gli occhi venendo accecato da una luce proveniente dalla finestra.
Si alzò leggermente con un dolore assurdo alla testa bendata, uscì un gemito di dolore mentre guardava il ragazzo sorridente dagli capelli verdi davanti a lui.
"Finalmente ti sei svegliato, Killua!" Disse con un sorriso a trentadue denti, il bianco non si sorprese che sapesse il suo nome.
Dopotutto era il principe del regno che era fuggito dagli abusi della sua stessa famiglia.
"Cosa ci faccio qui? E tu chi sei?" Disse con un tono serio ed indagatorio.
L'altro rise alzandosi dalla sedie davanti al letto ed andò a prendere delle bende nuove.
"Mi chiamo Gon Freecs! E ti devo cambiare le bende essendo più che sporche di sangue." Disse ridendo e avvicinandosi a lui.
Con un sorriso silenzioso sistemò disifettando la ferita del bianco, lui osservò il viso con tratti infantili del verde.
Arrossì leggermente quando i suoi occhi azzurri rimasero incatenati dagli occhi castani dello sconosciuto.
"Bene! Ho finito, Killua!" Disse allontanandosi leggermente, il bianco si chiese chi glielo avesse insegnato.
"Gon...Quanti anni hai?" Gli chiese curioso di sapere quale fosse l'età della persona che lo aveva salvato.
"Ho 16 anni." Rispose sorridendo andando verso la porta della stanza.
Lo guardò per un attimo serio senza il suo sorriso prima di farlo tornare, uscì dalla stanza avvisandolo.
"Io vado a pescare, tu riposati...È abbastanza grave la ferita, tra qualche giorno ti voglio pieno di forze per farti conoscere degli amici e insegnarti qualcosina per sopravvivere durante una fuga." Disse ridendo ed uscendo dalla stanza, il bianco si sorprese di quel discorso.
Lo stava trattando come un suo pari, come un amico, come un compagno.
Finalmente aveva trovato qualcuno che non lo trattava come un reale.
Sorrise arrosendo leggermente, chiuse gli occhi sperando che il mondo si fermasse per tenere quelle sensazioni strette a sé.
Non si accorse nemmeno che quella compagnia piena di allegria e sincerità, fece passare i giorni con un battito di occhi.
Gli insegnò a pescare, a cucinare, a cacciare, ad allevare, a coltivare.
Gli presentò due sue amici, un medico e un cavalcatore.
Il medico, un giovane che assomigliava ad un adulto, si chiamava Leorio e faceva un po' come padre a Gon.
Il cavalcatore, un ragazzo basso dagli occhi rosso sangue, si chiamava Kurapika e aveva un istinto materno verso i due ragazzini.
Aveva scoperto più tardi che i due si frequentavano ed avevano trovato Gon quando aveva 10 anni perso nel bosco.
Non sapeva altro del misterioso salvatore, ma non gli interessava.
Perché era grato che lo avesse incontrato, che fosse diventato il suo primo amico e gli ha insegnato a sorridere divertendosi a fare qualche.
Il tempo passò con anche le stagioni, il freddo e il caldo arrivavano in fretta e andavano via nella stessa maniera.
E Gon dopo tre anni era diventato una parte fondamentale della vita del bianco.
Lui e il suo sorriso così sincero.
Ma aveva un dubbio, un solo dubbio prima di potersi dichiarare veramente.
Chi era Gon?
O meglio, chi era stato prima dei suoi dieci anni?
Aveva sempre raccontato le sue avventure avute insieme ai due amici per i sei anni in cui non si erano ancora conosciuti, ma non aveva mai raccontato di prima.
Così decise di chiederglielo mentre erano seduti su un ramo di un albero gigante.
"Gon." Lo richiamò il bianco con un tono esitante, il nervosismo fu notato dal verde che intrecciò le loro mani sorridendo mentre le sue guance diventavano un rosa più scuro.
"Killua, so già che cosa mi vuoi chiedere." Gli rispose l'altro sorprendendo l'amico, l'altro guardò malinconicamente verso il basso.
"I'm Lost Boy from the Neverland." Disse respirando profondamente e continuando il suo discorso.
"O meglio, io sono il ragazzo perso dell'isola che non c'è più...Provengo da un mondo che non esiste più...La mia famiglia è morta, o meglio, le mia nonna e la mia zia." Raccontò con un sorriso triste, Killua lo strinse a sé prima di lasciargli un bacio sulla fronte.
Quel gesto ricordò al verde quando lo faceva zia Mito, sorrise nostalgico e si strinse affondando il viso nel petto dell'amico.
Forse non erano ancora pronti a fare un passo in avanti, ma quei momenti in cui potevano essere deboli davanti all'altro, valevano molto di più.
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