CAPITOLO I.
ATTENZIONE: QUESTA STORIA SUBIRÀ, DOPO IL CAPITOLO 21, UNA PAUSA DALL'11-05, PER POI RIPRENDERE IL 31 MAGGIO
Buona lettura!
Il vento tra i capelli. I palazzi che si lasciano superare come se neanche esistessero. Le macchine che mi lascio dietro. La velocità. La mia moto che viaggia sull'asfalto.
Sorrido: è una sensazione veramente incredibile... Non chiudo gli occhi solo perché potrei schiantarmi, ma se fossi al circuito lo farei volentieri, tanto lo conosco a memoria.
Ma in strada è un po' pericoloso, per cui mi limito a lasciarmi distrarre da tutte queste magnifiche sensazioni, dal vento che mi sfiora la pelle, dal mondo intorno a me che riesco a lasciare alle mie spalle solamente andando sulla mia amata moto, rimanendo indietro insieme a tutti i miei pensieri.
Vedo una moto affiancarmi; in sella c'è un ragazzo dai lunghi capelli neri, che come accade praticamente sempre ha una sigaretta in bocca.
- Ti stai proprio divertendo, eh?!- ride. Faccio un piccolo sorriso.
- Altroché: era da un po' che non uscivo, mi serviva questo giro in moto- dichiaro - ci fermiamo da qualche parte a prendere qualcosa?-.
- Seguimi- risponde Takeomi. Annuisco e svolto nel vicolo dietro il mio migliore amico, che so bene dove voglia condurmi: l'unico locale della città in cui riesco a stare senza alcuna difficoltà.
Non amo particolarmente le discoteche o il caos assurdo di certi luoghi; ma il casino quello delicato, semplicemente delle persone che si divertono rispettando gli altri e cercano solamente di staccare dalla vita... Quello non mi dispiace.
E qui, per fortuna, la situazione è proprio quella: nessuno che entra solo per cercare guai o casini, solo gruppi di amici che si divertono, e regole ferree contro le droghe. Inoltre, di giorno è un normalissimo bar, per cui ci vado volentieri senza problemi.
Fermiamo le moto davanti a esso e scendiamo per entrare.
- Vai a prendere un tavolo, io ordino- dico a Takeomi, ben sapendo che cosa prenderá; lui annuisce e si dirige a un tavolo vicino alle finestre.
Il bancone si trova al centro del locale, che per fare da bar tiene attiva solamente la parte a sinistra dell'entrata, dove ci sono i tavoli; la pista invece è dall'altra parte, ma al momento è spenta.
Mi dirigo verso il bancone e ordino un paio di birre, e già che ci sono anche delle fette di torta: sono stato chiuso in casa per due settimane, mi serve decisamente...
Il barista mi mette tutto su un vassoio, che mi lascia portare al tavolo per evitare che rovesci qualcosa.
- Oggi ti senti affamato?- commenta Akashi, mentre appoggio il vassoio sul tavolo.
- Ho quasi digiunato per due settimane, per cui mi serve- affermo, mentre lui accende una sigaretta e me la passa; ci mettiamo sempre apposta nei tavoli dedicati ai fumatori, per cui non è un problema. *
- Tu sei decisamente fin troppo responsabile- sbuffa.
- Mio fratello era malato Takeomi, non potevo certo lasciarlo da solo- gli faccio notare, portandomi la sigaretta alle labbra e aspirando un bel po' di fumo.
Un'altra delle poche cose che riesce a calmarmi oltre la moto è decisamente questa... Non ricordo neanche quando ho iniziato a fumare, ma è qualcosa che mi aiuta parecchio ad alleviare lo stress.
Di per sé ho una vita normale, sono un tranquillo ventenne che lavora in una sua propria officina, ed è un lavoro che mi è sempre piaciuto, per cui non è pesante.
Ma devo anche prendermi cura dei miei tre fratellini, e per quanto gli voglia bene comunque è leggermente stressante... E sto cercando di far fare meno cose possibili al nonno, visto che ha una certa età ormai.
- Lo so, ma dovresti trovare qualcuno che ti dia una mano- dichiara lui, poggiandosi allo schienale della sua sedia mentre si porta la birra alle labbra.
- Guarda che mi aiuta già molto il fatto che tieni d'occhio i bambini mentre lavoro... Mi piace averli in giro in officina, ma comunque quando ho cose complicate da fare è anche un pericolo- mormoro.
Soprattutto quando si mettono in testa di aiutare ma senza dirmelo e si mettono a fare a gara... L'ultima volta hanno quasi fatto esplodere un motore.
- Non parlavo di quello- risponde Takeomi, lasciando giù la birra e riprendendo la sigaretta.
- Pensavo non volessi lavorare con i motori, dici sempre che è troppo sbattimento- commento, lasciando per un attimo la sigaretta nel posacenere per prendere la mia birra e berne un sorso.
- Sto studiando per diventare un Producer, devo fare la star non ho tempo per sporcarmi le mani- ride lui - ma comunque non mi riferivo neanche a quello- dichiara, lasciando giù la sua sigaretta.
- E a cosa?-.
- Sei praticamente un padre single che si concede un'uscita di svago ogni due settimane e per il resto del tempo cura moto e bambini- sposta la mano, prendendo la mia sigaretta e sollevandola - avresti bisogno di un modo per scaricare la tensione, di qualcuno che ti aiuti a non pensare ad altro, senza necessità di parlare o di allontanarti da casa, solo per lasciarti andare- si porta la mia sigaretta alle labbra, fissandomi negli occhi.
Lo fisso a mia volta, poi sospiro.
- Takeomi, sono mesi che te lo dico... Non verrò a letto con te- dichiaro.
- Perché no? Ti sarebbe comodo- commenta lui - aiuta a sfogare e ti rilassa, e non devi neanche andare a cercarti qualcuno, visto che mi conosci già-.
- Apprezzo la tua preoccupazione, ma sei il mio migliore amico, non verrò a letto con te per comodità- dichiaro.
- A me non dispiacerebbe- ghigna lui, un sorriso in volto. Alzo gli occhi al cielo.
- Takeomi...-.
- Non intendo insistere, tranquillo. E sai che non sono tipo da relazioni serie e profonde, al momento ho in mente ben altro- fa un tiro della sigaretta, prima di ripassarmela - ma pensaci. A vent'anni sei ancora vergine, tutte le ragazze a cui hai chiesto di uscire ti hanno rifiutato, puoi uscire poco di casa, non hai molte opportunità di conoscere gente, hai bisogno di sfogarti e hai davanti a te una persona che ne sarebbe più che felice. Tentare non costa nulla, no?- commenta.
Lo fisso per un attimo. Takeomi mi fa questo discorso da un annetto ormai; prima buttava solo qualche battutina qui e lì, ha iniziato che eravamo ubriachi, quindi non l'avevo preso sul serio... Ma con il passare del tempo i suoi discorsi si sono fatti più seri, fino ad arrivare a questo.
Non so effettivamente quanto sia serio, se lo dice solo perché gli piacerebbe provare o per un motivo più profondo; ha detto lui stesso di non essere il tipo di persona da lanciarsi in relazioni serie, ma è anche vero che è sempre circondato da ragazze, quindi non vedo perché dovrebbe chiedere a me...
D'altra parte, la sua potrebbe essere solo preoccupazione. Siamo due amici che si conoscono dalle elementari, quindi non ci sarebbe imbarazzo, e da quello che mi racconta non è una leggenda che il sesso aiuti davvero a rilassarsi.
Allungo la mano, afferrando la mia sigaretta; lui la lascia e me la porto nuovamente alle labbra per un nuovo tiro.
- Pensaci semplicemente- mi dice.
Annuisco solamente, in modo da interrompere qui la conversazione.
È vero che nella mia vita ci ho provato con un po' di ragazze... E con la maggior parte è andata male. In quei momenti non ero alla ricerca di qualcuno con cui passare il resto della mia vita, quindi probabilmente se una avesse detto di sì avrei potuto avere tranquillamente la mia prima volta con una quasi-sconosciuta; però, il pensiero si farlo così con il mio migliore amico... Qualcosa mi dice che non sarebbe giusto.
O forse, è solo il timore che lui potrebbe provare davvero qualcosa per me a farmi dire così. Ma è anche vero che in tutti questi anni non ci ho mai pensato, finché non ne ha accennato lui non mi era passato neanche per l'anticamera del cervello...
- Però, questa torta è squisita!-. Torno a concentrarmi su Takeomi, che ha ripreso a pensare alla torta; sembra tornato lo stesso di sempre.
Faccio un piccolo sorriso.
- Assaggio anche io- affermo, lasciando giù la sigaretta.
Lui volta la forchetta verso di me, uno sguardo malizioso in volto; scuoto la testa, divertito, e prendo la mia fetta di torta, per poi iniziare a mangiare.
- Hai ragione, è molto buona... Chissà se Emma riuscirebbe a farla...- mormoro; la mia sorellina sta cercando di diventare una casalinga perfetta, quindi magari potrei chiederglielo.
- Perché tua sorella cucina torte e la mia combatte con tuo fratello?- borbotta lui, facendomi ridere.
- Ognuno ha ciò che si merita... Probabilmente è perché quando eravamo alle elementari facevi sempre scherzi alle maestre- commento.
- Solo perché tu eri troppo pigro! E ti ricordo che sei tu quello che durante le verifiche copiava sempre perché non aveva voglia di studiare...-.
La conversazione si sposta sui nostri ricordi delle scuole, per cui il clima si fa decisamente più normale e riusciamo a finire torte, birre e sigarette senza alcun problema.
Dopo circa un'oretta, paghiamo e usciamo dal locale.
- Devi tornare a casa adesso?- mi chiede Takeomi, mentre ci accendiamo un'altra sigaretta e ci dirigiamo verso le nostre moto.
- Sì: è vero che sta meglio, ma ha avuto la febbre alta per giorni, è meglio che io non stia troppo fuori- dichiaro, e lui annuisce.
Stiamo per salire in moto quando sento qualcuno chiamarmi.
- Shin!-. Mi volto e faccio un piccolo sorriso.
- Seishu, ciao- dico, osservando il bambino biondo corrermi incontro con un sorriso. Dietro di lui, c'è il suo inseparabile migliore amico, un bambino dai capelli mori che sta cercando di rimanergli dietro senza correre; e insieme a loro c'è Akane, sorella maggiore di Seishu, che come spesso accade ha un sorriso gentile in volto.
- Ciao!- eslxma lui, abbracciandomi.
- Che ci fate da queste parti?- gli chiedo, scompigliandogli appena i capelli.
- Inupi voleva prendere un gelato e il posto vicino a casa è chiuso- dichiara Hajime, lanciando uno sguardo all'amico.
- Oggi Akane ha il giorno libero, per cui volevamo fare una passeggiata!- esclama Seishu, sorridendo.
Sorrido anche io: quando è in mezzo a gente che non conosce cerca sempre di fare il duro, ma si vede che è un bambino davvero tenero...
- Il lavoro ti prende tanto tempo, eh?- commento, alzando lo sguardo sulla ragazza.
Akane ha sedici anni, quattro meno di me, ma visto che i suoi genitori non sono le persone migliori del mondo ha iniziato a lavorare appena arrivata al Liceo per fare in modo che a suo fratello non manchi nulla.
- Purtroppo sí, riesco difficilmente a conciliarlo con lo studio... Ma quando ce la faccio sto un po' con lui- afferma lei. Faccio un sorriso.
- Fai più che bene; c'è bisogno di dargli tanto affetto- dichiaro, e vedo Seishu arrossire appena.
- Grazie mille per tutto il tempo in cui lo tieni con te... Io purtroppo non riesco a essere sempre a casa- mi dice con un piccolo sorriso.
- Figurati, per me non è un problema- dichiaro. Seishu ha solo un anno più di mio fratello, per cui per me non è un problema tenerlo in officina mentre lavoro e farli giocare un po' tra di loro, anche perché Seishu è un ragazzo molto responsabile... E poi passa da me solo metà del tempo libero, l'altra metà sta da Hajime, di sicuro mi richiede meno impegno di altra gente.
- A proposito, settimana prossima porto i miei fratelli a fare un giro- abbassò lo sguardo su Seishu e Hajime - pensavamo di andare al parco qui vicino. Venite anche voi?- gli chiedo.
- Certo!- esclama Seishu, mentre Hajime sospira.
- Va bene- mormora.
- Perfetto! Allora vi faccio sapere poi quando ci vediamo; adesso godetevi la passeggiata con Akane- dico.
- D'accordo!- esclama Seishu, staccandosi da me.
- Buon gelato- gli dico, prima di salire in moto; Takeomi fa lo stesso e partiamo entrambi, diretti verso casa mia.
- Akane ha solo quattro anni meno di te, giusto?- mi chiede.
- Sì, e tre meno di te- rispondo. Lui per un attimo non risponde.
- Preferiresti farti lei? Posso darti un paio di consigli- commenta. Gli lancio un'occhiata: ha un tono divertito, ma c'è qualcosa che non va... Anche se non riesco a vederlo bene, dato che stiamo andando in moto.
- Sai, dovresti proprio levarti questa idea dalla testa- commento - Akane è una ragazza fantastica, ma non mi interessa in quel senso-.
- Peccato, hai eliminato un'altra possibilità- ride lui. Alzo gli occhi al cielo.
Seishu è come un altro fratellino per me, è una cosa che non potrei mai fare. Lo stress non mi porterà certo a compiere scelte così folli.
Poco dopo, arriviamo di fronte a casa mia e scendiamo dalle moto.
- Sono a casa!- annuncio, aprendo la porta. Sedute in cucina, intente a giocare a carte, trovo Emma e Senju, ovvero la mia sorellina e quella di Takeomi. Hanno entrambe nove anni, ed entrambe vengono spesso escluse dai giochi dei loro fratelli, per cui vanno molto d'accordo.
- Fratellone! Sei tornato!- esclama Emma, correndomi incontro e abbracciandomi.
- Sì, ve l'avevo detto che non sarei stato via tanto... Gli altri dove sono?- le chiedo.
- I tre deficienti sono nella stanza di Mikey- borbotta.
- Stanno giocando alla guerra senza di noi!- esclama Senju, stizzita.
- Forse è meglio, tuo fratello l'ultima volta voleva che gli comprassi delle spade...- borbotta Takeomi.
- La fantasia dei bambini è ancora tanta a questa età- rido, prima di dirigermi verso la camera di Mikey. Busso alla porta.
- Parola d'ordine?!- sento urlare.
- Settimana prossima vi porto al parco- rispondo; in un secondo la porta viene aperta e mi compare davanti la chioma bionda del mio fratellino.
- Dici davvero?!- esclama con un sorriso.
- Ma certo. Izana è guarito, per cui possiamo andare a fare un giro senza problemi- affermo, alzando lo sguardo sugli altri due bambini nella stanza.
Uno dei due ha dei lunghi capelli bianchi, e in mano una spada giocattolo; l'altro invece ha dei lunghi capelli neri e non voglio sapere perché stesse cercando di arrampicarsi sull'armadio.
- Keisuke, non sapevo fossi qui anche tu- commento. Keisuke Baji abita vicino a noi, per cui spesso lo trovo qui insieme a mio fratello e ad Haruchiyo, il fratellino di Takeomi. Hanno la stessa età... E sono tutti e tre parecchio scalmanati, ma sono felice che Mikey abbia qui i suoi amici.
Da quando sono morti i nostri genitori è stato parecchio male, in fondo ha solo dieci anni ma... Grazie a loro, sta riuscendo a riprendersi al meglio.
- Non avevo niente da fare! Posso portare un mio nuovo amico alla passeggiata?!- mi chiede con un sorriso.
- Certo-.
- Io voglio portare Ken-chin!- esclama Mikey - Ha detto di avere un amico da farci conoscere! E il suo amico ha un amico!-.
Quindi saranno... Undici più Izana?
- Certo, nessun problema; dopo decidiamo il giorno e gli orari, così li diciamo ai vostri amici- dichiaro.
- Evviva!- esclamano loro.
- Tuo fratello è più fantastico di te, Mikey!- esclama Keisuke.
- Eh?! Guarda che io sono incredibile!- ribatte lui.
- Mikey è fantastico- dichiara Haruchiyo.
- Ognuno è fantastico a modo suo, non serve litigare... Per esempio, voi al dojo siete più forti di me- commento. E perché mi stanno fissando come a dire "ovvio, tu sei una schiappa"...? Non è colpa mia se hanno abilità fuori dal normale!
- Izana dov'è?- gli chiedo.
- Fuori, non ha voluto giocare con noi- Mikey scrolla le spalle, ma so che in fondo gli dispiace un po'.
- Vado a vedere come sta- affermo, voltandomi e dirigendomi verso la porta per uscire in giardino.
Seduto sul muretto, trovo un ragazzo di tredici anni dai capelli bianchi, intento a guardare dall'altra parte.
Izana non è nostro fratello di sangue, bensì il figlio del compagno della madre di Emma... Quando si sono lasciati e Emma è stata affidata a noi, io e nonno abbiamo deciso di comune accordo di prenderci cura anche di lui.
Ma Emma era ancora una bambina, mentre Izana essendo più grande... Diciamo che lui e Mikey fanno fatica a legare, avendo un carattere simile spesso si trovano a discutere e c'è un po' di rivalità da fratelli tra loro.
Temo ci vorrà ancora un po' di tempo...
- Ti senti bene oggi?- gli chiedo, affiancandolo.
- Sì, mi è passato tutto- risponde lui, voltandosi e rivolgendomi un piccolo sorriso - andata bene l'uscita?-.
- Sì, mi sono rilassato un po' con Takeomi. Settimana prossima vieni con noi a fare una passeggiata al parco?- gli chiedo. Lui per un attimo non risponde.
- Posso portare anche Kakucho?- mormora.
- Il bambino che stai andando a trovare ultimamente?- gli chiedo. Lui annuisce.
- È praticamente da solo, e ha l'età di Emma...- mormora. Faccio un piccolo sorriso.
- Certo, nessun problema. Ci andiamo sabato probabilmente, così possiamo rimanere un po' di più; magari visto che siamo così tanti facciamo un Pic nic- propongo. I suoi occhi si illuminano appena.
- Sarebbe fantastico- dichiara.
- Perfetto. Vado a salutare Takeomi e poi inizio a prepare la cena; mi dai una mano o ti assicuri che Mikey sistemi tutto?-. Lui esita un per attimo.
- Tengo d'occhio Mikey- mormora. Annuisco, grato che stiano cercando di fare dei passi avanti, e mi allontano.
All'ingresso trovo Takeomi e i suoi fratelli, che stanno per andare via.
- Ci aggiorniamo poi per sabato prossimo- affermo, e lui annuisce.
- Cerca di non stressarti troppo... E pensa alla mia proposta- mi dice, prima di uscire di casa con i due fratelli.
Chiudo la porta e mi volto. Nonno probabilmente è ancora fuori insieme ai suoi amici, meglio che cucini anche per lui... Dovrò chiedere una mano poi per lavare i piatti, domani devo andare a lavorare presto, ho parecchio da fare.
Sospiro: su una cosa Akashi ha ragione, ho decisamente bisogno di rilassarmi.
Ma farlo in quel modo... Con il mio migliore amico poi... Dovrei davvero pensarci?
- Shin! Vuoi che ti dia una mano a cucinare?!-. Alzo lo sguardo e vedo Emma venirmi incontro.
Faccio un piccolo sorriso.
- Certo; mi farebbe piacere- affermo, staccandomi dalla porta per dirigermi verso la cucina: è il momento di tornare a pensare solo a fare il fratello maggiore.
* La storia si svolge che Shinichiro aveva una ventina d'anni, quindi nel 2000: all'epoca era ancora legale fumare all'interno dei locali, è diventato illegale nel 2005
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