CAPITOLO II.

Dormire è bello. Dormire è davvero bellissimo.

Non fare niente in generale è bellissimo. Perché dovrei fare qualcosa nella mia vita?! Insomma, per vivere mi basta respirare, mangiare, bere e dormire.

Non mi serve altro. A parte un paio di risse ogni tanto giusto per fare un po' di sport ovviamente... Probabilmente è per questo che nonostante la pigrizia ho un fisico decisamente invidiabile.

Penso che la vita sarebbe perfetta così. Se non servissero soldi. E se non avessi appena sentito la porta della mia camera aprirsi.

- Immaginavo fossi ancora a letto-.

- Allora potevi non entrare- borbotto, voltandomi dall'altra parte. Lasciatemi dormire cazzo...

- Waka, sai che dobbiamo andare... Le palestre non si aprono da sole-. Sento un peso sul mio letto che fa abbassare il materasso, ma rimango immobile.

- Waka, andiamo. So che vieni al lavoro solo per potertene andare presto da questa casa, infatti farò tutto io come al solito. Ma devi almeno presentarti- mi fa notare.

Sbuffo appena, poi inizio ad aprire gli occhi, osservando il ragazzo di fronte a me.

Ha un corpo molto muscoloso, sembra decisamente più grande della sua età, e ha pure un anno meno di me... Il suo vero nome è Keizo Arashi, ma ha deciso ultimamente di farsi chiamare Benkei, oltre che di tingersi i capelli di bianco.

Bè, su quello penso di non potergli dire niente... In fondo, mi ha accompagnato dal parrucchiere perché il biondo e basta mi aveva stancato, e mi sono fatto delle strisce viola tra i capelli.

Da grande vorrebbe aprire una sua palestra, per questo ha iniziato a lavorare lì... E mi ha trascinato con lui.

Ha ragione, mi servono soldi: voglio lasciare questa casa e poter fare ciò che mi pare senza nessuno a rompermi le palle. Ma non è che sia un gran lavoratore...

Che altro? Ah sì, è il mio ragazzo. Bè, una specie di ragazzo.

Non mi interessa avere relazioni in realtà, sono abbastanza una seccatura: dovrei prestare attenzione all'altra persona, ricordarmi le date importanti, fare regali, pensare alle conseguenze delle mie azioni su di lei... Andiamo, chi ne ha voglia?!

E lui è come me. Con più voglia di fare, ma anche lui non è proprio un amante del romanticismo.

Si è preso cura di me da quando abbiamo deciso di smettere di farci la guerra e unire le nostre gang, e a dire la verità mi fa comodo averlo intorno perché così nessuno mi rompe le palle con ste cose.

Certo, la prima volta che me l'ha proposto sono rimasto un po' confuso, ma lui sa come sono fatto, sa che è una cosa che fa comodo a entrambi; semplicemente la viviamo a nostro modo.

E i baci non sono male, quindi non è un così grande problema.

- Finalmente hai aperto gli occhi- commenta, chinandosi a lasciarmi un veloce bacio sulle labbra, prima di alzarsi - forza, alza il culo; ti ho preparato la colazione, altrimenti non ce la facciamo più, ma mi sa che ti tocca mangiarla mentre andiamo- dichiara, mentre io mi metto a sedere sul letto.

- Bada a come parli, ti ribalto con un colpo- affermo con un piccolo sbadiglio, mentre lo sguardo mi ricade sullo specchio davanti al mio letto.

Ho i capelli scompigliati, e una spallina della lunga maglietta bianca che uso per dormire è scivolata di lato, lasciandomi scoperta una parte del petto.

A vedermi da fuori non si direbbe, ma ho una certa forza, posso battere persino Benkei...

- So che ne saresti capace, ti chiamano il Leopardo Bianco per un motivo...- Benkei si siede di nuovo sul mio letto e avvicina il volto al mio, un lieve ghigno sulle labbra - perché non provi a usare queste tue abilità a letto?- sussurra.

- Troppo sbattimento- affermo, scostando le coperte e scendendo dalla parte opposta del letto rispetto a quella dove si trova lui, dirigendomi verso il bagno.

- Per te è troppo sbattimento qualsiasi cosa che vada oltre i preliminari- commenta.

- Appunto- ribatto, entrando in bagno e chiudendo la porta alle mie spalle. All'inizio sarà anche eccitante ma... Come fa la gente a continuare dopo una decina di minuti? I preliminari stancano già parecchio, non ho mai avuto voglia di andare oltre... Le persone sono davvero strane.

Tolgo la canottiera e i boxer che uso per dormire e indosso un'altra canottiera bianca e un paio di pantaloni larghi neri, per poi raccogliere la maggior parte dei miei capelli in una coda, lasciando davanti una ciocca bionda e una viola.

Dopodiché esco dal bagno; Benkei mi sta aspettando vicino alla porta della stanza, con in mano il mio telefono, il mio portafogli e la scorta di chupa chups che mi porto sempre dietro.

- Hai le sigarette?- gli chiedo, afferrando il tutto e infilandomelo in tasca, prima di uscire dalla stanza.

- Sì, ma dovresti mangiare qualcosa prima- mi fa notare. Non rispondo e scendo le scale, dirigendomi in cucina. Sul tavolo ci sono alcuni dei miei biscotti preferiti... E seduta a esso c'è mia madre, come sempre mezza nuda e con un'aria parecchio scocciata.

Non appena entro, mi lancia un'occhiata e sbuffa.

- Non puoi metterti qualcosa che ti copra di più?! Così si vedono benissimo i tuoi lineamenti!- sbuffa, mentre io le passo di fianco, afferrando un biscotto e mettendomelo in bocca.

- Insomma, nessuno ti prenderà mai sul serio se vai in giro così! Ti rendi conto che sembri una ragazza?! Già sei nato in questo modo, poi non hai voluto neanche cercare di rimediare! Guarda il tuo amico; perché lui ha tutti questi muscoli e tu no?!- esclama - E non parlarmi di costituzione, centra solo in parte-.

- Voglia- rispondo, scrollando le spalle; io non ho voglia di avere tutti quei muscoli, e non mi piacerebbero neanche.

- Dovresti fartene venire un po'! Insomma, questo povero ragazzo deve farti da schiavo ogni mattina a venire a svegliarti, e ti prepara pure la colazione! Ti comporti come una ragazzina viziata! E se la gente pensasse che sei in realtà una ragazza?! E se la gente pensasse che voi due... State insieme?!-. La sua aria schifata fa quasi ridere...

- Se la gente sapesse pensare, non staremmo facendo questa conversazione- affermo, dirigendomi verso la porta per mettermi le scarpe.

- Wakasa Imaushi! Non osare rispondere così a tua madre!- esclama lei mentre apro la porta - Io ti ho messo al mondo! Hai idea di...-.

Esco di casa e Benkei mi segue, chiudendo la porta alle nostre spalle.

- Sicuro che non vuoi che le risponda?- mi chiede.

- Perché dovresti? È una donna insoddisfatta della sua vita che ha sposato un uomo con uno status troppo basso per i suoi gusti, che avrebbe voluto un figlio forte e guerriero a risolverle tutti i problemi ma si è trovato un bambino dai lineamenti femminili che non intende stare dietro ai suoi capricci. Pensi che risponderle cambierebbe qualcosa?- commento.

Non ho le forze per mettermi a discutere, e neanche la voglia: me l'ha fatta passare quando ero un bambino, e non è mai tornata.

- Stai bene?- mi chiede Benkei, mentre saliamo sulle nostre moto.

- Non mi preoccupano più queste cose, lo sai. Muoviamoci, così puoi aprire la palestra e io posso riposarmi- affermo, tirando fuori dalla tasca uno dei miei chupa chups; lo scarto e me lo metto in bocca prima di partire, seguito da Benkei.

La palestra non è tanto lontana da casa mia, per cui ci arriviamo senza troppi problemi più che in tempo per aprire; ormai ci lavoriamo da un paio d'anni, Benkei ci veniva ad allenarsi anche prima, per cui il proprietario gli affida le chiavi senza problemi.

Parcheggiamo le moto nel parcheggio dedicato ai dipendenti. Intanto ho finito il mio spuntino, per cui vado a buttarlo nel cestino mentre Benkei si dirige ad aprire.

- Entri subito?- mi chiede.

- No, rimango fuori a fumarmi una sigaretta- affermo, allungano la mano verso di lui.

Benkei mi fissa per un attimo, poi sospira.

- Sai che non ti fa bene fumare così tanto, vero?- mi fa notare, mentre tira fuori il pacchetto dalla tasca e me lo passa insieme all'accendino.

- Vivi una volta sola, non è un problema finché non muori- affermo, accendendomi la sigaretta; gli ripasso l'accendino e lui sospira.

- Vedi di non morire- mi dice solo, prima di entrare in palestra.

Mi appoggio con la schiena al muro di fianco alla porta e faccio un lungo tiro, ispirando il più possibile prima di lasciare andare il fumo.

Alzo lo sguardo verso il cielo. Un'altra giornata monotona e noiosa...

Mi piacerebbe, un giorno, avere un mio locale. Un luogo dove posso stare tutto il giorno senza che nessuno possa dirmi nulla, dove decido io gli orari, che cosa si fa, la musica, dove si può fumare, chi può entrare... Adesso, visto che ho un po' di contatti, riesco a stare abbastanza tranquillo nei luoghi in cui vado, però... Avere un posto mio sarebbe tutta un'altra cosa.

Anche perché fin troppe persone ti si avvicinano in quei luoghi, la metà per provarci, sia femmine che maschi.

Mi rigiro appena la sigaretta tra le dita. Ho sempre saputo di avere un aspetto un po' feminile, ma non è mai stato un problema per me, anche perché chi ha provato a dire qualcosa non ha fatto una bella fine.

Troppi muscoli sarebbero duri da sopportare, quindi mi va più che bene così... E mi piace il mio stile.

Mia madre è l'unica a rompermi i coglioni, ma sinceramente me ne frega proprio poco: se lei è insoddisfatta della sua vita mica devo esserlo anche io.

Vedo delle auto iniziare ad avvicinarsi e sbuffo appena: deve stare aprendo la palestra... Mi conviene entrare prima che si mettano a chiedermi informazioni.

Mi avvicino al posacenere e spengo la sigaretta, prima di voltarmi ed entrare nella struttura.

È una normalissima palestra, la sala principale ha varie attrezzature per i pesi e il potenziamento fisico; a destra ci sono una sala con un ring e il necessario per la boxe, e un'altra in cui fanno alcuni corsi.

Gli spogliatoi dovrebbero essere a destra, ma tanto noi ne abbiamo uno nostro per gli allenatori, e io principalmente sto alla reception, per cui sono tranquillo.

Avrei le capacità per dire alla gente quando sbaglia gli esercizi ma... Non ne ho minimamente voglia.

Noto che Benkei sta finendo di accendere le varie luci e i macchinari, e dato che non sembra avere bisogno d'aiuto decido di andarmene a sedermi comodamente alla reception.

Benkei mi raggiunge quasi subito.

- Sai, potremmo approfittare del fatto che abbiamo le chiavi... Insomma, farlo in un posto pubblico in cui in teoria non dovremmo stare in quel momento... Magari risveglierà un po' di eccitazione- commenta, posandosi al bancone.

- Dovrei venire qui fuori orario- gli faccio notare.

- Ti porto io-.

- Significherebbe comunque uscire, e andare in un luogo in cui non mi va di stare per più tempo del solito- dichiaro - mi farebbe solo venire voglia di tornare a casa-. Lui mi fissa, poi sospira leggermente.

- Riusciremo mai a scopare?- commenta. Alzo un sopracciglio.

- Se ci tieni tanto, vai a cercarti qualcuno da farti ,no? Di sicuro è più semplice che aspettare che io abbia voglia- dichiaro. Lui mi fissa per un attimo.

- Sei il fidanzato meno geloso che esista al mondo- commenta.

- Lo sai che non sono tipo da innamorarmi, quindi non ci vedo nulla di male- affermo. Benkei per un attimo non dice nulla.

- Sì, hai ragione- si stacca dal bancone - vedrò se ne avrò voglia. Vado, sta arrivando gente- dichiara.

Annuisco e mi volto per accendere il computer e iniziare anche io il mio lavoro.

Passo i primi dieci minuti a controllare che la gente entri tranquillamente, a spiegare che no, non posso fargli uno sconto solo perché l'abbonamento è appena scaduto, e no, io non sarò il loro personal trainer, e ne sono anche più che felice: l'unica cosa che potrei fare è mostrargli come mandare gente all'ospedale, ma non penso che il capo ne sarebbe felice.

Per fortuna, una volta passato il primo momento le persone iniziano ad arrivare molto più tranquillamente, per cui ho tempo per riposarmi un pochino.

Tiro fuori il telefono: ancora non è il momento della mia pausa... Quanto vorrei uscire con una sigaretta.

Sospiro e sblocco il telefono. Non mi è mai interessato avere social, ma Benkei ha insistito sul fatto che la gente dovrebbe sapere come potermi contattare, soprattutto se riguarda la gang... E alla fine è risultato utile per i momenti in cui ho bisogno di fare passare il tempo e non posso fare le cose che faccio di solito.

Visto che dubito di potermi mettere a dormire qui.

Inizio a scrollare un po' le foto. Ma le ragazze ci trovano tanto gusto a mettersi in posa mezze nude? Insomma, non è che non siano in bel vedere, ma non hanno altro da fare nella loro vita? Tipo dormire?

Tra l'altro, da quando ho iniziato a lavorare qui mi compaiono spesso anche foto di palestrati... Come se mi servisse portarmi in giro un altro super palestrato, penso che mia madre potrebbe buttarmi fuori di casa. Non sarebbe un male, ma dormire in giro è scomodo.

E non voglio andare a chiedere a Benkei di ospitarmi. Ha detto che lo farebbe volentieri, e per certe cose sarebbe comodo ma... Direi che passiamo già abbastanza tempo insieme così, temo che finirei per sentirmi a disagio se lo facessimo. O per stancarmi.

E non mi sembra decisamente il caso.

- Cavolo, certo che quei ragazzi non imparano mai...-. Alzo lo sguardo e vedo Benkei avvicinarsi, sgranchendosi appena le braccia.

- Ti hanno di nuovo dato problemi sul ring?- gli chiedo; sta lì la maggior parte del tempo... E ci credo, è in grado di atterrare metà della palestra in un minuto, e gli piace anche parecchio.

- Già... Continuano a volermi sfidare pensando di essere più forti, e ogni volta se ne pentono- sospira - ma almeno, stanno imparando a incassare-.

- Non ne dubito. Oggi quanto dobbiamo rimanere qui?- gli chiedo. Lui lancia un'occhiata all'orologio.

- Se rimaniamo fino al primo pomeriggio, saremo a posto con le ore che dobbiamo fare questa settimana... Sai che la scelta è tra pranzare un po' dopo e dover stare anche un po' al pomeriggio- dichiara.

- Meglio levarci tutto subito- borbotto. Se smetto di fare qualsiasi cosa, temo che poi farò parecchia fatica a riprendere... Anzi, non riprenderò proprio.

- Immaginavo- ride lui - al massimo ti vado a prendere qualcosa da mangiare-.

- Non ho così tanta fame- rispondo. Lui annuisce.

- So che siamo solo a metà settimana, ma sto weekend ti va di fare qualcosa?- mi chiede. Non mi va mai di fare qualcosa... Però, ogni tanto non stare per forza a casa con mia madre che rompe le palle non è male. Vengo invitato spesso nei locali, però...

- Non la sera, mia madre non ci sarà quindi voglio stare a casa; magari andiamo a farci un giro di giorno- dichiaro. Almeno non me la dovrò subire... Unico lato positivo di andare al lavoro.

- A cosa pensi? Qualche posto in particolare?- mi chiede.

- No- rispondo - poi ci penso. Facciamo per pranzo, così posso dormire fino a tardi- rispondo. Lui annuisce.

- Perfetto- risponde con un sorriso - poi dimmi la zona, così faccio sapere ai ragazzi dove mettersi a controllare in modo che nessuno ci rompa le scatole-. Annuisco: almeno, non avremo alcuna rottura...

- Torno a lavorare; qui sta andando tutto bene?- mi chiede. Annuisco.

- Oggi non c'è tanta gente. Non dobbiamo neanche chiudere, per cui quando arriva il momento di andare non perdere troppo tempo- rispondo, prima di tornare a guardare il telefono.

- Va bene capo- risponde lui, in tono divertito, prima di allontanarsi.

Sospiro: spero che faccia davvero in fretta... Anche se comunque dovrò tornare qui domani.

- Non c'è un modo per rendere la vita più divertente?- mormoro. Non posso dire di non aver provato alcool, locali e simili... Ho anche una sottospecie di relazione. Viaggiare non mi attira... Sono a capo di una gang, quindi non c'è nessuno che mi rompa le palle...

Non mi viene in mente molto altro. La mia adrenalina durante le risse la ho, ma per il resto...

Quando vorrei un chupa chups adesso, ma mi sa che non è il caso visto che in teoria sto lavorando.

Alzo appena lo sguardo. Mancano una decina di minuti, e di solito a questo orario non viene mai nessuno... Dentro c'è anche poca gente.

Afferro le mie cose e mi alzo, uscendo dalla palestra. Mi appoggio al muro, come prima; le sigarette le ha Benkei, per cui tiro fuori un chupa chups e me lo infilo in bocca.

Alzo appena lo sguardo, osservando la strada di fronte a me. La gente che passa sempre sembra avere qualcosa per la testa: c'è chi è incazzato, chi è felice, chi sta ridendo, chi sembra di fretta... Hanno tutti qualcosa che mostrano al mondo.

Come fanno a provare così tante cose?! Non si stancano di farlo?! Non sono... Sempre stanchi di tutto?!

Osservo una moto sfrecciare in strada. Sta andando piuttosto veloce, la persona sopra dev'essere incosciente... Oppure sentirsi molto libera.

Chissà com'è, sapere che cosa si vuole e riuscire a farlo senza alcun problema...

Con la coda dell'occhio, vedo Benkei affiancarmi.

- Andiamo a casa?- mi chiede. Annuisco e mi stacco dal muro, seguendo il ragazzo verso le nostre moto.

Saliamo e partiamo, diretti verso casa mia. Se non fossi decisamente poco voglioso di rivedere mia mamma e tornare a casa proverei ad accelerare, ma non ne ho proprio voglia.

Alzo appena lo sguardo: chissà se, un giorno, anche io riuscirò a capire che cosa voglio davvero fare...

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