CAPITOLO IV.
Aveva i capelli scompigliati. Probabilmente era per il vento, ma gli davano un'aria sbarazzina...
Era un ragazzo normale. Totalmente normale. Non aveva niente di particolare, a prima vista: altezza nella media, fisico nella media... Forse un'aria un po' da vecchio, visto che era insieme a così tanti bambini. E forse anche per le lievi occhiaie che aveva sotto agli occhi.
Però... Il suo volto. Aveva qualcosa il suo volto. Qualcosa che lo rendeva particolare.
Forse era per i suoi occhi, parevano profondi... O forse per il suo lieve sorriso, apparentemente così gentile e dolce. Si, aveva qualcosa di particolare, decisamente...
- Waka. A cosa pensi?- mi chiede Benkei, riscuotendomi dai miei pensieri. Giusto, siamo in palestra... Anche oggi. Ormai ci vengo così spesso che mi dimentico pure di essere qui.
- Nulla di che- rispondo, riportando lo sguardo sul computer per segnare i nuovi abbonamenti.
Lui mi fissa per un attimo.
- Pensi al ragazzo dell'altro giorno?- mi chiede - I ragazzi mi hanno detto di averti visto parlare con qualcuno, quando ti sei allontanato per fumare-. Scrollo le spalle.
- Era lì con alcuni bambini, ci ho parlato giusto qualche minuto- rispondo. Anche se sono certo che lui mi abbia fissato più di qualche minuto... Chissà cos'ha pensato.
Da come mi guardava, direi che non ha avuto gli stessi pensieri di mia mamma, anzi. Ma era lì insieme a un gruppetto di bambini, penso proprio che non riuscirò a ribeccarlo, a meno di dirigermi a una scuola elementare.
- Pensavo ti fossi allontanato perché avevi bisogno di stare da solo- commenta Benkei. Alzo appena lo sguardo su di lui.
- Sì. È passata una persona e gli ho detto due frasi; lui non stava certo facendo casino- affermo. Anzi, mi sembrava una persona parecchio tranquilla... Per qualche motivo, vederlo mi ha fatto rilassare.
- Waka. Tu non parli con la gente così a caso, le uniche volte in cui lo fai è per reclutare- mi fa notare - vuoi per caso farlo entrare nella nostra gang? Pensavo non volessi andare più in là di così-.
- Non voglio reclutarlo- rispondo. Non penso proprio sia adatto al combattimento... Non era totalmente privo di muscoli, ma credo che non sia cresciuto per menare gente.
Era troppo... Gentile. E normale. Tranquillo. Calmo.
- E allora... Perché ci stavi parlando?- mi chiede Benkei, fissandomi. Alzo lo sguardo su di lui e lo fisso per un attimo.
- Prendere mi andava, Keizo; è così un grande problema? Ero in mezzo a un gruppo di gente urlante, sono andato a prendere un po' di pace, ho visto un ragazzo tranquillo, gli ho detto due frasi e sono tornato indietro. Ti sembra così assurdo?-.
Lui mi fissa ancora un attimo.
- No- mormora - ero solo sorpreso, scusami. Di solito non parli così facilmente con gli altri, ma immagino che ogni situazione sia diversa-.
- Esatto- rispondo - quindi, hai altro da chiedere?-. Lui mi fissa per un attimo.
- No- afferma - in fondo, la gelosia in questa sottospecie di relazione sarebbe inutile, no?-. Lo fisso per un attimo.
- Va bene che faccio schifo a comprendere i sentimenti, ma lo vedo che sei ironico- sbuffo - davvero?! Sei geloso di un tipo incontrato a caso al parco?! Siamo amici da anni, Benkei-.
Lui sospira e si volta.
- Sì, lo so. È che... Mi sembravi parecchio preso- afferma - Insomma, sarò solo felice se riuscirai a trovare finalmente delle persone con cui ti va di stare. Quindi se vuoi che dica ai ragazzi di cercarlo...-.
Lo fisso: sembra tornato il ragazzo di sempre.
- Non serve- rispondo - oggi rimani qui per le lezioni pomeridiane?-
- Sì, serve qualcuno che aiuti sul ring... Vuoi che ti accompagni a casa prima?- mi chiede.
- Non serve, faccio un salto a qualche bar a mangiare e poi vado, tanto devo aspettare che mia madre esca di casa prima di rientrare- dichiaro, alzandomi; il mio turno per fortuna è finito, me ne posso andare.
- Chiamo i ragazzi per sicurezza?- mi chiede.
- Non serve, tanto devo solo fare un giro- rispondo, uscendo da dietro il bancone. Lui annuisce.
- Ti accompagno fuori- afferma. Annuisco anche io e lo seguo fuori dalla palestra, diretto verso le nostre moto.
- Hai tutto?- mi chiede, mentre io salgo sulla mia moto.
- Sì, ho portato le mie sigarette- affermo, voltandomi verso di lui.
- Quelle che tua mamma continua a buttarti?- commenta, divertito.
- Sí- borbotto.
- Bene. Fammi sapere se hai bisogno di qualcosa- dichiara. Annuisco; lui si china verso di me e unisce le nostre labbra.
Chiudo gli occhi, lasciandolo fare e ricambiando leggermente il bacio. Dopo qualche minuto, Benkei si stacca.
- Buon ritorno- mi dice.
- Buone lezione- mormoro, prima di partire.
Sospiro appena: per fortuna un po' di tranquillità... Voglio bene a Benkei, anche più di quanto mostri; è stato il mio primo vero amico, mi conosce e accetta le mie particolarità, non gli dà fastidio la mia pigrizia e ha deciso di rimanere al mio fianco nonostante tutto.
Però, ogni tanto, nonostante il legame che abbiamo instaurato, e nonostante sia grato di averlo con me... Mi sembra di soffocare in questa vita, temo che se stessi ancora di più vicino a lui finirei per odiarlo davvero, perché in fondo non capisco neanche io a volte come mai provi questo sentimento di costante noia e stanchezza anche verso cose che in teoria mi piacciono.
Nei momenti in cui mi accade, ho solo bisogno di... Pace. So che sembra una contraddizione, ma preferisco non stare in mezzo alle persone.
Mi serve la tranquillità totale.
Il viso di quel ragazzo mi compare davanti al volto: lui, per qualche motivo, sembrava trasmettere una grande tranquillità...
Lancio un'occhiata alla strada. Forse è un azzardo, ma in fondo quel posto sembrava tranquillo, quindi... Perché no?
Svolto a destra, imboccando la strada che mi conduce nel posto in cui ero ieri. In effetti l'avevo già sentito come locale, ma non ci sono mai stato; forse dovrei provare...
Mi fermo poco dopo nel parcheggio del luogo e scendo, per poi dirigermi verso l'ingresso.
Appena entro mi guardo intorno; per fortuna c'è poca gente... Anche se non vedo quel ragazzo. Bè, sarebbe stata una coincidenza troppo grande...
Mi dirigo verso il bancone e mi siedo a esso, afferrando uno dei menù. Non hanno tanto cibo, ma sembra decente almeno...
Ordino semplicemente dei tramezzini e una birra, prima di tirare fuori il telefono per aspettare.
L'ambiente è davvero tranquillo, e la gente non urla troppo... È un luogo piacevole. Chissà com'è la sera... Forse dovrei provare a venirci, non sarebbe male cambiare un po' aria.
- Ti va di venire al mio tavolo?-. Mi volto di scatto: è il ragazzo dell'altro giorno.
È appoggiato al bancone di fianco a me, con un lieve sorriso in volto. Anche oggi indossa una normale maglietta bianca e dei semplici pantaloni neri... E trasmette un'aria di tranquillità.
- Oggi sono solo, nessun bambino da curare, per cui non hai scuse pee rifiutare- dichiara, continuando a sorridere.
Lo fisso per un attimo: mi sta praticamente invitando?
Trattengo un piccolo sorriso.
- Perché no?- commento, alzandomi; potrebbe essere divertente...
Con la coda dell'occhio, vedo la mia ordinazione venire posata sul bancone. Prima che possa fare qualcosa, il ragazzo la afferra.
- Porto io- afferma, per poi voltarsi e iniziare a camminare verso un tavolo vicino alla finestra, leggermente isolato.
Bè, ha già dei punti a suo favore... Mi sta impedendo di fare fatica a scegliere tavoli comodi in cui mettessi.
Mi siedo mentre lui mi poggia davanti il mio cibo; intanto che si siede anche lui, un cameriere si avvicina e gli posa una birra davanti.
- Grazie mille- gli dice con un sorriso, prima di tornare a guardarmi.
- Mangi solo con quella? Non sembri un fratello maggiore così- commento.
- I miei fratelli sono tutti a scuola o al dojo; io ero in giro da un cliente, aveva bisogno di una visita d'emergenza... Mi ha offerto il pranzo, e visto che ho un po' di tempo prima del prossimo cliente ho pensato di venire a rilassarmi, sperando di fare qualche incontro interessante- dichiara.
Alzo un sopracciglio.
- Quindi... Hai fatto qualche incontro interessante?- gli chiedo.
- Dipende. Posso sapere il tuo nome?-. Lo fisso per un attimo: ha un sorriso talmente spontaneo da fare venire voglia di sorridere...
- Wakasa Imaushi- rispondo.
- Io sono Shinichiro Sano... E sì, ho fatto un incontro interessante- dichiara.
- Ne sono felice per te- affermo, per poi iniziare a mangiare - io devo ancora deciderlo-.
- Sei un tipo particolare, eh?- ride - C'è qualcosa che posso fare per mostrarmi un tipo intessante?-. Ci penso un attimo: bè, già che sono qui, tanto vale conversare un po'...
- Che genere di clienti hai? Non dirmi che sei un dottore, saresti davvero più vecchio di quanto sembri- commento - e se sei uno stripper, sappi che non ti pagherò per questo pranzo-.
- Nessuna delle due cose; ho vent'anni, anche se non sembra- dichiara lui. Come me...
- Comunque, sono un meccanico. Di solito mi faccio portare il lavoro in officina, ma quando i clienti hanno le moto rotte e nessun altro modo per muoversi devo girare io- afferma.
Un meccanico, eh? E pare avere una grande passione per le moto, i suoi occhi si sono illuminati a parlarne.
- Ha senso- rispondo - hai detto che i tuoi fratelli sono al dojo al momento-. Lui annuisce.
- Mio nonno gestisce un dojo... In teoria ci sono andato anch'io, ma rispetto ai miei fratelli non ho proprio talento. In special modo Mikey... Lui è un vero portento, gli sta dietro solo Izana che ha tre anni più di lui... Anche se Emma li tiene in riga entrambi- racconta.
Posso sentire l'emozione nella sua voce mentre parla dei suoi fratelli, e anche se di solito mi danno fastidio gli esaltati, lui lo fa con una dolcezza tale da scaldarmi il cuore...
- Quanti fratelli hai?- gli chiedo.
- Loro tre; gli altri con cui mi hai visto per la maggior parte erano loro amici, e in più c'erano un ragazzino che viene spesso in officina a trovarmi e il suo amico- mi racconta.
Cavolo, i suoi fratelli devono avere davvero tanti amici... Non so se siano fortunati o meno.
- Tu mi hai detto di essere figlio unico... E mi sembra che ne sia contento- commenta con un piccolo sorriso.
- Prendermi cura degli altri e avere intorno tante persone non fa decisamente per me- affermo.
Shinichiro mi fissa per un attimo. Probabilmente ha capito che sono uno scansafatiche... Dubito gli verrà ancora troppa voglia di parlare con me, temo che siamo due poli opposti.
- Che cosa fa per te?- mi chiede invece. Ci penso per un attimo, ma in realtà la risposta è molto semplice.
- Nulla- affermo - mi piace riposare tranquillo. Mi piace non avere nessuno a rompermi le scatole. E poter fare ciò che voglio. Lavoro in una palestra giusto perché così posso avere i soldi per andarmene da mia madre-.
- Non ci vai d'accordo?- mi chiede. Storco appena il naso.
- Diciamo che lei non va molto d'accordo con come sono... Non vedo l'ora di andarmene e non vederla più- borbotto - più che mia madre, è solo la donna che mi ha messo al mondo-.
Lui mi fissa per un attimo senza dire nulla. Poi fa un piccolo sorriso.
- A me non dispiace come sei, almeno per ciò che ho visto fino ad adesso- dichiara. Alzo un sopracciglio.
- Abbiamo parlato per dieci minuti- gli faccio notare.
- Si possono capire molte cose in dieci minuti... E tu non sembri la persona che rimane così tanto con qualcuno che gli sembra antipatico, no?- mi fa notare.
In effetti è vero... Di solito mi bastano pochi secondi per andarmene.
- Non sei male a comprendere le persone- affermo, e lui sorride.
- Come ti ho detto, ho tre fratelli... E diciamo che anche un po' dei lori amici hanno bisogno di un certo supporto psicologico- dichiara.
- Praticamente passi metà della tua vita a fare da psicolgo a dei bambini... Non ti sfoghi mai?- commento.
- Me lo chiede sempre anche il mio migliore amico... Ho i miei sfoghi. Lavorare in officina mi rilassa, anche de spesso ho lì i bambini a guardare; e poi, mi piace andare in moto. Quando giro a tutta velocità per le strade... Riesco a lasciarmi tutto alle spalle e ricaricarmi completamente- dichiara.
Lo fisso per un attimo. Di nuovo, i suoi occhi si sono illuminati... Si vede che ci tiene davvero parecchio. E ha uno sguardo ancora più rassicurante e tranquillo...
- Non esci mai, oltre a questo?- gli chiedo.
- Ogni tanto vengo la sera in questo locale- risponde - Takeomi ci tiene a trascinarmi fuori di casa, anche se ci limitiamo a rimanere a fumare da qualche parte di solito-.
Programma tranquillo... Mi piace.
- Sarebbe il tuo amico?-. Lui annuisce.
- L'unico- ride appena - quando hai così tanti bambini da curare è dura riuscire a fare tante conoscenze, soprattutto visto che ho interessi un po' diversi dalla gente della mia età. Ma ho un po' di persone che vengono a vedere quello che faccio-.
- Lo immagino- mormoro; sembra una persona che riesce a fare interessare chiunque... Sto riuscendo a parlarci io che di solito inizio a odiare chiunque dopo pochi minuti di conversazione.
Ma con lui mi sento tranquillo. Non proprio la mia solita tranquillità, è quella ma... Avverto come una specie di pace. Ed è davvero qualcosa di piacevole.
Mi mordo appena l'interno della guancia. Forse, con lui potrei riuscire... A capire qualcosina in più. Di sicuro, sembra ben disposto, e se facesse qualcosa che non mi piace potrei sempre menarlo... Non penso proprio che sia più forte di me.
- Quindi, suppongo che tu non abbia neanche la ragazza- commento.
- Mi hanno rifiutato tutte- ride lui - non sono molto attraente per loro. Takeomi dice che è questo il mio problema e dovrei fare un po' di sesso per rilassarmi- dichiara.
Questo è davvero interessante...
- Non si è proposto lui?- commento; Benkei lo ha fatto, anche se è andata in un modo un po' diverso.
- Sí- ammette. Sento un pizzico di delusione farsi largo dentro di me: a quanto pare, questo ragazzo non avrà molte ragazze intorno, ma ragazzi si...
- Non hai accettato?- gli chiedo, mentre finisco la mia birra.
- No, non penso riuscirei mai a farlo con lui, non mi ha mai attratto- ammette. Ah sì? Interessante...
Appoggio il bicchiere e lo fisso negli occhi.
- Che genere di persone ti attraggono?-. Lui ci pensa per un attimo.
- Non penso di avere proprio un genere, ci sono semplicemente delle persone che... Mi colpiscono parecchio, in un modo diverso dalle altre- afferma, fissandomi.
Lo fisso a mia volta: sta parlando anche di me? Dubito di essere escluso dalla lista, altrimenti in questo momento non saremmo qui a parlare, mi ha invitato lui dopotutto.
Forse, con lui... Potrei riuscire a fare qualcosa di completamente nuovo.
Appoggio i gomiti sul tavolo, sporgendomi appena verso Shinichiro mentre lo fisso negli occhi. Lui sostiene il mio sguardo e deglutisce appena: pare che non mi stia sbagliando...
Non mi piace impegnarmi, l'amore non fa per me e non sono decisamente il tipo da mettersi a provarci con gente a caso; ma lui ha qualcosa di diverso. Quindi forse, anche solo per un momento, anche solo per una notte... Niente di più, solo quella.
- Visto che ti piacciono così tanto le moto, non ti andrebbe...- inclino appena la testa - di vedere la mia carrozzeria?- sussurro.
Mi fissa ancora per un attimo, poi i suoi occhi si illuminano.
- Volentieri! È quella qui fuori?!- esclama.
Ok, che cazzo ha capito?! Non avrà pensato che...
- Vado a pagare!- esclama, emozionato, alzandosi e dirigendosi al bancone prima che possa fermarlo.
Lo fisso per un attimo: lui davvero...
Mi alzo a mia volta per raggiungerlo, ma Shinichiro ha già pagato e mi fa cenno di seguirlo fuori dal locale.
Continuo a seguirlo: non dirmi che davvero...
Nel parcheggio ci sono solo due moto; lui lancia un'occhiata a quella che penso sia la sua, visto che si sta dirigendo con sicurezza verso la mia.
- È questa?! Hai davvero una bella moto!- esclama, voltandosi verso di me.
Lo fisso e non posso fare a meno di scoppiare a ridere, senza riuscire a trattenermi minimamente: questo ragazzo è un vero idiota... Ma mi fa sentire di una leggerezza incredibile.
- Ho detto qualcosa di strano?- chiede, confuso.
- Diciamo che non mi stupisco che le ragazze ti rifiutino- affermo, cercando di calmarmi - se avrò problemi con la moto, mi ricorderò di te-. Shinichiro fa un piccolo sorriso.
- Ti va di fare un salto a vedere l'officina? Oggi non ho tanti clienti- mi propone.
- Lo farei, ma mia madre starà per uscire di casa e io voglio godermi la mia calma- affermo.
- Capisco. Bè, allora spero di rivederti in giro... Waka-. Lo fisso per un attimo.
Ha un modo particolare di pronunciarlo... Non è certo l'unico a darmi un soprannome, ma per qualche motivo detto da lui mi sembra davvero naturale.
- Vedremo se accadrà, Shini- affermo, e lui sorride.
Sale sulla sua moto, per poi appoggiarsi con le braccia al manubrio e fissarmi, in attesa.
- Aspetto che vai- dichiara.
- Che cavaliere- commento, prima di voltarmi e dirigermi verso la mia moto. Gli lanciò un'ultima occhiata: mi sta ancora fissando...
Fingendo di starlo ignorando, parto e mi allontano, ancora con il suo sguardo su di me.
Un lieve sorriso compare sulle mie labbra e eccellero appena: Shinichiro Sano... Un ragazzo totalmente normale, ma che allo stesso tempo sembra avere qualcosa di davvero speciale, qualcosa che mi fa venire voglia di conoscerlo di più.
Accelero ancora di più, avvertendo il vento passare con forza tra i miei capelli e accarezzarmi la pelle, facendomi venire voglia di aumentare la velocità, fermandomi solo quando arrivo davanti a casa mia.
Parcheggio la moto, unico regalo di mia madre, fatto per incoraggiare la mia mascolinità, e tiro fuori il telefono mentre mi dirigo verso l'ingresso di casa.
Effettuo una chiamata e me lo porto all'orecchio; intanto apro la porta per entrare.
- Pronto capo?- risponde una voce dall'altra parte.
- Ho bisogno che trovi una persona per me- affermo.
Anche se non cerco niente di specifico, penso di poter trovare qualcosa in Shinichiro Sano; e finché durerà, non me lo lascerò sfuggire.
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