CAPITOLO V.

- Buongiorno; sono Shinichiro Sano, il responsabile di Izana Kurokawa- affermo, stringendo la mano alla professoressa di fronte a me.

- Lei è il fratello, giusto? Suo nonno ci aveva avvisati che avrebbe cambiato il responsabile non appena lei fosse diventato maggiorenne- commenta lei, con un'espressione gentile in volto.

- Esatto; mio nonno inizia a diventare sempre più anziano, quindi preferisco occuparmi io dei miei fratelli- affermo, mentre entrambi ci sediamo, io da un lato della scrivania dell'ufficio e lei dall'altro.

- Comprendo la scelta... Immagino sia dura crescere senza genitori; ma avete accolto comunque un altro ragazzo in famiglia- commenta. Più che giudicante, sembra un po' sorpresa.

- Emma ci ha detto che Izana è suo fratello, per cui è anche il nostro- affermo. Non mi importa se non ci sono legami di sangue, per me lui è un vero fratello, questo non cambierà mai.

- Capisco... È stata una scelta molto altruista- mormora lei - però vede, temo che questo stia condizionando parecchio Izana. So che la vostra situazione economica è buona, e gli assistenti sociali hanno già controllato tutto ciò che dovevano, no?-.

Annuisco. In effetti, il primo periodo è stato un inferno... Non avendo legami di sangue con Izana, la sua adozione è stata più difficile rispetto a quella di Emma, avevamo gli assistenti sociali a casa praticamente tutti i giorni, probabilmente anche perché Izana ha sempre mostrato di avere un certo caratterino.

Anche Mikey ne era stanco, tanto che è stato lui stesso a dire agli assistenti sociali di lasciare in pace suo fratello... Penso sia stata la prima volta in cui l'ha chiamato così, dopo già qualche mese di convivenza.

Per fortuna adesso non vengono più, quindi siamo tranquilli, ma non è stato semplice.

- Esatto, siamo in una situazione più che stabile- confermo.

- È per questo che l'ho chiamata... Sono felice che vada tutto bene, ma proprio per questo motivo non posso ignorare ciò che sta facendo Izana ultimamente. È sempre stato un ragazzo poco attento in classe e che prende voti a malapena sufficienti, ma ultimamente ha iniziato a frequentare... Brutte compagnie- afferma.

- Sì, mio fratello me ne ha parlato- dichiaro - però mi ha detto che questi ragazzi non hanno mai fatto nulla di particolarmente grave, o mi sbaglio?-.

- Per ora no. Noi professori ormai... Ci siamo arresi al fatto che durante le lezioni non possiamo contare sulla loro partecipazione, e che i loro voti non saranno mai più che sufficienti. All'interno delle mura scolastiche, il peggio che hanno provato a fare è stato minacciare qualche altro studente, ma rimangono abbastanza per le loro... Mi preoccupa il loro comportamento fuori da qui. Sono stati visti più volte a fumare, azzuffarsi con altri ragazzi, rimanere per strada fino a tardi, a volte hanno marinato le lezioni per andare a divertirsi... Non vorrei che Izana diventasse come loro- dichiara.

La fisso per un attimo: la sua è una preoccupazione genuina... Ma anche la preoccupazione di una persone che vorrebbe che gli altri facessero semplicemente ciò che lei si aspetta.

- Ne ha parlato con i genitori di questi ragazzi?- le chiedo.

- Sí- risponde - sono statti tutti avvisati. Durante le risse non c'è stata mai alcuna denuncia, per cui i ragazzi hanno preso solo qualche richiamo, ma ovviamente abbiamo dovuto avvisare-.

- Allora, la ringrazio per avere avvisato anche me, ma la prego di stare tranquilla. I ragazzi a questa età... Se vengono obbligati a fare o non fare certe cose, allora sì che diventeranno pericolosi. So che mio fratello non è lo studente modello che lei vorrebbe, ma so anche che non è certo un assassino che andrebbe in giro a prendere a pugni chiunque gli capiti. Ha bisogno di trovare la sua strada, come tutti noi, e il massimo che possiamo fare è avvertirlo, ma non decidere al suo posto. Izana mi ha già parlato della situazione, e confido nel fatto che non ci saranno problemi- dichiaro.

Come ho detto a lui, non voglio impedirgli di cercare di farsi nuovi amici e capire chi è; sono certo che, con il tempo, capirà da solo quale stava vuole seguire, e che farà qualcosa di cui sarà fiero.

- Ma...- prova a insistere lei.

- Non serve che dica altro, davvero; la ringrazio per avermi voluto informare, ma mio fratello sta bene- mi alzo - se non ha causato guai, penso non ci sia altro di cui parlare-. La donna esita per un attimo, poi sospira.

- No, nulla- mormora. Annuisco.

- Allora, le auguro buona giornata- affermo con un sorriso, prima di uscire dalla stanza.

Inizio a camminare lungo i corridoi mentre mi guardo intorno: pensavo non avrei mai rimesso piede in questo luogo, anche se farlo da adulto dà decisamente tutta un'altra sensazione...

Lo sguardo mi cade fuori dalle vetrate dell'edificio, dove c'è il giardino interno; quante volte mi sono nascosto in qualche luogo a fumare con Akashi...

Faccio un piccolo sorriso: io non ero certo un bambino tranquillo... Anche se non andavo in giro a fare le loro stesse cose. Ma come ho detto, ognuno ha il proprio percorso da compiere.

Con la coda dell'occhio, noto che vicino a una delle porte c'è Izana, che mi sta fissando.

Visto che ho tempo prima di tornare a lavorare, esco dalla struttura e mi dirigo verso di lui.

- Com'è andata?- mormora.

- Le ho detto di non preoccuparsi e che so già tutto; finché non combinerai guai non ci saranno problemi- affermo, e lui fa un piccolo sorriso.

- Grazie Shin- sussurra.

- Sai che mi fido di te-. Sento uno sguardo su di me e mi volto, notando un gruppo di ragazzi che mi stanno osservando. Sono cinque, e insieme a loro ci sono anche Kakucho... E Haruchiyo.

- Sono i tuoi amici?- gli chiedo. Lui annuisce.

- Quello con cui sta parlando Haruchiyo è Muto... Visto che non va al dojo con gli altri, gli ho chiesto se volesse rimanere a fare compagnia a Kakucho, che aspetta sempre che anche io finisca le lezioni- mormora Izana - poi pensavo di riportare a casa entrambi, se non è un problema-.

- Certo che no; fammi sapere quando tornate, va bene?- rispondo. Lui fa un sorriso e annuisce.

- Shin!-. Mi volto e vedo Haruchiyo venire verso di me con un piccolo sorriso.

- Ciao; Ho saputo che Izana ti ha proposto di rimanere con i suoi amici- commento.

- Sì... Anche Mikey ha detto che è una buona idea, visto che ad andare al dojo solo per guardare mi annoio- mormora lui. Più che annoiarsi, penso che Mikey abbia capito che vedere sua sorella più vicina di lui ai suoi amici tramite il combattimento non fa molto bene ad Haruchiyo...

- Fai bene; vuoi che avvisi io Takeomi?-. Lui annuisce.

- Allora glielo dico quando viene da me dopo. Divertitevi- gli dico, prima di voltarmi verso il resto del gruppo.

Gli faccio un cenno di saluto con la mano; loro ne sembrano piuttosto sorpresi e non dicono nulla mentre mi allontano.

O meglio, penso fosse il loro intento, ma li sento parlare in lontananza.

- Quello è tuo fratello?! Pareva un debole, ma sembra un tipo a posto!-.

- Ve lo avevo detto che non avrebbe avuto problemi!- esclama Izana. Faccio un piccolo sorriso: sì, penso di stare facendo la scelta giusta.

Esco dal territorio scolastico e mi accendo una sigaretta mentre mi dirigo verso la mia moto.

Adesso che ho la mente libera, i miei pensieri non possono fare a meno di correre a lui: Wakasa Imaushi.

Di sicuro una delle persone più particolari che abbia mai conosciuto... Ha un modo strano di fare le cose, sembra indifferente a tutto, ma allo stesso tempo si capisce che di certe cose gli importa.

Mi ha ascoltato parlare dei miei fratelli e delle mie passioni, mi ha raccontato un pochino di sé e... Ha detto che gli piacerebbe rivedermi.

Salgo in moto. Se ripenso alla sua figura mentre si allontanava, con i capelli che si muovevano in modo sinuoso al vento, il suo modo elegante di guidare... Penso che quel ragazzo sia un'attrazione unica per me, avrei voluto scoprire molto di più di lui, mi sono sentito libero di parlargli tranquillamente e... Faccio schifo a flirtare, ma penso che abbiamo avuto una certa intesa.

Parto, diretto verso la mia officina, mentre continuo a pensare alla nostra conversazione. Ci siamo detti che ci saremmo rivisti, ma in effetti non abbiamo modi per contattarci... Forse per me è arrivato il momento di farmi qualche social, ma effetti non so neanche se lui li abbia.

Devo cercare di ribeccarlo al bar in qualche modo...

Mentre sono perso nei miei ragionamenti, arrivo a casa mia; parcheggio e mi dirigo sul retro, dove si trova la mia officina.

- Ciao Shin!-. Mi volto e faccio un piccolo sorriso.

- Seishu, ciao- rispondo, osservando il bambino - sei venuto qui ad assistermi?-. Lui annuisce con convinzione, un lieve sorriso in volto.

- Oggi Akane è fuori e Koko aveva un impegno con la sua famiglia... Posso rimanere?- mi chiede.

- Ma certo- rispondo, mentre tiro su la serranda dell'officina ed entro, seguito da Seishu, che mi pare piuttosto felice.

Ho già qui un paio di moto da sistemare, per cui afferro il mio solito sgabello e mi avvicino alla prima; Seishu, che ormai ha imparato a capire come lavoro, mi si avvicina con la cassetta degli attrezzi, per poi andare a sedersi sul tavolo vicino a me.

- Non è un lavoro che mi richiede silenzio assoluto, se hai voglia di parlare- gli dico. Quando c'è qui un po' di gente a guardarmi di solito chiedo silenzio, altrimenti rischiamo di fare fin troppo casino, ma visto che c'è solo Seishu direi che posso permettermi un pochino di distrazione.

- Pensi che un giorno... Potrò avere anch'io la mia officina?- mormora.

- Perché no? Tu sicuro stai già imparando bene il mestiere... Anche Draken vorrebbe averne una, potreste darvi una mano- commento. I suoi occhi si illuminano appena.

- Davvero?! Koko mi ha già detto che potrebbe darmi una mano con i soldi... Io non sono molto bravo in questo- ammette.

- Sei fortunato ad avere un amico come Koko che vuole sostenerti così tanto- dichiaro.

- Come tu hai Akashi?- mi chiede.

- Takeomi ormai si è arreso al fatto che non farò altro- rido. Ha provato più volte a propormi altri lavori o altri modi, ma penso che questo sia ciò che fa più per me...

Chissà Wakasa cosa ne pensa del mio lavoro. Quando gliene ho parlato mi è sembrato avere una reazione normale, era solo curioso... Lui non mi sembra appassionato, ma in effetti ha una bella moto. Magari potrei approfittarne davvero per avvicinarmi un po' di più a lui...

- Shin?-. Mi riscuoto, e mi rendo conto che Seishu mi sta osservando con aria leggermente confusa.

- Scusami, mi ero incantato a pensare... Mi stavi dicendo qualcosa?- gli chiedo.

- No, ma mi eri sembrato perso... A cosa pensavi?-.

- A una persona che ho incontrato di recente- mormoro.

- Chi?!-.

- Un ragazzo, ci ho parlato al parco quando ci siamo andati tutti insieme, e l'ho rivisto oggi al bar-.

- Oh, quel bel ragazzo là!- esclama. Alzo lo sguardo su di lui.

- Pensi che sia bello?- gli chiedo. Seishu annuisce, un lieve sorriso in volto.

- Ha dei lineamenti super belli!- esclama. Sorrido anche io.

- Sì, hai ragione, è proprio bello- affermo - pare che non sia un amante del casino e delle persone, però quando eravamo da soli abbiamo parlato tranquillamente-.

- Che bello!- esclama lui - Come si chiama?!-.

- Wakasa- rispondo.

- Wakasa Imaushi?-. Mi volto e noto Takeomi sulla soglia dell'officina.

- Ciao; quando sei arrivato?- gli chiedo con un piccolo sorriso. Per qualche motivo, la sua espressione mi sembra seria...

- Poco fa... Inui, potresti andare a prenderci qualcosa da bere? Voglio parlare un attimo con Shinichiro- afferma, continuando a fissarmi.

Seishu mi lancia un'occhiata, leggermente preoccupata. Annuisco, facendogli cenno che va tutto bene; lui scende dal tavolo ed esce dall'officina, dirigendosi verso casa mia.

- Che ti prende?- chiedo, tornando a lavorare alla moto che ho di fronte.

- Stavi parlando di Wakasa Imaushi?- mi chiede Takeomi, avvicinandosi.

- Sí- rispondo.

- Come lo conosci?-. Scrollo le spalle.

- L'ho visto qualche giorno fa al parco e ci siamo scambiati due parole... Oggi l'ho ribeccato al bar e abbiamo parlato un po'. È un ragazzo davvero interessante- dichiaro.

Più che interessante, ha qualcosa di fantastico... Qualcosa che mi attira parecchio.

- Wakasa Imaushi non è interessante, è un guaio: hai idea di chi sia?!- sbuffa Takeomi.

- Una persona?- commento, leggermente confuso.

- Quello è il capo della Kodo Rengo, sono una gang di teppisti presente a Tokyo da anni; non porta nulla di buono avvicinarsi a loro. Non hai già abbastanza preoccupazioni senza doverti occupare anche di un ragazzo che probabilmente passa la vita a spezzare ossa agli altri?!- sbuffa.

Alzo un sopracciglio.

- Takeomi, capisco la tua preoccupazione, ma a meno che Wakasa sia il più grande esecutore della Yakuza, dubito che vada in giro ogni giorno a uccidere gente- gli faccio notare.

Non ho certo qualcosa contro le gang, e Waka non mi sembra il tipo di ragazzo che va in giro con una pistola a sparare a chiunque gli capiti a tiro.

- No, non lo è, sono solo dei ragazzini. Però... Ciò non toglie che sia meglio che stai lontano da loro- afferma lui.

- Takeomi, apprezzo la tua preoccupazione- riabbassi lo sguardo, in modo da tornare a concentrarmi sulla moto - ma Waka è un ragazzo a posto, e ci ho parlato giusto un paio di volte. Non serve allarmarsi-.

- Ti conosco Shin, so che lo vorrai rivedere- dichiara. Faccio un piccolo sorriso.

- Sì, è vero- confermo. Ora che ci penso, tutti mi chiamano Shin, mentre lui... Quel Shini, che sembra essergli uscito così naturale, mi è sembrato quasi dolce...

- E che cosa pensi che dirà il suo ragazzo di questo?-. Mi blocco per un attimo: ragazzo...? Waka ha il ragazzo...?

Mi sembra strano... Insomma, non penso che gli fossi completamente indifferente, non si comportava come qualcuno a cui non interessa rivedermi. È vero che non sono un genio a flirtare, ma mi pareva che le nostre conversazioni stessero andando verso quella direzione.

Non mi ha accennato nulla neanche quando gli ho proposto di venire da me... Magari con il suo ragazzo sta andando male? O è successo qualcosa?! Forse Takeomi si sbaglia...

- Sì Shin, ha il ragazzo. È il secondo in comando della gang, si fa chiamare Benkei: io sono più forte di lui, ma se provasse a venire a menarti potrebbe essere un problema, è grosso quanto me- dichiara lui - e ha parecchi scagnozzi. Wakasa è come una divinità per loro, non lasceranno che ti avvicini-.

Mi sfugge un piccolo sorriso a sentire le sue parole: in effetti, Waka sembra un po' avere i tratti di una divinità... Ha una bellezza divina, e sembra davvero scostante dal mondo, quasi su un altro livello, come se noi comuni mortali non potessimo raggiungerlo.

Eppure... Oggi mi ha parlato come una persona normale.

- Non penso sia il genere di persona che credi. Ma non preoccuparti, farò attenzione- dichiaro, continuando con il mio lavoro.

Lo sento sospirare.

- Hai bisogno di distrarti un po'. Domani sera hai da fare?- mi chiede. Ci penso un attimo.

- Non mi sembra, anche nonno dovrebbe essere a casa- affermo, e lui annuisce.

- Allora, ti porto al locale: hai bisogno di distrarti un po'- dichiara.

- Va bene- rispondo - ma come ti ho detto, non devi preoccuparti per me, io sono a posto. Se rivedrò Waka, vedrò come agire- affermo.

E mi piacerebbe davvero rivederlo presto... Certo, sarebbe un peccato se avesse il ragazzo, ma in ogni caso non mi dispiacerebbe riuscire a instaurare un rapporto con lui... Magari pensa lo stesso.

- Bene- mormora Takeomi, anche se non sembra particolarmente convinto.

- Ah, oggi Haruchiyo è rimasto con Kakucho ad aspettare Izana e i suoi amici, spero non sia un problema- dichiaro.

- Mh? No, se me lo riportano a casa non è un problema- afferma lui. Gli lancio un'occhiata: ha tranquillamente tirato fuori una sigaretta come se nulla fosse...

- Dovresti parlarci, sai? Il fatto che Mikey abbia tanti nuovi amici lo sta un po' scombussolando. Io ci ho già parlato, ma penso che sentirsi rassicurare da suo fratello gli farebbe bene- gli faccio notare.

Lui per un attimo non risponde.

- Sai che non sono bravo come te con le parole, e Haru ti considera praticamente come un fratello: sono certo che parlare con te gli sia bastato- afferma. Sospiro appena.

- Almeno provava chiedergli come sta. So che con tanti anni di distanza per te è stato difficile ma... È il tuo fratellino, dopotutto-.

Takeomi rimane in silenzio e io riprendo a riparare la moto; un attimo dopo, Seishu torna nell'officina, con in mano un vassoio con sopra delle tazze di tè e dei biscotti.

- Oh, grazie mille!- esclamo, rivolgendogli un sorriso, che lui ricambia volentieri, prima di voltarsi verso Takeomi.

- Anche io... Considero Shin come un fratello maggiore. Però, la mia sorellona è sempre la mia sorellona- afferma. Mi sfugge un sorriso: questo bambino è davvero tenero, e ha centrato perfettamente il punto...

- Vado fuori a finire di fumare- afferma Takeomi, prima di uscire dell'officina.

- Grazie del sostegno, Seishu- dico al bambino.

- Figurati! Che cosa farai con quel ragazzo?! Con Wakasa?!- mi chiede.

- Quello che avevo già intenzione di fare: cercherò di rivederlo, e se ci sarà qualcosa da scoprire aspetterò che sia lui a dirmelo- affermo - non penso per nulla che sia una cattiva persona, non ho motivo di lasciare perdere solo per delle informazioni di qualcuno che non lo conosce- dichiaro. Apprezzo la preoccupazione di Takeomi ma... Sono certo che andrà tutto bene.

Sono certo che rivedrò Wakasa, e qualcosa mi dice... Che sarà un incontro che determinerà parecchie cose del mio futuro.

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