CAPITOLO XI.
- Ok, la colazione è pronta per tutti!- dichiaro, osservando i pancake e le ciambelle che sono andato a comprare questa mattina per sfamare praticamente tutti gli amici dei miei fratelli.
Mi è dispiaciuto lasciare Wakasa solo a letto, gli ho lasciato un biglietto per avvisarlo, ma volevo evitare di svegliarmi con una ventina di ragazzini affamati che ci avrebbero di sicuro svaligiato la casa per mangiare.
- Cibo!- esclamano loro in coro, correndo a tavola. Trattengo un sorriso: è bello vedere che anche i più grandi si comportano ancora come dei ragazzini...
Metto in tavola tutte le cose che ho preso, più vari tè e succhi che abbiamo sempre in casa perché Mikey ha perennemente fame e vuole sempre cose diverse.
Osservo i ragazzi mentre iniziano a mangiare. Vedo Draken tirare fuori una bandiera e metterla sulla ciambella di mio fratello, che lo abbraccia di slancio. Faccio un sorriso: deve essergli rimasta impressa la cosa da quando siamo andati al fast food...
Baji sta riempiendo il piatto di Kazutora di cibo, probabilmente perché sa che a casa non mangia tantissimo... Per fortuna che gli dà una mano.
Mentre Mitsuya sta cercando di evitare che Pah-chin si prenda tutto subito senza lasciare nulla agli altri; bè, si vede che è abituato a essere un fratello maggiore...
Emma è Senju sono al centro a parlare tranquillamente tra di loro, e noto ogni tanto Emma lanciare qualche occhiata a Draken... Ho paura di come andrà a finire la cosa, ma poteva scegliere di peggio.
Sposto lo sguardo sugli altri. Dopo essersi assicurato che Mikey fosse a posto con i suoi amici, Haruchiyo adesso è seduto a mangiare in braccio a Muto... Quel ragazzo sembra avere sempre una faccia scura, ma con lui è parecchio dolce.
Bè, in fondo anche Izana sta accudendo Kakucho allo stesso modo. Ran pare ancora addormentato, quindi Rindou sta parlando tranquillamente con Madarame, anche perché pure Mochizuki è mezzo addormentato.
- Mi sembrano essere tutti a posto- commenta mio nonno, affiancandomi.
- Sì, sono più tranquilli di quanto pensassi... Stai andando al dojo?- gli chiedo.
- Sì; il tuo amico come sta?-.
- Si sta ancora riposando, meglio che si tranquillizzi un po'- mormoro. Penso di aver capito più o meno come siano andate le cose, non dev'essere stato semplice per lui, probabilmente avrà bisogno di un po' di tempo per metabolizzare.
In fondo, Benkei è stato la prima persona a cui lui si sia avvicinato..
- Ho capito. Vado al dojo, chiamami se hai bisogno- mi dice.
- Certo; buone lezioni- gli rispondo. Lui va a salutare i suoi altri nipotini, dopodiché esce di casa.
- Oh, ti sei svegliato?! Entra pure a fare colazione!- lo sento dire.
- Grazie mille-. Mi volto mentre Wakasa entra in casa.
Il mio cuore perde un battito: indossa ancora la mia maglietta, che gli sta leggermente lunga, il che è una fortuna visto che sotto ha solo i boxer...
Ha l'aria addormentata e i capelli leggermente scompigliati; è davvero tenero... Ho voglia di abbracciarlo.
Vado verso di lui.
- Ben svegliato- gli dico, fermandomi di fronte a lui - come hai dormito?-. Wakasa alza il volto e mi guarda male.
- La prossima volta avvisami, invece di lasciare solo un biglietto- borbotta. Sorrido: è davvero tenero...
- Scusami, non volevo svegliarti, stavi riposando così bene... Vuoi qualcosa per colazione?- gli chiedo.
- Prima voglio un bacio, altrimenti non ti perdono- borbotta. Mi avvicino di più a lui e gli poso delicatamente le mani sui fianchi, per poi chinarmi e posare le labbra sulle sue.
Waka ricambia subito il bacio in maniera dolce; ha sempre le labbra così delicate... E davvero buone.
Mi stacco dopo pochi secondi, anche perché c'è un po' di gente che ci sta guardando.
- Buongiorno- sussurro. Lui arrossisce appena e distoglie lo sguardo.
- Buongiorno- mormora.
- Vuoi che andiamo di là a fare colazione?- gli chiedo. Wakasa scuote appena la testa.
- Hai un po' di persone di cui prenderti cura, mi va bene rimanere qui, per ora- mormora.
- Va bene- mi volto verso gli altri - ragazzi, potete fare un po' di spazio a Waka?-.
- Di fianco a me!- esclama Emma, spostando la sua sedia. Vado a prenderne un'altra e la sistemo di fianco a lei; Waka si avvicina, cercando di ignorare le persone che lo osservano, anche se è difficile visto che i due fratelli Haitani lo stanno fissando come se fosse un dio...
- Voglio il suo stile- mormora Rindou.
- Da grande mi farò quel colore di capelli- afferma Ran.
- Mitsuya, mi sa che dovrai cambiare modelli, loro lo stanno facendo- ride Draken.
- Taci- borbotta Mitsuya, che da quello che ho capito prova molta stima per lo stile dei due fratelli.
- Non bastano certo i capelli per fare lo stile, ci vuole molto di più- afferma Wakasa, mentre inizia a mangiare.
- Che cosa?!- chiedono Rindou e Ran in coro.
- Bè, per cominciare...-. Faccio un piccolo sorriso: dice tanto di odiare la gente, ma in fondo gli piace stare in mezzo alle persone... Bè, almeno un certo tipo di persone, soprattutto quelle che lo guardano rapito dai suoi consigli e dal suo stile.
Che è fantastico, quindi non me ne stupisco.
Con la cosa dell'occhio, vedo Keisuke farmi cenno di avvicinarmi; vado verso di lui, che mi passa una ciambella.
Lo ringrazio con un sorriso e la afferro, iniziando anche io a mangiare mentre continuo ad ascoltare il discorso insieme agli altri.
Dopo una mezz'oretta, tutti finiscono la colazione, e mi danno anche una mano a sparecchiare... Sono davvero gentili.
I miei fratelli stanno accompagnando i loro amici, per cui io sono libero di andare un po' in camera a parlare con Waka.
- Come ti senti? Mi sembra che tu ti sia rilassato, a stare con loro- commento, chiudendo la porta alle mie spalle.
- Sì, abbastanza- mormora - quei ragazzini... Sono simpatici, in fondo-.
Sorrido.
- Sono felice che ti sia trovato bene... Mi spiace che ti sei trovato a essere qui in un momento in cui ce n'erano così tanti- dichiaro.
- Ti sono piombato io in casa all'improvviso- borbotta lui - quindi non preoccuparti. E come ho detto, non è stato così male-.
Annuisco: per fortuna...
- Ne sono felice- dichiaro - io oggi devo aprire l'officina, ma se vuoi puoi rimanere qui in stanza-.
- Non serve- mormora - posso... Darti una mano, se vuoi. Che poi, perché la aprì anche di domenica?-. Faccio un piccolo sorriso.
- Più lavoro meglio è, e poi a me non pesa, e probabilmente farà un salto Seishu visto che sua sorella di domenica lavora... Penso ti stará simpatico anche lui- dichiaro. Wakasa annuisce.
- Mi puoi prestare dei vestiti? Così vengo a farti compagnia-.
- Certo- vado verso l'armadio e tiro fuori qualcosa di comodo da passargli - vado di lá ad aprire, tanto sono giá vestito...- mi volto e mi trovo le sue mani sulle spalle e le sue labbra sulle mie.
Chiudo gli occhi e gli poso le mani sui fianchi, tirandolo appena verso di me: sembra stare meglio, ma mi pare comunque molto pensieroso... È normale dopotutto, con quello che ha passato.
- Stasera... Devo parlarti un attimo, prima di andare a dormire- mormora. Apro gli occhi e annuisco.
- Va bene- allungo la mano, spostandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio - inizio ad andare di là, se hai bisogno usa pure il bagno-.
- Grazie- mormora lui.
Gli rivolgo un piccolo sorriso e gli lasciò un altro bacio veloce sulle labbra, prima di voltarmi e dirigermi in officina. La apro e subito vedo Seishu e Hajime venirmi incontro.
- Ciao Shin!- esclama Seishu, sorridendo appena.
- Ciao; vedo che oggi hai portato il tuo amico- commento, osservando il moro.
- Sí, oggi anche lui era a casa da solo, ma visto che ti avevo già detto che sarei venuto mi ha accompagnato- afferma Seishu con un sorriso.
- Ci teneva tanto a incontrare quel ragazzo- sospira Hajime.
- Pare che io sia famoso-. Sento la voce di Waka alle mie spalle e mi volto. Gli ho dato una semplice tuta... È possibile che stia così dannatamente bene?!
- Sì, non ho potuto fare a meno di parlare di te a tutti quelli a cui tengo- affermo, mentre lui mi affianca.
- Wow... Avevi ragione a dire che è bello!- esclama Seishu - Indossi mai dei vestiti?! Mi piacerebbe tanto indossarne uno, un giorno!-.
Waka fa un piccolo sorriso mentre Hajime lo guarda male.
- Un giorno te ne farò uno io, non serve che chiedi a lui- afferma, affiancandolo.
- Sì, ogni tanto li indosso; se questo qui continua a portarmi in giro, prima o poi me lo vedrai addosso- dichiara Wakasa, ignorando le occhiatacce di Hajime.
- Rimanete pure qui a parlare se volete, io intanto mi metto a lavorare- affermo, lasciando un bacio sulla guancia di Wakasa, prima di rientrare in officina.
Riprendo a lavorare, e dietro di me sento che Wakasa e Seishu stanno continuando a parlare. Faccio un piccolo sorriso: anche a Seishu farà decisamente bene conoscere qualcun altro... Sono certo che lui e Waka potrebbero andare d'accordo.
- Inupi mi ha detto che quel ragazzo è in una gang-. Mi volto: è raro che Hajime venga a vedermi lavorare, ma pare che non intendesse lasciare Seishu da solo...
- Sì. La cosa ti spaventa?-. Hajime scuote la testa.
- Inupi rimane molto colpito dalle persone come te e lui, quindi se un giorno vorrà entrare in una gang dovrò essere pronto a supportarlo- dichiara. Faccio un piccolo sorriso.
- È molto bello che tu gli voglia rimanere così vicino- dichiaro - non preoccuparti, sono certo che Seishu ti farà rientrare in ogni suo progetto-.
- Ovvio, non lo lascerò mai solo- mormora - e immagino che tu non lo farai con lui-.
- La situazione è diversa- mi volto a guardare Wakasa, che sta ancora parlando con Seishu - ma sì, rimarrò al suo fianco, finché lui mi vorrà-.
Waka è una persona che sa essere più fragile di quanto pensassi; e io... Non intendo lasciare che crolli da solo.
Visto che Hajime sembra intenzionato a non dire più nulla, torno a concentrarmi sul mio lavoro.
Poco dopo, Wakasa e Seishu rientrano in officina; si siedono entrambi sul tavolo a osservarmi. Ogni tanto, li sento commentare a bassa voce ciò che sto facendo: Seishu ormai conosce bene i componenti della moto, e Waka ha esperienza nel guidare, per cui le loro informazioni si completano a vicenda.
Anche Hajime si è seduto lì con loro, ma sta rimanendo in silenzio ad ascoltare l'amico.
Lancio un'occhiata ai due: sì, sembrano decisamente andare d'accordo, e Waka mi pare molto più rilassato... Chissà di che cosa stanno parlando.
E chissà anche di che cosa mi vorrà parlare Waka... Penso di averne una mezza idea, ma non voglio farmi troppe congetture senza saperlo.
Wakasa è davvero una persona imprevedibile, in fondo; e io voglio che si senta più a suo agio possibile nel parlare con me.
Bè, mi sembra già stia facendo un bel po' di passi avanti con gli altri... È una cosa molto bella. Forse, il suo desiderio di provare nuove cose non è poi così distante...
Seishu e Hajime rimangono a mangiare a pranzo, e pomeriggio rimangono ancora un po' in officina, prima di tornare a casa; Waka passa il tempo seduto sul tavolo a osservarmi, senza dire nulla, in modo da lasciarmi concentrato.
Stacco solo per l'ora di cena; stasera siamo solo noi, per cui i miei fratelli ne approfittano per fare un po' di domande a Waka, ma lui non sembra dispiaciuto nel parlare con loro, anzi pare che si stia davvero divertendo...
Sono certo che i miei fratelli vorrebbero continuare a parlare con lui, ma visto che la cosa che mi voleva dire Waka pare importante, dopo un pochino nonno li distrae con un gioco, permettendoci di tornare nella mia stanza.
- Conosci bene la sorella di Inui?- mi chiede, mentre io chiudo la porra alle nostre spalle.
- Ci parlo ogni tanto quando accompagna Seishu; è una brava ragazza- affermo.
- Mai pensato di provarci con lei?- commenta Wakasa, voltandosi verso di me; sta cercando di mantenere un'espressione normale, ma Seishu deve avergli parlato molto bene di sua sorella, visto che sembra leggermente infastidito.
- No; Akane è una brava ragazza, ma penso che siamo su due mondi diversi, e non mi è mai interessata in quel modo. Come mai me lo chiedi?- mi avvicino leggermente a lui.
- Bè, mi sembra che ultimamente tu ti stia precludendo un po' di possibilità per cercare di starmi dietro, volevo capire fino a che punto stessi arrivando- afferma.
Lo fisso per un attimo: sembra già dare per scontato che un giorno dovrò trovarmi qualcun altro...
- È di questo che mi volevi parlare?- gli chiedo, osservandolo. Sta cercando di mantenere la sua solita aria indifferente, ma lo vedo che è leggermente agitato.
- Non esattamente, ma c'entra- afferma; fa un respiro profondo.
- Io... So bene di essere una persona particolare, e che il mio comportamento può confondere; nonostante abbia specificato a Benkei che non volevo quel genere di relazione con lui, ha iniziato a sperarci comunque, ed è una persona che mi conosce da anni. Dovrò chiudere questa situazione ma... Questo tra noi non cambia molto. Ho specificato anche a te che innamorarmi non fa per me, e non voglio ritrovarmi nella stessa situazione.
- Sono consapevole che i miei comportamenti possano indicare il contrario, in fondo sono stato io a venirti a cercare, a baciarti per primo, e quando ho avuto difficoltà sono venuto subito da te. E da come avrai capito anche tu, la tua presenza non mi è indifferente, penso di avvertire sensazioni quando sono con te... Che non ho mai provato con nessun altro prima d'ora, questo è innegabile.
- Ma prima di continuare con tutto questo, è giusto che lo metta in chiaro una volta per tutte: l'amore non fa per me. Io ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me, di poter stare tranquillo vicino alle persone che ho intorno e che ci sia qualcuno lì per me; e tu riesci a darmi perfettamente tutto questo, sei bravo a prenderti cura degli altri e pari capire perfettamente i miei bisogni. Per questo tutto quello che provo e che è successo... Non è per nulla detto che sia una sorta di innamoramento o simili, potrebbe essere solo che mi fa stare bene che ti prendi cura di me- dichiara.
Lo osservo per un attimo: sembra quasi spaventato dal suo stesso discorso... Mi viene voglia di abbracciarlo, ma penso che prima sia il caso di rispondere.
- È tenero che continui a dirlo, sai?- mormoro. Aggrotta la fronte.
- Hai sentito quello che ti ho detto vero?! Se continuiamo così, rischiamo che davvero tu inizi a innamorarti mentre io vorrò solo qualcuno che si prenda cura di me- mi fa notare - come può essere tenero?!-.
- Bè, è tenero che continui a ripeterlo. Significa che ci tieni a non ferirmi, a farmi sapere che cosa potrebbe accadere; se non ci tenessi a me, non continueresti a dirlo, o sbaglio?- rispondo.
Wakasa assottiglia appena lo sguardo.
- Sì, è vero, ci tengo: ma è una cosa seria Shini. Non...- si blocca, poi sospira - non possiamo continuare se tu non sai tutto. E non voglio continuare se so già che significa ferirti; forse dovremmo...-.
- Waka, ascolta- gli poso delicatamente le mani sulle spalle - come ti ho detto, io sono consapevole della situazione. Mi sto già innamorando di te, e come mi hai sentito dire ad Akashi, non mi importa se non sappiamo che cosa accadrà, non voglio rinunciare a questi sentimenti. Non dobbiamo certo metterci a pensare adesso a un futuro così lontano: al momento, stare con te ti fa stare bene, no?-.
- Sì- mormora lui - molto-. Sorrido.
- È tutto ciò che conta. Abbiamo tempo per il resto- mi chino a lasciargli un bacio tra i capelli - lascia che continui a prendermi cura di te finché vorremo- sussurro.
Sento le sue braccia stringermi leggermente la maglietta e gli circondo il corpo con le braccia, stringendolo appena.
- Fammi innamorare di te- sussurra.
Abbasso lo sguardo su di lui, sorpreso.
- Pensavo che...- mormoro, osservandolo: mi sembra più che deciso.
- Sei il primo a riuscire a farmi provare delle nuove emozioni. Per cui... Fammi innamorare di te; voglio poterti amare anch'io. Quindi, vedi di farmi innamorare, così non ti lascerò mai- dichiara.
Sorrido: in fondo, non è che non volesse innamorarsi... Ha solo paura, probabilmente non ha mai provato nulla che fosse simile all'amore, e ha pensato anche di non averne bisogno.
Ma merita amore come chiunque altro.
Mi chino verso di lui.
- Lo farò- sussurro, prima di unire le labbra con le sue.
Le sue braccia mi cingono il collo e mi tira appena di più verso di sé, approfondendo il bacio, stringendomi come se ne avesse bisogno.
Lo tiro leggermente di più verso di me: lo terrò al mio fianco per più tempo possibile.
Dopo qualche minuto, ci infiliamo i nostri pigiami e ci sistemiamo sotto le coperte.
Waka è parecchio stanco, gli ultimi due giorni lo hanno un po' sfiancato, infatti si addormenta subito.
Rimango un attimo sveglio a osservare il suo volto rilassato, il modo in cui si stringe, quasi senza accorgersene, leggermente a me... È davvero adorabile. Ed è così bello...
Gli circondo appena il corpo con un braccio e lo tiro di più verso di me, prima di chiudere gli occhi a mia volta; dopo questa giornata, per fortuna riesco anche io ad addormentarmi senza troppi problemi...
La mattina dopo, sveglio Waka per avvisarlo che vado a fare la colazione ai ragazzi, visto che devono andare a scuola; ormai vanno con i loro amici, per cui non devo neanche accompagnarli e posso tornare verso l'officina.
Davanti alla quale, però, trovo Takeomi... Insieme a Benkei.
- Vorrebbe parlare con lui- afferma il mio amico. Annuisco.
- Vado a chiamarlo- dichiaro, aprendo la porta ed entrando in officina; Waka è già in piedi, si sta mettendo la tuta che gli ho prestato ieri.
- Ben svegliato- gli dico, andando verso di lui; gli poso le mani sui fianchi e mi chino a lasciargli un bacio sulle labbra.
- Grazie- mormora lui - anche a te-. Gli rivolgo un piccolo sorriso.
- Benkei è qui fuori; vorrebbe parlarti- affermo. Wakasa mi fissa per un attimo, poi annuisce.
- Va bene- mormora.
- Sarò qui fuori con Takeomi, chiamami se hai bisogno- mi chino e gli lascio un altro bacio; lui annuisce appena.
Esco dalla stanza e torno fuori.
- Vai pure nella mia camera, ti sta aspettando- dichiaro, guardando Benkei, che annuisce.
- Grazie- mormora, prima di entrare. Takeomi mi si avvicina.
- Come sta?- mi chiede - Benkei mi ha raccontato a grandi linee...-.
- Adesso meglio... Spero che riescano a chiarire- mormoro. Lui annuisce e non dice altro.
Rimaniamo in silenzio per un po', in attesa... Finché non sento suonare il telefono.
Lo tiro fuori e aggrotto la fronte.
- La scuola?- mormoro, allontanandomi appena mentre rispondo - Pronto?-.
- Salve; è Shinichiro Sano, il tutore si Izana Kurokawa?-.
- Sì, sono io; è successo qualcosa?- chiedo.
- Abbiamo trovato della droga nello zaino di suo fratello. Potrebbe venire a scuola per un colloquio?-.
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