Chapter 16- Memories
Chapter 16- Memories
Rimango in piedi, congelata. E' come se in quel momento il tempo si fosse fermato. Per la maggior parte delle persone è solo un posto in cui ci sono erba e alberi.
Ma per me è molto di più. E' il posto in cui sono stata legata e lasciata a morire.
Probabilmente penserete che sono pazza per aver paura di un prato, ma quando guardo l'albero di fronte a me il ricordo diventa più chiaro ogni scendo che passa.
Come molto di voi sanno, sono una nerd. Il primo anno delle superiori ero un completo mostro ed ero sempre sola, nessuno sapeva della mia esistenza, ma avevo un ragazzo. Il suo nome era Theo Corlan. Non mi ha mai baciata, cosa che cedevo assurda, ma ero completamente innamorata di lui e non mi importava di nulla se non di lui. Pensavo ricambiasse i sentimenti.
Quanto mi sbagliavo.
Theo, è stato lui a portarmi nel posto in cui sono ora.
Mi disse che era una sorpresa che aveva pianificato per me così mi portò in questo posto bendata. Allora non sapevo fosse una trappola. Mi portò qui ed i suoi amici erano già qui, che mi aspettavano. Mi tolse la benda ed i suoi amici avevano delle mazze da baseball. Mi legarono all'albero e -scusate, non ce la faccio.
Faccio un passo indietro, come se fossi stata appena colpita allo stomaco.
Mi volto e corro il più velocemente possibile. Sento Dylan che i urla di rallentare, ma non lo faccio. Devo andare via da questo posto.
**
Finalmente raggiungo la fine delle strada e mi volto. Vivo molto vicino a casa di Dylan quindi non è un problema. Mentre cammino lungo la strada sono così consumata dai miei pensieri su Theo che non mi rendo conto di dove sto andando e mi imbatto in un ragazzo.
Mi fa girare e mi guarda. "Beh, sei proprio una piccola bambolina carina." disse e la voce del ragazzo fa eco nella strada vuota. Mi sorride, mostrandomi un dente d'oro. Indossa una felpa nera ed i suoi capelli marroni sporgono dal cappuccio. E' piuttosto spaventoso ad essere onesti. E grande, davvero grande.
Il ragazzo inizia a camminare verso di me ed io faccio dei passi indietro fino a quando non incontro il muro e mi immobilizzo. Mi guardo intorno, sono in un vicoletto ed è buio, non c'è nessun'altro tranne noi due. Cammino lungo il vicolo, che è una scorciatoia verso casa mia, ma me ne pento subito.
Il ragazzo cammina verso di me e appoggia il suo corpo contro il mio, spingendomi ancora di più contro il muro. "Smettila!" urlo, spingendo il petto del ragazzo con le mani. Odora di fumo ed alcol. E' decisamente ubriaco. Estrae una pistola dalla tasca e me la punta alla testa, facendomi congelare. E' ufficiale, sarei morta. Alzo le mani in segno di resa ed il ragazzo poggia la sua mano libera sul mio fianco. "Allora, che ci fa una piccola bambolina come te tutta sola?" chiede, abbassando la mano.
"Non è sola." dice una voce, molto vicina. Volto la testa e vedo Dylan in piedi nel buio. Il mio cuore inizia a battere veloce. Forse non morirò! "Oh? E quindi tu sei con lei?" chiede il ragazzo.
"Tua mamma è così grassa che nemmeno Dora potrebbe esplorarla!" urla Dylan.
Che diavolo sta facendo? "Cosa? Lascia fuori mia madre!" urla il ragazzo, iniziando a diventare rosso.
"Questo vicolo è più dritto del palo su cui balla tua madre." Oh mio dio, Dylan! Smettila di farlo innervosire, che si sta trasformando in Hulk.
"Sei così brutto che nemmeno Bob il tutto fare può aggiustare la situazione." dice Dylan.
Il ragazzo si muove verso di lui. "Sei così brutto che Hello Kitty ti saluta."
E' ufficiale, Dylan desidera davvero morire. "Stai facendo un grande errore! Farai meglio a frenare la bocca!" dice il ragazzo a dento stretti. "Se vuoi davvero saperne qualcosa di errori dovresti chiedere ai tuoi genitori." dice Dylan con un sorrisetto piantato in volto.
"Ti faccio secco!" dice il ragazzo. Dylan inizia a girare in cerchio intorno ad Hulk e verso di me, facendolo girare. "Ooh, ho così tanta paura. Pensi di essere così duro, ma non sarai mai un uomo come tua madre." dice. Dylan! Ha una pistola, idiota!
"La polizia sta cercando un sospettato descritto come simpatico, sexy e bravo a letto. Tu sei apposto, ma io dove mi ascondo?" Ovviamente Dylan doveva dirlo. Inizia a camminare verso di me. "Tutti fanno errori, anche Dio quando ha creato la tua faccia." dice Dylan.
Mi afferra la mano e sussurra. "corri." una volta detto iniziamo a correre il più velocemente possibile lungo il vicolo con Hulk alle calcagna.
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