AKIXHARU ~ SILENCE

- Ok, bene: siete tutti pronti?- Haru alzò il bastoncino e vide uno dei cagnolini scattare in piedi.

- No Thor, se non stai giù non lancio il bastoncino: stai seduto- lo riprese, e il cagnolino tornò seduto.

Il ragazzo sorrise, soddisfatto, prima di osservare i tre cagnolini davanti a lui.

- Bene. Pronti... Via!- lanciò il bastoncino e in un attimo i cuccioli iniziarono a correre per prenderlo.

- Pare che l'addestramento stia funzionando eh?- commentò Aki, affiancando il ragazzo con un vassoio pieno di ciotole in mano.

- Gestiamo un centro di addestramento, sarebbe strano se non riuscissimo ad addestrare i nostri stessi cuccioli- rise Haru.

Sia Natsu che Fuyu ormai erano troppo anziane per riuscire ad avere ancora dei cuccioli, così i due ragazzi avevano adottato altri tre piccolini: Freya, Frey e Thor, che stavano addestrando come avevano fatto anni prima con quelle che adesso i tre piccoli consideravano le loro mamme, e che si erano avvicinate insieme ad Aki.

- Bambini è pronta la pappa!- urlò Haru, e in un attimo i tre cuccioli tornarono indietro e si sedettero di fronte ad Aki, le linguette di fuori e le code che scodinzolavano, in attesa del loro cibo.

- Ti ubbidiscono prorpio come dei bambini- rise Aki, chinandosi e poggiando le ciotole a terra - adesso potete mangiare- affermò, e i tre cuccioli si fiondarono sul cibo.

Haru lo osservò per un attimo mentre accarezzava Freya, ben felice di giocare con lui anche durante i pasti.

D'un tratto, una domanda comparve nella sua mente: come sarebbe stato Aki come padre? Di sicuro, avrebbe viziato al massimo il loro bambino... Ancora di più se fosse stata una femmina, gli avrebbe di certo ricordato la sua sorellina.

Avrebbe fatto in modo che non le mancasse mai nulla, ma anche che comprendesse quali fossero le cose importanti della vita.

Sarebbe di sicuro stato un padre incredibile...

- Siamo arrivate!-. I due ragazzi si voltarono mentre Fumi e Sakura entravano in giardino, la prima tenendo per mano il piccolo Hiro, ormai di sei anni, la seconda con in braccio Nagi, il loro secondo gemito, che aveva quasi un anno.

- Ciao zii- salutò Hiro, mentre Nagi spalancava le braccia e sorrideva.

- Ciao; vi aspettavamo per pranzo- commentò Haru, mentre Aki andava a prendere in braccio il nipotino; avevano dato una chiave di casa loro a Fumi in caso avesse bisogno, visto che spesso erano in giardino con i cuccioli, ma non si aspettavano quell'anticipo.

- Adesso ti faccio volare!- esclamò Aki, alzando appena il bambino e iniziando a correre, subito seguito dai tre cuccioli.

- Nagi non vedeva l'ora di vedere i suoi zii- dichiarò la ragazza con un sorriso, mentre entrambi si voltavano verso Aki.

Haru sorrise dolcemente: si, sapeva decisamente come farsi amare dai bambini...

- Dato che siamo in anticipo, se volete ti dò una mano a cucinare; anche Hiro voleva aiutare- dichiarò Sakura.

- Se Hiro vuole mettersi al lavoro, lo faremo più che volentieri!- esclamò Haru, guadagnandosi un sorriso dal bambino.

- Io rimango qui a fare compagnia ad Aki- dichiarò Fumi.

- Va bene- Sakura le diede un bacio sulla guancia, prima di dirigersi con Haru e Hiro dentro casa verso la cucina.

Fumi si avvicinò al fratello, che stava ancora giocando con il nipotino.

- Quindi... Cosa ne pensi?- chiese.

Aki sorrise.

- Penso di avere trovato la risposta perfetta- affermò, e anche la ragazza sorrise.

- Sono davvero felice per voi!- dichiarò.

- Anche io. Adesso... Devo solo dirglielo-.

- Allora... Perché non avete ancora adottato?- chiese Sakura, mentre tiravano fuori il necessario per cucinare.

Ad Haru per poco non caddero le pentole di mano mentre si voltava di scatto verso l'amica, che stava tranquillamente spiegando a Hiro come tagliare le carote dopo averle lavate.

- Cosa?!- esclamò.

- Andiamo, lo guardavi con gli occhi da "voglio vederti crescere nostro figlio e nutrirmi del vostro amore"- rise Sakura, voltandosi verso di lui.

Haru si maledisse mentalmente per essere diventato così amico di una persona tanto intelligente.

- Come mai non gliene parli?- chiese Sakura.

- Non lo so... In realtà, non ci stavo pensando seriamente fino a poco fa. Sono certo che Aki sarebbe un padre fantastico e io lo supporterei al massimo...-.

- Haru, va che saresti l'altro padre!- gli ricordo Sakura.

- Non so se sono la persona più adatta a fare da padre- mormorò il ragazzo; aveva sempre tanti pensieri per la testa, era lui a tenere tutti i conti del loro lavoro, stavano cercando di dare una mano a Sakura e Fumi quando erano più occupate, e avevano i cuccioli...

- Ti sei sempre preso cura di me-.

Haru si voltò di scatto e vide Aki lasciare Nagi tra le braccia di Fumi, prima di avvicinarsi a lui.

- Si ma... Di te so come prendermi cura, è qualcosa che mi è sempre uscito naturale!- esclamò il minore.

- Appunto, ti esce naturale prenderti cura degli altri! Ricordi cosa ci siamo sempre detti no?- Aki gli si avvicinò e prese le mani del ragazzo tra le sue - Dobbiamo fare ciò che ci fa stare bene, insieme. Forse andremmo in panico a prenderci cura di un neonato, ma con un bambino da coccolare e viziare e a cui insegnare tutto ciò che sappiamo saremmo grandiosi. Anche prima di sposarci abbiamo pensato a questa occasione no? E ormai i cuccioli sono grandi, iniziano a cavarsela da soli. Tra l'altro, Nagi ha decisamente bisogno di un compagno di giochi, contando quanto già adesso è scalmanato. E noi abbiamo tante energie e amore per stargli vicino, giusto?-.

- Si- mormorò Haru, mentre pian piano realizzava le parole del ragazzo - quindi... Lo faremo davvero?- mormorò.

- Vogliamo farlo no?- rispose Aki con un sorriso.

- Sì- sussurrò Haru; e se volevano farlo... Non avevamo motivo per non agire subito.

- Perfetto! Perché penso di avere trovato... La bambina che presto ci chiamerà papà-.







































- Izumi! Ti va di rientrare per fare il bagno?- urlò Haru, affacciandosi alla porta che conduceva in giardino.

- Un atimo!- rispose Izumi, senza voltarsi.

- Sta giocando ancora con i cuccioli?- chiese Aki, affiancando il ragazzo.

- Si, li considera praticamente come i suoi fratellini- rise Haru, poggiando la testa sulla spalla del ragazzo.

- Ho acceso un po' di musica e preparato da mangiare anche per loro- affermò il maggiore.

- Ottimo lavoro!-.

- Guarda, la nostra principessina sta arrivando- dichiarò Aki, alzando lo sguardo.

Circondata dai tre cagnolini, una bambina con dei lunghi capelli biondo scuro e gli occhi grigi stava correndo verso di loro.

Aveva un anno e mezzo, ed era già una bambina piuttosto attiva: le piaceva molto giocare, odiava dormire, e odiava soprattutto rimanere in silenzio.

- Vieni! Andiamo a lavarci le mani! Sai che stanno per venire i nonni a pranzo?- Haru la prese in braccio e si diresse verso il bagno.

- Evviva, i nonni!- esclamò la bambina, sorridendo.

- Voi tre iniziate ad andare in cucina- disse Aki ai tre cuccioli, che abbaiarono appena e corsero nell'altra stanza, mentre il ragazzo sentiva suonare il campanello.

Si diresse ad aprire e sorrise.

- Ciao papà, ciao zio!- salutò.

- Ciao Aki! Come va? Siamo passati dalla pasticceria di Shiki e Sho a prendere dei dolci!- affermò Pah-chin, mentre Peh-yan sollevava il sacchetto con dentro la torta.

- Dov'è la nostra nipotina?- chiese, a voce leggermente alta.

- Sono qui!- esclamò la bambina, correndo verso l'entrata della casa e abbracciando i due nonni - ciao!- esclamò.

- Eccola qui la nostra nipotina!- Pah la sollevò e la bambina rise appena.

- Andiamo a mangiare nonno!- esclamò.

- Ottima proposta!- dichiarò Pah, allontanandosi con lei e Aki, mentre Haru raggiungeva il padre sulla porta.

- Come sta andando con lei?- chiese Peh-yan.

- Per il momento, stiamo riuscendo a tenerla tranquilla- dichiarò Haru.

Aki aveva chiesto di poter adottare Izumi per un motivo ben specifico: quella bambina odiava il silenzio e la solitudine.

Sua madre aveva nascosto la sua nascita a tutti, tanto che quando arrivavano persone a casa la chiudeva da sola in uno sgabuzzino silenzioso e quasi totalmente vuoto, dove nessuno la potesse sentire.

Anche una volta portata via da lì e arrivata all'orfanotrofio, odiava i momenti di silenzio, le facevano venire il panico e scoppiava sempre in pianti isterici, così come quando veniva lasciata da sola senza la sua approvazione.

Aki e Haru non erano certo le persone più silenziose del mondo, e contando anche la presenza dei cani quella bambina non aveva passato neanche un minuto da sola da quando, due mesi prima, era arrivata in quella casa.

Anzi, i due ragazzi invitavano il più possibile i loro amici con i figli a casa, in modo che fosse sempre piena di compagnia: proprio come ci si aspettava da loro, stavano dando alla loro principessina tutto ciò di cui aveva bisogno.

- Vedrai che si abituerà e capirà presto che con due papà come voi è impossibile che rimanga sola- dichiarò Peh-yan, posando una mano sulla spalla del figlio.

- Questo è perché voi ci avete cresciuti al meglio, papà- affermò Haru, sorridendogli a sua volta - ma ora è meglio che li raggiungiamo in cucina, o dubito troveremo qualcosa da mangiare-.

Peh-yan scoppiò a ridere.

- Hai ragione, andiamo- rispose, prima di incamminarsi con il figlio verso il resto della loro famiglia.













































- Non voglio andare a letto!- si lamentó Izumi, mentre Haru la faceva sedere sul suo lettino.

- Tesoro, lo so, ma sei stanca, ti si stanno chiudendo gli occhietti. Non devi preoccuparti, io e papà siamo nell'altra stanza, e con te ci sono i tuoi fratellini- affermò Haru, mentre i tre cagnolini si accoccolavano nel letto insieme alla bambina, che sorrise e allungò la mano per abbracciarli leggermente.

- Perché non organizziamo i giochi da fare domani? Così non perdiamo tempo e possiamo giocare subito appena ci svegliamo- propose Aki.

- Voglio vedere le mie amiche!- esclamò. Nonostante Akane, Reira e Himari fossero decisamente più calme di lei, Izumi di trovava bene con loro, avevano accettato da subito il suo problema, e le piaceva giocare con loro... Soprattutto quando c'era anche Yue, che aveva sempre idee divertenti.

Anche scatenarsi con tutti i suoi amici le piaceva, ma sapeva che suo cugino Hiro aveva degli impegni il giorno dopo e non voleva incontrare tutti i loro amici senza di lui.

- Allora adesso gli mandiamo un messaggio e domani vediamo se possono venire, va bene?- disse Aki.

- Va bene!- rispose Izumi con un sorriso, prima di sistemarsi sottile coperte - adesso dormo, così domani arriva prima!-.

- Bravissima! Vuoi che io e papà rimaniamo qui con te finché non ti addormenti?- chiese Haru.

La bambina scosse la testa.

- Anche voi dovete dormire, così domani giochiamo tanto!- esclamò.

- Va bene, allora andiamo a dormire- Aki si chinò e le lasciò un bacio sulla fronte - ricordati di suonare il campanello se hai bisogno, va bene?-.

- Certo!- esclamò la bambina.

- E in caso non funzioni, urla come ti ha detto papà- rise Haru, dandole un bacio a sua volta.

- Si! Sempre urlare- rise Izumi - buonanotte papà!- esclamò, abbracciando entrambi, prima di lanciarsi nuovamente sotto le coperte.

I tre cagnolini si accoccolarono contro di lei, e i due ragazzi decisero di alzarsi per lasciare i loro bambini da soli e dirigersi nella loro camera da letto.

- È una principessina davvero solare vero?- commentò Haru.

- Decisamente... È davvero una bambina d'oro! Ogni volta che la guardo mi sento pieno di vita!- esclamò Aki con un sorriso.

- Hai più che ragione- rise il minore; Izumi era una bambina allegra e sempre in movimento, ma non era per niente irrispettosa, anzi era molto gentile.

Per quanto i suoi genitori la viziassero, le avevano insegnato anche l'importanza di convivere con gli altri, soprattutto con i suoi amici, e lei stava facendo del suo meglio per impararlo.

I due ragazzi indossarono il pigiama, poi si misero a letto.

- Aki, vedi di riposare: Izumi sta bene, sono certo che si sia già addormentata- affermò Haru, notando l'agitazione del compagno.

- E se non volesse farci sapere che è in ansia?- mormorò Aki.

- Non ne ha motivo: sa bene di poter contare su di noi, e sai anche tu che non riesce a controllare le sue reazioni in questi casi, per cui non devi preoccuparti. Riposati, così domani potrai giocare con lei, va bene?- gli ricordò il minore.

Aki sospirò e lo strinse leggermente a sé.

- Hai ragione... Come fai a essere sempre così tanto saggio rispetto a me?- borbottó, facendo ridere il ragazzo.

- Ti ricordo che ho passato la vita a vederti in panico per Fumi, ci sono abituato-.

- Sei sempre stato bravo a rimanerci vicino- mormorò Aki; senza di lui, non sarebbe mai riuscito ad arrivare dov'era adesso.

- Perché sei sempre stato super importante per me! E lo sei anche adesso, così come lo è Izumi. Quindi vedete di dormire entrambi, che ci penso io a voi- dichiarò Haru.

- Grazie papà!- urlò la bambina dall'altra stanza.

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo e scoppiarono a ridere: era decisamente loro figlia.

- Allora, ci affidiamo a te- dichiarò Aki, tirandolo verso di lui in modo che potesse posare la testa sul suo petto.

Haru arrossì appena e chiuse gli occhi, stringendolo a sua volta; in fondo, sapevano bene che insieme sarebbero stati in grado di affrontare tutto.











































- Non la voglio lasciare qui...- mormorò Aki, osservando la bambina, che si era già messa a giocare con le sue amiche e i suoi amici.

- Aki, Izumi si è ambientata subito, se rimaniamo qui troppo per lei sarà solo più difficile- gli fece notare Haru.

Anche se era preoccupato anche lui: una classe d'asilo non era certo silenziosa, ma non sapevano se sarebbe riuscita a stare attenta alle lezioni, e durante l'ora del riposino di sicuro ci sarebbe stato silenzio...

- Proviamo a vedere come va, d'accordo? In caso succeda qualcosa, proveremo a organizzarci, ma magari essere qui con i suoi amici potrebbe aiutarla- fece notare Haru - Masamune sa del suo problema, la terrá d'occhio-.

Aki sospirò.

- Hai ragione... Anche perché, è un po' che non ha reazioni esagerate, abbiamo sempre cercato di non lasciarla sola e di farle capire che non verrà abbandonata. Anche Kakucho ha detto che con il tempo, acquisendo sicurezza, andrà meglio no?- mormorò.

- Esatto. La salutiamo?- propose Haru, e il maggiore annuì.

- Izumi- la chiamò Haru.

- Dimmi papà!- esclamò la bambina, alzandosi per correre verso di loro.

- Ascolta Izumi, io e papà dobbiamo andare al lavoro adesso, ti veniamo a prendere nel pomeriggio; a te va bene? Ti senti pronta a rimanere qui con i tuoi amichetti?- chiese Aki.

- Certo! Posso dire a zio Masamune di chiamarvi se voglio?- chiese Izumi.

- Ma certo!- rispose Aki, sapendo che la bambina l'avrebbe fatto solo in caso di bisogno.

- Izumi, ci saranno momenti in cui bisognerà stare in silenzio perché solo il maestro dovrà parlare, e anche quando farete il riposino è importante non disturbare. Ricordati che però tu hai qui tutti i tuoi amici, e che i tuoi papà torneranno presto a prenderti, così potrai tornare a casa a giocare con i tuoi fratellini, per cui non hai nulla di cui preoccuparti, va bene?- le disse Haru.

La bambina si incupì leggermente, poi annuì.

- Thor, Freya e Frey verranno a prendermi con voi?- mormorò.

- Certo, li portiamo con noi- dichiarò Aki.

- Allora vi aspetto- disse Izumi, facendo un piccolo sorriso, prima di voltarsi per tornare dai suoi amici.

- Aki, andiamo prima che cambi idea- sussurró Haru, prendendo per mano il ragazzo e portandolo lentamente fuori dall'edificio.

- Speriamo che vada tutto bene...- mormorò Aki.

- Ci terremo i telefoni vicini, se accadrà qualcosa lo sapremo subito; forza, andiamo al lavoro- senza lasciare la sua mano, Haru iniziò a camminare verso le loro moto.

Nonostante quelle parole, anche lui passò tutta la mattina a pensare alla sua piccola Izumi, e non appena chiusero il centro corsero a casa alla velocità della luce, salutarono Fuyu e Natsu, presero i cuccioli e l'auto e corsero fuori di casa, arrivando all'asilo anche prima dell'orario di uscita.

- I miei fratellini!- esclamò Izumi quando, uscendo, vide intre cagnolini andarle incontro scodinzolando.

- Ci saremmo anche noi...- borbottò Aki, e Haru rise leggermente.

- Com'è andato il primo giorno?- chiese, mentre con dei cenni della mano salutava i loro amici con i rispettivi figli.

- Bene!- esclamò la bambina con un sorriso.

- Hai avuto qualche problema?- le chiese Aki, preoccupato.

- Bè, durante l'ora del pisolino non riuscivo a dormire... Ma tutte le mie amiche mi hanno abbracciata forte e alla fine ci siamo addormentate tutte quante!- esclamò la bambina con un sorriso.

- Ne siamo felici! E per quanto riguarda le lezioni?-.

La bambina arrossì leggermente.

- Non mi piace molto fare lezione, è noioso e non mi concentro...- borbottó - però, Reiko mi ha dato una mano e mi ha spiegato le cose principali dette dallo zio, per cui sto bene-.

- Devo fare una bella chiacchierata con il figlio di Yoko... Il fatto che sia fratello di Toma non mi rassicura per niente...- borbottò Aki.

- Sono bambini- rise Haru - è un bene che tu abbia trovato qualcuno che ti aiuti!-.

- Sono molto felice di essere in classe con tutti i miei amici!- esclamò lei con un sorriso.

- Ringraziamo Senju- mormorò Aki.

Un giorno probabilmente Izumi sarebbe stata separate dalle sue amiche, era successo anche a loro, e per quanto fosse spaventoso sapeva bene che era la cosa migliore per riuscire a crescere; ma per adesso, era giusto che si abituasse prima con tutti loro vicino.

- Possiamo andare a casa a mangiare la torta?- chiese Izumi.

- Certo. Vuoi che invitiamo qualcuno?- chiese Haru.

- Reiko! Così posso ringraziarlo! E ovviamente Reki, sono gemelli mica possiamo separarli!- esclamò la bambina.

- Vado a vedere se sono ancora in giro allora, in caso li chiamo- affermò Haru.

- Grazie tanto papà!- esclamò lei con un sorriso.

Aki allungò la mano, accarezzandole appena i capelli.

- Tutto per la nostra principessina- dichiarò; avrebbero fatto di tutto perché lei potesse crescere forte e felice.















































- Certo che... Non avevamo pensato all'effetto collaterale...- borbottó Aki, osservando la situazione di fronte a loro.

Visto che pian piano Izumi si stava abituando ai momenti di silenzio della classe, avevano pensato che un'estate al mare a fare casino con i suoi amici l'avrebbe sicuramente tirata su e fatta rilassare.

È vero che la maggior parte dei bambini aveva intorno ai tre anni, ma molti genitori erano potuti andare, e anche Pah, Peh e Hina li avevano accompagnati per fare in modo di togliergli qualche responsabilità; però... Non avevano contato che i loro amici sapevano essere molto più infantili dei bambini, e si stavano lasciando andare parecchio anche loro.

- Mi ricorda qualcosa- rise Haru - ci uniamo anche noi al gruppo? Ci sono i nostri papà con Izumi- affermò.

Aki annuì e, senza distogliere lo sguardo dalla sua principessina, seguì il ragazzo verso l'acqua, dove vennero accolti dalle grida dei loro amici.

- Pare che Izumi si stia ambientando bene ormai- commentò Shun, lanciando uno sguardo alla bambina, che stava facendo un castello di sabbia insieme a sua figlia.

- Si, sta iniziando a essere più sicura anche in situazioni tranquille... Per ora è a posto, ma quando sarà alle elementari potrebbe risultare più difficile per lei gestire i momenti di silenzio- mormorò Haru.

- Potreste chiedere a Sanju di darle il permesso per tenere la musica in classe- propose Sakura - Koutaro fino a quando non ha cambiato scuola poteva portarsi il suo peluche-.

- Lo porto anche ora al lavoro- rise Koutaro.

- Lo faremmo anche, ma Izumi ha detto che vuole poter fare le cose insieme agli altri bambini come loro- rispose Aki.

- Però... La musica non è una brutta idea. Se si abituasse a sentire canzoni bella sua testa anche quando c'è silenzio, come un sottofondo mentre intanto segue la lezione, potrebbe riuscire a stare più tranquilla- affermò Daisuke.

Aki e Haru si scambiarono uno sguardo.

- La musica ha così tanto potere?- chiese Aki, sorpreso.

- Se è qualcosa che le piace, potrebbe averlo- dichiarò Daisuke.

- Magari quando torniamo a casa potremmo parlarne con Izumi- mormorò Haru, e Aki annuì.

- Per adesso però, godiamoci la vacanza!- esclamò, nuotando verso Daisuke per tirarlo sotto.

- Era ora che qualcuno lo facesse!- esclamò Edward.

- Ecco che iniziano- rise Toma, ma fu ben felice di partecipare, e in poco tempo la battaglia coinvolse tutti quanti.

- I nostri genitori sono tanto divertenti!- rise Izumi, osservando i due padri, che coprendosi le spalle a vicenda stavano riuscendo a evitare il rischio di morte per annegamento.

- I tuoi papà sono cresciuti insieme, quindi si conoscono alla perfezione- affermò Pah-chin - come me e tuo nonno-.

Izumi fissò un attimo i due uomini, poi tornò a guardare i suoi papà. Fece un piccolo sorriso.

- Farò in modo... Che rimangano sempre uniti- sussurró.











































- Prendi questo!- urlò Izumi, tirando un pugno al suo avversario, che cadde a terra.

- Wow... Nostra figlia è davvero forte!- esclamò Aki.

- Vai così Fumi!- urlò Haru, mentre la bambina faceva un inchino, prima di scendere dal ring.

- Mi avete vista?! Ho lanciato un urlo fortissimo!- esclamò, correndo ad abbracciare i due genitori.

- Sei stata bravissima!- esclamò Aki, prendendola in braccio.

- Le tue urla sono le migliori! Sorprendono sempre l'avversario- rise Haru; ed era anche parecchio forte... Aveva solo cinque anni, ma Mandy aveva fatto davvero un ottimo lavoro con quel gruppetto.

- Vero?! Sono super forte! Non tanto furba, ma forte- ridacchiò la bambina, e i due ragazzi si scambiarono uno sguardo: si, aveva decisamente preso da loro...

- Si vede che stai proprio crescendo- affermò Aki; pochi mesi e avrebbe iniziato le elementari... Cosa sarebbe successo all'ora?

- Bene, sono pronta- affermò la bambina.

- Per cosa?- gli chiese Haru, confuso.

Un sorriso furbo comparve sul volto di Izumi.

- Per sconfiggere il silenzio!- esclamò.






















































- Wow, com'è bello!- esclamò Izumi, osservando l'Mp3 che aveva in mano.

- Ti piace?- chiese Aki; era piccola per avere un telefono, per cui i due le avevano comprato un Mp3 e ci avevano messo dentro tutte le canzoni che alla bambina erano piaciute in quegli anni.

- Molto! Grazie papà!- esclamò lei con un sorriso.

- Sicuro di volerlo fare?- chiese Haru; Izumi annuì.

- Voi papà mi siete sempre stati vicini, per cui voglio riuscire a farlo anch'io con tutti al massimo! Ci sono momenti in cui le persone hanno bisogno di silenzio, e io voglio esserci anche in quei momenti- dichiarò.

- Sei davvero una bambina dolce- affermò Haru con un sorriso - dicci tu cosa vuoi che facciamo, va bene?-.

La bambina annuì.

- Come si accende?- mormorò.

- Così- Pah-chin le mostrò il tasto dell'accensione - con questo giri tra le canzoni. Mettiti queste nelle orecchie- disse, porgendole gli auricolari.

Kakucho aveva già spiegato loro che la strategia proposta da Daisuke poteva essere valida, anche se avrebbe impiegato un po' di tempo a fare effetto, anche perché Izumi era piccola per tenere le cuffiette a lungo, ma la bambina aveva detto di volere provare e loro non volevano rischiare di annullare i suoi sforzi.

Aveva neanche sei anni, ma conosceva bene il suo problema e non voleva più fare preoccupare così le persone che si erano prese cura di lei.

Indossò gli auricolari e si sedette sul letto, poi fece partire una canzone a caso.

Aki e Haru rimasero in silenzio; la bambina gli sembrava in ansia, ma non stava avendo alcun segno di attacco o altro, il che era già un inizio.

Dopo una decina di minuti, la piccola si voltò per accarezzare Thor, Freya e Frey, che si erano accocolati di fianco a lei e la stavano fissando.

- Cuccioli, che ne dite di andare fuori a preparare qualche gioco?- disse.

I tre cagnolini non sembravano molto propensi a lasciare da sola la loro sorellina, ma alla fine saltarono giù dal letto e uscirono dalla stanza.

Tornò il silenzio; ogni tanto Izumi canticchiava silenziosamente qualche canzone, come se stesse cercando di concentrarsi su esse.

- Uscite dalla stanza- sussurró poco dopo, alzando lo sguardo sui due padri.

- Siamo qui fuori- affermó Haru, mentre prendeva per mano il maggiore e usciva dalla stanza, per poi chiudere la porta alle sue spalle.

Prima che uno dei due potessero dire qualcosa, sentirono dei passi veloci e un attimo dopo la porta si spalancò.

Izumi, le lacrime agli occhi, si lanciò verso i due padri e Aki non esitò a prenderla in braccio, mentre Haru le accarezzava dolcemente i capelli.

- Va tutto bene, piangi pure- sussurró, mentre la bambina si stringeva forte al maggiore.

- Va tutto bene Izumi: sei stata super coraggiosa- affermò Aki, lasciandole un bacio sulla fronte.

- Volevo... Fare di più...- singhiozzò la bambina.

- C'è ancora tempo, non preoccuparti: sei una bambina forte, e avrai sempre i tuoi papà e i tuoi amici al tuo fianco ad aiutarti- affermò Haru, un sorriso dolce in volto.

- Anche quando sarò grande?- mormorò lei.

- Anche quando sarai più grande di quanto siamo noi ora-.

La bambina sorrise appena.

- Ti va di andare a giocare con i tuoi fratellini mentre papà ti prepara la merenda?- propose Aki, e lo sguardo di Izumi si illuminò.

- Si!- esclamò; il ragazzo la rimise per terra e la bambina iniziò a correre, dirigendosi verso il giardino.

- Non è andata male come prima volta no?- commentò Aki.

Haru scosse la testa.

- Tutti hanno paura di essere abbandonati. Ma anche lei capirà che nella vita si incontrano persone che non ti abbandoneranno mai- affermò.

- Mi sa che io ho trovato la migliore- Aki gli poggiò le mani sulle guance, facendolo voltare verso di lui e unendo le loro labbra.

Haru sorrise: era lui... Che era riuscito a trovare la persona migliore che potesse desiderare al suo fianco.




















































- Papà, mi date le chiavi della casa al mare? Tra poco mi incontro con gli altri per partire- affermò Izumi, entrando in cucina.

- Te le ho lasciate sul tavolo- rispose Haru, intento a sistemare il pranzo per la figlia nel suo Bento.

- Perfetto! Grazie mille! Mi avete messo voi la valigia in macchina?- chiese, visto che una volta uscita dal bagno non l'aveva più trovata.

- Il tuo papà si è occupato di tutto! Anche i cuccioli ti stanno aspettando lì- affermò Aki con un sorriso.

- Siete i migliori papà- rise Izumi, mentre afferrava le chiavi; lei e i suoi amici avrebbero avuto di sicuro una vacanza memorabile.

- Ricordi le regole della casa?- le chiese Haru.

- Lasciare che pensino i camerieri a pulire e cucinare, pensare solo a rilassarmi e divertirmi e chiamarvi se ho bisogno di qualsiasi cosa, specialmente se di notte c'è troppo silenzio per dormire. Ma non preoccupatevi: ci saranno tutti i miei amici, i miei cugini, il mio ragazzo, e ho la mia musica! Andrà tutto bene- affermò lei con un sorriso.

- Il tuo ragazzo non è contemplato nella parte notturna, sappilo- borbottó Aki, facendola ridere.

- Non preoccuparti papà, sarete comunque i primi che chiamerò se dovessi avere bisogno di aiuto- si avvicinò a lui e lo abbracciò, lasciandogli un bacio sulla guancia, prima di fare lo stesso con Haru - vi chiamo quando arrivo, va bene?-.

- Aspettiamo la tua chiamata; mi raccomando, divertiti- si raccomandò lui.

- Certo! A presto!- salutò Izumi, prima di uscire correndo dalla casa.

- È ancora parecchio rumorosa eh?- rise Haru; anche se aveva imparato a combattere il silenzio, rimaneva comunque una ragazza con sempre tanta energia e qualcosa da dire.

- Ovvio, la nostra principessina è fantastica così, non ha motivo di cambiare- affermò Aki con orgoglio.

- Sono d'accordo- sussurró Haru.

Come loro non avevano avuto motivo di cambiare il loro rapporto, non ne avevano dato a lei per cambiare sé stessa: in fondo, stare tutti insieme era ciò che desideravano, insieme erano liberi di fare ciò che volevano, e nulla al mondo gli avrebbe dato un motivo valido per cambiare questi loro sentimenti.
















Storia richiesta da vale080203, spero ti piaccia!

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