ARTHURXYOICHI ~ DRAGONS

- Sei incinta?!- esclamò Arthur, con gli occhi sbarrati.

- Sì- rispose Dafne con un piccolo sorriso - avevamo già parlato al manager del fatto che volevamo provarci, così abbiamo organizzato tutti gli impegni in modo che potessi avere il tempo necessario. Volevamo aspettare di essere sicuri a dirvelo-.

- Congratulazioni!- Yoichi diede una piccola gomitata ad Arthur, in modo che si riprendesse, prima di abbracciare suo fratello e poi la ragazza.

- Vi ringrazio- rispose Akiteru.

- Si... Sono davvero felice per te, sorellina, anche se mi hai preso un po' alla sprovvista- ammise Arthur.

- Volevamo parlarne anche con voi perché per un po' ovviamente dovremo smettere di girare, ed era giusto che lo sapeste, visto che lavoriamo tutti insieme- affermò Akiteru.

Dafne era ormai una modella richiesta in tutto il mondo, e Akiteru era ufficialmente la sua guardia del corpo.

Yoichi era uno stilista: lavorava principalmente insieme a suo padre per il semplice fatto che era molto richiesto anche tra i modelli, per cui non avrebbe avuto tempo di gestire un'attività tutta sua; Dafne era la sua modella di punta quando doveva presentare nuovi vestiti, per cui quando lei aveva qualche evento la seguiva sempre.

Anche Arthur, ormai conosciuto presentatore televisivo, non esitava a farsi sostituire quando Dafne aveva qualche sfilata in giro per il mondo, e si faceva puntualmente designare come presentatore dell'evento in modo da rimanere vicino a sua sorella e al suo compagno.

- Per noi non è assolutamente un problema!- dichiarò Yoichi.

- Esatto: anzi, se avete bisogno di qualcosa non esitate a farcelo sapere, vi daremo tutto il nostro sostegno- affermò Arthur, riprendendosi leggermente dallo shock iniziale.

- Vi ringrazio molto. Adesso vado, devo incontrarmi anche con le ragazze per dirglielo- dichiarò Dafne.

- E io ho paura di ciò che dirà Edward...- mormorò Akiteru, facendo ridere i due ragazzi.

- Sai già che farà parecchie battute. Però è un bene, contando che Toma è di nuovo incinta, così i vostri bambini saranno amici- dichiarò Arthur.

- Ne siamo molto contenti anche per questo!- dichiarò Dafne con un sorriso.

- Dovremmo fare una festa tutti insieme per festeggiare i nuovi nascituri- affermò Yoichi.

- Volentieri!- rispose Dafne, prima di salutare i due ragazzi per uscire di casa con il compagno.

- Ancora sconvolto?- chiese Yoichi, mentre tornava verso la cucina con Arthur.

- Si... Mia sorella mi sembra ancora così piccola, eppure ormai ha venticinque anni... E altri nostri amici hanno già adottato...- mormorò il biondo.

- È normale, è la tua sorellina, anch'io a volte ricordo quanto Akiteru fosse timido un tempo... Ma se la pensiamo così noi, figurati quando avremo un figlio cosa penseranno loro- rise Yoichi, allontanandosi per andare verso la cucina.

Arthur lo seguì con lo sguardo, preso alla sprovvista da quella frase.

Fin'ora, si era concentrato parecchio sulla sua carriera: avere Yoichi era tutto ciò che voleva, per cui aveva fatto di tutto in modo che potessero avere una casa loro, dei lavori stabili e anche continuare a mantenere i rapporti con i loro amici... Cosa che gli stava riuscendo perfettamente.

Ma adesso che Yoichi aveva fatto quella battuta, gli tornaroni in mente le immagini del ragazzo con in braccio la piccola Yue, o quanto si era divertito a giocare con Mansuke, a come aveva mostrato a Katai e Hiro le sue creazioni, quando aveva aiutato Junichi e Juichi a costruire un fortino...

Yoichi sapeva essere calmo e razionale, ma non aveva mai avuto problemi a essere amico dei bambini, anzi, se la cavava più che bene con loro... Ed era davvero tenero quando ci giocava insieme.

- Mettiamoci in lista d'adozione-.

Yoichi si voltò di scatto verso di lui.

- Eh?!-.

Arthur impiegò un attimo a realizzare di averlo detto davvero, ma non appena si riscosse si avvicinò al ragazzo e gli poggiò le mani sui fianchi.

- Scusami, non volevo essere così brusfo ma... Ho ripensato a te con i bambini dei nostri amici e mi è venuto in mente quanto mi piacerebbe averti in giro per casa con un pargolo in braccio-.

- Arthur...- mormorò Yoichi, colto di sorpresa.

- So che abbiamo solo ventitré anni ma... Potrebbe essere il momento ideale. Non avremo programmati a breve viaggi di lavoro, e inoltre arriverebbe nello stesso periodo del figlio dei nostri fratelli, del secondogenito di Edward e Toma... E se fosse più grande, ci sarebbero tutti gli altri. Abbiamo entrambi un lavoro e una casa; non pensi anche tu che sia il momento giusto?-.

Yoichi lo fissò per un attimo: si, tutto quello che il ragazzo gli aveva detto sembrava perfetto ma... Lui...

- Scusami, ho... Bisogno di uscire un attimo- mormorò; Arthur, capendo dove volesse andare, lo lasciò delicatamente e osservò il ragazzo uscire di casa.

Yoichi salì sulla sua moto e partí velocemente, diretto verso una casa non molto distante dalla loro.

Suonò il campanello e poco dopo Hakkai andò ad aprirgli.

- Ciao Yoichi... Che succede? Mi sembri sconvolto- commentò l'uomo.

- Lo sono- sussurró Yoichi, entrando in casa e dirigendosi in soggiorno, dove trovò suo padre con suo fratello.

- Ciao Yoi- salutò lui, confuso.

- Pensavo fossi da Edward- commentò il minore.

- Volevo parlare prima con i papà... Che succede?- gli chiese il maggiore, preoccupato di vedere il fratello in quello stato.

- Arthur vuole adottare un bambino- buttò fuori tutto d'un fiato il ragazzo, e i tre presenti cercarono di evitare una reazione felice, visto quanto lui sembrasse sconvolto.

- Yoichi, vieni a sederti un attimo- disse Takashi, indicando il divano su cui era seduto; il ragazzo lo raggiunse, certo che il padre sarebbe riuscito a dargli la risposta che cercava.

- Ascoltami, Yoichi. È vero, il mondo è pieno di persone orribili, e tu lo sai anche meglio di tanti altri: ma sai anche qualcos'altro, giusto?- gli fece notare.

Il ragazzo serrò le labbra.

- Voi non ci avete mai fatto mancare niente. Ma non so se riuscirò a fare lo stesso: mio figlio potrebbe essere preso in giro proprio com'è successo a me e Akiteru, e io non sono bravo come voi a proteggere gli altri- dichiarò.

- Ne sei sicuro? Perché quando fai così, mi sembri proprio tuo padre- Takashi rise leggermente mentre Hakkai si avvicinava al figlio.

- Yoichi, anche io ero molto spaventato: non credevo per niente sarei stato un buon padre. Ma nessuno all'inizio sa come fare: si impara pian piano, e tu hai qualcuno che ami al tuo fianco; sei un ragazzo sveglio, pensi tanto agli altri, e sai come prendertene cura. Sono tutti tuoi pregi, non averne paura- gli disse Hakkai.

- Sai che sono terrorizzato anch'io? Al pensiero di diventare padre... E immagino che tu lo sia ancora di più- affermò Akiteru, e Yoichi spostò lo sguardo su di lui - ma tu... Vuoi avere un bambino no? La parte più importante è questa-.

Yoichi ci pensò per un attimo: lui... Voleva un bambino?

In fondo, era più semplice di quanto credesse, doveva pensare solo a quello: se lui volesse diventare padre era la parte importante, il resto sarebbe venuto dopo.

Prima, doveva compiere la scelta più importante.



















































- Ma guarda quanto sono belle! Sono proprio le tue figlie!- esclamò Arthur, cullando dolcemente Reira tra le braccia e lanciando un'occhiata a Yoichi, che stava facendo lo stesso con Himari.

- Vero? Sono uscite proprio bene- rise Dafne.

- Tesoro, perché non vai a sdraiarti un pochino mentre ci sono loro con le bambine?- disse Akiteru, raggiungendo la ragazza.

- Volentieri; ve le affido, tanto hanno appena mangiato- affermò Dafne.

- Buon riposo- le augurò Arthur, mentre la ragazza usciva dalla stanza.

- Vado a preparare del tè- dichiarò Akiteru, spostandosi in cucina e lasciando soli i due ragazzi.

- Sono prorpio tenere eh?- commentò Arthur, alzando lo sguardo su Yoichi, che annuì appena, troppo intento a fissare la bambina che aveva tra le braccia.

Il biondo lo osservò per un attimo: dopo quel giorno, Yoichi era tornato a casa dicendo che aveva bisogno di tempo per pensarci, e non ne avevano più parlato.

Non gli era stato difficile intuire cosa gli fosse passato per la testa, per cui aveva deciso di rispettare il suo desiderio; ma più lo vedeva insieme a quei bambini, più il desiderio di vederlo con uno loro cresceva.

Aprì la bocca, nel tentativo di dire qualcosa, ma venne preceduto dal ragazzo.

- Facciamolo- Yoichi alzò lo sguardo su di lui e gli rivolse un sorriso - adottiamo un bambino-.

Il volto di Arthur si illuminò e il ragazzo si alzò, andandosi a sedere vicino al compagno.

- Ne sei sicuro?- gli chiese.

- Si. È vero, ci saranno difficoltà ma... Esistono sempre dei problemi, non possiamo evitarli; quello di cui sono certo, è che se avremo un bambino gli daremo sempre tutto l'amore e il sostegno di cui avrà bisogno. E io... Vorrei davvero tanto poterlo fare- dichiaró Yoichi.

Arthur, sorridendo, si chinò verso di lui.

- Allora lo faremo- sussurró, prima di unire le loro labbra.


















































- Ok. Come diavolo si fa a gestire un figlio?- chiese Arthur; i due uomini davanti a lui scoppiarono a ridere, guadagnandosi un'occhiataccia da Emma.

- Non ridete! Ho già chiesto a Shinichiro e Masamune, a zio Shinichiro e zio Wakasa, a Dafne e Akiteru... Pure a zio Izana e zio Kakucho! Ho bisogno di più consigli possibili!- esclamò il ragazzo.

- Wow, sei ridotto male eh?- commentò Mikey.

- Dato che ha chiamato anche te, direi proprio di sì- rise Draken, guadagnandosi un'occhiataccia dall'amico.

- Arthur, non c'è un manuale per essere un buon padre, anche perché tutti i bambini sono diversi e hanno bisogno di cose diverse- Emma rivolse un sorriso al figlio - all'inizio non sarà semplice, ma è il tuo bambino, vedrai che capirai in fretta cosa gli serve. L'importante, è che tu sia sempre al suo fianco per aiutarlo e guidarlo nelle sue scelte- dichiarò.

- Emma ha ragione: io sono stato in panico con tutti voi tre, visto che siete persone diverse; ma quando ci tieni a fare del tuo meglio, i risultati si vedono: io ho tre splendidi figli!- esclamò Draken.

- Non vantarti da solo- rise Mikey, per poi spostare lo sguardo su Arthur - nessuno nasce pronto a essere padre, ma sono sicuro che tuo figlio crescerà in maniera fantastica... Non ho mai conosciuto nessun Ryuguji che non sia incredibile. Soprattutto mischiato con il mio sangue!- dichiarò.

- Questo è vero- rise Arthur; in fondo, tutta la sua famiglia aveva avuto delle difficoltà, ma se l'erano cavata più che bene. E poi, li aveva vicini, non erano certo soli.

Sentì il suo telefono squillare e lo tirò fuori, affrettandosi a rispondere quando notò che era Yoichi.

- Yoi, va tutto bene?- chiese, sapendo bene che il ragazzo in quel momento sarebbe dovuto essere al lavoro con il padre.

- Mi ha chiamato, Arthur-. Nonostante il tono basso del ragazzo, il biondo poté sentire l'emozione nella sua voce.

- Dici davvero?- sussurró.

- Si- rispose Yoichi, un sorriso sulle labbra - domani... Domani possiamo andare all'orfanotrofio- il giorno dopo, sarebbero potuti diventare genitori.


















































- Vi ringrazio per essere venuti con così poco preavviso- disse la donna, mentre i due si accomodavano nel suo ufficio.

- Si figuri, eravamo pronti a ricevere quella chiamata- dichiarò Arthur con sorriso.

- Anche se è un po'... Preoccupante che ci abbiate fatti venire subito- mormorò Yoichi

- Non si tratta di nulla di grave. Voi due avete dato preferenza per un bambino piccolo, giusto?- chiese la donna, e i due annuirono.

Yoichi aveva fatto notare che lui e suo fratello erano stati adottati quando erano piccoli, e probabilmente anche per quello erano riusciti ad abituarsi subito a tutto quanto; se il loro bambino fosse stato piccolo, sarebbero riusciti a farlo crescere in modo che si rendesse conto che l'amore tra due ragazzi era perfettamente normale, nonostante ciò che potevano dire molte altre persone.

- Qualche mese fa, un bambino è stato partorito da un donna senza parenti, con vari problemi di droga, morta poco dopo il parto; l'hanno tenuto in ospedale fino ad adesso per assicurarsi che stesse bene, e hanno dichiarato che è totalmente sano. L'hanno portato qui ieri e ho pensato che poteste essere la coppia adatta a prendervi cura di lui- continuò la donna.

- Lo faremo più che volentieri- dichiarò Arthur, senza neanche avere bisogno di guardare il compagno: sapeva bene che aveva avuto lo stesso pensiero.

- Sono felice di sentirlo dire- dichiarò la donna, mentre sentivano bussare alla porta.

Si alzò per andare ad aprire, e quando rientrò nell'ufficio teneva in braccio un bambino ancora in fasce.

- Chi lo vuole tenere per primo?- chiese la donna.

- Lo dia a lui- disse Arthur; non vedeva l'ora di poter prendere in braccio quel bambino, ma sapeva che Yoichi, nonostante le apparenze, era anche più impaziente di lui.

- Ecco a lei- la donna passò il bambino a Yoichi, che lo prese delicatamente in braccio.

Lo osservò: era un bambino così piccolo, si vedeva che aveva appena qualche mese, ma era già così carino... E sembrava anche tranquillo, addormentato e avvolto in quella copertina verde...

- Arthur, vieni qui- sussurró Yoichi, incapace di distogliere lo sguardo da quel visino rilassato.

Arthur si alzò, portandosi alle spalle del compagno, e allungando la mano per accarezzare appena la guancia del bambino.

- È così morbido...- sussurró con un sorriso.

- Sapete già come volete chiamarlo?- chiese la donna.

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo e un sorriso.

- Ryunosuke*- dichiarò Arthur.

- Ryunosuke Ryuguji- aggiunse Yoichi, e il biondo si voltò di scatto verso di lui.

- Ne sei sicuro?-.

Il ragazzo gli rivolse un sorriso.

- Sarò solo felice se il mio bambino avrà il tuo cognome. Già tua sorella dovrà avere il mio, facciamo uno e uno- affermò.

Arthur gli rivolse un sorriso dolce, poi entrambi tornarono a guardare il bambino... Anzi, il loro bambino, di cui quel momento si sarebbero presi cura con tutti loro stessi.



*Per chi non lo sapesse, Ryu significa drago in giapponese
Quindi si, è un doppio draghetto













































Yoichi fissò meglio lo spillo, prima di riprendere a cucire, cercando di essere più silenzioso possibile; ogni tanto lanciava qualche sguardo alla culla dietro di lui, dove Ryunosuke stava dormendo tranquillamente, stingendo a sé il pupazzetto di un drago verde.

Quel bambino aveva degli orari standard, e se Yoichi li aveva imparati bene, in teoria...

Vide il bambino iniziare ad agitarsi appena nella culla e si affrettò ad alzarsi, dirigendosi da lui e prendendolo in braccio.

- Ciao piccolo: hai dormito bene?- chiese, cullandolo appena, mentre il bambino apriva i suoi enormi occhioni azzurri e li puntava su di lui.

- Non preoccuparti, adesso papà ti prepara da mangiare- dichiarò, spostandosi verso la cucina.

Sentì le manine del bambino aggrapparsi alla sua maglietta e si chinò per dargli un bacino sulla testa: si era abituato subito a loro, ma alla casa non ancora; però, anche quando provavano a portarlo in giro, era raro che piangesse, anzi, pareva quasi affascinato dal mondo che aveva intorno, ovviamente finché rimaneva con i suoi papà.

Forse perché aveva passato i primi mesi con intorno persone che si prendevano cura di lui, ma si fidava piuttosto facilmente, e questa per i due era stata una fortuna, anche se crescendo avrebbero dovuto spiegargli un paio di regole.

Yoichi gli preparò il latte, e non appena fu alla giusta temperatura si diresse in soggiorno; si sedette sul divano e accese la televisione.

- Ti va se guardiamo papà?- chiese, mentre l'immagine di Arthur compariva sullo schermo.

- Buongiorno a tutti: oggi, siamo qui per presentare a tutti voi il luogo dove si terrà la prossima sfilata di moda di...-.

Lo sguardo di Ryunosuke fu catturato dallo schermo e Yoichi riuscì tranquillamente a dargli il biberon.

- Papà è davvero una persona fantastica vero?- commentò, portando anche lui lo sguardo su Arthur: un padre incredibile, un compagno incredibile, un amico incredibile... Quel ragazzo era decisamente incredibile su tutti i fronti.

- Sai, piccolo Ryu, tu sei molto fortunato, perché hai il suo cognome: per cui... Sono certo che diventerai incredibile come lui- dichiarò Yoichi; Arthur, sullo schermo, sorrise e un piccolo sorriso comparve anche sul volto del bambino.

Yoichi lo osservò teneramente: si, sarebbe decisamente diventato una persona incredibile.











































- Ok Ryu, è il momento di fare il bagnetto... Sei pronto?- chiese Arthur, controllando che la temperate dell'acqua fosse al punto giusto.

Il bambino lanciò un'occhiata sotto di sé, poi scosse la testa e si aggrappò forte al collo del padre.

- Non temere, il tuo papà non ti lascerà neanche per un secondo: così, quando papà Yoichi tornerà a casa, potrai fargli vedere quanto sei coraggioso! Ti va?- propose il biondo.

Ryunosuke esitò per un attimo, poi annuì leggermente.

- Bene: allora entriamo!-. Il bambino si strinse forte ad Arthur mentre lui entrava nella vasca; rimase un attimo in piedi, prima di scendere lentamente.

Non appena i piedini di Ryunosuke toccarono l'acqua il bambino sussultò, ma non protestò mentre Arthur si sedeva nella vasca, tenendolo stretto a sé.

- Hai visto? Non è così spaventoso- dichiarò, sentendo il piccolo rilassarsi appena tra le sue braccia.

Ryunosuke aveva sempre un po' di paura a provare cose nuove, ma gli bastava avere qualcuno vicino e alla fine si lasciava andare piuttosto velocemente senza problemi.

Anche quando si trattava degli altri bambini, per esempio giocare con le sue cuginette o stare un pochino con i più grandi, all'inizio faceva il timido, ma se prendeva confidenza iniziava a sorridere parecchio e prendere parte ai giochi con entusiasmo.

Era davvero un bambino molto dolce.

Arthur sentí la porta di casa aprirsi e fece un sorriso.

- Hai sentito? Papà è tornato. Vuoi fargli vedere quanto sei coraggioso?- chiese.

Il bambino arrossì appena e annuì.

- Yoichi, vieni in bagno!- chiamò Arthur; un attimo dopo, il ragazzo comparve sulla soglia, e nel notare la situazione non poté fare a meno di sorridere.

- Wow Ryu, sei diventato bravissimo a farti il bagnetto! Sei davvero coraggioso!- esclamò, avvicinandosi; lasciò un bacio sulla testolina del bambino, che gli rivolse un sorriso, prima di darne uno anche ad Arthur.

- Com'è andata la tua giornata?- chiese il biondo.

- Tutto bene, ho avuto un po' di lavoro ma è stato soddisfacente. Vado a preparare la cena, mentre tu finisci di lavarlo- dichiarò Yoichi.

- Va bene- rispose Arthur, mentre il ragazzo usciva dalla stanza.

- Allora Ryu, finiamo il bagnetto e raggiungiamo il papà?- chiese Arthur; il bambino si voltò verso di lui e annuì.

- Ti piace tanto stare con papà eh?- rise il biondo, facendolo sorridere.

- Anche a me- dichiaró Arthur; amava quel ragazzo alla follia, e anche il loro bambino.

- Proteggerò anche te come ho sempre fatto con papà- sussurró, stringendolo appena a sé; non avrebbe lasciato che gli accadesse nulla di male.













































- Fu così che, una volta giunto alla torre, l'eroe scoprì che il principe non era altro che un drago!- esclamò Yoichi, alzando il pupazzetto dell'animale; gli occhi del bambino si illuminarono.

- Un bellissimo drago!- dichiarò Yoichi.

- Dago!- esclamò Ryunosuke, allungando la mano e prendendo il pupazzetto.

- Esatto! Un...- Yoichi si bloccò un attimo, poi sbarró gli occhi.

- Aspetta... Hai detto drago?- mormorò, osservandolo; il bambino arrossì appena e abbassò lo sguardo sull'animaletto.

- Dago- mormoró, come per conferma.

Yoichi fece un piccolo sorriso e prese delicatamente in braccio il bambino.

- Ti piacciono tanto i draghi eh?- sussurró.

- Dago- confermò il bambino con un sorriso.

- Diciamolo anche a papà, ti va?- disse, tirando fuori il telefono; compose il numero di Arthur e mise in vivavoce.

- Hey Yoi; come va?- salutò il biondo.

- Ciao Arthur. Qui tutto bene: stavo proprio raccontando a Ryu la storia del cavaliere del principe che si trasforma in un...-.

- Dago- dichiarò il bambino, leggermente emozionato.

Per un attimo, dall'altra parte del telefono ci fu silenzio.

- Arrivo- mormorò Arthur; Yoichi rise appena e chiuse la chiamata.

- Hai sentito? Pare che papà stia arrivando. Vuoi continuare a giocare con i draghi intanto?- chiese Yoichi, e il bambino annuì.

Pochi minuti dopo, Arthur fece irruzione nel salotto e i due si voltarono verso di lui.

- Non era uno scherzo vero? Ryu ha parlato?!- chiese; Yoichi sorrise e si voltò verso il bambino.

- Ryu, vuoi dire a papà con cosa stavi giocando?- disse.

Il bambino sollevò il pupazzetto.

- Dago- dichiarò.

Arthur sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime e si fiondò ad abbracciare il compagno e il bambino.

- Sei proprio un draghetto fantastico! Stasera ti preparo la tua cena preferita, va bene?- disse Arthur.

- Ti!- esclamò il bambino.

Yoichi gli accarezzò teneramente i capelli. Quel bambino stava crescendo sano e felice, e lui era davvero contento di non essersi lasciato fermare dalle sue paure e di averlo preso con sé.

Avrebbe fatto del suo meglio perché continuasse a essere felice.



































- Ancora un attimo di pazienza Ryu; finisco di preparare la pappa per il papà e poi giochiamo un po', va bene?- disse Arthur, posando i piatti su un vassoio.

- Papà? Male?- mormoró il bambino, stringendo appena a sé il pupazzetto che aveva in braccio.

- Si, è malato; ma non preoccuparti, guarirà presto! Adesso gli portiamo da mangiare e vedrai che starà meglio- dichiaró Arthur.

- Potto... Papà- mormorò Ryunosuke.

- Certo: adesso lo porti tu a papà- affermò Arthur, prendendo il vassoio e voltandosi.

Rimase per un attimo immobile nel notare che Ryu si era aggrappato con forza alla gamba del tavolo, e stava cercando di tirarsi su.

Ormai erano un paio di mesi che diceva qualche parola, ma ancora non si era alzato; avevano deciso di non forzarlo, e adesso...

Leggermente titubante, Ryunosuke si voltò verso il padre, che gli rivolse un sorriso incoraggiante.

Il bambino strinse con più forza la gamba del tavolo, e anche se con un po' di fatica si mise in piedi; si bloccò un attimo, con gli occhi spalancati, come se si fosse appena reso conto di ciò che aveva fatto, e si voltò verso il padre, sull'orlo delle lacrime.

- Sei stato bravissimo! Guardati come sei coraggioso!- Arthur lasciò giù il vassoio e si avvicinò velocemente al bambino, chinandosi appena di fronte a lui e rivolgendogli un piccolo sorriso - vuoi fare vedere a papà quanto sei coraggioso?-.

Il bambino esitò per un attimo, poi annuì.

- Bene: andiamo- Arthur lo prese delicatamente in braccio, tenendolo con un braccio solo, mentre con l'altra mano prendeva il vassoio e si dirigeva verso la sua camera da letto.

- Yoi, come ti senti?- chiese aprendo la porta, che aveva lasciato socchiusa.

- Meglio- sussurró Yoichi, aprendo gli occhi e sorridendo - è solo un po' di influenza, lo sai- dichiarò, tirandosi su.

- Si, ma è sempre brutto vederti malato... Infatti, ti ho portato una medicina infallibile- dichiarò Arthur, andando ad appoggiare il vassoio sul comodino, prima di fare sedere Ryu per terra.

- Ryu, ti va di mostrare a papà ciò che hai appena fatto?- gli chiese.

Il bambino annuì; fece un respiro profondo, come per cercare il coraggio, poi afferrò le coperte; Yoichi, intuendo ciò che stava succedendondo, le strinse a sua volta, in modo che non facessero scivolare il bambino.

Dopo un paio di tentativi, Ryunosuke riuscì a tirarsi di nuovo su e si voltò verso i due padri, rivolgendo loro un sorriso.

- Wow... Sei stato bravissimo!- esclamò Yoichi.

- Possima vola... Potto io pappa- mormorò il bambino.

- La prossima volta che papà si ammalerà, ci penserai tu a portargli la pappa!- esclamò Arthur, prendendolo in braccio - adesso, diamo il bacino per la guarigione a papà e andiamo a giocare con i draghi!-.

Ryu si sporse verso il padre, lasciandogli un bacino sulla fronte.

- Guarici papà- mormoró.

- Certo; guarirò presto, così potremo tornare a giocare insieme- dichiaró Yoichi con un sorriso.

- Chiamami se hai bisogno- si raccomandò Arthur, prima di uscire dalla stanza.

- Papà... Dago- mormoró Ryu, e Arthur sorrise.

- Si, papà è forte come un drago- dichiarò, alzandolo appena per fissarlo negli occhi; sorrise.

- E sono certo che anche tu diventerai un drago forte come i tuoi papà!-.




































- Grazie mille per avere accettato questo giro al parco con noi! Keiji se ne sta sempre lì da solo a sfogliare quei libri, tanto che Daisuke ha già iniziato a insegnargli qualche parola... Non sapevo più come farlo giocare- sospirò Koutaro; Arthur e Yoichi, seduti sulla panchina insieme a lui, non poterono fare a meno di sorridere nel notare che Koutaro stava cercando in suo figlio quasi un compagno di giochi.

- Bè, tra un mese inizieranno l'asilo, è normale che alcuni bambini provino già a fare qualcosa... Io per imitare mio fratello sono arrivato che sapevo già scrivere- dichiarò Yoichi.

- E poi, così potrà dare una mano a che a Ryu- affermò Arthur, osservando i due bambini, seduti nella sabbia del parco poco distanti da loro che stavano giocando tra di loro.

Ryu, come avevano constatato, aveva bisogno di un po' di certezza per iniziare cose nuove, e Keiji, con il suo carattere calmo e razionale, aiutava molto l'amico; in compenso, Ryu lo aiutava a lasciarsi andare un pochino di più ai giochi e alla calma.

Keiji era stato adottato quando aveva poco meno di un anno, era quindi arrivato a casa poco dopo Ryu e ormai da un annetto i due erano ottimi amici.

- Speriamo che anche quando inizieranno l'asilo andrà tutto bene...- mormorò Yoichi.

- Certo che si: saranno insieme e avranno tutti i loro amici; vedrai, se la caveranno più che bene!- dichiarò Arthur: in fondo, loro in quella scuola avevano trovato amici fantastici che ancora erano al loro fianco, ed era certo sarebbe successo anche ai loro bambini.







































Yoichi osservò Ryunosuke, che stava stringendo la sua mano e quella di Arthur, fissando con aria leggermente spaventata la classe di fronte a lui.

- Ryu, non avere fretta: te l'ha detto anche Yue all'ingresso giusto? Ti divertirai tanto con i tuoi amici qui! E io e papà adesso rimarremo qui finché vorrai- dichiarò Arthur.

Il bambino annuì appena; nella classe c'era già anche qualcuno dei suoi amichetti, ma il bambino ancora non sembrava voler lasciare i genitori.

- Oh, eccovi qui!-. I tre si voltarono e videro Koutaro e Daisuke andargli incontro, Keiji in braccio al minore che si guardava intorno con aria quasi incantata.

- Keiji non vedeva l'ora di arrivare- affermò Daisuke, osservando il bambino con tenerezza, mentre Koutaro lo appoggiava a terra.

Il bambino rimase immobile, ancora affascinato.

- Pare che già abbia voglia di sapere cosa imparerà qui- ridacchiò Yoichi, chinandosi appena davanti a Ryunosuke - e tu? Non sei curioso?-.

Il bambino annuì, ma pareva ancora un pochino spaventato.

- Perché non recuperi Keiji e andate a raggiungere gli altri? Ti piace stare con i tuoi amichetti giusto?- fece notare Yoichi.

Ryunosuke annuì nuovamente, stringendo ancora di più le loro mani.

- Ryu-. Il bambino si voltò nel sentire il suo amico chiamarlo, e notò che stava indicando una cesta piena di giochi.

- Guarda, c'è un drago-. Gli occhi di Ryunosuke si illuminarono non appena notarono il giocattolo e allentò leggermente la presa.

- Ti va di andare a giocare con il drago Ryu?- chiese Yoichi, e il bambino riportò l'attenzione su di lui.

- E tu e papà?- mormoró.

- Io e papà purtroppo non possiamo rimanere a giocare con te, perché dobbiamo lavorare. Però, se tu adesso rimani qui a giocare ai draghi con i tuoi amici, io e papà possiamo lavorare e quando torni a casa giochiamo con te. Ti va di fare così? E in caso ti manchiamo troppo, puoi sempre dire a zio Masamune di chiamarci e noi arriveremo subito- affermò Yoichi, indicando con un cenno del capo Masamune, che stava parlando con Dafne.

- Va bene- mormorò Ryu.

- Sei davvero coraggioso- dichiarò Yoichi, allungando la mano per scompigliargli i capelli.

Il bambino lasciò le mani dei due ragazzi per abbracciare il padre e lasciargli un bacino sulla guancia.

- Bravissimo il mio ometto coraggioso- Arthur si chinò e Ryu salutò anche lui allo stesso modo, prima di lasciare che Keiji prendesse la sua mano per portarlo verso i giochi.

- Non temete, il vostro bambino è in buone mani!- esclamò Koutaro.

- Non sei convincente se lo dici con le lacrime agli occhi- rise Yoichi, mentre Daisuke stringeva a sé il ragazzo.

- Anche tu sei commosso- rise Arthur, avvolgendogli la vita con un braccio e tirandolo verso di lui, lasciandogli un bacio sulla guancia.

- Zitto e andiamo, prima che mi venga voglia di rimanere- borbottó Yoichi, facendo ridere il biondo.

Prima di uscire, lanciarono un ultimo sguardo al loro bambino, che si era rilassato e aveva iniziato a giocare con i suoi amici.

Da quel giorno iniziava una nuova fase della sua vita, avrebbe iniziato a fare molto più cose da solo, ma loro avrebbe comunque continuato a rimanergli vicino per sempre; erano i suoi papà in fondo, e lo sarebbero stati per sempre.
















































- Devo dirtelo fratellone, tuo figlio è davvero un portento nel combattimento!- esclamò Mandy, raggiungendo il fratello e Yoichi, mentre i bambini andavano a cambiarsi.

- Sono felice di sentirtelo dire; avevamo un po' di ansia a lasciarlo venire qui, visto il suo carattere, ma pare si stia trovando bene- affermò Arthur.

- Bè... È bastato qualche piccolo incoraggiamento da parte di Yue- dichiarò Mandy con un sorriso.

I due si scambiarono uno sguardo: Yue aveva ormai dieci anni, e assomigliava molto ai suoi genitori a quell'età... Avevano paura del genere di discorsi che avrebbe potuto fare.

- Papà!-. I due si voltarono e videro Ryu andargli incontro con un piccolo sorriso in volto, insieme alle sue due cuginette.

- Ciao campione! Zia Mandy ci stava giusto dicendo che stai diventando un combattente esperto!- dichiarò Arthur, sollevandolo, mentre le due bambine salutavano gli zii e andavano verso i loro genitori.

- Sto facendo del mio meglio... Perché Yue ha detto che se diventiamo tanto forti possiamo riuscire a proteggere tutti i nostri amici e rimanere tanto uniti!- esclamò.

- Yue ha detto una cosa molto saggia- affermò Yoichi con un sorriso, e il bambino annuì.

- Diventerò un drago in grado di proteggere tutti!- esclamò il bambino con un sorriso, e anche i due adulti sorrisero; pareva che loro figlio... Avesse preso parecchio anche dai suoi nonni.
















































- Sono preoccupato per lui- ammise Yoichi - dici che è il caso che andiamo?-.

- Non saprei... Ryu ha detto di non avere problemi, e non è la prima volta che succede, anche se durerà più del solito... Ma anche a me a volte sembra pensieroso- mormorò Arthur.

Loro figlio ormai aveva tredici anni, ed era un ragazzo molto dolce e gentile, soprattutto con i suoi amici; rimaneva un po' timido quando si trattava di fare qualcosa di nuovo, ma una volta abituatosi ci riusciva senza problemi.

Tra l'altro, quando si trattava di combattere, faceva davvero paura... Bastava provare a toccare i suoi amici e improvvisamente non sembrava più il ragazzino timido di poco prima.

Grazie a questo e a tutti gli amici che aveva anche nelle classi più avanzate, non aveva mai avuto troppi problemi a scuola con i suoi compagni, e i due ragazzi non potevano che essere sollevati da questo.

Da qualche anno, avevano iniziato a fare brevi viaggi di lavoro, tornando a girare un po' con Dafne e Akiteru per gli eventi più importanti, e anche in quelle occasioni Ryu non aveva mai avuto problemi a stare dagli zii o da Keiji, anche perché di solito era lì con le sue cugine, per cui non gli pesava.

Ma adesso i due sarebbero dovuti partire per un viaggio più lungo, e temevano che il ragazzo fosse un po' in ansia per questo, o che avesse qualche altro problema e faticasse a parlargliene.

- È meglio risolvere la questione prima di partire- affermò Yoichi, andando verso la stanza del ragazzo, seguito dal compagno.

Si affacciò, e notò che il figlio era seduto alla sua scrivania, intendo a fare i compiti.

- Ryu? Sei libero per parlare un attimo?- chiese; il biondo si voltò, un lieve sorriso in volto.

- Certo papà! Ditemi pure- rispose.

I due uomini entrarono in camera e si diressero verso di lui, che capendo che doveva essere un discorso serio voltò la sedia.

- Ecco Ryu... Ci sei sembrato pensieroso in questi ultimi giorni, e volevamo sapere se qualcosa non andasse. Se si tratta del fatto che andremo via qualche giorno, o se è successo qualcosa a scuola... Parlarcene pure- disse Yoichi, in tono gentile.

- Anche se preferisci che rimaniamo a casa, devi solo chiederlo: hai sempre chiesto poco, non sarebbe un problema per noi- dichiarò Arthur.

- No! Non voglio che rimaniate a casa per me; insomma, mi mancherete ma... Sono felice quando vi vedo in TV con gli zii, mi piace tanto il lavoro che fate, e mi diverto a stare con gli zii o i nonni. Ecco... Non ero pensieroso per questo- si voltò e frugò per un attimo nel cassetto della sua scrivania.

- Ecco, visto che avete detto che sentite molto anche voi la mia mancanza quando siete via, ho pensato... Di regalarvi questa... Ma avevo paura di farmi scoprire prima che andaste via- mormoró, voltandosi nuovamente verso i genitori, leggermente imbarazzato, e mostrandogli l'oggetto che aveva preso: si trattava di una foto incorniciata, che ritraeva loro tre durante un viaggio in cui, essendo estate, Ryu li aveva accompagnati e ne avevano approfittato per farsi qualche giorno al mare.

Nella foto, Ryu, all'epoca a sette anni, stava provando una serie di costumi per bambini disegnata da suo padre, che stava cercando di non ridere mentre Arthur, con un microfono in mano, presentava in modo divertente tutto ciò che indossava.

Gli occhi di Yoichi si riempirono di lacrime mentre prendeva la cornice.

- Grazie Ryu, davvero... Sei un ragazzo fantastico- sussurró.

- È perché ho due papà fantastici- dichiarò Ryu, alzandosi per andando ad abbracciare il padre, che lo strinse forte a sé - andate pure senza preoccuparvi per me: io starò bene, in fondo mi avete cresciuto voi-.

- E siamo veramente fieri di come tu sia cresciuto- Arthur li raggiunse e scompigliò appena i capelli al ragazzo, chinandosi poi per dare un bacio sulla guancia a Yoichi, che sorrise.

Si, era veramente felice di avere deciso di adottare quel bambino anni prima: non si era mai dovuto pentire della sua scelta, ed era certo non avrebbe mai dovuto farlo.









































- Ryu, penso siano venuti a prenderti- dichiarò Yoichi, avvertendo delle moto fermarsi di fronte a casa loro.

Arthur andò a sporgersi e fece un piccolo sorriso.

- Si, sono arrivati sia Keiji che Reira e Himari- affermò, mentre Ryunosuke si affacciava alla porta della cucina.

- Sicuri che per voi vada bene se vado in vacanza con i miei amici?- chiese; il primo anno senza i genitori... In effetti, era leggermente nervoso.

- Ryu, tutti passano le vacanze nella casa di Pah e Peh a fare casino: non preoccuparti, ci fidiamo di te- dichiarò Yoichi, mentre Arthur si avvicinava a lui.

- Tieni d'occhio le tue cuginette, va bene? Non voglio nessuna incinta... E anche tu usa i preservativi, che i risultati dei vostri test devono ancora arrivare-.

Il ragazzo diventò rosso come un peperone.

- Papà!- esclamò, facendolo ridere.

- Ci vediamo presto: chiamaci se hai bisogno, va bene?- gli disse Arthur.

- Anche voi. Mi mancherete- Ryunosuke abbracciò entrambi i padri - ci vediamo presto!- salutò, prima di uscire di casa per raggiungere gli amici.

Yoichi e Arthur si affacciano alla finestra per vederli partire, con un sorriso in volto.

- È cresciuto proprio bene eh?- commentò il biondo.

- Si... Sai, penso che nessuno avrebbe mai potuto renderlo felice come abbiano fatto noi- Yoichi di voltò verso di lui e gli rivolse un sorriso - non credi?-.

- Ne sono certo anch'io- affermò Arthur, chinandosi per lasciargli un bacio sulla fronte - in fondo, è nostro figlio-.

E loro avrebbero continuato ad amarlo, proteggerlo e stare al suo fianco come il primo giorno per sempre.

















Storia richiesta da vale080203, spero ti piaccia!

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