SHUNXREN ~ DAUGHTER
Ren fissò ancora per un attimo i fogli davanti a lui.
Una firma, solo una firma: bastava solo una firma... e avrebbe potuto farlo.
Fece un respiro profondo: poteva farcela. Era pronto. Sapeva di esserlo.
Doveva solo avere un po' di fiducia in sé stesso: ci sarebbe riuscito.
Afferrò la penna e fissò ancora per un attimo il figlio.
Il suo sguardo scivolò sulla firma di Shun, dandogli l'ultima spinta necessaria per apportare anche la sua firma.
Mise giù la penna e fissò il foglio: lo aveva fatto... lo aveva fatto davvero.
Avvertì il panico invaderlo leggermente: e adesso? Cos'avrebbe dovuto fare? Cosa sarebbe successo? Come sarebbe andata? Lui sarebbe davvero riuscito a...
Sentì la porta d'ingresso aprirsi e alzò la testa.
- Sono a casa- annunciò Shun.
Ren si alzò di scatto e corse all'ingresso.
- L'ho fatto!- dichiarò, fermandosi di fronte al castano.
Shun lo fissò per un attimo, confuso da quello scatto improvviso: quando vide la scintilla di felicità negli occhi del moro, non potè fare a meno di sorridere.
- Davvero?- chiese, poggiandogli le mani sulle spalle.
Ren annuì.
- Sono pronto Shun; voglio farlo- affermò.
Era stato indeciso a lungo: l'esperienza avuta con suo padre dopo la morte di sua madre l'aveva ferito parecchio, e quando aveva iniziato a pensare di volere dei figli non aveva potuto che avere paura di finire per fare la stessa cosa.
In fondo sia lui che Shun lavoravano, e lui aveva impiegato anni ad accettare che la sua nascita non era un peccato, al contrario, molti ne erano stati felici... come avrebbe fatto a insegnarlo a qualcun altro?
Però, Shun l'aveva convinto: era proprio perché aveva passato un'esperienza simile... che poteva riuscire a farlo capire agli altri.
E lui voleva farlo. Anche perché, ogni volta che vedeva Toma ed Edward, ormai alle prese con il secondo figlio, o Akiteru e Dafne con le loro gemelle... o anche i gemelli di Yoko e Takuya... gli veniva una grande voglia di avere anche lui qualcuno da poter coccolare in quel modo... non erano gli unici a stare adottando in quel periodo, Sakura e Fumi l'avevano fatto nuovamente non molto prima, così come Hayato con Shiki e Hideki con Sho erano ormai ai secondi, e ogni volta che vedeva quei bambini il suo senso paterno cresceva... ormai sapeva di essere pronto.
Shun sorrise e abbracciò il moro.
- Ne sono così felice! Sono certo che sarai un padre fantastico, così come sei una persona fantastica- sussurró.
Ren arrossì appena e ricambiò l'abbraccio.
- È perché devo tenere d'occhio il nostro capitano. Se ti prendersi cura di nostro figlio, o nostra figlia, come hai fatto con i membri della Toman... sono certo che andrà tutto bene- sussurró.
- Allora, crescerò la nostra prole per essere un guerriero!- dichiarò Shun in tono solenne.
- Magari lasciarglielo scegliere- rise Ren - ma di sicuro, sarà una persona forte-.
Shun annuì: sarebbe stata forte... proprio come il suo papà.
- Sei nervoso?- chiese Ren.
- Certo che no- rispose Shun, rivolgendogli un sorriso.
Ren alzò gli occhi al cielo e allungò la mano, stringendo quella del ragazzo; e dire che aveva pensato di essere lui quello nervoso... ma come al solito, il suo capitano aveva parecchio bisogno di lui.
In fondo, Shun aveva passato anni a faticare a gestire la sua rabbia, e anche se grazie a lui adesso non aveva praticamente più attacchi, probabilmente a volte ancora temeva una ricaduta... e nonostante avesse fatto un ottimo lavoro con la gang, ancora credeva di non essere in grado di prendersi cura degli altri.
Ma lui era al suo fianco, e l'avrebbe aiutato, come sempre; dopotutto, era il suo secondo.
- Entriamo- gli disse, dirigendosi verso la porta dell'edificio di fronte a loro. Anche se avevano compilato le carte da poco, ormai Kazutora era abituato a raccomandare il loro gruppo di amici, per cui erano riusciti a ottenere il colloquio in poco tempo; e non intendevano perdere quell'occasione.
Bussò alla porta di fronte a lui, cercando di placare il nervosismo: bastava Shun nervoso, lui doveva stare tranquillo.
- Chi è?- chiese una voce dall'altra parte.
- Siamo Shun e Ren Shiba; siamo qui per un colloquio con la direttrice- dichiarò Ren.
Shun non poté che sorridere nel sentire il suo cognome accostato a quello del compagno, e sentì una nuova forza farsi largo dentro di lui: se era insieme a Ren, poteva affrontare tutto.
La porte venne aperte e una donna comparve davanti a loro, un sorriso in volto.
- Siete gli amici del signor Hanemiya giusto? Prego, entrate pure- aprì di più la porta e lo sguardo di Ren cadde su un particolare: o meglio, sulla bambina che la donna teneva in braccio.
Aveva i capelli biondi, degli enormi occhi azzurri, e lo fissava con aria incuriosita.
Shun stava per entrare, quando notò che Ren si era bloccato.
- Ren? Stai bene?- chiese, preoccupato.
- Come...- Ren alzò lo sguardo sulla donna di fronte a lui - come si chiama questa bambina?- mormorò.
La donna lo fissò per un attimo, confusa; poi un sorriso dolce comparve sul suo volto.
- Si chiama Akane-.
- Quindi ti piacciono i libri eh?- commentò Ren, osservando la bambina di fronte a lui.
Ancora non ci credeva che la donna, che aveva scoperto essere proprio la direttrice, l'avesse lasciato nella sala visite con lei... doveva davvero ringraziare l'aiuto di Kazutora.
La bambina annuì appena; era troppo piccola per sapere già parlare, però sembrava capire perfettamente cosa gli stesse dicendo.
Ren fece un sorriso, osservandola mentre sfogliava a fatica un libricino che aveva davanti; era davvero tenera, e aveva un sorriso più che gentile... sembrava proprio...
Sentì la porta aprirsi e si voltò mentre Shun entrava insieme alla direttrice dell'orfanotrofio.
- Com'è andata?- chiese, mentre il ragazzo si sedeva di fianco a lui.
- Solitamente, non diamo così tanta possibilità di scelta: immagino sappiate che adottare un bambino non è qualcosa di semplice, soprattutto quando si è una coppia omosessuale in un paese che le accetta a fatica. Però, i servizi sociali che hanno controllato casa vostra e le vostre referenze erano più che d'accordo sul fatto che foste pronti. E questa bambina...- la donna prese in braccio la bambina e si avvicinò a Ren; il ragazzo rimase per un attimo sorpreso, prima di allungare le mani per prendere in braccio la piccola- sembra provare una certa simpatia per voi-.
Un po' timoroso, Ren portò la bambina a sedersi sulle sue ginocchia.
- Ciao piccolina: io mi chiamo Ren- sussurró, osservandola: era così carina... sarebbe potuto rimanere a fissarla per ore.
- Abbiamo davvero la possibilità di adottarla?- chiese Shun, che non poteva fare a meno di sorridere nel vedere quanto il compagno fosse felice; avrebbe fatto di tutto perché continuasse a esserlo.
- Per qualche periodo, gli assistenti sociali verranno a casa vostra per controllare che il posto sia adeguato e che lei stia bene. Voi lavorate entrambi, avete intenzione di prendere una babysitter?- chiese la donna.
- Oh no, vogliamo occuparcene noi: io come sa gestisco un riformatorio, ma la mia presenza non è necessaria tutto il tempo, ho ottimi collaboratori; e il mio compagno non ha ancora usato nessun permesso, e il suo capo ha già detto che ci dará tutto il sostegno di cui abbiamo bisogno. Non avremo problemi a organizzarci per stare con lei- a Shun sembrò strano essere lui a ritrovarsi a fare quei discorsi, ma Ren era troppo occupato a osservare la bambina per concentrarsi.
- Ho capito. Allora, vado a prendere le carte per iniziare ad avviare le pratiche- affermò la donna, alzandosi per uscire dalla stanza.
- La ringrazio- disse Shun, prima di tornare a guardare il suo compagno, che stava ancora giocando con la bambina.
- Ti sei proprio affezionato eh?- commentò con un sorriso: in effetti, sembrava una bambina così tenera... anche a lui era parsa subito piuttosto carina.
- È bellissima...- sussurró Ren.
- Ti ricorda tua madre?- gli chiese Shun.
- A primo impatto forse, ma a parte il nome... sono molto diverse- Ren si voltò verso il castano, sorridendo - lei non è mia madre, è nostra figlia Shun-.
Il ragazzo sorrise.
- Si: sta per diventare ufficialmente la nostra bambina- Shun si chinò verso la bambina - ciao Akane, io sono Shun. Ti va di passare un po' di tempo con me e Ren?- chiese.
La bambina lo fissò per un attimo, poi sembrò quasi annuire.
Ren sorrise: il suo ragazzo sapeva essere davvero tenero...
- Scusami se ho lasciato parlare solo te, ero troppo preso da lei- affermò, osservandolo.
Shun scosse la testa.
- Non devi preoccuparti: è bellissimo vederti già così affezionato a lei; sono felice di essere stato io quello responsabile per te, almeno per una volta- dichiarò, dando un bacio sulla guancia del moro.
Prima che Ren potesse rispondere, sentì un versetto provenire dalla bambina e si voltò verso di lei, notando che aveva le manine protese verso di lui, come se volesse avvicinarsi.
- Che succede piccola? Ti serve qualcosa?- chiese Ren, avvicinandosela leggermente.
Rimase sorpreso quando la bambina si sporse verso di lui e gli posò le labbra sulla guancia.
Ren sbarró gli occhi, mentre la bambina sorrideva.
- Anche tu pensi che sia tenero, vero?- chiese Shun, mentre gli occhi del moro si riempivano di lacrime.
La bambina sorrise e Ren la strinse appena a sé.
- Non temere piccola, papà si prenderà cura di te; entrambi i tuoi papà lo faranno- sussurró.
Shun allargò le braccia, stringendo entrambi: si sarebbe preso cura di loro a ogni costo.
- Grazie per averci prestato il lettino Edward- disse Shun, mentre accompagnava l'amico sulla soglia di casa.
- Ma figurati! Ne avevamo due, ma ormai Yue non lo vuole più così piccolo, per cui avremmo dovuto buttarlo comunque, dato che per Joseph ne avevamo già preso un altro- affermò Edward.
- Ad Akane piace il suo nuovo lettino- affermò Ren, avvicinandosi con in braccio la figlia, che teneva in mano un libricino illustrato.
- Ne sono felice! Vedo che sta andando bene con lei eh?- commentò Edward.
- Puoi dirlo forte! È una bambina davvero dolcissima- dichiarò Shun - e fa pochi capricci. Voi come ve la cavate con due?-.
- Nonostante il suo caratterino, Yue ci sta aiutando parecchio con il suo fratellino, per cui ce la caviamo alla grande! Quando Akane andrà all'asilo, avrà in classe un guerriero- rise Edward.
- Non avevo dubbi, in fondo è figlio tuo e di Toma- anche Shun scoppiò a ridere.
- Probabilmente anche Akane verrá trascinata dentro da tutti loro... Mandy ha già proposto di allenarli tutti al dojo- sospirò Ren.
- Guarda il lato positivo: almeno, sarà piena di amici!- esclamò Edward.
- Di questo non possiamo che esserne felici. Anzi, non vediamo l'ora di presentare Akane a tutti voi; ma è a casa solo da una settimana, volevamo farla abituare- dichiarò Shun.
- Non preoccuparti, aspetteremo tutti con impazienza! Anche perché, dovete ancora farla conoscere ai vostri genitori no?- commentò Edward.
- Si. Volevo che prima... potesse vederla papà- mormorò Ren; nonostante ciò che aveva detto, era conscio che a primo impatto la bambina potesse somigliare a sua madre, e temeva che per i suoi padri sarebbe potuto essere un duro colpo.
Ma era sua figlia, ed era certo che l'avrebbero accettato.
- I tuoi genitori ormai saranno tornati alla vita da sposini, vedrai che non avranno problemi- rise Edward - torno da mia moglie, ci vediamo presto- salutò, prima di uscire.
Shun chiuse la porta e si avvicinò al moro; diede un bacio sulla testa alla bambina, prima di lasciarne uno a stampo sulle labbra del ragazzo.
- È impossibile non amare questa bambina, non temere: i tuoi padri lo capiranno subito- affermò Shun.
Ren sorrise.
- Ne sono certo- dichiarò, cullando appena la bambina tra le sue braccia.
Sorrise: si, sicuramente sarebbe stata una bambina amata da tutti.
Ren osservò i due uomini di fronte a lui, leggermente in ansia; Shun allungò la mano, stringendo quella del moro.
- Vedrai che andrà tutto bene- sussurrò, e anche Ren annuì, mentre fissava i due uomini, intenti ad ammirare la bambina che dormiva nel suo lettino.
Non riusciva a vedere le loro espressioni, e non seppe come interpretare quando Koko mise un braccio attorno alla vita di Inui.
Il moro si voltò e gli sorrise.
- Avete una figlia bellissima- affermò.
Ren sorrise mentre Inui si staccava dal moro per andare verso di lui; gli poggiò le mani sulle spalle e sorrise.
- Sono certo che, nonostante tutte le difficoltà della vita, quella bambina riuscirà a crescere forte come il suo papà- dichiarò, e Ren sorrise.
- Ha due papà che la amano con tutti il cuore dopotutto... proprio come me- dichiaró; il sorriso di Inui si allargò mentre stringeva leggermente il figlio a sé.
Shun sorrise e, deciso a lasciargli un po' di privacy, si allontanò e affiancò Koko, che era tornato a guardare la bambina.
- Posso contare sul fatto che questo non farà soffrire Ren?- chiese, mentre osservava la piccola che dormiva.
Koko lo osservò, sorpreso: aveva visto quel ragazzo crescere, sapeva di chi era figlio, e quanto potesse essere diretto... ma non pensava l'avrebbe affrontato in quel modo.
Tornò a guardare la bambina.
- Volevo molto bene ad Akane, ma nel mio cuore lei è il bel ricordo di una bella persona a cui tenevo. Questa bambina è la mia nipotina, la figlia del mio bambino, e io le vorrò bene con tutto l'amore necessario- dichiarò.
In realtà, a primo impatto quella bambina non gli era sembrata subito Akane, perché era troppo concentrato a osservare come si erano illuminati gli occhi di Inui nel vederla: e anche se notava qualche somiglianza, sapeva bene che Akane era morta, e quella davanti a lui era il nuovo futuro della sua famiglia, non c'entrava con il loro passato. E lui le avrebbe voluto bene come meritava.
Shun sorrise.
- Ne sono felice- affermò, prima di tornare a osservare la bambina; la vide muoversi leggermente.
- Ren, si sta svegliando- affermò, e Ren si avvicinò insieme a Inui.
Akane aprì gli occhi e fissò per un attimo i due uomini davanti a lei con aria confusa, per poi voltarsi verso Ren.
Allungò le manine verso il ragazzo.
- Pàa-.
Shun sbarró gli occhi mentre Ren, con lo sguardo pieno di lacrime, prendeva in braccio la bambina.
- Non preoccuparti piccola, papà è qui- affermò, cullandola appena.
- Era... la sua prima parola?- sussurró Seishu, osservando la gioia del figlio.
- Sì- mormorò Shun; non si aspettava che parlasse, di solito era abbastanza silenziosa, non avevano neanche provato a insegnarle qualcosa per non stressarla...
Koko fissò Ren, mentre un ricordo si faceva largo dentro di lui.
- Sono un pochino preoccupato Hajime... Ren cammina tranquillamente e gioca come tutti gli altri bambini, non ha problemi a capirci e farsi capire, ma ancora non parla...- mormorò Akane, osservando il bambino, che dormiva tranquillamente sul divano in mezzo a loro.
- Non devi avere fretta Akane- Hajime allungò la mano, carezzando dolcemente il volto del bambino - è un po' timido, è normale, lo ha detto anche il dottore che sta bene. Dobbiamo solo avere pazienza e non stressarlo troppo- affermò.
Il pediatra gli aveva detto che, se forzato a parlare, il bambino avrebbe potuto rischiare di non voler dire niente.
Serrò le labbra: che fosse colpa sua? Voleva bene a suo figlio ma... che avvertisse che non era completamente felice?
Sentirono bussare alla porta e Koko alzò di scatto la testa.
- Dev'essere mio fratello- Akane si alzò per dirigersi ad aprire, e Koko abbassò di nuovo lo sguardo sul bambino.
Chissà se sentire la sua voce... gli avrebbe donato la stessa felicità di quando aveva udito la sua...
- Buongiorno, Koko-.
Il moro alzò lo sguardo, e non poté fare a meno di rimanere, per l'ennesima volta, incantato dalla bellezza del ragazzo che aveva di fronte.
Ma non poteva mostrarlo, così come non poteva mostrare quanto si pentisse della sua scelta, quanto stesse male per averlo abbandonato.
Lui...
- Ren si sta svegliando- fece notare Seishu; Koko di voltò verso il figlio, e notò che stava aprendo gli occhi.
Fece un sorriso mentre lo prendeva in braccio.
- Ciao Ren, bensvegliato- disse, mentre Akane rientrava in stanza con delle tazze di tè, che poggiò sul tavolino di fronte al divano.
- Siediti pure Seishu; grazie per essere venuto- disse Akane, mentre il ragazzo si sedeva sul divano.
- Mi sembravi abbastanza stanca per telefono... ma Akane, non devi preoccuparti davvero, Ren è un bambino intelligente e in piena forma; forse si sta solo trattenendo per quando avrà qualcosa di importante da dire- dichiarò Seishu.
Koko lo fissò: quel ragazzo sarebbe stato un padre decisamente migliore di lui...
- Vuoi tenerlo?- gli chiese.
- Volentieri- rispose Seishu con un sorriso, allungando le mani; finse di non fare caso alle dita di Koko che avevano toccato le sue, concentrandosi solo sul suo nipotino: era a lui che dovevano pensare adesso.
- Ciao Ren! Come stai?- gli chiese, mentre lo faceva sedere sulle sue ginocchia.
Ren gli rivolse una risatina, prima di voltarsi verso Koko.
- Papà- disse con un sorriso.
Koko all'epoca non ci aveva pensato, colto alla sprovvista dal momento e dalla gioia che si era propagata nella stanza, ma... forse, Ren già da piccolo aveva capito che, in realtà, Seishu sarebbe dovuto essere suo padre dall'inizio.
- Sei diventato davvero forte, Ren- affermò.
Il ragazzo alzò lo sguardo e gli rivolse un sorriso, prima di tornare a guardare la bambina.
- Akane, loro sono i papà del tuo papà. Ti va di farti prendere in braccio da loro?- chiese.
- Paá?- chiese Akane, osservando i due uomini.
- Si, sono i miei papà: vogliono bene a me, e ne vorranno tanto bene a te. Sono i tuoi nonni- affermò Ren.
- Paá- mormorò Akane, fissando il ragazzo; poi si voltò verso Shun.
- Paá- mormorò, per poi voltarsi verso Inui e Koko - No...ni- mormorò.
- Esatto, sono i tuoi nonni; li vuoi conoscere?- chiese Ren, e la bambina annuì.
Ren si avvicinò a Koko e delicatamente gli allungò la bambina; dopo un attimo di sorpresa, l'uomo allungò le braccia, prendendo in braccio la piccola.
- Ciao Akane, sono nonno Hajime, quello con tanti soldi che ti comprerà tutto ciò che vorrai- dichiarò, cercando di usare la sua solita stoicitá per non fare vedere quanto fosse commosso.
Quella bambina profumava di buono...
- Non metterle in testa strane idee già da piccola- rise Seishu, avvicinandosi ai due e poggiando la testa sulla spalla del moro.
- Lui invece è nonni Seishu, quello stiloso da cui devi andare se vuoi prendere a pugni qualcuno senza che i tuoi lo sappiano- dichiarò Hajime.
- Perché, pensi che non glielo insegneremo?- rise Shun.
- Akane avrà talmente tanti zii che dubito ci sarà qualcosa in cui non sarà brava- rise Ren; in fondo, avevano amici davvero fantastici.
Osservò i suoi padri che parlavano tranquillamente con Akane, che stava sorridendo mentre li ascoltava, e sorrise a sua volta: era davvero felice di averli avuti come genitori; grazie a loro, avrebbe potuto dare ad Akane tutto l'amore di cui aveva bisogno.
- Mikey... sai che non è un dio vero? Ne hai già tenuti in braccio cinque così- rise Senju, osservando Mikey che, seduto sul pavimento del soggiorno, teneva Akane sollevata davanti al volto e la stava fissando come se non avesse mai visto un essere simile.
- Niente da fare, è incantato e non ti sente- rise Yuzuha - ma capiscilo, non ha potuto tenere in braccio suo figlio, vuole rimediare con sua nipote-.
- Se il suo sguardo è quello, sono felice che non mi abbia tenuto in braccio- borbottó Shun, facendo ridere le due donne.
- Ho portato qualcosa da mangiare- dichiarò Ren, entrando in soggiorno con un vassoio pieno di dolci.
Mikey li fissò per un attimo, poi tornò a guardare Akane.
- Ok piccola, prima lezione: il cibo è molto importante. Non si vive senza cibo. Chi prova a portarti via il cibo è una cattiva persona. Capito?-.
Il suo tono era talmente serio che anche la bambina fece un'espressione seria e annuì con convinzione.
- Smettila di metterle in testa strane idee, abbiamo già Mandy che si è trasformata in una mini-te! Dalla un po' a sua nonna- Senju si alzò dal divano e tolse delicatamente la bambina dalle braccia di Mikey, prima di dirigersi verso Yuzuha e poggiargliela sulle gambe.
- Ciao piccola, sono nonna Yuzuha. Vediamo se anche a te, come al tuo papà, piacciono i grattini sul pancino...- Yuzuha la fece sdraiare e iniziò a solleticarle leggermente la pancia.
Dopo un attimo di sorpresa, Akane scoppiò a ridere.
- Ma guarda un po', ti piacciono proprio come al tuo papà!- esclamò Yuzuha, sorridendo.
- Negherò per sempre di aver fatto qualcosa di simile- dichiarò Shun, facendo ridere tutti i presenti.
- Oh, ho dimenticato di prendere lo zucchero per il te- Ren fece per alzarsi, ma Mikey lo precedette.
- Sono stato seduto un'ora a fissarla, vado io o rischio di fondermi con il pavimento- rise, alzandosi e dirigendosi in cucina.
Shun e Ren si scambiarono uno sguardo e annuirono, poi il castano si alzò e seguì il padre in cucina.
- Draken ti ha accompagnato, come mai non è entrato?- chiese.
- Questa giornata era dedicata ai nonni, se fosse entrato i miei fratelli gliel'avrebbero menata a vita; mi aspetta fuori- dichiarò Mikey, e Shun annuì.
- Stai bene?- gli chiese. Sapeva bene che suo padre era parecchio spaventato dai rapporti umani, ma di sicuro non sarebbe stato lui a negargli di incontrare la sua nipotina: in fondo, per quanto fosse terrorizzato, quando aveva saputo di lui alla fine aveva fatto un ottimo lavoro, a modo suo.
Era certo che l'avrebbe fatto anche con Akane.
- Una ventina d'anni fa, neanche sapevo di avere un figlio; pensavo fosse una pessima scelta per uno come me, e quando ho saputo della tua esistenza non avevo idea di come comportarmi. Però... tu sei cresciuto davvero forte e intelligente, Shun, e io sono davvero fiero di essere tuo padre- Mikey si voltò verso di lui e gli rivolse un sorriso - e sono certo che tua figlia crescerà fantatsica come te- affermò.
Shun sorrise.
- Certo: dopotutto, suo nonno è il più forte di tutti- dichiarò.
- Vorrà dire che le insegnerò un paio di trucchetti, prima che Mandy la prenda sotto la sua ala protettiva- dichiarò Mikey, mentre si dirigeva verso il soggiorno - torno a coccolare la mia nipotina. Puoi prendere tu lo zucchero? Non ho idea di dove sia-.
Shun scoppiò a ridere: suo padre non cambiava mai.
- Faccio io- affermò, dirigendosi verso la mensola dove tenevano lo zucchero; lo tirò fuori e tornò in soggiorno.
Si fermò per un attimo sulla soglia della porta a osservare la scena: suo padre, che parlava teneramente con sua figlia, tenuta in braccio da sua madre, che aveva di fianco una compagna che la guardava piena d'amore.
Sua madre, nonostante fosse sola, l'aveva cresciuto al meglio, donandogli tutto l'amore possibile; suo padre, nonostante per anni non avesse saputo della sua esistenza, quando si erano ritrovati aveva fatto di tutto per aiutarlo a crescere, a tenere a bada la sua rabbia, e prendersi cura dei suoi amici; e Senju aveva portato una novità nella sua vita, aveva donato a sua madre l'amore che le serviva, aveva fatto capire a Shun che non importa quando ci si incontra o la propria situazione, si può sempre imparare ad amare.
E lui ci era riuscito grazie al ragazzo seduto sul divano vicino alla sua famiglia, che fissava loro figlia con un sorriso pieno d'amore, lo stesso amore che gli aveva donato, con cui gli era rimasto a fianco, e con cui l'aveva aiutato a capire chi volesse essere.
Grazie a tutti loro, adesso avrebbe potuto crescere sua figlia donandole tutto l'amore che un tempo gli era stato donato: ne aveva ricevuto parecchio, in fondo, e sua figlia ne meritava ancora di più.
Ren alzò lo sguardo e gli rivolse un sorriso, che Shun ricambiò più che volentieri; grazie a lui, adesso poteva amare senza alcun dubbio e rimpianto.
E li avrebbe amati entrambi con tutto sé stesso.
Shun osservò gli uomini muoversi per casa sua, ispezionare ogni angolo, alla ricerca della più piccola traccia di imperfezione: ma non ne avrebbero mai trovate, lo sapeva bene, non in quel luogo che lui aveva costruito apposta per donare a Ren una casa felice, e che insieme avevano mandato avanti per fare sì che anche Akane potesse avere tutto ciò di cui aveva bisogno.
Lanciò uno sguardo a Ren, che seduto al tavolo della cucina stava dando da mangiare ad Akane.
Invidiava il modo in cui riuscisse a sembrare calmo, nonostante non lo fosse: quello era l'ultimo controllo, se fosse andato tutto bene Akane sarebbe stata ufficialmente loro figlia; ma se qualcosa fosse andato storto...
Ren gli lanciò un'occhiataccia, che diceva palesemente: "smettila di essere così nervoso, ne abbiamo già parlato: andrà tutto bene".
Shun fece un respiro profondo: sapeva che il ragazzo aveva ragione; sapeva che loro avevano fatto tutto ciò che era richiesto, erano perfettamente in regola, Akane stava bene, la casa era sicura e loro due in quei due mesi si erano giostrati perfettamente tra casa e lavoro.
E se avessero provato a portargliela via, li avrebbe picchiati tutti e poi se ne sarebbe andato con lei e Ren.
Anzi: avrebbe chiamato la Toman, genitori compresi, ed era certo che avrebbero avuto argomenti ragionevoli per convincere quei tizi a fargli tenere la loro bambina.
Sorrise: aveva proprio amici fantastici.
- Abbiamo finito l'ispezione-. Shun si voltò mentre i tre uomini dei servizi sociali e la direttrice dell'orfanotrofio si dirigevano verso di lui.
Avrebbe voluto ci pensasse Kazutora, ma dato che avrebbe potuto fare favoritismi gli era stato impedito, anche se ovviamente l'uomo era andato a dargli gli ultimi consigli.
- Com'è andata?- chiese.
- Complimenti, signor Shiba, la vostra casa è assolutamente adatta a ospitare un bambino. Abbiamo controllato sia Akane che tutto il necessario, e non abbiamo trovato niente che potrebbe interferire con l'adozione, per cui la bambina è ufficialmente vostra figlia- dichiarò la direttrice dell'orfanotrofio, allungando la mano.
Gli occhi di Shun si illuminarono e il ragazzo dovette mettercela tutta per mantenere una certa professionalità.
- Vi ringrazio: ci prenderemo cura di lei al massimo- dichiarò, stringendo la mano della donna.
Si misero d'accordo su quando fargli firmare le ultime scartoffie, dopodiché i quattro uomini se ne andarono.
Non appena chiuse la porta di casa, Shun si fiondò verso Ren, che si alzò per poter abbracciare il compagno.
- Ce l'abbiamo fatta!- esclamò, sorridendo.
- Ne ero certo! Shun, noi... abbiamo una bambina, è nostra figlia!- sussurró Ren, emozionato.
- Si, lo è: è la nostra bambina- dichiarò Shun, voltandosi verso Akane, che li guardava con aria leggermente confusa.
- Papà? Cosa?- chiese.
Ren sorrise e le si avvicinò, prendendola in braccio.
- Akane Shiba. Ti piace?- chiese, e la bambina sorrise.
- Mi piace! Mi piace quanto papà! E mi piace quanto papà!- esclamò, allargando le braccia per stringere entrambi i suoi papà.
Shun si avvicinò, in modo che la bambina riuscisse ad abbracciare anche lui, e li strinse a sua volta a sé.
- Non preoccuparti: d'ora in poi, i tuoi papà saranno sempre con te- dichiarò.
Ren sorrise: adesso avrebbe dovuto prendersi cura di due Shiba ma... entrambi gli davano così tanto amore che non avrebbe avuto alcun problema a farlo, anzi, era certo che nulla avrebbe potuto renderlo più felice.
- Grazie per essere venuto subito, hanno fatto quella rissa mentre ero in pausa pranzo e non sono potuto intervenire immediatamente- sospirò Shun, mentre usciva con Ren dall'infermeria.
- Figurati, ormai il mio reparto di pronto intervento è dedicato a correre qui appena chiami- rise Ren; in fondo, aveva creato quel reparto per aiutare più persone possibili che si trovavano coinvolte in incidenti o che avevano bisogni improvvisi, e aveva sempre un occhio di riguardo per il riformatorio gestito dal compagno.
- Come sempre, posso fare affidamento su di te- Shun gli poggiò le mani sui fianchi, tirandolo verso di lui e unendo le loro labbra.
Ren sorrise, allacciandogli le braccia intorno al collo e ricambiando il bacio: ormai erano trentaquattro anni che lo conosceva, ma quel ragazzo non era cambiato, e di sicuro lui non voleva che lo facesse.
- Signor Shiba-. Shun si staccò a malavoglia dal compagno per rispondere al walkie-talkie, sperando che il suo segretario non volesse informarlo di un'altra rissa.
- Dimmi-.
- Sua figlia è qui, la faccio entrare?-.
- Si, falla pure entrare- rispose Shun, avvicinandosi con Ren alla finestra del corridoio, da cui si vedeva l'ingresso.
Il cancello principale si aprì e Akane entrò nella struttura, un sorriso in volto; come sempre, pareva un angelo, con quei capelli biondi, l'aria gentile e un po' timida, il suo modo di fare fanciullesco e la serenità che sembrava portarsi dietro.
I ragazzi in cortile, che ormai sapevano chi fosse, non si azzardarono ad avvicinarsi a lei, salutandola da lontano e limitandosi ad ammirarla: in qualche modo, li aveva conquistati tutti con la sua purezza, e neanche i peggiori delinquenti che suo padre teneva d'occhio osavano darle fastidio.
Per quattro motivi: il primo, e meno spaventoso, era che farlo significava probabilmente mettersi contro tutti gli altri ragazzi; il secondo, più spaventoso, era che farlo significava mettersi contro il suo ragazzo, che era una persona tanto forte quanto gelosa e possessiva; il terzo, ancora più spaventoso, era che farlo significava mettersi contro i suoi due padri, che oltre a essere piuttosto forti e vendicativi gestivano anche quel luogo e potevano rendere la vita di tutti un inferno; il quarto, e più spaventoso, era che farlo significava mettersi contro Akane.
Perché se la ragazza da un lato era un angelo per la purezza che emabava e la gentilezza che mostrava verso tutti quanti, dall'altro lo era perché potevi ritrovarti a bussare alle porte del Paradiso senza renderti neanche conto che ti aveva attaccato.
L'ultimo ragazzo che aveva provato a prenderla come ostaggio contro suo padre, aveva passato cinque mesi senza alzarsi dal letto dell'infermeria, e questo prima che Shun, Ren e il ragazzo della bionda gli facessero visita.
Akane aveva preso dalla sua famiglia una bontà infinita... e una forza smisurata, che non esitava a usare quando c'era bisogno di lei; ma se non c'erano pericoli, il suo carattere solare prevaleva in maniera abbagliante su tutto ciò che c'era intorno a lei.
Senza alcuna difficoltà, superò il giardino ed entrò nel riformatorio, dirigendosi verso l'ufficio di suo padre, che una volta vista la figlia entrare era andato ad aspettarla lì con Ren.
- Ciao papà!- esclamò la ragazza, felice di vedere lì entrambi i suoi padri; si avvicinò e li abbracciò, facendoli sorridere.
- Ciao tesoro: non pensavo venissi a trovarmi oggi- commentò Shun.
- Ho saputo della rissa e volevo venire a vedere se fosse tutto a posto, prima di uscire con Joseph- dichiarò la ragazza.
- Non temere, tuo padre ha abilmente sedato la rissa e io ho già ingessato le loro ossa rotte: è tornato tutto tranquillo- affermò Ren.
- Perfetto! Allora posso andare senza timori. Ci vediamo stasera a casa, fatemi sapere per che ora tornate, così vi preparo la cena- dichiarò Akane, lasciando un bacio sulla guancia a entrambi.
- Mi raccomando, stai attenta a Joseph: quelli della sua famiglia hanno l'impollinamento facile- affermò Shun.
- Papà!- esclamò Akane, diventando completamente rossa, mentre il castano riceveva una gomitata nello stomaco dal compagno.
- Che c'è?! Toma aveva la sua età quando hanno concepito Yue- fece notare Shun.
- Tranquillo papà, Joseph è un vero gentiluomo; non preoccuparti per me, io so cavarmela. Sono vostra figlia dopotutto- Akane fece loro un ultimo cenno di saluto, prima di allontanarsi.
- È cresciuta in modo meraviglioso vero?- sussurró Ren, sorridendo: ogni volta che vedeva sua figlia, non poteva che pensare alla bambina che aveva preso in braccio diciassette anni prima all'orfanotrofio, e pensare a quanto fosse cresciuta e diventata forte.
- Dopotutto, ha due padri che la amano alla follia no?- commentò Shun, circondando la vita di Ren con un braccio; e grazie a quel ragazzo che era sempre rimasto al suo fianco, lui era stato libero di amare loro alla follia.
- Puoi dirlo forte. E amo anche te alla follia, non dimenticarlo mai- affermò Ren, dandogli un bacio sulla guancia.
Shun fece un sorriso malizioso.
- La mia pausa pranzo non è ancora finita... che ne dici se me lo ricordi nel mio ufficio?- sussurró, posando la mano sulla natica del moro e tirandolo verso di lui.
Ren alzò lo sguardo al cielo, divertito, prima di avvicinare il volto al suo.
- Come il mio capitano desidera- sussurró, prima di baciarlo; in fondo, era il suo capitano, e lui l'avrebbe sempre seguito ovunque e gli avrebbe donato tutto sé stesso.
Richiesta da sstvrl1ghtts0, spero ti piaccia!
Non doveva esserci un flashback su Koko ma come al solito fanno ciò che vogliono ahahah
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