capitolo¹⁷
È strano come la cosa che ti tenga viva e ti renda te stessa sia anche la causa della tua debolezza. La musica è la mia forza, è vero... ma mi rende anche estremamente vulnerabile. Almeno in casi come questo.
Non so per quanto tempo rimango incosciente. Sicuramente poco, perché quando riesco a riaprire gli occhi, la testa mi gira e sento come se qualcuno ci stesse giocando a lacrosse.
Con un po' di fatica riesco a tirarmi su, in quanto sono distesa completamente sui sedili posteriori della jeep. Ci metto un po' a capire che Stiles e Derek mi stanno fissando, la mia vista è ancora leggermente sfocata.
Sbadiglio: <<Quanto sono stata KO?>>.
<<Tre ore>> risponde Derek, che solo ora noto essere più pallido di prima.
Spalanco gli occhi. Tre ore?! A me sono sembrati minuti! Sospiro rassegnata: <<A quanto vedo quello che ho fatto non è servito a molto. Sei messo peggio di prima>>. Gli rivolgo un'occhiata di scuse.
Sento Stiles vicino a lui sbuffare: <<Si, be', invece è servito. Per un po' è sembrato quasi essersi rimesso del tutto. Ma un'ora fa la ferita si è reinfettata, ed ora stiamo come stiamo>>. Alza gli occhi al cielo, come se fosse scocciato da tutta questa situazione. Ma so che non è così.
Lo capisco da come si comporta. Evita il mio sguardo, il suo tono di voce è più basso, ed è meno iperattivo di come lo era prima. No. Non è scocciato. È arrabbiato. Infuriato quasi. Con me, scommetto. E non posso che dargli ragione.
<<Stiles, senti->> inizio, ma vengo interrotta dalla sua voce.
<<Dobbiamo andare alla clinica veterinaria. Scott non è ancora riuscito a trovare il proiettile, dobbiamo portare Derek in un posto sicuro>>. Non mi guarda negli occhi.
<<E la clinica veterinaria è un posto sicuro?>> gli chiedo, alzando un sopracciglio.
<<Ha detto Scott di andare lì>> replica, secco. E con questo, gira la chiave di accensione facendo scoppiettare il motore della jeep.
Io abbasso lo sguardo, sconsolata. Non vedo l'ora che questa giornata finisca.
•☽︎✫☾︎•
<<Aconito noraboracense... ti dice niente?>> chiede Stiles a Derek, una volta arrivati alla clinica.
Scott ha trovato il proiettile ed ha mandato questo messaggio a Stiles. Ora deve solo portarcelo. Mi domando cosa l'abbia trattenuto così tanto a casa Argent.
Derek, esausto, si butta letteralmente a peso morto sugli scatoloni contenenti croccantini per cani che si trovano all'ingresso della struttura. Che ironia. Un lupo mannaro che trova conforto nei croccantini per cani.
Quanto a me, sono ancora un po' debole, infatti devo appoggiarmi al muro per non cadere sui miei stessi piedi.
<<È una specie rara di strozzalupo>> risponde Derek, in affanno. <<Devo avere il proiettile>>.
<<Perché?>>.
Il licantropo lo guarda stanco e quasi supplicante: <<Perché senza morirò>>.
Faccio un smorfia infastidita. Ovvio che morirà, è un classico. Spero solo che Scott arrivi in tempo.
<<Ottimo!>> esclama Stiles <<Davvero meraviglioso! Vorrei trascorrere sempre i miei pomeriggi in questo modo! Un licantropo che non sa cosa sia il senso dell'umorismo sta per morirmi davanti agli occhi, e quella che credevo essere la mia migliore amica è una qualche creatura strana dotata di superpoteri! No sul serio, facciamolo più spesso!>>. Il sarcasmo trasuda da ogni parola che esce dalla sua bocca, facendomi sentire ancora più in colpa.
<<Stiles->> inizio.
<<No! "Stiles" niente! Adesso non voglio proprio sentire le tue stupide scuse! Abbiamo altro a cui pensare!>> dice, prendendo Derek per un braccio trascinandolo dentro.
Mi mordo la lingua a disagio, mentre sento i sensi di colpa corrodermi dentro. Ma poi li seguo, barcollando leggermente.
Dopo aver acceso la luce, Stiles fa appoggiare Derek al tavolo di metallo al centro della stanza, mentre quest'ultimo si toglie la maglia. Ormai l'infezione dovuta al proiettile è progredita. Vene blu percorrono l'intera lunghezza del braccio, dal polso fino alla spalla, mentre sangue scarlatto sgorga a fiotti dalla ferita.
<<Ugh... sai, non sembra una cosetta da curare con un po' di echinacea e una bella giornata di riposo!>> osserva Stiles, facendo una smorfia di disgusto.
<<Sai, non sembra neanche qualcosa che possa essere curata andando all'ospedale!>> ribatto, ironica.
Affannato, il lupo mannaro risponde: <<Quando l'infezione raggiungerà il cuore...>> prende fiato <<...mi ucciderà>>.
<<Il termine positività non è nel tuo vocabolario eh?>> gli chiede sarcastico il moro.
<<Stiles!>> lo richiamo <<Non è proprio il momento di fare lo spiritoso!>>.
Lui alza gli occhi al cielo, continuando ad evitare il mio sguardo.
Nel frattempo Derek sembra stia cercando qualcosa negli armadietti della clinica: <<Se non arriva subito con il proiettile... c'è un'ultima risorsa>> dice.
<<Quale ultima risorsa?>> chiediamo in contemporanea io e Stiles. Finalmente il ragazzo mi rivolge un'occhiata, che io ricambio accennando un piccolo sorriso. Ma lui distoglie subito lo sguardo, facendo una smorfia. Sospiro, per poi rivolgermi di nuovo al lupo mannaro: <<Allora? Che ultima risorsa?>>.
Lui tira fuori da un cassetto una sega elettrica per le ossa: <<Mi dovete amputare il braccio>>.
Io spalanco gli occhi, mentre sento Stiles vicino a me trattenere il respiro.
<<Oh no! Te lo scordi! Sono troppo giovane per amputare un braccio! E sono sicura che il mio stomaco non sarebbe d'accordo!>> dico, allontanandomi dal tavolo.
Vedo Stiles prendere in mano la sega elettrica, accendendola. Ma non appena il rumore meccanico mi raggiunge le orecchie, la spegne rimettendola sul tavolo.
<<Oh no, non posso farlo! Cosa succede se ti dissangui?>> chiede nervoso a Derek, mentre quest ultimo inizia a legarsi un laccio di plastica poco sotto la spalla.
<<Guarirà se funzionerà!>> risponde.
Stiles trattiene una smorfia di disgusto: <<Non so se posso farlo!>> confessa.
<<Uno di voi deve!>> ribatte il lupo, cercando di guardarci negli occhi.
<<Be' io non devo fare proprio un bel niente! Il mio contributo a salvarti la vita l'ho già dato!>> esclamo.
<<Ah, sul serio? E guarda dove ci ha portati! Davvero molto utile!>> sibila tra i denti Stiles, fissando furioso un punto indefinito davanti a sé. Le sue mani stringono il bordo del tavolo così forte, che le nocche gli diventano bianche.
Queste parole mi colpiscono molto più dolorosamente di quanto mi aspettassi. In qualche modo, sapere che per Stiles sono stata una delusione, che non sono servita a niente, fa sbriciolare un pezzo del mio cuore. Riesco quasi a sentire chiaramente il pezzetto che si incrina e si stacca, provocando un suono assordante. Così assordante che devo strizzare gli occhi per non iniziare a piangere.
Ma alla fine, riesco a controllarmi, prendendo un respiro profondo: <<Va bene. Ok. Lo faccio io>> dico, cercando di sembrare fredda, prendendo in mano la sega elettrica.
Stiles sembra preso alla sprovvista, in quanto spalanca gli occhi e la sua presa sul tavolo si fa più leggera: <<Oh, no no no no no... non posso guardare!>>.
<<Perché no?>> gli domanda Derek, mentre io mi avvicino.
<<Be' forse per tutto quel tagliare carne, segare l'osso e specialmente per il SANGUE!>> urla.
<<Tu svieni alla vista del sangue?>> gli chiede incredulo Derek. Per quanto io possa riuscire a distinguere sulla sua faccia qualche altra emozione che non sia dolore.
<<No! Ma sai, potrei farlo alla vista di un braccio amputato!>> gli risponde Stiles.
<<Mi aggrego!>> dico, alzando una mano. Non ci tengo a vedere un braccio amputato.
Derek sospira, un sospiro a metà tra il doloroso e l'esasperato: <<Facciamo così>> dice <<voi mi tagliate il braccio -prende un respiro- o io vi taglio la testa!>>.
In contemporanea, io e Stiles alziamo gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
<<Senti, non me le bevo più le tue minacce- ugh!>>. Il ragazzo dagli occhi nocciola viene preso dal colletto della maglia da Derek, che lo tira a sé.
Un rumore sordo ci giunge alle orecchie, come di qualcosa che si schianta su un muro. Mi ci vogliono due secondi per rendermi conto che è dovuto allo shuriken che ho scagliato tra i due ragazzi. L'arma li ha sorpassati ed è andata ad incastrarsi sul muro alle loro spalle. Osservo la scena impassibile, mentre un rivolo di sangue esce dalla guancia di Derek.
<<Non provare mai più a toccarlo, lupo, o giuro che la prossima volta non sbaglierò>> sibilo, e mi rendo conto di come la mia voce sia diversa, così come sento i miei occhi pizzicare. Derek lascia immediatamente la presa su Stiles, che mi sta fissando con bocca e occhi spalancati.
Ma il licantropo non ha il tempo di ribattere che si sporge dal tavolo vomitando un lago di sangue nero sul pavimento.
All'improvviso mi riprendo, così come Stiles.
<<Oh mio Dio! Cosa diavolo è?!>> chiede disgustato il ragazzo.
<<Il-il mio corpo...>> cerca di spiegare Derek, con la voce roca per il vomito <<cerca-sta cercando di guarire>>.
<<Oh be', non sta facendo un buon lavoro!>> gli fa notare sarcastico Stiles.
<<Lo penso anch'io!>> annuisco frettolosamente.
Derek alza lo sguardo: <<Adesso! Adesso! Dovete farlo adesso!>> ci implora.
Rivolgo uno sguardo alla sega, titubante: <<Sei proprio sicuro che non ci sia un altro mod->>.
<<Fallo e basta!>> urla il lupo mannaro.
<<Ok, ok! Non c'è bisogno di scaldarsi!>> sbuffo, prendendo in mano l'attrezzo e avvicinandolo al braccio di Derek. Prendo un respiro profondo, ma proprio quando sto per premere il tasto di accensione, sento la voce di Scott chiamare me e Stiles.
Il lupo mannaro junior entra nella stanza, rendendosi conto della strana situazione in cui ci troviamo.
<<Noemi, cosa diavolo stai facendo?!>> mi domanda scioccato.
Tiro un gigantesco sospiro di sollievo, mettendo via la sega, mentre sento Stiles dire: <<Mi hai appena salvato da una vita piena di incubi!>>.
<<Scott! Sbrigati, il proiettile!>> lo incito.
Lui si riscuote, e inizia a cercare qualcosa nelle sue tasche. Ma proprio quando riesce a dare in mano il proiettile a Derek, questo, sviene sul pavimento.
<<Oh, no no no no no!>> esclamo io nel panico, andando verso di lui seguita da Stiles, mentre Scott cerca di recuperare il proiettile che Derek ha fatto cadere.
<<Derek!>> lo chiama Stiles <<Derek, svegliati!>>.
Sospiro esasperata, e mi rivolgo a Scott: <<Scott, che cosa facciamo?!>>
<<Non lo so!>> mi risponde, mentre con un braccio cerca di prendere il proiettile caduto dentro una grata sul pavimento.
Guardo Stiles, che ricambia l'occhiata con la stessa nota di panico. Inizio a dare dei piccoli schiaffi sulla faccia di Derek, sperando di farlo rinvenire.
<<Scott, non si sveglia!>> gli urla Stiles <<Credo stia morendo! Credo sia morto!>>.
<<Tieni duro!>> ci urla in risposta Scott.
<<Oh mio Dio! Che cosa facciamo?!>> mi domanda Stiles.
<<Non lo so! Non lo so! Prova... prova a tirargli un pugno!>> gli rispondo, agitando le braccia in aria.
Lui mi guarda come se fossi pazza, infatti mi dice: <<Sei completamente fuori di testa?! Se poi si sveglia, il pugno lo tirerà lui a me!>>.
<<Credo che avrà cose più importanti a cui pensare!>> ribatto <<Muoviti!>>.
<<Fallo tu, no? Sei una qualche strana creatura sovrannaturale! Usa la tua superforza!>>.
<<Non ho la superforza!>> gli rispondo agitata <<Non fa parte delle mie abilità! Ora sbrigati!>>.
Lui sembra ancora un po' titubante. <<Stiles!>> lo incito io, al limite dell'esasperazione.
<<Ok, ok!>>. Alza il pugno: <<Ti prego, non uccidermi per questo>> dice fra sé e sé, per poi colpire Derek sulla guancia.
Il lupo mannaro si sveglia all'istante, mentre Stiles inizia a imprecare in tutte le lingue che conosce a causa del dolore alla mano. Ci avrei scommesso che Derek ha la testa dura.
In tutto questo Scott è riuscito a recuperare il proiettile, e in tutta fretta lo ripassa a Derek. Con i denti lo spezza in due, facendo così uscire lo strozzalupo contenuto in esso. Prende un accendino, dandogli fuoco. Con una mano lo applica sulla ferita, spingendolo nel foro del proiettile con un dito. Il licantropo inizia ad urlare in agonia, buttandosi a terra e contorcendosi per il dolore. Noi lo osserviamo in silenzio, a bocca aperta. Giurerei di aver sentito un ruggito tra le sue urla. Dopo quelle che sembrano ore, le grida cessano e noi guardiamo increduli come le vene, il sangue e lo stesso foro della ferita, scompaiono, ormai guariti.
Ci sono un paio di secondi dove nessuno dice niente, ma poi-
<<Questo... è stato... FANTASTICO!>> esulta Stiles.
Io alzo gli occhi al cielo, ma non riesco a nascondere uno sorriso divertito.
Derek si alza dal pavimento. La pelle è tornata al suo colore normale, stessa cosa per le borse sotto gli occhi. Sembra quasi non sia successo niente.
<<Stai bene?>> gli chiede Scott.
<<A parte il dolore lancinante?>> gli risponde ironico il lupo mannaro senior.
Io scuoto la testa, mentre Stiles dice: <<Be', la capacità di ricorrere al sarcasmo è un buon segno!>>.
<<Tranquillo, quello vale solo per te>> gli dico.
Non risponde, ma sento bruciare il suo sguardo sulla mia schiena. Solo a me sembra che questa giornata sia durata più del solito?
Derek lo ignora, ma gli rivolge un occhiata scocciata.
<<Senti>> inizia Scott <<Ti abbiamo salvato la vita. Quindi devi lasciarci in pace! E se non lo fai, tornerò dal padre di Allison e gli racconterò ogni cosa!>>.
Faccio una smorfia di disapprovazione. Come mai non capisce che se dice a quell'uomo di Derek, quest ultimo non sarà il solo bersaglio della balestra del signor Argent?
<<Ti fidi di loro?>> gli chiede Derek <<Credi che ti aiuteranno?>>.
<<Perché no? Sono molto più simpatici di te!>> ribatte arrabbiato Scott.
Be'... non ha tutti i torti.
<<Ti faccio vedere io quanto sono simpatici>>. Detto questo, prende il mio amico per un braccio trascinandolo fuori dalla clinica. E lasciandomi sola con Stiles.
La stanza cala nel silenzio. Il che è strano, se sei con qualcuno come il ragazzo dagli occhi nocciola. Sto per iniziare a parlare, quando la sua voce mi precede: <<Perché?>> mi chiede.
Lo fisso, cercando di trovare le parole giuste. Lui invece guarda il pavimento, non volendo far incontrare i nostri occhi. C'è così tanto che voglio dirgli. Voglio chiedergli scusa, voglio dirgli tutta la verità. Voglio che veda l'altra me, quella di cui ho paura. Voglio che guardi nei miei veri occhi allo stesso modo degli altri. Le cose che vorrei dire sono così tante, che alla fine non mi esce neanche una parola. Continuo a guardarlo, la mia bocca aperta come se stesse diffondendo parole mute che solo io posso sentire. Infatti lui dopo un po' perde la pazienza.
<<Niente? Sul serio non hai niente da dire? Bene! Bel pomeriggio! Mi sono proprio divertito! Rifacciamolo qualche volta! Quando avrai qualcosa da condividere sai dove trovarmi>>. Io provo ad avvicinarmi, ma lui mi scansa e a grandi passi si dirige fuori dalla clinica.
Rimango lì. Ferma. Congelata. Il silenzio torna a regnare nella stanza. Ma nella mia testa c'è tutt'altro. I pensieri gridano, sussurrano, si sovrappongono tra loro cercando di sopprimersi a vicenda. C'è quello che mi dice di lasciar perdere, che il giorno dopo sarà tutto come prima. C'è quello che mi dice di andarmene, di scomparire senza dire niente, perché ora che il ragazzo che amo mi odia non ho più un motivo che mi sta a cuore per restare. E poi c'è quello che mi dice di smettere di stare ad ascoltare la testa e fare quello che mi dice il cuore. Una voce dolce, lieve, sussurrata, che a un certo punto prende il controllo del mio corpo e mi fa correre fuori dalla clinica.
•☽︎✫☾︎•
Corro. Corro. Corro così veloce che il paesaggio attorno a me sfuma, trasformato in macchie di colore. Non so dove sto andando. So solo che le mie gambe non hanno intenzione di fermarsi. Corro, oramai consapevole che l'altro lato di me ha preso il sopravvento.
Sembrano passate ore quando sento le mie gambe rallentare fino a fermarsi. Mi guardo intorno, senza neanche avere il fiatone, cercando di capire dove sono. Capisco di essere a casa di Stiles quando vedo la sua jeep parcheggiata nel viale. Sussulto sorpresa. Ma dopo vari minuti di ripensamenti, mi dirigo sul retro iniziando a scalare l'albero che da sulla sua camera da letto.
Stiles è sdraiato sul letto, con le braccia dietro la testa, mentre fissa il soffitto. È ancora teso. Il suo sguardo è duro, e a chi non lo conosce sembrerebbe impassibile, ma io ci vedo solo una grande tristezza. La stanza è disordinata esattamente come la ricordavo. Fogli di tutti i tipi sono sparsi dappertutto, per terra, sotto al letto, sulla scrivania. Ne riesco persino a scorgere uno sotto il suo cuscino. Il computer è acceso. La pagina di google è aperta su un sito che recita "Lupi mannari e simili: tutto sul sovrannaturale" . Non mi sorprenderei se avesse cercato qualcosa su di me. In un angolo della stanza è appoggiata la sua stecca di lacrosse, mentre la sua divisa è appesa al muro.
Esito un'ultima a volta. Stiles per me è molto più di un amico. Ma allo stesso tempo la nostra amicizia è la cosa a cui tengo di più al mondo. Non riesco a immaginare una vita senza di lui. Che sia un conoscente, un amico, un fidanzato, persino se un giorno diventerà mio nemico, io non lo abbandonerò. Il solo pensiero di continuare a vivere senza di lui mi fa correre un brivido lungo la schiena. Ma alla fine mi dico di mettere un freno a questi pensieri. Non perderò questo ragazzo, o come minimo non lo farò senza lottare. Sbatto le nocche sul vetro della finestra, attirando così l'attenzione del moro.
Lui si alza di scatto dal letto, iniziando a guardarsi intorno agitato. Finché la sua testa si gira verso la finestra, e i suoi occhi incontrano i miei. Lo vedo trattenere un respiro, mentre io alzo una mano in segno di saluto. Indico la chiusura della finestra. Lui segue la traiettoria del mio sguardo, ma quando ritorna a guardarmi il suo volto è freddo. Io sospiro. Poi mi viene un idea.
Sospiro contro il vetro della finestra, lasciando che il mio respiro caldo lo appanni. Inizio a scrivere.
Puoi aprire?
Lui legge e, esitando, scuote la testa. Ma io non demordo.
Per favore.
Esita di nuovo, ma alla fine alza gli occhi al cielo venendo verso di me. Sorrido. Un paio di clik e la finestra si apre. Subito lo vedo rabbrividire, a causa dell'aria fredda proveniente da fuori. Con un salto entro in camera sua. Lo sento richiudere la finestra.
Continuo a fissare il muro davanti a me. Tutto a un tratto il mio coraggio è completamente scomparso. Percepisco anche come lui sia in ansia. All'improvviso lo sento avvicinarsi. I suoi passi risuonano nel silenzio come colpi di pistola. Sono cosciente che sia proprio dietro di me, quando il suo respiro caldo colpisce il mio collo. Rabbrividisco. Meglio arrivare dritta al punto o non potrei essere cosciente delle mie azioni.
<<Mi dispiace>> sussurro.
Sento la sua risata amara riecheggiare per la stanza: <<Sì, be', avresti dovuto pensarci prima di prendermi in giro>>.
A queste parole mi giro di scatto verso di lui: <<Non ti ho preso in giro!>> sbotto.
<<Ah davvero? Allora perché non mi hai detto la verità?>>.
Io richiudo la bocca. Perché non gli ho detto la verità? Perché voglio proteggerlo... cavolo, questa non è una buona scusa. Ormai siamo in pericolo comunque, che io glielo dica o no.
Lo sento continuare a ridacchiare: <<Come pensavo>>.
Scatto verso di lui, e dopo averlo preso per mano, dico: <<No! Ti prego, fammi spiegare! Dammi cinque minuti. Prometto che poi me ne andrò!>>.
Lui mi fissa per un po'. Ma poi il suo sguardo si addolcisce, e con un gesto del capo mi indica il suo letto. [N/A: EH! So cosa avete pensato piccoli pervertiti! Ma no, non è quello che credete voi!]
Sospiro sollevata, andandomi a sedere, mentre lui fa lo stesso vicino a me.
<<Ok be'. Da dove iniziare. Non ti ho detto niente perché avevo paura.>> incomincio <<Avevo paura che mi avresti guardato in un modo diverso, che mi avresti allontanato da te...>>.
Lui mi interrompe, alzando una mano e sbuffando: <<Ti fermo già qui. Questo non è un buon motivo. Sai che io tengo moltissimo a te, quindi sei tu quella che non si fida. E poi come dovrei aver paura di te, quando i tuoi poteri aiutano le persone?>>.
<<No!>> esclamo <<Io mi fido di te! Credimi! Mi fido di te più di me stessa. Ma è proprio per questo che non ti ho detto niente! È vero, i miei poteri comprendono anche il curare le persone, ma non sono altro che un effetto secondario di quella che è la mia vera natura>>.
<<Perché? Che cosa sei?>> mi chiede. Curiosità, rabbia e confusione sono tutto ciò che scorgo nei suoi meravigliosi occhi.
Accenno un sorriso, abbassando lo sguardo: <<Non so se dovrei dirtelo, o se mi crederesti. Le volpi di solito amano mentire>>.
Angolo autrice
Tan-tan-tan!!! Hihihihihi.
Che ne dite? Vi è piaciuto il capitolo? Spero di sì, perché io personalmente sono soddisfatta!
E grazie ancora per le 600 letture!
Ci vediamo il prossimo martedì!
~Giada
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