capitolo²⁹


«LEGGETE L'ANGOLO AUTRICE A FINE CAPITOLO!!! È IMPORTANTE, VI PREGO!»
(e comunque state per leggere 4500 parole, speri siate pronti)

Neanche la voce di Stiles riesce a far spuntare un sorriso sul mio volto.

Completamente svuotata da ogni emozione, scalo l'albero che da sulla camera del ragazzo. E, in qualche modo, non mi sorprendo nel vedere Derek e Danny al suo interno.

Dopo tutto quello che è successo, al mio cuore sembra quasi fare male la sola vista del mio migliore amico. Non si merita tutto questo - penso - E non si merita me.

Sospiro. Ma come minimo devo aiutarlo.

Mentre il lupo mannaro fruga nei cassetti dell'armadio di Stiles, quest'ultimo e Danny sembrano litigare riguardo qualcosa di non specificato. So solo che sono entrambi molto annoiati.

Sbatto leggermente le mie nocche sul vetro della finestra. Non mi importa neanche di spaventarli. Tutto quello che voglio è risolvere con Stiles. Almeno potrei rimuovere uno dei tanti pesi che sento sullo stomaco.

Derek è il primo a sentirmi, girandosi verso di me, per poi fare un cenno con il capo verso il ragazzo degli occhi nocciola. Rispondo con lo stesso segno.

Lo vedo sospirare rumorosamente dal naso, per poi avvisare il mio amico di guardare la finestra.

Quando il suo sguardo colpisce il mio, lui salta dalla sedia.

Una parte di me non può fare a meno di sentirsi imbarazzata: l'ultima volta che l'ho visto gli ho sbattuto in faccia una, ehm, notizia particolare. Io lo amo. Cavolo se questa non è una serie TV! In questi giorni mi sembra quasi di sentire una telecamera sul collo.

Ma cerco di scacciare questo pensiero della testa, digrignando i denti esasperata e vedendo come lo Stilinski inizia ad aprire e chiudere la bocca a ripetizione, come un disco rotto.

Indico con un dito la serratura della finestra, in un muto invito ad aprirla.

È quasi divertente il modo in cui Danny sta osservando lo scambio, le sopracciglia aggrottate e il labbro inferiore leggermente all'infuori. Sembra cercare di capire il punto della situazione.

Sinceramente, non lo biasimo.

Alla negazione di Stiles, che scuote la testa, alzo gli occhi al cielo. Che sensazione di dejavù.

Ma sta volta non ci penso neanche a pregarlo di darmi l'ok.

<<Allora faccio da sola...>> sussurro tra me e me.

Voglio mettere una pietra sopra a questa storia una volta per tutte.

Tiro fuori un kunai da una scarpa, alla cui vista il povero Danny scatta in piedi, e dopo qualche smanettamento e un po' di pressione, la finestra si apre.

Con un agile salto, il pavimento della stanza è sotto i miei piedi.

<<Ehi>> saluto. <<Ti dispiace se interrompo il tuo piccolo... - mi guardo intorno - ...raduno gay? Ho bisogno di parlarti un attimo>>.

Lui sembra venir preso in contropiede, perché per dieci minuti buoni non fa altro che far viaggiare il suo sguardo da me alla finestra e viceversa. Ho tutto il tempo di salutare Danny con un cenno del capo e Derek con un sorriso tirato.

<<I-io->> sento poi la voce di Stiles balbettare. Si schiarisce la gola: <<Non potresti tornare in un altro momento? N-noi staremmo studiando!>>.

Sono quasi tentata di sorridere. Dovrebbe essere arrabbiato con me, nonostante ciò continua a balbettare come suo solito.

Una piccola scintilla di speranza mi si accende nel petto. Possibile che sia su di giri per la mia rivelazione del giorno prima? Potrebbe, dopotutto, provare qualcosa per me? Non faccio neanche in tempo a consolidare questa ipotesi, che il viso di Lydia mi compare in testa. Immediatamente, tutta la mia sicurezza scompare. Certo, come no. Il giorno in cui questo ragzzzo si dimenticherà della rossa sarà anche il giorno in cui io starò per morire di una morte molto dolorosa.

Vediamo di aprire gli occhi una volta per tutte - mi dico - Forse sarebbe ora di lasciarmi questa stupida infatuazione alle spalle e concentrarmi sul casino che sta succedendo a Beacon Hills.

Alzo un sopracciglio, guardando prima il lupo mannaro senza maglia alla mia destra, che mi restituisce lo sguardo, e poi il ragazzo alla mia sinistra completamente ipnotizzato degli addominali dell'altro.

<<Sì. Studiando. Certo>>. Scuoto la testa: <<Sul serio, Stiles. Abbiamo bisogno di parlare. Capisco cosa state facendo, ma non credi sarebbe meglio sospenderlo per alcuni minuti?>>.

Tuttavia, non ci penso nemmeno a lasciare questa faccenda a metà. Risolverò con Stiles, e così potrò concentrarmi sulle faccende sovrannaturali.

Sbuffa: <<Ovvio, non è che stiamo cercando di scoprire chi è il serial killer che sta uccidendo gente a caso!>>. A volte vorrei chiudergli quella dannata bocca sarcastica a forza.

<<Cosa?!>> esclama Danny, distogliendo per la prima volta gli occhi dal petto di Derek.

<<Niente!>> rispondiamo subito io e Stiles, mentre gli scocco un'occhiataccia.

Mi porto le mani alla coda di cavallo, stringendola leggermente. Perché questa giornata non può semplicemente finire?

<<Ok. Sai una cosa? Va bene>> dico. <<Ma se non vuoi parlarmi, almeno mi lasceresti dare una mano? Sono dentro questa situazione tanto quanto ci sei tu>>. E soprattutto voglio lasciarmela alle spalle il prima possibile.

Sembra restio ad acconsentire, lo posso vedere nei suoi occhi. Si sta sforzando con tutto sé stesso di mantenere un atteggiamento distaccato.

Sorrido senza allegria.

E quando alza gli occhi al cielo so di aver vinto.

<<Va bene>> strascica tra i denti, prima ti riportare lo sguardo sul suo computer.

Non so se essere sollevata o meno dal fatto che non ha nominato il "perché ti amo". Ma ha ragione: adesso abbiamo cose più importanti di cui occuparci.

<<Allora>> inizio, cercando di mandare giù il malloppo di emozioni che mi attanaglia la gola. <<Cosa state facendo di preciso?>>.

Stiles sembra esitare un attimo, come indeciso tra urlarmi contro, piangere o abbracciarmi. Quando scuote la testa, so che ha preso una decisione.

<<Danny stava per rintracciare il numero. Non è vero, Danny bello?>>.

Adocchio il mio amico, alzando un sopracciglio.

Il ragazzo in questione sembra sforzarsi di uscire dalla trans causata dagli addominali del lupo mannaro nella stanza.

<<S-sei una persona orribile>> biascica, girandosi verso il computer e iniziando a scrivere qualcosa alla tastiera.

<<Lo so, non riesco a dormire la notte>> risponde sarcastico Stiles. E lo vedo trattenersi dal girarsi verso di me e fare un occhiolino, come suo solito.

Un lato delle mie labbra si inclina all'insù mentre mi avvicino alla scrivania, e sono quasi tentata di aprire la bocca per prenderlo in giro. Quasi.

Poi però, mi ricompongo quando sullo schermo del computer compare un nome familiare.

<<Cosa?>>.

Io e Stiles ci scambiamo un'occhiata incredula. No... non può essere...

<<Danny, sei proprio sicuro che il messaggio sia stato mandato da qui?>> chiede il ragazzo dagli occhi nocciola.

Il nostro amico annuisce, aggrottando le sopracciglia: <<Sì, come mai?>>.

Deglutisco, leggendo per l'ennesima volta le parole sullo schermo del computer: <<Perché non ha alcun senso>>.

Mittente: Ospedale di Beacon Hills - Melissa McCall

☽︎✵☾︎•

Nella vecchia Roscoe non c'è mai stato tanto silenzio.

Derek non è proprio la persona più socievole del mondo, ma devo ammettere che speravo un po' nel suo aiuto per la faccenda con Stiles. Dite che chiedo troppo?

La brezza serale proveniente dal finestrino mi scompiglia le poche ciocche sfuggite all'elastico, mentre il mio sguardo e la mia mente sono persi chissà dove. Non avevo mai notato quante case avesse Beacon Hills... dovrei guardarmi intorno più spesso.

Per quanto mi sforzi, non riesco a non far viaggiare i miei pensieri: questi ultimi due giorni sono stati un uragano di emozioni, e non so per quanto tempo ancora riuscirò a resistere. Il Legame Musicale, la perdita di controllo, il mio stupido piano, il "ti amo", mio padre, e ora questo. Chiedo solo una pausa, niente di più.

Mi frullano ancora nella testa le parole di Chris Argent. Per quale motivo mio padre non mi ha mai detto del suo... mestiere? Non si fidava? Non era sicuro? Voleva proteggermi? A dire la verità, non mi importa. Mi ha mentito e niente potrà cambiare questo. La persona di cui mi sono fidata per tutta la mia vita, mi ha detto bugie in faccia per anni.

Sì, non vedo l'ora di concludere questa faccenda.

Con la coda dell'occhio rivolgo un'occhiata a Stiles, il cui sguardo è concentrato sulla strada.

La tenue luce della luna colpisce dolcemente il suo volto, rendendolo ancora più pallido di quanto già non sia.

Senza poterci fare niente, mi ritrovo ad arrossire.

I momenti della sera precedente mi inondano la mente, mentre sollevo le mani alla coda, stringendola ancora. Ma cosa ho pensato?! - mi riprovero - Con quella dichiarazione ho solo peggiorato le cose...

Stiles è il mio migliore amico, non l'ho visto per quattro anni, e tutto quello a cui posso pensare è che lo amo e tutte queste- queste idiozie!

Diavolo, Noemi. Beacon Hills è tormentata da un lupo mannaro serial killer, e tutto quello che fai è pensare 24 ore su 24 ad un ragazzo che ti vede solo come un'amica, e che attualmente non ti vuole parlare! Forse non è lui lo stupido ragazzino che non riesce a lasciarsi alle spalle la sua cotta...

Sono proprio patetica.

<<Vado a controllare prima io. Voi entrate solo quando ve lo dico, intesi?>>.

La voce di Derek mi fa tornare con i piedi per terra. Mi accorgo solo ora che la jeep è ferma e che siamo arrivati. L'ospedale è davanti a noi.

Io e Stiles annuiamo all'unisono.

Osservo a labbra serrate il lupo mannaro uscire dalla vettura e sbattersi la portiera alle spalle.

E devo resistere all'impulso di portarmi le mani alla coda di cavallo per stringerla di nuovo: sarebbe un segno troppo evidente del mio nervosismo. Per non parlare del silenzio tombale calato nuovamente nella jeep, che non aiuta.

<<Be'... credo che questo sia il momento giusto per... sai... parlare?>>.

Con la coda dell'occhio guardo Stiles, troppo spaventata anche solo di incontrare il suo sguardo. Chiudo gli occhi, prendendo un lungo respiro.

Inizio a raccontare passo per passo tutto quello che mi è successo negli ultimi due giorni: delle due canzoni in testa, della strana sensazione che ho provato, del piano per il bacio - a questo, noto la mascella del ragazzo irrigidirsi per un attimo - fino ad arrivare al fatidico "ti amo".

Faccio una pausa per riprendere fiato, ma anche per permettere al moro di assimilare la prima parte del discorso.

<<Non ho ancora finito, comunque>> ridacchio nervosa. <<C'è... c'è ancora molto che devo dirti...>>.

Lui non risponde, continuando a fissare fuori dal parabrezza. Ma mi accorgo lo stesso della sua gamba che continua a fare su e giù compulsivamente. È in ansia quanto me.

Dopo un altro secondo lo sento rilasciare un respiro tremante, per poi sussurrare: <<Lo intendevi veramente?>>.

Non bisogna essere un genio per capire a cosa si riferisce.

Questa volta non riesco a fermare le mie mani, che corrono ai miei capelli.

Ed ecco il momento della verità, quello che stavo aspettando da anni, dal primo istante in cui i miei occhi lo hanno incontrato: uno stupido bambino iperattivo, e adesso un ragazzo stupendo, ma pur sempre idiota e sarcastico. Il mio cuore batte così velocemente che potrebbe fare invidia a quello di un corridore. Quasi mi sembra di tremare. Perché sono spaventata? Per quale motivo non riesco a dire niente? Qualche giorno fa è stato così facile...

Finalmente mi decido a guardarlo, girando la testa verso verso di lui. Ed è quando il mio sguardo incrocia il suo che tutto crolla.

<<Sì>> dico, la mia voce così bassa che persino a me sembra impossibile udirla. Talmente fragile, che potrebbe spezzarsi da un momento all'altro. Ignoro le lacrime che iniziano a pizzicarmi gli occhi, stringendo i pugni: <<Ovvio che lo intendevo! Stiles, io->> un singhiozzo strozzato risale dalla mia gola, ma cerco di nasconderlo schiarendola: <<...io ti amo>>.

I suoi occhi si spalancano, come se non si fosse aspettato di sentirlo un'altra volta. E a dire la verità, neanche io.

Ridacchio, mentre una singola goccia d'acqua scivola sulla mia guancia: <<C-cavolo, Stilinski. Credevo fossi p-più intelligente d-di così! Sono i-innamorata di te da anni e non te ne sei mai a-accorto>>.

Sospiro, ascciugandomi con una mano la lacrima scappata al mio controllo.

<<Ma non ti incolpo per questo, ne ti biasimo. Tu sei innamorato di Lydia e, da come la guardi, si tratta di qualcosa di serio. Non posso essere arrabiata con qualcuno che prova le stesse cose che provo io. So come ci si sente>>.

Stiles ascolta senza dire una parola, ed la tensione inizia a raggiungere il limite. Se non mi uccide questa conversazione niente lo farà più - penso - È praticamente impossibile.

<<Neanche io lo faccio>> dice il ragazzo, abbassando lo sguardo. <<Credo... per gli stessi motivi che hai elencato tu: non posso incolpare qualcuno per dei sentimenti che non può controllare>>.

Sorrido.

<<Ma per quale motivo non me l'hai detto prima?>> domanda, tornando a guardarmi.

L'ha chiesto veramente?

<<Per lo stesso motivo per cui tu non hai mai detto niente a Lydia>> rispondo, incrociando le braccia al petto, mentre percepisco l'ansia e tensione sfumare lentamente nell'aria.

Trattengo una risatina, vedendo le sue guance tingersi di rosso.

Scuoto la testa, posandola sul finestrino alle mie spalle e chiudendo gli occhi, sentendo il mio corpo rilassarsi ogni secondo di più.

<<T-ti va di continuare a raccontarmi, sai... il resto?>>.

Apro una palpebra, alzando un lato delle mie labbra in un mezzo ghigno: <<Certo>>.

• ☽︎✫☾︎ •

Derek sembra essersi perso, perché ho tutto il tempo di spiegare a Stiles del Legame Musicale, di Chris e di- di mio padre.

<<Frena, frena... quindi la famiglia Nightstar, la tua famiglia, era un'amicona degli Argent? Amica nel senso di "oh, oggi è sabato! Andiamo ad uccidere qualche lupo mannaro? In televisione non c'è niente!", o amica tipo->>.

<<Sì. Esattamente di quel tipo>> lo interrompo, ridendo pacata.

Lo vedo portarsi una mano alla bocca, iniziando a mordersi le unghie nervosamente. Fa sempre così quando sta pensando.

<<Ma non ha alcun senso!>> esclama. <<Se tuo padre era un cacciatore, per quale motivo avrebbe dovuto sposare una creatura soprannaturale?>>.

Scrollo le spalle. Ci avevo pensato, in effetti, ma non sono arrivata a niente. Papà non parlava molto spesso della mamma, e quando lo faceva sembrava andare in trans. Il suo sguardo era identico a quello che Stiles riserva a Lydia, come quello che Scott ha con Allison. Credo... credo che semplicemente l'amasse.

Decido di esporre i miei pensieri ad alta voce.

Il ragazzo dagli occhi nocciola annuisce lentamente, stringendo le labbra.

<<Credi stesse cercando di proteggerti? Non dicendoti tutta la faccenda del "cacciatore"?>>.

Vengo presa in contropiede da questa domanda.

<<Io->>.

Tap, tap.

Sia io che Stiles lanciamo un urlo spaccatimpani, al rumore improvviso.

Fuori dalla jeep c'è Derek, un'espressione preoccupata e scura in volto.

<<Uscite>>.

Stiles, accanto a me, sbuffa, una mano ancora sul petto per lo spavento.

<<Seriamente? Si può sapere perché devi fare sempre queste entrate a effetto?>>.

Ridacchio, aprendo la portiera e uscendo fuori dall'auto.

Il lupo mannaro, che si trova davanti al cofano della macchina, invece, continua a fissare Stiles mortalmente serio.

Il moro alza gli occhi al cielo, uscendo anche lui.

<<Non fare il lupo brontolone>> bisbiglia fra sé e sé, ma sia io che Derek siamo in grado di sentirlo. E mentre io cerco di trattenere l'ennesima risatina, mordendomi le labbra, il licantropo si avvicina a Stiles, prendendolo per la nuca e sbattedolo sulla sua stessa jeep. Non piano, ma neanche abbastanza forte da fargli veramente male.

Questa volta non riesco a fermarmi, iniziando a ridere sguaiatamente.

<<Ow, e quello per cos'era?!>> protesta il ragazzo dagli occhi nocciola.

<<Tu sai esattamente perché. Ora entriamo>>.

Scuoto la testa, osservando Derek e il ragazzo dagli occhi nocciola dirigersi verso l'ospedale.

Mi mordo un labbro in ansia. C'è qualcosa che non quadra.

Ho uno strano presentimento, come una specie di piccolo brivido che mi percorre la schiena, quasi mi stia avvertendo di un pericolo.

<<Stiles!>> lo chiamo.

Lui si ferma, girandosi messo di me e avvicinandosi con un cipiglio confuso in viso: <<Sì?>>.

Qualcosa dentro quell'edifico bianco non è come dovrebbe, e non mi piace per niente. Questa serata non andrà nel verso giusto, me lo sento.

Un pensiero mi sale in mente, un pensiero che ha occupato la mia testa tante volte quante ho deciso di sopprimerlo.

Traggo un respiro profondo, stringendomi la coda di cavallo.

<<Moon, cosa->>.

Un secondo dopo lo sto baciando.

Le mie mani si appigliano strette al collo della sua maglietta, quasi abbiano paura che sparisca da un momento all'altro. Infatti è così.

Lui non ricambia, sta fermo davanti a me, pietrificato, ma non ci faccio caso. Ho gli occhi chiusi per non vedere la sua espressione scioccata.

Invece mi concentro sulle emozioni che mi riscaldano il corpo. Tenere, ma più intense di qualsiasi altra cosa abbia mai provato in vita mia. Mi abbracciano, mentre il mio cuore sembra star per saltare fuori dalla cassa toracica.

Le sue labbra sono morbide, e sanno di patatine fritte e coca-cola, due sapori che mi fanno sorridere. Mi danno la certezza che quello davanti a me è proprio Stiles e non qualcun altro.

Quando mi tiro indietro sembrano passate ore, invece di pochi secondi. Tuttavia, non aspetto alcuna reazione, né da me né da lui, prendendolo per un polso e trascinandolo con me dentro l'ospedale.

Superate le porte scorrevoli dell'edificio, l'odore di ammoniaca e sapone mi inonda le narici. Arriccio il naso: non mi è mai piaciuto.

<<Allora?>> dico. <<Che dobbiamo fare?>>. Non guardo Stiles, ma le mie guance vanno comunque a fuoco. Un sorriso da ebete mi illumina il viso. Ho baciato Stiles Stilinski - mi dico. Se oggi morirò, non mi importa.

L'ospedale è deserto. Strano - penso.

<<Ho controllato il computer, e ma il messaggio è stato eliminato. Chiunque sia stato, sapeva che saremmo venuti a controllare>> spiega Derek.

<<Sì, ma->>.

Vengo interrota dal cellulare di Stiles che inizia a squillare.

<<Oh>> dice il ragazzo, risvegliandosi da una specie di trans e prendendo il telefono in mano. <<È Scott. D-datemi un attimo>>.

Dopo avermi lanciato un ultimo sguardo imbarazzato, scompare nel parcheggio.

Rivolgo un'occhiata a Derek, che invece non mi degna di un'attenzione, mentre procede verso un corridoio. Per un po' lo vedo camminare lento, finché non si ferma davanti alla porta di una stanza.

Aggrotto le sopracciglia, vedendo la sua postura irrigidirsi di colpo.

<<Derek, cosa->>.

<<Non è possibile... lui è...>>. Lo vedo alzare lo sguardo verso di me, prima di spostarlo alle mie spalle e spalancare gli occhi. <<Noemi, dietro di te!>>.

I miei riflessi entrano in gioco, girandomi e abbasandomi. Appena in tempo aggiungerei. Ho appena evitato una graffiata micidiale.

<<Oh, andiamo! Sei rimasto il solito guastafeste, nipote>>.

I capelli del tizio che mi si para davanti sono castani e leggermente lunghi, acconciati in un ciuffo voluminoso. Indossa una camicia bluastra con sopra una giacca nera. Tuttavia, la prima cosa che noto è la pelle bruciata. Metà volto è completamente sfregiato, pieno di bolle e croste.

Ma, a parte questo, oserei dire che sia addirittura attraente. O almeno lo è fino a quando delle zanne non crescono dai suoi canini e i suoi occhi si illuminano di rosso.

<<Noemi, scappa! È l'alpha! È lui l'aplha!>> mi urla Derek, correndo verso di me e scaraventandomi con la sua superforza dall'altro lato del corridoio.

E dovevo scappare. Derek ha aiutato anche troppo.

Non appena la mia schiena va a schiantarsi contro il muro, sento un dolore atroce accendersi per la mia colonna vertebrale. Lascio scappare dalle mie labbra un grugnito, cercando di rialzarmi. Sento già il processo di guarigione entrare in azione.

<<Hai idea di come sia stato per me in questi anni?>> sento l'alpha sussurrare a Derek. <<Rigenerarsi cellula per cellula. Essere costretto su una sedia, immobile, mentre la tua mente va a mille e non desidera altro che una cosa...>>.

Osservo immobile il tizio dare un fortissimo pugno sulla mascella di Derek, facendolo stramazzare a terra, dolorante.

<<...vendetta>> conclude.

<<HAI UCCISO LAURA!>> grida l'altro, alzandosi e provando a sua volta con un colpo diretto. Peccato che l'alpha sia in grado si bloccarlo facilmente, costringendo Derek in ginocchio.

<<Pensi che abbia ucciso mia nipote?>> chiede, la voce piena di veleno, spedendo l'omega verso l'ingresso con un calcio.

Finché le porte dell'ospedale si spalancano e i miei occhi fanno altrettanto. <<Ehi, eccomi! Cosa mi sono pers->>. Prima che possa anche dire al mio cervello di reagire, i miei istinti lo fanno per me, lanciando un kunai dritto nella schiena dell'alpha. Questo vacilla per un secondo, ma è più che abbastanza per Derek. Ringhiando, si scaglia verso l'altro lupo mannaro, facendolo cadere a terra.

<<STILES, VATTENE DA QUI!>> grido, correndo verso di lui.

Ma non faccio neanche metà strada che l'alpha mi getta Derek addosso, facendoci cadere entrambi.

<<MOON!>> sento la voce di Stiles chiamarmi. <<Oh, cavolo. Sto per morire, sì, sto proprio per morire>>.

<<Va via!>> urlo nuovamente, mentre cerco di rimettermi in piedi.

<<Oh, guardate un po' chi abbiamo qui>>.

Improvvisamente, mi sento tirare su per un braccio, e i miei occhi incontrano quelli dell'alpha, ora non più rosso sangue, bensì azzurro cielo.

<<Tu devi essere la Signorina Nightstar. È un vero piacere incontrarti, finalmente. Peter Hale, al tuo servizio. Dimmi, come sta tua madre?>>.

Sento come una scarica elettrica corrermi per tutto il corpo, dai piedi alla punta dei capelli. Con uno strattone, riesco a liberarmi dalla sua presa.

<<Come diavolo conosci mia madre?!>> sbotto, quasi non sentendo la mano di Stiles che mi si posa su un braccio. Cosa cavolo ci fai ancora qui? Scappa! - vorrei urlare.

Quella che passa sul viso dell'alpha è una vera sfumatura di confusione. <<Ma come, Derek non te l'ha detto?>>.

Mi congelo: <<Detto cosa?!>>. Non risponde. <<DETTO COSA?>>.

Peter sbuffa, mentre Derek al suo fianco evita il mio sguardo. <<La cara Akemi faceva parte del branco di mia sorella, Thalia. Passava praticamente ogni pomeriggio a casa nostra>>.

Basta, vi prego.

Stiles è costretto a mettermi un braccio attorno alle spalle quando l'ennesima pugnalata di oggi mi colpisce. La mia mente sembra andare in standby, talmente si affollano i pensieri. Mi sembra di non respirare più. Abbasso lo sguardo.

<<Lei e Thalia erano migliori amiche. Sapessi quante volte ha aiutato Derek e Cora a fare i compiti!>>.

Non ce la faccio più.

Ma Peter non appare aver ancora finito: <<Poi, un giorno, ha conosciuto tuo padre, Nathan Nightstar. La classica storia alla Romeo e Giulietta: due fanciulli delle fazioni opposte si innamorano e poi, ahimè, entrambi muoiono di una morte dolorosa. Tua madre ci avrà anche lasciati dando luce a te, Noemi, ma sai per caso chi è stato ad uccidere tuo padre?>>.

La mia testa scatta nuovamente verso l'alpha, che mi osserva con un sorrisetto irritante, come se fosse a conoscenza di una verità determinate. Derek, accanto a lui, sembra aver perso ogni voglia e forza di lottare. Ascolta anche lui in silenzio, gli occhi tristi e rassegnati, quasi sapesse cosa stia per arrivare.

<<Ti sei mai chiesta per quale motivo, papino non ti abbia mai detto della sua natura di cacciatore?>>.

Una parte di me si chiede come faccia a sapere tutte queste cose, ma l'altra la mette a tacere, avida di informazioni. Percepisco la presa di Stiles farsi più stretta attorno a me.

<<Aveva paura>> afferma l'alpha. <<Era terrorizzato che i suoi ex amici cacciatori lo trovassero e ti facessero fuori. Ed è anche per questo che, quattro anni fa, l'hanno ucciso>>.

Chiudo gli occhi per un secondo, cercando di concentrarmi su qualcos'altro che non sia la rabbia che inizia a montare dentro di me. Quando li riapro sono arancioni.

Ci vuole tutta la mia forza di volontà per non far uscire un ringhio dalla gola, e a denti serrati chiedo: <<Chi?>>.

Peter sorride, un sorriso malvagio e inquietante: <<Kate Argent>>.
























• ☽︎✫☾︎•

Per un minuto non regna altro che silenzio.

Stiles, alle mie spalle, cerca di calmarmi sussurrado delle parole confortanti nelle mie orecchie. Ma non ne sento neanche una.

Peter mi fissa, impassibile, e Derek continua a spostare il peso da una gamba all'altra. Lui sapeva. Per tutto questo tempo, lui sapeva e non mi ha mai detto niente.

Non mi ci vuole molto per unire i punti: la famiglia di Derek è morta in un incendio quattro anni fa, quando lui aveva diciassette anni, lo stesso anno in cui io sono stata mandata in Italia. Lo stesso anno in cui mio padre è morto.

Non mentivo quando ho detto che ricordo quel giorno come se fosse ieri. Mio padre era uscito: mi aveva detto che andava a salutare dei vecchi amici, ma io, all'epoca, non sapevo di chi stesse parlando. Adesso penso di sì.

<<Kate...>> dico.

Peter e Derek mi guardano, e il primo annuisce.

Poi diventa tutto troppo sfocato per capirci qualcosa.

Un'energia indescrivibile inzia a scorrermi nelle vene, mandandole a fuoco, e con loro i miei occhi. Il ciondolo che porto sempre con me, da freddo, lo sento sfrigolare di potere, talmente intenso da scottarmi la pelle.

La presa di Stiles si fa più lenta, fino a scomparire, ma non mi importa.

L'aria attorno a me si fa sempre più soffocante, finché noto Derek e Peter tapparsi le orecchie. I loro occhi sono serrati, le labbra aperte in una smorfia di dolore. Quando mi girò Stiles è nella stessa situazione, accovacciato a terra, ma al contrario dei due lupi mannari i suoi occhi sono ben aperti, che mi fissano, un'espressione di terrore che aleggia in essi.

Mi ci vuole un attimo per capire che la mia aura di volpe è visibile, che circonda il mio corpo come un'armatura. Non la vedo da tanto tempo, ma è ancora celeste e brillante come poche.

Mi avvicino al ragazzo dagli occhi nocciola, inginocchinadomi davanti a lui. Poggio la mia fornte sulla sua, chiudendo gli occhi.

<<Mi dispiace...>> sussurro, ma non credo mi senta, tanto la musica è assordante. A quanto pare sta risuonando You should see me in a crown di Billie Eilish. Con uno schiocco di dita la faccio sparire.

Dopodiché mi dirigo da Peter indicando l'uscita con un cenno del capo. Lui ghigna, inchinando di poco la testa, come ad invitarmi ad andare per prima.

Annuisco lentamente, per poi lanciare a Derek un'occhiata glaciale: <<Non pensare che sia finita qui, con te, cane>>.

<<Moon, cosa...>> mi chiama Stiles alle mie spalle. Le stesse parole di qualche minuto fa. Strano come, però, le situazioni possano ribaltarsi in così poco tempo.

Mi giro, regalandogli un sorrisetto, inclinando la testa da un lato: <<Non preoccuparti, mio adorato. Tornerò presto. Devo solo occuparmi di una piccola faccenda. Questo non è un addio>>.

Due secondi dopo sono fuori dall'ospedale, Peter alle mie spalle. I miei occhi brillano come non mai, mentre un unico obiettivo si forma nella mia testa: uccidere Kate Argent.

Angolo autrice

Non ci sono parole per descrivere quanto sia mortificata.

Sul serio, mi dispiace tantissimo. C'ho messo così tanto a scrivere questo capitolo che voi non avete idea. Ho passato un periodo lunghissimo di blocco di scrittore, e tutto questo capitolo che avete letto l'ho letteralmente scritto in un paio di giorni. Ieri per essere precisi.

Vi chiedo seriamente scusa se vi ho fatto aspettare così tanto.

Ma vabbè... pensieri su questo capitolo? Succede veramente tanta roba. Tra cui un certo bacio... ed è solo una piccola scena dell'insieme. Che mi dite?

E mi dispiace dite che mancano solo un paio di capitoli alla fine di questa storia! Da una parte non vedo l'ora di pubblicarli, ma dall'altra mi sento triste che questa storia finirà :')

Ma noi ci vediamo (speriamo) al prossimo aggiornamento!

Ciauuu.

~Giada

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