2.
"Caro Diario di Stocazzo,
Oggi ho conosciuto un amico di mio padre. Non mi piace granché, anche se è simpatico. Sento come se... Potesse sconvolgere tutto da un momento all'altro. E non voglio. Le cose mi vanno bene così come sono.
Almeno perΓ² la figlia Γ¨ simpatica"
Octavia sorride, mordicchia la penna e cambia la canzone che stava ascoltando dal telefono.
Briiiip. Briiiip. Briiiip.
Il telefono.
Un'ombra di speranza le passa davanti agli occhi. Magari Γ¨ lei, magari si Γ¨ decisa a chiamarla, magari le cose torneranno come un tempo.
Poi legge il nome sullo schermo.
"Loona".
Sorride lo stesso e risponde.
Qualche stanza piΓΉ in lΓ ...
Stolas si passa la mano tra i capelli un'ultima volta.
Guarda sotto agli occhi, cercando le occhiaie che non ci sono e fa un sospiro di sollievo.
<<Oh cazzo- devo...>>
Nella stanza vuota echeggia il rumore di una scatolina di pastiglie che si apre.
All'improvviso sente il suono di una notifica e sente per un attimo mancargli il respiro dall'agitazione.
Fa un respiro profondo, poi prende il telefono e lo sblocca.
Blitzy: Oi spno arivato
O scrive veloce, oppure ha un'appuntamento con un... semianalfabeta?
"Probabilmente entrambe", pensa sovrappensiero, rispondendo poi:
Blitzy: Oi spno arivato
Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Β Scendo subito.
<<Sì, stranissimo ti dico, Blitz che non ha mai un cazzo da fare è uscito di tutta fretta e pure vestito quasi bene... Non che mi interessi dove è andato, sia chiaro.>>
Loona Γ¨ stupita, molto stupita, ma anche... incuriosita? Probabilmente, anche se cerca di nasconderlo. Octavia lo capisce dalla sua faccia, nonostante siano in videochiamata.
<<Ovviament->>
<<Via? Tesoro, puoi venire un attimo>>
Octavia alza la testa e si gira verso la porta.
<<Loona? Ti posso richiamare, che mi sta chiamando mio padre?>>
<<Sì, tranquilla, a fra poco>>
<<A fra poco>>.
Via chiude la chiamata e si alza dal letto. Va ad aprire la porta, trovandosi davanti il padre.
Capelli piΓΉ che ordinati, vestiti eleganti, telefono in una mano e un leggero velo di trucco.
<<Vai da qualche parte..?>>
<<Sì, vedi tesoro, stasera avrei un impegno, mi dispiace dirtelo solo ora ma è una cosa dell'ultimo minuto, se vuoi->>
<<Stai tranquillo papΓ .>> Lo interrompe la ragzzina. <<Me la so cavare. Tu... divertiti>>
Non lo guarda negli occhi. Suo padre Γ¨ bravo a leggere i suoi sentimenti, e a lei questa cosa non Γ¨ mai piaciuta.
Non vuole che qualcuno le frughi nella mente. Nemmeno suo padre.
Nella sua mente, chiunque tranne lei Γ¨ un estraneo. Anche suo padre.
Stolas la guarda e le dΓ un bacetto sulla fronte.
<<Allora a piΓΉ tardi tesoro>>
<<Ciao.>>
E senza aggiungere nulla rientra in camera.
Un passo. Cinque passi. Dieci. Venti. Boh. Porta che sbatte.
"E' andato..." Pensa Octavia.
Sente dentro di sΓ© come un senso di pericolo, come se tutto ciΓ² che Γ¨ la sua vita sia a rischio.
L'ha sentito un tempo, prima che i suoi genitori... Prima che sua madre...
"Uff..."
E lo sente ora.
Senza pensarci, prende il primo oggetto che le capita sotto mano e lo lancia verso l'armadio.
<<CAZZO>>
Si siede per terra, con la schiena contro la porta e sente le lacrime spingere contro gli occhi per uscire, sente il pianto premerle le pareti della gola.
A lei piace così la sua vita. Non vuole altri cambiamenti.
Si asciuga le lacrime e prende il telefono.
Uno squillo. Due squilli. Tre, quattro, cinqu-
<<Via? Eccoti!>>
<<Loona.>> La ragazzina ripensa a suo padre, tutto elegante e pronto per uscire. <<Credo di sapere cosa sta facendo tuo padre>>.
<<E questi sono tutti i motivi per cui frequentare le popstar Γ¨ una merda.>> Dice Blitz, concludendo un discorso con molto poco senso compiuto a ancora meno grammatica iniziato circa venti minuti prima.
Stolas si asciuga le lacrime dal ridere.
<<Aaaahh... Oddio, ho riso troppo, mi fa male il petto>>
Seguono un paio di minuti di silenzio, in cui nessuno dei due sa bene come comportarsi, quindi non dicono nulla e mangiano.
<<Senti... Ho bisogno di un consiglio...>> Dice Stolas, diventando improvvisamente serio.
<<Dimmi tutto, ma sappi che se vuoi sapere come faccio a mettermi lo smalto in questo modo Γ¨ un segreto>>
Stolas sorride poi continua a parlare.
<<No, Γ¨... Su mia figlia. Ti sembra mai che... Hai mai l'impressione che tua figlia si... chiuda, che... Ti mostri solo un lato mentre l'altro lo tiene per sΓ©...?>>
Blitz guarda il vuoto, sembra stia pensando a qualcosa di molto doloroso e molto remoto...
<<Sì. E' Così da sempre. Ma in fondo... Bè, in fondo sono due situazioni diverse e... Bah, non so quanto le cose potrebbero cambiare>>
Stolas annuisce, e i due riprendono a scherzare.
Poco dopo...
<<Allora... Ci vediamo Blitz>>
Stolas scende dalla macchina e si appoggia al finestrino aperto.
<<Yess... Nei prossimi giorni.>>
Blitz gli fa l'occhiolino e mette in moto la macchina.
Tu-Tum
Stolas sorride, lo saluta con la mano un'ultima volta, poi rientra in casa e chiude la porta.
Tu-Tum
Appena arrivato in camera lancia la giacca da qualche parte si butta sul letto.
Tu-Tum
Si mette una mano sul petto. I battiti sono impazziti.
Si stende a pancia in su, mettendosi le mani tra i capelli.
<<Ahhhh... cazzo.>>
π€AREA DICKMASTERπ€
Aaaalloraaa... Che dire: Boh.
Vediamo come vanno le cose, intanto ecco la parte 2.
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